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Il mondo dei giovani visto dall'obiettivo
from Milano 19(74)
Un'interessante mostra fotografica organizzata dal Centro Unesco di Milano
Rembrandt ( 1606- 1669) è ritenuto il più grande maestro dell'acquaforte. Prima e dopo di lui comunque molti validi artisti si dedicarono a questo speciale processo di incisione a stampa che prende il nome antico dell'acido usato per corrodere e mordere il tratto inciso dalle punte di acciaio sulla lastra di rame o zinco, l'acido nitrico.
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La scoperta di questo procedimento, che gli stampatori della fine del Quindicesimo secolo usavano per snellire il loro lavoro, viene comunemente abbinata a un nome italiano, l'orafo Maso Vinciguerra. Le punte, che seguono il disegno tracciato dall'artista, siano piccole o grosse, sottili o smussate, devono attraversare la vernice di pece e bitume con
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MILANO - via G. SILVA 29 (Ingresso da via ALBANI) Tel 4986440 la quale è stata spalmata la lastra, arrivando a incidere il metallo. Questa traccia, durante l'immersione in bacinella in un bagno di acido nitrico, subisce una intaccatura caratteristica, che non modifica le zone protette dalla cera. Qui sta l'abilità dell'autore, perché si deve sorvegliare accuratamente questa operazione, ritirando la lastra dal bagno e fermando l'azione dell'acido con pennellate di una speciale vernice a base di alcool, finché tutto il tratto sia dell'intensità voluta.
Quanto più il disegno era stato inciso profondamente, tanto più la linea apparirà marcata, con quella particolare granulosità che sarà proprio la sua distinzione dalle "puntesecche" o incisioni a bulino.
Dunque, l'acquaforte si presenterà con un segno più vibrato, mentre la normale incisione sarà riconoscibile dal tratto liscio.
L'inchiostro nei solchi viene fatto entrate con un tampone dopo che tutta la superficie metallica è stata ripulita di cere e vernici (anche il retro e la costa, precedentemente protette). Con la pressione di un torchio questo inchiostro passerà dai solchi allo speciale foglio di carta inumidita, offrendoci una resa pittorica di grande soddisfazione.
Rembrandt con questa tecnica ha saputo arrivare a esiti eccezionali, perché si è avvalso di tutte le possibilità insite nel mezzo stesso: punte di varie dimensioni, raspature, uso sapientissimo e geniale anche dei normali "incidenti" di lavoro, sui quali interveniva con il suo talento e la sua abilità.
Quando poi nel Settecento alcuni artisti si limitarono a fornire il disegno affidando ad abili artigiani l'esecuzione del lavoro manuale, le acqueforti (a doppia firma) ebbero meno valore.
Passando così dai grandi nomi del passato, Duerer e Rubens, Tiepolo e Canaletto oltre al già citato Rembrandt, ecco alla fine del Settecento le notevoli opere di Piranesi, poi di Goya, Delacroix e Corot, Fattori e Degan, fino ai moderni Picasso, Chagall, Carrà e Bartolini.
Notevoli sono le produzioni di Rouoult (con il Miserere) e di Morandi, autore di equilibratissime eleganti composizioni, giustamente oggi altamente valutate. Nella illustrazione presentiamo una acquaforte di quella grande e drammatica artista tedesca che risponde al nome di Kathe Kollwits, che ha messo la sua arte al servizio di un preciso (e motivato) impegno contro la guerra, contro tutte le guerre. Duramente provata nei suoi affetti, e contrastata come artista per la sua fede nel popolo in cui metteva a nudo le sofferenze, le sue opere sono un grido e un dito puntato verso tutte le forme di prepotenza e di sopruso. Ecco prigionieri" del 1908.
11 Gruppo Sirio
Il 1985 è stato dichiarato dall'ONU ranno internazionale della gioventù e con grande sforzo organizzativo il Centro UNESCO di Milano e l'Assessorato ai servizi sociali e culturali della Provincia di Milano hanno dato vita a una rassegna fotografica intitolata "Jeunesses, Youth, Juventudes" in cui il protagonista è il giovane e il suo mondo. È stato scelto questo mezzo espressivo proprio per la sua immediatezza, e per la preferenza che i primi destinatari, i giovani, dimostrano nei suoi confronti. 11 materiale fotografico è arrivato da numerosissimi paesi, tra cui l'Italia e Milano con la sua Provincia: nell'itinerario di esposizione sono previste capitali e città di grande importanza, anche fuori dall'Europa. . Tutte assieme queste autentiche testimonianze di un'epoca compongono una realtà per certi versi tanto dissimile, per altri versi invece straordinariamente unitaria. Dopo l'appagamento dell'occhio, si pongono gli interrogativi morali, le riflessioni e, perché no?, i bilanci.
Le tematiche messe in evidenza dalla rassegna sono: Sguardi sul mondo. Un mondo sgradevole, Tristezza miseria angoscia rivolta, Spettatori incerti vulnerabili e fragili uniti nella solidarietà e fratellanza, Partecipazione e sviluppo, La gioventù ci interroga, Giovinezza tenerezza. Fra tradizione e progresso, Il futuro è nelle mie mani.
Inaugurata il 12 marzo scorso, la mostra fotografica è in visione fino al 5 aprile presso il centro Culturale San Fedele in via Hoepli 3/A Milano (tel. 804441) con orari 10.30-12,30; 16-19.30, chiusura lunedì e festivi. Seppure rivolta e dedicata ai giovani, questa rassegna interesserà anche al visitatore adulto che, naturalmente, l'esperienza della gioventù l'ha vissu- rimentazioni in campo audiovisivi, e attualmente anche di un progetto chiamato Video-Verde per un rapporto diverso più armonioso tra gli uomini, fra loro e con la natura e l'ambiente circostante. La redazione sarebbe lieta di poter pubblicare qualche foto. di particolare interesse. B.F. ta e. speriamo, compresa. Nel depliant appare una foto eseguita dal milanese Enrico Gallo, che presenta anche altre immagini significative.
E un giovane ventisettenne che ha già esposto allo spazio S. Fedele circa un anno fa una ricerca dal titolo Uraniani, con un centinaio di riproduzioni. Si occupa di giornalismo e di spe-
Visto per voi sugli schermi
Agenzia omicidi
La recensione, il cui esame critico in forma di articolo esteso o meno, è la disamina esatta di un'opera, di un libro di uno spettacolo di recente pubblicazione, è e resta comunque una esercitazione intellettiva. Essa porta ad esaminare uomini e risultati ed a dividere il bello, dal meno bello, il vero dal falso, il certo dal probabile, ecc. ecc.
Non si vuol peccare di criticume ma parlare semplicemente di un film di recente programmazione che sarebbe stato "attuale" cinquant'anni fa come potrebbe esserlo fra cinquanta.
E l'argomento del film che ha portato a scrivere ed a rimarcare una piaga della società di oggigiorno.
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese - 9)
Mondeghìli (Decor de familija)
La voce "mondeghili" deriva dal catalano "almondiga" che a quanto pare ha modificato l'originale vocabolo arabo "al manduca" di lontanissima paternità; F. Cherubini ha qualche incertezza nella definizione e così descrive: "Specie di polpetta fatta con carne frusta, legata con pan grattato, uova e droghe.
I milanesi l'hanno definito decoro di famiglia, sconsigliando di consumare "mondegffili" all'osteria o fuori casa propria!
Prendete arrosto o lesso avanzato (anche entrambi) nella misura di mezzo chilo per quattro-cinque persone, tritate e riponete in una marmitta; unite al trito della salsiccia e del salame cotto oppure della mortadella di fegato in quantità di metà della carne (salame cotto o mortadella vanno anch'essi tritati).
Sbattete in una tazza due uova amalgamando bene tuorlo e albume; tritate uno spicchio d'aglio e un grosso ciuffo di prezzemolo, mettetelo assieme alle uova sbattute e rimestate bene.
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Aggiungeteci sale, pepe e grattugiatevi sopra un poco di noce moscata; rimestate ancora ed uniteci una manciata di formaggio grattugiato sempre rimestando, quindi versate nella marmitta, rimestate ancora il tutto sino ad ottenere un impasto omogeneo, consistente.
Ponete la mollica di un panino raffermo ad ammollare in un po' di latte riducendola in poltiglia; passate al colino per evitare che sia troppo liquida ed aggiungetela nella marmitta agli altri ingredienti rimestando bene ancora una volta e aggiustando di sale se necessario.
Fate delle pallottole e schiacciatele; passate nel pane grattugiato e quindi friggetele in una capace padella di adeguate dimensioni e siate generosi col burro. (A piacere olio).
Consumateli con insalata fresca, finocchi o barbabietole e beveteci sopra un buon bicchiere di vino: sono gustosissimi.
"Agenzia Omicidi", questo è il titolo del film, tratta in modo sarcastico con ironia amara e pungente la vita di una anziana signora rimasta sola e con la compagnia di un pappagallino.
La signora Quingley, rimasta senza risparmi, tormentata dagli incubi per la perdita dei suoi familiari, è assillata anche dal padrone di casa che vorrebbe sbatterla in strada per recuperare gli utili dell'affitto dell'appartamento. In preda alla disperazione, girovaga per le vie della città, involontariamente assiste all'uccisione, per opera di un killer, del proprio padrone di casa.
Il fatto criminoso fa scattare una molla nella mente della vecchietta che. in maniera quasi maniacale, perseguita il killer: non dirà niente alla polizia se lui, dietro compenso di duecento dollari, gli ultimi rimasti, la ucciderà. Il killer Flint trasale, ma la donna lo supplica di compiere quella buona azionee gli fà conoscere altri vecchietti infelici che, come lei, chi per un motivo chi per un altro, sarebbero ben disposti a pagare duemila dollan pur di raggiungere al più presto l'aldilà.
In sintesi si crea una specie di società tra la signora Quingley ed il killer Flint; impressionante è la rapidità con la quale aumenta la fila dei vecchietti stanchi di vivere e disposti a dar via tutto quanto hanno pur di passare velocemente... a miglior vita.
In loro tutti emerge la mancanza di affetto, la solitudine e la convinzione precisa di non servire più a nulla perché abbandonati da tutti, anche, e soprattutto, dai propri figli.
Non si vuol svelare il finale del film, dunque è un invito rivolto a tutti, e soprattutto ai giovani, per andarlo a vedere.
Lo svago domenicale a volte vuol dire anche vedere un film come "Agenzia Omicidi" che fa sentire tanto amaro... amaro per l'enorme piaga che la trama dello spettacolo marca e riapre.
Non è nuovo lo stato di abbandono in cui vivono alcuni anziani nell'Italia del ventesimo secolo, mentre come antidoto per i giovani, si consiglia la visione e... tanta riflessione. Cleo