POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN A.P. D.L. 353/2003/CONV.IN L. 27/02/2004 N°46) ART.1, COMMA1, DCB TRENTO DIFFUSIONE GRATUITA CONTIENE I.R.
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Sommario
Gestor, crescita e innovazione sono il cuore della cooperativa
Assemblea dei Soci Gestor. Il saluto del Presidente Moresco
FOCUS
Il Trentino, luogo ideale per una vacanza attiva
Turismo in Trentino, numeri da record nelle anticipazioni della stagione invernale
FOCUS
Boom del turismo in Trentino: risultati record nel 2023
INTERVISTA
Scopriamo un gioiello: il Lake Front Hotel & Living Suite di Malcesine
INTERVISTA
La rinascita di un classico trentino: il ristorante ‘Ai Piani’
INTERVISTA
La filiera del freddo, tecnologia e innovazione al servizio della qualità
INTERVISTA
Il trionfo del gusto: Il Puzzone di Moena conquista l’Italia
RUBRICA ASSICURATIVA
Come proteggersi contro i rischi catastrofali
IL PRODOTTO
La lumaca: elogio alla lentezza e al buon gusto 38.
LA RICETTA
Lumache con burro all’aglio e funghi porcini
Anno XI N. 1 aprile 20243
Quadrimestrale della Cooperativa GESTOR
Via Kufstein, 13 - 38121 Trento (TN)
Tel. 0461 826506
www.gestor.it – info@gestor.it
Direttore Responsabile: Lorenzo Basso
Registrazione n. 1358
7 maggio 2008
del registro stampa del Tribunale di Trento
Realizzazione e stampa:
Litografica Editrice Saturnia - Trento
In copertina: Melo in fiore (vecteezy.com)
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FOCUS
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Gestor, crescita e innovazione sono il cuore della cooperativa
Il rinnovamento strategico per un futuro coraggioso
Cari Soci, il 2023 si è concluso per Gestor con risultati notevoli, consolidando un trend di crescita che ha visto un incremento medio del 25% nel primo trimestre del 2024 . Questo sviluppo, in linea con le aspettative, non solo conferma la solidità delle nostre proiezioni future, ma evidenzia anche il dinamismo della cooperativa e la sua capacità di adattarsi al mercato.
Lo scorso anno abbiamo visto l’ingresso di nuovi Soci, a testimonianza di un’evoluzione nel profilo stesso di Gestor, in grado di proiettarsi anche fuori dal proprio territorio di nascita. In questo contesto di trasformazione, è fondamentale un adeguamento strategico che preveda un potenziamento delle competenze e un consolidamento della struttura amministrativa, al fine di mantenere l’efficienza operativa che ci contraddistingue.
Il nostro scopo principale è quello di ricalibrare la cooperativa entro il 2025 , adattandoci all’incremento sostanziale del fatturato e dell’attività che già registriamo. Di fronte a esigenze mutate e a una scala di operazioni decisamente ampliata, puntiamo a evolverci in una cooperativa più tecnica e preparata , capace di affrontare con determinazione le sfide del futuro. Questo implica una maggiore specializzazione nei servizi offerti ai Soci e una collaborazione più stretta e produttiva con i fornitori.
L’utile di 400.000 euro del 2023, che si aggiunge al milione di euro distribuito ai Soci , sarà pertanto reinvestito per consolidare il nostro patrimonio.
L’obiettivo è di costruire una base più solida e competitiva, in grado di fronteggiare le incertezze del mercato con maggiore sicurezza e stabilità.
Per il 2024 Gestor ha preso una direzione chiara, in vista di una crescita sostenibile e intelligente, fondata su un rinnovato impegno nei confronti dei Soci e una progettazione strategica orientata all’innovazione. Su questi pilastri, pensiamo di poter costruire un futuro in cui la nostra cooperativa non solo risponda alle sfide attuali, ma che riesca anche ad anticipare quelle future, consolidando un modello di business resiliente. Gli anni della pandemia ci hanno mostrato, al riguardo, l’importanza di poggiare su fondamenta solide.
La nostra strategia si concentrerà sempre più nella valorizzazione dei nostri Soci , confermando politiche di ristorni immediati . Continueremo inoltre a promuovere iniziative come gli “AperiGestor” , che hanno dimostrato di essere efficaci nel rafforzare il legame con i Soci, comprendendo meglio le loro esigenze attraverso un dialogo costruttivo e continuo. Per noi è un ottimo strumento per incontrare personalmente i Soci e capire le loro esigenze, conoscere i problemi del settore e creare sinergie al passo con i tempi.
GIANNI PANGRAZZI Direttore
EDITORIALE
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Assemblea dei Soci Gestor.
Il saluto del Presidente Moresco
Lo scorso 23 aprile, nella sala conferenze del Mart di Rovereto, si è tenuta
l’Assemblea Ordinaria dei Soci Gestor. Qui di seguito il saluto che il Presidente Danilo Moresco ha rivolto ai Soci all’apertura dei lavori.
Cari Colleghi, Guardando indietro a questi ultimi anni, possiamo essere davvero fieri dei successi che abbiamo raggiunto come gruppo. Nonostante le sfide senza precedenti che abbiamo dovuto affrontare, siamo riusciti a consolidare e a far crescere la nostra società cooperativa in termini che nemmeno io, che sono un inguaribile ottimista, mi sarei immaginato.
Uno dei risultati più significativi è l’aumento dei nostri Soci . Siamo passati da poco meno di 400 a oltre 510 strutture gestite, nell’arco di pochi anni. Una crescita enorme se si considerano anche i lunghi periodi di stop forzato tra il 2020 e il 2021. Il fatto che sempre più colleghi scelgano di unirsi a Gestor è una testimonianza della fiducia e della solidità che il nostro Gruppo ispira . Ogni nuovo socio non è solo un numero aggiunto
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al nostro elenco, ma un alleato prezioso che arricchisce il nostro patrimonio di conoscenze, di competenze e di prospettive.
I dati del nostro Bilancio provano che, insieme ai Soci, anche i fatturati sono esponenzialmente aumentati in questi ultimi anni . Questa crescita è il risultato di una serie di fattori interconness i: l’entrata di nuovi Soci e l’inflazione hanno chiaramente contribuito ad aumentare il fatturato. Tuttavia, il lavoro dei consulenti sul territorio, l’ottimizzazione dei listini e dei prezzi riservati a noi Soci, i premi basati sui fatturati e l’implementazione di nuovi servizi, tra cui il sistema di lettura dei dati statistici che da qualche anno è a nostra disposizione, hanno giocato un ruolo significativo nel favorire la fidelizzazione dei Soci storici e nel facilitare le molte adesioni di nuove realtà. È stata questa la combinazione di fattori vincente, mai casuale, a contribuire all’aumento complessivo dei fatturati L’evoluzione positiva del nostro Gruppo non è avvenuta per caso, ma è il frutto di scelte oculate e di strategie ben definite . Con il Direttore Pangrazzi si è investito nella diversificazione delle attività, nell’innovazione dei processi e nell’espansione dei servizi ai Soci. Gestor ha dimostrato una grande capacità di adattamento alle mutevoli condizioni del mondo esterno, mantenendo sempre saldo l’impegno verso i valori fondamentali della cooperazione . Sulla base di questi principi e grazie agli ottimi risultati ottenuti, l’ obiettivo degli Amministratori è sempre stato chiaro e duplice: consolidare la Società , che ormai ha raggiunto dimensioni tali da richiedere una struttura, operativa e finanziaria, adeguata e favorire le attività dei Soci mettendo a loro disposizione formule di retrocessioni immediate e consistenti . In linea con questo obiettivo sono nate quindi iniziative importanti quali la retrocessione parziale delle spese amministrative , che quest’anno è valsa oltre 170mila euro e si stima varrà oltre 210mila il prossimo anno, le premialità per coloro che partecipano attivamente alle iniziative promosse in collaborazione con i fornitori e l’opportunità di optare per la cosiddetta formula del “pagamento a breve termine” , introdotta quest’anno e che prevediamo farà risparmiare oltre 80mila euro ai Soci che l’hanno scelta, grazie ad uno sconto immediato sul totale della fattura.
La strada che abbiamo intrapreso punta al benessere di noi Soci e del nostro Gruppo d’Acquisto e
credo che uno dei segnali più evidenti sia quello rappresentato dai Premi Fine Anno : l’evoluzione è massiccia, siamo passati dai 150 mila euro del 2020, ai 270 mila del 2021, dai 600 mila del 2022 fino agli oltre 870 mila del 2023 .
La scorsa Assemblea riferiva di un anno incredibile, il 2022. Quest’anno ci troviamo qui a relazionare di un 2023 che ha spazzato via ogni record precedente e che ha raggiunto e superato tutti i budget: un utile netto di 400.000 euro, un fatturato annuo superiore ai 64 milioni di euro e ristorni complessivi diretti ai soci che hanno superato il milione di euro . Possiamo dirci orgogliosi; dobbiamo dirci orgogliosi.
Oggi io credo che i Soci Gestor possano puntare al futuro con fiducia e con determinazione. Sappiamo bene che le prove possono essere molte, ma forti dell’esperienza passata ed equipaggiati con i nuovi strumenti dell’oggi siamo pronti a ideare soluzioni innovative per le sfide che ci aspettano e a prendere decisioni consapevoli per il bene del nostro futuro. Detto ciò, ringrazio ciascuno di voi, per il vostro contributo e per il vostro impegno e vi invito a farvi promotori del nostro Gruppo, raccontandolo ai colleghi che ancora non lo conoscono , coinvolgendoli nelle iniziative che Gestor promuove e mette a disposizione, per continuare a condividere il principio che insieme si è più forti
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Il
Trentino, luogo ideale per una vacanza attiva
Sempre più diffusa la richiesta del turismo sportivo
Sia nella stagione invernale che in quella estiva chi ama lo sport può trovare in Trentino una grande varietà di offerte grazie alla sua configurazione territoriale, che presenta una vera e propria palestra naturale per tutte le discipline. Se nella stagione fredda gli sport invernali la fanno da padroni - con oltre 800 chilometri di piste di discesa e 227 moderni impianti di risalita, assieme a zone dedicate per praticare anche lo sci da fondo, i centri di pattinaggio, lo slittino e lo snowboard
- non da meno è l’offerta nella stagione estiva o nelle mezze stagioni. Qui l’offerta è vastissima: si va dalla bicicletta al rafting, dall’equitazione al golf, dalle arrampicate alle passeggiate nei boschi, dal tennis al nuoto, dai centri di salute al windsurf e alla vela. Così, un po’ per moda, un po’ per la necessità di recuperare energie e il benessere fisico, si sta sempre più affermando una nuova forma di turismo, che gli esperti del settore chiamano la vacanza attiva. Un fenomeno sociale che ha trovato pronto riscontro
FOCUS
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sia nell’ offerta alberghiera, sia nei servizi messi a disposizione dal pubblico e dal privato.
Da anni la Provincia autonoma di Trento, anche attraverso contributi a Comuni, Aziende per il turismo, associazioni Pro loco e Consorzi, ha intrapreso la strada della valorizzazione ludico-turistica del territorio provinciale, favorendo l’organizzazione di iniziative e manifestazioni, ma anche impianti e strutture sportive. L’offerta turistico-alberghiera, al contempo, si è adeguata, mettendo a disposizione strutture specifiche (quali piscine, palestre o i sempre più diffusi centri benessere), mezzi appositi (biciclette e spesso anche sci o ciaspole), oppure stringendo convenzioni con associazioni sportive o esperti di ambito.
La vacanza attiva d’inverno
La vacanza attiva più conosciuta ed esercitata è sicuramente quella dello sci e per la quale l’offerta ricettiva ha raggiunto livelli di eccellenza. Il Trentino in questo settore è considerato il capofila delle regioni italiane, con un’offerta, sia alberghiera che di servizi, all’avanguardia. Ogni inverno milioni di appassionati raggiungono il territorio provinciale da ogni angolo del Mondo, per cimentarsi su oltre ottocento chilometri di piste innevate.
Tra le più conosciute e gettonate ci sono le piste di Pejo 3000 in Val di Sole, l’Alpe Cimbra, l’altopiano della Paganella e Madonna di Campiglio sulle Dolomiti di Brenta, assieme alle piste dolomitiche nel Trentino orientale: Val di Fassa, Val di Fiemme, o San Martino di Castrozza e Passo Rolle, ai piedi delle Pale di San Martino.
Poi ci sono le piste del Monte Bondone, a due passi da Trento, le piste della Valsugana, ideali per muovere i primi passi sulla neve, e quelle del monte Baldo, con la vista che si apre sul Garda e le Dolomiti di Brenta. La maggior parte delle “skiaree” trentine sono riuni-
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FOCUS
te in due comprensori: il Dolomiti Superski, uno dei caroselli sciistici più grandi del mondo, e lo Skirama Dolomiti Adamello-Brenta.
Accanto ai tracciati da sci alpino o snowboard, si contano innumerevoli centri per esercitare lo slittino o lo sci nordico, una disciplina - quest’ultima - di grande fascino, a diretto contatto con la natura.
I centri sciistici in genere offrono servizi di noleggio, e vi è la possibilità di migliorare la propria tecnica con numerose scuole e insegnanti preparati.
Altra offerta turistica che sta avendo una larga diffusione è quella della camminata sulla neve con le ciaspole. Andare a ciaspolare è un modo unico per godere il silenzio e la quiete delle bianche distese di neve ed è un’attività che non richiede particolare preparazione, né prestanza fisica, adatta ad adulti e bambini, perfetta per le famiglie.
Meno conosciuti, ma non per questo poco diffusi e frequentati sono anche i centri di pattinaggio su ghiaccio, sia al chiuso che all’aperto.
La vacanza attiva d’estate
Una delle attività più diffuse e apprezzate durante l’estate, in particolare modo dai turisti, ma anche dai trentini, è quella in bicicletta. Si va dalle passeggiate tranquille adatte per tutti, lungo i 400 chilometri di piste ciclabili, fino alle discipline più estreme, come
il downhill. In genere, sono particolarmente diffuse le escursioni in mountain-bike, per cui esistono percorsi specifici di varie difficoltà, nei quali è possibile immergersi nei più bei paesaggi naturali, lontani dal traffico e dai pericoli.
Da qualche anno, poi, si è andata diffondendo la pratica dell’E-Bike, accessibile a tutti. Grazie alla bicicletta
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elettrica, è infatti più facile affrontare i dislivelli ripidi che caratterizzano il territorio alpino, arrampicandosi con il minimo sforzo fino ai passi più alti. Per andare incontro a una richiesta di mercato in rapida ascesa, molti alberghi garantiscono servizi dedicati, come la fornitura delle costose biciclette elettriche o le indispensabili stazioni di ricarica. Anche il pubblico ha investito molto nel settore, incentivando sempre di più la mobilità elettrica nei centri urbani più popolosi.
Per quanto riguarda il downhill, invece, vi sono otto parchi dedicati, con percorsi ripidissimi ed impervi, serviti da impianti di risalita che aiutano a raggiungere la quota giusta per lanciarsi in discese spettacolari. Nei “bike park” trovano spazio “trails” di diverse difficoltà, per principianti ed esperti, assieme a servizi come il BiciBus, gli shuttle, i punti di noleggio e di ristoro, per una pausa tra una discesa e l’altra. Tra le attività estive, non possono non trovare spazio, poi, le escursioni sulle vette, sia in quota, sia a mezza montagna. Anche in questo caso, l’offerta turistica è molto valida, anche in relazione allo straordinario territorio alpino. Si va dalle più semplici passeggiate per le famiglie, al trekking più impegnativo, per arrivare alle più difficili arrampicate. I percorsi e le possibilità in Trentino sono centinaia, al pari di quelle per i rocciatori più intrepidi, che possono cimentarsi in difficili vie attrezzate, percorsi che si snodano in ambiente roccioso e ferrate, per vivere la montagna ad un passo dal cielo.
Anche le passeggiate e i sentieri panoramici sono innumerevoli, e anziani e bambini possono godere dell’aria pura dei boschi ed immergersi nella natura a un passo da strutture di accoglienza o centri abitati. In questo senso, particolarmente apprezzati risultano
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le escursioni nei parchi naturali, promosse ed organizzate dai centri di accoglienza, e i sentieri tematici, come quelli riferiti alla storia della zona, alla natura, alla tradizione e - sempre più spesso - alla gastronomia.
Per gli amanti del golf, il Trentino ospita inoltre dieci prati verdi: cinque campi per professionisti e altrettanti per la pratica; mentre chi vuole dedicarsi all’equitazione trova maneggi con istruttori e corsi di equitazione.
Grazie ai suoi quasi trecento laghi e ai suoi oltre 2000 chilometri di corsi d’acqua, il Trentino è infine il luogo ideale per gli sport acquatici, e non mancano i centri specializzati in ogni disciplina (vela, windsurf, rafting, canyoning, nuoto e tuffi).
La vacanza attiva tutto l’anno
In ogni caso, il territorio trentino assicura la più varia e completa offerta in tutte le stagioni dell’anno. Innumerevoli sono infatti gli impianti sportivi presenti in tutte le zone della provincia, in cui trovare moderne ed attrezzate piscine, palestre, campi da tennis e di calcio. Non a caso, molte società sportive nazionali scelgono il Trentino come meta per i loro ritiri. Di fronte a questa grande potenzialità, gli alberghi e
tutte le strutture dell’ospitalità hanno messo in campo iniziative e servizi mirati, a disposizione del cliente per permettere di vivere una vacanza attiva e a contatto con la natura a 360 gradi. Proprio al riguardo, non va dimenticato un altro settore che, seppur non strettamente legato alla pratica sportiva, ha per scopo il benessere e la rigenerazione del corpo. Parliamo dei centri benessere, ormai diffusi quasi ovunque. Non si tratta solo di una pratica estetica o rilassante, ma di vere e proprie esperienze di “wellness”, per prendersi cura di sé.
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Turismo in Trentino, numeri da record nelle anticipazioni della stagione invernale
In continua crescita l’interesse dei visitatori per il nostro territorio
LLa stagione invernale appena trascorsa ha portato con sé numeri e performance eccezionali per il turismo in Trentino, segnando un trend positivo che fa ben sperare per il futuro del settore nella regione. Sebbene sia ancora prematuro fornire un’analisi completa, visto che i risultati delle analisi effettuate dagli enti statistici provinciali non sono ancora disponibili, i dati parziali rilasciati da alcuni comprensori sciistici ed enti di turismo locali, assieme a qualche
anticipazione di Trentino marketing, tracciano un quadro decisamente promettente.
Lo scorso gennaio, il presidente di Trentino marketing, Maurizio Rossini, intervistato dalla stampa locale, parlava di un aumento del 3% nelle presenze nella prima parte di stagione. Un dato considerevole, se si pensa che il 2023 è stato l’anno record per quanto riguarda il fatturato del settore turistico. Anche per quanto riguarda le prenotazioni primaverili, Rossini ha parlato di un’ascesa
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nelle prenotazioni compresa tra il 17 e il 18% rispetto all’anno precedente. L’anticipazione nel cosiddetto “early booking” della bella stagione è stata basata su un campione di circa 500 alberghi, a conferma di una tendenza ormai pienamente affermata della ricerca delle migliori offerte da parte degli ospiti. In altri casi, si tratta di persone che non vogliono perdere la possibilità di trascorre la vacanza nell’hotel preferito. In ogni caso, è evidente il trend di crescita di un turismo attento alle opportunità del nostro territorio. Il dinamismo del mercato turistico trentino, poi, è dimostrato dal prezzo medio di vendita in crescita.
I primi dati territoriali diffusi, invece, riflettono una realtà alquanto favorevole, in particolare per le prenotazioni avvenute in località sempre più gettonate, ad iniziare da Madonna di Campiglio. Le festività natalizie e d’inizio anno, caratterizzate da ottime affluenze e favorite dalle abbondanti nevicate della stagione (concentrate soprattutto nei primi mesi del 2024), hanno confermato l’attrattiva di diverse destinazioni trentine. In val Rendena, ad esempio, i primi dati statistici riferiti ai passaggi sugli impianti di risalita e agli incassi hanno segnato rispettivamente un incremento del dieci e del 25% rispetto allo stesso periodo del 2023. In questo caso, hanno giocato un ruolo decisivo le aperture anticipate e la gestione dell’afflusso in pista, con una distribuzione attenta degli sciatori sugli impianti. Anche la valle di Sole e altre località come l’altipiano della Paganella, il Monte Bondone e l’Alpe Cimbra hanno registrato numeri significativi, con un
aumento del prezzo medio di vendita delle camere e un buon tasso di occupazione, con una crescita nell’incasso e nei passaggi sugli impianti di risalita. I risultati positivi della stagione non sono limitati ai soli comprensori sciistici, ma si estendono anche ai centri urbani interessati dai tradizionali Mercatini di Natale e ai centri culturali, con presenze che confermano l’interesse dei visitatori nei confronti di tutte le numerose attrattive del Trentino. Di fatto, il territorio provinciale continua a essere una destinazione di riferimento per gli appassionati di montagna e non solo.
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“Complessivamente stiamo vedendo dei dati positivi, anche se è ancora presto per fare un’analisi puntuale. Rispetto allo scorso anno potrebbero aver pesato i numerosi weekend di brutto tempo, soprattutto a fine inverno, ma gli incassi potrebbero essere superiori alle attese. Il segnale positivo che sicuramente registriamo è quello di un comparto turistico che è andato bene a 360 gradi su tutto il territorio trentino, e non solo nelle località tradizionalmente maggiormente richieste”, ha detto a GestorNews l’assessore al turismo della Provincia di Trento, Roberto Failoni.
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Boom del turismo in Trentino: risultati record nel 2023
Significativa la crescita rispetto agli anni pre-pandemia
Il settore turistico in Trentino ha registrato una crescita straordinaria nel 2023, superando i livelli sia dell’anno precedente sia del periodo pre-pandemia del 2019. Secondo il rapporto “Il movimento turistico in Trentino. Anno 2023”, pubblicato dall’Istituto di statistica della Provincia di Trento (Ispat), gli arrivi sono infatti aumentati dell’8,4%, mentre le presenze hanno segnato un incremento del 7,7%.
Il 2023, in particolare, si è distinto come un anno di prosperità per il turismo nel -
la regione, con più di 19 milioni di pernottamenti registrati, il 70% dei quali in strutture alberghiere. Gli italiani rimangono i turisti predominanti, costituendo il 57,6% delle presenze, con un incremento del 2,4% rispetto al 2022. Anche il turismo internazionale ha mostrato segnali di forte recupero, con un aumento del 15,9% nei pernottamenti rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda l’ambito territoriale, diverse località hanno registrato un buon successo. La Val di Sole è in vetta alla classifica, con un aumento del
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14,7% nelle presenze turistiche, seguita dalla città di Trento, dal Monte Bondone e dall’Altopiano di Piné (+12,9%). Le più gettonate rimangono comunque San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi, con un indice di crescita dell’11,5%. Anche la Val di Fassa e Rovereto, Vallagarina e il Monte Baldo hanno registrato un aumento significativo, del 10,4%.
Nonostante un lieve calo nel periodo estivo - con giugno che ha visto una diminuzione del 2,7% e luglio dello 0,9% - agosto ha mantenuto il suo ruolo come mese di punta per la bella stagione, nonostante un calo del 3,8% nelle presenze. Tuttavia, la ripresa si è concretizzata con un aumento del 3% a settembre e i risultati decisamente positivi dei mesi finali dell’anno.
Il tasso di occupazione dei posti letto ha raggiunto il 60,3%, con un picco del 72,5% negli alberghi a quattro stelle. La durata media del soggiorno è stata di 3,8 notti, evidenziando la propensione dei visitatori a prolungare il loro tempo nella regione. I risultati confermano il Trentino come una destinazione di primo piano nel panorama turistico europeo, segnalando non solo una ripresa post-pandemia, ma anche una crescita sostenuta e promettente per il futuro del settore.
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UN GRANDE BENVENUTO
alle strutture che negli ultimi mesi hanno aderito a !
Ristorante Pejo Stube
Ristorante Taproom
Ristorante Home Stube
Ristorante Bar Chalet Lago dei Caprioli
Peio (TN)
Riva del Garda (TN)
Madonna di Campiglio (TN)
Pellizzano (TN)
Hotel Cavalletto Moena (TN)
Ristorante Il Doge
Ristorante Bellevue
Saint Hubertus Resort
Rovereto (TN)
Pré-Saint-Didier (AO)
Valtournenche (AO)
Hotel Napoleon Montjovet (AO)
Hotel Pareda Canazei (TN)
Hotel Savoy Palace
Riva del Garda (TN)
Hotel Continental Nago - Torbole (TN)
Hotel Zerbion e Maison De Leon Dipendenza Torgnon (AO)
Hotel Orso Grigio
Cavalese (TN)
Hotel Astoria Garda (VR)
Hotel Casa Barca
Hotel Brenzone
Malcesine (VR)
Brenzone (VR)
Hotel Bisesti Garda (VR)
Rifugio Lusia
Rifugio Baita Cuz
Bar & Ristorante The Sora 50.12
Albergo Gianna
Predazzo (TN)
San Giovanni di Fassa- Sen Jan (TN)
Canazei (TN)
Madonna di Campiglio (TN)
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INTERVISTA
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Scopriamo un gioiello:
il Lake Front Hotel & Living Suite di Malcesine
Un albergo nato da una storica villa sul lago di Garda, in un viaggio tra passato e presente
Nell’idilliaco contesto del lago di Garda, un albergo vanta una storia affascinante, che affonda le radici nel periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale. Si tratta del Castello Lake Front Hotel & Living Suite di Malcesine, una struttura nata negli anni Cinquanta da una villa privata, che da semplice alloggio per i primi turisti della zona, si è evoluta nel corso degli anni trasformandosi in un punto di riferimento per chi cerca un soggiorno indimenticabi-
le, all’insegna della bellezza e dell’accoglienza. Ecco come il proprietario, Marco Treccani, descrive il viaggio dell’albergo dalla sua nascita ai giorni nostri, in un’intervista che svela i segreti del suo successo, ad iniziare dall’adesione alla cooperativa Gestor.
Iniziamo dal principio: come nasce la struttura?
La struttura esisteva già, accogliendo i primi turisti sul lago di Garda dopo la
INTERVISTA
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Seconda guerra mondiale. Era una villa privata che, a partire dagli anni Cinquanta, quando è iniziato ad arrivare qualche turista sul lago, affittava le camere. Nel tempo è passata di proprietà, fino all’acquisto di mio padre negli anni Ottanta. A quel tempo era già diventato un albergo, con una ventina di camere. Con l’acquisizione e una gestione oculata, portata avanti a livello familiare, abbiamo poi ampliato l’albergo.
Quali sono i punti di forza dell’albergo?
Il nostro hotel si distingue per la sua posizione unica, direttamente sul lago, una caratteristica molto apprezzata dai nostri ospiti. Pur essendo nel cuore di una zona urbana, abbiamo mantenuto un contesto accogliente e familiare, senza servizi superflui, dato che ci troviamo ad un passo dal centro storico, sotto lo storico castello, siamo affacciati direttamente sulle
acque cristalline del lago. La nostra forza - va detto - è la posizione: siamo fortunati ad avere l’albergo in un contesto urbanizzato ma ancora intimo, con una storia che rispecchia la bellezza della zona e si armonizza nel panorama circostante.
Quali cambiamenti avete notato nella clientela negli anni?
I nostri clienti sono principalmente europei, con una prevalenza di tedeschi, pari all’80% del totale. Il restante 20% si divide tra inglesi e italiani. Nel tempo quello che è cambiato maggiormente è la fedeltà della clientela: non vediamo più molti ospiti che tornano invariabilmente per decenni, come invece succedeva una volta. La durata media dei soggiorni si è ridotta, attestandosi a quattro giorni e adattandosi alle nuove esigenze di vacanze più brevi e variegate.
INTERVISTA
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L’hotel è associato a Gestor. Qual è l’importanza di fare parte di una cooperativa di acquisto?
L’adesione a Gestor è stata per noi fondamentale per ottimizzare la gestione delle forniture e migliorare la nostra offerta culinaria. Questa collaborazione ci ha permesso di mantenere alta la qualità del servizio, garantendo al contempo la sostenibilità operativa e finanziaria dell’albergo. Per noi Gestor ha una triplice importanza: anzitutto ci permette di effettuare una gestione accorta delle derrate alimentari. Abbiamo anche un ristorante e questo permette di avere dei canali di approvvigionamento sicuri e affidabili, con prodotti di altissima qualità nei tempi e nelle modalità che scegliamo noi. In secondo luogo, è una certezza: con Gestor ci sentiamo più tranquilli e sappiamo di poterci fidare. Infine, ma non ultimo, c’è un’area statistica di altissimo livello, dove tenere sott’occhio entrate e uscite in ogni momento.
Non solo la consiglio vivamente, ma la caldeggio attivamente da tempo sia tra gli albergatori, sia tra i fornitori. Una cooperativa come Gestor vive grazie ad un’intesa tra le parti, vantaggiosa per entrambe. Per questo dico sempre ai fornitori di entrare nella rete di Gestor.
INTERVISTA
Consiglierebbe la cooperativa ad altri albergatori?
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La rinascita di un classico trentino: il ristorante ‘Ai Piani’
Da gennaio riaperto con una nuova gestione e un menù tipico tutto da scoprire
n un panorama gastronomico in continua evoluzione, alcuni ristoranti riescono a distinguersi non solo per la qualità delle proposte culinarie, ma anche per la storia che li caratterizza e la passione che si cela alle loro spalle. Questo è il caso del ristorante “Ai Piani”, situato in una delle zone più verdi della provincia, che ha recentemente visto una rinascita sotto la nuova gestione di Danilo Moresco, presidente di Gestor e titolare del noto e apprezzato ristorante “Da Pino”. È lo stesso Moresco
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+39 0461 1471060 +39 379 1236974 info@dolcepanem.com La qualità che ti fa sentire a casa
a raccontarci come la tradizione e l’innovazione si incontrino in questo nuovo progetto per creare un’esperienza unica sul nostro territorio, all’insegna del prodotto a chilometro zero.
Presidente, come le è venuta l’idea di aprire un nuovo ristorante?
La storia del ristorante “Ai Piani” inizia circa quarant’anni fa, con una pizzeria molto apprezzata dalla comunità locale. Nonostante i cambiamenti di gestione e le difficoltà incontrate nel corso degli ultimi anni, abbiamo deciso di rilevare e rinnovare completamente il locale, mantenendo - di fatto - soltanto le mura esterne. Oggi, il ristorante si distingue per il suo impegno nel promuovere la cucina trentina, presentando un menù esclusivamente composto da piatti tipici del nostro territorio
Nel caso del ristorante “Ai Piani”, la scelta di utilizzare esclusivamente prodotti trentini nel menù è il risultato di un impegno a lungo termine verso la valorizzazione della cultura e delle tradizioni enogastronomiche locali. Ovviamente abbiamo dovuto rinunciare ai gamberi della Sicilia, al Sassicaia o alla bistecca di chianina, ma possiamo offrire una vasta selezione di vini, spumanti e grappe trentine, insieme ai migliori oli del Garda trentino e a molti prodotti stagionali locali.
In questa decisione, la cooperativa Gestor è stata utile?
Gestor decisamente ha aiutato. Anche se si potesse lavorare solo con i produttori locali, la cooperativa sarebbe in ogni caso la scelta vincete. Tuttavia, nella realtà, non si può dimenticare i grandi produttori nazionali, in particolare nelle materie prime per l’ambito alimentare. E in questo Gestor è determinante, garantendo i migliori prezzi con tutte le merci di cui un ristoratore ha bisogno, con le garanzie che può assicurare solo un gruppo solido come il nostro. Nel caso specifico, Gestor ha svolto un ruolo fondamentale nel fornire non solo un supporto logistico e commerciale, ma anche una guida nella valorizzazione dei prodotti e fornitori locali. Grazie alla cooperativa, abbiamo bilanciato la tradizione trentina con le esigenze di un mercato moderno.
Tornando al ristorante, anche nell’arredo si è scelto di valorizzare la cultura locale?
Sì, decisamente. La decisione di concentrarsi sulla cucina trentina nasce dalla volontà di valorizzare i prodotti e i produttori locali, nonostante ciò comporti l’esclusione di piatti molto diffusi e amati come quelli di mare. Io, tuttavia, ho creduto fermamente in questa decisione, e ritengo che vi sia un grande potenziale in un menù completamente trentino, per attrarre, sia la clientela locale, sia i turisti.
La dedizione alla cucina trentina - va detto - non è casuale, ma si radica nella profonda conoscenza e nell’apprezzamento del territorio e delle sue risorse. Sono stato tra i fondatori del progetto per il marchio “Osteria tipica trentina”, che prevede la salvaguardia di alcuni piatti tipici locali nei menù dei nostri pubblici esercizi.
Certamente, con un occhio di riguardo anche all’innovazione. Nel restyling si è deciso di bilanciare modernità e tradizione, attraverso un arredamento che unisce legni attuali a sedute moderne, pavimentazioni di qualità e tessuti raffinati. Un’importante novità è rappresentata dalla veranda, completamente apribile e ideale per godere della frescura estiva offerta dal castagneto circostante. Sebbene sia ancora presto per trarre conclusioni definitive - il ristorante ha aperto solo lo scorso gennaio - i segnali sono estremamente positivi. L’accoglienza calorosa dei clienti e l’apprezzamento per le scelte culinarie e di design confermano come “Ai Piani” sia sulla strada giusta per diventare un punto di riferimento in Trentino.
INTERVISTA
Si è trattato di una scommessa non semplice.
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La filiera del freddo, tecnologia e innovazione al servizio della qualità
L’esempio virtuoso di Orogel, dal campo alla tavola con un occhio di riguardo all’ambiente
LNella foto, Alessandro Gollinucci
– Trade Marketing Division Food Service di Orogel
a filiera del freddo rappresenta un insieme di processi e tecnologie essenziali per la conservazione, il trasporto e la distribuzione di prodotti alimentari, farmaceutici e altre merci sensibili alla temperatura. Il sistema svolge un ruolo cruciale in vari settori, assicurando non solo la salubrità dei prodotti ma anche promuovendo pratiche sostenibili. Basata sul principio del mantenimento di una temperatura controllata durante tutto il percorso distributivo, la filiera del freddo utilizza
INTERVISTA
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tecnologie avanzate e soluzioni logistiche d’avanguardia per monitorare e regolare costantemente le condizioni termiche dei prodotti e dell’ambiente in cui si trovano, garantendo così integrità, sicurezza e qualità dal produttore al consumatore.
Nel contesto italiano, Orogel emerge come un pilastro della filiera del freddo nel settore alimentare. Per approfondire un tema poco conosciuto, nonostante i surgelati si trovino in ogni casa, abbiamo intervistato Alessandro Gollinucci, responsabile del trade marketing di Orogel, ottenendo dettagli sui meccanismi e le strategie adottate.
Come funziona la filiera del freddo in Orogel?
Orogel è una filiera virtuosa di produzione di prodotti alimentari freschi, che conta 1.600 soci che coltivano sul campo e conferiscono alle sedi territoriali per la trasformazione. L’attenzione al prodotto inizia sul campo, e ogni agricoltore è seguito da un nostro agronomo per l’applicazione del nostro stringente disciplinare, volto a sostenere una agricoltura sostenibile e a residuo zero. Noi, ad esempio, applichiamo dei limiti per l’impiego di fitosanitari inferiori del 70% rispetto ai minimi previsti a livello ministeriale, e facciamo in modo che ogni agricoltore assicuri un uso responsabile delle risorse idriche, evitando ogni forma di spreco.
Quali sono i passaggi che segue un prodotto fresco in Orogel?
La nostra politica aziendale prevede che il prodotto vada raccolto e
quattro ore, per evitare il decadimento delle proprietà nutritive e organolettiche. Pertanto, i nostri associati aspettano il nostro via libera per la raccolta, per poi conferire nei centri di ritiro dislocati in tutta Italia. La lavorazione avviene invece negli stabilimenti di Cesena, Ficarolo (Veneto) e Policoro (Basilicata). Il processo di surgelamento avviene in modo rapido, portando il prodotto dalla temperatura ambiente a circa -20 gradi centigradi in un’ora. Questo processo permette di evitare che si creino cristalli di ghiaccio, che potrebbero rompere le membrane cellulari e danneggiare la qualità del prodotto. Ogni nostro utile viene poi rinvestito in ricerca e sviluppo e nell’analisi di laboratorio, per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari.
Attraverso un’attenta gestione della filiera del freddo, Orogel garantisce un’agricoltura sostenibile, l’impiego di tecnologie avanzate e qualità e sicurezza dei prodotti.
L’adesione a Gestor permette a Orogel di stabilire un contatto diretto con i ristoratori, offrendo non solo prodotti di qualità ma anche supporto in ambiti diversi, come quello culinario. Questa collaborazione enfatizza l’importanza del rapporto con i distributori e arricchisce l’esperienza del cliente finale.
INTERVISTA
lavorato nell’arco di due o, al massimo,
Quali benefici derivano dall’associazione di Orogel con Gestor?
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Il trionfo del gusto: Il Puzzone di Moena
conquista l’Italia
Una storia di eccellenza dall’Agritur El Mas
Il Puzzone di Moena prodotto con maestria dall’Agritur El Mas, posizionato sopra l’abitato di Moena, in val di Fassa, ha recentemente ottenuto un riconoscimento di eccezionale importanza nel panorama gastronomico italiano, conquistando il titolo di miglior formaggio a pasta molle d’Italia all’Italian Cheese Awards 2023. Il prestigioso premio, conferito durante una cerimonia tenutasi alla Mole Vanvitelliana di Ancona, ha sancito il successo di un prodotto che è espressione autentica del territorio trentino e del suo inesti-
mabile patrimonio agroalimentare. Il cammino verso la vittoria è stato intrapreso dalla tenacia di Stefano Croce, chef e figlio del titolare dell’Agritur El Mas, e dal casaro dell’azienda, che hanno dato vita a una produzione non solo di altissima qualità, ma anche decisamente distintiva. «È un percorso che nasce negli ultimi cinque anni - spiega lo stesso Stefano - grazie all’esperienza del nostro casaro e alla volontà di cimentarci in una nuova sfida, interpretando le tradizioni gastronomiche della nostra valle».
Il Puzzone di Moena, noto anche come
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“Spretz Tzaorì” in lingua ladina, è un formaggio di Denominazione di origine protetta (Dop) che incarna l’eccellenza del settore agroalimentare italiano, specificatamente del Trentino. La sua produzione, circoscritta alla val di Fassa e ad alcune zone adiacenti, segue criteri rigorosi che garantiscono qualità e autenticità. Il latte proviene esclusivamente da mucche allevate nelle aree designate, contribuendo in modo decisivo alle caratteristiche organolettiche uniche per cui il formaggio è celebre».
«Nel nostro caso - continua Stefano - utilizziamo solamente il latte delle nostre mucche, di razza Grigio alpina, con una produzione limitata. Di fatto, riusciamo a produrre solamente sei forme al giorno, un numero che ci permette di assicurare una particolare attenzione al processo di lavorazione del formaggio». L’elaborazione del Puzzone di Moena si distingue per la lavorazione del latte entro poche ore dalla mungitura, la coagulazione, la cottura della cagliata e la successiva fase di salatura, sia a secco sia in salamoia. La stagionatura, effettuata in locali con condizioni ambientali controllate, permette al formaggio di sviluppare l’aroma intenso - da cui prende il peculiare ed eloquente nome - che ne fanno un prodotto unico nel suo genere. Dal punto di vista gastronomico, il Puzzone si contraddistingue per un sapore intenso e leggermente piccante, arricchito da note erbacee che riflettono l’ambiente alpino.
«La decisione di partecipare allʼItalian Cheese Awards - afferma lo chef - è stata presa dopo aver visto in un caseificio dell’Alto Adige alcuni premi del concorso. Abbiamo così provato ad aderire anche noi, inizial-
mente nel 2020-21, quando siamo arrivati in finale ma non abbiamo vinto, e poi nel 2023, con il primo premio per il Puzzone».
Il trionfo nella categoria dei formaggi a pasta molle ha messo in evidenza la passione che anima i titolari dell’Agritur el Mas, soci della cooperativa Gestor. «Per noi Gestor è una sicurezza - non esita a dire Stefano - e ci permette di dedicarci con maggiore tranquillità al nostro lavoro, sicuri di avere un sostegno insostituibile sul fronte degli acquisti. Ma non è solo questo: dal nostro punto di vista, essere soci è un valore aggiunto, un punto di forza per il settore».
L’impegno costante nella ricerca della perfezione dell’agriturismo continua, tanto che, già lo scorso anno, un altro formaggio si è distinto nella categoria erborinati. «Assieme al Puzzone abbiamo presentato anche il Blu di Moena, che è arrivato in semifinale. Un buon risultato, che ci stimola a continuare il lavoro di perfezionamento», conclude lo chef.
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Gruppo GBSAPRI Per la corretta gestione dei rischi Con soluzioni assicurative uniche nicola.giuliani@gbsapri.it +39 3473337415 www.gbsapri.it anni di Risk Management 70
Come proteggersi contro i rischi catastrofali
NICOLA GIULIANI
Amministratore GBSAPRI
Cari Lettori, Avete probabilmente già potuto leggere l’informativa relativa a quanto previsto dalla Legge di Bilancio in ambito assicurativo. In particolare, il tema riguarda l’introduzione dell’obbligo di assicurare le attività produttive contro i rischi catastrofali quali alluvioni, inondazioni, terremoti etc. Salvo slittamenti, il Governo - tramite un decreto - detterà i limiti di indennizzo e i termini più precisi in materia di garanzie a supporto delle Compagnie Assicurative. Nella sostanza, l’intento è di fornire alle Compagnie assicurative una protezione finanziaria che interverrà in caso di evento catastrofale con l’auspicato effetto, da un lato, del minore costo a carico degli assicurati, e dall’altro di incentivare le Compagnie nell’opera – immensa - di ammodernamento dell’impianto assicurativo privato nazionale.
Quando l’obbligo assicurativo sarà effettivo, le Compagnie avranno predisposto accordi, piattaforme e software che ci permetteranno di adempiere risparmiando qualche euro.
Nell’immediato si è invece già verifica -
ta una sensibilizzazione delle Imprese, che hanno deciso di adeguare il proprio impianto assicurativo sin da subito, avvicinandosi in tale modo alle Imprese di molti Paesi Europei. Chi ha scoperto di non essere assicurato adeguatamente, ha deciso di investire un costo assicurativo per garantirsi stabilità, affidabilità e continuità aziendale. Nella sostanza, si acquista la certezza di ottenere in tempi ragionevoli i costi per ripristinare la struttura e l’indennizzo del mancato introito netto nel periodo in cui l’azienda ha dovuto interrompere la propria attività. È sufficiente, infatti, condividere con il proprio assicuratore un congruo indennizzo rispetto al massimo danno probabile che un evento catastrofale possa arrecare all’Azienda. Abbiamo citato quindi due parole importanti: “congruo indennizzo” e “massimo danno probabile”. Si tratta dei premi dell’assicurazione “ragionevole”. Perché l’assicurazione sia ben fatta, la somma assicurata deve essere commisurata ai costi ed alle perdite che effettivamente rischio di affrontare in caso del massimo danno che è probabile l’evento catastrofale possa determinare. Il massimo danno probabile è legato per esempio al tipo di struttura, all’esposizione rispetto al rischio specifico (alluvione, slavina, frana etc.) alla tipologia costruttiva, alle dimensioni.
Da alcuni anni, in realtà, era già iniziata una maggiore attenzione all’argomento assicurativo per i rischi catastrofali. Forse la pandemia, o forse le alluvioni ed i brutti scherzi del maltempo che più frequentemente di prima funestano il territorio, hanno portato consiglio ed indotto le Compagnie e le Imprese private a pattuire condizioni di assicurazione più ampie e rispondenti alle necessità.
RUBRICA ASSICURATIVA
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La lumaca: elogio alla lentezza e al
buon gusto
Da cibo popolare a raffinato “gran gourmet”
La lumaca, simbolo della lentezza e della prudenza, è fra i primi esseri viventi ad apparire sulla terra, svolgendo da sempre un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’ambiente. La sua notorietà è legata ad una caratteristica fondamentale: la lentezza, tanto da ispirare poeti, scrittori e artisti per simboleggiare virtù come la calma, ma anche difetti come la pigrizia e l’indolenza. La letteratura antica e contemporanea è ricca di richiami alla lumaca il più delle volte come elogio alla tranquillità e alla pacatezza soprattutto in con-
trapposizione ad una frenesia quotidiana che impedisce di godere del presente. Il concetto è ben espresso nella “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, di Luis Sepúlveda.
Dal punto di vista zoologico, vi sono numerose specie di lumache: da quelle terrestri a quelle marine, grandi o piccole, commestibili e non. La lumaca di terra, conosciuta da chiunque e incontro frequente in giardini domestici e orti, è un mollusco gasteropode (ovvero un animale che si sposta strisciando sul proprio stomaco). Presenta un aspetto viscido e
PRODOTTO
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allungato e, nonostante la confusione derivata dal linguaggio comune, non ha guscio, aspetto che la distingue dalla chiocciola, che invece presenta la conchiglia dalla forma geometrica concentrica caratteristica. Entrambe le specie, ermafroditi ovipari, spesso causano notevoli danni a piantagioni o coltivazioni, cibandosi di piante, foglie, funghi o uova di insetti. Per potersi spostare sul suolo, sia la chiocciola che la lumaca secerno no una speciale bava, recentemente diventata ricercatissima nel settore cosmetico per le sue proprietà cica trizzanti e rigenerative della pelle. Solo la chiocciola, tuttavia, ha carni commestibili, mentre la lumaca propriamente detta, anche nota come limaccia, non può essere mangiata. La prima - impropriamente chiamata lumaca, spesso anche nei menù dei ristoranti - rappresenta da sempre un alimento per l’uomo sostanzialmente per due motivi: innanzitutto perché facile da catturare, basta un po’ di pazienza e una certa conoscenza di luoghi e tempi; in secondo luogo, perché di facile preparazione e molto nutritiva. Può infatti essere consumata cruda, come dimostrano molte testimonianze trovate nelle caverne abitate da uomini preistorici, o, come avviene ora, arrostita.
Testimonianze dell’uso alimentare delle lumache le troviamo nei testi greci, latini e per tutto il Medioevo dove, da alimento per ricchi e buongustai, la lumaca è diventata alimento per i popolani soprattutto in pe-
riodi di carestia e perché considerata carne “di magro”, consumabile anche nei periodi di astinenza. In antichità le chiocciole si raccoglievano in genere a fine estate o in autunno e poi venivano “spurgate” nel latte per depurarle da sostanze odorose e improprie, come bava e residui. Ma è soprattutto nel Medioevo che assumono importanza, non solo per l’uso alimentare, ma anche e soprattutto in medicina. Oltre a proprietà afrodisiache, si attribuivano loro virtù antibatteriche, capaci di guarire ferite infette oppure depurative, calmanti, decongestionanti e curative.
Una credenza popolare confermata poi dalla scienza, che ha rivalutato la bava per il settore estetico.
Ritornando agli aspetti culinari, il trionfo della lumaca (cioè, della chiocciola) avviene nel XIX secolo, con la preparazione “alla bourguignonne”. Si tratta di un piatto tipico, in cui i molluschi vengono sfumati nel vino bianco e poi cotti in un brodo, con burro, aglio, cipolla, pepe nero, sale e prezzemolo. Il nome deriva dalla regione francese della Borgogna, dove nel 1814, nel corso di un banchetto in onore dello zar di Russia, furono preparate per la prima volta.
Le chiocciole si raccolgono generalmente dopo un temporale o una pioggia quando, approfittando dell’umidità del terreno e dell’atmosfera, escono per procurarsi il cibo. Una volta raccolte vanno spurgate, messe in un contenitore areato con po’ d’acqua e lasciate per alcuni giorni senza cibo. Il procedimento della depurazione è importante, e le chiocciole vanno lavate più volte prima di procedere alla preparazione. Oggi le lumache si possono gustare un po’ ovunque e con le ricette più disparate: in umido, fritte o in salsa, e si possono trovare anche nei supermercati in confezioni precotte o pronte all’uso. È un cibo genuino e di alto contenuto energetico, ricco di componenti utili alla salute come sali minerali, vitamine e proteine. Il Trentino, in particolare, è ricco di ristoranti, agriturismi e aziende specializzate in questo prodotto che è entrato, a buon diritto, nelle specialità di molte zone. Non solo la lumaca è entrata anche nella tradizione, ma a Riva del Garda si celebra una sagra dedicata, nel corso della quale è possibile degustare la tradizionale cucina con prodotti tipici locali.
PRODOTTO
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La ricetta
Lumache con burro all’aglio e funghi porcini
Ingredienti
24 lumache fresche (già sgusciate e pulite)
200g di funghi porcini freschi, puliti e affettati
4 cucchiai di burro
4 spicchi d’aglio, tritati finemente
2 cucchiai di prezzemolo fresco, tritato finemente
Succo di mezzo limone
Sale q.b.
Pepe nero macinato q.b.
Procedimento
Per pulire le lumache, sciacquarle sotto acqua corrente fredda per rimuovere eventuali residui di terra. Trasferirle in una ciotola grande e coprirle con acqua fredda lasciandole riposare per circa un’ora per far sì che ogni residuo venga eliminato. Scolare e risciacquare nuovamente sotto l’acqua corrente. In una pentola capiente, portare a ebollizione dell’acqua salata, aggiungere le lumache e lasciarle bollire per circa dieci minuti. Tale procedura favorirà la fuoriuscita delle lumache dai gusci. Scolare e risciacquare sotto acqua fredda corrente. Rimuovere le lumache dai gusci con uno stuzzicadenti o un piccolo coltello, sciacquare ancora una volta sotto abbondante acqua corrente.
In una padella grande, sciogliere il burro a fuoco medio, aggiungere gli spicchi d’aglio tritati e lasciarli rosolare leggermente nel burro. Aggiungere i funghi porcini affettati e cuocere fino a che diventano morbidi e iniziano a rilasciare i succhi, circa 5-7 minuti.
Aggiungere le lumache fresche, mescolando bene e assicurandosi che siano completamente ricoperte dal burro aromatizzato. Spremere in padella il succo di mezzo limone, aggiustare di sale e di pepe. Continuare la cottura a fuoco medio-basso per circa 10/12 minuti, finché le lumache non saranno riscaldate e tenere. Una volta cotte, cospargere di prezzemolo fresco tritato e servire.
Questo piatto è ottimo da gustare da solo come antipasto o come contorno. Accompagnare le lumache con del pane croccante da immergere nel delizioso burro all’aglio e succo di limone.
LA RICETTA
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