Gestor News Aprile 2022

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N° 01 | APRILE 2022

Q U A D R I M E S T R A L E D I I N F O R M A Z I O N E D E L G R U P P O D ’A C Q U I S TO T R E N T I N O P E R I L M O N D O H O . R E . C A .


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EDITORIALE

Sommario 04

Rubrica Gestor Riflessioni post Pandemia

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Gestor torna alla fiera Hospitality

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L'intervista Creare obiettivi comuni per il bene della montagna

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Il personaggio Tamara Bertolussi: il rifugio, una scelta di vita

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Gestobar Spirits e cioccolato

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Focus Alla ricerca dell'energia perduta

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Il prodotto Frutta secca: un’iniezione di salute e di energia

Anno IX N. 1 aprile 2022 Quadrimestrale della Cooperativa GESTOR via Kufstein, 23 - 38121 Trento (TN) Tel. 0461 826506 www.gestor.it – info@gestor.it Direttore Responsabile: Franco Delliguanti Registrazione n. 1358 – 7 maggio 2008 del registro stampa del Tribunale di Trento Realizzazione e stampa: Saturnia - Trento In copertina: foto di Michele Pilati

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Una nuova Gestor pronta a nuove collaborazioni Pangrazzi: ‘Impegnati per garantire stabilità ai nostri associati’

GIANNI PANGRAZZI Direttore

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ari Soci, in un momento difficile per tutta l’economia nazionale, il Gruppo di acquisto Gestor registra nei primi mesi 2022 uno dei risultati migliori di sempre, consolidando il percorso di rinnovamento e di trasformazione intrapreso nel corso degli anni passati. Possiamo dire che ci troviamo con una nuova Gestor in grado di affrontare serenamente le sfide del futuro e pronta a stringere nuove collaborazioni, in funzione di un miglioramento generalizzato dei servizi e di una maggiore convenienza per tutti gli associati. Dopo i mesi difficili della pandemia, che hanno richiesto un ripensamento complessivo delle nostre strategie, implementando anche nuove offerte tecnologiche in grado di assistere albergatori e ristoratori nell’attività di gestione della propria impresa, ci aspettiamo di dover far fronte a nuove sfide, dettate da un contesto nazionale ed internazionale in forte mutamento. Tra queste, assumeranno un’importanza inedita i temi dell’approvvigionamento alimentare - su cui stiamo già lavorando per garantire ai nostri soci dei canali di rifornimento certi - e quello dell’acquisto dei prodotti al giusto prezzo. In tutto ciò, il nostro obiettivo continuerà ad essere la centralità dei nostri soci nella filiera di acquisto e di distribuzione delle merci, in modo da non lasciare i Gestori in balia del libero

mercato, che potrebbe subire scosse di assestamento significative. Nel corso degli ultimi mesi, Gestor ha saputo garantire liquidità ad un sistema di approvvigionamento in forte difficoltà, in ragione della decrescita della domanda dettata dalle limitazioni imposte dalla pandemia. In questa fase di ripartenza, chiederemo pertanto ai nostri fornitori di confermare il rapporto instaurato nel corso del tempo, assicurando le forniture e le merci al giusto prezzo. La trasformazione in corso nell’ambito dell’approvvigionamento, ed i crescenti costi della logistica (passati dall’otto al quattordici per cento in poche settimane), permetteranno di sviluppare al meglio anche le linee di acquisto dei prodotti locali, sostenendo lo sviluppo della produzione territoriale e riversando ricchezza sui territori in cui sorgono le strutture ricettive, alberghiere e della ristorazione associate. In questo scenario, mi preme rilevare come l’Area statistica ed i nuovi servizi offerti dalla nostra Cooperativa diventino sempre più centrali per i Soci, che, utilizzando al meglio gli strumenti a loro disposizione, hanno la piena possibilità di anticipare i costi di esercizio, evitando sorprese poco piacevoli e di agire con stock di acquisti anticipati, ponderati sulla scorta dei dati di periodo degli anni precedenti. Oltre a permettere un’analisi puntuale dei costi sostenuti in passato, la piattaforma di Gestor consente di comprendere in modo preciso le dinamiche dei consumi correlate ai prezzi delle materie prime per una politica aziendale di contenimento dei costi e di maggior profitto. I risultati già ottenuti in mesi difficili come quelli trascorsi, del resto, pongono il Gruppo di acquisto come un modello virtuoso a livello nazionale, e possiamo anticipare che sono già in corso tavoli di lavoro per intraprendere nuove collaborazioni. Confidando in una stagione estiva positiva, in grado di confermare le prospettive di crescita che rileviamo in questo primo scampolo di primavera, colgo l’occasione per augurare a tutti una buona e serena Pasqua.


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Gestor, vicina ai Soci, guarda al futuro con ottimismo Il saluto del Presidente Moresco

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DANILO MORESCO Presidente Gestor

ari Soci, certo sarebbe stato bello poter dedicare questo mio saluto esclusivamente agli auguri di Buona Pasqua e di buon inizio di Stagione! Una partenza semplice, con alle spalle la crisi, la pandemia, le restrizioni che questi ultimi anni hanno segnato le nostre vite e le nostre imprese. E invece... I venti di guerra e la situazione geopolitica ci costringono a nuove pesanti riflessioni, ci mettono davanti a scenari che fanno paura e che ob-

bligano, ancora una volta ad organizzare e a pianificare, a valutare, a rinunciare, a investire per affrontare i mesi a venire, perché davanti agli incredibili rincari dell’energia e delle materie prime e ai problemi legati agli approvvigionamenti non è possibile chiudere gli occhi. Gestor, in tutta questa situazione, può fare la differenza: ha organizzato, in collaborazione con alcuni fornitori, un sistema di preordine per fissare i prezzi delle referenze e per assicurarsene la fornitura durante la


stagione; programmerà seminari per presentare tecnologie alternative per far fronte alla crisi energetica; continua a fornire supporto e consulenza ai Soci nella fase degli acquisti; mette a disposizione dati incredibilmente utili per pianificare, ottimizzandole, le nostre attività imprenditoriali; inoltre, nonostante l’innegabile avversità del panorama economico internazionale, ha ritenuto opportuno lanciare un segnale forte e tangibile a dimostrazione, una volta di più, della vicinanza ai propri Associati e della forza acquisita dal Gruppo d’Acquisto in questi ultimi anni: nell’ultima Riunione del Consiglio di Amministrazione è stata deliberata la variazione del sistema commissionale delle spese amministrative applicate da Gestor. Dopo ampie ed approfondite discussioni e valutazioni, anche relative agli impatti economici derivanti dalla manovra, il Consiglio, nella speranza che la scelta possa essere uno stimolo alla partecipazione e un riconoscimento concreto per le aziende Socie, ha deliberato favorevolmente e all’unanimità di voti, l’applicazione di una nuova scala commissionale che, da una parte,

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va incontro alla riduzione delle spese e, dall’altra, premia i Soci che, con i loro volumi di acquisto, contribuiscono maggiormente a sostenere le spese fisse di struttura. Nello specifico, a partire dall’esercizio 2022, l’aliquota dello 0,50% continuerà ad essere applicata mensilmente in fattura ma, a fine anno, verrà retrocesso un ristorno, in funzione del volume acquistato.

Il consueto spirito di ottimismo verso il futuro non manca; ogni scelta, seppur meditata e ponderata, viene fatta guardando lontano, non perdendo mai di vista crescita e soddisfazioni ed è in questa prospettiva che desidero rivolgere, a Voi e alle Vostre Famiglie, i miei auguri di una felice Primavera e di un’ottima stagione estiva.

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Riflessioni post pandemia Il ruolo del Gruppo di Acquisto Gestor

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egli ultimi anni abbiamo vissuto la più grande crisi economica che il mondo abbia mai affrontato dalla Grande Depressione del ’29, dovuta all’emergenza sanitaria causata da Covid-19. Questa ha colpito duramente il nostro Paese incidendo pesantemente sul segmento industriale prevalente nel nostro tessuto economico-imprenditoriale, il nostro settore si è trovato a fronteggiare le ricadute economiche e strutturali della pandemia partendo da situazioni di liquidità e patrimonializzazione. Tutto ciò ci ha costretto a ripensare completamente al nostro modo di operare, mettendo in discussione non solo le logiche organizzative sulla spinta di

nuove tendenze (e.g. digitalizzazione), ma anche strategie aziendali di crescita e sviluppo del business, compatibili con un’arena competitiva internazionale e nuovi bisogni da soddisfare. Gestor ha recepito subito questo cambiamento che è diventato un elemento chiave per attenuare gli impatti di shock sistemici come Covid-19 e come la solidità patrimoniale, diventata sempre più un fattore chiave per permettere alle aziende di essere resilienti. Non si è trattato di un terremoto a cui segue una ricostruzione, bensì di una crisi che ha accelerato l’affermarsi di nuovi paradigmi che a tendere diventeranno la nuova normalità. Siamo convinti che sia questo il momen-


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Consulenti

In particolare, ci focalizziamo ancora sull’area del nostro gestionale dedicata interamente allo sviluppo delle statistiche, attraverso una piattaforma a disposizione di tutti i nostri associati. Siamo convinti che prendere coscienza della situazione aziendale ed inventariare le proprie risorse, permette di valutare la ripartenza rialzando lo sguardo verso il domani. La complessità dei mercati e l’incertezza sull’andamento eco-

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nomico futuro richiedono all’imprenditore alberghiero/ristoratore di dotarsi di strumenti e competenze (tecnologici e non) che gli possano permettere di analizzare in profondità la propria azienda e di cercare di rendere l’assetto dei propri costi quanto più flessibile. In questo scenario riteniamo che ogni struttura debba dotarsi di un sistema di controllo di gestione, unica leva che gli consenta di riequilibrare l’assetto

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to in cui bisogna mettersi in discussione e mettere in discussione gli altri, anche ricercando forme di collaborazione con partner terzi per poter definire un nuovo standard di mercato. È questa la nuova filosofia aziendale che Gestor sta portando avanti da molti mesi, nonostante la crisi pandemica che ha colpito il nostro Paese, non ci siamo fermati, abbiamo creduto sempre in una ripresa forte e decisiva e per questo abbiamo studiato nuove strategie e nuovi servizi. Dopo due anni di stop delle attività fieristiche in presenza, abbiamo deciso di partecipare, iniziando proprio dalla grande fiera Hospitality di Riva del Garda. È un segnale di ottimismo e di fiducia nella capacità di ripartenza del nostro settore. In linea con i protocolli di sicurezza, produttori, aziende e operatori di diversi territori sono ritornati alle tradizionali attività di business, traendo ispirazione dai trend di consumo per rilanciarsi sul mercato. Un’altra area di grande evoluzione all’interno della nostra strategia commerciale è quella della strada della digitalizzazione, con attività destinate allo sviluppo del nostro software per servizi sempre più rivolte ai nostri soci.

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SUL TERRITORIO LA SQUADRA DEI CONSULENTI GESTOR SUL TERRITORIO SI ALLARGA! Da febbraio 2022, Alessia Loss è la nuova referente per le zone del Primiero. La Signora Loss fornirà ai Soci consulenze personalizzate per ottimizzare gli acquisti, informandoli direttamente di ogni novità ed iniziativa della Cooperativa; sarà a disposizione anche di tutti gli operatori che vorranno avvicinarsi al mondo Gestor, fornendo loro tutte le informazioni e le modalità per entrare a far parte della realtà del Gruppo d’Acquisto. La mail per contattare direttamente Alessia è referentegestor@primiero.com. Potranno essere programmati anche appuntamenti in presenza, previa prenotazione, presso la sede di Primiero Iniziative a San Martino di Castrozza (Via Angelo Guadagnini, 29). Ricordiamo che il Signor Egidio Bertolini (consulente@gestor.it) resta a disposizione per tutti i Soci e gli operatori delle Valli di Sole, di Non, di Fassa, di Fiemme e dell’Alta Rendena.


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economico dell’azienda, ed è per questo che abbiamo pensato di mettere a disposizione tutto quanto necessario al nostro socio. Gestor è attenta costantemente ad aiutare i soci per quel che riguarda eventuali situazioni un po’ critiche di liquidità. Per policy aziendale Gestor si sostituisce al socio nei pagamenti verso i fornitori e questo ha fatto sì che nel periodo di pandemia nessun fornitore si è visto bloccati i pagamenti. Il meccanismo sicuramente aiuta l’imprenditore in crisi e lo mette in condizione di ripartire, poiché riduce esponenzialmente la possibilità che il Socio venga segnalato in centrale rischi e/o fallisca, permettendogli di mantenere il know-how acquisito ed affrontare la ripartenza senza trascinare con sé situazioni debitorie penalizzanti.

Ovviamente non mancano le preoccupazioni per le recenti problematiche umanitarie e geopolitiche legate alla guerra Ucraina-Russia, il momento è di profondo dolore per la tragedia umanitaria in corso, e di preoccupazione per la portata di questi eventi. Sicuramente tutto quanto sta succedendo fuori dal nostro Paese sta già facendo sentire segnali negativi nella sfera economica delle aziende. La crisi energetica è la nuova trincea. Il rialzo

dei prezzi delle bollette per famiglie e imprese sta diventando insostenibile. In questo nuovo campo di battaglia, il ruolo di Gestor non si ferma. Accanto a tutte le altre iniziative introdotte negli ultimi mesi, è importante focalizzare l’attenzione del Gruppo anche per quanto riguarda la sfera degli aumenti nel campo dell’energia. Per approfondire questo tema, in collaborazione con professionisti del settore, organizzerà a breve un webinar informativo.

UN GRANDE BENVENUTO alle 14 strutture che negli ultimi mesi hanno aderito a

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Courmayeur (AO)

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HOTEL OMAMA

Aosta (AO)

HOTEL LE MIRAMONTI

La Thuile (AO)

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San Martino di Castrozza (TN)

RESIDENCE T04-CASA LUCIA

Ledro (TN)

HOTEL GRAN PARADIS

Campitello di Fassa (TN)

HOTEL DIANA

Pollein (AO)

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Gestor torna alla fiera ‘Hospitality’ di Riva del Garda Una veste nuova per far conoscere il modello unico di una cooperativa strategica

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sei anni dall’ultima partecipazione, Gestor è tornata, lo scorso marzo, alla fiera “Hospitality - Il salone dell’accoglienza” di Riva del Garda, una delle manifestazioni di settore di maggior rilievo nazionale ed internazionale. Rispetto agli anni passati, quando la cooperativa si presentava come contenitore di imprese e aziende locali, offrendo ai propri fornitori uno spazio per esporre e promuovere la propria attività, quest’anno si è pensato di aderire con uno stand dedicato

ai servizi e alle offerte, allo scopo di far conoscere sia il marchio Gestor, sia i servizi collegati e i numerosi benefici a cui hanno diritto i Soci. L’obiettivo era quello di mettere al centro l’offerta, evitando la dispersione che caratterizzava le iniziative precedenti al 2017, ultimo anno di adesione alla fiera prima della pandemia. Lo stand della cooperativa è stato pensato in modo tale da creare uno spazio di incontro non solo ideale, ma concreto e accessibile, per i numerosi imprenditori e albergatori


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che di anno in anno aderiscono alla manifestazione fieristica, in modo da permettere una diffusione più ampia possibile delle informazioni relative alla cooperativa. I servizi, le collaborazione, la rete dei fornitori e il sistema di controllo delle spese, assieme ai tanti rapporti istituzionali instaurati nel tempo e alle piattaforme dati implementate negli ultimi anni, sono stati al centro della proposta fieristica di Gestor, che, anche in questo caso, ha saputo dimostrare come il proprio modello aziendale risponda adeguatamente alle attuali sfide del mercato ricettivo e della ristorazione, proponendosi come un punto di riferimento strategico per gli acquisti. Chi veniva appositamente per incontrare gli esperti, oppure chi si imbatteva nello stand, trovava così modo di conoscere la vera veste della cooperativa e di avvicinarsi ad un mondo di servizi dedicato, dialogando con i consulenti. Lo stand di Gestor era allestito accanto a quello dell’Assocazione degli albergatori del Trentino (Asat) e della Federalberghi Garda Veneto, all’interno del padiglione dedicato agli enti di settore. La particolare collocazione ha permesso di rinsaldare le collaborazioni esistenti e di stringerne di nuove. Inoltre, durante le giornate era presente la formatrice e scrittrice Rosa Melchiorre, autrice del libro “Coaching a 5 stelle. Da albergatore a imprenditore”, per presentare il volume e fornire consulenza ai soci.

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A due passi dal cielo I rifugi del Trentino: un’importante realtà economia

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ono 150 circa i rifugi alpini presenti sul territorio provinciale. La maggior parte sono stati costruiti fra la fine del XIX secolo e l’inizio del Novecento, come presidi montani. Il loro scopo era quello di offrire un riparo agli alpinisti impegnati in escursioni, soprattutto in caso di avverse condizioni meteorologiche. Quindi molto semplici e spartani sia nella costruzione, che nei servizi offerti. Dopo il primo conflitto mondiale, nel corso del quale molti rifugi assunsero il ruolo di veri e propri avamposti strategici, la loro funzione divenne più mirata verso lo sport alpinistico, per acquisire, dopo la metà del secolo scorso, anche una forte attrazione tu-

ristica. Si tratta generalmente di strutture semplici dove lo spazio è spesso misurato e condiviso con gli altri, i servizi e le comodità ridotte all’essenziale pur adeguandosi sempre più agli standard alberghieri. Caratteristica che li contraddistingue è la socialità che si instaura fra i suoi frequentatori, improntata alla condivisione e alla solidarietà, valori caratteristici della gente di montagna. La vita del rifugio, del resto, è sempre stata improntata alla semplicità, al piacere dello stare assieme, del relazionarsi con le altre persone, del vivere la stessa passione, gli stessi timori, le stesse fatiche. È forse questa la vera essenza delle strutture alpine trentine, che parla soprattutto a


coloro che vogliono ritrovare le cose semplici e genuine, il contatto con gli altri e il contatto con la natura e con sé stessi. Negli ultimi decenni, tuttavia, la fisionomia del rifugio ha subito notevoli cambiamenti cercando di avvicinarsi sempre più allo standard dei servizi offerto dalle abitazioni e dagli stessi alberghi, pur mantenendo la funzione principale, ovvero offrire un riparo e ristoro a quanti, solitamente a piedi, li raggiungono. Ciò ha portato i rifugisti ad ottimizzare i propri servizi, puntando sulla qualità dell’offerta e sull’efficienza dei rifornimenti scegliendo i migliori prodotti offerti dal mercato. Per questa ragione, le strutture alpi-

ne associate alla cooperativa Gestor sono in costante aumento. Dai rifugi Viel del Pan e Ciampac (a Canazei), passando per il rifugio Sass Becè, per arrivare al rifugio “Treviso” (Tonadico), senza scordare i rifugi “Rosetta-Pedrotti” (San Martino di Castrozza), “El Zedron” (Pozza di Fassa), Rifugio Lago delle Malghette (Madonna di Campiglio), la rete dei gestori trentini associati è sempre più ampia, proprio per le caratteristiche di accoglienza che le strutture in quota stanno assumendo sempre di più. Molti dei

FONDATO NEL 1876

SCARSITA’ E RINCARI CRONACA

TENSIONI NEL MERCATO ALIMENTARE

Ancora una volta possono mettere in discussione le capacità di fare business delle aziende locali.

gestori fanno parte dell’associazione “Rifugi alpini del Trentino” i cui associati recentemente hanno rinnovato le proprie cariche nominando alla presidenza per la prima volta una donna: Roberta Silva (a cui dedichiamo un’intervista nelle prossime pagine). Oltre ai citati, fanno parte delle strutture alpine associate anche i rifugi veneti “Scoiattoli” e “Ospitale” (di Cortina d’Ampezzo), il rifugio passo Staulanza (sul Zoldo Alto) e i rifugi Lagazuoi 2.752 e Lago d’Ajal (sempre a Cortina d’Ampezzo).

TUTELATI CONTRO SCARSITA’ E RINCARI FUTURI

Il Fassa Coop Ingross in collaborazione con Gestor vuole essere ancora una volta vicino a te

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Creare obiettivi comuni per il bene della montagna A tu per tu con Roberta Silva, nuova presidente dei rifugi alpini del Trentino

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er la prima volta dalla sua fondazione, l’Associazione rifugi del Trentino, incardinata nell’Associazione degli albergatori del Trentino (Asat), ha eletto alla presidenza una donna, Roberta Silva, che gestisce il rifugio Roda di Vaèl, sul Catinaccio. Gestor l’ha incontrata per discutere del futuro del settore, capire quali saranno le linee guida del suo operato e quale innovazione porterà all’interno dell’ente.

Signora Silva, anzitutto rileviamo un cambio di passo dell’Associazione, i cui rappresentanti sono stati fino ad oggi solo uomini. Che effetto Le fa ricoprire questa carica come prima presidente donna? «Sono molto onorata di questa carica: è una carica importante e significa impegno per tutta la nostra categoria che, per quanto fatta di piccoli numeri,


è molto ampia e variegata. Il fatto di essere la prima donna a ricoprirla mi fa sentire ancora di più la responsabilità di tale compito». Si aspettava la nomina? «Anche se è pur vero che all’interno del precedente direttivo, e quindi per l’ultimo triennio, ero stata eletta vicepresidente, non mi aspettavo certo la nomina a presidente: il mio obiettivo al momento della ricandidatura era semplicemente quello di poter far parte ancora del direttivo, per portar avanti il lavoro svolto fino a quel momento. Sicuramente, viste le dipartite di vecchi consiglieri, e quindi l’ingresso di nuovi nomi, c’era la possibilità che, essendo tra le più “anziane” del gruppo, potessi essere eletta ma, come detto, è stata una decisione di gruppo e presa in totale confronto durante il primo direttivo».

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Che eredità raccoglie dal suo predecessore, Ezio Alimonta? «Un’eredità pesante, considerato che Alimonta ha guidato l’Associazione per molti anni, avendo sviluppato anche ottimi rapporti con tutti gli attori della montagna e con le Istituzioni: era ormai la persona che immedesimava l’Associazione, conosciuto e stimato da tutti. Questo però può essere solo di stimolo per me, e di conseguenza anche per il nuovo direttivo, a proseguire al meglio nel lavoro svolto fino ad oggi, studiando e realizzando nuovi obiettivi che possano portare benefici per tutta la nostra categoria».

Quali sono i suoi obiettivi e che cosa farà per migliorare i rifugi? «Il primo obiettivo è quello di creare un gruppo coeso (il nuovo direttivo) e desideroso di lavorare per crescere e migliorare. Successivamente l’idea è di avvicinare il maggior numero possibile di rifugi all’Associazione - attualmente, su 145 rifugi, solo una novantina sono iscritti - e di riuscire a dialogare ancora di più con tutti gli attori del territorio per creare obiettivi comuni per il bene della montagna, cosa che potrà essere solo di beneficio per la nostra categoria. Non meno importante sarà il dialogo con tutti gli associati, perché sono la nostra linfa e perché solo col confronto e con il dialogo possiamo lavorare su obiettivi di interesse per tutti noi».

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IN FOTO MOD. FRESIA

Come è diventata una rifugista e perché questa scelta? «Sono diventata rifugista quale compagna di una guida alpina già Gestore di rifugi da anni: mi ha fatto scoprire un mestiere nuovo e mi sono subito innamorata di questa vita e dell’essenza dell’accoglienza tipica dei rifugi».


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I N T E R V I S TA

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Dopo la pandemia sempre più turisti visitano la montagna: chi sono i nuovi escursionisti? «Durante la pandemia si sono avvicinati tanti giovani; prima venivano i nonni con i nipoti, oppure i genitori con i bimbi piccoli, ma mancava la fascia centrale dei giovani adulti. Durante gli ultimi due anni, anche questi ultimi hanno visto la montagna come una possibilità di vivere in libertà: aria fresca, contatto con la natura e fuga dal caos. Molte di queste persone però non hanno le basi o le conoscenze dei “vecchi alpinisti”, e saremo noi a dover far capire i giusti comportamenti per vivere la montagna rispettandola e in sicurezza».

Da più parti si parla di destagionalizzazione per allungare le aperture dei rifugi. Ritiene la proposta una meta perseguibile per il futuro? «La destagionalizzazione, ove possibile, è già in atto da anni in molti rifugi. Vorrei fare presente che, relativamente alla stagione estiva, per molti

rifugi è più facile allungare la stagione in autunno che aprire in anticipo a maggio, perché, sebbene le intenzioni non manchino, è la situazione neve a influire notevolmente sulla possibilità o meno di aprire prima. Anche in inverno diversi rifugi si stanno attrezzando per aprire in alcuni periodi, oppure per estendere il servizio durante i weekend».

© Michele Pilati

Entrando nel dettaglio, può anticiparci quali saranno i nuovi servizi che metterete in campo? «Stiamo ultimando il nuovo sito e abbiamo aperto un canale WhatsApp per comunicare con i soci, assieme ad un canale Telegram aperto al pubblico per una comunicazione più diretta su temi istituzionali, tra cui le aperture, le criticità sull’accesso al rifugio, problematiche varie e la ricerca di personale».



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Tamara Bertolussi: il rifugio, una scelta di vita Al Lagazuoi, quota 2.752 metri

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amara Bertolussi è una rifugista che ha scelto di vivere in quota, al Lagazuoi 2752, nello splendido paesaggio delle montagne ampezzane a diretto contatto con la natura, ma con l’innato spirito di ospitalità e accoglienza che contraddistingue la gente di montagna. Una “rifugista d’arte” si direbbe oggi, che ha raccolto, assieme al fratello Mattia, un’eredità lunga più di 50 anni, inaugurata nel 1964 dal nonno Ugo, che portò lassù a 2.752 metri un punto di riferimento per tutti gli alpinisti della zona. Prima del 1963 sulla cima del Lagazuoi non esistevano che i resti di una terribile

Guerra Mondiale e un punto trigonometrico dove ora sorge il rifugio. A seguito di diverse salite estive ed invernali, nonno Ugo e un gruppo di amici particolarmente lungimiranti decisero di investire nella costruzione di una nuova funivia che avrebbe dovuto portare gli sciatori sulle piste più lunghe di quegli anni. Gli studi sui passaggi estivi sulla strada delle Dolomiti sul Passo Falzarego contribuirono a sostenere la fattibilità del progetto. Fu così che il nonno e la nonna Alda decisero di abbandonare la tranquilla vita di paese per costruire, tra la primavera del 1964 e il settembre 1965, un rifugio sulla cima del Lagazuoi. Alda ha seguito


IL PERSONAGGIO

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il marito con amore e grande senso del dovere, portando con sé la conoscenza della cucina locale e il senso dell’ospitalità rivelatesi la base del successo nella gestione di un rifugio. Dopo varie sistemazioni, il rifugio è poi passato alla seconda generazione con il figlio Ugo e la moglie Alma che hanno portato avanti l’impresa avviata dai genitori con amore e dedizione, ma anche con sacrificio e duro lavoro. Oggi siamo alla terza generazione con Tamara e il fratello Mattia, ma lo spirito è rimasto quello dei nonni. L’amore per queste incredibili montagne, patrimonio mondiale Unesco, li ha spinti a migliorare l’accoglienza per riuscire a trasmettere il valore di vivere a contatto con la natura e di incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo. Nel lavoro, poi, Gestor rappresenta un aiuto significativo - come afferma la stessa rifugista - in particolare, sostiene, per la «rete dei fornitori». Il rifugio, aperto da giugno ad ottobre e da dicembre a marzo, si trova in un punto strategico perché accessibile da tre direzioni: dalla val Badia, da Cortina e dall’Agordino. Si raggiunge agevolmente dalla funivia che sale dal passo Falzarego, attraverso un sentiero piano percorribile anche dai disabili. Quello dell’accesso all’ handicap è un punto sul quale Tamara insiste perché la struttura offre tutti gli accorgimenti per far godere le bellezze delle Dolomiti a tutti e rendere anche a questi ospiti un soggiorno piacevole con servizi facilmente accessibili. È stata creata persino una passerella per consentire l’accesso alla “Croce” in vetta. Altro punto rimarcato da Tamara è la sostenibilità ambientale della struttura, un argomento importante perché vuo-

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Alma e Guido con i figli Mattia e Tamara

le sottolineare il rispetto che la famiglia ha sempre rivolto alla natura in modo da permettere a chi frequenta queste montagne di trovare il giusto equilibrio fra modernità e natura incontaminata. Il riscaldamento avviene in parte con i pannelli solari e in parte a gasolio, grande attenzione si dedica anche allo smaltimento dei rifiuti, portati a valle dopo essere stati differenziati e trattati, mentre i rifornimenti avvengono in elicottero (quelli stagionali e voluminosi) e con la funivia (quelli giornalieri). Ma come è la vita di una rifugista? «Qui si sta bene perché si è in mezzo alla natura e a queste splendide montagne, patrimonio dell’Unesco. Con il lavoro siamo impegnati tutto il giorno. Ovvio, è

una vita di sacrificio, ma si fa volentieri e le soddisfazioni non mancano. Non cambierei modo di vita: è stata una scelta». Ci sono difficoltà particolari? «Direi di no, grandi problemi non ci sono, siamo bene organizzati, certo bisogna mettere in conto che dopo le 17 la funivia è chiusa. È un po’ un disconnettersi dal mondo e vivere in tranquillità e amicizia. E in caso di emergenze come ci si comporta? «Per eventuali situazioni di emergenza il collegamento a valle è garantito da un quad e poi c’è un soccorso alpino molto efficiente e sempre disponibile». Che tipo di clientela frequenta il rifugio? «Abbiamo moltissime presenze di stranieri e, a parte questi ultimi due anni, la stagione è buona. In inverno la clientela è costituita in prevalenza da presenze giornaliere. Da qui partono due piste da sci. In estate invece registriamo presenze di due o tre giorni, legate alle passeggiate sulle montagne». Lei è socia Gestor, come giudica il servizio offerto dalla Cooperativa? «Molto bene. Sono socia da più di cinque anni e devo dire che sono soddisfatta e ciò vale anche per quanto riguarda il rapporto con i fornitori che lavorano con Gestor. Insomma, è una rete che funziona davvero bene».


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Spirits e cioccolato Un connubio perfetto

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lzi la mano chi non ha mai gustato un cioccolatino con note alcoliche: dai più commerciali ai più raffinati prodotti da case famose che hanno fatto del connubio cacao-spirits un abbinamento di gusto ricercato e particolare che non finisce mai di stupire. Distillati e cioccolato sono da sempre considerati ingredienti che stanno bene assieme e su questo abbinamento si è creata una filiera di accostamenti variegata che va dal classico cioccolato e rum, ai più svariati tipi di distillati in una fusione di caratteristiche e di aromi che rendono perfetta l’unione.

Certo, deve trattarsi di ingredienti di alta qualità: per il cioccolato si tratta di scegliere quello più adatto e che offra le note aromatiche più appropriate; a ciò si presta in modo particolare quello fondente con alta percentuale di cacao. Allo stesso tempo, per vini e distillati la scelta deve necessariamente cadere su prodotti che sappiano bilanciare i sapori, senza confondere aromi e note gustative dell’uno o dell’altro. Di norma, il cioccolato al latte si abbina molto bene con i vini liquorosi, mentre il cioccolato fondente si sposa con i distillati, quali grappa, scotch oppure il noto e apprezzato connubio con il rum.


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Per una perfetta degustazione gli esperti consigliano di iniziare con un breve sorso della bevanda prescelta, per poi passare al cioccolato lasciandolo sciogliere lentamente in bocca.

Quindi si può ripetere l’operazione fino a terminare con il liquore. Tra gli abbinamenti perfetti del cacao con i distillati, vi è quello con la grappa. In questo caso, si preferisce

la grappa invecchiata, accostata a del cioccolato fondente, preferibilmente ad alta percentuale di cacao, in modo tale da bilanciare perfettamente i due sapori ed esaltarne il gusto.


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Lassù sulle montagne… La presenza efficiente e puntuale di Gestor anche in quota

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ontinua ad allargarsi la famiglia dei soci Gestor che espande la propria presenza, non solo nelle regioni limitrofe, ma anche in alta montagna a servizio di molti rifugi alpini. Il dato interessante è che la presenza della cooperativa è stata, anche in questo caso, giudicata efficiente e puntuale, pur dovendo opere in zone disagiate e con collegamenti non certo agevoli. Il dato emerge dalle interviste che abbiamo fatto ad alcuni rifugisti associati, che si sono detti molto soddisfatti del servizio offerto dalla cooperativa. Il rifugio “Rosetta” a 2.581 metri, sul bordo occidentale dell’ altopiano delle Pale, proprio sopra all’abitato di San Martino di Castrozza, è sicuramente

posto in una delle zone più suggestive delle montagne trentine. Lo gestisce Mariano Lott che, assieme a Roberta e Petra, garantisce un servizio per l’intero arco dell’anno: con presenze soprattutto in estate, ma anche nel periodo invernale e punte di affluenza nelle festività: Natale, carnevale e in tutti i fine settimana. La clientela invernale è costituita prevalentemente da escursionisti italiani, anche grazie alla vicina funivia (15 minuti) , che magari si fermano solo per il pasto. Molto più intense le le presenze e diverso anche il target nel periodo estivo, costituito quasi esclusivamente da turisti stranieri. Quest’anno la pandemia ha influito in maniera notevole. “Tranne il fine settimana e le festività - ci confida Mariano


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Rifugio Rosetta, Pale di San Martino

Locanda di Ospitale, Cortina d'Ampezzo © Shutterstock - MoLarjung

- la stagione invernale non è stata un gran che”. Ma la stagione estiva alle porte si preannuncia buona: “Abbiamo già molte prenotazioni - afferma - soprattutto da turisti stranieri”. Ma come è la vita in un rifugio tutto l’anno? “Noi stiamo bene in quota - conferma Lott - certo, ti deve piacere la montagna anche se non ci sono tutte le comodità. I rifornimenti avvengono in elicottero, solo il pane e la carne li portiamo a spalla al rifugio. L’approvvigionamento energetico avviene, per adesso, con un gruppo elettrogeno dotato di un sistema di smaltimento dei fumi molto ecologico, che ci consente di riscaldare anche l’acqua. Il riscaldamento ambientale è invece fornito dalle stufe a legna fra cui una Holle”. I rifornimenti al “Rosetta”, a quanto riferitoci dal gestore, avvengono solo attraverso fornitori Gestor, in maniera complessa ma efficiente: tutti i camion vengono radunati lo stesso giorno e alla stessa ora nella piazzola dell’elicottero a Passo Rolle. La merce viene caricata sull’aeromobile e poi trasportata al rifugio. Ciò avviene generalmente ogni 15 giorni, e, per evitare sprechi, al ritorno l’elicottero carica i rifiuti, che non vengono mai abbandonati in quota. Sul servizio, Lott si dice pienamente soddisfatto: “Prendiamo solo rifornitori Gestor, perché si tratta di una cooperativa efficiente, conveniente e puntuale. Dovendomi approvvigionare da rifornitori veneti (data la posizione del rifugio) i prodotti sono soprattutto da quel territorio, anche se non manco di chiedere sempre qualche specialità trentina”. La “Locanda di Ospitale”, nell’Ampezzano è un rifugio un po’ atipico, come ci dice Alberto Menardi, che però deve questa classificazione al fatto che storicamente ha sempre rappresentato un presidio montano che offriva riparo e accoglienza ai viandanti che dal nord scendevano in Veneto. Lo stabile venne costruito dapprima come malga e solo successivamente trasformato in ospizio per accogliere i pellegrini e viandanti che transitavano nell’area e fornire loro viveri e generi di conforto. Si narra che fosse punto di passaggio dei crociati diretti a Venezia, e più tardi come stazione di cambio dei cavalli, che forniva anche aggiuntivi per affrontare la forte pendenza della strada. Una lunga tradizione di accoglienza e ospitalità che ha mantenuto anche adesso, pur diventando un locale di alto livello

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Rifugio Viel del pan, passo Fedaia


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e molto frequentato grazie all’impegno e alla professionalità di cinque persone - Federica in cucina, Stefania in sala, Claudia che cura il bar e l’accoglienza, Alberto che segue l’amministrazione e Luca la comunicazione - che nel 2000 hanno rilevato un’attività che oggi dà lavoro ad altre 18 persone. Il primo anno di attività si è rilevato particolarmente promettente: “Al di sopra di ogni aspettativa e possiamo dirci siamo contentissimi - ci conferma Alberto. - La pandemia ha influito poco sulle presenze, forse per qualche straniero in meno. La stagione invernale è andata molto bene: abbiamo registrato una notevole affluenza di clienti, anche di gente locale, e ciò vale soprattutto nei fuori stagione. Ci sono sere, ad esempio, in cui abbiamo registrato oltre 140 prenotazioni per cena”. Il giudizio per quanto riguarda il servizio offerto da Gestor è, poi, lusinghiero. “Mi trovo benissimo - tiene a precisare il gestore - e sono contento per l’opportunità che ho di scegliere i prodotti, provare fornitori nuovi e soprattutto di poter operare con fattura unica. Anche per quanto riguarda gli acquisti di nuove attrezzature ho trovato nella cooperativa un supporto di grande aiuto”. La crescita di Gestor in Veneto ci viene confermata da Menardi, che è anche un amministratore della società.- “Solo a Cortina - spiega - sono già più di 20 le aziende associate, una trentina nel Bellunese. Sono stato io a portare Gestor in zona, e la sua grande espansione è favorita anche dal fatto che si sono associati sempre più fornitori bellunesi, invogliando molti albergatori ad associarsi”. Il rifugio “Viel del Pan” prende il nome dall’omonima strada che collega il passo Fedaia con il passo Pordoi. Un sentiero

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che corre lungo tutta la montagna e che veniva usato dai commercianti di farina del bellunese per attraversare le valli più rapidamente, senza dover scendere a fondo valle. Si tratta di uno dei tracciati più facili e spettacolari delle Dolomiti, da dove si può godere una vista straordinaria della Marmolada e di una natura affascinante e incontaminata, tanto da divenire un percorso d’obbligo, non solo degli appassionatati della montagna, ma anche per turisti e ciclisti, rappresentando un percorso di mountain-bike fra i più conosciuti in Europa. In questa splendida cornice naturale si trova la struttura ricettiva. Aperta nel 1952 come vendita di panini e piatti caldi è andata nel tempo ad assumere sempre più importanza quale punto di riferimento per gli amanti della montagna, diventando sempre più grande e confortevole, fino alla ricostruzione completa, avvenuta nel 2003. I fratelli Attilio e Giuseppe Dantone hanno fatto di questa struttura, un esempio virtuoso di accoglienza confortevole pur mante-

nendo intatti i principi dell’ospitalità in quota e il rispetto dell’ambiente. Il rifugio, aperto da metà giugno a settembre, si raggiunge esclusivamente a piedi: il sentiero consente il solo passaggio di un piccolo trattore agricolo per i rifornimenti e lo smaltimento dei rifiuti, rigorosamente differenziati. Pur essendo collegato alla rete elettrica, il rifugio dispone di servizi autonomi: riscaldamento a gasolio e in parte a pannelli solari e fotovoltaici, mentre l’acqua viene fornita tramite una pompa in loco, e i reflui smaltiti a valle attraverso una rete fognaria costruita appositamente. Attilio è un socio Gestor perché, ci confida, “ho sempre creduto che stare assieme costituisce una grande forza e ciò vale anche per gli acquisti”. “Assieme siamo una potenza - aggiunge - e ciò vale anche per acquisti lo vedo anche con l’albergo che gestisco ad Alba di Canazei. Un solo consiglio darei ai colleghi associati: più rigore da parte di tutti nel rivolgersi prevalentemente ai nostri fornitori”.


Olio extravergine E L I S I R D I LU N G A V I TA GRAZIE AI POLIFENOLI

Per le sue straordinarie proprietà salutistiche e nutrizionali, l’olio extravergine di oliva è considerato un vero e proprio elisir di lunga vita, oltre che essere un pilastro della dieta mediterranea. Nella letteratura scientifica ci sono numerosi studi che hanno dimostrato le proprietà benefiche dell’olio extravergine di oliva legate soprattutto alla presenza di polifenoli, sostanze che hanno una forte attività antiossidante e combattono i radicali liberi proteggendo l’organismo dai processi infiammatori. I polifenoli, oltre a caratterizzare l’olio da un punto di vista organolettico, sono in grado di inibire i processi di trasformazione tumorale delle cellule e rappresentano un’arma utile per combattere tutte le malattie croniche che ricono-

scono nell’ossidazione e nell’infiammazione la loro causa primaria, fra cui il diabete e diverse malattie dell’apparato cardiovascolare. L’azione antiossidante dei polifenoli e di altri composti dell’olio extravergine di oliva, fra cui la vitamina E, influisce anche positivamente sull’ipertensione arteriosa, migliorando l’elasticità dei vasi sanguigni e svolge un’azione protettiva nei confronti di alcuni tipi di cancro. I polifenoli sono anche in grado di migliorare il metabolismo, riducendo i valori di colesterolo e trigliceridi. Le quantità di olio di oliva consigliate per una assunzione quotidiana sono comprese tra i 20 e i 40 grammi al giorno ed è essenziale che sia extravergine (EVO) e di ottima qualità.


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FOCUS

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Alla ricerca dell’energia perduta Dalla micro-cogenerazione un valido aiuto per le aziende e per l’ambiente

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MICHELE CONCI Studio Tecnico Perito Industriale

empo di crisi energetica e tempo di ricorrere a tutti gli espedienti per risparmiare combustibile. La guerra in Ucraina ha aperto una fase nuova - probabilmente irreversibile - nell’uso delle risorse energetiche che, pur avendo come punto di approdo le fonti rinnovabili, rimane ancora vincolata all’uso del fossile. La scommessa di oggi è dunque quella di diminuire nel tempo l’uso di gas e di petrolio, riducendo al contempo la dipendenza estera. Fra le tante proposte ve n’è una che, per le sue tecnologia, affidabilità e sicurezza, merita di essere segnalata: la micro-cogenerazione. Si tratta di un processo di produ-

zione di energia elettrica e di calore attraverso un solo impianto. Pur non essendo una tecnologica particolarmente nuova, dato che trova già ampio impiego negli Stati Uniti (dove è diffusa addirittura dagli anni Cinquanta) e in molti Paesi del nord Europa, negli ultimi tempi è tornata sotto i riflettori come opportunità di risparmio per le aziende e per chi necessita di mantenere gli impianti in funzione in modo continuativo. In parole molto semplici, il principio di funzionamento degli impianti di micro-cogenerazione si basa sul recupero di quella parte di energia termica che va solitamente perduta nella produzione di energia elettrica. Riunendo in un solo


impianto elettricità e calore, si riesce a ridurre considerevolmente la dispersione e, negli impianti di ultima generazione, si riesce a portare la resa energetica complessiva sino al 90%, con benefici significativi dal punto di vista ambientale, per non parlare del risvolto economico. Tecnicamente, un cogeneratore produce energia elettrica dall'energia meccanica impressa all'alternatore dal motore primo e, utilizzando il gas di scarico e il calore prodotto dallo stesso, attraverso complessi scambiatori di calore che, nel recuperare il calore prodotto dal motore e dai fumi di scarico, riscaldano l’acqua per usi civile. Il vantaggio principale della micro-cogenerazione è quello di ridurre il consumo dell’energia primaria impiegata, con un miglioramento del rendimento che può raggiungere punte elevate, con risparmi anche del 40%. Tuttavia, questo tipo di impianti permettono anche di immettere energia elettrica nella rete, riducendo in modo significativo il ricorso a quella del mercato. Infine, vi è spesso una minore immissione nell’aria di sostanze inquinanti, contribuendo così anche a quel cammino di indipendenza energetica di cui si accennava in premessa. In genere gli impianti di micro-cogenerazione vengono installati dove c’è utilizzo contemporaneo di energia elettrica e termica, come, ad esempio, industrie o aziende artigiane, ospedali, alberghi, supermercati, oppure magazzini. È opportuno rilevare come questo sistema rappresenta una soluzione vantaggiosa solo quando c’è una richiesta continua nel tempo di energia termica e di energia elettrica. Esistono, tuttavia, anche micro-cogeneratori di uso abitativo, il cui funzionamento è lo stesso di quelli industriali, con una ridotta potenza dell’impianto (per decreto-legge, capacità di generazione massima non superiore a 50 kilowatt). Sono impianti di piccole dimensioni che, producendo primariamente energia termica (a differenza di quelli della grande industria), non hanno necessità di essere allacciati a infrastrutture urbane, ma che possono funzionare in maniera autonoma, per singola unità immobiliare. Per capire la giusta dimensione dell’impianto di cui si necessita è sempre opportuno rivolgendosi ad aziende specializzate. Va sottolineato che tutti questi impianti godono di incentivi statali e provinciali.

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R U B R I C A A S S I C U R AT I VA

La stabilità del bilancio d’impresa, come affrontare i rischi Le assicurazioni possono essere una risposta alle incertezze nel settore turistico

è

ormai un dato di fatto che la guerra, seppure distante migliaia di chilometri dall’Italia, abbia dato un colpo alla ripresa che stavamo iniziando ad assaporare. Le disdette, che già erano entrate nell’ordinario quotidiano sono cadute rovinosamente su alberghi ed esercenti del territorio, già provati dall’ormai consolidata prassi delle prenotazioni last-minute, che hanno ridotto al dimenticatoio i flussi di cassa di un tempo. I turisti della Federazione russa e quelli provenienti dai Paesi limitrofi, che da qualche

anno iniziavano a vedersi con regolarità nei principali luoghi di villeggiatura italiani, hanno iniziato a disertare le nostre strutture. Del resto, i riflessi negativi della guerra si estendono ben oltre i confini territoriali dei Paesi belligeranti e coinvolgono ogni cittadino europeo, diffondendo quella sensazione di incertezza e precarietà che non lascia molto spazio a benessere e vacanze. Torna quindi prepotentemente alla memoria il commento, qui pubblicato pochi mesi fa, sull’importanza della stabilità del bilancio di un’impresa.


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R U B R I C A A S S I C U R AT I VA

Per quanto possibile, sarebbe utile che le compagnie di assicurazione affrontassero coraggiosamente questo argomento, partendo dal concetto stesso di rischio che costituisce l’elemento principale che determina il loro stesso business. Il rischio connesso alla stabilità del bilancio di un’impresa può, sebbene solo in parte (non potendosi l’assicurazione accollare il cosiddetto rischio d’impresa), essere risolto o quantomeno affrontato al meglio tramite la sottoscrizione di un contratto assicurativo adeguato. Alla base della riflessione vi è il fatto che oggigiorno l’albergo subisce fluttuazioni di fatturato che risultano strettamente legate ad eventi esterni all’esercizio ricettivo e, soprattutto, dettate da elementi fuori dalle responsabilità e dal controllo dell’albergatore. Il ramo assicurativo ministeriale esiste, si chiama perdita pecuniaria. La valutazione sul piano giuridico, l’indispensabile approvazione delle autorità di controllo ed una valutazione dei potenziali benefi-

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ci per le parti, sono gli step necessari. Ma, a monte, solo l’iniziativa degli intermediari, pronti ad interpretare le esigenze dei loro clienti assicurati, può dare una spinta decisiva all’ini-

ziativa, spiegando chiaramente quanto l’azienda turistica italiana, oggi più di ieri, abbia bisogno di supporto e di mutualità del rischio.

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AGENDA

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L'agenda

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D EGLI APPUN TA ME NTI I N T R E N T IN O

Le iniziative delle Pro loco trentine, una primavera alla riscoperta del territorio Manifestazioni, feste ed eventi legati a tradizioni locali per ripartire dopo la pandemia

d

opo due anni di restrizioni dovute alla pandemia, con l’annullamento di gran parte delle iniziative della tradizione locale, tornano gli appuntamenti delle Pro loco trentine, con alcune delle manifestazioni più attese dai residenti e dalle persone che visitano il Trentino nei mesi primaverili. Come sempre, gli even-

ti in agenda, promossi da gruppi di volontari locali, animati spesso dal solo desiderio di far conoscere ad un pubblico più ampio bellezze e peculiarità di borghi e abitati locali, rappresentano un’occasione unica per scoprire consuetudini di un passato agricolo, eccellenze agroalimentari o luoghi lontani dai più frequentati circuiti turistici.

La riduzione dei contagi registrata negli ultimi mesi ha comportato il venir meno di molte delle disposizioni introdotte per garantire la salute pubblica. Tuttavia, considerato il momento particolarmente difficile, consigliamo ai nostri lettori di verificare lo svolgimento dell’iniziativa e le modalità di partecipazione prima di mettersi in strada

APRILE

Festa dell’asparago bianco di Zambana Zambana, a partire dal 23 aprile

Festival gastronomico alla scoperta dell’asparago bianco di Zambana, prodotto di eccellenza della zona rinomato per la sua bontà, e del territorio dove nasce attraverso degustazioni accompagnate da vini locali, esperienze di raccolta, “show cooking”, visite ai campi e alla borgata. Promosso dalla Pro loco di Zambana.


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AGENDA

Bacco Barocco Ala, il 22, 23 e 24 aprile

Il borgo barocco di Ala apre le porte dei suoi sfarzosi palazzi settecenteschi e invita a degustare i preziosi vini spumanti, bianchi e rossi custoditi nelle sue 11 cantine vinicole. Protagonisti dell’evento saranno i palazzi del centro storico di Ala che diverranno sede di spettacoli, conferenze e degustazioni enogastronomiche. Promosso dalla Pro loco di Ala.

Di maso in maso Lavis, il 25 aprile

Un percorso di 13 chilometri in dodici tappe tra le caratteristiche geometrie dei paesaggi vitivinicoli delle colline avisiane, fermandosi negli storici insediamenti tipici di questo territorio: i masi. Si tratta di splendide strutture rurali dove scoprire e assaporare i prodotti della terra e le specialità culinarie a chilometro zero. Organizzato dalla Pro loco di Lavis.

Palo della Cuccagna Castello Tesino, il 25 aprile

Torna, dopo 30 anni, il palo della cuccagna, una manifestazione della tradizione trentina organizzata in occasione della festa patronale di San Giorgio. Le squadre partecipanti dovranno scalare il palo alto nove metri e strappare il premio posto in cima. Vince la squadra che raggiunge per prima l’agognato premio. Promosso dalla Pro loco di Castello Tesino.

GIUGNO

Gran Carnevale di Storo, edizione estiva Storo, 4 giugno

Il cuore dell’evento è rappresentato dalla sfilata di gruppi mascherati, con lo scopo di rallegrare il paese e di promuovere l’offerta turistica del territorio. Quella in scena quest’anno è la 53esima edizione dell’iniziativa ideata dalla Pro loco di Storo.

Adesenfesta San Michele all’Adige, dal 4 al 5 giugno

Weekend di festa nel borgo di San Michele all’Adige con attività ludiche, come l’arrivo delle zattere storiche lungo il fiume Adige e stand gastronomici delle associazioni nelle vie del centro storico del paese. Non mancheranno mostre, esibizioni e concerti di gruppi “live”. Organizza la Pro Loco di San Michele all’Adige.

De volt ‘n cort Aldeno, 17, 18 e 19 giugno

Manifestazione enogastronomica, con le associazioni che organizzano punti di ristoro nelle corti di Aldeno e proposte culturali e di animazione per tutti, come bancarelle ed esposizioni degli hobbisti e attività per bambini. Promuove la Pro loco di Aldeno.

Memorial Albino Longhi Campodenno, 18 giugno

Torneo di calcio con le vecchie squadre per ricordare Albino Longhi, già sindaco di Campodenno, che tanto ha fatto per il suo paese. L’evento sportivo sarà accompagnato da un momento enogastronomico, con i tipici piatti della tradizione nonesa. Pro Loco Castel Belasi.

Disfida dei Ciusi e dei Gobj Trento, il 26 giugno

Dopo la “Ganzega dei Ciusi e dei Gobj”, prevista l’11 giugno, e il corteo storico del 17 giugno, il 26 giugno la città di Trento ospiterà la storica sfida tra le due fazioni, nell’ambito delle Feste Vigiliane. Si tratta della rievocazione di un’antica contesa tra gli abitanti di Trento e di Feltre per la polenta, ispirata ad un episodio accaduto realmente nel VI secolo e poi rappresentato in modi e forme diverse fino alla metà del XIX secolo. Il gioco tra le due squadre si sviluppa nella lotta senza esclusione di colpi per raggiungere il paiolo della polenta. Sia i Ciusi, sia i Gobj sono coordinati da un re e da tre capitani, che dirigono le azioni degli schieramenti. A cura della Pro loco del centro storico di Trento.


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IL PRODOTTO

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Frutta secca: un’iniezione di salute e di energia Un superfood utilizzato anche nell’alta ristorazione

è

prevalentemente durante le festività che fa la comparsa sulle nostre tavole la frutta secca. Un alimento spesso sottovalutato, ma di grande importanza sia sotto il profilo nutritivo - è ricco di minerali, vitamine e proteine vegetali - sia nel bilanciamento della dieta. Eppure, a ben guardare, la frutta secca è ormai entrata a pieno titolo sulle nostre tavole. Mandorle, noci, nocciole, pinoli, pistacchi, arachidi, semi di girasole, sesamo, lino, semi di zucca e anche castagne, si trovano ormai quoti-

dianamente, seppur in diverse preparazioni e forme. Basta pensare alla più famosa crema di cacao italiana, che deve il suo successo mondiale alla presenza, nell’impasto, delle nocciole. E ancora: ai pinoli nel pesto genovese, alle arachidi nelle salse, al sesamo nell’humus di ceci, ai semi di girasole, zucca e lino nel pane o sulle torte salate, alle noci nei dolci o in abbinamento con i formaggi e via dicendo. La frutta secca, che non va confusa con la frutta essiccata, riveste un’importanza fondamentale nella nostra dieta


sin dai tempi dell’antichità. Si ritiene infatti che semi e frutta con guscio furono i primi alimenti commestibili che potevano essere conservati a lungo, costituendo così una preziosa riserva di cibo per i periodi nei quali non si poteva contare sul raccolto, tanto da rappresentare anche un valore simbolico legato alla pianta da cui derivavano. La mitologia greca attribuisce agli Dei l’origine del mandorlo e del noce, mentre quella celtica considerava le nocciole contenitori di sapienza e di saggezza, capaci di procurare conoscenza delle arti e delle scienze segrete. Riferimenti al potere alimentare ed energetico della frutta secca si trovano anche più avanti nel tempo. Presso gli antichi romani mandorle, noci e nocciole rappresentavano un prezioso alimento sia nei banchetti, sia per garantire ai soldati, nei lunghi trasferimenti, una scorta alimentare sicura. La letteratura, poi, è piena di riferimenti al valore della frutta secca, anche sotto il profilo sociale, in quanto alimento capace di soddisfare le ricette più povere e di fornire un minimo di sostentamento alimentare. Emblematica in questo contesto è la questua delle noci di fra Galdino nei “Promessi sposi”. Oggi, quando si parla di frutta secca, s’intende in genere sia quella con il guscio, (come noci, nocciole, mandorle, arachidi, pistacchi, anacardi, pinoli), ricca di grassi buoni e povera di zucchero, sia quella polposa e disidratata con metodi naturali (quale uvetta, prugne, fichi, albicocche, frutti rossi,

mele o frutta esotica), in genere ricca di zuccheri e povera di grassi. I nutrizionisti solitamente attribuiscono maggior valore alla frutta con guscio, perché ricca di nutrimenti preziosi per la salute, inserendola come alimento importante ed essenziale nella dieta Mediterranea. Secondo uno studio del National Cancer Institute statunitense, inserire nella dieta giornaliera una moderata quantità di nocciole, mandorle, noci, noccioline o pistacchi, allunga la vita e riduce il rischio di sviluppare tumori e malattie cardiovascolari. In particolare, mangiare circa 30 o 40 grammi al giorno di frutta secca a guscio, all’interno di una

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dieta a basso contenuto di grassi saturi e colesterolo, contribuisce significativamente a ridurre il rischio di malattie cardiache e con esso una riduzione dei livelli di colesterolo. La frutta secca trova un largo impiego in cucina, anzi: è proprio ai fornelli che viene valorizzato ed esaltato il suo sapore, in quanto rappresenta un perfetto abbinamento per tutte le preparazioni. Fra le sue caratteristiche c’è quella di offrire equilibrio tra dolce e salato, prestandosi a preparazioni che possono adattarsi trasversalmente a tutte le portate di un grande ristorante, dall’antipasto al dolce, tanto da diventare un vero e proprio superfood. Si sposa benissimo agli antipasti, ai primi patti, alla carne, al pesce, al formaggio, alle insalate e al dessert contribuendo a dare un tocco di sapore e di creatività a molte ricette. Ma è soprattutto come snack che oggi trova largo impiego, adatto sia per adulti che per bambini. Un perfetto sostituto, a detta dei nutrizionisti, di merendine confezionate, ad alta densità calorica, ricche di zuccheri, grassi saturi ed additivi, ma vuote dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, la frutta secca trova largo impiego nelle cosiddette barrette energetiche, tanto care agli sportivi e a chi vuole sostituire un pasto con alimenti genuini e altamente energetici, nella preparazione dei gelati e nella dieta dei vegetariani e dei vegani.

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IL PRODOTTO


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R I C E T TA

Ingredienti per 4/5 persone

FRANCA MERZ Chef della Locanda 2 Camini di Baselga di Pinè

La ricetta Maltagliati di mais con cannellini e salsiccia

150 grammi mais (o farina di Storo)

60 grammi semola rimacinata

2/3 uova

un pizzico di sale

Per il sugo •

200 grammi cannellini secchi (o 250 in scatola)

400 grammi di salsiccia

350 grammi di pomodori

peperoncino, alloro, scalogno, olio EVO, grana

Procedimento Amalgamare gli ingredienti per la pasta, impastare e lasciar riposare l’impasto avvolto nella pellicola. Per il sugo, far appassire in padella con olio EVO uno scalogno affettato sottile, aggiungere i pomodori tagliati a tocchetti, un pizzico di peperoncino e i fagioli cannellini precedentemente cotti (mettere in ammollo se usate quelli secchi per almeno dodici ore, cuociono in pentola a pressione per 20 minuti con una foglia di alloro). A parte, in una padella antiaderente, sbriciolare la salsiccia per sgrassarla, unirla ai fagioli, assaggiare e correggere di sale. Stendere la pasta sottile, tagliarla a piacere e cuocere in acqua bollente salata per circa 10 minuti. Scolare ed versare nella padella del sugo. Mescolare bene ed aggiungere un giro d’olio EVO, distribuire nei piatti e - se piace - una spolverata di Trentingrana.


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