GestorNews aprile 2021

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N° 01 | APRILE 2021

Q U A D R I M E S T R A L E D I I N F O R M A Z I O N E D E L L A C O O P E R AT I VA T R E N T I N A D I A C Q U I S T I A L B E R G H I E R I S TO R A N T I


Il formaggio con la montagna nel cuore

Trentingrana è un formaggio tipico della tradizione casearia delle montagne trentine. La sua unicità nasce in allevamenti a carattere famigliare dalla passione e dalla fatica della gente di montagna. Viene prodotto con il latte di bovine alimentate esclusivamente con fieno e con mangimi NO OGM senza utilizzo di insilati: la filiera è garantita dalla tracciabilità e dai rigorosi controlli di tutte le fasi produttive. Trentingrana è un formaggio naturale, adatto a tutti, la cui dolcezza è la peculiarità più riconosciuta.

segui la nostra pagina “Trentingrana da gustare”

Gruppo Formaggi del Trentino - Val di Non (Trento) - tel. 0463.46.92.56 - fax 0463.46.87.61 - info@formaggideltrentino.it

wwwformaggideltrentinoit


EDITORIALE

Sommario 04 Gestor: le persone 06 Rubrica Gestor La ripartenza passa dalla digitalizzazione 08 Intervista a Failoni Failoni a Gestor, non lasceremo indietro nessuno 10

Focus Turismo in Trentino, attesa crescita esponenziale nei mesi più caldi

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Intervista a Concast Trentingrana Concast e Gestor, una sinergia all’insegna della produzione di qualità

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Il personaggio Una scommessa sul Monte Bondone: la famiglia Barbieri e l’ospitalità in quota

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Intervista Ospitalità e turismo, come la pandemia cambia gli spazi e l’offerta dei nostri alberghi

40 La ricetta Strudel salato con asparagi, pancetta e Fontal Val di Fassa

Anno VIII N. 1 aprile 2021 Quadrimestrale della Cooperativa GESTOR via Kufstein, 23 - 38121 Trento (TN) Tel. 0461 826506 – Fax 0461 976068 www.gestor.it – info@gestor.it Direttore Responsabile: Franco Delliguanti Registrazione n. 1358 – 7 maggio 2008 del registro stampa del Tribunale di Trento Realizzazione e stampa: Saturnia - Trento

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Gestor cambia volto e punta al futuro! Nuovi strumenti ottimizzati per garantire una qualità di servizio sempre più elevata

GIANNI PANGRAZZI Direttore

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ari Soci, nelle passate settimane abbiamo più volte ribadito l’importanza di impiegare la temporanea sospensione dell’attività per elaborare nuove forme organizzative e anticipare le esigenze che si stanno affermando nel mercato. Noi stessi ci siamo posti lo stesso proposito, cercando di migliorare l’offerta ed i servizi, razionalizzare gli strumenti a disposizione degli associati e garantire condizioni sempre più vantaggiose, assicurando risparmi reali per chi opera nel settore del turismo e della ristorazione. Oggi possiamo affermare che l’obiettivo è stato pienamente centrato. Il nuovo logo e il sito Gestor (www. gestor.it), completamente rinnovati, arricchiti e con una veste grafica più accattivante, hanno permesso di passare dalle iniziali 200 visite mensili online alle 1.600 attuali. Si è trattato di un cambiamento importante, che favorirà lo sviluppo del Gruppo di Acquisto generando interesse nel settore e intercettando nuovi imprenditori. Come avrete notato, poi, anche la grafica del nostro magazine ha cambiato

volto, puntando sulla semplicità e l’immediatezza, in modo da incuriosire ed interessare i lettori. Le novità non riguardano solo l’aspetto comunicativo: abbiamo recentemente concluso una profonda riorganizzazione interna, allo scopo di soddisfare le esigenze rilevate da nostri Soci e riprendere appena possibile le visite sul territorio. Proprio in questi giorni stiamo lavorando per mettere a disposizione dei Soci le nostre banche dati, complete degli andamenti statistici degli acquisti. Del resto, sappiamo bene come avere il pieno controllo dell’azienda, poter effettuare in qualsiasi istante l’inventario dei prodotti a disposizione e conoscere l’ammontare esatto delle uscite sia indispensabile per ogni imprenditore intenzionato a consolidare il proprio posizionamento sul mercato. Gli strumenti di analisi dei fatturati saranno presto disponibili sui profili personali degli Associati. Assieme allo storico delle fatturazioni, inseriremo anche lo storico delle statistiche degli acquisti ed il monitoraggio dei prezzi, in modo che ciascuno possa avere esatta contezza di quanto acquistato.


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EDITORIALE

Verranno messi a disposizione in modo puntuale tutti gli acquisti effettuati tramite Gestor dal 2018 ad oggi. Questi dati saranno estremamente importanti se incrociati con il bilancio di ciascuna Azienda e potranno fortemente aiutare nell’ottimizzare la gestione, ricavare indici di costo, correggere eventuali anomalie di consumo. L’innovazione non solo permetterà di osservare l’andamento dei propri acquisti nel tempo, ma consentirà anche di effettuare un’analisi precisa sul tipo di prodotto, di conoscere le quantità, il prezzo medio e quello puntuale. Nel prossimo mese di maggio la Cooperativa organizzerà degli incontri per far conoscere il servizio e per permettere ai Soci di utilizzarlo al

meglio. Ci tengo a sottolineare come, solo con Gestor, si potrà avere un sistema di monitoraggio così approfondito, globale e preciso. Più avanti, in questo numero, nell’articolo “La ripartenza passa dalla digitalizzazione” se ne parlerà più approfonditamente. A cavallo tra il mese di dicembre e lo scorso gennaio, infine, abbiamo rivisto completamente i contratti con i nostri fornitori. La nostra puntualità nei pagamenti, anche in un momento difficile come questo, ci ha permesso di ottenere accordi che realmente assicurano ai Soci i migliori prezzi sul mercato. Abbiamo rivalorizzato lo spirito della Cooperativa e pertanto tutti i Soci, in-

dipendentemente dalla dimensione, avranno accesso agli stessi sconti e agli stessi prezzi. Ovviamente, rimarrà in vigore il sistema premiale, che permette di ottenere ulteriori ribassi in relazione al numero degli acquisti effettuati. Un risultato importante, ottenuto da Gestor grazie alla forza negoziale di tutto il Gruppo d’Acquisto. Tutte le specifiche del caso sono illustrate in modo chiaro e accurato sul nostro sito online, che vi invitiamo a consultare. Come ha sempre fatto, anche nei prossimi mesi Gestor rimarrà al Vostro fianco, rafforzando la propria presenza e le visite sul territorio per ripartire, assieme.

Consulente SUL TERRITORIO Egidio Bertolini è il consulente Gestor per le zone delle Valli di Sole, di Non, di Fassa, di Fiemme e dell’alta Rendena. Il Signor Bertolini fornirà ai Soci consulenze personalizzate per ottimizzare gli acquisti, informandoli direttamente di ogni novità ed iniziativa della Cooperativa; sarà inoltre a disposizione degli operatori che vorranno avvicinarsi al mondo del nostro Gruppo d’Acquisto, fornendo loro tutte le informazioni e le modalità per entrare a far parte della realtà di Gestor.

Egidio potrà essere contattato direttamente all’indirizzo e-mail consulente@gestor.it


GESTOR E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA TRENTINE PENSANO A UN PIANO DI COLLABORAZIONE PER ESTENDERE AI PROPRI SOCI I RISPETTIVI VANTAGGI Mai, come in questi ultimi mesi

nuovo ed ambizioso progetto di

di dare forma e struttura alla

di epocale emergenza, si è fatto

collaborazione.

preziosa collaborazione sinergica

evidente come essere uniti

Nelle scorse settimane, si sono

tra queste realtà.

sia requisito essenziale per

tenuti i primi tavoli di lavoro

Gestor, per dare forza e valore

superare le difficoltà. La nostra

ai quali hanno partecipato,

a questi primi accordi e per

potenza, il nostro vantaggio,

oltre al Presidente Danilo

agevolare l’ingresso ai nuovi Soci,

stanno proprio tutti dentro al

Moresco e al Direttore Gianni

ha siglato con le Associazioni

principio che INSIEME SIAMO

Pangrazzi, in rappresentanza di

una Convenzione che prevede

PIÙ FORTI.

GESTOR, anche il Presidente

la riduzione significativa della

Gianni Battaiola ed il Direttore

quota di ammissione per tutte le

Sulla scorta di queste

Roberto Pallanch per A.S.A.T.

Strutture* che formalizzeranno

considerazioni, Gestor e le

ed il Presidente Gianni Bort ed

l’adesione a Gestor entro il

Associazioni di categoria

il Direttore Giovanni Profumo

31.12.2021.

A.S.A.T e CONFCOMMERCIO

per CONFCOMMERCIO

TRENTINO hanno ritenuto

TRENTINO; si è dato così avvio

Per informazioni e dettagli,

importante dare il via ad un

al percorso con l’obiettivo

scrivere a info@gestor.it

ROBERTO PALLANCH

GIANNI BATTAIOLA

GIANNI BORT

GIOVANNI PROFUMO

*Convenzione riservata alle Strutture Socie ASAT e/o CONFCOMMERCIO TRENTINO


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Gestor: le persone

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DANILO MORESCO Presidente Gestor

ari Soci, questo tempo trascorso, che ancora non possiamo dire di esserci lasciati alle spalle, è stato intenso, duro, a momenti davvero spaventoso. Ci ha tolto tanto, ma non la voglia di fermarci. Ci ha rinchiusi in casa ma non ha rinchiuso le idee e la prospettiva di un domani, sempre più vicino, che tornerà a girare, a funzionare. In questi lunghissimi mesi, Gestor ha lavorato per tenere solidamente in piedi questa preziosa realtà e, allo stesso tempo, ha lavorato per innovarsi e per rinnovarsi. Abbiamo inaugurato l’anno con il nuovo logo: un simbolo che racchiude valori, princìpi, impegni e speranze. Un simbolo per dare spazio ad un

futuro di respiri a pieni polmoni, di fiducia, di occasioni, di soddisfazioni. Abbiamo studiato un nuovo ed ambizioso progetto, che vedrà il suo debutto nel mese di maggio, che doterà i nostri soci di uno strumento inestimabile: i loro DATI D’ACQUISTO, online, sempre disponibili, organizzabili, confrontabili. Una miniera di informazioni che, se opportunamente analizzate e tenute in considerazione, si riveleranno indispensabili per una gestione di successo di ogni struttura. Contiamo che i mesi a venire saranno una rinascita e che quindi occorra farsi trovare pronti, per questo lo Staff di Gestor non ha mai smesso di fornire il proprio supporto e la propria operatività ai Soci, riorganizzandosi al


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proprio interno per garantire ogni servizio, anche da remoto. La realtà del nostro Gruppo di Acquisto è sempre

stata motivo di orgoglio per me. L’affiatamento e la passione dei collaboratori, così come il loro innegabile senso

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di appartenenza a Gestor, testimoniano la bontà e la forza di tutta la realtà aziendale.

ALESSANDRO ADAMI É a capo dell’Ufficio Commerciale di Gestor. È lui che, attraverso precise e dettagliate valutazioni, seleziona i fornitori partner e stipula i contratti assicurandosi che il miglior prezzo sul mercato venga garantito ai Soci del Gruppo d’Acquisto.

MARTINA MALFATTI É responsabile del settore Marketing e Comunicazione di Gestor. Si occupa, scrivendo, ideando, fotografando, di tutti gli aspetti di promozione e di informazione che riguardano il Gruppo di Acquisto e tutti i partner che con esso lavorano.

RAFFAELE PISCITELLI Affianca Alessandro Adami nei rapporti con i fornitori, all’interno dell’Ufficio Commerciale. Esperto di linguaggi informatici è coinvolto in prima linea nell’automatizzazione dei processi di rifatturazione e di analisi dei prezzi.

MARTINA SPAGNOLLI È responsabile delle Relazioni con i Soci. Si occupa di coordinare le visite territoriali, di fornire risposte, consulenze e assistenza agli Associati; promuove e segue, in ogni fase, l’adesione al Gruppo d’Acquisto delle nuove strutture.


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RUBRICA GESTOR

© Shutterstock di Didecs

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La ripartenza passa dalla digitalizzazione Il nuovo Gestor digitale

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GIOVANNA PARENTERA Responsabile Amministrativa Gestor

opo un anno, che ci ha visti quasi completamente impegnati nell’emergenza sanitaria, i prossimi mesi dovranno trovarci preparati ad affrontare i tanti problemi che questa situazione lascerà in eredità ma non potranno che essere anche i mesi della ripartenza e della rinascita, dobbiamo essere pronti a cavalcare l’onda. Dipenderà tuttavia da quanto saremo veramente uniti e dalla capacità di ridiscutere il modello sul quale è stato costruito oltre un ventennio di filosofia gestionale della Cooperativa Gestor.

Sono in molti, e noi fra questi, a scommettere sulla grande capacità di ripresa da parte del Paese, di cui il comparto alberghiero e della ristorazione, colpevolmente troppo ignorato e, purtroppo, colpito, possono essere un asse decisivo per la vera ripresa italiana, soddisfacendo il bisogno di un popolo desideroso di recuperare qualità di vita, di relazioni e di certezze: il popolo del turismo. Gli strumenti digitali possono fare tanto per il settore alberghiero e della ristorazione durante questo periodo di ripartenza. Si pensi per esempio alle app che consentono all’ospite di effettuare il check-in in autonomia e via web


al fine di limitare gli assembramenti o al cliente del ristorante di visionare e ordinare il menù con un tablet, ma anche ai pagamenti contactless attraverso lo smartphone, ai check-out veloci e assolutamente sicuri o agli infopoint digitali. Tutti strumenti utilissimi pensati apposta per ottimizzare le risorse di alberghi e ristoranti e per digitalizzare l’esperienza utente a 360°. Il risultato è una rivoluzione nel modo di gestire l’ospitalità in chiave fortemente innovativa, ma anche assolutamente sicura; la tecnologia consente quindi, ancora una volta, di far fronte alle sfide imposte dal Coronavirus garantendo la continuità del business. Gestor, sempre attenta e vigile sulle esigenze dei suoi soci, nell’oscurità dei lunghi mesi di pandemia, alternatasi tra smart working, riunioni e/o incontri in web, ha lavorato in sinergia con tutti i ruoli interni ed esterni per mettere in atto meccanismi idonei ad accompagnare sempre di più il socio nella gestione della sua azienda e, perché no, durante la delicata ma importante fase della rinascita. Siamo convinti che sia importante per tutte le attività capire come sfruttare il momento per rivedere il proprio modello di business in maniera remunerativa. Questo si può fare con gli strumenti di analisi adeguati. La pandemia ha dato il via ad un cambiamento epocale, vedremo gli effetti nei prossimi anni. Il ristoratore o l’albergatore deve avere il controllo della propria attività, serve una gestione predittiva. Per questo abbiamo studiato e collaudato un sistema altamente tecnologico attraverso un software sviluppato in-home che monitora in real-time gli acquisti di magazzino ed elabora reportistiche. Un’operazione che avviene in tempi rapidissimi e con estrema precisione. Ebbene, come già riportato nell’editoriale del Direttore, Gestor presenterà a breve a tutte le aziende associate questo nuovo strumento di lavoro: listini prezzi e sconti, promozioni, statistiche e comparazioni periodo su periodo, sono solo alcuni degli elementi di cui si compone il sistema, che potrà quindi soddisfare tutte le esigenze delle aziende Socie e, grazie alla flessibilità di gestione del software, fornirà importanti leve, attraverso le quali guidare l’imprenditore. Analizziamo nello specifico questo strumento nato da un’implementazione del nostro gestionale a favore dei soci. Ogni socio, all’interno della propria area riservata nel portale www.gestor.it, potrà, in tutta autonomia, gestire la statistica dei propri acquisti con possibilità di personalizzarla secondo le proprie esigenze: filtrandola per data, per fornitore, per gruppo merceologico. Inoltre, avrà la possibilità di ricercare il miglior prezzo all’interno dei listini per gestire al meglio la scelta dei prodotti da acquistare ed il monitoraggio del proprio magazzino che, come si sa, è estremamente importante nelle realtà alberghiere e ristorative. Infatti, un mercato aperto e dinamico, come quello in cui operano i nostri associati, e soprattutto la crescente competitività con le altre imprese ricettive impongono ai managers un profondo miglioramento dell’attività in termini di offerta, qualità del prodotto e qualità del servizio. La gestione degli acquisti è una delle principali componenti che caratterizzano un’impresa. I risultati ed i benefici che si possono ottenere con una gestione precisa rappresentano un importante controvalore monetario risparmiato dall’impresa.

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© Shutterstock di Diki Prayogo

RUBRICA GESTOR

Gestor è sensibile a queste esigenze e per questo, con il nuovo strumento messo a disposizione, vuol far sì che l’associato trovi una soluzione adeguata ad ogni situazione, soprattutto per gli articoli più costosi e con più basso indice di rotazione. C’è inoltre da enfatizzare un altro aspetto positivo derivante dall’introduzione del software: sarà sicuramente più semplice, per ogni azienda, tracciare, attraverso le statistiche personalizzate, le attività del proprio magazzino, verificare le risorse utilizzate e le giacenze sino a rendere quasi automatici gli ordini, tenendo sotto controllo costi e ricavi per una gestione efficiente dell’attività. Infatti, oltre a garantire un’accurata analisi dei costi e di accedere allo storico delle condizioni commerciali concordate da Gestor con i fornitori convenzionati, l’uso del nuovo strumento permetterà di calcolare il reale costo delle materie prime acquistate e l’incidenza sul bilancio. Non ultimo, sarà possibile tenere maggiormente sotto controllo il volume delle scorte, per comprendere più facilmente quando effettuare il riordino della merce. Inoltre, i dati consentiranno di condurre un’analisi più frazionata dei costi e dei ricavi consentendo di identificare più velocemente eventuali problematiche inerenti ad una singola area dell’impresa, analisi che non sarebbe possibile effettuare solo con i dati derivanti dal bilancio di esercizio che fornisce informazioni molto più sintetiche, anzi permetterebbe al manager di stilare bilanci preventivi precisi e veritieri. In conclusione, ci auguriamo che con il nuovo strumento messo a disposizione di tutti i soci Gestor, si possano ottenere grandi benefici dati da una gestione precisa e puntuale. L’accurato controllo degli acquisti, come già sottolineato, è fondamentale per assicurare successo ad ogni attività e le nuove fonti digitali di Gestor mirano proprio ad assicurare tale successo.


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© Shutterstock di Andrey Bayda

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Failoni a Gestor, non lasceremo indietro nessuno Assessore al turismo: “Poniamo le basi per un sostegno vasto, comprensivo, il più possibile capillare in tutto il Trentino”

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ROBERTO FAILONI Assessore all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo

a Provincia Autonoma di Trento e la Giunta provinciale faranno tutto ciò che è nelle proprie facoltà per garantire un adeguato sostegno alle categorie interessate. Un aiuto che deve essere il più possibile migliorativo e integrativo rispetto alle misure messe in campo a livello nazionale dal Governo». A pochi giorni dall’avvio dei provvedimenti previsti dal decreto Sostegni, l’assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni interviene con queste parole, nell’ambito di un intervento rilasciato in esclusiva a Gestor, per ga-

rantire il sostengo dell’amministrazione provinciale alle categorie economiche locali. Riportiamo di seguito, per esteso, l’intervento, da cui emerge la volontà di sostenere il tessuto imprenditoriale e occupazionale locale. «La pandemia da coronavirus sta colpendo duramente, ormai da oltre un anno, il tessuto imprenditoriale trentino. Un tessuto costituito da un grande insieme di forze produttive, che rappresenta uno dei pilastri a sostegno della nostra terra e della nostra autonomia. A creare valore per l’economia trentina sono numerose


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realtà, diverse tra loro, come diversi sono i settori economici. Ma sappiamo in particolare, in mezzo a questo vasto fenomeno che è la pandemia da Covid-19, quanto è drammatico l’impatto per il comparto del terziario e del suo indotto, fondamentale per l’economia di un territorio alpino come il nostro. Ristoranti, bar, locali pubblici, alberghi, negozi piccoli e grandi, attività commerciali, professionisti degli sport invernali, lavoratori stagionali e non: molte voci, mai anonime ma fatte di storie, di tenacia e impegno imprenditoriale o professionale, che sono parte di un disegno più grande, ora a rischio come non mai. È dunque una priorità per la Provincia autonoma di Trento e la sua Giunta fare tutto ciò che è nelle proprie facoltà per garantire un adeguato sostegno alle categorie interessate. Un aiuto che deve essere il più possibile migliorativo e integrativo rispetto alle misure messe in campo a livello nazionale dal governo. Ma cosa vuol dire, quindi, arrivati nel delicato passaggio tra inverno e pri-

mavera 2021, sostenere nel concreto l’economia del turismo e dell’ospitalità trentina? Il primo obiettivo della Giunta è pensare al tessuto imprenditoriale e occupazionale nella sua interezza. In parole più semplici, non lasciare indietro nessuno. Le risorse aggiuntive che la Provincia metterà in campo rispetto ai fondi statali saranno indirizzate a tutte le categorie coinvolte. Attraverso semplici formule, otterranno una risposta i professionisti del turismo invernale, ovvero i maestri di sci, così come le aziende del commercio e gli operatori turistici - dagli hotel ai piccoli privati dell’ospitalità - fino ai lavoratori. Includendo anche coloro che con impegno hanno provato a reimpiegarsi, magari temporaneamente, per non rimanere fermi. La Provincia pone le basi per un sostegno vasto, comprensivo, il più possibile capillare in tutto il Trentino. Composto da interventi semplici, con iter chiari e senza lungaggini burocratiche. Il pacchetto includerà diverse formule, incluse quelle fiscali, arrivando alle soluzioni per fare in modo che siano

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gli stessi cittadini ad alimentare il sostegno a negozi e attività della ristorazione. Bonus per acquisti, per pranzi e cene nei ristoranti: questa è una delle idee in campo. Tanti interventi, come si vede, che fanno parte di un piano coerente, finalizzato al supporto immediato nell’ottica di una crescita futura. Come ha già detto il Presidente Maurizio Fugatti, noi intendiamo “giocare la nostra partita” a sostegno del turismo e del commercio, ossia delle aziende e delle famiglie trentine. La Provincia di Trento ha il compito di “chiudere il cerchio con le migliori misure integrative possibili”. Questa è la priorità anche per l’Assessorato all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo che personalmente ho l’onore di guidare. Siamo consci a tutti i livelli dell’Amministrazione provinciale che è dalla capacità del nostro tessuto imprenditoriale e occupazionale di riprendersi pienamente dal colpo inferto dalla pandemia - dunque di tornare a generare pienamente valore e ricchezza - che dipendono il benessere della nostra Comunità e la forza della nostra Autonomia».


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FOCUS

© Shutterstock di DiegoMariottini

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Turismo in Trentino, attesa crescita esponenziale nei mesi più caldi Rossini (Trentino Marketing): “Spazi aperti e alta quota permettono naturale distanziamento”

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MAURIZIO ROSSINI Amministratore unico di Trentino Marketing

opo un inverno all’insegna del distanziamento interpersonale e delle chiusure, le persone ricovano la voglia di uscire di casa, nella speranza di una riduzione dei contagi tale da permettere una progressiva ripresa della normalità. Analisti ed esperti si stanno confrontando in queste settimane per capire cosa si potrà fare con l’arrivo del caldo, quali prospettive vi siano per trascorrere un’estate in serenità e sicurezza e in che modo si tornerà a viaggiare e a visitare i luoghi di villeggiatura. Nonostante l’incertezza, le aspettative sono molto alte, anche in ragione

delle rassicurazioni del commissario europeo al capo della “task force” sui vaccini Thierry Breton, che in un intervento pubblico ha parlato del raggiungimento dell’immunità di gregge a livello comunitario entro il mese di luglio e di un’estate in tutto «simile a quella dello scorso anno». Per comprendere in che modo anche il nostro territorio si prepara al ritorno del turismo, ci siamo rivolti all’Amministratore Unico di Trentino Marketing Spa, Maurizio Rossini, che ha tracciato un primo quadro, ancora dai confini incerti, sul prossimo futuro.


FOCUS

© Shutterstock di Christopher Moswitzer

Rossini, in questa situazione ancora complessa, con pochi segnali di miglioramento sul fronte epidemiologico, quali prospettive ci dobbiamo attendere per la primavera e l’estate ormai alle porte? La scorsa estate le montagne del Trentino dopo i lunghi mesi del “lockdown” sono diventate il luogo privilegiato in cui potersi muovere tra spazi sicuri, aperti e in cui respirare in libertà, all’ombra delle grandi foreste e delle vette dolomitiche. Oggi viviamo ancora una fase di grande incertezza: siamo nuovamente nell’emergenza con le chiusure delle nostre strutture ricettive per il secondo anno durante il periodo pasquale. C’è la percezione di una grande attesa, con la sensazione che, appena si potrà tornare a viaggiare, avremo una domanda molto alta verso il nostro territorio, in particolare stimolata dai grandi spazi aperti dei parchi e delle aree protette, dai laghi e dall’alta quota, dove vivere l’esperienza del territorio in un naturale distanziamento, il tutto in sicurezza e con una attenta organizzazione dei servizi da parte dei nostri operatori.

Lo scorso anno, quali tendenze erano emerse nel mercato? Nella cornice data da questa importante dote che il territorio può offrire, vi sono alcuni segmenti dell’offerta che sicuramente potranno avere un peso ancora maggiore, perché più direttamente associati ad un concetto di maggiore sicurezza. Mi riferisco agli appartamenti, la cui richiesta era cresciuta in maniera sensibile già la scorsa estate, ma che in diversi casi sta registrando una ulteriore specializzazione verso l’offerta di un “panel” di servizi indispensabili per il telelavoro, abbinato ad una vacanza nella natura e ad una proposta di attività “outdoor” davvero completa in ogni ambito. Da questo punto di vista registriamo anche tra gli stessi albergatori e nei campeggi un forte interesse a riorganizzare alcuni spazi, sia interni che esterni, da dedicare ad attività di questo tipo e ad ampliare quindi questa proposta sull’intero territorio. Il Trentino è sempre stata una terra attrattiva anche grazie ai tanti eventi, spesso di carattere culturale oppure folcloristico, offerti ai visitatori. Quest’anno ci potrà ancora essere spazio

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per queste iniziative? Sempre nell’ambito “outdoor” ci prepariamo ad una primavera e ad un’estate in Trentino nel segno dei grandi appuntamenti dedicati alle due ruote, per i quali al momento non abbiamo registrato controindicazioni in merito alla possibilità per il pubblico di assistere all’evento. Si parte ad aprile con il Tour des Alpes, dal 19 al 23 maggio, per passare alla quattro giorni in Trentino del Giro d’Italia, dal 24 al 27 maggio, che proporrà un passaggio sui passi dolomitici nella tappa con arrivo a Cortina e il trasferimento a Canazei. Il successivo giorno è previsto il riposo nella località della Val di Fassa, e poi la tappa tutta trentina da Canazei a Sega di Ala, che si potrebbe rivelare decisiva per la classifica, e infine la partenza da Rovereto della frazione più lunga di questa edizione della gara rosa. Si passa poi all’estate con i campionati del mondo di Mountain Bike in Val di Sole, dal 25 al 29 agosto, e infine l’appuntamento clou con i campionati europei di ciclismo, a Trento dall’8 al 12 settembre, che contiamo di poter promuovere, come una vera e propria proposta di vacanza in Trentino, tra i numerosissimi appassionati.


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Trentingrana Concast e Gestor, una sinergia all’insegna della produzione di qualità Due realtà assieme per la diffusione dei formaggi di qualità a basso impatto ambientale e a chilometro zero

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rentingrana Concast è un consorzio che riunisce i diciassette caseifici sociali del Trentino, i quali, a loro volta, associano circa settecento allevatori del territorio. Il latte conferito dai produttori rappresenta mediamente l’80% del totale prodotto, ogni anno, nella provincia di Trento. L’anima commerciale del consorzio è il Gruppo Formaggi del Trentino, la cui offerta è rappresentata dalle linee di

prodotto Trentingrana, Formaggi tradizionali e Burro trentino: un riferimento unico e sicuro per i clienti dei canali della Grande distribuzione organizzata (Gdo), Horeca e “Normal trade”, a garanzia della filiera e della tipicità di tutti i prodotti commercializzati. Il consorzio ha appena avviato una collaborazione con il Gruppo di Acquisto Gestor, per permettere ai Soci di accedere, attraverso un canale


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preferenziale, ai prodotti caseari del territorio, all’insegna di un’economia circolare a basso impatto ambientale e della valorizzazione delle specialità locali, sempre più richieste dai turisti come dagli stessi trentini. «Siamo entusiasti della collaborazione con Gestor, e saremmo onorati di poter servire i Soci con l’eccellenza dei nostri prodotti», afferma Federico Barbi, Direttore Commerciale di Trentingrana-Gruppo Formaggi del Trentino. «È infatti la nostra priorità quella di collaborare con le realtà locali, ed in particolare con il settore alberghiero e della ristorazione, che potranno utilizzare i nostri prodotti a chilometro zero, caratterizzati da qualità organolettiche uniche e da un profondo legame con la tradizione casearia trentina». Gli ingredienti che caratterizzano i formaggi prodotti dai caseifici associati, e li distinguono dai tanti presenti sul mercato, sono principalmente due: la montagna, intesa come un territorio dalle caratteristiche uniche, in grado di conferire sapori e profumi rari, e la passione degli allevatori, che si differenzia dai grandi stabilimenti per una grande attenzione nei confronti della qualità del prodotto e della vita degli animali. La sostenibilità, del resto, è un obiettivo prioritario per il consorzio, impegnato dalla sua nascita in una costante ricerca e miglioramento delle buone pratiche da attuare lungo tutto il ciclo produttivo, per salvaguardare l’ambiente naturale e la complessità ecologica alla base del prodotto finale. Gli allevatori contribuiscono in modo determinante alla salvaguardia del paesaggio, provvedendo allo sfalcio dei prati e alla cura dei pascoli di alta montagna, molto apprezzati anche dai visitatori e dai turisti. Lo sfalcio è un’attività complessa che ha una funzione fondamentale per il mantenimento della biodiversità, contribuendo al contrasto al dissesto idrogeologico ed evitando l’abbandono dei territori montani. Grazie al sistema cooperativo formato dalla rete di allevatori e caseifici, è così possibile portare avanti una tradizione lattiero-casearia centenaria, con una modalità di fare impresa che tutela il territorio e l’attività delle piccole realtà, con significative con-

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I N T E R V I S TA

seguenze sul benessere della popolazione locale e del territorio. La filiera dei prodotti di montagna non solo avviene interamente in ambito alpino, esclusivamente attraverso l’impiego del latte delle aziende zootecniche del territorio trentino (a cui si aggiungono alcune aziende in Comuni limitrofi dell’Alto Adige), ma si completa sullo stesso territorio locale, dove si trovano i Caseifici che lo lavorano secondo metodi artigianali tramandati da generazioni. Le protagoniste di questa produzione sono le stalle di piccole o di medie dimensioni, dove l’impegno quotidiano e la passione degli allevatori e delle loro famiglie assumono un ruolo fondamentale. L’alimentazione degli animali è molto controllata, e, secondo il regolamento volontario dei produttori che aderiscono alla filiera, è rigorosamente vietato l’uso di alimenti zootecnici contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm). Inoltre, non è possibile introdurre nella filiera alcun tipo di insilato, mentre le bovine si nutro-

no unicamente di erba fresca (approfittando dei pascoli durante la bella stagione), oppure di fieno sfalciato e cereali attentamente selezionati. Nella produzione dei formaggi, poi, non viene utilizzato alcun conservante né additivo. Gli unici ingredienti ammessi sono latte di montagna, il sale e, ovviamente, il caglio. La lavorazione all’interno dei caseifici avviene all’insegna della più completa naturalità, e si basa sui metodi della tradizione locale. Presente dall’origine della produzione, il consorzio è inoltre una garanzia di qualità, dato che assicura la completa tracciabilità del prodotto e svolge rigorosi controlli in tutte le fasi produttive. Il prodotto più rappresentativo del Consorzio e del Gruppo Formaggi del Trentino è certamente “Trentingrana”, uno dei formaggi trentini per eccellenza, che offre qualità organolettiche uniche all’interno della categoria dei formaggi duri stagionati. La sua caratteristica peculiare è la dol-

cezza: grazie al latte di montagna con cui è prodotto, infatti, si distingue per un sapore equilibrato, mai troppo sapido. Ciò lo rende un formaggio apprezzato da tutti e traversale in cucina. Insomma, sostenibilità economica e sociale, rispetto e tutela dell’ambiente, qualità e produzione a chilometro zero sono gli ingredienti che distinguono il consorzio, i cui prodotti tipici - assieme al “Trentingrana”, si contano formaggi tradizionali come il “Puzzone di Moena”, il “Vezzena del Trentino”, il “Casolet della Val di Sole”, oppure l’“Affogato di Sabbionara”, in vino rosso Enantio - si troveranno in tutti i caseifici associati, proprio grazie all’intesa con Gestor. «Sarà nostra cura - conclude al riguardo Barbi - assicurare una componente di servizio fondamentale per le strutture ricettive, ossia la capillarità distributiva: per rifornirsi, infatti, le realtà ricettive e della ristorazione potranno così usufruire anche dei punti vendita dei caseifici associati, ubicati in tutte le valli del Trentino».



casserurali.it


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©-Eleonora Meregalli

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Alto Garda, la ripartenza sarà all’insegna della vacanza attiva Il Presidente dell’Apt Marco Benedetti lancia un messaggio di speranza, per una stagione estiva di rilancio

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MARCO BENEDETTI Presidente APT dell'Alto Garda e Ledro

erritorio decantato da poeti e letterati, amato dalle élite del passato e luogo di vacanza per eccellenza, culla di cultura e luogo di scambio tra popoli, l’Alto Garda è sempre stato una meta di villeggiatura per eccellenza, grazie ad un clima unico e ad un paesaggio mozzafiato. Luogo dove tradizioni culinarie differenti si incontrano, il territorio, noto agli abitanti come “la Busa”, ovvero quello spazio compreso tra i Comuni di Riva del Garda, Arco e Torbole, circondati da lievi declivi o montagne a picco sul lago,

registra da anni una crescita quasi costante delle presenze turistiche, in ragione delle molteplici opportunità e della straordinaria bellezza dei luoghi, dell’ospitalità dei suoi abitanti e delle prelibatezze gastronomiche ottenute da una sapiente lavorazione dei prodotti autoctoni. Apprezzata anche dagli antichi romani, in particolare per le peculiarità climatiche, la zona è il territorio ideale per la coltivazione dell’olivo fin dall’epoca classica, da cui si ricava un olio di altissima qualità, ma anche di presidi gastro-


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I N T E R V I S TA

nomici unici, quali il broccolo di Torbole e la susina di Dro, ecotipo locale, oltre a diverse varietà di pesce lacustre, che si vanno a mescolare alla tradizionale cucina di montagna in un connubio senza eguali. Nel corso degli ultimi decenni, l’intera zona è diventata meta turistica per moltissimi cittadini del Nord Europa, in particolare provenienti da Germania, Austria e Svizzera, che rappresentano la maggioranza delle presenze durante quasi tutto l’arco dell’anno. Tuttavia, nell’ultimo anno, in ragione della pandemia e delle limitazioni agli spostamenti, il territorio dell’Alto Garda è stato riscoperto anche dal turismo domestico, ovvero italiani che hanno approfittato delle molteplici opportunità di vacanza offerta dalla zona per trascorrere un periodo di tranquillità immersi nella natura. Proprio per capire cosa ci dobbiamo aspettare dalla stagione in arrivo, abbiamo contattato il Presidente dell’Azienda di promozione turistica dell’Alto Garda e Ledro, Marco Benedetti, che ha confermato come l’ente sia già al lavoro da tempo in vista di una ripresa a pieno ritmo del turismo. Presidente, in che modo l’offerta dell’Alto Garda si distingue da quella del resto del Trentino, quali sono le specificità del territorio e in che modo riesce a intercettare i grandi flussi turistici visti negli anni passati? Per rispondere a questa domanda devo fare una premessa. Nel tempo il turismo è cambiato moltissimo, non solo nel nostro territorio, ma in generale ovunque. Assistiamo a persone e famiglie che

non si accontentano più di un semplice luogo di passeggio o balneazione, ma vogliono vivere un’esperienza diversa dalla consuetudine, rimanere stupiti dalle bellezze paesaggistiche e dedicare le giornate agli sport più amati. In questo senso, l’Alto Garda è differente da qualsiasi altro territorio, perché unisce opportunità diverse, grazie alla presenza della montagna e del lago. I pilastri della nostra offerta turistica sono complessivamente quattro, ovvero la vela, la bicicletta, l’arrampicata e il trekking. Stiamo parlando di discipline in grande espansione nel corso di questi anni, che raggiungono sempre più persone. L’ampia offerta e le opportunità del territorio, assieme al clima particolarmente mite, garantisce un flusso turistico constante, favorito anche dalla presenza sul territorio di un polo fieristico di rilievo. Chi sono gli amanti dell’Alto Garda, e quali tipi di turisti frequentano il territorio? Dal punto di vista statistico possiamo dire che il 60 per cento dei visitatori sono di madrelingua tedesca e sono turisti affezionati, che tornano di anno in anno sapendo di trovare un’accoglienza e un’offerta di alto livello. Si tratta di persone mediamente giovani, coppie sportive o famiglie con figli in tenera età, ma non mancano anche amanti del riposo e della tranquillità con un’età più avanzata, che per tradizione trascorrono la bella stagione nell’Alto Garda. Negli ultimi tempi, in ogni caso, sono in crescita i visitatori dall’Est Europa, in particolare da Paesi come la Polonia, la

Repubblica Ceca o dai Paesi Baltici, e non mancano i turisti dal Regno Unito. Gli italiani sono minoritari, circa al 18 per cento del totale. Lo scorso anno vi è stata tuttavia un’inversione di tendenza, proprio grazie alla pandemia, che ha permesso di riscoprire i territori più vicini a casa. Quest’anno ci si può aspettare una ripresa generalizzata del turismo, magari ancora con una presenza forte di turisti italiani? Per il momento, rimane un punto interrogativo. Come ambito territoriale siamo avvantaggiati rispetto ad altre zone italiane che dispongono di un’offerta turistica limitata ad un solo prodotto. Nella piccola stagione estiva del 2020 siamo riusciti a raggiungere grossi numeri, anche in ragione della vicinanza del mercato tradizionale a cui ci rivolgiamo (visto che per raggiungerci non è necessario prendere un areo). Quest’anno speriamo di fare altrettanto, se non di più. Come vede il futuro del territorio dell’Alto Garda: cosa andrebbe cambiato e in che modo per intercettare nuove tendenze e rimanere competitivi a livello internazionale? Credo che la parola chiave del futuro debba essere sostenibilità. Un concetto che andrebbe declinato in tutto, a partire dalla tutela del nostro ecosistema, fino al miglioramento della rete di collegamento ciclopedonale e viaria in generale. Tra le opere che ritengo fondamentali per lo sviluppo locale, perché chiesta da abitanti e turisti, vi sono i collegamenti ciclabili, non solo tra i diversi Comuni, ma anche a livello di sentieristica nel verde, dato il prendere piede della Mountain-bike. Poi sarebbe utile ripristinare il collegamento ferroviario, verso Rovereto e la Valle dell’Adige, per migliorare i trasporti e permettere ai visitatori di raggiungerci senza utilizzare l’automobile. Considerato il territorio, questi sono secondo me i punti su cui puntare maggiormente, ricordando che la mancanza di arteria ad alta percorrenza hanno permesso di mantenere alto il livello qualitativo dell’offerta del territorio, escludendo l’Alto Garda da un turismo di massa.


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La birra artigianale, gusto e profumo del territorio In Trentino oltre cento etichette create negli ultimi anni grazie a innovative combinazioni di acqua di fonte ed essenze locali

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ra le più diffuse ed antiche bevande alcoliche del mondo, la birra è conosciuta sin dalla preistoria. Dai primi passi della bevanda a base di malto d’orzo, di strada ne è stata fatta e, stando ai dati raccolti nell’ultimo decennio, l’industria birraria è diventata un affare di proporzioni globali, con consumi che fruttano, a poche grandi multinazionali, entrate superiori ai 350 miliardi di euro all’anno. Sebbene negli ultimi anni l’industria birraria abbia ampliato enormemente i propri mercati, puntando soprattutto su quelli emergenti, come l’America La-

tina e l’Asia (soprattutto in Cina), il primato dei consumi spetta ancora all’Europa, dove si stimai una richiesta pari a 72 litri pro capite all’anno. Proprio per questa ragione, da alcuni anni a questa parte, alla grande industria birraria (caratterizzata da poche compagnie), si sono affiancate numerose realtà artigianali, che producono birra di alta qualità e dal gusto particolare, declinando aromi e sapori in varie versioni, con una grande attenzione ai prodotti locali e alle peculiarità dei territori d’origine. In Trentino, nel corso degli ultimi anni, sono nate diverse piccole aziende, cre-


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ate da appassionati e amanti della bevanda, che hanno puntato su materie prime di alta qualità, creando piccole produzioni di altissima qualità, spesso lontane dalla grande distribuzione. Il territorio alpino, del resto, si presta in modo particolare per una produzione di eccellenza, fondamentalmente per due ragioni: la disponibilità di acque provenienti da fonti di montagna, quindi microbiologicamente pure, e la presenza di un ambiente naturale che permette di coltivare in proprio ingredienti di alto livello qualitativo. Attualmente, le imprese trentine si caratterizzano per una produzione di nicchia, particolarmente apprezzata dai palati fini e dagli intenditori, che sempre più vanno alla ricerca di prodotti genuini, di eccellenza e dal gusto non scontato. Nel complesso, si contano una quarantina di realtà, quasi tutte nate dopo il Duemila, che producono birra sul territorio provinciale. Il boom di nascita di queste piccole aziende, contraddistinte da una ricerca approfondita degli ingredienti migliori per definire il gusto proprio di ogni valle e ambito territoriale montano, si lega all’incremento dei consumi fra le giovani

generazioni registrato in questi ultimi decenni, a cui corrisponde un progressivo calo nel consumo di vino. Ad oggi, tutte le birre in produzione contando le diverse etichette lanciate da ogni azienda, vi sono oltre un centinaio di birre differenti sul mercato - si differenziano tra loro per modalità di realizzazione, ingredienti, affinatura. Nel campo, si può dire che la fantasia dei mastri birrai non trovi limiti, con proposte che potrebbero sembrare audaci. Del resto, accanto alla riscoperta dei tradizionali metodi di produzione artigianale, alla cura e alla scelta oculata delle materie prime, si affianca la personalità e il gusto che il maestro birraio conferisce ai propri prodotti in un mix di tradizione, di passione e

di ricerca sempre più sofisticato. Con un mercato in forte ascesa, ci si può attendere nei prossimi mesi un aumento della domanda anche a livello locale. Ciò potrebbe portare all’emergere di etichette o marchi specifici. Del resto, la pratica di rintracciare i prodotti tipici e di nicchia di ogni territorio italiano, in grado di raccontare, attraverso il gusto, una peculiarità tutta locale è ancora in forte ascesa. Così, al pari di quanto è avvenuto negli anni passati con nuovi brand a livello nazionale ed internazionale, non è da escludersi l’affermarsi di una nuova realtà, in grado di raccogliere un successo di mercato più ampio rispetto a quello attuale, andando oltre i semplici confini provinciali o regionali.

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IL PERSONAGGIO

Una scommessa sul Monte Bondone: la famiglia Barbieri e l’ospitalità in quota Tre generazioni di albergatori impegnati nello sviluppo della montagna della città di Trento

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asce a Trento, a metà del secolo scorso, la tradizione alberghiera della famiglia di Alberto Barbieri, oggi proprietario dell’hotel Montana a Vason: un punto di riferimento importante per gli amanti dello sci e della natura a due passi dalla città. La famiglia è tra i primi Soci di Gestor, a cui ha aderito con convinzione fin dai primi giorni. «Attraverso la cooperativa disponiamo di un garante che cura i nostri interessi, con la

forza di un grande e affidabile acquirente», spiega il titolare. La storia imprenditoriale della famiglia Barbieri, originaria dei colli bolognesi, inizia a metà degli anni Trenta quando la prozia Rita acquista l’hotel “Bristol”, un palazzo austroungarico in stile liberty nel cuore della città di Trento, all’angolo fra l’attuale via Alfieri e via Torre verde. A quel tempo, non c’erano molti alberghi nel capoluogo, e i migliori si trovavano nei pressi della stazione (come l’an-


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tico «Grand Hotel Imperial», oggi noto come Palazzo della Provincia). L’hotel «Bristol», con le sue sale luminosi e gli arredamenti sfarzosi, rappresentava il punto di riferimento per le feste cittadine di un certo livello e per la residenza invernale di molti notabili trentini che scendevano in città. Nei ricordi di Alberto, allora molto piccolo, ci sono ancora immagini indelebili di questo storico albergo: le ampie sale, l’arredamento dell’epoca e un lussuoso ascensore “Schindler” in legno con il divanetto all’interno della cabina. Fu l’alluvione del 1966 a segnare la fine di questo importante albergo cittadino. Ma nelle sale del “Bristol” nacque nel 1964 anche l’idea di sfruttare turisticamente il Monte Bondone con un incontro tra l’allora sindaco di Trento, Nilo Piccoli, Nino Graffer, pioniere delle seggiovie, e Vittorio, il padre di Alberto. Il progetto era quello di offrire ai trentini uno sfogo turistico a due passi dalla città, in un ambiente incontaminato e di grande pregio ambientale, al contempo attrezzato sotto il profilo dei servizi. La scelta non fu facile: richiedeva coraggio, implicava rischi e ammetteva molte incognite sotto il profilo finanziario. Alla fine, prevalse il coraggio, e, nel 1964, al valico del Vason, nacque l’hotel “Montana”, che prende ispirazione dal nome della località svizzera di Crans-Montana, nel Cantone valesse. Per costruire l’albergo venne scelto un terreno che, all’epoca, non era altro che un pendio. Lavorando a stretto contatto con l’ingegnere Giulio Dolzani, Vittorio cercò di capire come sfruttare le potenzialità di questo versante del Bondone. Nacque così l’idea di strutturare l’albergo intorno a una torre esagonale, aperta alle bellezze del paesaggio su tutti i lati. Una scelta in anticipo sui tempi che,

in un colpo solo, superava i corridoi lunghi e bui che erano l’elemento distintivo di ogni hotel del periodo. Per molti anni il «Montana» ha conservato il suo inconfondibile aspetto, diventando un punto di riferimento per il

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territorio, grazie anche all’insostituibile contributo di nonna Tina, “stella dell’albergatore”. Negli ultimi anni l’hotel sul Monte Bondone è stato al centro di grandi cambiamenti. Alberto è subentrato a Vit-


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IL PERSONAGGIO

torio nella conduzione dell’albergo e, sotto la sua guida, la struttura ha cambiato volto. I due blocchi dell’hotel sono stati uniti da un nuovo corpo centrale. L’edificio è stato alzato di un piano, il ristorante ampliato e sono state costruite nuove camere. Questo nuovo corso ha trasformato l’hotel in un vero e proprio “Family Mountain Resort”, una formula caratterizzata dai numerosi servizi offerti agli ospiti. Auditorium, palestra e “miniclub” si uniscono alla completa e confortevole area “wellness” dell’albergo, facendo del “Montana” una delle più complete strutture ricettive del Monte Bondone. Il tutto, senza perdere la vocazione all’accoglienza che ha caratterizzato da sempre la storia della famiglia. Del resto, vi è un legame particolare che lega la famiglia Barbieri al Monte Bondone, e non si tratta solo di tradizione, ma di vero affetto verso questo territorio. Oggi sono tre le proprietà alberghiere della famiglia: due in funzione e una in via di ristrutturazione.

Fu ancora il signor Vittorio, agli albori della cooperativa, ad aderire con entusiasmo e convinzione a Gestor, su indicazione di uno dei fondatori. «Si risparmia - soleva dire - non solo denaro, ma si evitano le trattative, che possono anche piacere, ma sottraggono tempo all’attività. E poi abbiamo un garante che fa egregiamente i nostri interessi qualora ci fossero problemi, con la forza dei grandi consumatori». Da allora, la famiglia è sempre rimasta convintamente all’interno della cooperativa. «Racchiudere in una sola persona proprietario e gestore - confida Alberto - consente una maggiore capacità di decisione e una più realistica programmazione dell'attività. Ma è anche una sfida continua, un modo di contrapporsi a una decadenza della montagna che sembra inarrestabile, nell’apparente disinteresse delle istituzioni locali». Sul perché il Monte Bondone, con le sue attrazioni e un ambiente invidiabile, in

parte preservato intatto, non sia mai decollato sotto il profilo turistico, il titolare ha una sua ipotesi. «E’ una lunga storia - spiega - che risale ancora all’epoca fascista, quando fu deciso di accorpare tutti i sobborghi (che allora erano comuni) alla città di Trento. Sopramonte, Sardagna e Baselga di Bondone e Vigolo, che non hanno mai digerito questa decisione. Quando Nilo Piccoli negli anni Sessanta lanciò il Monte Bondone come destinazione turistica, gli abitanti della zona si sentirono espropriati dei loro territori. Sopramonte, tuttavia, conservò la sua identità anche attraverso l’Asuc, che, tranne poche eccezioni, possiede buona parte dei terreni della montagna, e si frappone nelle scelte strategiche. Questo però non giustifica il lungo disinteresse dell’amministrazione comunale: il rilancio della montagna c’è in tutti i programmi elettorali, ma poi tutti se ne dimenticano». Se i problemi non mancano, non tutto il male viene per nuocere. Negli ultimi mesi, complici le limitazioni agli spostamenti regionali, il Monte Bondone sta vivendo una nuova stagione turistica, fatta di escursionisti locali che riscoprono le sue bellezze a pochi chilometri da casa. «Pur muovendosi solo all’interno del Comune si può riscoprire uno splendido ambiente - aggiunge Alberto - fatto di passeggiate in un ecosistema bello e incontaminato e di trascorrere una giornata sulla neve anche con gli impianti chiusi. Un’opportunità colta anche da noi, che abbiamo deciso di tentare l’azzardo e siamo diventati un simbolo di rinascita, dando un segnale positivo ai dipendenti e facendo riscoprire ai trentini il piacere della villeggiatura a due passi da casa».


Olio Extravergine di oliva e olio di oliva: quali sono le differenze? L’olio extravergine (o olio EVO) è l’emblema della Dieta

sono dei pregi dell’olio extravergine e definiscono la fre-

Mediterranea, elemento di storia, cultura, salute e benes-

schezza del prodotto.

sere, ma spesso non è così chiaro tutti quali sono i fattori

Se dalla prima spremitura l’olio presenta dei difetti o un’a-

che lo differenziano dall’olio di oliva.

cidità elevata, si procede con la raffinazione, un processo

Per olio extravergine di oliva si intende il prodotto ot-

che porta alla riduzione dell’acidità dell’olio, alla decolo-

tenuto dalla spremitura meccanica delle olive, raccolte

razione e all’eliminazione di qualunque odore.

solitamente tra ottobre e dicembre. Si tratta di una vera e

Tagliando l’olio raffinato con una quantità variabile di olio

propria “spremuta di olive”, un prodotto del tutto natura-

evo si ottiene l’olio di oliva. Questa tipologia di prodotto

le che non presenta difetti né all’olfatto né al gusto e con

è ampiamente utilizzata in cucina, panificazione e come

un’acidità inferiore allo 0,8%. Il gusto e l’olfatto vengono

conservante.

esaminati da Panel Test accreditati, mentre l’acidità vie-

Solitamente è meglio utilizzare un buon olio di oliva che

ne misurata attraverso un esame di laboratorio: questa,

un cattivo extravergine: gli extravergini da prezzo posso-

infatti, non si percepisce al palato e non è da confondere

no presentare difetti all’olfatto e al gusto che deteriorano

con le caratteristiche note di amaro e piccante che invece

la materia prima a cui vengono abbinati.


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PA RO L A A I S O C I

La natura nel cuore Viaggio nei Ledro Mountain Chalets

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è un luogo in Valle di Ledro dove l’ospitalità si coniuga in maniera armoniosa con la natura, dove gli odori, i sapori e la stessa architettura richiamano il profumo del bosco e la sua quiete. Parliamo del “Ledro Mountain Chalets”, un nuovo modo di intendere l’accoglienza alberghiera a diretto contatto con la natura, ma senza rinunciare alle comodità, all’eleganza dei servizi e al lusso. La struttura si compone di dodici chalet unifamiliari in cui si respira la tipica atmosfera delle baite di montagna. Tuttavia, ogni ambiente risulta curato nei minimi dettagli, sia nei servizi (arrivando a offrire, oltre alla tradizionale sauna finlandese, anche la vasca

idromassaggio e il bagno turco), sia nella valorizzazione del paesaggio alpino della valle di Ledro. Del resto, la filosofia che ha mosso la famiglia Casolla a intraprendere questa avventura che sta dando ottimi risultati è uno solo: vivere una vacanza con la natura nel cuore. «L’idea di realizzare un villaggio immerso nella natura – ricorda la titolare Beatrice Casolla - è nata dall›esperienza che ho fatto tanti anni fa in Germania, dove ho svolto una stagione in un villaggio di questo tipo. La mia famiglia allora gestiva degli appartamenti in zona, e affittava alcune camere sul lago. Quando sono tornata ero decisa ad investire sul turismo, in relazione all’esperienza acquisita. Poi si è presentata l’occasione


PA RO L A A I S O C I

di rilevare questo villaggio, di ristrutturarlo completamente reinventandone la funzione. Il largo impiego del legno è stato possibile grazie al fatto che la mia famiglia possiede una falegnameria. In tal modo, abbiamo creato una struttura esclusiva, un’oasi di pace in perfetta sintonia con l’ambiente». La clientela è soprattutto tedesca, che apprezza il silenzio, la natura e l’offerta per le famiglie e i possessori di animali che qui trovano un ambiente ideale. Tuttavia, una buona richiesta vi è anche fuori stagione, soprattutto da parte dei turisti italiani che non disdegnano il lusso coniugato alla quiete e al contatto diretto con la natura. In visto della prossima stagione estiva, i titolari hanno profuso ogni sforzo per rendere le vacanze un momento di assoluta spensieratezza e relax, adottando un protocollo di prevenzione che prevede misure igieniche e di sanificazione davvero stringenti. In questo, il Gruppo d’Acquisto Gestor si è dimostrato un partner affidabile e importante. “Prima di associarci– ci racconta la signora Beatrice - eravamo un po’ titubanti rispetto ai vantaggi dell’essere socio, poi col tempo e alla prova dei fatti, riconosco che essere parte del Gruppo Gestor è un’ottima cosa: semplifica notevolmente la parte amministrativa e fiscale della nostra attività e fornisce servizi di consulenza precisi e molto utili. Sono davvero molte le comodità: il miglio prezzo, i premi di fine anno, le offerte riservate, fornitori ricercati e di qualità, la fatturazione unica

mensile, le statistiche sugli acquisti.” Contare sugli strumenti offerti da Gestor, ha consentito ai titolari di concentrarsi sull’ospitalità, arricchendo di nuove offerte e iniziative il soggiorno nella struttura, come le escursioni organizzate e le sedute di

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yoga sul fiume, le visite didattiche e gli aperitivi panoramici. Il tutto è curato e gestito direttamente dal personale della struttura nel rispetto di quella filosofia di fondo che vuole unire il calore dell’ospitalità col fascino dell’ambiente alpino.


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PA RO L A A I S O C I

A Riva del Garda, una vacanza... Gioiosa Un ‘Family Hotel’ unico nel suo genere, dove il turismo attivo è di casa

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a cosa che più colpisce dell’Hotel Gioiosa di Riva del Garda è l’ampio spazio dedicato ai bambini, ai ragazzi e, più in generale, alla famiglia. È abbastanza ricorrente e normale che un albergo offra pacchetti dedicati alla famiglia, ma, in questo caso, il dettaglio con il quale sono elencate le attenzioni, le proposte e le attività dedicate ai ragazzi è straordinario. Si va dalle occupazioni creative, quali la pittura o il “bricolage”, alla narrazione di storie e fiabe, dagli esercizi di precisione al minigolf, passando per gli alle-

namenti culinari con personale professionista. Il tutto, poi, suddiviso per fasce di età. L’“Active & Family Hotel Gioiosa” sorge ai piedi delle montagne di Riva del Garda, nella frazione di Varone, a soli duecento metri dalla famosa cascata, in una posizione tranquilla ma centrale, con vista sul lago di Garda, sul centro storico e sul paesaggio montano circostante. Un luogo ideale, insomma, per conciliare riposo, sport e attività ricreative. La struttura si rivolge infatti a persone che amano la vita all’aria aperta, al movimento, ma


PA RO L A A I S O C I

che, al contempo, non vogliono rinunciare alle comodità ed ai servizi per i più piccoli. «L’offerta dell’hotel - ci spiega la proprietaria Petra Mayr - è rivolta essenzialmente alle famiglie attive, a chi vuole godersi il territorio circostante attraverso l’attività sportiva o escursionistica. Qui, gli amanti delle

mountain-bike o del “trekking” trovano ampia soddisfazione, con percorsi e proposte che possono assecondare tutti i gusti e tutti i livelli, compresi quelli del “climbing” oppure di una disciplina in forte ascesa, il “canyoning”. Tuttavia, trova appagamento anche chi vuole godersi passeggiate rilassanti e suggestive escursioni in riva al

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lago, camminando su comodi itinerari assieme ai figli. Del resto, tutte le attività sono seguite da professionisti ai quali l’hotel si appoggia». Per la famiglia Mayr l’ospitalità alberghiera è una tradizione di famiglia che risale a metà del secolo scorso, quando il padre, altoatesino, assieme alla mamma, nata a Norimberga, gestiva un importante albergo nel centro di Bolzano. Negli anni Sessanta, la coppia, affascinata dal luogo e dalle potenzialità che offriva il crescente turismo lacustre, si trasferì a Riva del Garda, dando inizio all’attività del “Gioiosa”. La tradizione è stata quindi raccolta dalla figlia Petra che oggi prosegue l’attività paterna. Dieci anni fa l’albergo fu completamente ristrutturato e grazie all’ampio spazio esterno fu trasformato in “Active-family hotel”, inaugurando così una nuova forma di ospitalità: il turismo attivo, oggi apprezzato da moltissime persone, ma ricercato in particolare dagli ospiti provenienti dal Nord Europa. «Oggi i clienti – conferma la titolare - sono soprattutto tedeschi, svizzeri, austriaci. Certo la situazione a causa del Covid-19 è pesante, e sta influenzando notevolmente la nostra attività. È la seconda consecutiva Pasqua che siamo costretti a tenere le porte chiuse, e ciò si riflette su ogni aspetto dell’albergo, come i pagamenti, il personale, le presenze. In questa situazione di emergenza qualche aiuto c’è stato, soprattutto da parte dei comuni e dalla cooperativa Gestor, che si è attivata in questa direzione. Ora speriamo che a metà maggio la situazione si sblocchi: per quella data infatti iniziano già ad arrivare le prime prenotazioni e questo fa ben sperare per una buona stagione estiva». Per la signora Meyr, quella di Gestor è sicuramente una esperienza positiva, come ha modo di confermarci. «Oltre a offrire un buon servizio chiosa - aiuta a far sentire meno soli gli albergatori. Anche per quanto riguarda i servizi offerti da Gestor la soddisfazione è alta, riusciamo a lavorare con tutti i nostri storici fornitori e al contempo a beneficiare di tutti i vantaggi del Gruppo d’Acquisto. Ho instaurato un buon rapporto con la cooperativa e riesco ad avere una consulenza diretta in caso di necessità».


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I N T E R V I S TA

© Sara Righetto

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Ospitalità e turismo, come la pandemia cambia gli spazi e l’offerta dei nostri alberghi La parola all’architetto Sara Righetto, nuove opportunità da cogliere con eleganza

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SARA RIGHETTO Architetto

a pandemia non ha solo cambiato le abitudini di milioni di persone, ma ha comportato anche una nuova visione degli spazi di accoglienza nelle strutture ricettive del nostro territorio. Nonostante le chiusure richieste dalle gravi condizioni epidemiologiche degli ultimi mesi, il momento è propizio per organizzarsi in vista dell’atteso rilancio, trasformando locali e servizi all’insegna della creatività e della fantasia. È

quanto sostiene Sara Righetto, architetto specializzata in progettazione di interni di hotel, ristrutturazione residenziale e restauro architettonico. Data la necessità generale di modificare abitudini e prassi consolidate per allinearsi alle nuove disposizioni igieniche e sanitarie - spiega la professionista - le opportunità per rivedere l’offerta complessiva, con un occhio di riguardo all’eleganza dell’insieme, non mancano. Saperle cogliere, tuttavia, non è semplice, perché il


I N T E R V I S TA

rischio di peggiorare l’impressione della struttura nei primi ospiti della stagione alle porte è dietro l’angolo. Ci siamo quindi rivolti ad un’esperta per scongiurare gli errori più comuni e offrire qualche idea per ripartire con una marcia in più. Architetto, se negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un blocco totale del turismo, con la primavera ci si attende una ripresa del comparto. In che modo le strutture ricettive possono prepararsi alla ripresa dell’attività? «Un aspetto portato in evidenza dalla pandemia, è sicuramente la necessità di garantire agli ospiti luoghi molto curati, in particolare nell’igiene. Dare l’immagine di un hotel pulito è in questo momento fondamentale per ogni albergatore, perché dimostra un’attenzione particolare nei confronti della propria clientela. Se negli anni passati la pulizia veniva fatta di prima mattina, magari solo una volta al giorno, ora è necessario garantire un’igienizzazione continua di spazi comuni e arredi. Ciò significa anche che il personale di servizio non deve essere più tenuto nascosto (cioè operare quando la clientela non è presente per maggiore discrezione), ma ben visibile e ordinato. Insomma, al giorno d’oggi, anche i lavoratori delle pulizie raccontano l’hotel. Un altro aspetto che salta subito all’occhio sono i cartelli con cui vengono comunicate le disposizioni di sicurezza. In questo caso, sono consigliati avvisi personalizzati e ben inseriti all’interno dell’arredo dell’albergo, evitando l’abuso di avvisi in buste di plastica o fogli attaccati ovunque con lo scotch». Tra i momenti più delicati vi sono quelli per il check-in e check-out dei clienti, visti i rischi di assembramento attorno al tradizionale banco della reception. Cosa si può mettere in campo per promuovere un’accoglienza diversa e sicura? «Una delle prime e più semplici misure da mettere in campo è la velocizzazione di queste operazioni, che devono trattenere l’ospite il minor tempo possibile. Vi sono strumentazioni tecnologiche come tablet con fotocamere e moduli di accettazione standard - che permettono di limitare i tempi di permanenza dei clienti nelle hall. In caso di affollamento,

si può invitare gli ospiti a sedere in spazi dedicati e adeguatamente distanziati, come salottini ricavati negli ampi locali d’ingresso. Si può offrire una bevanda di benvenuto, ma in bicchieri adeguati (l’ideale sono quelli biodegradabili o compostabili). Ad ogni modo, io ritengo che il virus abbia reso i tempi maturi per andare oltre il modello ormai obsoleto del classico e rigido bancone reception, con il personale alberghiero da un lato e la clientela dall’altro. Si può invece puntare su un’accoglienza meno impostata e sicuramente più ospitale, con personale in grado di muoversi da un salottino all’altro, attraverso l’impiego di un tablet per la registrazione dei dati. In ogni caso, qualsiasi provvedimento si intenda prendere, è bene evitare l’improvvisazione, ma ragionare sempre in un’ottica d’insieme». Gli spazi comuni rappresentano una grande sfida per gli albergatori, tuttavia la diffusione dei contagi cambia anche l’utilizzo delle camere, dove gli ospiti potrebbero essere chiamati a trascorrere più tempo. Come cambia il concetto di ospitalità in questo caso? «Assieme all'attenzione ad un’accoglienza personalizzata - un bigliettino di benvenuto accompagnato da un dolce del posto che racconti la tipicità del / il territorio, evitando scrupolosamente i prodotti della grande distribuzione - le stanze richiedono l’eliminazione di tutti gli arredi in tessuto, scarsamente e non adeguatamente igienizzabili. Al bando, quindi, runner, copriletti e cuscini in tessuto, mentre è sempre più importante assicurare più spazio alle attività interne, garantendo ripiani ade-

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guati per i bagagli, scrittoi e appendiabiti a muro. All’interno dell’armadio, consiglio di eliminare i cassetti: richiedono tempi lunghi di pulizia e spesso sono inutilizzati in soggiorni ormai sempre più brevi. Far trovare coperta e cuscini di cortesia protetti, avvolti in una busta, magari personalizzata, sarà sicuramente sinonimo di un’attenzione in più all’igiene. È bene poi ricordarsi che, in periodo di telelavoro, l’ospite potrebbe trovarsi a dover lavorare o fare attività fisica in albergo. Quindi è assolutamente necessario assicurare una connessione “Wi-Fi” adeguata, mentre offrire al proprio ospite un tappetino per lo yoga o il pilates rappresenta una gradita premura verso gli amanti del fitness, in un momento in cui non si può purtroppo usufruire della palestra. Considerata la necessità di cambiamento, vale la pena pensare alla pandemia come un’opportunità per offrire nuovi servizi. In che direzione potrebbero andare gli alberghi per rimanere competitivi? «Le opportunità ci sono sempre, ma vanno sapientemente considerate. Il punto è che, nel momento in cui ci si propone ai propri clienti con una novità o si pubblicizza un determinato servizio, sarà sempre importante essere coerenti tra l’offerta e la reale proposta. Qualsiasi innovazione si intenderà apportare alla propria struttura o miglioria degli spazi comuni o delle camere, sarà sempre opportuno intervenire in un’ottica di insieme con eleganza e armonia, rispettando il contesto della propria struttura. Solo così si potrà trasmettere ai propri ospiti un’immagine di sé coerente ed elegante, in modo da lasciare un indelebile ricordo nel cliente».


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R U B R I C A A S S I C U R AT I VA

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Assicurazione vacanza, uno strumento in più per gestire rischi e prenotazioni Giuliani (GpSapri): “Una copertura per albergatori e ospiti in un momento di incertezza”

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a cura di ROMANA SPAGNOLI

on l’avvicinarsi della bella stagione, riemerge il diffuso desiderio di tornare a viaggiare, che, condizioni epidemiologiche permettendo, porterà milioni di italiani e di cittadini stranieri a frequentare nuovamente le principali mete vacanziere della nostra Penisola. Anche le nostre montagne, come è avvenuto la scorsa estate, torneranno ad essere meta privilegiata per molte persone, rimaste

bloccate negli ultimi mesi nelle città a causa della pandemia. Tuttavia, considerato il quadro di generale incertezza in cui ancora ci troviamo, si ripropone un tema salito alla ribalta dallo scorso anno: il rischio di cancellazione delle prenotazioni oppure di forzata disdetta. Durante i mesi passati, la questione si è manifestata con forza, in ragione dei numerosi annullamenti degli accordi in ragione di impennate improvvise dei contagi e conseguenti misure


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di contenimento. Come molti aspetti concernenti la normale attività delle aziende alberghiere, anche questo aspetto merita di essere analizzato dal punto di vista di gestione del rischio, o “Risk management”, come si dice nel settore. Ci siamo pertanto rivolti a Nicola Giuliani, amministratore di GbSapri Spa, azienda specializzata nell’attività di intermediazione nel campo assicurativo. Giuliani, in un presente incerto, il tema delle prenotazioni risulta decisamente attuale. In che modo la pandemia ha cambiato le abitudini di clienti e albergatori? «Per le dinamiche del turismo odierne, credo che la prenotazione debba necessariamente essere annullabile senza penali, oppure assicurata. Stando ad una stima sommaria, i pochi alberghi che durante l’inverno hanno richiesto caparre non assicurate per le prenotazioni delle settimane bianche, offrendo un “voucher” per l’eventuale impossibilità del soggiorno, non sembrano aver raccolto molte prenotazioni. Proviamo insieme a immergerci in questa materia per cercare di trarre profitto per le prossime stagioni».

Uno strumento utile potrebbe quindi essere la polizza assicurativa. Quale tipo di copertura è disponibile per albergatori e ospiti? «Tutte le polizze delle varie compagnie presenti sul mercato assicurano l’indennizzo della caparra e delle penali se l’ospite risulta contagiato dal Sars-Cov-2, con qualche clausola in più o in meno. Resta tuttavia il fatto che quasi tutte le compagnie continuano a guardarsi bene dal garantire con chiarezza l’indennizzo in caso di “lockdown” generale nel luogo in cui risiede l’ospite. Nella maggior parte dei casi, sono invece incluse le spese mediche e quelle per la quarantena in albergo. Visto il costo ridotto che l’ormai grande diffusione di queste coperture ha permesso, ritengo che valga davvero la pena di sottoscrivere polizze e trasferire tutti i rischi della situazione al mercato assicurativo». La soluzione contiene per gli albergatori alcune incognite. Ad esempio: come si può organizzare prenotazione

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e assicurazione? Come si può offrire agli ospiti? «A mio avviso, la scelta migliore è abbinare la prenotazione con una specifica polizza. Si può prevede una percentuale di differenza tra il costo della polizza offerta in forma facoltativa all’ospite e il costo della stessa polizza già inserita nella prenotazione. Qualunque compagnia, infatti, propone un costo della polizza più basso se l’albergo è disposto ad assicurare a proprio carico tutte le prenotazioni. Questa pratica viene definita dispersione del rischio: se la compagnia assicura tutti gli ospiti, annulla la probabilità di assumere il rischio solo sugli ospiti stessi, che hanno già in programma di cancellare la prenotazione. In tale caso, quindi, la compagnia è disposta a ridurre il premio e ad ampliare la copertura». Per quale ragione è interesse dell’albergatore assicurare la prenotazione? «In primis, perché l’ospite è decisamente sollevato dalla ricerca autonoma dell’assicurazione, visto che comunque rischia di perdere la caparra in caso di cancellazione del soggiorno.


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In secondo luogo, perché il mercato va in quella direzione: è un dato chiaro ed è inutile voltarsi dall’altra parte per non vedere ciò che serve tanto all’ospite quanto all’albergo. Infine, per dirla tutta, se l’ospite non trova la prenotazione già inclusiva dell’assicurazione, può stipularla autonomamente su altri canali; in tal caso, l’unico a restare senza copertura assicurativa è proprio l’albergo, che non beneficia della copertura del saldo dovuto ma non pagato dall’ospite». Si può dire, di conseguenza, che la necessità di una polizza sia un’opportunità importante nonostante il relativo costo aggiuntivo per la strutture ricettiva? «Dopo generazioni di caparre incassate e benvenute, ora è necessario dare un supporto agli albergatori che permetta loro di continuare a beneficiare di questo piccolo flusso di cassa anticipato rispetto al “check-in”. Gli alberghi più strutturati, oppure con ampia diversificazione delle attività o già destagionalizzati, possono per-

mettersi di proporre la cancellazione gratuita a fronte dell’incasso della caparra. Possono farlo anche i più piccoli, è solo un rischio e come tale

deve essere valutato. L’alternativa è sopportare un costo assicurativo, cercando il migliore, perché l’assicurazione protegga sia l’ospite, sia l’azienda».

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L’attività culturale in Trentino riparte con il teatro Appuntamenti e iniziative da seguire in presenza oppure da casa in tutta sicurezza

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più di un anno dall’inizio della pandemia, anche l’attività delle Associazioni culturali del Trentino, al pari di quella delle realtà economiche del settore turistico, subisce una brusca frenata, con molti appuntamenti della tradizione locale sospesi a causa della mancanza di rassicurazioni sull’andamento dei contagi e in

relazione alle nuove possibili disposizioni di contenimento. Nella situazione di incertezza in cui ci troviamo diverse realtà territoriali hanno deciso di sospendere preventivamente l’attività in vista della riapertura, in modo da tornare pienamente operative una volta superata la fase più critica della pandemia. Non potendo, stilare in collaborazio-

ne con la Federazione delle pro loco del Trentino un’agenda delle iniziative territoriali, proponiamo una selezione delle più significative iniziative teatrali e culturali proposte da associazioni, istituzioni e realtà dello spettacolo del Trentino per la primavera, da seguire in “streaming” oppure, qualora le condizioni lo permettano, in presenza.

APRILE

Radio Ghetto. Voci libere Venerdì 23 aprile 2021 ore 21

Il progetto teatrale porta sul palco l’esperienza di Radio Ghetto, radio partecipata dalle comunità di braccianti stranieri che vivono nelle campagne dell’agro foggiano, mettendo in scena l’archivio e l’esperienza della radio vissuta all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli. Il progetto è un invito a riconoscere il ghetto non solo come luogo, ma come condizione esistenziale a noi purtroppo vicina. Di Collettivo Radio Ghetto, con Francesca Farcomeni, regia di Luca Lòtano. (Auditorium Fausto Melotti, Rovereto; info: www. centrosantachiara.it).

Europa Ci Siamo! Scopriamo cosa fa l’Unione europea per garantire i diritti di tutti Lunedì 26 aprile 2021, ore 17.30

La Fondazione trentina Alcide De Gasperi promuove diversi appuntamenti dedicati all’approfondimento dell’Unione europea e ai giovani che vogliono rendersi protagonisti del proprio futuro. Nell’incontro, in videoconferenza, interverranno Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Internaltional Italia, e Maurizio Molinari, giornalista e saggista italiano, che si interrogheranno sui percorsi di inclusione dell’Unione europea. (www. degasperitn.it)

Pale blue dot Venerdì 30 aprile 2021, ore 20.30, spettacolo online

Una storia di speranza, meraviglia, bellezza e disperazione, in cui il destino della sonda Voyager 1 si mescola con quella del suo creatore dalle tendenze suicide, del figlio sognatore e del pianeta Terra. Mentre il satellite artificiale si allontana dal sistema solare tutto cade in prospettiva, diventa dolorosamente chiaro che il nostro “pallido pallino blu”, la Terra, è l’astronave più preziosa e va protetta senza esitazione e senza compromessi. Di e con Andrea Brunello, regia di Christian Di Domenico, scenografie di Roberto Abbiati, musica di Enrico Merlin. (Teatro Portlando, info: www.teatrodellameraviglia.it)


AGENDA

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L’arcipelago dei coralli Sabato 8 maggio 2021, ore 20.45

Nel novembre 2019 otto donne danno vita al gruppo informale “Coralli” per indagare il “Mestiere di vivere al femminile”. Prendendo spunto dal diario di Cesare Pavese “Il mestiere di vivere”, il gruppo affronta la scrittura diaristica e la condivisione delle pagine più intime per ricercare i temi e le domande che, con contrapposizioni o complicità, risuonano in ognuna. Si tratta di uno spettacolo corale per raccontare un universo complesso, dai contorni sfumati. Drammaturgia collettiva a cura del gruppo Coralli. Regia e supervisione alla drammaturgia di Maura Pettorruso. (Teatro di Meano, info: www.teatrodimeano.it).

Pigmalione Martedì 18 maggio 2021, ore 20.30

Nel 1964 Audrey Hepburn è la protagonista sul grande schermo di “My fair lady”, trasposizione cinematografica della commedia di George Bernard Shaw. La diva veste i panni di Mrs Doolittle, una giovane e ignorante popolana che il ricco professor Henry Higgins decide di trasformare in una perfetta gentildonna dell’alta società. A più di cinquant’anni dal film, il regista Andrea Chiodi e la drammaturga Angela Demattè rileggono un grande classico della letteratura, restituendogli la grande carica provocatoria e dirompente. (Teatro Sociale di Trento, info: www.centrosantachiara.it).

A colpi di matita: la Grande Guerra nella caricatura Mercoledì 20 maggio 2020, visita online

- Dalla seconda metà dell’Ottocento, le pagine delle testate illustrate diventano la palestra per disegnatori e grafici che vi applicano e provano modalità comunicative sempre aggiornate. La mostra propone un percorso attraverso la storia delle più importanti riviste illustrate e dei suoi collaboratori, spesso vere e proprie celebrità, che permette di leggere come il conflitto, la guerra, il combattente vengano interpretati e raffigurati prima, durante e immediatamente dopo la Grande Guerra. (Fondazione museo storico del Trentino, Info: mostre.museostorico.it/acolpidimatita).


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IL PRODOTTO

© Shutterstock Di John Navajo

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Il luppolo, anima della birra Componente fondamentale dai mille sapori conosciuto fin dall’antichità

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uando si parla di birra, un riferimento inevitabile spetta al luppolo, uno dei suoi componenti fondamentali, assieme all’acqua, al malto, e al lievito. Sono le infiorescenze di questa pianta, molto diffusa in tutti gli ambienti temperati, che donano alla bevanda il classico sapore amarognolo e fruttato, grazie alla combinazione degli oli essenziali in esse contenuti. Ma l’utilità dell’impiego del luppolo non si ferma al solo sapore: oltre a conferire aromi e profumi unici, grazie alle sue proprietà antibatteriche la pianta rappresenta un ottimo conservante naturale, conosciuto sin dai tempi antichi. Il luppolo, il cui nome scientifico Humu-

lus lupulus, è una pianta rampicante perenne, con rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere con il tempo sino a nove metri di altezza. La pianta può vivere, in condizioni ideali, dai dieci ai 20 anni. Spesso il luppolo cresce in forma spontanea (e non è raro imbattersi in piccole piantine anche nel nostro territorio) in prossimità dei corsi d’acqua, dato che preferisce gli ambienti freschi ed i terreni fertili, ma anche lungo le siepi e ai margini dei boschi. In Italia, la presenza del luppolo è molto comune, soprattutto nelle regioni settentrionali, come, appunto, il Trentino. Se il clima non è troppo rigido e ventoso, arriva fino a un’altitudine di 1.200 metri,


IL PRODOTTO

rendendola ideale per la coltivazione in proprio da parte di nuove realtà imprenditoriali o piccoli birrifici. La coltivazione del luppolo allo scopo di aromatizzare la birra ha avuto inizio solo durante l’ottavo secolo. Seppur conosciuta e utilizzata da tempi preistorici, precedentemente la pianta non veniva coltivata in modo stabile. Nell’antico Egitto, ad esempio, le qualità del luppolo erano conosciute e apprezzate, dato che, oltre alla preparazione di una bevanda simile a quella che oggi definiamo birra, veniva impiegato anche come medicinale. Allo stesso modo, oltre all’impiego officinale, in epoca greca e romana era utilizzato sia come aromatico, sia come conservante delle bevande. Tra le proprietà riconosciute, vi erano quelle sedative, antireumatiche, antispasmodiche, digestive, toniche e quella blandamente soporifera. Nella tradizione contadina dei decenni passati era ancora abitudine di imbottire i cuscini con i fiori di luppolo per favorire il sonno. Solo nell’alto Medioevo, i monaci bavaresi e boemi iniziarono una coltivazione vera e propria, mettendo in risalto le caratteristiche aromatiche e

antisettiche del luppolo. Da allora, la diffusione del luppolo crebbe in maniera esponenziale, tanto che lo troviamo menzionato in alcuni editti del Sacro romano impero, dove se ne regolamentava la produzione. In Italia, invece, la pratica di una coltivazione intensiva arrivò solo nella metà del XIX secolo, quando il consumo della birra valicò i confini delle macroregioni europee dove era consolidato per tradizione. Al riguardo, è ancora interessante leggere quanto venne scritto sul luppolo in occasione dell’esposizione internazionale di Vienna, nel 1874: «Le bevande d’orzo degli antichi non sarebbero mai state tanto apprezzate e credute cosi indispensabili alla popolazione di tanti paesi, tanto per il povero quanto per il ricco, se la terra non ci avesse offerto, oltre l’orzo, il luppolo aromatico, le cui parti essenziali danno alla birra quel piacevole gusto amaro e fragrante». L’impiego nella preparazione della birra riguarda unicamente le infiorescenze femminili - il luppolo è una specie dioica, ovvero una pianta con fiori differenziati, o solo maschili, o solo femminili - dalla caratteristica e inconfondibile

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forma a cono. I fiori appaiono in estate, e sono ricchi di ghiandole resinose secernenti una sostanza giallastra, dal sapore amarognolo, nota come “luppolina”, composta da acidi amari, polifenoli e oli essenziali. Le infiorescenze essiccate vengono utilizzate durante il processo di produzione nei birrifici per diverse ragioni, che vanno dal bilanciamento della dolcezza apportata dal materiale fermentiscibile all’aumento della stabilità microbiologica, per arrivare alla stabilizzazione della schiuma, sempre apprezzata da esperti e appassionati della bevanda, e alla definizione dell’aroma. Per i diversi ruoli giocati nei processi di produzione, i fiori vengono solitamente distinti in due categorie, quelli amaricanti (cioè che conferiscono il sapore amaro) e quelli aromatici. I primi sono solitamente aggiunti al mosto all’inizio della fase di bollitura, mentre i componenti aromatici vengono inseriti negli ultimi trenta minuti di cottura, per affinare il profilo aromatico della birra, conferendo caratteristiche che spaziano dal citrico al resinoso, dal fruttato al floreale, dal terroso all’erboso.


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R I C E T TA

Ingredienti per 6 persone:

La ricetta Strudel salato con asparagi, pancetta e Fontal Val di Fassa

200 gr di pasta brisè

250 gr di pancetta affumicata

50 gr di burro

200 gr di asparagi di Zambana

100 gr di farina

250 gr di latte

250 gr di brodo vegetale

150 gr di formaggio Fontal Val di Fassa

q.b. di olio Extravergine del Garda

q.b. di sale e zucchero

1 Uovo

Procedimento Pelare e lavare bene gli asparagi, togliere la parte più legnosa, tagliarli a rondelle e saltarli in una padella antiaderente qualche minuto a fuoco vivo con olio extravergine, sale ed un pizzico di zucchero. Tagliare la pancetta a fette sottili e successivamente a julienne, rosolarla in una pentola capiente con il burro, aggiungere la farina, lasciar cuocere per 2 minuti, aggiungere il latte ed il brodo. Continuare la cottura tenendo mescolato finché il ripieno si rapprende, togliere dal fuoco, aggiungere gli asparagi ed il formaggio tagliato a cubetti. Mescolare il tutto e raffreddare in frigo. Tirare la pasta con l’aiuto di un mattarello, formare due rettangoli della lunghezza di una teglia, adagiarla su una teglia con carta forno, mettervi al centro il ripieno, chiudere la pasta a forma di strudel. Spennellare gli strudel con l’uovo sbattuto, fare delle incisioni nella parte alta della pasta con l’aiuto di un coltello ed infornare a 175° per 25-30 minuti circa. Tagliare lo strudel a fettine e servire ancora caldo. Variante, con lo stesso procedimento si può preparare lo strudel usando la pasta sfoglia.

© Foto Vian Nicola

NICOLA VIAN Chef


in attesa di poter

di nuovo, insieme.


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