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Soggetto e sfondo in una vampa di colore

Il mondo non è tutto grigio nei quadri di Bruno Luzzi

Bruno Luzzi è un amico, un amico di vecchia data. Infatti lo abbiamo conosciuto quando il piccolo periodico stralocale, che si chiamava nientemeno che "Il Corriere del Gallaratese", ha pubblicato un timido appello per vedere di raccogliere gli appassionati di arte figurativa che da varie parti della città si erano trasferiti nel quartiere tutto nuovo, e cercare di inventare su questo comune denominatore un "qualcosa" di positivo.

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Si era alla fine del 1968, iniziava il 1969 nel ricordo dell'autunno caldo e dagli abitanti del nuovo insediamento, diviso in G I, G 2, San Romano e San Leonardo, emergeva l'esigenza di conoscersi, di partecipare alle decisioni che tanto da vicino li riguardavano.

Pieni di problemi tutti, impegnati sui fronti ideologici e politici i più sensibili, allerta le forze associative nello sforzo di ottenere che il quartiere diventasse più accettabile e umano, ecco che pur fra tanti impegni, coloro che dedicavano il loro poco,É sovente pochissimo tempo libero a coltivare un amore così scarsamente remunerativo (dal punto di vista economico) quale l'esercizio artistico, hanno fatto alla cittadinanza una proposta che si è rivelata buona, ed è continuata nel tempo, durando tuttora. Si è formato un gruppo. Luzzi si è presentato come pittore, ma non solo per quello.

Gli interessava, lo abbiamo compreso assai presto, anche l'aspetto partecipativo del progetto, un progetto ancora embrionale ma con un suo valore intrinseco.

La capacità pittorica del Luzzi, unita alla sua intima visione in merito ai significati della pacifica convivenza (era anche stato partigiano) hanno fatto sì che nel neonato gruppo di pittori la sua presenza si facesse sentire in modo molto positivo.

Sconosciuti gli uni agli altri, i pittori del Gallaratese hanno approntato nel marzo 1969 una prima mostra, cui seguirono molte altre; ed è stata in quell'occasione la scoperta della notevole capacità pittorica di Bruno Luzzi, che presentava in quelle esposizioni i suoi dipinti, opere che si differenziavano per stile e soggetti dai lavori degli altri artisti partecipanti. Come tecnica, egli usava eseguire i suoi dipinti con una parvenza di rilievo, ottenuto con una preparazione da lui stesso approntate, accentuando poi questa impressione tramite l'uso molto calibrato dei colori fondamentali e della legge sulla complementarietà.

L'effetto finale era originale ed interessante. Ricordiamo ancora alcuni pezzi, con soggetto insolitamente romantico (figure umane immerse nella luce di primaverili campagne oppure sedute di fronte al mare, suonando uno zufolo pastorale), come pure qualche paesaggio dagli ottimi colori e soprattutto "Nature morte".

Violo della poesia

Vi presentiamo la scrittrice e poetessa in vernacolo,Bruna Marchesi Zini o meglio, ve ne offriamo lo spirito, i toni delicati della sua lirica milanese e il fascino delle parole che ella sa tramutare (con un tocco quasi fiabesco) nell'arte di comporre versi.

Provate a leggere le poesie seguenti e ne sarete emotivamente coinvolti.

Koper

Queste composizioni di oggetti, spesso umili ma vivificati dalla purezza dei toni cromatici e delle linee fondamentali, facevano risaltare quella che a nostro avviso è la qualità più saliente dell'arte del Luzzi, cioè il saper dare ad ogni oggetto il suo giusto volume.

E questo rivela la scuola, perché il Nostro non è un autodidatta, ma ha seguito in gioventù la Scuola del Castello di Milano, ed ha avuto per maestro il grande Alfredo Mantica. E fu proprio Mantica che venne invitato per una conferenza organizzata dai soci dell'ormai strutturato Gruppo Sirio.

Si presentò con semplicità, senza domandar compensi, parlò a lungo del suo grande amore, condiviso da tutti i presenti, la pittura. Spiegò, incoraggiò, suggerì e propose, giudicando spassionatamente e con competenza i lavori portati al suo giudizio, e consentì alla diffusione di alcune dispense da lui preparate ad uso proprio dell'insegnamento.

L'incontro con Mantica fu indimenticabile, ma proprio in quel periodo Bruno Luzzi dovette sospendere gli incontri con gli amici pittori, per sopraggiunti impegni familiari e sociali.

Per alcuni anni egli fu assente dalla scena artistica del Gallaratese, ogni tanto incontrava i soci del Gruppo, che proseguiva le sue attività, e non era difficile trovare nelle sue parole una nota di rimpianto che facevano ben sperare in un suo futuro ritorno.

Quando il lavoro glielo ha permesso, Luzzi ha ricercato e ritrovato gruppo e amici: ha ripreso le sue belle tele grezze, le masoniti robuste, la tavolozza con quei bei colori fluidi e trasparenti, contrastati e squillanti. Ed ecco la sua nuova produzione, che ha lo slancio di una cosa lungamente sognata, aspettata, pregustata.

Come tema preferenziale ha ancora le belle serialità compo-

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