Testimonianza Diretta Laura

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UNQUE!


Prodotto, scritto e diretto da Laura Garampazzi e da quello scocciatore del folletto Jonathan! 27/10/2007


Salve! Quella che di seguito vi voglio raccontare non è una fiaba ma una storia qualunque, che potrebbe accadere a chiunque dovunque e dunque… su tutti questi… unque… vi auguro buona visione! Laura


Quando in questa vita mi sono affacciata, la


Tiè! Che l’ho fregata!


Qualcosa però è andato per il verso di traverso, o per quello che doveva…chi può dirlo?! C’è chi dice sia stata colpa di un trauma della psiche, chi di un gene ereditato, che ha fatto scattare il meccanismo grilletto, che ha innescato il tutto e che a me, più che uno sparo…


CANNONATA! CosÏ‌ seduta sulla miccia, ho iniziato la mia vita nel migliore dei modi!


Sonnanbulismo, logorrea, insonnia, incubi, paure, somatizzazioni di ogni genere e tipo. IperattivitĂ alternata ad apatia,percezione eccessivamente emotiva della realtĂ , ecc. ecc. ecc. E per finire in bellezza...attaccamento


Vabbè ma allora ditelo!! Mica sono cattiva! É che mi hanno disegnata cosĂŹ!


Da piccoli noi siamo quello che sentiamo e io non sapevo di sentire troppo! Il mondo mi sembrava un luogo orribile o stupendo in alternanza .

CosÏ ho vissuto‌


…nel bene e nel male su di una scomoda altalena

Su giù

giù

Colore blu

blu

Su

Colore


Però mica mi lamento! Ho sempre amato le sfere e‌

nel paese tutto tondo, ogni cosa sembra il mondo. Nel paese tutto a palla, ogni cosa rimane a galla‌


PerchÊ dunque fare lo sforzo di ricordare, il mio inquieto galleggiare in un mare di mestizia‌


Se dopo solo un soffio, naufragavo in euforica delizia?!


Su, su! Non restate in ansietà! Anche a me, qualche volta è capitato di nuotare, nel quieto mare della… “normalità!”


Non ho affatto dovuto rinunciare a gradevoli quadretti di vita familiare‌


…o al romantico pensiero di potermi poi sposare… Beh! C’è qualcosa che non va?


Qualcuno ha qualcosa da obiettare? Ah sì! Scusatemi ho capito, così non è “normale”,


Il mio vestito!


Comunque… rime a parte, mentre affannata vagavo tra le due mie identità, “cercavo”, se pur inconsciamente, di raccontare al mio dintorno quello che mi accadeva


A soli dieci anni, la strage di un mostro


e quella di una guerra‌ Difficile spiegare, che dopo questi fuochi, io mi sentivo a terra!


Oh! Dimenticavo! A parte la difficoltĂ a memorizzare i numeri e quella di concentrazione. La mente che produceva idee, magari anche geniali, ma a una velocitĂ tale da non riuscire a generare altro che confusione e stanchezza. Le ricorrenti emicranie e i pianti disperati a sette anni, solo perchĂŠ trovavo il sole al mattino commovente. A parte questo con la scuola non ebbi alcun problema!


Non mi credete e son sincera, la scuola, per me, fu quasi una galera! A otto anni scrivevo poesie, Odi a Garibaldi e leggevo Leopardi, ma non riuscivo a capire e a restare concentrata sulle cose pi첫 elementari e allora per hobby, piangevo disperata!


Adesso basta! É inutile indugiare in questa anonima tristezza. Tanto quando piangevo, lo facevo di nascosto. Con gli altri ero un clown e tutto andava a posto! E poi sono stata fortunata, la musica e il disegno, mi hanno sempre salvata‌


A undici anni mascheravo le mie croci con colori arcobaleno. Suonavo di tutto, cantavo e ballavo per ore e correvo, correvo, correvo fino a sfinirmi per non sentire‌


…l’alito tetro dell’innominata che già alla mia nascita, vi ricordate, avevo “fregata”. Spesso al mattino mi veniva a trovare e io capivo che non la dovevo ascoltare. Quella è stata la lotta più dura. Di fronte al frastuono dei dolori del mondo, così come li percepivo, mi sembrava un’accogliente soluzione…


Io volevo vivere! E per arginare la costante sensazione di stare seduta, sospesa nel vuoto di un orrido, su di una piccola piattaforma traballante.


Senza l’appoggio di una madre (non per sua colpa), anaffettiva e di un padre con il mio stesso disturbo, mi aggrappavo a chi mi era piÚ prossimo‌

le mie malcapitate sorelle!


Era l’unico amore su cui potevo contare ma un prezzo, certo, c’era da pagare! La dipendenza!


Il costante bisogno di appoggio e la mancata comprensione delle ragioni dei miei comportamenti, ha generato in me un profondo senso di colpa e di inadeguatezza, oltre che di isolamento.


Ho iniziato a sentirmi un’aliena. La mia mente considerata “geniale”, ha generato aspettative da parte di genitori e insegnanti, ma io ero impossibilitata ad essere costante nel rendimento a causa dell’altra mia faccia…

“la depressione”


Ha generato anche invidie e sofferenze, tanto che la mia eccessiva sensibilitĂ mi ha spinta a chiudere quasi del tutto i canali della comunicazione.


Niente più temi a scuola dalle medie alla maturità presso l’Istituto Statale D’Arte. Nascondimento di tutti quei disegni che potessero mostrare il mio talento, o i miei disagi. Dedizione totale verso chiunque mi regalasse appoggio, o affetto. Non sapevo più dire di “NO”


Non c’è che dire, basta guardar qui sotto per dimostrar che da quel giorno,


Davvero molto amata!

Per anni questo fu il mio destino‌


Restare con la testa in un catino!

L’idea che fosse mia la colpa mi faceva naufragare, tanto che‌


‌nemmeno piÚ da un cane mi lasciavo


Il periodo che va dai miei dodici anni ai venticinque è stato davvero difficile. La bassa autostima mi ha impedito di proteggermi e di farmi aiutare. Mi sentivo in balia di chiunque volesse approfittare di me e di qualunque evento, come un essere frammentato e in stato gassoso, mi definivo un cubo di luce‌


A vent’anni ho iniziato la psicoterapia (durata piÚ di vent’anni) su consiglio del mio medico di base, che non vedeva altra soluzione per far fronte ai miei continui disturbi fisici generati da forme di stress, compresi quelli inesorabili e dolorosi della dentizione.


Frigidità, difficoltà di relazione e di studio, (ho dovuto lasciare sia l’Accademia che l’Università). Problemi familiari e di lavoro. Ho iniziato e interrotto, dopo un massimo di otto mesi, almeno dieci lavori diversi, a causa di eccesso di efficienza, che come esito finale portava qualche disturbo fisico o, se frustrata, crisi di rabbia e incidenti: Uno di moto, due di auto e uno sul


Prontoooo! La Signora Garampazzi è desiderata al telefonoooo! GRAZIE!


Mamma mia! Ce l’ho fatta a cacciare quella noiosa! Tutta quella depressione e quel blu mi avevano stufato!

Se Laura restava ancora un po’ ci buttavamo tutti dentro un pozzo!


Ops! Mi presento!

Salve! Sono Jonathan! Il folle folletto che vive da sempre nella testa di Laura! E come tutti i folli indosso un colapasta da cui escono le idee. Diciamo, modestamente, che sono la parte migliore di Laura.


Sono qui per dire la mia, perché ad ascoltare lei sembra tutto disperato, invece non è andata “solo” così.

La psicoterapia, anche se lunga, le ha permesso di apprendere moltissime cose su di sé e sul mondo e di consolidare un “Io” un po’


Fino al ’92 non mi vedeva ancora come la sua migliore qualità ma solo un elettrico fastidio, sotto il cui influsso vagare qua e là…


E come darle torto! Cercava le risposte che nessuno mai le dava! Cercava una ragione, sul perchĂŠ io facessi tanta confusione! Dandole notti insonni, oppur svegliandola alle cinque di mattina, con folli idee e qualche cavatina!


Oooh! Ma lei non ha mai smesso di lottare! Mancato il padre, all’improvviso

Ha raccolto i frammenti della sua vita e ha incominciato a inchiodare‌


…e a inchiodare…

Con scatole, vetri e specchi voleva il suo “Io” consolidare…


Ma questa storia quanto è lunga?! Non è mai finita?!

Vabbè, sentite un po’, è la storia di una vita!


Non posso di certo tralasciare, che quando la fase del martello è finita, ha finalmente dato


Dall’anno 1994, grazie all’appoggio e alla fiducia di persone care, ho iniziato l’attività di insegnante/animatore di musica per bambini. Il mondo dell’infanzia è stato, ed è l’unico luogo dove riesco a sentirmi protetta e tutelata nella mia sensibilità.


Dove posso esprimere al meglio la creatività e non provare frustrazioni per la volubilità emotiva, che qui invece potenzia la mia capacità di improvvisazione. Posso sentirmi utile regalando sorrisi, senza sentirmi giudicata nella “diversità”, quella, emerge solo nel mondo “adulto”.


Nonostante questi risultati, l’unica cosa che non riuscivo e che ancora fatico a perseguire è l’autonomia, sia affettiva che economica, a causa della continua alternanza di stati umorali (anche più volte in una giornata). Inoltre, fino all’aprile 2007 ho continuato a chiedere a gran voce risposte, in sede psicoterapica, di questi sintomi ricorrenti che, nonostante anni di lavoro sulla mia vita, hanno continuato ad affliggermi e in alcuni casi a peggiorare. Forse le risposte mi venivano date ma io non riuscivo a sentirle…


Quando sono riuscita a vincere i miei pregiudizi, senza più pensare di essere “pazza”, mi sono recata presso la Fondazione Idea (Istituto per la Ricerca e la Prevenzione della Depressione e dell’Ansia) e ho trovato sia risposte che calda e umana accoglienza. Ho scoperto di soffrire di un disturbo cronico dell’umore a nome “Ciclotimia” e con mio grande sconcerto, in internet, ho trovato tutti i miei sintomi ben classificati e un mare di gente come me… non ero più sola!


Un momento, mica è stato tutto così facile! Appena avuta la diagnosi la mia prima reazione è stata...

“Mio Dio sono malata!”


Però, dopo giorni di lacrime, ho pensato che tanto era inutile fasciarsi la testa e che anche questa volta, all’innominata, non avrei certo permesso di farmi la festa!


Ma… cosa più importante, ho capito che “Io” non sono il mio disturbo!

“Io” sono la mia coscienza o anima, che abita in un cervello (organo soggetto a malattia come qualunque altro), un po’ ballerino ed eccessivamente emotivo e che con questa consapevolezza mi posso operare per la sua protezione e il suo accudimento.


Purtroppo il cervello è l’organo più importante e se si “guasta”, al punto da renderci impossibile comunicare col nostro Io cosciente, noi perdiamo la possibilità di controllo e abbiamo bisogno di affidare la nostra vita agli altri, sperando che sappiano quello che fanno!


Ecco perché ritengo che la professione di Neurologo, Psichiatra, Psicoterapeuta, Psicologo, siano una missione di delicata e grande difficoltà e non bisogna “MAI” affidarsi a persone poco competenti ma soprattutto poco umane. Anche se spesso gli uomini non sanno quello che fanno!


INSOMMA! Quella vi sta ancora scocciando con la sua mania di sentirsi


Per carità sono ai saluti! Al lieto fine di questa storia uguale a tante! La diagnosi ha avuto su di me un effetto estremamente positivo. Mi ha ridato dignità , sollevato dai sensi di colpa e tolta dall’isolamento e questo mi ha rassicurata al punto che ora riesco anche a stare da sola,


Ora sto imparando a convivere con i miei due aspetti, a custodirli e accudirli come doni preziosi‌ Mi sto impegnando per trasformarli in una risorsa.

Invece di un handyca p un punto di forza.


Non so se ci riuscirò e in quanto tempo, ma dovessi anche metterci tutta la vita per migliorare la mia vita, ne sarà valsa la pena e, come mi ha detto un giorno un’amica saggia…

Non è mai tardi se non guardi che ora è! E Jonathan?


Ah! Io sto benone! Ormai non sono più un fastidio su cui puntare il dito, ma casomai un bisogno, un alleato e amico! Mi usa quando ha voglia di creare, da quando è consapevole, mi sa anche ben domare. Basta far tardi a sera, se non quando conviene. Niente caffé, tè, alcoliche bevande, o droghe aliene. Così coloro il mondo e le ridò il sorriso,


Grazie! Ai miei genitori e alle mie sorelle a cui dedico questo video. Al mio psicoterapeuta non direttivo e alla mia psicologa transazionale, perché senza la loro competenza non sarei riuscita a consolidare la mia personalità e a lottare contro me stessa. A chi mi ha fatto “finalmente” la diagnosi e agli amici della Fondazione Idea per la loro umanità. Ai medici del CPS di Monza che mi accudiscono in questo momento… Ma soprattutto agli amici, agli amori vecchi e nuovi e a tutti coloro che mi hanno sopportato con le mie accorate e numerose telefonate salvagente e aiutato a non sprofondare, o protetto perché non mi perdessi nei miei pindarici voli.


L’amore conta‌ conosci un altro modo


FINE… Ma fine dell’inizio, o inizio della fine? Lasciamoci con questo dubbio, che i dubbi nella vita sono più interessanti e stimolanti della verità! Laura


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