Quartieri5

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quartieri

BICOCCA - NIGUARDA - PRATOCENTENARO

UNA MOSTRA FOTOGRAFICA

Aprire al più presto i tre nuovi asili-nido

Superare gli ostacoli che ancora si frappongono

Sommario

Pag. 2 - Guerra alla Bomba N

Pag. 3 - Aperta la campagna di tesseramento dei partiti

Pag. 4 - Problema casa

Pag. 5 - I burattini non muoiono mai

Pag. 6 - Da Niguarda alle Baleari

Pag. 7 - Milano verso gli anni '80 - Rubrica pensioni

IL CONTRATTO DEI METALMECCANICI

Una piattaforma d'attacco

Un "progetto politico" per uscire il Paese dalla crisi

Il grande sciopero nazionale dei metalmeccanici e di tutta l'industria del 16 novembre ha rappresentato l'avvio della battaglia per il contratto della categoria più avanzata ed importante dei lavoratori italiani. È una battaglia che si preannuncia lunga e difficile, che si inquadra in un momento particolarmente delicato sia per il sindacato sia per il paese, l'uno e l'altro alle prese come sono con una crisi dalla quale è difficile uscire.

Leggendo la bozza di piattaforma contrattuale dei metalmeccanici si ha appunto la sensazione che questa voglia essere un contributo alla risoluzione della crisi del paese, oltre che ad essere un mezzo per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori.

obiettivi sindacali definiti all'EUR ed è fondata essenzialmente sulla riattivazione dei tradizionali meccanismi di accumulazione capitalistica, sostenuti, come chiede la Confindustria, da corrispondenti iniziative tese al controllo e contenimento dei salari ed alla riduzione del costo del lavoro.

In tale direzione il documento Pandolfì, insieme al vuoto propositivo circa i programmi settoriali (i cosiddetti "piani di settore") e territoriali di investimenti, che dovrebbero concretizzare l'ipotesi di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, non si qualifica per una proposta di programmazione.

settori di lavoratori e non assenti nemmeno tra i Metalmeccanici, come hanno testimoniato le recenti elezioni per il rinnovo dei consigli di fabbrica dell'Alfa Romeo.

Vivo interesse ha riscosso nei giorni scorsi l'iniziativa di una mostra fotografica nella quale la sezione "F. Rigoldi" del P.C.I. ha illustrato l'importanza ed i contenuti degli asili - nido.

Grossa conquista del movimento delle donne e dei lavoratori, l'asilo - nido è, come ricorda la mostra, un servizio educativo che si rivolge alla prima infanzia. In esso i bambini da zero a tre anni sono al centro di un'attività di stimolo dello sviluppo sia fisico che psichico, attività basata sull'attento studio ed analisi del loro comportamento, delle loro reazioni e necessità.

È inoltre un servizio strettamente collegato alle altre strutture socio - sanitarie presenti nel territorio (es; il pluricentro di via Cherasco, il Consultorio, il "servizio di igiene mentale dell'età evolutiva" ecc.) per poter favorire una corretta opera di medicina preventiva e di educazione sanitaria. Va anche ricordato il collegamento con le scuole materne al fine di garantire una continuità nell'intervento educativo.

Ogni asilo - nido inoltre viene gestito da un comitato di gestione, nel quale sono presenti sia i rappresentanti del Consiglio di Zona, sia quelli dei genitori, del personale, dei sindacati.

Nella nostra zona, gli asilinido costituiscono un'importante realtà: oltre ai cinque già funzionanti (Viale Fulvio Testi, 119 e 302, Viale Suzzani 264, Via Paletta e Via Ciriè), altri tre sono in fase di apertura (Via Adriatico/ Lotto 41, Via Hermada e Viale Sarca) e uno in costruzione (Via Pianell).

In tal modo non solo si esaudiranno le esigenze dei notri quartieri, ma ci si potrà rivolgere anche a quei lavoratori provenienti da altre zone (es. Ospedale Maggiore).

Per quanto riguarda l'apertura dei tre nidi di Via Adriatico, Via Hermada e Viale Sarca, ricordiamo che il Consiglio della Zona 9 ha approvato ultimamente l'affissione di un manifesto in cui, oltre a comunicare i termini per la presentazione delle domande di ammissione, si ricordava l'urgenza di una soluzione al problema dell'arredamento e del personale-e impegnava la giunta municipale ad aprire al più presto i tre nidi al fine di soddisfare le giuste richieste della popolazione.

La Sezione "F. Rigoldi" del P.C.I., come si indicava nella mostra, chiede che ogni problema o difficoltà vengano risolti con la massima urgenza affinché si possano aprire questi servizi entro breve tempo.

Questa impostazione, però, trova un'opposizione fortissima nei settori più conservatori della vita politica italiana. La linea politica del Governo, ad esempigi, soprattutto sulla base del documento Pandolfi, risulta invece riduttiva rispetto alle esigenze del Paese, non risponde alla strategia ed agli

Nel contempo emerge invece una linea politica che si pone l'obiettivo della riaggregazione di un blocco politico moderato da contrapporre alla classe operaia nel tentativo di ridurre l'influenza politica e di modificare i rapporti politici e di forza costruiti con le lotte di questi anni.

Ne vanno sottovalutate, da parte del movimento sindacale, le spinte autonomistiche presenti in molti

In questo quadro e sulla base di una analisi critica ed autocritica dei ritardi, della caduta del movimento e delle insufficienze di direzione della Federazione CGIL-CISL-UIL e della stessa FLM, deve essere rilanciata con forza l'iniziativa dei Metalmeccanici e dell'insieme del movimento sindacale per fare dei piani di settore (siderurgia, cantieristica, materferro, impiantistica, elettronica ecc.) l'asse di una linea di attacco sulla duale realizzare obiettivi concreti di occupazione e di risanamento a partire dalla risposta urgente ai più acuti punti di crisi della struttura industriale del paese e particolarmente del Sud. Per questo motivo il sindacato considera necessario far sì che la piattaforma dei Metalmeccanici sia anche un "progetto politico" capace di saldare i contenuti rivendicativi (segue in ultima)

UN'INTERESSANTE INDAGINE CONOSCITIVA A CURA DELLA COMMISSIONE CULTURA DEL C.d.Z. 9

Segnano dentro il quartiere per migliorarlo

La collaborazione degli studenti del XII Liceo

Si è costituito, a cura della commissione culturale del Consiglio di Zona e di alcuni studenti del XII Liceo scientifico, un gruppo di lavoro che ha messo in cantiere un progetto ambizioso: un'indagine conoscitiva sul quartiere di Segnano come avvio per un eventuale progetto di ristrutturazione.

Riteniamo questo lavoro di una notevole importanza sia per la qualità che ci si è prefissa di raggiungere sia per il metodo con cui si intende procedere, cercando cioè di coinvolgere attorno al lavoro delle istituzioni il maggior numero di abitanti e di cittadini. Per questo motivo vorremmo dedicare, come giornale, più articoli a questo tema che cerchino di cogliere il senso del lavoro e i risultati man mano conseguiti. Apriamo perciò questa serie con un articolo di carattere generale ed introduttivo.

Il quartiere ha profonde radici storiche che, senza risalire a molti secoli addietro, possiamo focalizzare, per quello che ci interessa, attorno alla fine del secolo scorso, quando lo sviluppo della città, fino ad allora rimasto nell'ambito della "cerchia dei navigli", cominciò ad intaccare la campagna circostante. Questa aveva avuto, fino a quel momento, il classico aspetto di un circondario di una città importante come era Milano: una campagna intersecata da vie di comunicazio-

ne, ricca di prodotti agricoli, di cascinali e piccoli centri che gravitavano attorno alla città. La tardiva rivoluzione industriale trasformò il paesaggio urbano: poco sopra "Segnarin", come veniva e viene ancor oggi chiamato in dialetto il quartiere, sorgeva uno dei più grossi complessi industriali, la Pirelli, con tutto ciò che questo insediamento comportò nel modificare radicalmente l'aspetto urbano. La continua, sicura crescita, nei decenni successivi, degli insediamenti e delle strutture che sfioravano Segnano si inseriva nella inarrestabile crescita della periferia come luogo privilegiato per la produzione. Per queste grandi linee possiamo saltare all'ultima fase di espansione, quella del dopoguerra, con la definitiva occupazione dello spazio urbano periferico come luogo in cui relegare grandi masse di cittadini espulsi dal centro o immigrati. È facile immaginare quindi l'aspetto fisico e sociale di un quartiere come Segnano: accanto a vecchie case a ringhiera nuovi insediamenti; la presenza di qualche fabbrica e laboratorio artigiano; una popolazione molto varia che va dal vecchio raro abitante del quartiere all'ultimo immigrato ceto medio.

Una caratteristica di Segnano è invece la sua rigorosa delimitazione geografico - urbana: a rafforzare infatti la sua diversità da un quar-

fiere attiguo, residenziale, "La Maggiolina", contribuisce in maniera determinante la linea della ferrovia che sembra rimarcare questa differenza. Con il resto della zona, più affine, i limiti sono invece dati da una parte dall'asse di viale Sarca, arteria con traffico veloce ed ininterrotto; dell'altra con il cavalcavia che porta a Greco e con il parco ferroviario della omonima stazione; è infine chiuso a Nord dalla Pirelli. Queste caratteristiche fanno del quartiere un agglomerato un po"chiuso", in cui l'unico asse viario veramente importante è costituito da via Pianell, percorsa dalla linea d'autobus "44" che collega la Bicocca a viale Monza.

Questa delimitazione, un po' atipica per un quartiere di periferia, se da un lato ha contribuito a mantenere in vita un minimo di vecchio agglomerato rubano, evitando la completa "omogenizzazione" alla periferia e all'hinterland, dall'altra ha messo in evidenza tutte le deficienze strutturali in cui è piombato il quartiere negli ultimi anni. Salta subito all'occhio, infatti, a chi lo attraversa anche solo velocemente lo stato di abbandono (ghetto, se vogliamo usare ancora una volta questo termine) degli isolati più vecchi e in genere di tutte le strutture, dalel strade agli spiazzi non ultilizzati.

(segue in ultima)

Plastico del Quartiere Segnano. La Commissione Cultura del Consiglio di Zona ha realizzato anche numerose cartine topografiche.
Copia in attesa di autorizzazione N. 6 — ANNO 1 — L. 300

quartieri L'automobile

la quinta?»

IMPEGNO DEI GIOVANI DELLA ZONA PER LA PACE NEL MONDO

Guerra alla Bomba N

Vivace manifestazione per le vie di Niguarda

Nel numero scorso abbiamo visto come le case costruttrici, nella scelta di adottare su alcuni modelli di autovettura il cambio a cinque rapporti, si siano ispirate a due criteri fondamentali la V° marcia è considerata come un normale rapporto (quindi la velocità massima si raggiunge in V°) oppure è considerata "overdrive" (la velocità massima si ottiene in IV"). In linea di massima abbiamo indicato come aderenti al primo criterio le produzioni Alfa Romeo e Lancia mentre si orienterebbe al secondo la Fiat. Come sempre il discorso, se approfondito, risulta molto meno schematico, specialmente se consideriamo i modelli più recenti ne risulta un quadro che se da un lato dimostra, a dispetto dei progressi tecnologici, come sia ancora difficile ottenere nella realtà i risultati che ci si ripromettevano sulla carta, dall'altro presenta una casistica che rende estremamente difficile al

normale acquirente fare una scelta ponderata. L'Alfasud, per esempio, nel dotare il suo modello Super di cambio a cinque rapporti, ha ottenuto nel complesso, pur attenendosi al primo criterio di cui sopra, prestazioni inferiore al modello N (sempre di uguale cilindrata) per quanto riguarda velocità massima, accelerazione e perfino consumo benchè la Super venga fatta pagare oltre mezzo milione in più della Normale.

La Fiat che, come si vede anche dalla tabella in questa pagina, ha finora seguito il secondo criterio di progettazione (VI) lunga), per le sue nuove versioni 131 e 132 equipaggiate con motori Diesel, ha invertito la tendenza, probabilmente perchè i motori di quego tipo hanno erogazione di potenza inferiore a quelli a benzina di pari cilindrata ma più costante ai vari regimi. Per concludere e per orientare il

lettore nella scelta ci sembra di poter esprimere i seguenti suggerimenti.

- Non ci sono remore nell'acquisto di una vettura con cambio a cinque rapporti se questa è nata con tale equipaggiamento perchè quasi certamente tutto è stato progettato ad hoc.

- Per vetture che offrono in opzione il cambio a V° marce, la scelta è sconsigliabile per un utente con percorrenza media non superiore ai 10.000 km / anno anche se il costo della V°, non è eccessivo può essere presa in considerazione da chi invece effettua notevoli percorsi, specie autostradali, qualora si possa accertare con sicurezza una diminuzione del consumo di almeno il 15%.

- Se la vettura con cambio a cinque marce costa molto di più del modello equivalente a quattro, in generale non è mai conveniente. Pasquale

"Lo Scià se ne deve andare"; "Guerra alla bomba - N, per la pace nel mondo"; "No all'imperialismo americano, viva la lotta dei popoli oppressi dalle dittature fasciste". Sono questi alcuni degli slogans scritti sui cartelli di una mostra che i giovani della FGCI della nostra zona stanno portando in questi giorni per le vie di Niguarda.

za Pahlevi, di Pinochet, di Somoza e di Videla, sappiano di avere dalla loro parte tanti altri giovani in Italia, in Europa e in tutto il mondo; bisogna che essi sappiano che la loro lotta contro la dittatura fascista è anche migliore. Questo è il senso dell'iniziativa presa dai giovani della FGCI di Niguarda.

questa tabella si può rilevare l'appartenenza delle varie marche ad una delle due scuo e con cui viene concepita l'adozion€ del cambio a cinque rapporti. E interessante notare come, in seguito a ciò, alcuni modelli Fiat raggiungano la velocità massima in Ir anziché in V". I dati riportati sono stati ricavati da prove effettuate da riviste specializzate.

Il nostro esperto, Pasquale Balzano, dal prossimo numero è a disposizione per rispondere alle domande dei lettori inerenti a tutto ciò che riguarda il mondo dei motori e delle automobili.

Scriveteci: il nostro indirizzo è - quartieri Via Lanfranco della Pila 61 (Milano)

Corsi di ginnastica

Presso la scuola Thomas Mann della Bicocca, la GEAS di Milano ha iniziato dei corsi di ginnastica per bambini (da lunedì a giovedì - dalle ore 17 alle 19).

Il significato di una iniziativa internazionalista in favore della pace e dello sviluppo del processo di distensione tra le superpotenze, certamente non sfugge a nessuno. Sono tanti, troppi, nel mondo i popoli tenuti ancora in uno stato di arretratezza sociale ed economica; che vedono calpestate le libertà e le più elementari regole della democrazia da barbare e tiranniche dittature militari, alcune delle quali godono dell'appoggio materiale e politico del Governo degli Stati Uniti d'America. Stiamo parlando dell'Iran, dell'Uruguay, del Nicaragua, del Cile, dell'Argentina; le tragiche vicende di questi paesi hanno frequentemente occupato negli ultimi tempi le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Attraverso cronache di stragi, di torture, di arresti di massa, di atti di terrorismo, siamo venuti a conoscenza della crudeltà con la quale quei regimi dittatoriali tentano di soffocare la rivolta popolare, ma abbiamo anche appreso che nonostante le stragi, le torture, gli arresti, e il terrore, la resistenza popolare non è stata piegata ed è ancora viva.

E MESSA IN OPERA TENDAGGI BIANCHERIA PER LA CASA

Per ulteriori informazioni i genitori possono rivolgersi alla Segreteria della scuola. Ci auguriamo che questa iniziativa possa essere ripetuta in altre scuole dove le palestre sono sottoutilizzate, con corsi anche per adulti.

Troppo facile sarebbe il confronto tra questa situazione ed un'altra di non molto tempo fa; un'esperienza che segnò profondamente ed in maniera irreversibile un'intera epoca: quella Vietnamita. Essa ci ha insegnato che tutto quanto è l'esatto contrario della libertà, della democrazia e del progresso civile non può durare in eterno e quando il momento della liberazione da esso è giunto, anche i più terribili e sofisticati strumenti di guerra diventano inefficaci; perfino una enorme e potente macchina militare come quella americana può essere sconfitta. Qualunque piano strategico militare, tanto raffinato quanto disumano, non può mai, in nessun caso, competere con l'ardore di milioni di uomini, di donne, di giovani che vogliono a tutti i costi conquistarsi la gioia di vivere nella libertà.

Ma come ieri per il Vietnam, così oggi per tutti i paesi già ricordati, il sostegno internazionale dovrà essere determinante. È necessario che i giovani che ogni giorno coraggiosamente per le strade di Teheran, di Santiago, di Managua, di Buenos Aires, sfidano gli eserciti di Re-

E tutto ciò è anche quanto essi hanno scritto in una lettera che intendono inviare al Presidente della Repubblica. On. Sandro Pertini e per la quale raccolgono firme d'adesione. Nella lettera si invita Pertini a "Farsi interprete dei sentimenti di libertà che animano le nuove generazini italiane - dice testualmente la lettera - presso il governo affinchè esso assuma una più energica posizione di condanna delle dittature militari, e nei confronti dell'amministrazione americana a causa della sua decisione di dare l'avvio alla fabbricazione della terribile bomba - N. Una parte della mostra viene infatti dedicata a quest'ultimo argomento. Riguardo ad esso, oltre al dato che è pregiudiziale e prioritario della mostruosità di una simile arma nucleare, vi è in sostanza il pericolo che essa annulli tutti i tentativi sino ad oggi effettuati, non senza difficoltà, nella direzione di un disarmo bilaterale delle superpotenze e degli Stati minori; anzi la corsa agli armamenti subirebbe un notevole balzo in avanti. In secondo luogo "l'assegnazione di essa (la bomba-N; dr) alle forze armate europee - come Aldo D'alessio ebbe a scrivere poco più di un anno fa sull'Unità - e la conseguente loro dipendenza dal suo impiego oltre a marcare il ruolo preponderante degli stati Uniti, tende a ridimensionare i tentativi degli Stati d'Europa di svolgere una propria funzione e a sottolineare la precarietà di un processo volto a costruire nel vecchio continente, strutture politiche sovranazionali".

Lavorare per costruire un ampio fronte di opposizione alla bombaN, diviene quindi essenziale per le sorti dell'Europa intera e per quelle del nostro paese in modo particolare. Di ciò i giovani della FGCI sono pienamente consapevoli.

Un iniziativa interessante dunque, quella promossa dalla FGCI di Niguarda in quanto focalizza l'attenzione attorno a questioni precise - la repressione popolare dei regimi dittatoriali; la decisione del Parlamento americano in merito alla bomba-N; il ruolo del nostro paese, ed al tempo stesso vuole essere il pretesto, o meglio uno stimolo per aprire un confronto serio e serrato tra coloro i quali hanno idee diverse, in special modo tra i giovani.

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Si è aperta la campagna di tesseramento dei partiti

Quale interesse per la politica a 18 anni?

Intervista al responsabile politico della FGCI di zona

Malgrado la buona riuscita di assemblee degli studenti, manifestazioni internazionaliste ecc., c'è difficoltà nel portare i giovani all'impegno politico e sociale; come mai?

Una certa difficoltà ovviamente esiste; le cause sono molteplici e tutte complesse. Direi che la causa più rilevante è la crisi del Paese che produce' immediatamente nella psicologia del giovane una sorta di repulsione verso la politica — quelle con la P maiuscola — intesa nel senso dei vertici dei partiti, dei rapporti tra essi, delle opere di "ingegneria politica" che portano alla formazione di delicati equilibri. C'è poi tutta una propaganda, a volte sottile a volte rozza, — tipo Montanelli, per intenderci — che agita lo spauracchio dei partiti e teorizza il disimpegno ed in sostanza l'indifferenza.

I giovani ovviamente sono il bersaglio privilegiato ed al tempo stesso più vulnerabile di tale propaganda. Diamo soltanto una occhiata al fenomeno che è stato definito "travoltismo". Al di sotto di questa ondata "febbrile" per il ballo sulle note dei Bee Gees, vi è proprio il tentativo da parte dei paesi capitalistici di recuperare un certo potere ormai perduto; e lo recupera tra i giovani appunto attraverso l'ideologia della "Brillantina".

Tutto ciò come si può ben capire pone molti ostacoli all'iniziativa di forze politiche giovanili come la FGCI.

Che spazio ha la FGCI in Zona 9 in confronto anche agli altri movimenti giovanili?

Il nostro spazio nella zona c'è. Lo stiamo guadagnando giorno per giorno. Nell'ultimo periodo poi, l'iniziativa dei tre circoli si è notevolmente sviluppata e questo è sintomo di un risveglio della FGCI nella zona 9 dopo un lungo periodo nel quale esso viveva alla giornata, il che ha in alcuni casi voluto dire non vivere.

Per quanto ne so, forti organizzazioni politiche giovanili non ce ne sono, tranne forse la Gioventù Aclista e il Movimento dei Lavoratori per il Socialismo, credo che però anch'essi abbiano incontrato gravi difficoltà. É vero che c'è un ritardo della FGCI nell' affrontare i problemi del tempo libero, della cultura, i problemi materiali dei giovani ecc.; che la FGCI è troppo seria, troppo "inquadrata"?

Festa, partecipazione, lotta: un modo diverso di vivere la vita politica

Festa del Tesseramento della Sezione Mandelli di Pratocentenaro

Si è vero. Ed è proprio in base a questa consapevolezza che la FGCI dall'ultimo Congresso di Firenze (dell'anno scorso), sta cercando di cambiare molto. Vedi, credo che lo sbaglio più grave commesso da noi nel passato, sia stato quello di pensare al momento giovanile come ad un mondo unitario e nel credere che il compito nostro fosse quello di spostare tutto questo mondo a sinistra, facendolo magari iscrivere al PCI. Oggi abbiamo capito che il "mondo dei giovani", vuoi a causa della crisi, vuoi per la stessa natura del giovane, è estremamente frantumato, tra le stesse forze politiche vi sono diversità profonde ed il problema non è più quello di mettere tutto in un unico calderone sacrificando le proprie "ORIGINALITÀ", nel nome di un incompreso senso dell'unità che tutto appiattisce.

Tra le altre cose, credo che proprio un malinteso senso della politica, dell'unità abbia provocato problemi importanti anche all'interno dello stesso PCI. In questo senso, la "vecchia" FGCI era troppo "inquadrata", e "seria" come tu dici. Una volta al quindicenne offrivamo soprattutto fumose quanto noiose riunioni nelle quali si discuteva dei "massimi sistemi"

Oggi ci siamo convinti che l'approccio del quindicenne alla politica dei comunisti non avviene attraverso la lettura dei classici del marxismo, ma al limite anche solo per un fatto di simpatia; ed è giusto che sia così.

Ecco dunque che bisogna cambiare modo di discutere, lasciando spazio alla fantasia ed alle creatività di tutti i compagni, facendo in modo che si possa discutere seriamente, appassionatamente e anche ridere. Ma non possiamo offrire solo occasioni di dibattito; organizzeremo feste, spettacoli, gite e molte altre cose del genere.

E non ci credo che ciò corrisponda ad una spolicitizzazione della FGCI, anzi, direi che si tratta proprio dell'esatto contrario; vuol dire costruire una organizzazione politica davvero legata ai bisogni ed alle aspirazioni delle nuove generazioni; una FGCI più matura, più giovane e perciò anche più spregiudicata e più viva.

Intervista a cura di

Alla fine del "Mese del Partito" la Sezione Mandelli ha organizzato la tradizionale Festa del Tesseramento, che ha avuto come iniziativa centrale, la premiazione di tutti quei compagni anziani iscritti al partito durante il periodo fascista, con la consegna di una medaglia d'oro e un attestato. Un doveroso riconoscimento del Partito Comunista per l'attività da loro svolta durante il fascismo. Attività che portava ad agire con grandi sacrifici e rischi per la loro vita.

La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 25/11 al Circolo l'Ancora di Via Moncalieri alla presenza di decine di compagni, giovani e anziani, resi particolarmente sensibili e attenti dall'indubbio valore non retorico connessi alla vicenda umana e politica di questi militanti comunisti.

Prima della premiazione è stato proiettato un documentario che rievocava i fatti più salienti della storia del Partito Comunista; dalle figure più conosciute e stimate, da Gramsci e Togliatti a Longo, tino a un proilio sintetico ma efficace delle battaglie politiche e ideali fino ai nostri giorni, con una sintesi dei discorsi di Berlinguer. Finito il filmato e lette alcune poesie sulla Resistenza, giunti al momento più emozionante, belli il Segretario che emozionato lo era già ...da un po' di tempo non trovava più l'elenco. Superato in breve ...l'incidente, il Segretario ha consegnato a ogni premiato la medaglia e l'at-

testato invitandoli a portare il contributo delle loro esperienze personali nella lotta di classe, che è la bandiera della ideologia marxista e leninista.

Sono stati così raccontati, con semplicità, episodi che non devono assolutamente apparire retorici del passato ma che invece furono causa, per chi li visse in prima persona, di rischi e di sofferenze personali e familiari, illuminando con la lotta e gli ideali un periodo buio e amaro della storia italiana.

Un compagno, quasi schermendosi perché a lui il fatto sembrava marginale, racconta che in periodo di guerra, lui primo segretario e uno dei fondatori della sezione Mandelli (in quei tempi di clandestinità le riunioni si tenevano in tutta segretezza in casa dei compagni) aveva in casa gli schedari con i nomi degli iscritti e documenti politici.

Avvisato un giorno che nella zona si stava effettuando un restrellamento casa per casa di "sovversivi comunisti" decise di portare in un posto più sicuro quel materiale scottante.

Uscendo in strada si imbattè però in una pattuglia della milizia fascista; senza farsi prendere dal panico e fuggire, il compagno, visto sopraggiungere un tram, corse verso un milite fascista e fingendo una fretta notevole gli chiese: "Mi scusi, chel tram chi el va alla stasiun centrai?"

"Sì!" rispose il milite. "Allura curri subit a chapal perché se no perdi el tren!"

ATTIVITÀ CULTURALI NELLA NOSTRA ZONA Incontri con la pittura e la fotografia

Due interessanti iniziative del Circolo Ghiglione

Con questo gesto di freddezza e coraggio, il compagno ingannò la canaglia fascista riuscendo a salvare preziosi documenti e la vita di decine di compagni.

Un altro compagno ha ricordato come nel 1922, dopo uno sciopero organizzato al deposito ferroviario di Milano Lambrate il capo di allora, fascista, lo fece licenziare in tronco con la motivazione "licenziato politico" in un periodo in cui le prospettive di un altro lavoro erano difficili in quanto schedati dalla polizia segreta. Altri compagni sono stati deportati in Germania nei campi di lavoro e alcuni nei campi di concentramento nazisti.

E' attraverso queste "memorie" che si ristabilisce la saldatura tra i promotori di tante dure battaglie della classe operaia e le nuove generazioni perchè questo patrimonio storico e ideale possa forgiare il loro carattere e la loro coscienza sulla strada difficile ma gloriosa di una Italia socialista.

Alla fine dei festeggiamenti non poteva mancare il brindisi con una fetta di torta e un caloroso applauso a questi anziani militanti, veri protagonisti della giornata e della storia.

Nel prossimo numero intervista ai partiti sul ruolo del Consiglio di Zona

Il Circolo GHIGLIONE in collaborazione con alcuni pittori appartenenti al gruppo "SIRIO" organizza una mostra collettiva di pittura nella quale si avrà modo di ammirare (ed anche acquistare) quadri ed opere grafiche.

La mostra si aprirà il giorno 16 dicembre alle ore 18 e resterà aperta fino a Natale. Al "Vernissage" del 16 dicembre sarà offerto un rinfresco ed inoltre tra gli intervenuti verrà sorteggiato un fortunato che avrà diritto a farsi ritrarre ad olio dal pittore Segabrugo.

Nel frattempo il Circolo Ghiglione ha in cantiere un'altra importante iniziativa, rivolta questa volta ad un'altra arte figurativa: la fotografia. Pubblichiamo di seguito il programma.

RICORDANDO MAURO BRUTTO

La sera di sabato 25 novembre è morto Mauro Brutto, ucciso in via Murat pochi minuti dopo essere uscito dal giornale, da un'automobile pirata che fino a questo momento non è stata possibile individuare. Mauro era uno dei giornalisti più conosciuti e più capaci de l'Unità. Lo conoscono bene i compagni, i lettori del nostro giornale che hanno seguito in questi otto anni le vicende della mafia nel nord, dei sequestri di persona, del traffico di armi, dell'intreccio profondo tra mafia e terrorismo dai suoi articoli.

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Aveva solo 32 anni ed era arrivato al giornale nel 1970 trovando nel settore della grande cronaca la sua naturale collocazione.

Quello che forse i lettori non sapevano era il sacrificio, l'abnegazione, la dedizione che contraddistinguevano il lavoro di Mauro e che ne avevano fatto uno dei giornalisti più conosciuti e stimati anche tra i colleghi e tra i funzionari di polizia, i carabinieri, gli agenti della Guardia di finanza. Perché anche questo era il suo lavoro, saper stabilire contatti umani di fiducia e di stima con forze con le quali non sempre nel passato i nostri rapporti erano stati facili. Mauro ci era riuscito per la schiettezza e la convinzione delle sue posizioni di comunista e insieme per le sue capacità professionali e le sue conoscenze tecniche.

In questi giorni dopo la sua merte a l'Unità ci rendiamo conto che Mauro è uno dei pochissimi insostituibili nel nostro lavoro. Sembra retorica, ma chi lo ha conosciuto sa che è la verità nuda e cruda.

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Quasi quarant'anni di blocco dei fitti, quasi quarant'anni di speculazioni, intrallazzi, provvedimenti insulsi e clientelari, hanno fatto della questione casa, un groviglio assurdo di individualismi, di saccheggio delle città e delle campagne, di basso sottogoverno, di sperpero scriteriato delle ricchezze nazionali.

Non può stupire, pertanto, se il cosidetto bene rifugio, governato con tale politica, ha influito sul tasso d'inflazione per circa un terzo del totale. Se poi vi aggiungiamo la distruzione ecologica che la politica urbanistica dissennata ha prodotto (non dimentichiamoci del Seveso), il costo pagato da tutti, dalla collettività intera, è molto più alto.

Quest'anno sono uscite due leggi, a distanza di pochi mesi una dall'altra: l'equo canone e quella sul Piano decennale per il finanziamento dell'edilizia residenziale, (n. 457), che iniziano a fare chiarezza ed ordine. È. solo la partenza per un modo più ordinato e trasparente di fare la politica della casa; è il primo tentativo serio di cambiare, dopo il disastroso fallimento di una politica fatta prevalentemente per scopi elettorali e clientelari.

Per la prima volta in Italia si varano leggi per.bloccare la speculazione selvaggia e lo "sciopero degli investimenti".

Pur non nascondendoci che queste leggi non sono il meglio e presentano ancora gravi carenze esse sono purtuttavia un fatto positivo.

Partendo da questa nuova realtà si è svolto nei giorni 3 e 4 novembre, qua a Milano, il secondo Congresso dell'ALCAB (Associazione Lombarda delle Cooperative di Abitazione). Un dato inequivocabile ed irreversabile è emerso da quel congresso; le cooperative di abitazione sono, e saranno sempre di più per il futuro, un fattore di elaborazione e di gestione della politica della casa nella nostra regione.

Le cooperative di abitazione, in particolare quelle a proprietà indivisa, inventate quasi un secolo fa dal proletariato milanese, non vogliono più avere un ruolo subalterno nella gestione della politica della casa, bensì avere un ruolo a pari dignità e responsabilità con gli altri due operatori fondamentali, l'edilizia pubblica e quella privata. Fino a ieri, attraverso lo sforzo, il sacrificio e la passione di migliaia di lavoratori, avevano costruito case superando mille difficoltà e mille inceppi, riuscendo ad assicurare a gruppi esigui di lavoratori una casa dignitosa ed accessibile, ma dovevano comunque subire le conseguenze nefaste di una politica che si manifestava in una sempre maggiore divaricazione tra costo della casa e reddito dei lavoratori. La casa è un servizio sociale e non può assorbire circa 1 /3 del reddito del lavoro.

Su questi punti centrali, si è svolto il dibattito congressuale: far uscire la cooperazione di abitazione dal ghetto della subalternità e dare case ai lavoratori che siano dignitose, a misura dell'uomo, ed economiche. La legge 457, per l'edilizia residenziale offre finalmente questo sbocco e le cooperative di abitazione intendono assumere con piena responsabilità il ruolo di protagoniste.

Nel biennio 1978 - 1979 circa 100 miliardi saranno distribuiti dalla Regione Lombardia, per costruire case. È denaro pubblico che deve servire al pubblico e non più sperperato nelle speculazioni o investito a casaccio, come capita, senza tenere conto delle priorità e delle maggiori esigenze.

All'uso di questo danaro concorreranno enti pubblici, privati e le cooperative, ma solo per costruire case che siano accessibili ai redditi di lavoro. Queste le condizioni della legge e questo controlleranno le cooperative di abitazione nella loro nuova funzione.

Le cooperative milanesi, hanno

una lunga tradizione di gestione corretta e trasparente, poichè hanno sempre gestito soldi dei soci e dei lavoratori, soldi puliti, e nel loro congresso esse hanno riaffermato questo loro merito che dà diritto e la garanzia di gestire anche il denaro pubblico sempre con quella correttezza e competenza così in disuso presso gli altri operatori del mercato casa.

Tra i gestori della politica della casa non vi saranno, d ora in avanti solo i carrozzoni governativi che hanno creato sacche ingovenabili di corporativismo, o gli speculatori selvaggi, ma vi si affianca anche la cooperazione di abitazione, cosciente delle sue tradizioni, della sua forza e delle sue capacità. Sono centinaia di migliaia di soci, migliaia di consiglieri, di amministratori, decine e decine di cooperative, e nessuno può pensare di strumentalizzare simile forza. L'autogestione delle cooperative, la loro vita democratica è la garanzia che per la politica della casa sono cambiati i tempi, che ci si avvia verso una politica seria, oculata, che privilegia il momento sociale, collettivo e non più quello privatistico, egoistico, individuale. Non si capisce perchè coi soldi di tutti si debbano privilegiare interessi e scopi personali. Questo l'inizio di un nuovo indirizzo della casa. Inizio, che non sarà sempre facile, ma come dice la saggezza popolare, l'importante è cominciare, ed avere gli strumenti e le forze perchè questo processo non si fermi. Il movimento cooperativo di abitazione è questo strumento, è resta forza; e il congresso delI ALCAB ne ha espresso la piena coscienza e volontà. Ma il congresso non si è limitato a queste affermazioni e prese di principio. La casa urge e non si può attendere.

Per questo le cooperative hanno lanciato il loro piano triennale.

Tra il 1979 e 1982 le cooperative della Associazione si impegnano a costruire in Lombardia 2000 alloggi nuovi ed a risanare altri 1200 per una spesa preventivata superiore ai 60 miliardi; di questi nuovi alloggi 500 saranno costruiti nella sola Milano.

Certo, la fame di case è grande, più grande di queste cifre, ma la cooperazione non può e non è giusto che debba fare tutto lei; con questo piano casa dimostra di fare il suo dovere, ed anche gli altri operatori dovranno fare il loro.

Salvaguardiamo il patrimonio delle case popolari delle Vie Ciriè - Di Monte - Racconigi

Tra i numerosi e gravi problemi che nel corso degli ultimi anni hanno interessato ed interessano tuttora la zona Pratocentenaro-Cà Granda Nord: dalle inondazioni del torrente Seveso alla diossina, dai vandalismi alla droga, per citarne alcuni, il solo ad essere costante elemento di discussione tra la popolazione del quartiere è stato ed è quello relativo alle manutenioni dello I.A.C.P., con particolare riferimento alle vie De Monte, Ciriè, Racconigi. Le manutenzioni riguardanti le case popolari della nostra zona hanno avuto il loro inizio l'anno scorso, ormai, e da allora fino ad oggi sono rimaste localizzate nei soli stabili di via De Monte lasciando i palazzi di via Ciriè e Racconigi 19 in uno stato di lenta ma progressiva decadenza. Non può non lasciare colpiti la considerazione del fatto che tali lavori di manutenzione non furono iniziati per una precisa volontà dello I.A.C.P. di salvaguardare il proprio patrimonio edilizio, patrimonio di tutta la popolazione (almeno di quella ivi residente), bensì grazie ad un energico intervento delle forze politiche della zona e del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (S.U.N.I.A.) che con la forza di una pressione congiunta riuscirono ad ottenere un primo stanziamento di 355 milioni.

Cifra di per sè non molto consistente è vero, ma pur sempre sintomo se non altro del Fatto chè si era riusciti a produrre una breccia nel muro di indifferenza costruito intorno alla questione dell'edilizia popolare da parte di un ente (Autonomo Case Popolari) retto da una gestione il cui principale interesse è stato per lunghi anni quello dello sviluppo sempre maggiore di fasce clientelari.

(Ho usato la parola sintomo, ciò non significa che nulla è stato fatto). Qualcosa in realtà è stato compiuto grazie soprattutto alla vigilanza delle forze politiche e del S.U.N.I.A., ma ciò che è stato fatto non basta, non è soddisfacente sia da un punto di vista quantitativo sia da un punto di vista qualitativo.

Tutto ciò crea nuovi ordini di problematiche al di là di quelle strettamente tecniche relative alle disfunzioni edilizie. I nuovi problemi nati sono essenzialmente questi: occorre dare maggiore forza alle orga-

nizzazioni politiche e sindacali, bisogna essere in grado di gestire direttamente i fondi che si è riusciti a strappare per le manutenzioni. O per lo meno riuscire a controllarne l'esecuzione. Questo potrebbe sembrare uno dei soliti discorsi che sì è abituati a leggere e rimasti incompiuti come tanti bei propositi se non fosse invece che, grazie ad un numero purtroppo non molto ampio ma bene organizzato nel Sindacato Inquilini, si è riusciti ad ottenere già prima delle ferie estive un nuovo stanziamento di 500 milioni per continuare ad ampliare le manutenzioni. È opportuno qui anche un ringraziamento per l'interessamento dimostrato dall'assessore responsabile della Commissione Bilancio del Comune di Milano Camagni, del Partito Comunista.

La lotta quindi è vincente là dove esiste la volontà di vincere. Bisogna aggiungere però che ancora una volta l'Istituto Autonomo Case Popolari, in un momento di allentamento del controllo popolare, e cioè proprio durante le ferie estive, sui soldi strappati alle manutenzioni, ha agito in modo dannoso agli interessi del patrimonio edilizio pubblico utilizzando una parte degli stanziamenti previsti per andare a coprire una piccola parte dell'indebitamento a carattere passivo nei confronti delle banche che esso ha accumulato in lunghi anni di gestione di tipo burocratico e non aziendale.

È stato accertato che l'Istituto Case Popolari ha appaltato un'impresa per opere di manutenzione del costo totale di 376 milioni; sono così 174 i milioni andati praticamente perduti. Questo non deve significare un riflusso della lotta, bensì un punto di base per la sua intensificazione, coscienti del fatto che senza manutenzioni le nostre

case, come tutti gli elementi fisici, si deteriorano, che per eliminare i deterioramenti si deve operare mediante le manutenzioni, che per ottenere che le manutenzioni si facciano occorre lottare contro le passività dello I.A.C.P. e che uniti si vince.

Stare chiusi nel proprio mondo casalingo cercando di tar;,:ire i buchi da cui piove da soli non riesce ad impedire che prima o poi il tetto ci cada addosso se siamo al piano più alto, e se anche fossimo al piano inferiore una volta che il tetto è caduto saremmo rimasti perlomeno senza casa (non considerando inondazioni del Seveso e simili!).

La soluzione non può essere che una: rafforzare con la propria presenza, con la propria solidarietà, con la propria partecipazione le organizzazioni che rappresentano gli interessi degli inquilini, in questo caso delle case popolari, prima fra tutte il S.U.N.I.A., i cui obiettivi immediati sono il recupero dei 174 milioni mancanti dei 500 milioni ottenuti, l'inizio delle manutenzioni più urgenti in via Ciriè e Racconigi, la partecipazione popolare alla gestione dei servizi primari delle abitazioni: pulizie, portierato, riscaldamento.

Anche questi ultimi non sono obiettivi impossibili da raggiungere se si pensa che nelle case di recente fabbricazione in via Val Maira e Cà Granda ciò è di normale amministrazione. In queste case sono gli inquilini a decidere le modalità di riscaldamento, le modalità dei rapporti da mantenere con gli addetti alle pulizie. In queste condizioni anche l'inquilino delle case popolari diventa propriamente padrone della propria casa venendo meno uno dei fattori principali di alienazione: l'impossibilità di poter disporre di proprie scelte personali. Fabio Cristina

COOPERATIVE ZONA 9 Cooperativa Pratocentenario Via Val Maira, 4 Tel. 6423476 605 alloggi costruiti. Cooperativa Niguarda Via Hermada, 14 Tel. 6422104 1525 alloggi costruiti. CERESA - GHEZZI CONFEZIONI UOMO - DONNA - BAMBINO viale Suzzani, 273 interno Scala D tel. 6435630 VALIGERIA GALLIANI in occasione del Natale augura alla spettabile clientela BUONE FESTE viale Cà Granda, 12 - tel. 6436301 via Luigi Ornato, 48 - tel. 6426186 quartieri pag 4 Dal congresso delle Cooperative un contributo alla risoluone del problema della casa GROSSI PROBLEMI NELLE CASE IACP DI PRATO CENTENARO Una "tegola" in testa?

quartieri

SIAMO STATI AL TEATRO VERDI

I burattini non muoiono mai

Un programma intenso di spettacoli per i più piccoli - un modo diverso di trascorrere il sabato e la domenica - il divertimento è garantito anche ai grandi

È sabato pomeriggio. Mia figlia non vuole rimanere in casa. Cosa fare? Ma sì, questa volta la porto a vedere i burattini. Ho appena letto, infatti, il programma del Teatro Verdi, che presenta accanto a una produzione per adulti, una intensa programmazione per i ragazzi e i bambini, nella quale trovano posto il Teatro del Buratto, il teatro dei burattini Maletti e quello di Rava-

sio, il teatro Gioco-vita ed il teatro delle Briciole.

Puntuali, alle 16 siamo al botteghino del teatro Verdi dove la compagnia Maletti di Modena presenta "Fantasia per un burattino".

La sala è piena, il vociare intenso, l'attesa è grande. Che questa antica forma di teatro stia per vivere un'ennesima giovinezza? Final-

mente si spengono le luci ed il piccolo palcoscenico si riempie delle ingenue storie di Fagiolino. Sandrone, Arlecchino e Brighella. Mentre si susseguono colpi di scena e bastonate a volontà, lentamente questo antico meccanismo di buoni che vincono e di cattivi che vengono puniti fa presa anche su di me e devo fare uno sforzo per non mettermi a gridare, anch'io come tutti i bambini, a Fagiolino di stare attento al malvagio dietro le sue spalle.

Le reazioni dei piccoli spettatori non sono invece così controllate. In piedi sulle poltrone urlano e si agitano, suggeriscono ai protagonisti e li mettono in guardia. Si parla tanto di partecipazione del pubblico, si cercano forme più avanguardistiche di teatro e invece, forse, una soluzione l'avevamo già e ce la siamo per lungo tempo dimenticata: i burattini.

I bambini sono stati per un'ora e mezza protagonisti di questo spettacolo che li ha avvinti, ma anche coinvolti ed impegnati.

Quando si chiude il sipario vo-

glio saperne di più e salgo sul palco per parlare con i Maletti. Mi presento e sono ben lienti di concedermi l'intervista. Sono in due, padre e figlio, e da soli riescono a fae uno spettacolo con almeno una decina di personaggi.

Perchè i burattini? domando, mentre cerco di evitare che mia figlia distrugga un impianto voci. Mi risponde il padre Cesare: "Non l'abbiamo scelto noi: siamo figli d'arte da quattro generazioni, è una professione che abbiamo ereditato.

"Avete sempre fatto il teatro dei burattini?"

"Purtroppo no: qualche volta, per motivi economici, siamo stati costretti a rinunciare, ma appena abbiamo potuto abbiamo ripreso perchè crediamo profondamente a questa forma di teatro. I burattini hanno radici lontane: nel passato, i burattinai erano il "giornale del popolo" e per questa loro funzione spesso finivano in galera. Il fatto è che i burattini sono un'espressione di quella cultura più autenticamente popolare che i potenti hanno

Teatro verdi della via Pastrengo

STAGIONE 1978 - 1979

PROGRAMMAZIONE SERALE

sempre cercato di ostacolare in tutti i modi.

"Vi considerate gli eredi degli antichi giullari?

"No, semmai della Commedia dell'Arte. Infatti non abbiamo un copione. Lavoriamo a soggetto su canovacci dell'800, improvvisando a seconda dell'estro del momento o delle reazioni del pubblico, per questo i nostri spettacoli sono sempre diversi e per questo possiamo instaurare un dialogo con i bambini come quello che ha visto".

Mi mostrano poi le fotografie della loro collezione di burattini, una delle più complete d'Europa, e mi congedano augurandosi che i successi che continuano ad ottenere non siano un fuoco di paglia, ma il sintomo di un risveglio più profondo, perchè, concludono, i burattini sono uno spettacolo valido artisticamente, e non un teatro di serie B". Non posso che dar loro ragine, osservando la faccia soddisfatta ed appagata di mia figlia. In confidenza, mi sono divertito anch'io.

Due tipici burattini del Teatro Maletti

Teatro Gerolamo

Piazza Beccaria, 8 tel.: 871423

Stagione 1978-79

da mercoledì 15 novembre a sabato 23 dicembre: "Mi voleva Strehler" di U. Simonetta e M. Micheli con MAURIZIO MICHELI

domenica 31 dicembre (recita di Capodanno) - da martedì 2 gennaio a domenica 14 gennaio: Spettacolo - Recital di COPI (in prima nazionale)

dal 5 al 31 dicembre: il "Bagno finale" di Roberto Lerici con Massimo De Rossi Musiche originali di Piero Pintucci dal l° al 14 gennaio: "La separazione - ovvero un'anima in due" novità di Roberto Lerici con Massimo De Rossi e Lella Costa Musiche originali di Fiorenzo Carpi

Programmazione teatro per ragazzi

sabato 9 - domenica 10 dicembre: I burattini di Benedetto Ravasio di Bergamo - Gioppino polizziotto

sabato 16 - domenica 17 dicembre: I burattini di Benedetto Ravasio di Bergamo - Gioppino disoccupato cerca lavoro

sabato 6 - domenica 7 gennaio: Teatro del Buratto - Cipì

sabato 13 - domenica 14 gennaio: Teatro Gioco Vita - Il barone Munchausen

100 e più sostanze nutritive nel latte fresco

Tante sono le sostanze nutritive contenute nel latte fresco, anche se il più delle volte vengono elencate solo le più importanti per quantità e valore nutritivo.

Che il latte sia "il re degli alimenti" non deve meravigliare, se si pensa che è l'unica sostanza nata come alimento per la continuazione della vita e che non ha altra ragione di essere nell'economia della natura.

Ma, questo primo ed importantissimo elemento della vita, l'unico vero alimento completo, è troppo spesso considerato semplicemente "un liquido bianco", ideale solo per bambini e malati. Contenendo tutti i principi nutritivi fondamentali (proteine, zuccheri, grassi, sali minerali e vitamine) in giusta proporzione, il latte fresco è indicato per tutte le

età quale importante integratore della dieta giornaliera.

Il consumo del latte fresco, però, deve essere accompagnato da piccoli ma precisi accorgimenti.

Innanzitutto il latte va tenuto in frigorifero (chiuso nella sua confezione, una volta aperto, e mai travasato in un recipiente che non sia sterilizzato): solo così può mantenere inalterate le sue preziose caratteristiche organolettiche.

C'è poi un'operazione, tanto diffusa e radicata, da evitare: la bollitura. Questa operazione risulta inutile, poiché la pastorizzazione cui è stato sottoposto il latte lo rende già sicuro.

Dunque il latte chiede pochi ma precisi accorgimenti e in cambio dà molto.

Un litro di latte contiene un valore proteico pari

a: 190 g di carne di manzo, 6 uova di gallina, 180 g di prosciutto crudo, 350 g di pesce (sarde), 120 g di parmigiano, ma costa molto meno.

Detto questo, va ricordato che il latte fresco, oltre che particolarmente indicato per la prima colazione, costituisce un'ottima bibita dissetante che può essere bevuta anche sotto forma di frappè o di frullati.

"Chi beve mezzo litro di latte fresco al giorno, ha bevuto metà della sua salute" affermano alcuni scienziati: non resta che seguire questo suggerimento.

P09 5
A cura dell'Ufficio Pubbliche Relazioni della Centrale del Latte di Milano. Centrale
Latte
Milano
del
di

quartieri pag 6

Informazioni: A.P.E. - Via Palanzona, 26Tel. 64.23.480. Funziona la Cassa Viaggi.

iffesta cooperazbna n'Iguardass

L'A.P.E. e la Cooperativa Edificatrice vi invitano sulla "Ivan Franko" per una indimenticabile vacanza sul mare a BARCELLONA e PALMA DI MAJORCA

dal 13 al 17 giugno 79

La quote di partecipazion• comprendono:

il posto a bordo per tutta la durata delta crociera nella cabina prescelta; il vitto a bordo: prima colazione, seconda colazione, thè (in navigazione), pranzo, 1/2 di vino durante i pasti, spuntino di mezzanotte. mezzi di sbarco dove la nave non attracca a banchina; viaggio in pullman Milano-Genova e ritorno.

Le quote non comprendono:

le visite e le escursioni a terra: la tassa di imbarco e sbarco di L 15.000; le bevande e gli extra in genere.

Riduzioni

bambini di età interiore a 12 anni sconto 50% acquisto di almeno 20 viaggi sconto 2% acquisto di almeno 50 viaggi sconto 4%

quota di partecipazione da lire 135'000

13 Giugno GENOVA

14 Giugno

NAVIGAZIONE

15 Giugno PALMA

DI MAJORCA

16 Giugno

BARCELLONA

17 Giugno

NAVIGAZIONE/ GENOVA

Appuntamento dei partecipanti ore 21 (salvo altra disposizione) al Ponte dei

Mille. Formalità doganali ed imbarco. Partenza della nave ore 24.

Arrivo della nave ore 07.00.

Possibilità di effettuare le escursioni facoltative: PAU1 - PAU2 - PAU3 -

Partenza della nave ore 22.00.

Arrivo della nave ore 08.00.

Possibilità di effettuare le escursioni facoltative: BAR/1 - BAR/2 - BAR/3 -

Partenza della nave ore 20.00.

Arrivo della nave a Genova ore 19.00, sbarco, formalità doganali.

Fine della crociera.

SCHEDA DI PRENOTAZIONE

Cognome Nome

Via nr tel chiedo di prenotare a mio nome nr _posti sulla nave Ivan Franko per la crociera PALMA DI MAJORCA, BARCELLONA in occasione della FESTA DELLA COOPERAZIONE NIGUARDESE

Verso L. firma

Il Consultorio funziona a pieno regime

Pubblicizzazione e controllo negli intenti dei responsabili - maggiore attenzione alle esigenze della popolazione

Pubblichiamo integralmente il testo del programma del Comitato di gestione del Consultorio, nell'intento di essere anche noi di "Quartieri" utili alla conoscenza di questo servizio. Nell'ambito del servizio "Consultorio materno, infantile familiare" aperto nella zona 9 dal 28 giugno 1978 opera un'équipe' formata da:

2 ASSISTENTI SOCIALI per un totale di 47 ore settimanali

2 MEDICI GINECOLOGI di cui uno distaccato per 10 ore settimanali dal Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Niguarda tramite una apposita convenzione stipulata tra l'Amor. dell'Ospedale stesso e il Comune di Milano; una assunta dal Comune di Milano con un contratto a libera professione per ulteriori 15 ore settimanali

2 PSICOLOGI già operanti nell'ambito del SIMEE

I INFERMIERA PROFESSIONALE per 40 ore settimanali

I SEGRkTARIA PER 40 ore settimanali.

L'attività di promozione e di organizzazione del servizio è stata promossa dalla formazione di un gruppo di lavoro, la sottocomissione consultori, operante nell'ambito della Commissione Sicurezza Sociale del Consiglio di zona che aveva iniziato ad intervenire già dal settembre 77. Tale commissione composta da Commissari e da un rappresentante di quasi tutte le forze politiche, sociali .e culturali della zona, successivamente ad un ampio dibattito intorno alle leggi istitutive del Consultorio e agli obiettivi che tale servizio si /poneva (sfociato in un documento aiSprovato poi alla unanimità nel Cons. di Zona), ha dato avvio ad una attività che aveva sostanzialmente due obiettivi. Da un lato infatti proponeva soluzioni perchè il servizio venisse aperto al più presto (reperimento sede, personale ecc.) dall'altro iniziative di informazione e confronto con la cittadinanza della zona al fine di far conoscere gli obiettivi e cogliere le aspettative che la popolazione stessa manifestava intorno a questo nuovo servizio.

L'ultimo lavoro elaborato da questo

Da Niguarda alle Baleari

"È costituita con sede in Milano, Via Palanzone, 26 una libera Associazione culturale e ricreativa, denominata APE

ZONA 9..."

Questa frase è stata tratta dall'articolo I dello Statuto dell'APE il cui emblema, appunto un'ape, vuole simboleggiare il lavoro e l'unità nell'operare.

La sua data di nascita è l'8 gennaio 1977 e i suoi scopi specifici, quelli di operare nel quartiere di Niguarda in particolare ma anche di Pratocentenaro, di Bicocca, e nell'hinterland nord Milano, nel campo del tempo libero. Organizzare gite non è difficile ma dare ad esse un significato sociale e culturale; far partecipare i lavoratori, i giovani, le casalinghe e i pensionati ad una sana ricreazione finalizzata e non speculativa, è cosa meno semplice.

Scorriamo le iniziative per comprendere meglio l'attività dell'APE, il primo soggiorno invernale in Val Di Fiemme, la gita pasquale dello scorso anno all'Isola di Elba, le vacanze estive in Bulgaria, sono i primi significativi risultati.

Ad essi si aggiungono altri mirati alla visita di alcune località italiane quali Venezia, in occasione della Regata Storica, Pavia, Bergamo e Mantova alla "riscoperta-dei valori storici e artistici della Lombardia.

Oggi l'APE conta circa 300 fra soci e sostenitori ma almeno il doppio sono stati i partecipanti alle iniziative citate, e quindi il Consiglio direttivo ha compreso che bisogna compiere un nuovo salto di qualità. Ecco quindi, assieme al sogggiorno invernale a Pelugo nel Trentino, il lancio di una crociera a Palma di Maiorca e Barcellona a bordo della "Ivan Franko", in collaborazione con la Cooperativa Edificatrice di Niguarda.

E qui l'APE, ha assunto un impegno che ha sorpreso parecchi, noleggiando l'intera nave sovietica con 600 posti.

Ma altre iniziative sono in corso o stanno per essere programmate. L'escursione all'Alpe del Vicerè alla scoperta della natura e alla ricerca dei fossili, rappresenta una prima sperimentazione fra altri intinerari naturalistici. La gita di tre giorni per le prossime feste pasquali nel Veneto con alternativa Jugoslavia e poi un soggiorno estivo all'estero da definire.

L'APE darà anche una mano, a livello organizzativo, al Consiglio di Zona 9 nella promozione di visite guidate ai monumenti, musei e luoghi caratteristici di Milano e della sua provincia.

Abbiamo fatto una panoramica sull'attività trascorsa e futura dell'APE e vorremmo aggiungere solo alcune notazioni.

Quali sono i collegamenti in questa Associazione con la realtà della Zona 9? Pensiamo abbastanza profondi e diffusi luoghi di lavoro, scuole, cooperative, pubblici esercizi e la gente che la segue con sempre maggiore simpatia e soprattutto, con fiducia.

La Zona 9, aveva bisogno di chi organizzasse un turismo diverso dal tradizionale e che sapesse cogliere i giusti bisogni di chi vuole conoscere, capire e ritrovarsi insieme per reagire alla tendenza di separazioni artificiose per categorie o per ispirazione politica e religiosa.

Non vogliamo usare parole grosse, ma l'attività dell'APE è una battaglia sociale e culturale da incoraggiare e sostenere per farci uscire dal "ghetto" e dall'apatia che sono i prodotti del consumismo.

La Redazione

gruppo è stato il Regolamento provvisorio per la Gestione Sociale del seívizio Consulturio, successivamente approvato dal Cons. di zona, che prevede la istituzione del Comitato di Gestione.

Tale Comitato, composto di 20 membri, ha iniziato la propria attività dal 23 giugno 1978, discutendo e approvando le osservazioni alla bozza di regolamento dei Consultorio inviato dall'Assessorato alla Sanità del Comune sottoposto poi all'approvazione del CdZ 9.

Alla ripresa dei lavori nel mese di settembre si imponeva la necessità di un programma del Comitato che tenesse conto sia dell'attività svolta precedentemente, per darne continuità, sia di rivalutarla alla luce dei dati forniti dal Centro sulla partecipazione e il funzionamento del servizio.

Nell'analisi dei dati si è evidenziata una alta affluenza al servizio, da imputare anche al grosso impegno di sensibilizzazione e promozione effettuata, e ad una richiesta che si caratterizza soprattutto per gli aspetti sanitari. Si è imposta quindi una attenzione alla stesura del programma che tenesse conto:

10) di una verifica continua da parte del CdG del funzionamento del servizio per la soluzione dei probleimi che si evidenziano trovando anche nuove forme di organizzazione che rispondono, esaltandone le finalità, alla richiesta dei cittadini.

2°) di dare continuità alle iniziative per la sensibilizzazione e pubblicizzazione del Consultorio.

Tale attività deve mirare soprattutto a suscitare e promuovere un dibattito che porti ad una maggiore pianificazione del Centro cogliendo le aspettative e le critiche e i suggerimenti dei cittadini.

Al fine di una razionalizzazione del servizio che tenga conto delle esigenze degli utenti e delle disponibilità degli operatori, in riferimento a quanto espresso nel punto 1°, si propone la formazione di gruppi per richieste omogenee (contraccezione, aborto ecc.) sottolineando la necessità di verifica continua di queste esperienze. In riferimento al 2° punto si è prevista e proposta la formazione di due

gruppi di lavoro aperti alla partecipazione della cittadinanza.

GRUPPO INDAGINE: per una corretta programmazione dei servizi e della loro attività si ritiene estremamente valida una conoscenza della realtà territoriale di zona. Tale lavoro inizierà con una elaborazione di dati per la definizione di una mappa che individui la distribuzione anagrafica della popolazione vista entro la struttura del territorio per evidenziarne i rischi (studio dei rioni, dei caseggiati ecc.).

GRUPPO INFORMAZIONE: programmazione di dibattiti, incontri, assemblee da promuoversi nell'ambito della zona con la collaborazione di tutte le forze politiche, sociali e culturali presenti nel territorio. Si prevedono, tra l'altro, assemblee di caseggiato successivamente alla distribuzione dell'opuscolo sul Consultorio predisposto dal CdG del Consultorio della zona 9 e edito dall'Ass. Sanità.

Si sottolinea la necessità di definire con l'Amministrazione dell'Ospedale Maggiore di Niguarda ulteriori forme di integrazione fra i reparti e gli ambulatori ospedalieri e i servizi territoriali di medicina preventiva. Si ritiene che tale confronto sia opportuno nell'ambito di una iniziativa promossa dal CdZ per affrontare in tutta la sua complessità tale problema.

Inoltre si sollecita alla Giunta Municipale o all'Assessorato alla Sanità, in particolare: I) l'apertura dei servizi consultoriali in tutte le 20 zone di Milano non solo motivi di ordine sanitario, politico, culturale o sociale, ma anche in quanto l'alta domanda sanitaria proveniente dalle altre zone di Milano rischia di soffocare l'attività dei Consultori aperti a scapito quindi della qualità stessa del servizio. 2) di garantire la presenza di operatori non obiettori all'interno del Consultorio al fine di poter adempiere a quanto previsto dalla legge 22 maggio 78 n. 194 "Norme per la tutela sociale della maternità o sull'interruzione volontaria della gravidanza".

Per il Comitato di Gestione il Coordinatore Chiara Previdi

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Milano verso gli anni '80

Si sta avviando un grande dibattito sullo sviluppo della città. Documento del PCI

Entro la fine di dicembre avranno luogo in ogni zona del decentramento comunale delle pubbliche assemblee sulla situazione amministrativa e saranno indette dalle zone di Partito.

A questo proposito abbiamo rivolto alcune domande a Virgiglio Canzi, Segretario cittadino del PCI.

"Come intende il PCI affrontare i temi della politica amministrativa?"

"Avvertiamo in primo luogo, la necessità di condurre un esame franco ed approfondito della attività svolta dal Comune e dagli organi del decentramento negli ultimi 3 anni. E di condurlo alla luce del sole; quindi, non soltanto tra i comunisti, ma anche insieme ai cittadini e con il concorso della critica e della proposta delle organizzazioni sociali e politiche.

Consideriamo, in secondo luogo, la fase attuale del decentramento amministrativo una fase qualitativamente nuova, dopo la nomina dei consigli di zona e mentre si avvia a conclusione il trasferimento delle deleghe dal Comune agli organi decentrati. La gestione dei poteri attribuiti e lo sviluppo della partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche sono, a nostro parere, il terreno sul quale misurare' nel concreto e fin dai prossimi mesi la capacità del sistema democratico milanese. Riteniamo, ín terzo luogo, il prossimo bilancio di previsione del comune, il Bilancio 1979, decisivo nella realizzazione del programma amministrativo che la Giunta si è dato con la sua formazione nel 1975".

"Qual è il quadro di riferimento all'azione amministrativa?"

"Il quadro di riferimento di cui Milano mancava, per l'inefficienza e la permanente crisi che hanno caratterizzato il centro - sinistra, è stato predisposto e sta per essere completato dall'attuale Giunta democratica: il PRG, il regolamento del decentramento, il Bilancio di verità, con l'accertamento delle reali disponibilità finanziarie, il Piano dei trasporti, il programma ecologico, il riordino del settore socio - assistenziale.

È oggi possibile accelerare gli interventi nella estensione dei servizi

e delle opere civile e sociali, e nella gestione decentrata ai Quartieri di una quota rilevante del Bilancio stesso.

Pensiamo infine, sia oggi più che mai necessaria una seria riflessione sul futuro di Milano e dell'area metropolitana milanese e sul ruolo in Lombardia, nel Paese, nella comunità europea. Una riflessione non sulle formule del futuro governo come usa fare la DC per sfuggire alla realtà, ma sui problemi acuti di ogni ordine che sono posti e sempre più si porranno in un tessuto urbano e sociale così compromesso come il nostro dalla politica miope seguita proprio dalla DC e dai suoi alleati prima del 1975. A questa riflessione le nostre assemblee pubbliche intendono dare avvio e chiamare a contribuirne l'energie grandi di cui Milano non manca".

"Con queste vostre iniziative formalmente aprite la campagna elettorale?"

"Con le assemblee pubbliche di dicembre non apriamo la campagna elettorale nè politica, nè amministrativa.

Il partito della crisi nel Paese è formato da quei gruppi che ritardano l'applicazione delle intese raggiunte e ne rimettono continuamente in discussione il significato di solidarietà di fronte alla emergenza. Il partito che a Milano ha già aperto la campagna elettorale è

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'78

la DC, per sfuggire al confronto sui problemi, per puro spirito di rivincita e per recuperare le lacerazioni al proprio interno sul terreno del patriottismo di partito".

"Cosa pensa il PCI della discussione interna alla DC?"

Noi siamo attenti alle vicende interne alla DC milanese, alle differenziazioni esistenti nelle valutazioni delle cose nazionali e locali, ma non possiamo non sottolineare che il volto che la DC milanese presenta è solamente quello della contrapposizione frontale per un interesse di bottega.

Una posizione, questa, che indebolisce la stessa linea della DC nazionale di intesa fra le forze dell'arco costituzionale e di rinnovamento interno portata avanti da Zaccagnini. È un atteggiamento che ha accentuato l'isolamento della DC milanese negli schieramenti politici e sociali nella città, conquistando simpatie solamente nei settori delle nuove e vecchie forze della conservazione mentre non ha scalfito la proficua collaborazione in atto fra le forze che hanno dato vita alla Giunta democratica.

Questo sfuggire della DC dal confronto sui problemi di oggi e dello sviluppo della città, marcato in modo particolare al convegno di Bruzzano e dalle successive interviste rilasciate da Frigerio e da Garocchio, è un punto di debolezza e non di forza".

"Quale può essere il futuro di Milano?"

"Senza dubbio il futuro di Milano non può essere ridotto alla ripresentazione di una formula logora come quella del centrosinistra. O si andrà ad una soluzione più arretrata del quadro politico milanese, ad uno spostamento a destra, comunque venga camuffato lo schieramento - ed è questa la soluzione per cui lavora la DC milanese - oppure si dovrà percorrere la strada avviata con la formazione della Giunta democratica nel '75, la strada cioè della estensione della solidarietà fra le forze politiche e sociali per dare continuità e consolidare il governo democratico di• Milano. Ed è questa la proposta che noi avanziamo".

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L'assistenza sanitaria e la pensione

Una recente decisione dell'INPS ci riporta a parlare di contributi figurativi, e particolarmente di quelli che vengono accreditati per i periodi di malattia di origine tubercolare. La tubercolosi è ormai quasi scomparsa nel nostro paese, per le migliorate condizioni igieniche ed alimentari, ma fino a qualche anno fa era una realtà sociale assai grave. Nel 1927, in pieno fascismo, fu necessario istituire una assicurazione obbligatoria contro tale malattia. La scelta di affidare questa gestione all'INPS, ente nato per dare le pensioni, permetteva al governo di allora il recupero immediato di una parte dei contributi versati, mentre ovviamente le pensioni erano pochissime. Cominciava già da allora ad appesantirsi l'attività principale dell'INPS, e ancora oggi, l'Istituto ha una bella serie di altri compiti, circa 20 (assegni familiari, disoccupazione, cassa integrazione, assegni per i richiamati alle armi, eccetera).

Vediamo ora cosa significa contributo figurativo per tbc. (Tra l'altro, con notevole tatto l'INPS registra, sui libretti personali dei lavoratori assistiti per tubercolosi, i periodi con la sigla "AS", cioè assistenza sanitaria).

PERIODI

RICONOSCIUTI

I contributi figurativi vengono riconosciuti a partire dal 1. gennaio 1952 e senza alcun limite di durata. Essi hanno pieno valore per tutti i tipi di pensione, compresa quella dei 35 anni (pensione di anzianità) sia per il calcolo sia per la misura. Ora, e questa è la novità, valgono anche per aver diritto alla prosecuzione volontaria, mentre in passato ve-

nivano considerati periodi "neutri". Quindi se un lavoratore ha solo un anno di lavoro in tutta la vita e poi ha avuto quattro anni di malattia tubercolare può avere la prosecuzione volontaria.

L'INPS riconosce i seguenti periodi: degenza in regime sanatoriale; godimento dell'indennità post sanatoriale; trattamento post sanatoriale; cure ambulatoriali e domiciliari; periodi di godimento dell'assegno di cura e sostentamento. Il riconoscimento del contributo figurativo avviene d'ufficio. Se l'assistenza è stata data da un Consorzio o da un qualche altro ospedaliero si può sempre fare la domanda per i figurativi allegando i vari certificati. Per avere diritto all'assistenza antitubercolare, sia economica che medica, è sufficiente aver versato un solo anno di contributi da lavoro in tutta la vita. Per l'accredito è necessario avere anche almeno un contributo settimanale precedente al ricovero. Per finire ricordiamo che in questi casi avviene accreditato tutto il periodo come se il lavoratore avesse versato i normali contributi su una retribuzione di circa 130.000 lire "figurative" mensili.

I VECCHI CASI

La legge che ha cambiato questa situazione è la n. 419 del 1975. In questi anni dovrebbero ormai essere state sistemate tutte ' le vecchie questioni. In caso di dubbio i lavoratori assistiti faranno bene ad accertarsi che sia stato regolarmente accreditato tutto il periodo.

Il nostro esperto, Luigi Tomasso, è a disposizione dal prossimo numero per rispondere alle domande dei lettori intorno ai problemi delle pensioni e della previdenza sociale. Scriveteci: il nostro indirizzo è - Quartieri Via Lanfranco della Pila 61 (Milano)
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quartieri Pcg
( rubrica pensioni a cura di Luigi Tomasso
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quartieri Pog 8

dalla prima

Una piattaforma d'attacco propri della categoria al territorio, i lavoratori alla società, ricostruendo l'unità di classe occupati - disoccupati, Nord - Sud, facendo del contrato un'occasione di riaggregazione di forze e di consenso a partire dai disoccupti e dai giovani del Mezzogiorno.

Ma esaminiamola dunque, questa piattaforma.

Sistema informativo

Si chiede un nuovo livello di confronto regionale nel quale vengano evidenziate le strutture occupazionali. Un nuovo confronto a livello aziendale con una comunicazione semestrale della media dei salari e dell'occupazione suddivisa per settore, categoria, gruppo omogeneo, mansione.

Parte salariale

Le rivendicazioni sono, su questo punto, contenute nella misura di circa 30 - 35.000 lire medie, anche perchè esiste in Italia la scala mobile che garantisce, per l'essenziale, il potere d'acquisto dei salari, con incrementi medi, a voler essere ottimisti, di più di 50.000 lire alla fine di ogni anno. È chiaro che di fronte a 150.000 lire di aumento alla fine del triennio di valenza contrattuale, la richiesta di 30.000 lire appare assolutamente ragionevole.

E necessario andare ad un intervento mirato della politica salariale teso a premiare la professionalità, che, per effetto del punto di contingenza unificato e degli aumenti uguali per tutti si è vista scarsamente incentivata. Va detto, però, che non si intende per professionalità

solo quella impiegatizia e dirigenziale, ma, anzi, è più che mai indispensabile riconoscere anche una nuova forma di professionalità operaia, tant'è vero che si chiede anche per gli operai l'accesso ai livelli retributivi più alti, compiendo il definitivo passo verso il superamento della distinzione tra operai ed impiegati.

Orario di lavoro

La constatazione che l'introduzione sempre più massiccia dell'automazione aumenta a dismisura la produttività procapite che, a fronte di una sostanziale stagnazione del prodotto nazionale lordo, crea una eccedenza occupazionale cronica e non più recuperabile, ha suggerito l'introduzione nella piattaforma di una manovra sull'orario di lavoro, nella consapevolezza che negli anni Ottanta sarà necessario ridurre l'orario di lavoro, a 35-36 ore settimanali. Quindi la scelta della FLM di proporre una riduzione dell'orario di lavoro è giustificata dall'obiettivo di un incremento occupazionale. Ecco il perchè di una richiesta delimitata e orientata nei settori forti, nelle aree in cui una riduzione dell'orario di lavoro può effettivamente significare un aumento dell'occupazione, lasciando invece l'orario di 40 ore per quei settori in cui una riduzione potrebbe significare un aumento del lavoro nero e quindi, paradossalmente, una diminuzione del numero degli occupati. L'FLM è consapevole però che un'operazione di questo tipo non è sufficiente di per sè all'aumento dell'occupazione, se, contemporaneamente, non va avanti una politica degli investi-

menti produttivi che, plafonando le produzioni al Nord, dia un grande impulso alla crescita delle industrie del Meridione. Si apre in questi giorni, nelle fabbriche e negli uffici, la consultazione sulla piattaforma contrattuale. Non sarà sufficiente, è bene dirlo con chiarezza, che essa sia ancora una grande prova, com'è avvenuto in altre occasioni, di democrazia, di confronto di massa con i lavoratori, di unità. È oggi quanto mai necessario che questa consultazione serva a confermare, ad arricchire, a rafforzare un progetto contrattuale sicuramente ambizioso ed avanzato, nei confronti del quale le controparti hanno già dichiarato il loro atteggiamento di netta chiusura. Sono passati dieci anni dal 1968. Se allora la classe operaia italiana seppe mettere in crisi i vecchi equilibri di potere, oggi si tratta di avviare la costruzione di nuovi equilibri ricacciando indietro chiunque cerchi una rivincita e una restaurazione.

Sergio Ghittoni

dalla prima Segnano dentro il quartiere per migliorarlo

L'eccezione, costituita da qualche isolato moderno, completamente avulso dal quartiere, riconferma questa impressione di disgregazione, di trasformazioni effettuate, tanto per cambiare, all'insegna della violenza o dell'abbandono dell'ambiente urbano.

CENTRO CIVICO: un primo passo verso la ristrutturazione del Centro Storico di Niguarda

La Sez. Rigoldi del P.C.I. è uscita in questi giorni con una mostra itinerante che illustra nei particolari il progetto di ristrutturazione della "Cascina" di Via Passerini 5-7-9 il quale prevede la creazione di un Centro Civico per tutta la nostra Zona.

Il progetto contempla la sede della Vigilanza Urbana, con annesso un Ufficio di Certificazione Anagrafica, e una Biblioteca Comunale con sale di deposito dei libri per ragazzi e adulti, sale di lettura, uno spazio per mostre temporanee, una sala di ascolto dischi, un servizio fotocopie e un salone per conferenze..

Con questa ristrutturazione si realizza non solo un centro di servizi amministrativo - burocratici, ma, soprattutto, un momento fondamentale di aggregazione sociale e di arricchimento culturale per tutti i cittadini. Si compie così un passo importante verso il decentramento culturale, obiettivo prioritario della Giunta democratica della nostra città.

È necessario però che si risolva-

no al più presto tutti gli intoppi burocratici per dare il via alle gare d'appalto e permettere quindi l'inizio dei lavori entro la fine del 1978 - inizio 1979.

È questo l'invito che i comunisti della Sez. Rigoldi hanno rivolto, tramite la loro mostra, alla Giunta Comunale, cercando di coinvolgere intorno alla loro azione il maggior numero di cittadini per supportare il lavoro del C.d.Z. che ha l'indiscutibile merito di avere sostenuto e portato a definizione un problema che è molto sentito dalla cittadinanza, come dimostra l'interesse suscitato dall'iniziativa.

Riteniamo che il lavoro svolto dalla Sez. Rigoldi sia positivo; infatti una corretta informazione delle realizzazioni che la Giunta sta attuando e una giusta pressione affinché gli impegni presi vengano rispettati fanno parte di una dialettica democratica che saprà sempre più rendere partecipi i cittadini del grande sforzo che la Giunta Comunale sta facendo per cambiare volto alla nostra città e per mantenere fede alla promessa di un "nuovo modo di governare".

Grazie all'impegno delle forze politico - sociali esistenti nella zona, si sono potuti realizzare ben 5 asili nido funzionanti, altri 3 apriranno prossimamente, un ultimo ancora, è in fase di costruzione. Ma il fatto che lazona 9 sia una delle più ricche, se non la più ricca in assoluto, di Milano, per quanto riguarda questo servizio, non deve impedire di muovere critiche costruttive al fine di migliorarli, dal punto di vista qualitativo.

È necessario, innanzitutto fare un'analisi dei 5 asili nido funzionanti quali sono? Via Cherasco, Via Palletta, V.le Suzzani, V.le Fulvio Testi e Manifattura Tabacchi ex-OMNI. Si è potuto notare che quest'ultimo, passato al Comune di Milano, dopo lo scioglimento dell'OMNI, non ha fatto quel salto qualitativo che molti si aspettavano. Infatti il pesonale già esistente, si è trascinato mentalità tipiche dell'OMNI, che vedeva l'asilo nido come un parcheggio per bambini, dove questi ultimi subivano un massiccio condizionamento che li portava ad accettare passivamente la realtà sociale che li circondava e in cui vivevano.

Invece l'asilo nido comunale, gestito democraticamente, sia dal personale sia dai genitori e dalle forze sociali e politiche che possono apportare nuove idee, esperienze, con la loro partecipazione diretta, ha un altro problema: quello della carenza ,di personale.

Ad esempio, l'asilo nido di V.le F. Testi, che pur avendo personale qualificato (non come l'asilo della Manifattura Tabacchi) ha una realtà che non si discosta molto dagli altri asili comunali, per la carenza dell'organico che spesso vede i genitori assentarsi dal posto di lavoro, creando disagi e problemi con le proprie aziende.

Si dice, ed è vero, che i costi di gestione sono elevati e con maggior personale, questi costi, naturalmente aumenterebbero, ma se c'è qualche settore del pubblico impiego che deve porsi dei limiti per ragioni di economia, questo non può essere certo l'asilo nido, un servizio sociale che deve garantire al bambino un ambiente e del personale capace di consentirgli di aprirsi alla vita, con uno sviluppo armonico, dandogli un'educazione, aiutandolo nella formazione e socializzazione, nella misura in cui il personale manca, tutto ciò viene a cadere.

È chiaro dunque, che il problema della mancanza di personale è un problema di primaria importanza e non può un

servizio sociale come questo ripercuotersi sui bambini e i loro genitori.

Venendo poi al problema della prossima apertura degli altri nidi c'è da dire che troppo si è aspettato, grazie soprattutto alla legge del nostro "amico" Stammati.

Incoerente oltrettutto e come sempre, considerato il fatto che esistono tante persone qualificate ma disoccupate, in attesa di assunzione, vengono varate leggi come appunto quella del Ministro Stammati che impediscono di creare nuovi posti di lavoro.

Comunque, finalmente, dopo questa lunga attesa, un bando di concorso è stato aperto, e si dice che per il 15 dicembre il nido di Via Adriatico potrà aprirsi a ricevere alcuni bambini della zona.

Fatte queste valutazioni, occorre muovere una critica anche a tutti quei genitori che non partecipano alla gestione sociale dei nidi.

Si è verificato in alcuni nidi che ad assemblee fatte la partecipazione dei genitori si limitava a 4 o 5 persone. Preoccupante e deludente il disinteressamento di questi genitori verso i propri figli!

Probabilmente non hanno capito quanto sia importante il raccogliersi periodicamente tra loro e con il gruppo di lavoro del nido per discutere i problemi del nido stesso, quelli dell'indirizzo educativo, e degli interrogativi che il bambino pone, in modo da rendersi finalmente conto che il vero modo di fare oggi il padre e la madre è quello di partecipare insieme agli altri alla gestione del processo educativo, in modo da allevare generazioni che sappiano lottare contro la competitività e la selezione, sostituendo queste con la cooperazione e la solidarietà.

I.'asilo nido si presenta dunque oggi, come una sfida sociale. Il movimento e la lotta che lo ha conquistato deve ora poterlo, ma soprattutto saperlo gestire e non delegare ad altri questi problemi: gestione sociale significa appunto gestione democratica delle forze sociali compresi i sindacati appunto gestione democratica delle forze sociali compresi i sindacati, i partiti, certo,ma anche genitori, gli abitanti e lavoratori della zona, in modo da assicurare un uso di questi servizi che non si ripercuota ancora una volta, come sempre è avvenuto nel passato, a sfavore della classe lavoratrice.

Nadia Lanetti V.e Cecchi 2

In questo quadro si inserisce la ricerca iniziata: l'obiettivo è, come abbiamo detto all'inizio, di realizzare un'indagine conoscitiva sul quartiere utilizzando tutti gli strumenti possibili: dai dati statistici alle piantine topografiche differenziate, al plastico del quartiere, all'intervista con gli abitanti, alla realizzazione di una mostra o comunque di sistemi audiovisivi. Vogliamo sottolineare il lavoro in cui si sono impegnati i ragazzi del XII Liceo, i quali cercano col contatto umano, con interviste agli abitanti del quartiere, di scoprirne la storia, di rivelarne i mille problemi e bisogni.

Come giornale ci ripromettiamo di ritornare su questo argomento non appena se ne presenterà l'opportunità e invitiamo nel frattempo quanti possono essere interessati a questa iniziativa a partecipare mettendosi in contatto con la commissione cultura del Consiglio di Zona o con il gruppo di studenti del XII Liceo.

Pio Tarantini

quartieri

Per iniziativa delle Sezioni P.C.I.

Zona 9

Direttore:

Kristina Robinson

Redazione:

Eros Dani

Sergio Ghittoni

Saverio Paffumi

Laura Spreafico

Pio Tarantini

Redazione-amministrazione.

Presso Sezione P.C.I.

S. Carrè via L. della Pila, 61 20162 Milano

STAMPA COOP. IL GUADO ROBECCHETTO CON INDUNO (MI) TEL. 0331/881475

ANCORA SULLO SPORT NEL QUARTIERE

Come sarebbe bello se...

Un esempio di come un quartiere Cooperativo realizza una politica sportiva di massa

Esiste un insediamento di case costruite dalla Coop. Edificatrice di Niguarda dove gran parte degli spazi e del tempo libero dei giovani è gestito da un gruppo di persone, che operano per dare ai ragazzi luoghi e giochi consoni alle loro aspirazioni.

In questo senso ha operato l'organismo denominato Consiglio di Quartiere, che ha anche approntato un campo di calcio nel quale giocano giovani e meno giovani di tutti i quartieri, creando così l'opportunità di una conoscenza reciproca, che, con l'andar del tempo, diventa amicizia, creando così i presupposti per un vivere più civile.

Il campo e le strutture collaterali (spogliatoio, divise, palloni ecc.) hanno comportato delle spese non indifferenti, che però sono state coperte con la promozione di una lunga serie di iniziative, anche di carattere sociale, quali la Festa dell'Uva ed una grande "castagnata" durante la quale sono state distri-

buite gratuitamente quasi un quintale di castagne. Tutto questo in concomitanza con un incontro di calcio durante il quale una delle nostre due squadre ha malauguratamente perso. Questo fatto, però, non ha pregiudicato assolutamente nulla, poichè in quella occasione gli avversari, a gara terminata, si sono uniti agli abitanti del quartiere festeggiando con castagne, vino e torte preparate dalle nostre donne. Inutile dirlo: un grande successo anche nei non più avversari! Sempre nel campo dello sport, dobbiamo aggiungere che nel nostro quartiere esiste una squadra di pallavolo femminile che, anche se non "gareggia", si incontra regolarmente ogni settimana per allenarsi.

Alla fonte di tutto ciò vi è un lroblema di partecipazione e voontà. Quello che è stato fatto da noi è il frutto di grandi sforzi compiuti da pochi, ma volonterosi soci, che hanno posto al di sopra degli interessi personali quelli di tutti. Come sarebbe tutto più umano e bello se anche gli altri...

(Continua)

Consiglio di quartiere A. Cattaneo

Vendo copie arretrate di Rinascita '77 - '78 a L. 200 Luigi - Tel. 62.67.639 (ore ufficio) La lettera del mese Cosa succede negli asili nido? PIANTE E FIORI SPOSALIZI CESTI CORONE FIORI IN TUTTO IL MONDO LILIANA GROPPI Via ORNATO 45 - tel. 6422164 Via Val di Ledro 11 - tel. 6437618 Abitazione tel. 6426867 SERVIZIO A DOMICILIO

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