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Un monumento alla Resistenza a Milano che ne fu la capitale

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Dopo aver ringraziato i rispettivi Consigli di Zona per il loro interessamento, le locali sezioni dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, hanno inviato al sindaco Carlo Tognoli la seguente lettera

Le Sezioni ANPI, Associazione nazionale Partigiani d'Italia, delle zone 19 e 20 a ultimazione delle manifestazioni nella ricorrenza del 39° della Liberazione, rilevata la mancata realizzazione nella nostra città. medaglia d'oro, di un monumento alla Resistenza, si riunivano unitariamente.

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A conclusione venivano sollecitati i rispettivi Consigli di Zona a farne proposta al Consiglio Comunale e di segnalare le rispettive disponibilità di locazione.

Del tutto ne veniva informata la Presidenza Provinciale dell'ANPI.

Ci risulta essere ciò avvenuto così pure su iniziative parallele di altre Sezioni ANPI nelle rispettive zone.

Non si hanno però note di riscontro, nè dimostrazioni di sensibilità alla richiesta da parte del Consiglio Comunale.

Pace, libertà, giustizia, progresso sociale

Quarant'anni fa l'Italia risorgeva vittoriosamente abbattendo per sempre la tirannide fascista e scacciando gli invasori nazisti.

Nel quarantesimo della Liberazione, delle gloriose giornate dell'Aprile 1945, ricordiamo anche noi la lotta per la libertà e la giustizia, il contributo di sanguer, di eroismo e di sacrificio di tutti coloro che hanno combattuto per gli ideali della resistenza.

Essa è la matrice della Repubblica Democratica, il punto di partenza del periodo storico che ancora viviamo. Il periodo della Resistenza non può però e non deve esaurirsi nel celebrare qualche cosa che appartiene al

Et canton del barbee

Ci pregiamo pertanto, anche a nome delle altre Sezioni ANPI, di rivolgerci direttameùte al successore del Compianto AntonioGreppi, Sindaco della Liberazione, perché si faccia interprete sensibile e provveda nelle sue possibilità a questa non trascurabile lacuna.

Milano, già sede del CLNAI capitale morale d'Italia, dalla cui piazza del Duomo l'attuale Presidente della Repubblica dichiarò "l'Italia Libera", non può essere mancante di un tale ricordo.

Non desideriamo che quale attuale. Sindaco, successore ideologico di Caldara, Filippetti, Greppi, Aniasi, possa essere ricordato come colui che ha trascurato una creazione simbolica della partecipazione della nostra città alla conquista della Libertà di cui godiamo.

Desideriamo ardentemente invece che sia menzionato come fautore della realizzazione di un simbolo, nel 40" che faccia ricordare Milano più come Capitale della Resistenza che per Piazza S. Sepolcro. Certo di avere generato la giusta sensibilità i Resistenti geneticamente invecchiati, ma non per questo meno vigili e memori ringraziano per qualsiasi inizia- tiva venga avviata: monumento o museo della Resistenza; ma che la Resistenza sia sempre ricordata e presente alle attuali e future generazioni a simbolo anche contro ogni tipo di eversione. Con ossequi.

Il Comitato di Sezione

Tuttora validi, dopo 40 anni, gli ideali della Resistenza

La volontà del loro conseguimento è il modo migliore per celebrare questo anniversario al di fuori di ogni retorica e di rendere omaggio a quanti per essi hanno combattuto e sono morti passato. La Resistenza continua, deve continuare fino al trionfo completo degli ideali che l'animarono.

E non soltanto perché tante speranze di ieri sono state misconosciute o dimenticate. Non soltanto perché vogliamo porre a confronto la prospettiva che la lotta liberatrice aperse alla Democrazia Italiana, con la realtà di questi anni. Non è soltanto una resa dei conti che noi intendiamo fare nel momento in cui chiamiamo tutte le forze sinceramente democratiche a raccogliersi ancora una volta in quella unità che fu la radice stessa della vittoria contro il fascismo.

No, noi celebriamo la resistenza non soltanto per ricordare che essa è rimasta incompiuta ma anche è soprattutto perché intendiamo riconoscere nella situazione politica in cui oggi pperiamo i motivi e le ragioni nuove di una tensione ideale, di un impegno, di una mobilitazione che ci consentano di parlare al cuore e all'intelligenza delle nuove generazioni e di riconoscersi come una forza viva e non sostituibile per ciò che oggi c'è da fare, per affrontare i problemi che si pongono alla Democrazia Italiana. Far vivere gli ideali della resistenza oggi significa riconoscersi nella causa della pace, sentirsi fratelli di tutti i popoli oppressi

Per il 40° della Liberazione

Il 25 Aprile la prima pietra del Giardino della Resistenza

Verrà posta in viale Mar Jonio nel corso di una cerimonia che si inserisce tra le manifestazioni programmate unitariamente dal Consiglio di Zona 19, dall'ANPI e dalf A PC

Il Consiglio di Zona 19 e le sezioni della nostra zona dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e dell'A.P.C. (Associazione Partigiani Cristiani) hanno programmato, nell'ambito delle celebrazioni per il 40° anniversario della Liberazione, una serie di manifestazioni secondo il seguente calendario: che lottano aspramente per il raggiungimento di libertà e progresso sociale, essere protagonisti del movimento per un nuovo corso economico e politico che veda gli interessi dei lavoratori prevalere su quelli dei padroni.

Martedì 23 Aprile, ore 11, manifestazione principale di zona presso Villa Triste, in via Masacciovia Paolo Uccello, con posa di corone e commemorazione.

Mercoledì 24 Aprile, ore 9,30, posa di corone alle lapidi in memoria dei Caduti per la Libertà a Lampugnano ed a Trenno.

Giovedì 25 Aprile, ore 10,30, posa della prima pietra dell'erigendo Giardino della Resistenza in viale Mar Jonio, a San Siro.

Sabato 27 Aprile, dalle ore 15 alle 17,30, trattenimento di danze popolari e concerto bandistico. Consegna da parte delrANPI di un attestato di benemerenza al Consiglio di Zona 19.

Il movimento operaio, quarant'anni or sono, riuscì a far fpenetrare nelle più genuine forze antifasciste, la coscienza che la posta dello scontro, non era il ritorno all'Italia prefascista, non era la semplice chiusura della infame parentesi fascista. Per questo la lotta di liberazione divenne un moto inarrestabile di popolo. Così oggi, nel momento in cui celebriamo la resistenza, non ci presentiamo soltanto come quelli delle giornate di Aprile, come i combattenti di una lotta eroica, come i superstiti protagonisti di battaglie gloriose e sanguinose, ma soprattutto come i rappresentanti di una grande forza ideale che affonda le sue radici nelle masse popolari e da questa ne trae alimento per far avanzare una linea di rinnovamento valida per il futuro del nostro paese.

Rievocando i fatti e le gesta di cui sopra, ricorre doveroso il ricordo di coloro che operando sul territorio della attuale zona 19, hanno pagato con la vita la loro dedizione alla causa della libertà. Ad essi ci sentiamo oggi particolarmente vicini ed al ricordo di quella gloriosa lotta dal sacrificio di tutti i combattenti partigiani e dal loro esempio, vogliamo trarre vigore per la lotta unitaria di oggi, per il trionfo degli ideali di libertà e di pace che la resistenza ha espresso.

Vittorio Fiocchi

Ciao! Allora, hai sentito Craxi?

Anmò lù!

Come sarebbe a dire ancora lui?

Sarev a dì che ghe n'hoo pien i ball de sentì tutti di la television che la dis quell che il Craxi l'ha dit, quell che el Craxi l'ha faa. quel! che el Craxi l'ha mangiaa...

Beh... In fondo si tratta pur sempre del presidente del Consiglio...

...e de on amis di padroni.

Cosa c'entrano i padroni?

Beh, te me disarett minga che el Craxi l'è amis di operari!

E cosa ti fa pensare che non lo sia?

Tanta per comincià el fatto ch'el va adree a dì che se in Italia i robb vann mal la colpa l'è di operari, che i operari costenn tropp...

Ma questa volta ha detto che i dibattiti in corso continuano in modo non del tutto convincente perché si tende a porre l'accento quasi esclusivamente sulle questioni economiche legate al lavoro ed al costo del lavoro.

Chi l'è che l'ha dit inscì?

Craxi, a Verona.

Mm... Se ved che l'ha pensaa ben che ghe convien fà la scenna del Craxi pentii. Pentito di cosa?

Ouehi! T'ee forsi desmentegaa che l'è staa propri lu, el Craxi, a tajagh la contingenza a operari, impiegaa e pensionaa?

No, ma...

E t'ee forsi desmentegaa che l'ha anca dit che el referendum per fass dà indree i danee ch'el gh'ha ciolaa el ris'cia de mandà l'Italia in malora?

Ma a Verona ha anche detto che del fattore capitale il mondo politico si è occupato ben poco.

E lù el fa forsi minga part del mond politegh?

Sì, certo...

E l'è forsi minga el pussee responsabil de tucc, dato che l'è el president del Consilij? — ...Ssi ...Ma ha anche detto che il costo del denaro pone un problema all'economia italiana.

Qual problema?

Beh, ne diminuisce le possibilità di sviluppo.

Tutt lì?

E ti sembra poco?

No, ma vist che lù l'è el president del Consilij basterev ch'el fasess on decret, tante tant ne fa giamò tanti, per fà in manera che i danee costassen de men.

Beh, non è così facile...

Se gh'è de tanto difficil?

Prima di tutto il fatto che non tutti i ministri sarebbero d'accordo...

E chi l'è ch'el sarev minga dacord?

Tanto per cominciare il ministro del tesoro Goria.

Chi? EI pussee bon de la compagnia?

II più buono?

Sì, bon de nient. Ma, oeuhi, el Craxi el segutta a tegnissell lì a fà el minister!

Beh, non può certo mandarlo via.

E perché el pò minga?

Perché rischierebbe di far cadere il governo.

— ...e de perd el cadreghin.

Ma la questione non è tutta lì!

E già! Gh'è anca la question ch'el ghe darev on dispiasè a i padroni.

E dalli che torni alla facenda dei padroni. Per forza! E te set se te disi?

Cosa?

Che per mi el Craxi l'è domà on pentii elettoral.

Un pentito elettorale?

Sì. Adess che gh'hinn in balli elezion el fa la scenna de stà da la part di operari, ma poeu...

Ma poi cosa?

Ma poeu, dopo i elezion, s'el riuscirà a restà anmò sul cadreghin te podet stà sicur ch'el tornerà a vess cuu e camisa conti padroni. Ciao, te saludi! el barbee

Introduzione alla storia della cooperazione (4) a cura di Giusto Perretta

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