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la conquista delle 150 ore

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BRESCIA: BASTA!

BRESCIA: BASTA!

L'attuazione delle 150 ore di dirit to allo studio è uno dei punti più qualificanti degli ultimi contratti di lavoro.

Durante la contrattazione si è dovuta superare la difficoltà non mar ginale di cosa si voleva studiare perchè la parte padronale voleva che il monte ore venisse usato per "migliorare la propria capacità professionale" (srambiando così l'esigenza della cultura individua le con un tentativo di qualificazione teso al profitto), mentre i sindacati sostenevano con ragione un altro tipo di cultura non necessariamente legato ai mezzi di produzione ma come elevamene° culturale dell'individuo.

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Il fatto che alcuni contratti abbiano sancito questo diritto però non vuole ancora dire che onesta importante conquista sia operante. In alcune città sono sì cominciati con l'inizio dell'anno alcuni corsi speciali e in altre si stanno elaborando o attuando progetti per mettere e disposizione déi lavoratori sia gli insegnanti che le aule; ma c'è ancora molto da fare, tra l'altro perchè attualmente potendo interessare solo un numero limitato di lavoratori (dal 2 al 3°Z), questi sono frazionati in tante fabbriche e non hanno la possibilità di incontrarsi onde discutere i programmi di studio e gli eventuali orari delle lezioni. Importante t perciò il ruolo dei Consigli di Fabbrica e dei consig4, di zona che possono travalicare il corporativismo di qualche gros sa azienda e dare le informazionT più attuali e tutte le istanze periferiche.

Sul tipo di lezioni da svolgere vi sono diverse ipotesi; c'era andhe all'inizio chi intendeva dare vita addirittura, ad una seno la alternativa a quella attuale, con l'ambizione di partire dalle 150 ore per riformare la scuola ma essendo chiaro che la riforma deve avvenire all'interno della scuola e non dal di fuori questo progetto è stato lasciato cadere. Ha preso maggior consistenza inve ce la volontà di recupero della scuola dell'obbligo poichè oltre il 75% dei lavoratori dipendenti non hanno la licenza media a causa sia del massiccio abbandono in età scolare che della continua migrazione interna, la quale genera anche dei problemi di linguaggio, difficilmente sanabili, data la mancanza di strutture scolastiche adeguate nelle zone di afflusso di nuove famiglie di lavoratori.

Un altro aspetto è quello dei corsi superiori che, richiesti dai sindacati come corsi e seminari di durata fra le 30 e le 120 ore, gratuiti e aperti a studenti e lavoratori studenti, incontra difficoltà più ardue. Difficoltà dovute all'ordinemento classista della scuola che non si presta a valide sperimentazioni se prima non viene migliorato da quella riforma che deve portare quell'ondata di rinnovamento di cui tanto si sente il bisogno.

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