Le origini del Collegio
LE ORIGINI DEL COLLEGIO Nel 1779 don Giuseppe Dallamano, sacerdote di casa e segretario della Congregazione della Beata Vergine e di San Carlo che reggeva il Collegio dei Nobili di Modena, ordinò e trascrisse in un quaderno tutte le notizie che aveva potuto reperire circa la fondazione e la storia della sua amata Congregazione. Nomi, luoghi, progetti, slanci e piccoli turbamenti molto umani: tutto questo si ritrova nello scritto di Dallamano. Compilate con spirito enciclopedico decisamente settecentesco, ma nutrite e rinforzate dal coinvolgimento del sacerdote in quella istituzione e in quel collegio che erano la sua casa e la sua esistenza, le Notizie intorno all’Origine, Stabilimento e Progresso della Congregazione ci forniscono un resoconto dettagliato, sincero e a tratti ironico dei primi centocinquant’anni di storia di una realtà religiosa e sociale che da quasi quattro secoli è parte integrante della vita culturale ed educativa di Modena.
Le Notizie, oggi riproposte in un volume pubblicato da STEM Mucchi Editore, sono state trascritte e annotate con i riferimenti archivistici indicati da don Dallamano e quasi interamente ritrovati, riferimenti che è stato possibile integrare grazie ad un rinnovato e approfondito studio dell’archivio e della collezione di opere d’arte appartenenti alla Fondazione Collegio San Carlo. Nella mostra qui allestita si trova parte di questi documenti. Si tratta di materiale grafico – il libro settecentesco, i progetti per la chiesa, i disegni seicenteschi e settecenteschi per gli altari la cui gestazione ci è descritta dallo stesso Dallamano, i progetti per le panche della chiesa poi realizzate, i bozzetti approvati e le idee scartate – e di materiale in uso durante le celebrazioni religiose ordinarie ma soprattutto durante le feste “straordinarie”. Le note fornite dal sacerdote di casa e la conoscenza degli apparati liturgici effimeri allestiti durante il Triduo Pasquale o le Quarantore in occasione della Pentecoste hanno permesso il ritrovamento, il restauro e finalmente l’esposizione di materiale raro e di pregevole fattura, conservato per secoli nei depositi della chiesa di San Carlo a dispetto della sua natura effimera e ora mostrato al pubblico come parte della storia culturale modenese.