40 brazzera giugno 2015

Page 20

VIAGGI “Amaltea” in porto e in alto mare con al timone Bruno Catalan. Orciuolo sembra infreddolito ma appagato.

20

LA GRECIA D’INVERNO

C

erto l’inverno non è la stagione ideale per una crociera con un cabinato a vela, ma a uso dei tanti naviganti che nella bella stagione si spingono sempre più a Sud raggiungendo le isole greche dello Jonio sognando Itaca, vorrei dare alcune indicazioni per una crociera a vela invernale in quel mare stupendo. Veniamo ai pro e ai contro dopo la mia esperienza di quest’inverno a bordo di “Amaltea”, il ketch di 70 piedi della Triestina della Vela con cui l’armatore Mario Bonomi ha affrontato due volte il Giro del Mondo. D’inverno di regola fa freddo, ma a quelle latitudini meridionali quasi mai il termometro scende sotto i 6-8 gradi e nelle ore di sole 16-8 gradi offrono un bel tepore. È necessario però avere sempre disponibili abiti caldi, impermeabili e antivento esattamente come in un soggiorno invernale sulle Alpi. Le dimensioni della barca dovrebbero essere adeguate, diciamo dai 13 metri in su, anche per offrire buona abitabilità e protezione all’interno che dovrà essere riscaldato almeno dopo il tramonto quando la barca, evitando sempre di navigare di notte, sarà ormeggiata al sicuro in un luogo riparato. Obbligatoria anche la disponibilità di acqua calda per una doccia ristoratrice e grandi thermos di the e caffè. Di isole bellissime da visitare nell’Egeo ce ne sono tante. Fondamentale è studiare con buon anticipo il meteo e modificare la rotta in base alle previsioni. Di regola è meglio evitare di dover navigare di bolina, contro vento e mare prediligendo una rotta al gran lasco o in poppa con il fiocco

tangonato. L’equipaggio dovrà essere esperto e numeroso per consentire adeguati cambi al timone ricordando che d’inverno nell’Egeo, anche se non soffia il forte meltemi estivo, arrivano venti irregolari da tutti i quadranti e il mare è spesso molto mosso o agitato. Di positivo è la facilità assoluta con cui si trova un ormeggio comodo e sicuro nei porticcioli delle isole, inverosimilmente affollati nei mesi estivi. Ci si ormeggia ovunque spesso “all’inglese”, cioè paralleli al molo, con la libertà di potere scendere a terra senza il fastidio dell’utilizzo del tender. Il silenzio è assoluto e la pace nei paesi rivieraschi, che d’estate sono presi d’assalto da chiassose orde di turisti, è impagabile. Sono pochissimi i locali pubblici che restano aperti ma si trova sempre una taverna a conduzione familiare dove si è accolti a braccia aperte dai proprietari che fraternizzano e condividono con voi i loro cibi, vera cucina greca, non gli scontati piatti internazionali. A pochi metri dalla barca i pescatori stendono le reti e greggi di capre pascolano indisturbate. La Grecia torna a essere bucolica. A bordo l’atmosfera è curiosamente da rifugio alpino: dopo una fredda, ventosa e spesso impegnativa navigazione, i brindisi di ouzo, vino di Samos e retsina accompagnati dall’immancabile feta, dalle insuperabili olive locali e mezedes vari, riscaldano ancora di più le allegre serate e la sensazione di aver conquistato in modo avventuroso un “porto sicuro” si fa sentire molto più forte che non in una normale crociera estiva. Niki Orciuolo


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.