N10 Anno 2 Generazione Over60

Page 1

n.10


Ottobre 2020

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n.10 -2-


Le Rubriche “Amoglianimali” Andrologia Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare Disabilità in pillole Di tutto e niente Digital4Senior EDITORIALE Generazioni Connesse Il personaggio Incipit In forma In movimento Lavori in corso Nostalgie Primopiano Salute Scienza Sessualità Stile Over Volontariato & Associazioni

-3-


Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria Giovanni Paolo Magistri DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60

-4-


Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo

Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).

Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.

-5-


Chi siamo DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.

DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.

PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, autore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.

ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-


DOTTOR ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.

ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.

PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.

DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.

GIOVANNI PAOLO MAGISTRI biologo

Classe 1951, biologo specializzato in patologia generale, si occupa di progettazione di sistemi per la gestione della sicurezza e dell’igiene delle produzioni alimentari. Socio Onorario dell’Associazione PianoLink vive sognando di diventare, un giorno, un bravo pianista.

MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.

-7-


Generazione F Il silenzio è (anche ) un’arma

Alcuni silenzi possono ferire come e

si sentisse esonerato dallo studiare i

più di un’arma. Tante le occasioni in cui

capitoli più recenti). A mia ulteriore

ne restiamo colpiti. Ci sono le parole che

discolpa posso aggiungere che anticipavo

tardano ad arrivare quando siamo di

questo modo di comportarmi

fronte a un medico aspettando un

presentandomi alla classe a inizio anno

responso, che sia per noi o per un

scolastico, ma i più pensavano che

familiare o un amico. Ci sono i silenzi

scherzassi … Da qui il silenzio attonito e

prolungati e ormai atrofizzati di coppie

sconcertato dell’allievo chiamato alla

che hanno rinunciato a dialogare fra

cattedra, cui seguiva l’inevitabile

loro nella vita quotidiana: avete presente

esclamazione: “Ma prof, mi ha interrogato

il silenzio surreale di alcuni tavoli di

l’ultima lezione!”

ristorante in cui nessuno dei due partner

E poi abbiamo i silenzi inspiegabili di chi

seduti pronuncia verbo per tutto il pranzo, neppure per commentare il cibo?

amiamo, che non risponde più alle nostre domande o telefonate … Per

E come non accennare ai quei secondi

arrivare ai casi più estremi con il “silenzio

eterni quando in aula l’insegnante col

punitivo”, usato come arma psicologica

dito percorre sul registro l’elenco degli

contro un’altra persona, con l’obiettivo

alunni - tutti più o meno in apnea- prima

primario di piegarla. Ciò accade molto

di pronunciare il nome di chi sarà

spesso in un rapporto sentimentale, più

interrogato? Breve parentesi personale a

sovente da parte di un maschio narcisista

questo proposito: nella mia lontana ma

e manipolatore, spiegano gli

lunga esperienza di prof. adottavo un

esperti,configurandosi come

altro sistema che, ripensandoci ora,

tattiche passivo-aggressive più frustranti

risulta ancora più sadico. Consisteva nel

per chi la subisce. Una meta-analisi

richiamare chi avevo interrogato l’ultima

condotta presso l’Università del Texas, con

volta. Ammetto di averlo fatto spesso

74 studi che hanno coinvolto 14.000

(autogiustificazione: perché così nessuno

persone, ha concluso che il silenzio è di -8-

una delle


Generazione F solito molto distruttivo nei rapporti di coppia,

Cervellin, noto imprenditore veneto

e le “vittime” lo interpretano come la

diventato cieco da adolescente per via di una

mancanza di coinvolgimento dell’altro e un

retinite pigmentosa (guai a chiamarlo non

tentativo di sottomissione emotiva. Questi

vedente!) e lui tutt’a un tratto, dopo una mia

psicologi hanno constatato che l’uso del

pausa, mi confidò: “Rimpiango non poter più

silenzio come punizione è uno dei fattori che

esprimere con gli occhi ciò che provo. In

portano le donne al divorzio, non solo perché

pratica, sono costretto a parlare sempre e

ci si sente meno soddisfatte del rapporto, ma

soprattutto indurre l’interlocutore a fare

anche perché percepiscono il loro partner

altrettanto per capire il suo pensiero. Invece,

come emotivamente più distante..

gli sguardi sono così importanti per

Poi ci sono i silenzi con cui facciamo male a qualcuno senza esserne consapevoli. Ricorderò sempre un giorno di parecchi anni fa: ero in compagnia dell’amico Davide

comunicare, spesso più delle parole”. Proprio vero, Davide! Fin qui ho accennato a quelli che potremmo definire i silenzi cattivi. Fortunatamente

Foto di Maria Krisanova su Unsplash -9-


Generazione F esistono anche quelli buoni, in primis

Allora, a conclusione a dir poco

quelli di complicità. Con gli amici, il partner,

autoreferenziale di questo editoriale, mi

una persona con cui si ha particolare

lancio nella trascrizione di una delle tre.

empatia … Se non abbiamo bisogno di

(Sssh, vi prego!)

parole ma è suffi ciente scambiarsi uno sguardo, ecco quello è un silenzio buono!

Frammenti

Infine, una considerazione. Quando col team

del sasso

di Generazione Over60 abbiamo individuato

che una volta colpiva

il silenzio quale fil rouge di questo numero,

(e feriva con tanto, troppo dolore)

non avrei mai pensato a quanti libri, dipinti,

ora distruggono

canzoni e tanto altro fosse incentrato su

mentre

questo tema. E di quante espressioni si

in disparte

usino nel linguaggio corrente: silenzio

vedo farsi beffe di me

assordante, silenzio di tomba, rumore del

il silenzio di ieri

silenzio, religioso silenzio, silenzio

il sorriso di oggi

sepolcrale, silenzio glaciale..

diversi

E vogliamo parlare di quanti poeti vi abbiano dedicato versi? Nelle pagine seguenti ne

identici

abbiamo citati solo alcuni - da Guido

segni della mia

Gozzano ad Alda Merini a Giuseppe

anestetizzata

Ungaretti- ma sono davvero tantissimi.

sensibilità.

Così, per fare una verifica nel microcosmo personale, sono andata a consultare la mia “produzione poetica” risalente a una cinquantina di anni fa: ebbene, almeno tre opere contemplavano questo tema.

- 10 -


Generazione F …lui tutt’a un tratto, dopo una mia pausa, mi confidò: “Rimpiango non poter più esprimere con gli occhi ciò che provo. In pratica, sono costretto a parlare sempre e soprattutto indurre l’interlocutore a fare altrettanto per capire il suo pensiero. Invece, gli sguardi sono così importanti per comunicare, spesso più delle parole!”

- 11 -


Affresco d’autore

Paris Nogari. Allegoria del Silenzio

1582, affresco, Città del Vaticano, sala degli Svizzeri L’opera testimonia la volontà di ricordare il pericolo di parola e la possibilità di commettere peccati. La cicogna con l’uovo in bocca accanto all’uomo rafforza il concetto. Dovendo portare il prezioso carico - il guscio conchiude un segreto - non può emettere versi pena la distruzione dello stesso.

- 12 -


Un film da 5 Oscar Primo thriller ad essere premiato con

riscatto personale) e Hannibal (uomo colto

cinque premi Oscar nel 1992, Il Silenzio

che ascolta le variazioni Goldberg e si ciba

degli Innocenti (titolo originale: The Silence

di carne umana accompagnandola con un

of the Lambs) sperimenta la modalità alto-

buon Chianti), in una continua oscillazione

mimetica per i due antagonisti principali,

tra inferno e paradiso, separati solo da una

spostando in alto l’asticella del genere e lo

sottile e trasparente lastra di vetro.

fa diventare opera d’arte dal linguaggio universale. Il film non è un thriller classico, ma- come è stato giustamente definito dai critici- “ un percorso disturbante attraverso le zone infernali della mente umana”. Jonathan Demme adatta il romanzo di Thomas Harris, The Silence of the Lambs (1989) partendo dal punto di vista di Clarice Starling (Jodie Foster, Oscar 1992 per migliore attrice), psicologa e criminologa che, su ordine del proprio capo FBI Jack Crawford deve catturare il serial killer Buffalo Bill. In questa ricerca investigativa che assomiglia ad una lunga seduta psicoanalitica, un ruolo predominante spetta allo psichiatra maniaco Hannibal Lecter (Anthony Hopkins, Oscar 1992 per miglior attore), a conoscenza del modus o p e r a n d i d i B u ff a l o B i l l , e a t t r a t t o intellettualmente dalla giovane recluta,

L’indimenticabile locandina in lingua

agnello sacrificale in mezzo a un mondo di

originale. A questo link il trailer del film.

maschi famelici. Il regista evidenzia la particolare alleanza mentale tra Clarice (poliziotta dalle umili origini che cerca un

- 13 -


Poesie d’autore Il Silenzio Conosco una città che ogni giorno s'empie di sole e tutto è rapito in quel momento Me ne sono andato una sera Nel cuore durava il limio delle cicale Dal bastimento verniciato di bianco ho visto la mia città sparire lasciando un poco

Meriggio d’Estate Silenzio! Hanno chiuso le verdi persiane delle case. Non vogliono essere invase. Troppe le fiamme della tua gloria, o sole! Bisbigliano appena gli uccelli, poi tacciono, vinti dal sonno. Sembrano estinti gli uomini, tanto è ora pace e silenzio… Quand’ecco da tutti gli alberi un suono s’accorda, un sibilo lungo che assorda, che solo è così: le cicale. Umberto Saba

un abbraccio di lumi nell'aria torbida sospesi. Giuseppe Ungaretti

- 14 -


Poesie d’autore Ho bisogno di silenzio Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce il suono della mia stessa voce adesso sarebbe rumore non parole ma solo rumore fastidioso che mi distrae dal pensare. Ho bisogno di silenzio esco e per strada le solite persone che conoscono la mia parlantina disorientate dal mio rapido buongiorno chissĂ , forse pensano che ho fretta. Invece ho solo bisogno di silenzio tanto ho parlato, troppo è arrivato il tempo di tacere di raccogliere i pensieri allegri, tristi, dolci, amari, ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno? sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole piĂš, ha bisogno, come me, di silenzio. Alda Merini

- 15 -


Poesie d’autore Il gioco del silenzio Non so se veramente fu vissuto

E ancora mi negasti la tua voce

quel giorno della prima primavera.

in treno. Supplicai, chino rimasi

Ricordo − o sogno? − un prato di velluto,

su te, nel rombo ritmico e veloce...

ricordo − o sogno? − un cielo che s'annera,

Ti scossi, ti parlai con rudi frasi,

e il tuo sgomento e i lampi e la bufera

ti feci male, ti percossi quasi,

livida sul paese sconosciuto…

e ancora mi negasti la tua voce.

Poi la cascina rustica del colle e la corsa e le grida e la massaia e il rifugio notturno e l'ora folle e te giuliva come una crestaia, e l'aurora ed i canti in mezzo all'aia e il ritorno in un velo di corolle…

Giocosa amica, il Tempo vola, invola ogni promessa. Dissipò coi baci le tue parole tenere fugaci... Non quel silenzio. Nel ricordo, sola restò la bocca che non dié parola, la bocca che tacendo disse: Taci!... Guido Gozzano

− Parla! − Salivi per la bella strada primaverile, tra pescheti rosa, mandorli bianchi, molli di rugiada... − Parla! − Tacevi, rigida pensosa della cosa carpita, della cosa che accade e non si sa mai come accada… − Parla! − seguivo l’odorosa traccia della tua gonna... Tuttavia rivedo quel tuo sottile corpo di cinedo, quella tua muta corrugata faccia che par sogni l'inganno od il congedo e che piacere a me par che le spiaccia…

- 16 -


Poesie d’autore Si dice che ogni persona è un'isola Si dice che ogni persona è un'isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è. José Saramago

- 17 -


Sessualità FARE L’AMORE IN SILENZIO O SCAMBIANDOSI PAROLE? Molte le coppie che ascoltano musica durante il rapporto sessuale, tanto che è stata stilata una colonna sonora dell’eros * Dott. Marco Rossi - sessuologo e psichiatra - www.marcorossi.it “Fare l’amore con musica in sottofondo è

Forbidden Colors (Ryuichi Sakamoto) –

meglio. Lo sostengono per esempio gli

Strumentale, struggente, magnetico

scienziati dell’università americana di Yale (che hanno realizzato un Cd

Feel good vibe (Feel Good Production) -

dall’eloquente titolo “Music for lovemaking”,

Ipnotica, magnetica, avviluppante, irresistibile.

cioè musica per fare l’amore, con brani

Usarla come sottofondo non può che fare

studiati apposta per amplificare il piacere

molto bene al sesso …

sessuale). Lo stesso pensano alcuni musicoterapeuti, secondo cui per esempio il

In the air tonight (Phil Collins) – Solo qui

“Poema dell’estasi” del compositore e

puoi trovare tutta, ma proprio tutta l

pianista russo Scriabin favorisce l’orgasmo

´atmosfera che descrive il tuo stato d´animo

femminile.

in quei momenti: “Sento che c’è qualcosa

Anche se preferite il silenzio, sotto le

nell’aria stanotte…”.

lenzuola, date un’occhiata alla lista che viene proposta: potreste cambiare idea. In

Upside down (Diana Ross) – Il modo in cui ti

realtà, non è una classifi ca in senso

fa sentire il tuo partner ogni volta che fate

tradizionale, ma una selezione di brani

l’amore e nello stesso tempo come vorresti

inequivocabilmente collegati al sesso,

che si sentisse lui (o lei): sottosopra. Solo che

oppure capaci di ispirare e accompagnare la

cantato con la voce di Diana Ross assume

mente e il corpo nel modo migliore durante

tutto un altro effetto …

l’incontro. Quando si tratta di gusti musicali, ciascuno ha i propri, certo; se poi parliamo

I Want Your Sex (George Michael) – Il ritmo

di atmosfere hot per un’occasione speciale,

caldo e indiavolato, i testi che più diretti non si

anche di più. Ma siamo certi che almeno

potrebbe (senza mai essere volgari), una voce

qualcuno dei brani suggeriti vi tornerà

praticamente perfetta … La musica evergreen

sicuramente … utile”.

per il sesso che viene dagli Anni 80. - 18 -


Sessualità Natural Woman (Aretha Franklin) – La

Da Ya Think I’m Sexy? (Rod Stewart) – La

regina delle voci soul, in un classico senza

canzone manifesto della classica storia da una

tempo della musica nera. Il mix ideale per un

notte sola: la voce da sola rimanda al sesso

sesso molto, molto hot …

molto più di qualunque atmosfera

Glory Box (Portishead) – I ritmi pulsanti del

artificialmente costruita ad hoc. E il solo di sax

genere “trip-hop” e il crescendo sinfonico, la

è da brividi…

voce femminile impastata di blues… Colonna

Justify My Love (Madonna) – Il modo

sonora perfetta per una serata sotto le

migliore per avere un’idea suffi cientemente

lenzuola.

verosimile di che cosa voglia dire una notte di

Moments in Love (The Art of Noise) – Pura

sesso con Madonna.

avanguardia musicale negli Anni 80, con un

Sex Machine (James Brown) – Impossibile

ossessivo ripetersi di suoni sintetizzati che

non muovere ogni singola parte del corpo,

hanno reso questo brano strumentale uno

ascoltando questo capolavoro del funk di tutti

standard capace di accompagnare alla

i tempi. Neanche in camera da letto…

perfezione notti di fuoco doc.

Bolero (Ravel) – Immaginate una spirale che

Walk on the wild side (Lou Reed) – La voce

vi avvolge, si avviluppa attorno a voi prima

cupa e profonda, le atmosfere

discreta, poi sempre più ipnotizzante. Come

metropolitane, la realtà cruda dei

se non avesse voglia di sfociare in qualcosa,

marciapiedi di New York descritta nel modo

chiudersi, finire. Non è esattamente come

più diretto che ci sia … Un brano capace di

vorreste che fosse il sesso, sempre?

accendere le fantasie sessuali di (quasi)

*Fonte: staibene.it

chiunque.

- 19 -


Salute IL SILENZIO CHE CURA L’assenza di rumore può avere un effetto terapeutico: migliora la memoria, riduce l’ansia, rende più empatici e, perfino, aiuta a dimagrire Dott. Enzo Primerano - medico rianimatore

“Hello darkness, my old friend I've come to talk with you again…”

L'anno 2020 verrà sicuramente ricordato

riparazione e ristoro al corpo mentre il

come l'anno della pandemia Covid. Come

cervello cade in un appassionante dialogo

una rivoluzione epocale ci è cascato

con la parte più impenetrabile e profonda

addosso seminando morte, distruzione,

della propria psiche, ricevendone istruzioni,

panico e smarrimento.

ordini e consigli.

Tutti coloro che

hanno vissuto quei terribili momenti in terapia intensiva manterranno indelebile questo brutto ricordo. Spesso la sera, quando uscivo dalla Rianimazione, attraversando il parco per giungere al parcheggio, mi colpiva un certo innaturale silenzio che avvolgeva ogni cosa. Mi accorgevo che tutto era raccolto e muto; non il vociare della gente ma uccelli, alberi, piante, siepi che non emettevano più alcun naturale suono. Oggi mi torna ancora in mente quel silenzio: un’armonia catalizzatrice che non solo riduce lo stress ma attiva anche la formazione di nuove cellule, controlla la pressione, giova al sistema immunitario. Con il silenzio si dorme per permettere

Tutte le tecniche di meditazione orientale e occidentale basano l’oggetto del proprio raccoglimento su un sottofondo fatto di silenzio. Nella cultura indù di Bali si celebra il Nyepi Day che è conosciuto anche come Giorno del silenzio: segna l’inizio del nuovo anno nel calendario lunare balinese e cade il primo giorno di luna nuova dopo l’equinozio di primavera. La giornata del Nyepi rappresenta, secondo la cultura e la religione locale, un momento dell’anno da dedicare alla riflessione, alla purificazione e alla liberazione dal male. Per questa ragione, dalle 6 del mattino

fino alle 6 del mattino

successivo è vietato tutto ciò che potrebbe interferire e distrarre da se stessi. Il silenzio è parte fondamentale della comunicazione umana. Solo - 20 -


Salute comprendendo le pause si distinguono

molti anni le “Medical Humanities” sono

sillabe e parole. Non è un caso, quindi, che

entrate a far parte del bagaglio del

il silenzio sia centrale anche nelle relazioni

medico, recuperando l'importanza della

interpersonali: oltre a consentire la

comunicazione a livello diagnostico e

comprensione reciproca, è portatore esso stesso di significati. Il silenzio può ̀ indicare

terapeutico.

accudimento e comunicazione, come quello

Possiamo affermare di sì; numerosi studi

Ma esiste davvero una cura del silenzio?

che lega mamma e bambino durante l ’ a l l a t t a m e n t o m a a n c h e c o m p l i c i t à̀ ,

sono stati fatti al proposito e dimostrano che il silenzio migliora la memoria, riduce

vergogna, timidezza o punizione. Gran parte di ciò ̀ che comunichiamo passa da gesti e

l’ansia, rende più empatici e, perfino, aiuta a dimagrire … I ricercatori della Brigham

sguardi, più ̀ che da parole. E stare in silenzio

Young University e della Colorado State

ci aiuta a concentrarci meglio sulla

University, infatti, hanno condotto un

relazione. Ricordiamoci che nell’ormai

esperimento in cui risultati sono stati

lontano 1964 i cantautori Simon & Garfunkel

pubblicati sulla rivista “Food Quality and Preference”. Alcuni

scrissero “Sound of

volontari sono stati

Silence” per porre l’accento

sottoposti ad un test:

sulla

mangiare dei bretzel

c r e s c e n t e

prima ascoltando

incomunicabilità nei

musica o rumori in

rapporti umani.

cuffi a a volume

Il silenzio nella

medio-alto, poi

musica

nel

mangiarli a volume

linguaggio è come lo

più basso. Dai risultati

zero in matematica:

è emerso che chi

da

riusciva a sentire i

solo

e

indica

rumori

privazione, ma se

masticazione non

accompagna una frase o una parola ne arricchisce

il

concetto. Ormai da

della

La copertina di “Sounds of Silence”, l’album culto di Simon & Garfunkel

- 21 -

mangiava più di 3 bretzel, mentre chi era completamente


Salute Le persone a contatto continuo con i rumori tendono a soffrire maggiormente di disturbi collegati al sonno e di problemi cardiaci. Al contrario, numerosi e recenti studi hanno rilevato i benefici inaspettati del silenzio. A cominciare dalla memoria. Secondo un’autorevole ricerca, portata avanti da Imke Kirste della Duke University, due ore di silenzio al giorno solleciterebbero lo sviluppo cellulare nell'ippocampo, la regione del cervello collegata alla formazione della memoria.

Rimanendo

concentrati, pertanto, la nostra memoria “immerso nella musica” ne mangiava 4 o più. In pratica, chi è in grado di udire la masticazione mentre mangia ha maggiore consapevolezza di quanto effettivamente sta mordendo a un certo punto si ferma, cosa che invece non accade in chi è distratto dai suoni. Ecco perché, quando possibile, sarebbe bene sperimentare il silenzio terapeutico.

guadagna punti giorno dopo giorno. Ciò vuol dire che, se lo studio andrà avanti, si potrà scoprire un nuovo modo per trattare le persone con

malattie collegate alla

regressione cellulare, quali la depressione o la demenza. Meno ansia e antidolorifici con il silenzio Come già accennato, il silenzio è una caratteristica della meditazione i cui benefici

Che sia quello di radio, tv, del traffico, del vociare rumoroso e indistinto delle chiacchiere per strada come in ufficio o in vacanza, il rumore è una costante delle nostre giornate. Quanto il rumore avvolga le nostre giornate è dimostrato dal senso di benessere che ognuno di noi prova quando si ritrova in un luogo silenzioso.

sono oggetto di vari studi da tempo, come quello di Adam W. Hanley dell’Università dello Utah (Usa), che ha indagato circa gli effetti della meditazione su corpo e mente. Si è visto così che alcuni gruppi di persone, in procinto di sottoporsi ad intervento chirurgico, hanno riportato sollievo dal dolore, riduzione del desiderio di farmaci antidolorifici e riduzione dell’ansia.

- 22 -


Salute "Rumori esterni e interni ci allontanano dalla

Sono state esaminate 5.075 persone residenti

conoscenza di noi stessi": lo afferma Moshe

in cinque aree suburbane e rurali nei pressi

Bar, neuroscienziato di fama internazionale.

di Stoccolma: per ogni 5 decibel che

"Attraverso la meditazione e il silenzio è

eccedono il limite ‘standard’, pari a circa 45, il

possibile godere delle piccole cose che ci circondano e che molto spesso si danno per scontate.

girovita aumenta di 0,21 centimetri, specialmente nelle donne. L’esposizione al rumore farebbe aumentare la produzione di

Il rumore- è scientificamente provato-

cortisolo, l’ormone dello stress. Proprio

rappresenta il principale generatore di

questo ormone se presente in elevate

stress, con la conseguente produzione

quantità gioca un ruolo importante nel

inappropriata di cortisolo (l’ormone dello

deposito di grasso nella zona addominale.

stress) e di adrenalina. In particolare, uno studio condotto dal Karolinska Institut e dal

Quindi senza indugio abbandoniamoci al

Norwegian Institute of Public Health e

fascino troppo spesso inesplorato del

pubblicato sulla rivista “Occupational &

silenzio, e il nostro corpo ce ne sarà grato.

Environmental Medicine” ha evidenziato che

Ripagandoci in salute e benessere.

l’inquinamento acustico è un nemico del girovita.

- 23 -


Incipit IL RUMORE DEL SILENZIO Un diverso modo di comunicare, spesso più potente di molte parole Di Giovanni Paolo Magistri - biologo In natura l’interdipendenza tra preda e

silenzi per l’essere umano, ed è in

predatore trova nel silenzio il principale

quell’atmosfera che il pensiero trova

protagonista; l’agguato di un felino nel

finalmente quiete.

tentativo di catturare una gazzella è

Un silenzio assordante circolava nelle

preceduto da un incedere verso la preda in

trincee della Grande Guerra prima di

rigoroso silenzio. La predazione fallirebbe

sferrare l’attacco alla baionetta; a sera, il

inesorabilmente al rumore di un solo

ricordo dei caduti era accompagnato dal

fuscello d’erba spezzato.

suono di una tromba che intonava note

I direttori d’orchestra, con cenno di mano delicato, chiedono silenzio prima di cimentarsi e l’esecuzione non potrebbe aver inizio escludendo questo prerequisito fondamentale d’introduzione all’ascoltare; saper servirsi dei silenzi (pause) per dare all’esecuzione il respiro di cui ha bisogno è forse il principale requisito di un bravo musicista ed è per tale ragione che a volte capita che il pubblico rimanga in religioso silenzio al termine di un’esecuzione musicale magistrale; è finita l'esecuzione, ma non la musica. Leopardi immagina negli “interminati spazi e sovrumani silenzi” l’immergersi in dimensioni senza confini e sconosciuti

conosciute a tutti, quelle appunto del “silenzio”. Il silenzio è un modo diverso di comunicare. Si esprime a volte più delle stesse parole; forse a qualcuno dei lettori sarà capitato di esternare i propri sentimenti ad una persona amata e nel frangente non ricevere risposta. Ahimè, quale dirompente rumore aveva provocato quel silenzio nel nostro cuore! Nel film “La vita è bella” Guido (Roberto Benigni) pone all’ufficiale nazista il seguente indovinello: se fai il mio nome non ci sono più; chi sono? Preveggente monito al crudele silenzio cui furono relegati gli Ebrei nei campi di concentramento. Amo sostenere che le note musicali non

- 24 -


Incipit siano sette ma bensì otto; il silenzio, che non ha né diesis né bemolle, è appunto l’ottava nota, forse anche la più “corretta” perché il silenzio non può mentire. Per molti religiosi anche Dio usa il silenzio per rammentarci il nostro libero arbitrio: ”Padre perché mi hai abbandonato”, sono le ultime parole di Cristo. Come il bianco è contrapposto al nero, il bene al male, o viceversa, il silenzio è antitesi del “costruire”; è il precursore alla materializzazione del divenire. Non esiste modo di giudicarlo, di esso si può aver paura come sentirne il bisogno. Di certo non può essere considerato una semplice assenza, in quanto non si può avere bisogno di qualcosa che non c’è; il silenzio è una “condizione” ma non il nulla.

Alda Merini (1931-2009) “Gli amici veri sanno ascoltare anche il nostro silenzio”

- 25 -


Di tutto e niente A LETTO NEL SILENZIO PIU’ TOTALE Il sonno per me tarda di più quando non c’è rumore Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico

Di nuovo qui. Difficile dissimulare la

affacciano ricordi senza nesso con

stanchezza. Perdo pezzi di me e delle mie

alcunché. Apparentemente liberi per

cose. Stasera non riesco a scaldami né a

associazioni e immagini. Se dormissi

stare sulle cose che mi piacciono. Non si

sarebbero sogni. Da sveglio invece sono

sente altro che folate di vento che

sprovvisti di senso. Quando svieni perdi i

scuotono alberi e infissi. Qui dentro nulla

sensi, ma non i significati. Non solo: lo

di nulla. Silenzio.

svenimento stesso ha, con ogni

Ho messo la felpa, quella con il cappuccio.

probabilità, un suo significato. Ma pensare

Anche il cuscino è freddo. Penso alle tante

a questo ora non ha nessun nesso né con

cose che non trovo, ai libri che non so se

me, né con questo momento....

sono qui o a Roma, alle carte, a certi quaderni che avevo anche numerato in un eccesso di consequenzialitàma che non ho saputo rintracciare. Ci sono anche dei documenti che vorrei poter avere sottomano. Domani questi li cerco - e così pensando e dicendomi provo a tranquillizzarmi. Però con tutto questo

Foto di Annie Spratt su Unsplash

silenzio, a porzioni delimitato dalle folate, fantastico e girovago - da supino. Mi si affacciano

Ho tanti amici lontani che mi piacerebbe risentire. Di ciascuno mi torna in mente

- 26 -


Di tutto e niente mente prima qualcosa, poi una valanga di

Conto a ritroso da 100 a zero, cercando di

ricordi. Succederà anche a loro? Se non lo

visualizzare ciascun numero - uso

chiedo non lo saprò mai. Ma neanche loro

mentalmente qualcosa di simile alla grafica

me lo chiedono... Quindi né io né loro.

vecchia dei numeri degli autobus a Roma,

Distanti. Reciprocamente.

quelli dell’Atac.

Foto: Wikimedia Commons Ho sete ma fa freddo e non mi alzo. Anzi, mi

Spero di scendere...di addormentarmi

calo il cappuccio sugli occhi. Al buio non ha

prima di dover scendere perché - “Aho!

senso. Ma anche tutto il resto sin qui detto

Semo arrivati dotto’, questo è er capolinea...”-

ne è sprovvisto - luce accesa o spenta che

più in là sembra proprio non vi sia nulla...

sia. Aspetto il sonno già da un po’, ma forse per potermi addormentare mi devo prima un po’ riposare...

- 27 -


Da vedere/ascoltare “LA VOCE DEL SILENZIO”… CANZONE PASSATA SOTTO SILENZIO ALLA SUA PRESENTAZIONE Lo straordinario brano italiano che avrebbe conquistato critica e pubblico a livello mondiale Di Minnie Luongo - giorrnalista scientifica Risale al 1968 uno dei più grandi classici

l’amore.

della storia del Festival di Sanremo, "La voce

Insomma,

del silenzio", brano composto da Paolo

protagonista a seconda di chi la canti, si

Limiti, Mogol ed Elio Isola. Ma in quella

accorge come, a dispetto del trascorrere

diciottesima edizione (successiva a quella,

del tempo, ognuno ha qualcuno che

tragica, durante la quale si era suicidato

occupa un posto speciale dentro di sé, a

Luigi Tenco) - e che vide vincitrice “Canzone

prescindere da tutto … Ed è sufficiente un

per te” di Sergio Endrigo- quella che sarebbe

momento senza rumori di sottofondo o

diventata una fra le canzoni più famose

gente che distragga la nostra attenzione

il protagonista, o la

della storia della musica italiana finì al 14° posto, ossia risultò l’ultima dei brani finalisti. Presentata dal cantante Tony del Monaco - abbinato alla straordinaria voce della s t a t u n i t e n s e D i o n n e W a r w i c k - f u incredibilmente snobbata dai media e neppure particolarmente apprezzata dal pubblico. Il testo parla di una persona che vuole rimanere da sola a pensare, ma nel silenzio troppe cose e troppi ricordi ritornano alla mente, e ci si rende conto che nel cuore chi si ha sempre amato, in realtà non ha mai perso il suo posto. Il silenzio, al centro della canzone, amplifica tutto, anche - 28 -

Paolo Limiti, uno degli autori della canzone


Da vedere/ascoltare per osservare il passato con nostalgia,

Altrettanto fece Andrea Bocelli qualche anno

capendo che nel silenzio si celano tutte

dopo, mentre in questo 2020 Ornella Vanoni

quelle persone che abbiamo perduto, che ci

(in duetto con Alberto Urso), l’ha cantata nella

siamo lasciati alle spalle e che non potremo

serata dedicata ai settant'anni del Festival.

mai dimenticare.

La stessa Dionne Warwick ne incise anche

La prima a rispolverare e far esplodere la

la versione in inglese, Silent Voices (nel suo

canzone fu Mina, che la portò

album Dionne Warwick in Valley of the Dolls),

concretamente al successo. Ma gli artisti

ripresa poi dalle Supremes (che la inclusero

che l’hanno riproposta nel corso degli anni

nel loro album Produced and Arranged by

quasi non si contano: tra questi, e sono solo

Jimmy Webb) e da Tom Jones.

alcuni, ci sono Massimo Ranieri, Elisa, Renato Zero, Diodato, Dolcenera. Senza dimenticare Francesco Renga che la cantò

A questo link la stupenda interpretazione di Dionne Warwick

al Festival di Sanremo 2010 come ospite.

- 29 -


Da leggere (o rileggere) “IL GIOCO DEL SILENZIO”: UN LIBRO PER RAGAZZI, MA NON SOLO Rimanere in silenzio per mettere ordine nella propria mente Dalla Redazione C’è un libro pubblicato nel 2010 che molti

hanno constatato che negli alunni, al

genitori e nonni dovrebbero rispolverare e,

termine della lettura, si evidenziano

dopo averlo (ri)letto, proporlo a ragazzini dai

almeno tre constatazioni o domande:

9 ai 13 anni. Il motivo? Appassionare questa

• L’importanza del silenzio. Noi il silenzio

fascia d’età alla lettura, per uscire dalle solite proposte stereotipate e commerciali e far conoscere ai ragazzi un

lo conosciamo davvero? Leggendo il testo anche i giovani lettori hanno iniziato a far caso per quanto

testo che parla di loro e

tempo il silenzio faccia parte

che, divertendoli, li inviti

della loro vita, con

anche a pensare, provare,

risultati

davvero spiazzanti.

sperimentare.

•L’importanza delle parole.

L’autore de “Il gioco del

Nel togliere le parole a volte

silenzio” è Andrew

riusciamo ad accorgerci di

Clements, uno scrittore

quanto siano importanti e di

americano di libri per

quante parole vuote diciamo,

ragazzi originario

senza

dell'Illinois. Dopo la laurea

magari

mai

pronunciare le parole

alla Northwestern

importanti.

University, Clements ha

•Che parte abbiamo nel

insegnato, scritto canzoni e lavorato presso diverse case editrici. I suoi libri hanno venduto più di sei milioni di copie nel mondo e sono tradotti in oltre dodici lingue.

gruppo? Un altro spunto interessante è quello di confrontarsi su ciò che i ragazzi pensano di Dave. Avrebbero il coraggio di rimanere così saldi sulle loro opinioni? Anche loro giungerebbero allo stesso

Da parte loro, anche molto insegnanti - 30 -

fi nale? Ma, soprattutto, che reazione


Da leggere (o rileggere) avrebbero avuto quando i cosiddetti

Dave decide di provarci e ci riesce, ma ciò

inzittibili hanno accettato tutti quanti di

implica che debba fingere un attacco di

rimanere in silenzio e creare quindi due

tosse per evitare la presentazione della

gruppi compatti che includevano tutti i

ricerca tirandosi addosso le ire dell’odiosa

ragazzi di quinta, nessuno escluso?

Linsey Burgess, sua compagna di ricerca.

“Dave Parker era nel bel mezzo della sua quarta ora di silenzio. Ed era anche nel bel mezzo dell’ora di studi sociali di un lunedì mattina come un altro, nel bel mezzo del mese di novembre. E la scuola elementare Lakerton era nel bel mezzo di una cittadina di medie dimensioni nel bel mezzo dello Stato del New Jersey. Dave aveva una buona ragione per essere nel bel mezzo della sua quarta ora di silenzio, ma non è questo il momento di parlarne. Questo è il momento di parlare di cosa aveva capito nel bel mezzo dell’ora di studi sociali”.

Foto di Taylor Wilcox su Unsplash Durante la mensa la ragazzina lo aggredisce per la brutta figura che le ha fatto fare e tra gli insulti parte la sfida: chi, fra maschi e femmine, saprà restare più in silenzio per due giorni interi? Ogni volta che viene rivolta loro una domanda i ragazzi delle

Inizia così questo romanzo ambientato in

quinte hanno a disposizione solo tre parole;

una quinta elementare in cui un ragazzino

ogni parola in più sarà segnata come

di 10 anni, durante l’ora di studi sociali (che

penalità.

da noi potrebbe essere l’ora di geografia),

La sfida ha inizio! Ed è così che “gli

scopre un’informazione che anima la sua

inzittibili” a cui la preside in mensa parlava

mente. Infatti, facendo una ricerca sull’India

con

per la scuola Dave Packer scopre che ogni

improvvisamente silenziosissimi, senza

settimana Gandhi restava nel più

neppure farsi una domanda importante:

assoluto silenzio per un’intera giornata

“Gli adulti come reagiranno a questo

per riuscire a mettere ordine nella

cambiamento?”

propria mente. - 31 -

il

megafono

diventano


Disabilità in pillole PERCHÉ LE PERSONE DISABILI STRILLANO? Spesso perché non conoscono altra forma di dialogo. Ma anche loro, forse più di altri, hanno bisogno di silenzio Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger

La nostra variegata concezione di persona

visuale di persone urlanti, tante volte le

disabile non è estranea alla convinzione che

immaginiamo esagitate, come non

alcune di loro siano moleste perché alzano

sapessero fare altro.

facilmente la voce, disturbano, fanno chiasso

I disabili, come tutti, hanno bisogno di

a sproposito e non sanno stare in mezzo alla

silenzio. Anzi, forse ne hanno bisogno più

gente. Questo riguarda prevalentemente il

di altri. Per le persone autistiche, per

nostro pensare sulle persone con un

esempio, le buone regole dell’accessibilità

disturbo psichico, che temiamo fortemente.

prevedono che i luoghi atti a ospitarle siano

Oppure temiamo i bambini iperattivi, quelli

dotati di ambienti dove possano trovare il

con i cosiddetti disturbi da deficit

loro equilibrio, dunque ambienti silenziosi.

dell’attenzione/iperattività (Adhd - attention

Le persone che non sentono sono agevolate

deficit hyperactivity disorder) perché con la

dall’uso delle protesi che, però, possono

loro sfrenata smania di fare disturbano.

stancare l’orecchio. Così ci sono persone

Rovescio quindi la questione perché quella

sorde che deliberatamente tolgono

dello strillare è una faccenda che rientra

l’apparecchio per restare un po’ in silenzio

nell’ambito del trattamento delle persone

con loro stesse. È una scelta data dalla

con disabilità, di cui abbiamo già parlato

necessità psico-fi sica di separarsi dal

dicendo che l’urlo è una forma di

bombardamento acustico cui sono

comunicazione da rispettare. Solitamente le

sottoposte. La sovraesposizione sonora è

persone con disabilità strillano perché

un fenomeno che riguarda un po’ tutti,

non conoscono altra forma di dialogo,

perché è lecito pensare che ognuno ogni

tutto qui. La domanda da farsi, allora, è

tanto abbia voglia di separarsi dal

questa: le persone disabili sanno stare in

cosiddetto stress della vita moderna. La

silenzio? Spesso le vediamo impegnate nelle

pratica del silenzio, perciò, è un’esigenza che

proteste e, nella nostra pregiudizievole

abbraccia persone con disabilità ben diverse. - 32 -


Disabilità in pillole Non ultime le persone con disagio psichico,

Il silenzio ci affascina e ci terrorizza. Ci attrae e ci imprigiona. E quando ci imprigiona certe volte l’unica maniera per uscirne è strillare.

che anch’esse abbisognano di luoghi dove ritrovare i propri equilibri mentali grazie alla quiete sonora. Ci sono poi persone che sono prigioniere del silenzio, cioè che vivono una relazione di tale disagio rispetto all’ambiente circostante da non riuscire a comunicare. È il caso del mutismo selettivo, cioè quel disturbo

che

colpisce

prevalentemente i bambini in risposta a un forte stato emotivo legato all’ansia. Queste persone non riescono a parlare, pur volendolo fare, in ambienti pubblici. Queste persone stanno in silenzio loro malgrado, non vorrebbero starci ma lo fanno. Alla domanda, pertanto, se le persone disabili sanno stare in silenzio la risposta è che ci sono coloro che desiderano starci e altri che desiderano fuggire dal silenzio. E questo riguarda tutti. Il silenzio ci affascina e ci terrorizza. Ci attrae e ci imprigiona. E quando ci imprigiona certe volte l’unica maniera per uscirne è strillare. Foto di Cristian Newman su Unsplash

- 33 -


Generazioni Connesse SILENZI E RUMORI DELLA SOCIETÀ DIGITALE Quando il mondo cambia, cambiano non solo i suoni, ma anche la loro assenza. Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice

Corrono come pazzi, i loro ritmi sono

paesino e nel quartiere e adesso col suo e-

forsennati. La loro furia è determinata dai

commerce può essere visibile in tutta Italia,

nostri desideri, dalle ferree regole del

forse anche in tutto il mondo.

mercato, dal nostro attuale stile di vita che pare riprendere le parole di una celebre (ancorché non certo nuova) canzone: I want it all, and i want it now. Per strada è tutto uno sbattere di sportelli, scorrere di portelloni, suono di clacson, sgommate per ripartire in tutta fretta: sono i rumori di un esercito di corrieri. Certo, ci sono anche quelli in moto, pure quelli in bici: decisamente i meno chiassosi, anzi a volte il loro silenzioso e metodico pedalare è pure un pericolo per malcapitati passanti che

Quando il mondo cambia, cambiano non solo i suoni, ma anche la loro assenza. Chi si sarebbe immaginato, per esempio, di uscire a cena per non proferire una parola? Eppure, capita continuamente di vedere coppie e gruppi di amici che non si parlano, presi dalla consultazione del proprio smartphone. Ogni tanto alzano la testa dallo schermo per commentare quello che stanno guardando, ma la conversazione rischia di arenarsi di nuovo: troppo forte è la lusinga dei feed che si aggiornano in continuazione,

rischiano di venire travolti dalla corsa alla

delle notizie che si susseguono

consegna.

incessantemente.

D’altra parte, ecco che alcune vie diventano più vuote, più desolate e senza rumore:

Quando la vita in società diventa troppo

sono le serrande che chiudono. Alcuni

complicata, la tentazione di isolarsi si fa più

commercianti non ce la fanno a competere,

forte. In un mondo iperconnesso, può

non hanno gli strumenti o le risorse per ribattere all’infinita disponibilità della rete. Mica tutti: c’è chi prima poteva vendere nel

persino passar la voglia di parlare. Chissà quali sono, i rumori e silenzi di chi sceglie il silenzio selettivo o chi,

- 34 -


Generazioni Connesse addirittura, diventa un hikikomori: con

Può accadere che i rappresentanti di queste

questo termine giapponese si designano le

due categorie si scontrino: immaginiamoli a

persone, soprattutto giovanissime,

bordo di un treno. Avremo persone che per

che

hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. Nel 2018 un’approfondita inchiesta dell’Espresso si intitolava, significativamente: “I nostri ragazzi in fuga dalla parola”. Si stima che oggi in Italia ci siano circa 100 000 hikikomori, ma molti di più sono quelli che mostrano diffi coltà a relazionarsi e a parlare in presenza. Una grande ondata di silenzio sembra abbattersi su una parte delle nuove generazioni. Proprio quelle che nella

non perdere chiamate, messaggi e notifiche preferiranno lasciare alta la suoneria del cellulare. Non mancheranno quelli che decidono di dedicarsi a estenuanti videochiamate, oppure scattarsi innumerevoli selfies (Clic! Clic! fa il cellulare adoperato come macchina fotografica ). Con buona pace di chi, magari, per educazione preferisce restare in silenzio e non disturbare i compagni di viaggio.

vulgata comune, in qualità di “native digitali”

Molte volte anche a me è capitato di pensare:

avrebbero dovuto trarre benefi cio

ma quanto era bello quando si viaggiava in

dall’infinità di strumenti presenti in rete.

tranquillità, tutt’al più col sottofondo di un più

Non mancano, del resto, tanti giovani

moderato chiacchiericcio.

entusiasti del digitale per i quali è naturale postare foto e video, chattare e vedere gli

Ma è inutile, lo sappiamo, rimpiangere i tempi

amici online.

andati: che avevano anche loro grossi pregi e

Ma il cambiamento della società non riguarda solo i giovani, anzi. Nel mondo di oggi si sta operando l’ennesima cesura: da un lato chi non potrebbe più vivere senza la gratificazione provocata da un like sui propri post e appena riceve una notifica deve

grossi difetti, va ricordato. Senz’altro, c’erano altri silenzi, c’erano altri rumori. Certo, questo discorso vale solo se pensiamo al nostro mondo umano e mutevole. La Natura, negli spazi che ancora le concediamo di abitare, canta da millenni la stessa canzone.

controllare immediatamente di cosa si tratti. Sull’altro versante, chi ha dei dubbi (più o meno forti) su questo nuovo mondo e cerca un rapporto meno pervasivo col digitale.

- 35 -


Il Personaggio LEONETTA MARCOTULLI, MARQUESA DE LA PENNE, SPERICOLATA NOVANTENNE DAI MILLE ASPETTI Lilly scultrice di successo, ma anche prima donna col brevetto di pilota di alianti, oltre che pilota di auto da corsa Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica Ci sono vite davvero “Over” e quella di

Anche nella sua professione vera

Leonetta Lilly Marcotulli certamente lo è:

Leonetta Marcotulli ha scelto una

artista e sportiva, protagonista per un

strada controcorrente, quella della

trentennio della vita culturale romana ma famosa anche oltre oceano per i suoi exploit alla guida di un’Alfa Romeo con cui partecipava alle corse in anni in cui per le donne era già insolito prendere la patente. Oggi Leonetta Marcotulli è una grintosa

scultura. “I miei non mi hanno detto niente, forse hanno pensato che almeno così non rischiavo di rompermi l’osso del collo”, racconta. “La scultura mi attirava più della pittura, perché ti dà veramente la sensazione di far nascere qualcosa con le

novantenne, che ha accettato di ripercorrere con noi le tappe di una vita controcorrente: “ Ero l’unica ragazza in una famiglia di maschi e sono cresciuta con i miei fratelli, forse per questo mi veniva naturale fare cose da maschio”, ricorda rievocando i suoi exploit sportivi, si trattasse di pilotare auto da corsa o di prendere il

tue mani”. E infatti i soggetti che predilige

brevetto come pilota di aliante, negli anni

sono forme morbide e rotondeggianti ,

cinquanta durante un lungo soggiorno a

strutture astratte ma anche gatti e figure

Rieti: “Quando arrivai qui volai con il motore,

femminili . “ Le mie donne non sono

ma non mi emozionò per nulla”, ricorda

grasse-spiega -: sono solide” (modelli in

Leonetta in un articolo che il Messaggero le

creta che un artigiano riproduce poi in

ha dedicato in ricordo della prima donna

marmo). “ Mi piacciono gli uomini, ma solo

pilota di aliantii, “ Poi salii sull’aliante e mi sembrò di toccare il cielo con un dito”.

una volta ne ho scolpito uno” osserva, quasi sorpresa.

- 36 -


Il Personaggio L’arte ne ha fatto una protagonista della

“ non musei importanti, però ci sono”. E

vita culturale romana che ruotava fra

soprattutto Il suo studio di via della Lungara a

Trastevere e via Margutta. “Eppure io mi

Trastevere diventa un’oasi accogliente per

sento “roccatana”, di Rocca Canterano”

amici famosi, primi fra tutti Mario Schifano e

spiega Leonetta, menzionando il paese dove si trova la villa di

Tano Festa e poi anche Leonetta Marcotulli

Massimiliano Fuksas e

famiglia che l’ha accolta di ritorno

Duccio Trombadori : un

dal Venezuela, dove si era

luogo di risate e litigi,

trasferita negli anni ’50 a seguito

spaghettate collettive e

del padre ingegnere. E dove è

divertenti avventure, “

salita per la prima volta su una

come la volta che mi

macchina da corsa, iscritta quasi

hanno pagato una

per gioco dal fratello cui il padre

scultura in scatole di puré,

aveva proibito di partecipare alla

che ho propinato ai miei

gara: “Non ero l’unica donna a

amici finché non si sono

correre ma fui notata - avevo una

rifiutati di mangiarne

gonna plissé soleil, come usavano

ancora”, ricorda Leonetta.

allora - e uscì un articolo su di me” , spiega. Poi arrivano altre gare, altre vittorie, Leonetta diventa famosa. Nel frattempo ha sposato Renzo - “il ragazzo di cui ero innamorata da sempre”- ed è diventata la “marquesa” de la Penne.

Il bilancio della sua vita è presto fatto: “Alla mia età tutti hanno un lungo curriculum; io ho una vita piena di amici, di fiori e di sogni". E ancora si fanno progetti: “ Voglio godermi ancora un po’ la mia casa anche se, al secondo piano senza ascensore, chissà fino

Quando torna a Roma negli anni ‘60,

a quando mi sarà possibile. Però sono anche

Leonetta Marcotulli ha tre figli e si dedica

curiosa di vedere cosa c’è dall’altra parte”

alla scultura con crescente successo ,

ammette. La morte non le fa paura: “ Ho

espone a Spoleto in occasione del Festival

rischiato di morire da giovane schiantandomi

dei Due Mondi e poi seguono decine di

contro un albero durante una corsa”

mostre in Italia e all’estero: la “marquesa” è

racconta, “ e in quegli attimi ho pensato solo

diventata Lilly la scultrice. “Le mie opere

all’esperienza che mi aspettava, una

sono anche in qualche museo”, ricorda ,

sensazione meravigliosa” . - 37 -


Stile Over VESTIRE VINTAGE. UN MODO PER ESSERE UNICHE Non solo indossando abiti, tutto esclusivi

ma anche sfoggiando accessori del

Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica

Una volta non si chiamava vintage: per

sostanziale risparmio economico - c’è

chi come me li amava, erano

anche quella di recuperare capi già

semplicemente “vestiti usati”, “vestiti

indossati da una persona cara, o che

vecchi” recuperati negli armadi di casa o in

hanno comunque ”una storia”. “Ma ci sono

negozietti specializzati un po’ polverosi,

ragioni più serie per scegliere l’usato”,

dove si scavava alla ricerca di capi bizzarri, spesso di ottima qualità e soprattutto “ diversi”. Un modo per non sentirsi omologati, una manna per me ragazzina. Ho cominciato allora a indossare i maglioni vecchi di mio padre (oggi spesso lo faccio con quelli del mio compagno) e continuo a comprare con piacere capi “vissuti”, in negozio o scavando - ammettiamolo, è la cosa più divertente- sul banco di un

spiega Cristina Montorzi, che ha abbandonato la carriera di avvocato per dedicarsi a That’s Vintage, un negozio a Livorno dedicato al Vintage Inglese: “Riutilizzare i vestiti significa anche tutelare l’ambiente, visto che la lavorazione dei tessuti è un procedimento molto inquinante“. Secondo l’università di Copenaghen, per ogni chilo di vestiti

mercatino.

usati raccolti si producono in media 3,6

Negli ultimi decenni l’acquisto di vestiti,

seimila litri di acqua in meno, e l’uso di

kg di CO2 in meno, si consumano

spesso di qualità modesta, è aumentato esponenzialmente - 40% nell’Unione europea, secondo alcune statistiche - ma per la nostra generazione non era così insolito usare i vestiti smessi dai fratelli maggiori, o “prendere in prestito” dai genitori un capo per un’occasione speciale. Tra le gioie del vintage - oltre a un

fertilizzanti e pesticidi diminuisce rispettivamente di 0,6 e 0,3 kg. Senza contare i consumi legati al trasporto, e lo sfruttamento della mano d’opera legato alle produzioni a basso costo. Dati da ricordare quando acquistiamo capi destinati a durare meno di una stagione.

- 38 -


Stile over “Gli abiti usati offrono tessuti di qualità, a

di qualità, ”firmati o comunque di marche

ottimi prezzi ”, prosegue Cristina, che ha

conosciute, altrimenti si dovrebbe parlare di

inserito nel suo canale Youtube anche un

second hand o vestiti di seconda mano”,

video per imparare a riconoscere un capo di

spiega Cristina. Anche se le definizioni si

qualità. “Gestire un negozio di vintage è

intrecciano, perché è possibile trovare sui

appassionante ma impegnativo”, ricorda.

banchi del mercato vere e proprie chicche, e

“Bisogna curare i capi, e aver pazienza con le

capi comunque originali e confezionati con

clienti che devono inevitabilmente mettere

cura. O che magari ci ricordano la gioventù,

in disordine -“ ciacciare”, diciamo noi - per

visto che oggi sono vintage abiti degli anni ’60

trovare quello che desiderano”. E proprio la

o ’70.

ricerca, insieme alla legge non scritta per cui cercavi un maglione e torni a casa con due giacche, è il meccanismo che rende appassionante questo tipo di shopping. In realtà il termine vintage si riferisce a capi

I canali per acquistare sono moltissimi, dai negozi come That’s Vintage alle fi ere benefi che in cui si trovano “scarti di guardaroba” spesso di ottima qualità, ai mercati o alle catene come Mercatopoli - non

- 39 -


Stile over riservate agli abiti - in cui si può comprare

Senza dimenticare gli accessori. Perché,

ma anche vendere. Senza dimenticare i

se qualcuno può esitare di fronte a un capo

punti vendita di associazioni come Oxfam e

indossato da altri - senza motivo perché

Humana, che usano il denaro ricavato per

quanto venduto è comunque lavato e igienizzato - come resistere a borse, foulard

sostenere progetti solidali. Possibilità per

e cappelli? Che in qualche caso

tutti i gusti, da mercati come Porta Portese a

- come

mostra Cristina in questo delizioso video

Roma o la Fiera di Sinigaglia a Milano,

( www.youtube.com/watch?v=sFsGoOkipZ8 )

perfetti per chi ama casual o abbigliamento

- possono anche essere personalizzati

americano, ai negozi più eleganti come i

partendo da un cappello in paglia vintage

“Mercatini Michela”, dove per anni molte

per offrire creazioni inedite. L’abbiamo già

signore milanesi hanno acquistato anche

detto, che il primo obiettivo di chi veste

capi eleganti o addirittura abiti da sposa.

usato o vintage è quello di essere unica?

- 40 -


Stile over

- 41 -


Scienza TRA I GRANDI PIONIERI DELLA MEDICINA UN MEDICO ECCEZIONALE: VIRGINIA APGAR Molti neonati devono la loro vita al punteggio Newborn Scoring System, l’ ”Indice di Apgar” creato dalla prima donna primario e utilizzato in tutto il mondo Di Enzo Primerano Gli Stati Uniti d’America del Dopoguerra

era sottoposto l’altro, influenzarono

furono fucina di scienza e salute e crocevia

Virginia a scegliere di proseguire gli studi e

di grandi clinici e scienziati e medici. Per

laurearsi in medicina, scelta piuttosto

fare onore ad un simbolo di sacrificio e

inusuale tra le donne dell’epoca. Convinta

attaccamento al lavoro parliamo qui di Virginia Apgar. Il suo operato e i suoi studi lasciano a noi oggi le pietre miliari della cura dei neonati e della anestesia e rianimazione ostetrica. Virginia Apgar è stata una donna straordinaria, una innovatrice nell’ambito della Neonatologia e Anestesiologia neonatale; è stata colei che ha introdotto un sistema di valutazione della vitalità e dell’effi cienza delle funzioni vitali primarie dei neonati chiamato Indice di Apgar, che è ancora oggi utilizzato in tutto il mondo. È stata la donna dei primati: prima donna primario, prima

di voler diventare un medico, Virginia entrò nel 1929 al Columbia University’s College of Physicians and Surgeons. Quelli erano gli anni della grande crisi, ma nonostante tutto si laureò a 24 anni nel 1933 realizzando così il suo sogno di diventare medico. Quindi,

l’Internato al

Columbia Presbyterian Hospital per la specializzazione in Chirurgia, presso il dottor Alan Whipple. Fu proprio lui a scoraggiarla a proseguire gli studi in chirurgia e ad abbracciare invece la disciplina dell’anestesia che in quegli anni era appena agli albori. Infatti veniva

donna professoressa al College of

ancora praticata l’anestesia con etere e

Physicians & Surgeons alla Columbia

cloroformio ed era somministrata dalle

University.

infermiere. E fu così che Virginia imparò

Il padre le aveva in qualche modo

le basi dell’anestesia dalle infermiere

trasmesso l’amore per la scienza ma forse

del Columbia Presbyterian Hospital, per

la scomparsa del fratellino e le cure a cui

specializzarsi nel 1937 in Anestesia

- 42 -


Scienza Rianimazione, e l’anno dopo divenne

madri che restavano vigili e presenti al

primario dell’omonimo reparto.

parto. Al Columbia’s Sloane Hospital iniziò il suo lavoro organizzando un programma per l’insegnamento: tutti gli specializzandi di Anestesia avrebbero dovuto lavorare per due mesi nel reparto di anestesia ostetrica. Subito dopo si interessò al problema della rianimazione neonatale: sia all’atto della nascita, sia nelle ore e nei giorni successivi poteva essere fatto molto di più, e allora decise di studiare il problema con rigorosa metodologia per fare maggiore chiarezza. Era fondamentale capire la gravità del neonato alla nascita per potergli somministrare le cure adeguate e l’unica maniera consisteva nel distinguere il rischio attraverso un punteggio di gravità. Prima dell’introduzione di tale punteggio, i neonati

Da subito, intuendo che c’era molto da fare

non ricevevano le giuste attenzioni, tanto è

nel campo della mortalità infantile e delle

vero che molto spesso accadeva che bimbi

giovani partorienti portatrici di malattie,

apparentemente sani alla nascita morissero

approfondì i suoi studi riguardo l’anestesia

pochi minuti dopo.

ostetrica: bisognava garantire alle donne che stavano per dare alla luce un bambino,

L’invenzione di questo metodo fu quasi

soprattutto se con parto cesareo, il giusto

casuale: una mattina del 1949, uno studente chiese alla dottoressassa Apgar

quantitativo di anestetico. Ma soprattutto

quale fosse il metodo migliore per visitare

Virginia voleva trovare il modo per

un bambino appena nato; Virginia annotò

ridurre la mortalità delle donne durante

su un foglio cinque punti da considerare e

il parto, all’epoca elevatissima. Cominciò

un relativo punteggio da attribuire al

a praticare l’anestesia epidurale alle

neonato sulla base delle osservazioni

partorienti abbassandone non solo la

eff ettuate. I punti da valutare erano:

mortalità, ma rendendo così più felici le - 43 -


Scienza attività cardiaca, attività respiratoria,

studenti i cinque punti da analizzare: A →

tono muscolare, reattività alla

Appearence (colorito) P → Pulse

stimolazione, colorito. Tale codice doveva

(frequenza cardiaca) G → Grimace (riflessi) A → Activity (tono muscolare) R → Respiratory effort (attività respiratoria). Fece menzione dell’acronimo al Journal of the American Medical Association (JAMA) che lo pubblicava l’anno dopo rendendolo conosciuto in tutto il mondo. Così il nome della Apgar divenne famoso in ogni angolo del mondo e la spronò verso nuovi studi sia clinici che di salute pubblica. Comprese l’importante ruolo della comunicazione che un clinico doveva avere per cambiare nella popolazione vecchie consolidate credenze e luoghi comuni su parto,

servire a medici e infermieri in sala parto

nascita e disabilità infantile. Virginia era

per stabilire se un neonato avesse bisogno o

un’affabile relatrice e le sue conferenze

meno di rianimazione. Nel 1952 venne

erano molto amate dal pubblico poiché

presentato questo punteggio come

sapeva come calarle nella realtà e

“Newborn Scoring System” al congresso

ipnotizzare l’uditorio rendendole

della International Anesthesia Research

piacevoli. Infaticabile, cominciò ad

Society e fu poi pubblicato ufficialmente

interessarsi di salute pubblica portando

nel 1953. Ma nel 1962 un pediatra, il dottor

avanti programmi di raccolta fondi per la

Joseph

Butterfield, utilizzò le lettere del

prevenzione e la cura della poliomielite,

cognome APGAR per creare un acronimo

oltre che delle malattie e cardiopatie

che facesse memorizzare meglio agli

congenite.

- 44 -


Scienza Virginia pubblicò oltre 70 articoli

Nel 1974 si ammalò per l’evoluzione di una

fondamentali per l’anestesiologia, la

insufficienza epatica e ricoverata al

rianimazione e le anomalie congenite,

Columbia Presbyterian Medical Center di

fino a quando nel 1972 pubblicò con il

New York, vi morì il 7 agosto. Virginia fu sepolta nel Fairview Cemetery a Westfield,

contributo di Joan Beck il suo primo libro intitolato “Is my baby all right?”.

nel New Jersey nella tomba di famiglia :

Ma non basta. Si impegnò in prima persona

“Creator of the Apgar Score”.

sulla lapide viene ricordata come

allo studio, cura e inserimento sociale dei bambini portatori della sindrome di Down.

RICONOSCIMENTI • • • • • • • •

1938 al 1949 fu la direttrice del reparto di Anestesia del Columbia Hospital. 1939 ricevette il Board Certification dell’American Society of Anesthesiologists (ASA). 1949 prima professoressa al College of Physicians & Surgeons alla Columbia University. 1959 relatore alla Johns Hopkins University e professore di Pediatria alla Cornell University di New York. 1960 fu premiata con l’ Elizabeth Blackwell Citation for Distinguished Service Medicine by a Woman dal New York Infirmary. 1961 ricevette l’ASA Distinguished Service Award. 1964 fu insignita del grado di “dottore in scienze mediche” dal Women’s College of Pennsylvania. 1965 il Mount Holyoke College le conferì il titolo di “dottore in scienze”.

• Tra il 1966 e il 1971 fu nominata “alumna trustee” (ex alunna fiduciaria) del Mount Holyoke College. Nel 1973 “Donna dell’anno“ sul periodico Ladies’ Home. Sempre nel 1973 Dipartimento di Genetica alla Johns Hopkins School of Public Health. Sempre durante questo anno fu la prima donna a ricevere la Columbia University’s Gold Medal for Distinguished Achievement in Medicine dal College of Physicians and Surgeons. Oltre questo fu membro onorario dell’American Academy of Pediatrics e dell’American College of Obstetricians and Gynecologists, ma anche membro in numerosi gruppi di ricerca: l’American Association for the Advancement of Science, l’American Society of Human Genetics, l’Harvey Society, la Teratology Society e il Twenty-Five Year Club of Presbyterian Hospital di New York. Nel 1995, Virginia fu inserita tra altre diciotto donne importanti nella National Women’s Hall of Fame.

- 45 -


Volontariato e Associazioni ASCOLTOAVO CONTRO LA SOLITUDINE: LA TESTIMONIANZA DI UNA VOLONTARIA SENIOR L’emergenza Covid ha dato nuovo impulso e nuove motivazioni al volontariato; per aiutare gli altri, ma anche se stessi Di Minnie Luongo Prima ancora di cercare il profilo Whatsapp

immobiliare, mi portava via quasi tutto il

di Elena Bellani, ero certa che accanto alla

tempo per essere sempre disponibile”. Ma

foto che la ritrae con il nipote decenne

appena le è stato possibile ha scelto Telefono

Leone, entrambi con mascherina antiCovid,

Amico, dove per sette anni ha tenuto corsi di

avrei letto “Disponibile” (Available in inglese,

formazione. “Quindi sono entrata in Avo,

la formula standard che l’applicazione propone a chi si iscrive). Il profilo Whatsapp di Elena Bellani

Perché ero così sicura che

la

signora Elena non avesse scelto un motto più fantasioso e accattivante, come fa la maggior parte di noi? Semplice: perché la sua vita è tutta improntata all’idea di volontariato, di gratuità e di apertura nei confronti del prossimo. “In realtà- spiega la Bellani, sessantotto anni splendidamente

Elena Bellani risponde ad AscoltoAvo durante il lockdown

portati - avrei voluto dedicarmi al volontariato attivo molto prima e molto di

Associazione Volontari Ospedalieri, dove mi

più, ma la famiglia (un matrimonio a soli

sono occupata di tutoraggio, di attività nel

vent’anni, due figli, un nipote e due cani) in

reparto di Chirurgia e di altro ancora, per poi

aggiunta ad una professione nel campo

approdare al Pronto Soccorso, diventandone - 46 -


responsabile. Tutte esperienze che mi

modo di conoscere alcuni volontari dell’Avo,

fanno ripetere ciò che si sente dire spesso

l’Associazione fondata nel 1975 a Milano

ma, assicuro, non è retorica: aiutando si

che oggi conta circa 240 sedi impegnate in

riceve molto più di quanto si dà”.

oltre 700 tra ospedali e altre strutture di

Anche per il volontariato il lockdown ha

ricovero in tutta Italia.

cambiato molte cose

Un numero di telefono per non restare soli

Anche per Elena è poi arrivato il periodo di

A quel punto, Colombo si rese conto che il

lockdown, da marzo in poi, “particolarmente duro”, ricorda, “non solo per gli anziani cui era consigliato di restare in casa il più possibile, ma anche, se non di più, per i tanti volontari Over60 che non potevano prestare aiuto per i servizi all’esterno se non

“volontariato d’ascolto” gli era più congeniale rispetto a quello “di relazione” e decise di entrare in Avo, avviando un percorso che l’ha portato a ricoprire la carica attuale .

con rigide autocertificazioni”. Comprensibilmente, erano soprattutto i più giovani a svolgere questo tipo d’interventi: fare la spesa, commissioni varie, o accompagnamento in ospedale. “In effetti, per i senior è stato frustrante non poter essere concretamente d’aiuto, come fossero volontari di serie B”, conferma Francesco Colombo,

foto Marco Garofalo@ciessevi

presidente Avo Milano dal 2017. Un altro veterano del volontariato, che

“Proprio la necessità di trovare una

vanta un’esperienza di vita fortemente

collocazione adeguata ai volontari più

coniugata con il Terzo settore

e il non

maturi fu uno dei motivi per cui,

profit: si è occupato di fund raising per

esattamente l’8 giugno scorso, demmo il via

l’Anlaids (Associazione nazionale per la lotta

ad AscoltoAvo”,

contro l’Aids), fino a quando anni fa,

dell’Associazione, “con trentatre persone

ricoverato al Policlinico milanese, ebbe

prosegue il presidente

che si alternano al telefono, coordinate per - 47 -


l’appunto da Elena Bellani, volontaria forte

Per capire chi sono stati i più impegnati

della personale esperienza d’ascolto in altre

nell’emergenza guardiamo alla fotografia

realtà non profit”. “Nulla fu lasciato all’improvvisazione”, precisa la responsabile di AscoltoAvo (il numero è 342 813 5611 aperto a tutti, da

che emerge da una ricerca dell’Università di Padova su 630 volontari: per la gran parte si tratta di donne (66,6%), età media 40 anni, di nazionalità italiana per il 92,3%. Sono

qualunque città o paese si chiami). “Per questo, prima di lanciare concretamente l’iniziativa, abbiamo condiviso videoconferenze con una psicologa specializzata, seguito una formazione che ho gestito io stessa, simulato delle videochiamate per ottimizzare la preparazione dei volontari (forse, meglio, delle volontarie, visto che gli uomini sono solo tre). Confrontandoci sempre fra noi sul che cosa rappresentasse l’ascolto durante il lockdown, un periodo in cui non si poteva fare nulla e i disagi e gli sfoghi crescevano in modo esponenziale”. In Italia c’è un

esercito di volontari colti e

impegnati professionalmente Non si tratta di un caso isolato, a conferma del valore che riveste per gli italiani la gratuità e il desiderio di impegnarsi per

foto Marco Garofalo @ciessevi

colti: nel 54,5% dei casi sono laureati, il 7,7% ha un master e circa un terzo un diploma di maturità. La quasi totalità è già impegnato professionalmente: solo il 4,3% dichiara di essere disoccupato e l’1,7% di essere in cerca della prima occupazione. Ma forse il dato più confortante di questo studio è aver registrato che questa pandemia è stata - per il 28,9%

degli intervistati - l’occasione per

impegnarsi per la prima volta in un’attività

dare una mano agli altri: l’emergenza Covid

di volontariato.

ha fatto da volano per i 7 milioni di volontari

Particolarmente importante in un momento

impegnati nel nostro paese (circa 4 milioni attraverso una o più organizzazioni; altri 3 milioni direttamente, individualmente, potremmo dire informalmente, cioè con nessuna intermediazione organizzativa).

in cui tanti si sono sentiti soli di fronte all’emergenza: “L’ascolto in quel periodo si è rivelato un vero salvagente, non solo per chiunque sentisse il bisogno di parlare, ma anche per - 48 -


me che sono una persona iperattiva e

era sufficiente e i costi per pubblicizzare

soffrivo nel non poter scendere

AscoltoAvo sui mezzi pubblici o sui taxi

materialmente in campo per fare la mia

erano proibitivi”, ricorda Elena. “Quando

parte”, ricorda ancora Elena. “E’ stato anche

giunsero le prime timide chiamate ci

un modo per scongiurare il pericolo che con

rincuorammo”. Per lo più si trattava di

l’isolamento andassi incontro ad una sorta

anziani, che non potendo fare la solita

di lockdown mentale, e mi si chiudessero le

passeggiatina quotidiana scambiando

cosiddette celluline grigie, per dirla con

qualche parola con vicini o negozianti,

Hercule Poirot…”.

avevano un estremo bisogno di

Aiutare con impegno e rispetto

chiacchierare e anche di raccontarsi.

Purtroppo, anche l’impegno deve fare i

“Fece eccezione un uomo di circa 40 anni,

conti con le difficoltà pratiche: “Dopo tanta

su una sedia a rotelle, che dopo aver

preparazione le prime telefonate

chiamato spinto dalla curiosità, mi confidò

stentavano ad arrivare: il passaparola non

di non trovarsi bene rinchiuso nell’ambito

foto Enrico Genovesi @progetto Fiaf CSVnet

- 49 -


familiare e, inoltre,

di essere molto

prevalenza servizi di consegna di cibo e

arrabbiato col mondo intero e con la vita

farmaci, compagnia e vicinanza telefonica e

stessa”, racconta ancora Elena. Un contatto

telematica, educazione a distanza, ma

che purtroppo si è interrotto dopo qualche

anche raccolte fondi, trasporto sociale e

colloquio: “Capimmo che preferiva non

volontariato sanitario.

essere contattato, cosa che invece

I destinatari principali di questi interventi

chiedevano le persone sole, chiuse in casa e senza interessi particolari. Mi spiacque molto, però l’ascolto deve essere gestito sì a 360 gradi, ma sempre con il massimo rispetto e l’impegno di non strafare. Neppure quando si desidera aiutare”.

coincidono con le fasce più a rischio della popolazione rispetto alla minaccia del Covid-19: anziani in primis, seguiti da cittadini in quarantena, e poi persone con disabilità e minori. Uno scenario preoccupante che difficilmente migliorerà

Fare volontariato dà valore alla vita

nell’immediato futuro.

La storia di Elena Bellani ricalca quella della

da battere sono la solitudine e la povertà”,

maggioranza dei volontari: si può imparare

conferma Elena Bellani. “Una situazione

a fare volontariato, ma se non è già nel DNA

drammatica anche a fronte della drastica

ci deve essere una specie di molla che fa

riduzione delle entrate prevista dalla

scattare questa attitudine all’aiuto gratuito.

maggior parte delle associazioni. Per

Proprio come quella dell’emergenza

questo speriamo che sempre più persone

Coronavirus, che secondo una ricerca

chiamino il nostro numero. Noi ci siamo,

realizzata nel maggio scorso da CSVnet

sempre”.

Lombardia ha svelato una luce inaspettata nell’animo di molti: il 27,7% dichiara di apprezzare di più il valore della propria vita, e il 22,9% prova un maggior senso di vicinanza con le persone. All’indagine hanno risposto 1.062 enti, in massima parte organizzazioni di volontariato o promozione sociale, rimaste operative nel lockdown nel 70% dei casi e in un caso su due direttamente impegnate in attività legate all’emergenza: in

- 50 -

“I nemici principali


Foto di Austin Kehmeier su Unsplash

- 51 -


Sentirsi bene Informazione promozionale

PER COMBATTERE LO STRESS? SI PARTE DALLA PANCIA A cura della Redazione

Sapevate che l’intestino gioca un ruolo

Per Michael Gershon, della Columbia

importante per le nostre emozioni? È

University, autore del best-seller “Il secondo

proprio così, perché la serotonina – ormone

cervello, gli straordinari poteri dell’intestino”,

fondamentale nella regolazione del tono

la quantità di messaggi inviati dall’intestino al

dell’umore – si trova per oltre il 90% proprio

cervello è addirittura maggiore di quella che

in questo organo.

va dal cervello all’intestino, che conosciamo

Come dire: “se la tua

pancia è felice, lo sei pure tu”.

ad esempio nelle vesti di un mal di pancia

Oggi la scienza conferma tale detto, ma va

“dovuto allo stress” o di quella sensazione di

anche oltre, mostrando che il nostro equilibrio psicofisico nasce, letteralmente, dalla nostra pancia, attraverso il cosiddetto asse cervello – intestino-microbiota. Rilevanti sono le interazioni bidirezionali all’interno di questo sistema, dove giocano un ruolo importante due sistemi nervosi – il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso enterico –.

L’intestino

dispone di un proprio sistema nervoso specifico, costituito da diverse centinaia di migliaia di neuroni (tra i 200 e i 600 mila secondo recenti stime), dotato di ampia autonomia rispetto al sistema nervoso centrale e capace di scambiare con esso precisi segnali.

“farfalle nello stomaco”, magari durante un colloquio importante. La maggior parte di questi messaggi però rimane a livello inconscio, e vengono percepiti solo nel momento in cui scatenano reazioni di malessere. Già nel 2016 un articolo pubblicato dall’Università italiana di Trento e da quella tedesca di Tubingen, dopo aver analizzato ben 38 studi di elevata qualità, aveva mostrato l’effetto dei probiotici microrganismi vivi che se somministrati in quantità adeguata apportano un beneficio alla salute dell’ospite (FAO/WHO, 2001) - sul nostro umore, giungendo a stilarne un elenco con i risultati a oggi più convincenti. Si tratta, in particolare, di lattobacilli

- 52 -


Sentirsi bene appartenenti alle specie Lactobacillus

la materia prima per la sua sintesi, ovvero

casei, oltre che helveticus, rhamnosus e

l’amminoacido triptofano, che l’organismo

plantarum, e di bifidobatteri delle specie

ottiene dalla nostra dieta.

longum, breve e infantis.

E a questo proposito avere una flora

Nell’interazione intestino-cervello giocano

intestinale in equilibrio o alterata fa la

un ruolo importante i cosiddetti acidi grassi

differenza: alla diversità dei batteri nel

a catena corta (SCFA), come ad esempio gli

nostro intestino corrisponde una diversità

acidi butirrico, propionico e acetico, prodotti

nei messaggi inviati al cervello, e

dalla fermentazione del microbiota

potenzialmente differenti possono

intestinale, a seguito dell’ingestione di

pertanto manifestarsi umore, capacità

alimenti contenenti fibra. Si tratta di

cognitive o anche memoria.

molecole già note per altri effetti benefici,

Secondo il professor Emeran Mayer della

come il favorire la salute delle cellule intestinali per il butirrato, o il contribuire al controllo dei livelli plasmatici di colesterolo per il propionato; a tali effetti si aggiunge quindi un ruolo di “trasmettitori di segnale” nella comunicazione tra intestino e cervello. Gli SCFA modulano inoltre la produzione di serotonina da parte di alcune cellule del tratto intestinale, mentre l’attività del microbiota rende maggiormente disponibile

California University di Los Angeles (UCLA), uno degli studiosi di più lunga esperienza in questo campo con oltre 40 anni di attività, questa “conversazione nascosta nel nostro corpo influenza scelte, umore e stato di salute”. Occuparci della salute del nostro intestino, quindi, può essere un modo per aver cura del nostro cervello!

- 53 -


Sentirsi bene Il nuovo video di Yakult - del quale vi riportiamo alcuni fotogrammi - è disponibile su YouTube a questo link

- 54 -


Sentirsi bene

- 55 -


SOMMARIO -8Generazione F Il silenzio è (anche) un’arma - 12 Affresco d’autore Allegoria del Silenzio

- 30 Da leggere (o rileggere) “Il gioco del silenzio”: un libro per ragazzi, ma non solo - 32 Disabilità in pillole Perché le persone disabili strillano?

- 13 Un film da 5 Oscar - 14 Poesie d’autore - 18 Sessualità Fare l’amore in silenzio o scambiandosi parole? - 20 Salute Il silenzio che cura - 24 Incipit Il rumore del silenzio

- 34 Generazioni Connesse Silenzi e rumore della società digitale - 36 Il Personaggio Leonetta Marcotulli, Marquesa de la Penne, spericolata novantenne dai mille aspetti - 38 Stile Over Vestire vintage. Un modo per essere uniche - 42 Scienza Tra i grandi pionieri della medicina un medico eccezionale: Virginia Apgar

- 26 Di tutto e niente A letto nel silenzio più totale - 28 Da vedere/ascoltare “La voce del silenzio”…canzone passata sotto silenzio alla sua presentazione

- 46 Volontariato e Associazioni AscoltoAvo contro la solitudine: la testimonianza di una volontaria senior - 52 Sentirsi bene Per combattere lo stress? Si parte dalla pancia

- 56 -


Immagini e fotografie

Dove non espressamente indicato le foto o le immagini presenti nella rivista sono situate su internet e costituiscono materiale largamente diffuso e ritenuto di pubblico dominio. Su tali foto ed immagini la rivista non detiene, quindi, alcun diritto d’autore e non è intenzione dell’autore della rivista di appropriarsi indebitamente di immagini di proprietà altrui. Pertanto, se detenete il copyright di qualsiasi foto, immagine o oggetto presente, oggi ed in futuro, su questa rivista, o per qualsiasi problema riguardante il diritto d’autore, inviate subito una mail all’indirizzo generazioneover60@gmail.com indicando i vostri dati e le immagini in oggetto. Tramite l’inserimento permanente del nome dell’autore delle fotografie, la rimozione delle stesse o altra soluzione, siamo certi di risolvere il problema ed iniziare una fruttuosa collaborazione.

- 57 -


ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.