Analisi, valutazione, recupero adattivo e riuso del patrimonio industriale, terziario e di servizio.

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2.3 DIY: L’ESPRESSIONE DI SE STESSI «...making things may no longer have been a material necessity in the consumerist societies, but instead of disappearing… became a mass market rebranded as DIY». 4 In contrapposizione alla produzione seriale, la sempre maggior diffusione del DIY: secondo la definizione di wikipedia «L'acronimo di Do It Yourself, equivalente dell'italiano "fai da te" si riferisce ad un'etica... dell'autosufficienza... L'etica del faida-te promuove l'idea che chiunque sia in grado di acquisire le conoscenze richieste per svolgere una certa varietà di compiti... tra cui il miglioramento della casa... alcune attività politiche o i lavori creativi... il fai-date sostiene l'individuo medio alla ricerca di tali conoscenze e competenze, ...incoraggiando l'impiego di approcci alternativi di fronte a ostacoli burocratici o sociali per raggiungere i loro obiettivi.» Il DIY è il principale stimolo della nuova cultura che si muove grazie ad internet: i cosiddetti prosumer e makers (musicisti, artisti, artigiani 4.0, produttori di nuovi servizi digitali e perfino cuochi) sono i nuovi imprenditori del 21 secolo. In questo processo, gli edifici industriali (quando sono grandi spazi modulari, economici, spesso iconici) deprivati della loro funzione originale sono il luogo ideale per l’inserimento di attività varie e destrutturate legate all’industria creativa, dove far nascere relazioni e opportunità di lavoro. La condivisione di uno spazio come luogo di lavoro stimola fortemente la scambio transdisciplinare di un’identità collettiva. 5 Il senso di una ricostruzione collettiva, condivisa attraverso una sfida comune, genera

memorie ed emozioni comuni mediante la condivisione e la riappropriazione di elementi iconici, dal nome o dalla brandizzazione dell’area, ai landmark e le collezioni di memoriali industriali. Il processo di riuso adattivo richiede abilità creative per focalizzare visioni, valori e simboli per sfruttare e potenziare un capitale culturale di studenti, artisti, startupper ed artigiani che risultano essere i naturali iniziatori di qualsiasi processo di riuso, dove il loro prodotto fondamentale non è quello prettamente economico, ma lo sviluppo della propria territorialità. 6

Il ciclo di riuso adattivo, la colonizzazione degli spazi ha un carattere mutevole e temporaneo. da RE-USA, 20 american stories of adaptive reuse, di Matteo Robilgio (2017) pag. 175

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