











03 Assemblea dei Soci Gestor: i dati
04 A tu per tu con i nuovi Consiglieri Gestor
07 Focus
Turismo in Trentino, il 2023 si annuncia l’anno della ripresa
10 Focus
La fauna selvatica: da risorsa a problema
14 Rubrica Assicurativa
Proteggiamoci delle calamità naturali
16 Focus
La formazione professionale alberghiera, un fiore all’occhiello del Trentino
18 Intervista Samadem: l’alberghiero, un liceo delle mani
20 Intervista
Da alunno a docente: la storia di Sergio Valentini
23 Gestor Bar
Il buon giorno si vede... dalla colazione
30 Intervista
‘Al Vò’, la più antica osteria di Trento è ora anche ‘Plastic free’
32 Rubrica Gestor
Gestor ed il green marketing
36 Agenda
L’agenda delle Pro loco trentine
39 Il prodotto
Il sambuco, un valido aiuto per la salute e per la cucina
cari soci, in questo primo bilancio di metà anno, possiamo già intravedere una cooperativa che non solo procede a vele spiegate verso gli obiettivi fissati ad inizio anno, ma potrebbe anche superare le più rosee aspettative di crescita. Una congiuntura favorevole, caratterizzata da una crescita del turismo su tutti i fronti e da una nuova spinta della domanda interna, ci permette infatti di essere particolarmente ottimisti sul futuro di Gestor, a beneficio di tutti gli associati - anzitutto - e a garanzia dei nostri fornitori.
Secondo le nostre previsioni di inizio anno, la crescita complessiva della cooperativa dovrebbe attestarsi intorno al 25 per cento, suffragato dal costante ingresso di nuovi soci e da un consistente aumento degli acquisti da parte di quelli storici. Nel solo mese di aprile, ad ogni modo, abbiamo segnato il traguardo record di una crescita del 39 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta di un dato di buon auspicio, a inizio di una stagione che ci aspettiamo decisamente positiva.
Sul fronte interno, rileviamo come l’area statistica, dopo un primo periodo di sperimentazione e di consolidamento, stia dando ottimi risultati, con sempre più associati che utilizzano in modo continuativo e professionale gli strumenti a disposizione per valutare l’andamento dei propri acquisti e dei propri consumi. Una scommessa vinta, che dimostra come la cooperativa - assieme all’immancabile attenzione al prezzo - sia sempre vicina agli imprenditori, interpretando con accortezza le esigenze di gestione puntuale di un’impresa. Sul punto, alcuni nuovi associati hanno addirittura sostenuto che solo i servizi statistici valgano il prezzo dell’ingresso in Gestor.
GIANNI PANGRAZZI DirettoreSui nuovi strumenti statistici e di analisi continueremo a puntare anche in futuro. Dallo scorso luglio, a tal proposito, è operativo il nuovo servizio focalizzato sui prodotti ecologici e biologici, con analisi distinte dal resto degli acquisti. È per noi un importante messaggio di allineamento nei confronti della politica di sostenibilità nelle aziende e di riguardo verso una clientela sempre più attenta alle tematiche ambientali. Al di là dei nuovi strumenti, noi non intendiamo comunque perdere terreno su quello che riteniamo la nostra attività principale, ovvero la negoziazione del miglior prezzo possibile, con meccanismi di ristorno per gli associati. Al riguardo, mi preme precisare come prosegua il percorso di posizionamento in Veneto, in stretta collaborazione con le Associazioni di categoria presenti, e in Valle d’Aosta, dove il progetto prosegue con soddisfazione. Colgo l’occasione per ricordare che quest’anno Gestor festeggia il suo 25esimo anniversario. Una ricorrenza che verrà adeguatamente celebrata, assieme a tutti gli associati, il prossimo 7 novembre, nell’ambito di un’occasione di festa e di incontro presso il Palavela di Riva del Garda. Vi aspettiamo numerosi!
Il Direttore Pangrazzi: “Inizia una stagione che ci aspettiamo molto positiva”
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messi a disposizione del pubblico presso gli sportelli della banca e nella sezione “ Trasparenz a ” del sito internet.
idati relativi al 2022 confermano un andamento positivo dei principali dati economico-finanziari del Gruppo. Riguardo alla parte ordinaria è stato approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2022 che si è chiuso con un utile netto pari a euro 290.593,00/ e con ristorni ai Soci per quasi settecentomila euro, un risultato eccezionale che rispecchia le attese del gruppo e che si ritiene di grande valore, avendo da un lato aumentato il fatturato in un anno estremamente difficile caratterizzato da guerra e sanzioni, inflazione e politiche monetarie restrittive,
tensioni sui prezzi e crisi energetica, e dall’altro consolidato l’estensione su altri territori grazie alla sottoscrizione dell’accordo commerciale con Federalberghi Garda Veneto. Il fatturato dell’anno ha superato i 50 milioni di euro, oltre il 60% in più rispetto all’anno 2021.
Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) è pari a euro 584.174,00 (euro 215.340,00 nel 2021), il Margine Operativo Netto (EBIT) è pari a euro 400.804,00, rispetto a euro 108.951,00 nel 2021, dopo ammortamenti e svalutazioni per euro 38.914,00 (euro 42.548,00 nel 2021).
“I numeri di bilancio confermano l’importante crescita registrata negli ultimi anni – le parole del presidente Danilo Moresco e del direttore Gianni Pangrazzi –, sempre mantenendo fede al nostro ruolo di cooperativa a sostegno dei Soci e rispondendo con sollecitudine alle esigenze di tutti gli associati. La nostra è una società sana, solida, capace di tutelare al meglio le attività dei Soci e stare sul mercato nel pieno rispetto di politiche equilibrate e oculate”.
Dei sei Consiglieri in scadenza di mandato, sono stati riconfermati i tre che avevano dato disponibilità a ricandidare: Danilo Moresco (Ristorante Da Pino di S. Michele all’Adige), Matteo Bettega (Ristorante il Caminetto di Transacqua) e Filippo Gérard (Cogne Vacanze di Aosta); tre nuovi Soci sono stati eletti per la prima volta come membri del Consiglio Direttivo:
Gherardo Manaigo (Hotel De La Poste di Cortina), Adolfo Deville (Hotel Garden di Moena) e Marco Fontanari (Ristorante Tema di Rovereto). Un
Danilo Moresco – Presidente – Ristorante Da Pino di S. Michele all’Adige
Walter Botto – Vicepresidente – Bar Pasi di Trento
Sandro Sartori – Vicepresidente – Hotel Sartori’s di Lavis
Alberto Bertolini – Hotel Luise di Riva del Garda
Matteo Bettega – Ristorante Il Caminetto di Transacqua
Adolfo Deville – Hotel Garden di Moena
Sebastian Dantone – Hotel Albolina di Canazei
Filippo Gérard – Cogne Vacanze di Aosta
Gherardo Manaigo – Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo
Nicola Molignoni – Ristorante il Giardino di Cles
Fausto Mottes – Hotel Paganella di Fai della Paganella
Marco Treccani – Castello Lake Front & Living Suite di Malcesine
Marco Fontanari – Ristorante Tema di Rovereto
plauso ed un ringraziamento sincero per l’operato sono stati espressi dal Presidente e da tutti i membri del Consiglio ai tre Soci che, per impegni inconciliabili, hanno rinunciato alla ri -
candidatura: Nicola Peter Cemin (Hotel Cant del Gal di Primiero), Giorgio Venco (Ristorante San Colombano di Rovereto) e Alberto Menardi (Hotel Menardi di Cortina).
Gherardo Manaigo, Gestor è un aiuto decisivo per gli imprenditori alberghieri
« La forza di Gestor sta nell’appartenere ad un gruppo di imprenditori, uniti per confrontarsi tra loro e per migliorare gli innumerevoli servizi offerti dalla cooperativa». Gherardo Manaigo, dell’Hotel de la Poste di Cortina, non ha dubbi sull’opportunità di puntare sullo sviluppo di Gestor nei prossimi anni. Da poco entrato nel Consiglio di Amministrazione, Manaigo, di 55 anni, è titolare della struttura ricettiva più antica di Cortina (risalente addirittura al 1804). Si tratta della sesta generazione di gestori dell’albergo, e il titolare si dice molto fiero di portare avanti quello che è, a tutti gli effetti, un luogo della tradizione locale.
«Sono entrato in Gestor dodici anni fa, quando ero Presidente dell’Associazione degli Albergatori di Cortina. Nel tempo, ho convito molti altri colleghi della bontà del progetto e dell’opportunità di entrare all’interno
della cooperativa: gestire una struttura ricettiva oggi è molto complesso, e la cooperativa rappresenta un aiuto significativo, oltre a fornire innumere -
voli servizi (senza parlare poi dei vantaggi per l’approvvigionamento e per gli acquisti). Per noi è sempre stato un ottimo matrimonio».
«Mi piacerebbe far capire ai colleghi albergatori l’importanza di aderire a una cooperativa come Gestor, spiegando che non è solo uno strumento importantissimo per il controllo dei prezzi, ma un qualcosa in più in grado di arricchire davvero la nostra professione, con servizi dedicati e di valore».
Adolfo Deville, dell’Hotel Garden di Moena, è uno dei nuovi eletti dall’assemblea di Gestor all’interno del Consiglio di Amministrazione della cooperativa. A suo dire, l’ingresso nella cooperativa rappresenta una grande opportunità, con un ritorno significativo
«Sono in Gestor - ci ha detto - da una decina di anni, forse qualcosa di più, e conosco bene le modalità con cui la cooperativa opera. La ritengo un’ottima soluzione per qualsiasi gestore, in particolare per chi opera nel settore alberghiero. Io, ad esempio, non mi occupo direttamente degli acquisti, quindi la cooperativa è per me di grande aiuto su questo ambito. Ma ultimamente ci sono tanti servizi che ritengo davvero interessanti, ad iniziare dal programma per tenere d’occhio la ge
stione dell’impresa, con tutti gli storici degli acquisti».
Albergatore impegnato anche nella categoria, Deville ha particolarmente a cuore l’andamento della cooperativa e il suo sviluppo futuro. «Qualche collega - ha voluto precisare - sono riuscito a convincerlo ad aderire al progetto, con sua grande soddisfazione. Ora mi piacerebbe arrivare anche a quegli albergatori che non entrano perché credono di poter spuntare il miglior prezzo dai fornitori da soli. A questi voglio dire che non c’è solo un ritorno immediato con Gestor, ma più la cooperativa fattura, più riesce a garantire un ritorno per tutti. E parliamo di soldi che tornano nelle nostre tasche, non premi in generi alimentari».
Da un anno Socio di Gestor, Marco Fontanari, del ristorante Tema di Rovereto, è appena entrato nel Consiglio di Amministrazione, portando un nuovo entusiasmo e tanta voglia di fare per il bene dell’intera cooperativa. «Nonostante i solleciti dei colleghici ha spiegato - sono entrato tardi in Gestor, perché ho voluto attendere di
studiare bene il progetto. Ho aderito anzitutto per spirito di appartenenza, non lo nego, ma poi mi sono dedicato ad un attento studio dei numeri e ho trovato una convenienza effettiva e dei vantaggi concreti».
Cosa ritiene più importante in Gestor?
Ci sono diversi aspetti che mi piacciono molto, ad iniziare dal fatto che la cooperativa rappresenta un’occasione per rafforzare la nostra categoria, senza dimenticare l’importanza (in particolare in questo momento storico, con l’aumento del costo delle materie prime) del potere d’acquisto. Gestor è una realtà importante per il nostro territorio, che merita - a mio parere - una grande attenzione da parte di albergatori e ristoratori.
Ci sono aspetti che potenzierebbe?
Sono entrato da troppo poco, sia nella cooperativa, sia nel Consiglio di Amministrazione, per proporre subito dei cambiamenti. Posso dire che mi piacerebbe far crescere Gestor sempre di più. Ad ogni modo, mi pare che già ora sia un preziosissimo strumento d’impresa, che coniuga un interesse bipartisan di sviluppo della cooperativa e degli imprenditori.
secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika il 2023 dovrebbe rappresentare l’anno del rilancio turistico in Italia con oltre 442 milioni di presenze e con una crescita del 12,2% rispetto allo scorso anno. Nel modello previsionale dell’istituto di ricerca, il Trentino-Alto Adige si colloca ai primi posti, in ordine alla variazione percentuale dei pernottamenti con un +15,4% di presenze rispetto al 2022. A questo proposito è interessante uno sguardo sull’andamento turistico in Trentino dello scorso anno,
così come viene esposto nel servizio comunicazioni dell’Ispat e che riportiamo di seguito.
Nel corso dell’anno 2022 il settore del turismo è stato caratterizzato da una sostanziale ripresa rispetto ai due anni precedenti, ancora caratterizzati dalle restrizioni per la pandemia. I primi mesi dell’inverno, ad ogni modo, sono stati ancora parzialmente influenzati dalle restrizioni e dalle tensioni geopolitiche, che hanno influito in particolare sul ridimensionamento delle provenienze dall’estero. Si rilevano, in ogni caso valori, in crescita
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significativa, sia per quanto concerne gli arrivi (+49,9%), sia per le presenze (+48,7%) rispetto all’anno 2021, anche se il confronto con le dinamiche dell’anno precedente risulta poco significativo proprio per il cambiamento delle condizioni.
Una valutazione più appropriata - riporta Ispat - si ottiene invece nella comparazione dei risultati del 2022 con l’anno precedente alla pandemia, il 2019. In questo caso, emerge una leggera flessione negli arrivi (pari all’uno per cento) e nelle presenze (che calano del 3,6%).
Per quanto riguarda i due comparti del settore turistico, la diminuzione nell’alberghiero è pari al 2,6% per quanto riguarda gli arrivi e del 5,9% nelle presenze. Nell’extralberghiero i dati rilevano, al contrario, un incre -
invece, provengono da Germania, Polonia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Austria.
L’andamento delle presenze per mese, poi, mostra valori in significativo calo nei mesi di gennaio, febbraio, marzo ed aprile, fortemente influenzati dalle limitazioni dovute alla pandemia e allo scoppio della guerra in Ucraina. La ripresa si osserva a partire dal mese di maggio, in concomitanza con il progressivo ritorno alla normalità. Giugno e luglio risultano in crescita, mentre agosto rimane stabile (-0,3%) confermandosi tuttavia come il mese con il più alto numero di pernottamenti. Anche settembre ed ottobre evidenziano variazioni positive, mentre novembre e dicembre risultano in contrazione.
presentano il 22,3% del totale, mostra incrementi sia negli arrivi (+2,2%), sia nelle presenze (+4,9%). Un andamento positivo solo sul fronte degli arrivi si registra, invece, per gli ambiti dell’Altopiano della Paganella, Piana della Rotaliana e San Lorenzo Dorsino, della Valle di Fassa e di Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie Centrali e Valle del Chiese. Il numero dei posti letto alberghieri disponibili in Trentino è di 91.921; il tasso di occupazione risulta migliore negli alberghi a 4 stelle (69,3%), le presenze registrate nelle strutture a tre stelle rappresentano il 44,1%. La permanenza media si attesta sulle 3,8 notti.
mento, con un +3,8% negli arrivi e +2,2% nelle presenze. Le presenze alberghiere rappresentano comunque il 69,7% del totale dei pernottamenti rilevati nelle strutture turistiche, di poco superiori ai 17,7 milioni.
Nel 2022 si registra una netta prevalenza di turisti italiani (60,6%), sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente in entrambi i settori (+0,3%).
Al contrario, il buon andamento degli stranieri nel settore extralberghiero non compensa la flessione registrata dagli alberghi (-9 per cento dei pernottamenti di turisti provenienti dall’estero).
Le principali regioni di provenienza si confermano essere Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. I maggiori flussi turistici dall’estero,
Se si guardano invece i singoli territori si rileva una performance generalmente negativa: solo la zona del Garda trentino, le cui presenze rap -
Per il settore extralberghiero, che rappresenta il 30,3% delle presenze complessive, i pernottamenti crescono del 13,6%, in particolare nei campeggi, agriturismi ed esercizi rurali (il 50% del totale).
fauna selvatica: una risorsa o un problema per il turismo Trentino? Un interrogativo impensabile sino a poco tempo fa, che oggi incomincia ad insinuarsi fra albergatori ed addetti ai lavori, soprattutto a seguito della tragica uccisione da parte di un plantigrado di un giovane in valle di Sole e delle molteplici segnalazioni delle ultime settimane. Sotto osservazione è l’orso, ma anche i lupi iniziano a creare qualche timore.
Senza entrare nel merito di una querelle che non ci compete, ci limitiamo
a mettere in risalto il grande patrimonio faunistico del Trentino, forse il più ricco dell’intero sistema alpino, proprio per sottolineare come la fauna selvatica autoctona rappresenti una risorsa capace di innescare un valore aggiunto nell’offerta turistica del Trentino. Il territorio della provincia di Trento è caratterizzato da una singolare variabilità climatica e paesaggistica: si passa dal clima mediterraneo del Lago di Garda, ai climi più rigidi del contesto continentale e delle vette alpine. Ciò significa la presenza di una grande varietà di specie.
Fra gli ungulati in Trentino vi sono oltre 36.000 caprioli, quasi 30.000 camosci, 12.000 cervi, seguono il muflone, lo stambecco ed il cinghiale. I lagomorfi sono rappresentati dalla lepre alpina e dalla lepre comune, mentre i carnivori sono presenti con l’orso bruno, il lupo, la lince, il gatto selvatico, lo sciacallo dorato, la volpe, la faina, la martora, l’ ermellino, la donnola, il tasso, mentre la lontra risulta estinta negli anni Settanta del secolo scorso. Fra i roditori contiamo lo scoiattolo, la marmotta, il castoro, il riccio. In Trentino sono poi presenti ventisei specie appartenenti a dieci generi diversi di chirotteri (pipistrelli).
Tra le peculiarità del territorio, vi è una vasta presenza di galliformi alpini, che occupano le fasce altitudinali comprese tra la foresta e le praterie di alta quota. Buona parte della provincia è interessata dalla presenza di una o più specie di pernice bianca, coturnice, francolino di monte, gallo cedrone, assieme a diverse specie di picchi (nero, tridattilo e cinerino). Ben rappresentati anche i rapaci diurni come l’ aquila reale, il biancone, il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, il gipeto e il nibbio bruno. Mentre fra i rapaci notturni sono presenti il gufo reale, la civetta capogrosso e la civetta nana. Fra gli anfibi e rettili si registra la presenza della salamandra alpina, tritone crestato italiano e l’ululone dal ventre giallo, che dividono il territorio con due famiglie di serpenti, quella dei Colubridi e quella dei Viperidi.
Incontrare questi animali può regalare grandi emozioni, ma gli avvistamenti non sono sempre facili e, quando ciò avviene, è necessario seguire delle norme di comportamento particolari, (suggerite dalla Provincia autonoma di Trento) per osservarli senza farsi notare, evitando di spaventarli e di disturbarli nel loro ambiente naturale. In caso di avvistamento, ad esempio, è bene evitare di avvicinare l’animale, anche se si pensa che l’esemplare sia in difficoltà. Non bisogna neppure seguirne le tracce, dato ciò potrebbe costringerlo a fuggire dal luogo in cui si riposa. Va tenuto a mente che gli animali del bosco sono selvatici, perciò non bisogna tentare di avvicinarli per fotografarli offrendo loro del cibo. Anche anfibi, rettili e insetti, che svolgono un ruolo fondamentale per l’ecosi -
stema, non devono essere disturbati, ed è assolutamente vietato l’inseguimento di qualsiasi specie in auto (che provoca un inutile stress agli animali).
Quando si passeggia nel bosco con il proprio cane, poi, è opportuno tenerlo sempre al guinzaglio, perché potrebbe impaurire e costringere alla fuga gli animali selvatici.
Fra le specie che destano preoccupazione e maggiore prudenza in caso di incontri ne segnaliamo tre: l’orso, il lupo e la vipera, a cui dedichiamo un breve approfondimento.
L’orso
A fine anni Novanta, per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione, il Parco naturale Adamello Brenta con la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto nazionale della fauna selvatica (Ispra), usufruendo di un finanziamento dell’Unione europea, ha dato avvio al progetto “Life Ursus”, volto alla ricostituzione di un nucleo vitale di plantigradi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia. Nel 1999, il progetto è iniziato con la liberazione dei primi due esemplari: Masun e Kirka. Tra il 2000 e il 2002 sono stati liberati altri otto individui, mentre il progetto si è concluso nel 2004. Gli orsi stimati oggi in Trentino sono circa un centinaio.
La presenza dell’orso genera diverse domande, legate al comportamento da tenere nel caso di un incontro ravvicinato con questo grande plantigrado.
La migliore strategia di prevenzione suggerita dagli esperti è far percepire la propria presenza per tempo, ad esempio parlando ad alta voce o facendo altri rumori che avvisino l’orso della presenza. La presenza di più persone rappresenta un elemento di allontanamento per tutti gli animali selvatici, compreso l’orso. Quest’ultimo è peraltro più attivo durante le primissime ore dell’alba e del crepuscolo. Non bisogna avvicinarsi mai ad un orso e ai suoi cuccioli, neanche per osservarli da vicino o scattare una foto.
La femmina di orso potrebbe percepire questo atteggiamento come aggressivo. Non vanno lasciati cibo o rifiuti organici nei boschi, in quanto potrebbero attirare non solo gli orsi,
ma in generale tutti gli animali selvatici, ed è fondamentale tenere i cani al guinzaglio. In caso di avvistamento, meglio non rimanere nei paraggi, ma tornare sui propri passi.
Nel caso di un incontro ravvicinato, gli esperti invitano a mantenere la calma, evitando di correre o di muoversi in modo concitato. È importante indietreggiare lentamente. Se l’orso si alza sulle zampe posteriori, significa che vuole identificarti, rimani fermo e fai sentire la tua voce con tono calmo.
Nel caso l’orso mostri segni di aggressività, gli esperti consigliano stendersi al suolo faccia a terra e proteggi viso e collo intrecciando le dita delle mani sulla nuca. Non bisogna gridare o tentare di colpirlo, mentre uno zaino può essere utile per proteggersi. Prima di rialzarsi, poi, bisogna accertarsi che l’animale si sia allontanato.
La pericolosità dell’orso può manifestarsi in particolari condizioni. Oltre al caso della femmina con i cuccioli, possono risultare pericolosi gli orsi feriti, sorpresi all’improvviso, su carcasse o altre fonti di cibo, disturbati nella tana e, in generale, gli orsi molto confidenti con l’uomo.
In caso di incontro con l’uomo, il lupo si dilegua senza manifestare atteggiamenti di aggressività nella maggior parte dei casi. Ciò vale sia per lupi solitari, sia per gli esemplari che fanno parte di un gruppo famigliare, detto branco, composto solitamente dalla coppia e dai cuccioli. Altre volte, l’esemplare può manifestare un atteggiamento di indifferenza. Cionono -
Per informazioni contattare info@gestor.it
stante, è bene adottare alcune fondamentali norme di prudenza. Anzitutto, per ridurre le già basse possibilità di incontro ravvicinato con un lupo, è sufficiente far del rumore, ad esempio parlando ad alta voce. Nel caso di un incontro, basta tenere un atteggiamento calmo e allontanarsi senza correre, evitando di seguire l’esemplare o di interferire con il suo comportamento. Anche nel caso di avvistamento dall’automobile è vietata ogni forma di inseguimento.
Se, invece, il lupo è avvistato da lontano, si può restare fermi e in silenzio, così da permettere al lupo di continuare sulla sua strada.
I cani vanno tenuti al guinzaglio, per evitare che, allontanandosi, si avvicinino inavvertitamente al lupo. I cani che vagano liberi nei boschi, vietati dalla normativa per la protezione della fauna selvatica, possono essere predati dal lupo.
Non bisogna lasciare alcun rifiuto organico in giro, né nel bosco, né in prossimità dei centri abitati, in quanto il lupo può essere attratto dalle fonti alimentari facilmente accessibili, con il rischio che perda progressivamente la sua naturale diffidenza nei confronti dell’uomo.
La vipera
Ambienti aridi e rupestri sono gli habitat maggiormente utilizzati dai rettili, che amano i luoghi caldi ed assolati. La situazione ideale per la maggior parte delle specie è rappresentata da spazi semi-aperti, ben esposti al sole, nei quali vi sia un’alternanza di rocce, prati, macchie e arbusti.
Per prevenire il morso di una vipera è bene indossare calzature alte oppure calzettoni di lana pesante (le vipere più piccole difficilmente riusciranno a mordere efficacemente e comunque il morso non conterrà una dose eccessiva di veleno) e camminare con passo cadenzato e pesante battendo le erbe e le pietre con un bastone. Le vipere hanno un udito poco sviluppato, ma sono invece molto sensibili al movimento e alle vibrazioni.
È bene anche evitare di raccogliere istintivamente ogni cosa da terra: prima di farlo, è opportuno smuovere le erbe e le pietre con un bastone per allontanare ogni possibile minaccia. Infine, è sempre bene ispezionare at -
tentamente il luogo in cui ci si desidera sedere, non mettere le mani sotto rocce, sassi o dentro le fessure del terreno, non avvicinarsi o appoggiarsi a tronchi ricoperti di foglie, su pagliai e su fascine di legna e prestare attenzione quando ci si disseta ad una fonte e quando si cammina su una pietraia
In caso di morso, riportiamo alcune regole di comportamento suggerite dal Soccorso alpino: chiamare immediatamente i soccorsi componendo il numero 112, mantenere la calma e rimanere fermi, per non aumentare la frequenza cardiaca (con aumento della velocità d’immissione in circolo del veleno). Sulla zona del morso va applicata una medicazione compressiva, mentre l’applicazione del ghiaccio può attenuare il dolore e ridurre la velocità di assorbimento del veleno. In ogni caso, la ferita non va incisa, né va succhiato il veleno.
Le zecche
Un’ultima annotazione riguarda le zecche, una specie di acaro che sta diffondendosi pericolosamente in Trentino e per il quale recentemente la Provincia autonoma di Trento ha divulgato alcune norme comportamentali che qui riportiamo.
La zecca è un parassita di piccole dimensioni (come una capocchia di spillo) solitamente di colore marrone scuro. Si nutre di sangue di animali o dell’uomo, non vola ma aspetta l’ospite mimetizzandosi tra la vegetazione, aggrappandosi al passaggio. Le zecche prediligono luoghi umidi, ricchi di vegetazione erbosa, boschi, cespugli incolti, solitamente sotto i 1.500 metri. Sono presenti su tutto il territorio provinciale, dalla primavera all’autunno con temperature sopra i 10 gradi. La puntura di una zecca viene raramente percepita e non provoca direttamente danni alla salute, ma è pericolosa in quanto può essere veicolo di infezione. In Trentino sono due le patologie veicolate dalle zecche: l’encefalite (Tbe) e la malattia di Lyme (o borrelliosi).
Prevenire il morso di una zecca è possibile, evitando di camminare nell’erba alta e vicino a cespugli, vestendosi con abiti di colori chiari che coprono bene tutto il corpo e la pelle (pantaloni lunghi, maglie a maniche lunghe), spruzzando repellenti specifici su pelle, vestiti e scarpe. Al rientro dall’escursione è bene controllare il proprio corpo e i vestiti: le zecche impiegano 24 ore per scegliere dove attaccarsi e preferiscono le zone dove la pelle è più sottile e irrorata (testa, inguine, ascelle, pancia).
In caso di morso di zecca, che solitamente si presenta come un punto rosso cerchiato a sua volta, è importante rimuovere la zecca il prima possibile. Il consiglio è di rivolgersi al pronto soccorso più vicino dove il parassita verrà rimosso correttamente e sarà messa in atto la procedura sanitaria necessaria.
dall’inizio di quest’anno si sono registrati ben 500 eventi cosiddetti catastrofali - l’ultimo dei quali ha recentemente colpito l’Emilia-Romagna - con un aumento del 64% rispetto allo scorso anno. Abbiamo assistito a bombe d’acqua, alluvioni, grandinate e siccità che hanno devastato città e campagne del nostro Paese con conseguenze drammatiche a livello umano ed ambientale. Tutto ciò conferma che in Italia le calamità naturali sono un problema che richiede attenzione e monitoraggio costante, oltreché azioni di prevenzione ove possibile; ma gli eventi suggeriscono anche un elemento forse ancora più rilevante: che le aree ritenute in pre -
cedenza al riparo da alcuni eventi gravi non possono più ritenersi protette con certezza od elevata probabilità. Per “evento catastrofale” intendiamo comunemente un evento che genera danni importanti. E purtroppo questa interpretazione non tradisce la realtà, perché ogni volta ci confrontiamo con danni da miliardi di euro ed aziende in difficoltà.
Quando parliamo di calamità naturali dobbiamo sottolineare che gli effetti calamitosi, generati dagli eventi catastrofici, traggono le loro origini anche da azioni e attività umane. Spesso, quindi, questi eventi in sé sono “naturali” e potrebbero non avere nulla
di calamitoso, ma l’attività umana e i risultati di essa li trasformano in vere e proprie catastrofi. La nostra influenza negativa sull’ambiente aumenta la probabilità di eventi catastrofali a partire da cambiamenti climatici, inquinamento, deforestazione, eccesso di sfruttamento delle risorse naturali e perdita di biodiversità. Tutte conseguenze che, con interventi poco lungimiranti, producono un inasprimento degli effetti aumentandone intensità e violenza.
UNA NUOVA GARANZIA
Troppo spesso le strutture ricettive ed il mondo del turismo patiscono le conseguenze delle calamità naturali. Normalmente le Compagnie assicurative, infatti, garantiscono un indennizzo poco congruo per questi eventi, considerati potenzialmente distruttivi.
Può essere sufficiente interpellare il proprio assicuratore per concordare una copertura, se già non presente sulla Polizza, che garantisca un giusto indennizzo in caso di eventi gravi quali le alluvioni, le slavine, i terremoti, dando per ovvia la copertura per i danni meteorologici e da vento.
È probabile che la Compagnia chieda un aumento del premio, ma non c’è spesa più ragionevole di quella volta
a tutelare la propria azienda e famiglia dai fatti gravi. Peraltro, la polizza assicurativa ha il pregio di costituire una certezza di indennizzo ed in tempi brevi.
Concordate con il vostro assicuratore la percentuale più alta possibile, ri -
spetto al valore di ricostruzione della struttura, per l’indennizzo in caso di terremoti, alluvioni, slavine e danni atmosferici, ed una congrua copertura per l’indennizzo degli utili e dei costi insopprimibili. Il premio richiesto sarà certamente un ottimo investimento.
la formazione professionale alberghiera rappresenta un fiore all’occhiello nell’offerta scolastica in Trentino, dove crescono i giovani talenti nel settore dell’accoglienza e della ristorazione. Sono due i centri operanti sul territorio provinciale: l’istituto alberghiero di Levico e quello di Rovereto. In entrambe le sedi i giovani hanno la possibilità di diventare operatori e tecnici di “Gastronomia e arte bianca”
e di “Accoglienza e ospitalità”, con ampie possibilità di trovare impiego immediato.
Quella di Levico è stata la prima scuola alberghiera della Provincia autonoma di Trento. L’organizzazione dell’istituto presenta caratteristiche che lo distinguono dalle altre scuole di istruzione secondaria, poiché al lavoro svolto in aula si affianca una parte considerevole di lezioni che hanno luogo all’interno di laboratori didatti -
ci professionalizzanti. All’interno dei laboratori di cucina, pasticceria, sala, bar e front-office, l’allievo viene messo nella condizione di sperimentare in anticipo ed in modo concreto, sotto la guida degli insegnanti e degli esperti, il lavoro per il quale si sta preparando.
L’attività formativa viene completata con periodi di stage e alternanze presso le strutture ricettive che, in accordo con l’istituto, garantiscono una formazione completa e attuale, permettendogli di cimentarsi in un ambiente di lavoro reale.
Durante tutte le attività proposte nel percorso di formazione, si presentano poi situazioni di convivenza con altri allievi, insegnanti ed esperti esterni, che permettono agli studenti di sviluppare capacità di relazione basata sulla stima, fiducia e soprattutto sulla collaborazione reciproca.
Il percorso formativo si articola in tre diversi step. Anzitutto vi è la possibilità di ottenere l’attestato di qualifica di operatore in un settore nella ristorazione (cucina, sala e bar, panificazione e pasticceria), attraverso un percorso base di tre anni. Al triennio si aggiunge un quarto anno che consente di acquisire il diploma di formazione professionale di Tecnico dei servizi alberghieri e della ristorazione. Si tratta
di un percorso formativo annuale, in continuità rispetto al triennio, progettato, attuato e valutato dai centri di formazione professionale in collaborazione con le imprese del territorio. È poi possibile frequentare il corso annuale per l’esame di Stato di istruzione professionale (Capes). Il percorso si rivolge agli studenti che, dopo il diploma professionale quadriennale, intendono proseguire gli studi per il conseguimento del diploma di maturità alberghiera, che consente l’accesso ai corsi universitari e all’alta
formazione professionale. Il Capes di Levico, nello specifico, rientra nel settore dei servizi con l’indirizzo di “Enogastronomia e ospitalità alberghiera”. Il corso è suddiviso in due articolazioni: enogastronomia, sala e vendita. L’istituto alberghiero di Rovereto, posto nel cuore della città e ospitato in un edificio risalente al 1904, offre tre percorsi formativi: il primo, triennale, porta alla qualifica di: operatore di cucina, operatore della panificazione e di pasticceria, operatore dei servizi di sala e bar; il secondo, quadriennale, per il diploma di tecnico di cucina, tecnico dei servizi di sala e bar, tecnico della panificazione e di pasticceria, mentre il terzo, quinquennale, abilita all’esame di Stato di istruzione professionale Capes.
L’alta formazione, invece, prevede un corso biennale a numero chiuso per la creazione di una figura Tecnico superiore per il management dell’ospitalità, destinato ai diplomati provenienti dalla scuola secondaria superiore ad indirizzo turistico e alberghiero, ai diplomati provenienti dall’ultimo anno della formazione professionale alberghiera e ai diplomanti con esperienza professionale o già inseriti nel mondo del lavoro. Il percorso si compone di lezioni frontali in aula, dei laboratori formativi (albergo didattico) e di un praticantato in azienda, svolti in aziende di respiro nazionale e internazionale affiancati da un tutor. A conclusione si consegue il diploma di tecnico superiore per il management dell’ospitalità, riconosciuto a livello nazionale ed europeo.
"il tema di oggi è quello di sperimentare il lavoro e di consentire anche di incominciare a guadagnare qualche cosa”. In queste poche parole, Federico Samadem, dirigente della scuola alberghiera di Levico , ci indica gli obiettivi che si pone la scuola alberghiera di Levico, il cui carattere principale rimane quello della fondazione, ovvero “imparare a lavorare”. Si tratta - a detta di Samadem - di un “liceo delle mani”, in cui, grazie ad un’esperienza diretta nelle aziende, si gettano le basi per il lavoro.
I percorsi offerti dalla scuola agli otre
400 studenti, provenienti da tutte le valli del Trentino, sono molteplici, ma quelli preferiti in questo momento sono la cucina e la pasticceria. Quest’ultimo settore è stato potenziato con un corso di alta formazione annuale, un post diploma di formazione tecnica di 800 ore (400 teoriche e 400 in azienda).
Un analogo percorso avviene a Rovereto per la panificazione, diversificando così le specializzazioni: Levico è il polo della pasticceria, mentre Rovereto della panificazione.
Fiore all’occhiello della scuola è il cosiddetto sistema duale (percorsi for -
“Sperimentare il lavoro e incominciare a guadagnare”
mativi e lavoro in azienda) con il progetto 4+4. Se un ragazzo si impegna in otto anni (dai 14 ai 22), oltre ad avere in mano una professione molto richiesta, riesce anche a guadagnare durante il percorso.
Samadem - deve essere quella di far crescere uomini e donne responsabili, sotto questo aspetto poniamo grande attenzione all’aspetto culturale ed educativo, al rapporto con gli altri, al rispetto e alla responsabilità. Ma la scuola deve carat -
gettando le basi della conoscenza che si traduce poi concretamente nel lavoro». Dal primo settembre, la scuola alberghiera di Levico terme sarà intitolata a Giuseppe Cipriani, storico imprenditore italiano, fondatore dell’Harrys’
sergio Valentini, proprietario del noto ristorante le “Tre Chiavi” di Isera , rappresenta un esempio di come la scuola alberghiera trentina riesca, non solo a formare i propri alunni, ma anche a garantire loro un futuro professionale di successo. Prima alunno, poi ristoratore, ed infine docente, Valentini ha saputo fare della sua formazione professionale, una componente fondamentale della vita.
«Ho frequentato la scuola professionale alberghiera 40 anni fa a Trento seguen -
do l’indirizzo di sala e bar. A quei tempi la scuola alberghiera era collocata alla ex dame di Sion, dove oggi c’è il liceo scientifico Galilei» , racconta Valentini.
«Diplomatomi a 18 anni - proseguedopo una brevissima esperienza da dipendente, ho gestito assieme d’altri soci il rifugio "malga Somator", in valle di Gresta. La mia attività è quindi proseguita con la gestione dell’Osteria delle Strie a Rovereto, per approdare infine ad Isera, dove ho aperto la locanda "Le tre chiavi", che rappresenta un po’ il coronamento di una lunga attività professionale»
La locanda è nata il 6 dicembre 1997, nei locali che prima ospitavano le Cantine Spagnolli, dall’idea di ristorazione come espressione culturale di Sergio Valentini e della sua compagna Annarita.
Caratteristica del locale è la calda atmosfera data dalla struttura originale dei locali, dalle luci studiate per diffondere luce come se fossero candele, dalle bottiglie che sono in esposizione, ma che soprattutto creano l’idea del buon vino accostato al buon cibo. Sergio Valentini, ha voluto un locale che fosse un "ristorante degustazione", di qui l’attenta scelta delle ricette fatta con massima attenzione: dalle materie prime come anche dei vini da proporre in abbinamento.
Con l’attività della locanda fioccano anche i riconoscimenti: per 20 anni Valentini ha ricoperto l’incarico di presidente dell’associazione Slow food del Trentino-Alto Adige, attualmente è presidente della strada del vino e dei sapori del Trentino, mentre per un anno ha anche gestito la caffetteria del museo Mart.
Una serie di riconoscimenti che lo hanno portato ad insegnare nella scuola alberghiera di Rovereto, dove tiene dei corsi per diventare cameriere di sala. Si tratta - racconta - di un ritorno al passato, che lo porta a ripercorrere la strada intrapresa in gioventù e che gli ha garantito un successo professionale di una vita dedicata al turismo e alla ristorazione.
Oggi Valentini ricopre anche la carica di assessore al turismo del comune di Isera.
èil biglietto da visita di ogni albergo, B&b, resort o residence, persino i motori di ricerca la considerano un elemento di attenzione nella valutazione complessiva della struttura. Stiamo parlando della prima colazione, il pasto da sempre più bistrattato dell’intera giornata, a causa della fretta - “un caffè e via” - o condizionato da tradizioni dure a morire, come il classico “cornetto e cappuccino”. Invece la prima colazione rappresenta un pasto importante sotto molti punti di vista:
innanzitutto perché consente di attivare il metabolismo stimolando così tutte le funzioni a cui in nostro corpo deve adempiere per una buona salute mentale e fisica, ma anche perché aiuta ad affrontare la giornata con serenità e buon umore, soprattutto se assunta con calma e in compagnia. Dell’importanza della prima colazione ne abbiamo parlato con la dottoressa Mascia Paonni , laureata in scienze della alimentazione e nutrizione umana, biologa nutrizionista iscritta all’albo, specializzata sull’alimentazione ve -
getale nelle diverse fasi del ciclo vitale (dalla donna in gravidanza all’allattamento, svezzamento sino alla persona adulta che pratica sport e all’anziano), oltre che sul dimagrimento, sull’alimentazione correlata alle diverse patologie e sulla pratica sportiva.
Dottoressa perché è così importante la prima colazione?
È sicuramente considerata un momento importante nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata, infatti, un gran numero di studi le riconoscono un maggior controllo di consumo di cibo nell’arco della giornata poi anche una riduzione del rischio cardio metabolico in sovrappeso ed obesità e un significativo miglioramento della funzione cognitiva e della prestazione scolastica per quanto riguarda i più giovani.
Un elemento importante dunque, forse il pasto principale della giornata?
Gli studi non la indicano come il pasto più importante della giornata, perché è piuttosto l’equilibrio complessivo della giornata che conta, non il singolo pasto. Ci sono infatti persone che la saltano e comunque riescono poi a bilanciare la loro alimentazione con gli altri due o tre pasti della giornata. Io abitualmente la consiglio sempre, magari (per chi è abituato a saltarla) con un caffè americano e un frutto, da integrare poi a metà mattina uno spuntino equilibrato.
Noi italiani, in genere, siamo però abituati a fare una colazione veloce, magari in piedi, del tipo cappuccino e brioche. È negli ultimi decenni in realtà che in Italia si è andata a consolidare l’abitudine degli alimenti dolci a colazione, sia per comprimere i tempi di preparazione e di consumo, sia perché si pensa che una colazione dolce dia più energia. In passato consumare una colazione salata era un’usanza, anche con alimenti poveri come il pane. Adesso invece si abbonda di zuccheri e di grassi saturi, che sono da sconsigliare, perché la classica colazione (cornetto e caffè) va ad innalzare la glicemia e lascia una ridotta sazietà nel lungo periodo.
Allora lei che cosa consiglia?
Per una buona colazione bisognerebbe fornire una combinazione di car -
boidrati, di proteine e di grassi e, ovviamente, non dovrebbero mancare le fibre, le vitamine ed i sali minerali. La colazione dovrebbe essere gustosa, saziante, nutriente e non eccessivamente ricca di calorie. Il mio consiglio è quello di scegliere prodotti stagionali, magari a chilometro zero; a dire il vero queste soluzioni, soprattutto nell’ultimo periodo, si stanno vedendo sempre più anche nei buffet di molti alberghi.
E in questo periodo estivo?
Consiglierei di preparasi una bella tazza in cui mettere uno yogurt (vegetale o vaccino, Kefir o una bevanda vegetale a base di soia o di mandorle, possibilmente senza zuccheri) ed aggiungere una fonte di carboidrati complessi come i cereali, possibilmen te sotto forma di fiocchi, di avena, di farro o di mais. Immancabile la frutta di stagione, che apporta vitamine utili per il nostro organismo. Possiamo poi aggiungere una manciata di frutta secca o semi oleosi: dalle mandorle alle nocciole, dalle noci ai semi di zucca, girasole, lino. Questi costituiscono un'importante fonte di grassi buoni, di fibre e anche di sali minerali.
E per chi volesse fare una colazione salata?
Consiglierei del pane tostato, preferibilmente integrale o di segale, delle uova perché sono un alimento molto
versatile con alto contenuto proteico e che, a differenza degli affettati, non contengono sali e conservanti, e accompagnerei tutto con un frutto. Per le persone vegane accompagnerei il pane con dell’hummus ed un frutto. È bene bere sempre acqua anche sotto forma di infuso o tè, senza aggiungere zuccheri o miele.
Quindi lo zucchero è da evitare? Esatto. È da tenere conto che la colazione deve essere considerata un pasto come un altro, quindi andrebbe variato.
E tutti quei magnifici buffet di torte, dolcetti e pastine che ci vengono presentati negli alberghi?
Si può fare un’eccezione, perché quando si va in albergo si stacca dalla monotonia della vita quotidiana, dalla frenesia del lavoro, e quindi è anche bello sedersi a tavola e concedersi una fetta di torta, possibilmente fatta in casa, accompagnata da un frutto di stagione, acqua e caffè. Una fetta di torta è concessa, ma non deve sicuramente diventare la routine quotidiana.
Cosa consiglierebbe ad un albergatore di preparare per i propri clienti?
Consiglierei di ampliare la proposta dei cereali poveri di zucchero (fioc -
chi di avena, di farro), della frutta di stagione e di quella secca (mandorle, nocciole, semi oleosi, noci...), di offrire l’opzione di yogurt bianco magro o bianco intero (spesso si trovano solo yogurt alla frutta) e magari di aggiungere anche uno yogurt vegetale. Sarebbero molto apprezzate, oggi, anche le bevande vegetali come il latte di soia, di mandorla o quello di avena.
Torniamo alla vita quotidiana: Come fare una colazione veloce senza dover ricorrere al solito caffè e brioche?
Consiglio spesso una fetta di pane tostato di segale o integrale accompagnato con una bella spalmata di crema di frutta secca al 100% (mandorle, nocciole, arachidi, sesamo) con un po’ di frutta fresca. Caffè americano o tazza di tè.
Oppure un po’ più dolce, ma sempre pratica: uno yogurt con una manciata di cereali, frutta fresca, e un po’ di frutta secca.
E il latte?
Il latte non lo consiglio molto, sia perché rimane un po’ difficile da digerire, sia per via del lattosio. E poi è sempre ricco di grassi, quindi consigliere lo yogurt o il kefir.
Un ultimo consiglio per una buona colazione?
Fatela bene con calma: prendetevi il tempo necessario, perché dovete nutrire non soltanto il corpo ma anche la mente. Scegliete alimenti sani, tenendo conto dell’equilibrio complessivo della giornata e delle necessità del vostro organismo e, soprattutto, men -
tre mangiate, lasciate lontano da voi il cellulare.
Una ricetta consigliata per i lettori di “Gestor”?
Consiglio, fra tante, quella di granola, pistacchi e noci. Per una colazione diversa dal solito, dove il profumo del cocco si unisce all’aroma inconfondibile dei pistacchi e delle noci. Servono solo 5 minuti di preparazione, per ottenere una granola croccante e buonissima, perfetta per tutta la famiglia, che si presta ad essere abbinata allo yogurt bianco o al latte (vaccino o vegetale), oppure può essere sgranocchiata anche così come spuntino insieme a una tazza di tè caldo.
Gli ingredienti sono: 120 grammi di fiocchi di avena e farro; 20 grammi di cocco rapè; 20 grammi di semi di lino; 30 grammi di noci e pistacchi sguscia -
Valentina Baldessari è la nuova commerciale per le zone di Valle dell’Adige, Valsugana, Altopiani della Paganella, Vallagarina, Folgaria, Lavarone Brentonico, Alto Garda e Altopiano di Pinè.
Valentina potrà fornire ai Soci consulenze personalizzate per l’ottimizzazione degli acquisti, informandoli direttamente di ogni novità e iniziativa che Gestor mette a loro disposizione, e sarà a disposizione di tutti gli operatori che vorranno avvicinarsi al mondo del nostro Gruppo d’Acquisto fornendo tutte le informazioni e le modalità per entrare a far parte della realtà di Gestor.
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ti; un pizzico di sale e spezie a piacere (come la cannella); un vasetto (circa 100 grammi) di purea di frutta (io ho scelto mela e prugna).
Il procedimento prevede di spezzettare grossolanamente i pistacchi e le noci e unire la frutta secca ai fiocchi di avena e farro, i semi di lino, il cocco rapè, il sale e le spezie. Successivamente aggiungere la purea di frutta e mescolare bene. Stendere su una placca rivestita con carta da forno e cuocere a 160 gradi per 20 minuti circa, o comunque fino a che la granola non si sia dorata e non sia divenuta bella croccante.
Ovviamente potete variare il tipo di frutta secca a guscio, per esempio potete utilizzare anche le nocciole, le mandorle, le arachidi, oppure potete renderla più gustosa aggiungendo del cacao amaro in polvere.
Albergo Sciatori
alle strutture che negli ultimi mesi hanno aderito a !
Vermiglio (TN)
Hotel Italo Madonna di Campiglio (TN)
Resort Dolce Casa Moena (TN)
Hotel Ciarnadoi San Giovanna di Fassa (TN)
Agritur El Mas Moena (TN)
Ristorante Pappagallo
Rifugio Patascoss
Madonna di Campiglio (TN)
Madonna di Campiglio (TN)
Malga Ritorto Madonna di Campiglio (TN)
Tevini Dolomites Charming Hotel Commezzadura (TN)
Bar Ristorante Alpe Daolasa Commezzadura (TN)
Rifugio Passo Staulanza Val di Zoldo (BL)
Capo Skino Park Hotel Gioiosa Marea (ME)
Residence Stefenine Molveno (TN)
Locanda dal Barba Villa Lagarina (TN)
Bar Sport Pellizzano (TN)
Hotel Zirmes Moena (TN)
Hotel Soreghina Canazei (TN)
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una delle più antiche osterie della città di Trento - se non la più antica in assoluto ancora in attività - vanta da qualche tempo a questa parte una gestione innovativa e attenta all’ambiente, con soluzioni inedite per garantire un servizio d’eccellenza riducendo al minimo indispensabile gli inquinanti. Si tratta del ristorante “Al Vò” , aperto, nell’omonimo vicolo del
capoluogo, addirittura dal 1345, quando il centro urbano rappresentava un importante luogo di passaggio tra l’Italia dei Comuni e la Germania del Sacro Romano Impero. Attualmente gestito della quarta generazione della famiglia Antoniolli, che iniziò a occuparsi dell’esercizio nei primi del Novecento, l’osteria rappresenta un luogo conosciuto e frequentato dai trentini per i piatti tipici della cucina
‘Al Vò’, la più antica osteria di Trento è ora anche ‘Plastic free’
giovane gestrice Anna Antoniolli un’attenzione particolare alla tradizione a e all’ambiente
locale, cucinati con ingredienti a chilometro zero e nel rispetto delle tradizioni. Da poco più di un anno a questa parte, poi, la giovane Anna Antoniolli, di 33 anni, è entrata nella società con i genitori Roberta e Francesco , dopo un percorso di studio universitario in scienze cognitive e il conseguimento della laurea magistrale in neuroscienze. Il suo impegno nel ristorante di famiglia ha portato ad adottare nuove soluzioni per la sostenibilità, tanto da essere diventato uno dei pochi locali veramente “Plastic free” del Trentino.
Dalle scienze cognitive alla ristorazione.
Ci racconti di questo passaggio decisamente insolito.
L’osteria è gestita dalla mia famiglia da tanto tempo. Prima dei miei genitori, c’erano i nonni, e ricordo che andavo spesso a trovarli nel ristorante, che si trova a un passo da casa. Posso dire di aver sempre vissuto il locale, trascorrendoci molto tempo fin dall’infanzia. Non vi ho mai lavorato in maniera stabile, fino all’università, quando, per mantenermi negli studi, come fanno in molti, ho iniziato a dare una mano anch’io. Un po’ alla volta mi sono così appassionata, arrivando alla decisione di farne la mia professione a tempo pieno. La pandemia, in questo caso ha aiutato, perché ha richiesto un impegno particolare e nuove soluzioni per far fronte alle restrizioni.
Va detto, in ogni caso, che non ho mai lavorato nel campo in cui mi sono laureata, anche se ringrazio sempre i miei genitori per avermi permesso di scegliere autonomamente la mia strada, senza mai impormi nulla.
Dall’ingresso nella società molte cose sono cambiate: perché questa attenzione particolare per la sostenibilità?
Credo che ora tutta la popolazione abbia una maggiore consapevolezza sulle tematiche ambientale. Mi sento di dire che la mia generazione, in questo ambito, ha il dovere di mostrare un’attenzione in più, e ciò che si può cambiare per ridurre l’impatto ambientale deve essere fatto.
La vera svolta è stata indotta ancora una volta dalla pandemia, quando abbiamo fatto insieme delle scelte a mio avviso lungimiranti, anche se più
onerose. Dai contenitori in materiale biodegradabile per l’asporto, fino all’eliminazione di tutti i contenitori in plastica. I prodotti a chilometro zero da noi ci sono sempre stati, ma poi abbiamo eliminato le bottiglie in plastica o vetro, preferendo l’acqua microfiltrata e il riuso delle bottiglie (ovviamente adeguatamente igienizzate) e le tovagliette lavabili al posto di quelle usa e getta. Anche sulla cottura siamo particolarmente attenti a non sprecare inutilmente energia, utilizzando il forno nel miglior modo possibile. Ad esempio, preferiamo la cottura a bassa temperatura o quella al cartoccio, che richiede più tempo ma assicura risultati migliori con minori sprechi energetici.
I cambiamenti e le innovazioni sono però iniziate con i miei genitori, che hanno trasformato davvero il ristorante nel corso del tempo, rendendolo più moderno nel rispetto della tradizione.
Da sempre il ristorante è socio di Gestor: come valuta il servizio?
Con una sola parola: ottimo. I miei genitori sono sempre stati tra i più attivi sostenitori della cooperativa, associati fin dalla fondazione. Si tratta di un valore aggiunto della nostra realtà a cui non siamo disposti a rinunciare. Non c’è solo la questioni dei prezzi, ma i tanti servizi e la garanzia di serietà a fare davvero la differenza. Anche quando abbiamo avuto dei problemi con un fornitore, Gestor ci è stata vicina ed ha saputo trovare in poco tempo la soluzione, permettendoci di dedicarci all’attività primaria della nostra società: la ristorazione.
nell’edizione del mese di aprile abbiamo accennato al concetto di sviluppo sostenibile e, come sempre, più strutture turistiche abbracciano questa tendenza.
Il tema della sostenibilità ambientale al giorno d’oggi è più che mai presente in qualsiasi realtà aziendale e sta iniziando a diventare parte integrante della vita quotidiana delle persone.
Per far sì che tutto ciò diventi realtà è necessaria una comunicazione efficace volta a sensibilizzare il cliente inserendo nei piani delle aziende piani
a lungo termine per lo sviluppo della società del futuro. Da questo punto di vista sono cambiati gli obiettivi delle imprese, le quali focalizzavano la propria attività nella fase commerciale e di vendita mettendo al centro solo il mero scambio economico basato esclusivamente sulla pressione nei confronti del cliente.
In questo articolo si vuole sviluppare meglio il concetto di “green marketing” e come le imprese affrontano questa nuova tendenza grazie anche agli aiuti pubblici.
Il “green marketing” non è solo una
“Una nuova visione della comunicazione che indica la commercializzazione di prodotti sostenibili, cioè ecologicamente preferibili a quelli dei competitor”GIOVANNA
tendenza, ma rappresenta un’opportunità di crescita e di successo per l’azienda e permette a quest’ultima di differenziarsi dai concorrenti. Adottare pratiche sostenibili e intraprendere azioni atte a comunicare l’interesse al green, garantisce alle aziende un maggior riconoscimento per la qualità del servizio offerto. Questo perché da parte del consumatore sta sorgendo un forte interesse verso l’ambiente e la sua tutela. Perseguire una strategia di green marketing genera vantaggi sia dal punto di vista ambientale, poiché si va a impattare meno sull’ambiente, che economico, generato dal minor spreco di risorse. L’impresa incorre, però, in alcuni ostacoli e sfide, rappresentate soprattutto dagli alti costi per l’installazione di tecnologie all’interno dell’organizzazione, dalla riprogettazione di processi e dal rischio di cadere nel greenwashing. È necessario che l’impresa non comunichi il falso, ma solo quello che effettivamente svolge, in modo da poter generare fiducia nei consumatori.
Gestor è focalizzata ad aiutare tutti i soci sullo sviluppo del green marketing nel settore turistico (alberghiero e ristorazione) ed è sempre attenta ad osservare i comportamenti e le esigenze degli associati analizzando ogni mese i prodotti acquistati, ascoltando le richieste di ogni socio attraverso l’intervento dei consulenti sul territorio. Da tutto ciò è emerso un nuovo approccio al mondo della sostenibilità: gli imprenditori risultano essere interessati al tema della sostenibilità e consapevoli dell’impatto ambientale che essi generano. La cooperativa ha concentrato buona parte dell’attenzione alla scelta di prodotti, assortimenti e servizi sostenibili da inserire nei suoi cataloghi e nei sistemi di ordinazione per le imprese, facendone di fatto dei punti fissi da cui ripartire. Un’impronta green che ha toccato diverse aree: dai generi alimentari, ai beni di consumo e di investimento. Molte imprese hanno iniziato a muovere i primi passi verso una comunicazione sostenibile attraverso l’ottenimento di certificazioni ambientali e la promozione di eventi legati alla natura.
I nostri territori risultano essere idonei all’implementazione del green marketing nel settore alberghiero,
poiché la natura è il principale biglietto da visita delle nostre regioni. In conclusione, il green marketing appare un approccio in grado di generare vantaggi al business dell’impresa sia alberghiera che della ristorazione, capace di migliorare la sua visibilità ed incrementare i profitti. Fornire un servizio differenziato da quello offerto dai concorrenti potrà apportare numerosi benefici. Per implementare una campagna di green marketing è necessario che i gestori delle strutture turistiche comprendano le aspettative dei loro clienti, altrimenti le loro strategie potrebbero risultare non vincenti. E’ importante rinnovare i processi produttivi e promuovere uno smaltimento dei rifiuti più responsabile internamente ad ogni azienda. A queste scelte dovrebbero affiancarsi la promozione di un archivio digitale, a favore della riduzione della carta, e una migliore formazione interna, partendo quindi dai dipendenti, sull’importanza di fare scelte green. Dal 17 luglio, a valere sul fondo per il turismo sostenibile, le imprese del settore possono presentare domanda per usufruire dei contributi per l’ottenimento delle certificazioni di sostenibilità. I contributi vengono erogati sotto forma di voucher dell’importo massimo di duemila euro per ciascun beneficiario. Il voucher è concesso secondo la procedura automatica a sportello e permette di acquistare servizi per l’ottenimento della certificazione; per il mantenimento della
certificazione ovvero per le verifiche supplementari per la chiusura delle non conformità; per le verifiche a campione (senza preavviso); per il rinnovo della certificazione. Come vanno presentate le domande?
Pubblicato congiuntamente all’avviso n. 1, l’avviso pubblico n. 2 sul fondo per il turismo sostenibile, istituito dall› art. 1, c. 611, legge n. 197/2022, finanzia la realizzazione di interventi promossi da strutture ricettive, anche non imprenditoriali, e da imprese turistiche, finalizzati all’ottenimento di certificazione di sostenibilità. Con tale avviso si vuole sostenere, tramite l’erogazione di un voucher, le strutture ricettive, anche non imprenditoriali, e le imprese turistiche nelle attività utili al conseguimento delle seguenti certificazioni di sostenibilità:
a) EU Ecolabel, ai sensi del Regolamento n. 66/2010/CE nonché del Regolamento n. 782/2013/UE;
b) EMAS, ai sensi del Regolamento n. 1221/2009/CE nonché del Regolamento 1505/2017/UE e dal Regolamento 2018/2026/UE;
c) UNI ISO 20121:2013, Sistemi di gestione sostenibile degli eventiRequisiti e guida per l’utilizzo;
d) UNI EN ISO 14001:2015, Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l’uso;
e) UNI ISO 13009:2018, Turismo e servizi correlati - Requisiti e raccomandazioni per le attività in spiaggia;
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Campo d’azione: PT2 e PT4
f) UNI CEI EN ISO 50001:2018, Sistemi di gestione dell’energia - Requisiti e linee guida per l’uso;
g) UNI ISO 21401:2019, Turismo e servizi correlati - Sistema di gestione per la sostenibilità nelle strutture ricettive – Requisiti.
Possono beneficiare delle agevolazioni disposte dall’avviso n. 2 le imprese della filiera del turismo e di strutture ricettive turistiche ed alberghiere che svolgono, anche in via non prevalente, attività di impresa che rispettino i codici ATECO elencati nel bando.
Possono partecipare anche le strutture ricettive extralberghiere a carattere non imprenditoriale (ad es. affittacamere, ostelli per la gioventù, bed & breakfast, case per ferie; foresterie per turisti).
Attraverso la concessione di un voucher da parte del Ministero del turismo è possibile acquisire i seguenti servizi di certificazione:
a) servizi per l’ottenimento della certificazione;
b) servizi per il mantenimento della certificazione ovvero per le verifiche supplementari per la chiusura delle non conformità;
c) servizi per le verifiche a campione (senza preavviso);
d) servizi per il rinnovo della certificazione.
I voucher possono essere fruiti presso:
- con riferimento alle certificazioni lett. a) e b) l’organismo competente italiano ai sensi dei Regolamenti CE 1221/09 EMAS e CE 66/10 ECOLABEL;
- con riferimento alle certificazioni lett. c), d), e), f), g) gli enti certificatori iscritti in un apposito elenco costituito mediante pubblicazione dell’avviso pubblico n. 3. L’entità del voucher concedibile è pari ad un importo non superiore a euro 2.000 per ciascun beneficiario.
Ai beneficiari esercenti attività d’impresa è destinato il 75% delle risorse mentre ai beneficiari non esercenti attività imprenditoriale il 25% delle risorse.
Il voucher è concesso sulla base di una procedura automatica a sportello.
La domanda per l’ottenimento del voucher dovrà essere presentata in modalità telematica secondo quanto stabilito al successivo articolo.
Il proponente dovrà presentare una dichiarazione ai sensi del DPR n. 445/2000, sottoscritta digitalmente dal legale rappresentante che attesti, a pena di esclusione, di essere in possesso dei requisiti di ammissibilità previsti.
I soggetti proponenti dovranno, altresì, trasmettere:
a) dichiarazione ai sensi del DPR n. 445/2000;
b) servizi per i quali si richiede il voucher e indicazione di un ente certificatore;
c) copia leggibile del documento di riconoscimento del legale rappresentante del proponente;
d) dichiarazione di impegno a consentire ogni verifica, incluse le eventuali verifiche a campione (c.d. senza preavviso), da parte del Ministero del turismo e dell’Ente Certificatore ai fini dell’ottenimento del beneficio richiesto;
e) dichiarazione di assenso alla pubblicazione dell’ottenimento della certificazione sul portale italia.it, con indicazione della certificazione di sostenibilità conseguita.
La piattaforma è fruibile comprensiva della relativa manualistica dal 17 luglio 2023 sul sito istituzionale del Ministero del Turismo.
Le domande possono essere presentate fino ad esaurimento delle risorse stanziate per il 2023 che sarà reso noto mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito del Ministero del turismo.
L’agenda degli appuntamenti delle Pro loco tra agosto e ottobre 2023
torna l’agenda degli appuntamenti delle Pro loco del Trentino. La lista rappresenta una selezione degli eventi e delle manifestazioni che si terranno nei prossimi mesi in provincia di Trento. L’agenda, realizzata grazie alla collaborazione della Federazione Trentina delle Pro Loco, non si propone come uno strumento esaustivo di tutti gli appuntamenti presenti sul territorio locale. Piuttosto, si intende valorizzare le feste meno conosciute oppure a quelle più rappresentative di un’intera comunità.
Festa dell’agricoltura, Caderzone Terme (dal 4 al 6 agosto) - La Pro Loco di Caderzone Terme organizza la tradizionale festa dedicata al mondo contadino e all’allevamento della razza bovina Rendena. Tante le attività in programma: parco agricolo, laboratori sull’attività contadina del passato, sfilata degli animali per le vie del paese, musica, ballo e degustazioni delle eccellenze locali. Info: www. caderzoneterme.it
Palio Raglio, Cembra (dal 4 al 6 agosto) - La Pro Loco di Cembra fa rivivere, lungo le vie del centro storico, la tradizionale sfida a dorso d’asino tra le contrade del paese. A cornice dell’originale sfida un nutrito programma di attività, con la sfilata allegorica delle contrade, spettacoli, musica e degustazioni enogastronomiche. Info: pagina Facebook della Pro Loco Cembra.
Calici di stelle, Mezzolombardo (10 agosto) - Nella suggestiva atmosfera del Convento dei Frati Francescani di Mezzolombardo la Pro Loco di Mezzolombardo propone Calici di Stelle, un ricco brindisi per conoscere il Teroldego, degustando vini e grappe delle cantine locali e piatti preparati direttamente dai produttori. Info: www.prolocomezzolombardo.it
Cosina nonesa en ti somasi da fon, Fondo (il 12 e 13 agosto) - La Pro Loco di Fondo, in collaborazione con le altre associazioni del paese, organizza due giorni di gastronomia all’interno dei somasi, i vecchi porticati e androni di Fondo, dove si potranno assaggiare le specialità della cucina ‘nonesa’. Non mancheranno divertimento, musica, animazione e laboratori per bambini. Info: proloco.fondo.it
Sagra dell’Assunta, Romeno (15 agosto) - Per il giorno del patrono la Pro Loco di Romeno, in collaborazione con le altre associazioni del paese, or -
ganizza la tradizionale Sagra dell’Assunta. Il programma prevede la Santa Messa seguita dalla processione per le vie del paese, dal pranzo di Ferragosto a base di piatti della cucina nonesa, da proposte di musica e spettacolo per adulti e bambini. Info: pagina Facebook Pro Loco Romeno
Settembre Rotaliano, Mezzocorona (dall’1 al 3 settembre) - Tre giorni all’insegna del Teroldego Rotaliano Doc a cura della Pro Loco di Mezzocorona. Tra portoni, cortili e angoli suggestivi della borgata di Mezzocorona si potranno assaggiare i menù proposti dalle associazioni, partecipare a spettacoli, laboratori, esibizioni musicali e sportive, in un variegato programma di attività rivolte a tutti. Info: www.settembrerotaliano.it
La Desmalgiada, Rumo (il 9 e 10 settembre) - La Pro Loco di Rumo organizza la Desmalgiada, cioè il ritorno a valle del bestiame dopo il periodo estivo in alpeggio, con un ricco pro -
gramma di mercatini, spettacoli, musica, piatti tipici e lavorazione del latte per fare il formaggio. Info: visittrentino.info
Festa dell’Uva a Verla di Giovo, Giovo (dal 22 al 24 settembre) - La Pro Loco Giovo propone anche quest’anno la Festa dell’Uva per rendere omaggio all’uva e alla cultura del vino della Val di Cembra. Stand enogastronomici, spettacoli, arte, camminate tra le viti e la spettacolare sfilata dei carri allegorici. Info: www.festadelluva.tn.it
Festa della patata e dei sapori d’autunno, Ronzone (30 settembre e 1 ottobre) - La Pro Loco di Ronzone organizza per i giorni 30 settembre e 01 ottobre la Festa della Patata, all’insegna dei colori e dei profumi dell’autunno: piatti e prodotti tipici, bancarelle, laboratori, giochi dedicati ai più piccoli e musica dal vivo. Info: pagina Facebook Pro Loco Ronzone
Il settore del turismo è ripartito senza esitazioni. Per il 2023 sono previsti milioni di arrivi e pernottamenti, questi ultimi in crescita di oltre il 3% rispetto al 2022. In generale ogni viaggiatore, a maggior ragione se straniero, nutre particolari aspettative verso una qualunque destinazione italiana, perciò il sistema ricettivo nazionale - gli alberghi e gli albergatori - ha un ruolo strategico. Diversi gli elementi che concorrono a un tale obiettivo, dalla riqualificazione delle strutture in chiave di transizione energetica e sostenibile, alla digitalizzazione, ai servizi di accoglienza e, non da ultimo, alla qualità del riposo offerto. In albergo il sistema letto deve garantire sempre un alto grado di comfort e benessere al cliente, in particolare se è in vacanza, poiché dedicherà al riposo molto più tempo (una media di nove ore) e attenzione. Per gestire un’architettura di benessere totale l’albergatore deve contare su partner affidabili, che sappiano garantire forniture e servizi adeguati ai livelli di qualità che intende offrire ai suoi ospiti. Nel caso del riposo, la qualità del materasso, e in generale del letto, è il fattore che può consolidare questo particolare aspetto del comfort. È importante selezionare il giusto prodotto - che sia la struttura letto, o il materasso, o entrambi - per garantire idoneo sostegno a diversificate e personali esigenze posturali e fisiologiche, presupposto per un completo sonno ristoratore. Inoltre, deve integrarsi armoniosamente con ogni arredo. Selezionare un’azienda esperta, dallo storico know-how produttivo e in grado di consigliare il prodotto più adatto a ogni esigenza di ricettività, favorisce la costruzione di un’offerta di benessere a 360 gradi.
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Il sambuco è una pianta selvatica ubiquitaria molto diffusa in tutta Europa. Il suo uso risale ai tempi antichi, e tracce di bacche di Sambuco sono state rinvenute in alcuni insediamenti del Neolitico. L’origine del nome non è certa, ma sembra derivare dal greco sambike, che indicava una specie di flauto ricavato dalla sua corteccia. La tecnica, peraltro, è stata ripresa in seguito dai popoli nordici, che poi ne fecero oggetto di tradizione popolare e leggende, tra cui quella del flauto magico. La stessa pianta, del resto, ha ispirato leggende che affondano le loro radici nei tempi più antichi, quando le erano attribuiti poteri magici, tanto da meritare, nel vicino Tirolo, l’appellativo di “farmacia degli Dei” per le sue proprietà fitoterapiche. Molto popolare nella tradizione dei paesi scandinavi, la pianta veniva spesso citata in favole e leggende. In un racconto di Hans Christian Andersen, intitolato “Madre Sambuco”, si ribadisce la tradizione di utilizzare il tè ai fiori di sambuco contro le malattie da raffreddamento.
In epoca più recente, a testimonianza dell’uso popolare di questa pianta, Eugenio Montale menziona il sambuco in un’omonima poesia, che recita: “Già profuma il sambuco fitto sullo sterrato; il piovasco si dilegua. Se il chiarore è una tregua, la tua cara minaccia la consuma.”
La pianta del sambuco si presenta spesso ad andamento cespuglioso, di rapida crescita, alta anche dieci metri. La sua chioma larga e voluminosa nasconde in primavera un legno liscio e leggero, mentre i fiori sono bianchi molto evidenti e profumati. Il frutto è una bacca nera e lucente dal gambo
rossastro, che matura in estate ed in autunno.
Nel nord Italia questa pianta cresce un po’ ovunque, dai margini del bosco alle scarpate umide, dalle radure dei boschi ai margini delle abitazioni.
I suoi fiori bianchi, dalle moltissime proprietà, fanno la loro comparsa lungo tutto il territorio alpino e prealpino durante la primavera, formando ai margini dei boschi bianche nuvole profumate, i suoi frutti scuri vengono utilizzati per produrre bevande dissetanti e curative.
Dai fiori di sambuco si ricava un infuso, noto come trattamento di infezioni respiratorie, quali influenza e raffreddore, per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, favorire l’eliminazione delle tossine e la regolazione della temperatura durante gli stati febbrili. Alla tisana con fiori e bacche di sambuco sono inoltre attribuite molte altre proprietà come: depurare l’organismo, dissetare e drenare, favorire la diuresi e il sistema immunitario, svolgere un’azione antiossidante, combattere la ritenzione idrica, controllare il livello di colesterolo, contribuire alla salute cardiovascola -
• 30 fiori di sambuco
• Il succo di 2 limoni
• 1,5 kg di zucchero
re, svolgere azione antinfiammatoria e lenitiva sulla pelle, aiutare la salute delle ossa. Pare inoltre, che aiuti ad alleviare le nevralgie e i problemi provocati dalla sinusite, abbia proprietà lassative e sia un ottimo coadiuvante per la dieta.
Il sambuco è poi un ingrediente assai versatile in cucina e viene utilizzato per preparare una vasta gamma di piatti, dolci e bevande. Le bacche mature sono impiegate per marmellate e succhi, gelatine, liquori e aceti aromatizzati. I fiori possono inoltre essere utilizzati per la preparazione di una bevanda con zucchero, limone e acqua.
Un discorso a parte merita il liquore, il cui nome deriva dalla pianta dai cui fiori si ricava l’estratto. L’originale ricetta prevede l’uso di alcol, acqua, zuccheri, diverse combinazioni di anice e distillato di fiori di sambuco. Nonostante il nome della bevanda tragga le sue origini da questa pianta, l’estratto di fiore di sambuco non è quindi l’ingrediente principale della Sambuca, per la cui preparazione si utilizzano maggiormente gli oli essenziali derivati dall’anice stellato.
In una pentola alta mettere i fiori, lo zucchero e il succo di limone. Coprire la pentola e lasciarla in un luogo fresco per 20 giorni, mescolando di tanto in tanto.
Filtrare, imbottigliare e conservare in un luogo fresco ed asciutto. Una volta aperto, conservare in frigo e consumare nel giro di 3-4 settimane. Per ottenere una bevanda dissetante diluire 1 parte di sciroppo con 8 parti di acqua.
La ricetta Lo sciroppo di Sambuco
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