Notiziario Fondazione Marzo 2006

Page 1

IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 1

ne rci io iuta TE nz e a EN 11 te com M ina At erno TA a pag nt l’i U I ille al AT5 per m

GR

I D E A N

O

PERIODICO TRIMESTRALE

Spediz. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 filiale di Milano - Reg. presso il Tribunale di Milano N. 407 del 22.07.1995

ANNO

T

I

Z

I

E

DELL’ISTITUTO PER LA RICERCA E LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE E DELL’ ANSIA

39

13 Numero 1 - MARZO 2006

Dalle stelle alle cause della depressione bipolare Federico Soldani*

D

all’inizio degli anni ’90 ad oggi, in Italia l’opera di

durre lo stigma che talora puo’ ancora accompagnare la malattia

divulgazione sui disturbi dell’umore e d’ansia ha

mentale nei diversi contesti familiare, sociale e lavorativo, e per far

compiuto significativi passi avanti. Da circa 15 an-

capire che questi problemi possono interessare chiunque e devono

ni i risultati e le scoperte della ricerca clinica in psi-

essere affrontati in modo sereno e sulla base di dati e di pratiche

chiatria e il trattamento dei problemi di salute men-

mediche riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale.

tale sul territorio e in centri altamente specializzati sono stati affian-

La Fondazione IDEA ha rivestito e continua a rivestire un ruolo di pri-

cati da una importante opera per rendere la pubblica opinione con-

maria importanza, sia nell’educare i pazienti e le famiglie a compren-

sapevole dei continui, piccoli e grandi progressi diagnostici e tera-

dere i problemi e le esigenze dei propri cari che sono affetti da pro-

peutici compiuti nella lotta ai disturbi psichici. Questo lavoro di infor-

blemi di natura depressiva o ansiosa, sia nel sostenere giovani ricer-

mazione e di educazione è particolarmente importante al fine di ri-

catori in psichiatria attraverso l’erogazione di premi di ricerca e di segue a pag. 6

Patologie emergenti in psichiatria Antonio Tundo, Nicoletta Borioni*

O

gni giorno i mass media riportano statistiche che

logie mentali, come per esempio il Manuale Diagnostico e

segnalano l’allarmante diffondersi, negli Stati

Statistico curato dall’Associazione degli Psichiatri Americani (DSM

Uniti come in Italia, di quelle che sono indicate

IV-TR), da tempo riconoscono il gioco d’azzardo patologico come

come “patologie emergenti” in psichiatria e

un disturbo e lo collocano all’interno della più ampia classe dei

descrivono con particolare enfasi le gravi conse-

disturbi da “discontrollo degli impulsi”. Simili al gioco d’azzardo

guenze, per l’individuo, le famiglie e la società, provocate da que-

patologico per le modalità con cui si sviluppano, per le caratteristi-

ste patologie. I sistemi internazionali di classificazione delle pato-

che della sintomatologia e per le conseguenze che provocano segue a pag. 8

Eventi traumatici e

In breve

Un volontario

post-traumatico trovare le vi ascolta in corso 2 disturbo 4 Qualcuno 5 dalla 7 saparole 9 Lavori 10 da stress ricerca giuste...

Tavola rotonda I gruppi di auto aiuto IDEA


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 2

Eventi traumatici e disturbo post-traumatico da stress Letizia Bossini, Paolo Castrogiovanni*

L’

essere umano durante la vi-

tenuto tutti questi traumi possiedono alcune

solo disturbo sembra essere eziologicamen-

ta viene sottoposto all’im-

caratteristiche di fondo che li rendono tutti

te legato all’evento secondo una specifica

patto di una serie di eventi

“degni” della stessa potenzialità: quella di

sequenza causa-effetto: il DPTS in cui l’even-

che possono avere riper-

far insorgere uno specifico disturbo, il distur-

to invade e pervade il quadro clinico.

cussioni sul suo equilibrio

bo post-traumatico da stress (DPTS).

Nella popolazione generale, secondo le sta-

psichico ma non tutti, quand’anche di gran-

Un evento possiede due elementi: uno è il

tistiche, l’8% degli individui soffrono di

de rilevanza per l’individuo, rappresentano

suo significato, un altro la modalità con cui

questo disturbo! In Italia il DPTS spesso non

un “trauma”. Quelli che per il loro contenu-

esso si verifica. E’ specialmente quest’ulti-

è riconosciuto come Disturbo Mentale, sia

to assumono più spesso carattere traumati-

ma che condiziona la traumaticità dell’even-

dai medici di medicina generale che dagli

co sono caratterizzati dalla grave minaccia

to, più ancora del suo contenuto e della sua

stessi pazienti. Talvolta non è diagnosticato

e/o dalla violenza. Da un lato è quindi l'inu-

gravità. Quanto più l’evento sarà inusuale,

neanche dagli psichiatri e ciò spiega perché

sualità e la portata "catastrofica", quand’an-

inaspettato, improvviso, tanto più qualunque

spesso venga trattato con interventi non spe-

che individuale, dell'evento che ne condizio-

persona sarà trovata “impreparata” e rischie-

cifici, che ne favoriscono la cronicizzazione.

nano il carattere traumatico. Dall’altro, per-

rà di avere conseguenze cliniche. Il cervello

ché l’evento assuma caratteristiche trauma-

è “preparato” quando si “aspetta” ciò che

tiche è necessario che scateni una reazione

sta per accadere così da poter mettere in at-

in chi lo subisce che comprende “paura in-

to una “valida difesa” e “farsene una ragio-

tensa, sentimenti di impotenza, o di orrore”

ne”. Quindi qualsiasi evento negativo può

che, in certa misura, ha carattere individua-

essere traumatico se sorprende il soggetto

Quadro clinico

le. Pertanto, se alcuni eventi, per la loro na-

impreparato a gestirlo razionalmente; allo

tura, assumono caratteristiche traumatiche

stesso tempo, qualsiasi evento negativo può

nella maggioranza degli individui colpiti,

non essere traumatico se, per le modalità

può accadere che eventi meno inusuali pos-

con cui esso si verifica, trova l’individuo “pre-

sano assumere, individualmente, caratteri-

parato” e ne è permessa l’elaborazione.

stiche traumatiche.

Si stima che il 40% della popolazione gene-

Il campo degli eventi potenzialmente trau-

rale sia vittima di un evento traumatico ma

matici si allarga arrivando ad abbracciare un

non tutti sviluppano conseguenze patologi-

vasto ed eterogeneo spettro di accadimen-

che. Tuttavia coloro che manifestano un ve-

ti: che cosa può avere in comune l’essere so-

ro e proprio disturbo psichiatrico sono tutt’al-

Il DPTS è definito principalmente dalla presenza o dalla assenza di sintomi tipici che caratterizzano il quadro sintomatologico il quale, nella sua unitarietà, è assolutamente simile in tutti coloro che ne sono affetti. Il corredo sintomatologico si presenta articolato in diverse componenti costantemente presenti nei pazienti affetti da DPTS, ma spesso non è riconosciuto perché, come riferiscono i pazienti, “è normale reagire in un certo modo… visto quello che è accaduto”. Ci sono in realtà dei parametri clinici su cui si fonda la diagnosi che sono uguali in tutti coloro che soffrono di questo disturbo, indipendentemente dal tipo di trauma subito.

pravvissuti ad un disastro aereo con un

tro che pochi. Molti sono i disturbi psichiatri-

Ripresentazione del vissuto traumatico

“banale” tamponamento in auto?

ci che possono essere slatentizzati da un

La caratteristica fondamentale del DPTS è il

Evidentemente, pur nella individualità di con-

evento traumatico (es. depressione) ma un

ripresentarsi del vissuto traumatico che può

2


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 3

terferenza con lo svolgimento delle normali

Tra i sintomi di ipervigilanza vanno anche con-

attività quotidiane: alcuni pazienti, infatti, oc-

siderati la difficoltà ad addormentarsi e a man-

cupano l’intera giornata nel tentativo di evi-

tenere il sonno e gravi problemi di memoria

tare qualsiasi situazione, attività, od ogget-

e di concentrazione.

to che possa risvegliare il ricordo del trauma e tali condotte di evitamento limitano in

Decorso del DPTS

maniera significativa la vita di relazione e la-

I sintomi descritti possono comparire imme-

vorativa delimitando fortemente il campo

diatamente dopo l’evento o a distanza di tem-

d’azione del soggetto.

po, anche dopo anni; in quest’ultimo caso

“Appiattimento dei sentimenti” Nel DPTS è spesso presente il numbing, una condizione di intorpidimento emotivo e affettivo caratterizzato da sentimenti di distacco verso gli altri, estraneamento dall’ambiente, riduzione marcata delle aspettative future e della partecipazione ad attività significative e specialmente una incapacità a provare emozioni, se non quelle legate al trauma. Il paziente emotivamente distante, indifferente, perde la gioia di vivere e la risonanza con il mondo esterno, si estrania dagli altri fino a compromettere i rapporti familiari (molto fre-

si parla di esordio tardivo. Un inizio sfasato di mesi e talora di anni rispetto all'evento è tutt'altro che infrequente. Quell'evento traumatico che sembrava superato aveva in realtà lasciato tracce profonde, condizionando una grave vulnerabilità: è sufficiente un microtrauma successivo per riattivarlo, scatenando il quadro clinico. Il decorso più tipico è quello cronico, tant’è che, a distanza di alcune decadi dalla guerra del Vietnam, una percentuale significativa di veterani affetti da DPTS presenta tutt’ora il disturbo.

quenti sono le separazioni) ed in generale tut-

Alterazioni cerebrali

te le relazioni interpersonali con un graduamanifestarsi sotto diverse forme: come ri-

Il disturbo, insorto più o meno precoce-

le ritiro sociale.

cordi dell'evento invasivi e ricorrenti non sol-

mente dopo il trauma, può dare segno di sé

Per superare la paralisi emozionale che lo in-

anche per anni. Perché? Il solo meccanismo

lecitati dalla volontà del paziente; sogni angosciosi od incubi in cui il soggetto rivive il trauma; immagini durante le quali il soggetto rivive la situazione traumatica, come se il tempo non fosse passato, così facendo rinnovano e riportano al presente l'evento in tutta la sua drammaticità impedendo l'effetto naturalmente "terapeutico" del trascorrere del tempo; più raramente l’evento può manifestarsi sottoforma di flashback ossia epi-

catena all’esperienza traumatica e lo anestetizza nei riguardi di tutto ciò che c’era precedentemente di significativo nella sua vita, il paziente talvolta si lascia coinvolgere in esperienze forti e spesso pericolose. Gli aspetti sintomatologici del numbing creano un quadro clinico simile ma non sovrapponibile all’apatia che si riscontra nella depressione, una patologia che tra l’altro spesso concomita con il DPTS.

sodi dissociativi durante i quali il paziente sen-

psicologico non sembra poter dare una risposta. E’ pensabile allora che sia proprio il cervello ad essere colpito dal trauma. In effetti recenti dati della ricerca sembrano documentare un danno cerebrale conseguente ad eventi traumatici. I numerosi studi effettuati con Risonanza Magnetica cerebrale nei soggetti con DPTS concordano nel ritrovare una diminuzione di volume dell'ippocampo, zona del cervello correlata ai processi di me-

Stato di ipervigilanza

moria. L’evento traumatico, quindi, pur es-

In questa condizione di ottundimento emo-

sendo un fatto “psicologico”, si traduce in

tivo possono comparire improvvisamente

un danno organico macroscopico, concer-

to. In tutte queste situazioni sono presenti

reazioni di angoscia o collera anche in rispo-

nente una struttura cerebrale ben precisa.

paura, vero e proprio terrore e reattività fisio-

sta a stimoli di lieve entità, determinate dal-

logica sottoforma di tachicardia, sudorazio-

lo stato di tensione continua in cui vivono ta-

Terapia

ne e tremore. Anche stimoli di varia natura

li pazienti. I soggetti che hanno subito un

Prima di tutto comprendere la sofferenza del

ed intensità che fanno riferimento ad un qual-

evento traumatico che ha lasciato tracce in-

paziente e saper riconoscere la presenza del

siasi aspetto del trauma subito, di apparen-

delebili hanno perso la capacità di modulare

disturbo sono fondamentali per aiutare tutti

te nessun significato, possono scatenare tut-

le risposte di “paura”, si sentono sempre

coloro che, per la gravità dell’evento subito,

ta la sintomatologia.

“sul filo del rasoio”, nell’aspettativa continua

credono “normale” il loro “non vivere”, co-

Sintomi di evitamento

di qualcosa di minaccioso e rispondono a

me se ciò non fosse in nessun modo regre-

I pazienti affetti da DPTS sono portati ad evi-

qualsiasi stimolo con un’intensità adeguata

dibile, come se l’ineluttabilità dell’evento si

tare tutte le situazioni e gli stimoli che pos-

a situazioni di emergenza. Stimoli debolmen-

riflettesse anche sul decorso del disturbo che

sono richiamare, in qualche modo, lo stress

te ansiogeni o neutri determinano così ingiu-

ha ingenerato rendendolo incurabile. Invece

subito. Infatti ciò che può risvegliare total-

stificate manifestazioni neurovegetative

è necessario comprendere che anche se nes-

mente od in parte il ricordo del trauma pro-

(tachicardia, tachipnea, tremore, sudorazio-

suno può cancellare l’accaduto, è possibile

voca disagio ed un peggioramento dei sinto-

ne etc..), irritabilità e scoppi di collera (“non

ridimensionare e riportare al passato

mi. Una delle conseguenze può essere un’in-

riesco a sopportare più niente e nessuno”).

l’evento, rendendo il paziente in grado di “ri-

te ed agisce come se stesse rivivendo l’evento e nel corso dei quali il contesto percettivo ed affettivo sembra essere quello dell’even-

3


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 4

vivere” la sua vita. Comprendere non vuol

nasce prima di tutto dalla gravità globale di

in grado di “far tornare a vivere” tutti coloro

dire accettare. Comprendere vuol dire stare

tale disturbo: non sono ricordi spiacevoli di

che sono stati vittime di eventi shockanti.

vicino a chi soffre aiutandolo, spronandolo

eventi spiacevoli; il nucleo è l’arresto della

quando occorre, ad utilizzare le risorse che

persona e del suo cervello al momento del-

esistono per uscire dal disturbo, ovvero ac-

l’evento. Grazie ai numerosi studi presenti in

cettando di farsi aiutare con i vari presidi te-

letteratura il miglior presidio terapico sembra

rapeutici di dimostrata efficacia.

essere quello che prevede un'integrazione

La necessità di attuare una terapia specifica

degli approcci psicoterapici e farmacologici

*Gruppo per la diagnosi e la terapia del Disturbo Post-Traumatico da stress Università di Siena Dpt Neuroscienze/Psichiatria Paolo Castrogiovanni, Letizia Bossini, Alessia Lombardelli, Sara Calassi, Maricla Tavanti, Pasquita Annese, Fulvio Pieraccini

Qualcuno vi ascolta (Risponde Prof. Antonio Tundo) Cara IDEA, vi scrivo perché sono scoraggiato.Da anni soffro di alcune “manie”, come lavarmi le mani continuamente e a lungo, aprire le maniglie delle porte con i gomiti e tante altre fobie che ho sempre considerato “caratteriali”, e quindi non modificabili, anche se comportano una grande perdita di tempo. Qualche mese fa ho preso il coraggio e mi sono rivolto ad uno specialista che mi ha diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo e mi ha prescritto un farmaco a base di fluvoxamina. Avevo riposto tanta speranza in questa cura ma in due mesi non è successo quasi nulla… forse sono più sbrigativo nel lavarmi le mani, tutto qui.

Cara IDEA, da più di un mese vivo nel terrore. Tutto è cominciato durante una normale cena con amici. All’improvviso, senza un particolare motivo, mi sono sentita male: avevo l’impressione di essere al di fuori del mio corpo, di non sentire più le mie braccia, che le mani fossero diventate enormi, non riconoscevo più la mia voce… tutto mi era estraneo… guardavo gli amici ed era come se fossero “diversi”, distanti”, la stanza mi sembrava smisurata ed il tempo sembrava essersi fermato. E’ stata un’esperienza terribile e anche se la crisi è durata solo qualche minuto mi ha profondamente segnata. In questo mese ho avuto altri tre episodi simili ma, quel che è peggio, ho perso la mia serenità: vivo costantemente nell’attesa che mi succeda nuovamente, sono diventata tanto paurosa da non riuscire a rimanere da sola e ho paura di impazzire. Si tratta di schizofrenia? Marisa ‘71

Amerigo ‘65 Caro Amerigo, intanto voglio complimentarmi con Lei perché ha seguito il consiglio che le ha dato il suo amico e si è rivolto ad uno specialista. Molte persone che soffrono del suo stesso disturbo, infatti, spesso non cercano una cura perché considerano “normali” i comportamenti che lei ha descritto anche quando creano sofferenza o, come nel suo caso, interferiscono con la vita quotidiana. Allo stesso tempo voglio rassicurarla: non solo la sua cura è corretta, ma sta cominciando a dare i primi risultati. Una caratteristica del disturbo ossessivo compulsivo è infatti la risposta lenta alle terapie per cui può passare anche qualche mese prima di cominciare ad avvertire un sollievo, che consiste in una riduzione dell’intensità o della frequenza dei sintomi. Per arrivare alla risposta ottimale è in genere necessario un periodo ancora più lungo, che varia da persona a persona. Le consiglio quindi di andare avanti con fiducia perchè i risultati verranno e la sua vita sarà meno condizionata da quelle che definisce le sue “manie”. Un suggerimento: alla prossima visita chieda allo specialista che la cura se non ritiene il caso di associare una psicoterapia cognitivo comportamentale. Si tratta di una psicoterapia “breve” che integra il trattamento farmacologico perché aiuta a comprendere i meccanismi che sostengono i sintomi ossessivo-compulsivi e fornisce delle specifiche tecniche che consentono di razionalizzare le paure e controllare meglio i comportamenti disfunzionali.

Cara Marisa, i sintomi che lei descrive tecnicamente si definiscono “depersonalizzazione” e “derealizzazione” e, almeno nel suo caso, non hanno nulla a che fare con la schizofrenia. Credo che la consolerà sapere che quelle “sensazioni devastanti”, come le definisce in un altro passo della lettera, sono molto comuni tanto che più della metà dei giovani le sperimentano sporadicamente, soprattutto in momenti di stanchezza o di particolare tensione. Possono inoltre costituire i sintomi di diversi disturbi psichiatrici, come il disturbo di panico, la depressione e, più raramente, la schizofrenia. Sono poi la manifestazione principale del disturbo di depersonalizzazione, una patologia che colpisce prevalentemente le donne giovani e che nella mia esperienza quasi sempre costituisce una forma, particolarmente severa, di disturbo di panico. Le informazioni che mi ha fornito lasciano pensare che anche lei soffra di disturbo di panico con depersonalizzazione e derealizzazione. Lei descrive infatti anche altri sintomi caratteristici del panico come l’ansia anticipatoria (l’attesa di un nuovo episodio) e le condotte di evitamento (paura di rimanere da sola). Niente paura della schizofrenia, quindi! Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista della sua città per avere una diagnosi più precisa e per avviare una cura.

Inviate le vostre lettere per posta ordinaria al Prof. Antonio Tundo - Idea Bologna, Via Barberia 18 • 40123 Bolognao per E-mail: idearisponde@tin.it In questa rubrica saranno pubblicate quelle che contengono richieste di informazioni o quesiti clinici di interesse comune 4


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 5

In breve dalla ricerca (a cura della Dott.ssa Fulvia Marchetti, Istituto di Psicopatologia, Roma)

Antipsicotici atipici: una risorsa in più per il disturbo ossessivo compulsivo Il trattamento farmacologico di prima scelta per il disturbo ossessivo compulsivo è rappresentato dai farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina (clomipramina, citalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina e venlafaxina) la cui efficacia è tuttavia limitata. Il 30-40% dei pazienti, pur essendo trattati con dosi ottimali e per tempi sufficientemente lunghi, non risponde alle cure o manifesta un miglioramento solo parziale. Due studi (Marazziti e coll, J. Psychopharmacology 2005; X Li e coll, J Clin. Psychiatry 2005) hanno di recente segnalato che l’aggiunta di un antipsicotico atipico (olanzapina nel primo caso, risperidone nel secondo) è in grado di potenziare l’effetto degli inibitori della ricaptazione della serotonina. Con questa strategia gli Autori hanno ottenuto un significativa riduzione della sintomatologia ossessivo-compulsiva nel 65-70% dei casi in precedenza risultati “resistenti”. Si apre quindi una nuova possibilità di cura per un disturbo che, almeno nelle forme più gravi, risulta altamente invalidante.

Confermato il rapporto tra uso di cannabis e psicosi Caspi e collaboratori (Biol Psychiatry, 2005) hanno analizzato i risultati dei lavori pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali aventi per oggetto il rapporto tra uso di cannabis e disturbi psicotici. Gli Autori, sulla base delle evidenze, concludono che se c’è un abuso quotidiano e/o a di grandi quantità chiunque può sviluppare sintomi psicotici transitori (“tossicosi acuta”). Nei soggetti predisposti, che per esempio hanno una familiarità per disturbi psichiatrici, o in coloro che hanno già manifestato qualche segnale sono sufficienti piccole quantità di cannabis per facilitare la comparsa o per aggravare la sintomatologia di un vero e proprio disturbo psicotico, come la schizofrenia, la mania o gli stati misti deliranti. L’effetto negativo dei cannabinoidi è dovuto alla loro capacità di alterare la concentrazione nel sistema nervoso centrale della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella patogenesi delle psicosi. Un ulteriore dato che emerge dagli studi è che nei pazienti che non sospendono l’abuso la patologia ha un’evoluzione più grave e la risposta alle cure è insoddisfacente.

Depressione e rischio cardiovascolare Negli ultimi 20 anni si sono accumulati dati che evidenziano un chiaro rapporto tra depressione e patologie cardiovascolari, in particolare infarto ed ictus. Come ricordato da Stewart e collaboratori (Primary Psychiatry, 2005) i soggetti affetti da depressione clinicamente rilevante hanno un rischio di infarto, stimato tra il 15% ed il 20%, decisamente superiore a quello della popolazione generale (2-4%). Inoltre, chi ha avuto un infarto e soffre anche di depressione ha il doppio di probabilità di andare incontro a complicanze anche mortali. Questo fenomeno sarebbe da attribuire all’alterazione di alcuni processi fisiologici, come l’aumento dell’attività delle piastrine e la riduzione di quella dell’ossido nitrico, che si verificano in fase depressiva e che possono danneggiare l’endotelio vascolare. Trattare correttamente la depressione significa neutralizzare i fattori di rischio cardiovascolare e ridurre le complicanze post-infarto. In questi casi sono specificamente indicati i farmaci di nuova generazione, ed in particolare la sertralina.

La tossina botulinica per chi soffre di ansia sociale L’ansia sociale è un disturbo caratterizzato da un intenso timore di apparire ridicoli davanti agli altri che provoca disagio e interferisce con la vita quotidiana, limitando i rapporti sociali e lavorativi. Quando è costretto ad esporsi alle situazioni temute, per esempio parlare in pubblico, chi ne soffre avverte una serie di sintomi fisici, come tachicardia, tremori, nausea, vertigini ecc… Una manifestazione somatica particolarmente invalidante e poco rispondente alle cure è la sudorazione profusa (“iperidrosi”) soprattutto alle ascelle. Connon e coll. (J Clin Psychiatry, 2005) hanno dimostrato che nei pazienti che hanno l’iperidrosi come sintomo prevalente la somministrazione intradermica di tossina botulinica di tipo A, in aggiunta alla terapia farmacologica classica dell’ansia sociale, consente un miglioramento nel 75% dei casi e non provoca effetti secondari importanti. 5


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 6

Dalle stelle alle cause della depressione bipolare segue da pag. 1

borse di studio. Un altro aspetto importante dell’azione di IDEA per

dio è quello della famosa curva ‘normale’ o curva a campana di Gauss. La cosiddetta curva ‘normale’ riveste un ruolo particolarmente importante nella storia dell’analisi di dati scientifici empirici in diverse discipline; venne utilizzata per la prima volta nel ‘700 per descrivere gli errori di misurazione compiuti durante le indagini scientifiche, soprattutto nello studio dell’astronomia e nell’osservazione del moto dei corpi celesti. Una delle ragioni per cui questa curva è diventata tanto famosa ed utilizzata nella analisi dei dati scientifici è che molti fenomeni fisici, medici e naturali, ma anche sociali, hanno una frequenza che tende a distribuirsi in modo ‘normale’, ovvero con una distribuzione che somiglia molto alla curva di Gauss. Sfruttando questo principio, in una prima fase dello studio abbiamo descritto la distribuzione dell’età di insorgenza del disturbo bipolare e successivamente la abbiamo ri-descritta come se fosse composta da un insieme di curve di Gauss, sperando cosi’ di ottenere indicazioni su sottotipi di disturbo bipolare causati da fattori diversi e che quindi configurerebbero fenomeni naturali sottostanti distinti. Questa analisi è stata possibile grazie al contributo di un giovane studente di origine russa dell’Università del North Carolina, Stas Kolenikov: Stas ha scritto il software che permette di calcolare quante e quali curve ‘normali’ servano per descrivere in modo ottimale una distribuzione non ‘normale’ come quella che si osserva per l’età di esordio del disturbo bipolare. Lo studio, ancora in corso, ha già individuato tre classi di pazienti bipolari, ciascuna caratterizzata da una particolare curva di Gauss, confermando ed espandendo dati recentemente pubblicati da ricercatori parigini: un gruppo di pazienti con età di esordio precoce prima dei vent’anni che potrebbe essere dovuto soprattutto a componenti di tipo genetico; un secondo gruppo ad età di esordio intermedia, intorno ai 30 anni, con una possibile origine multifattoriale, sia genetica sia legata allo stress o ad altri fattori ambientali; ed un terzo gruppo ad insorgenza tardiva per il quale si possono ipotizzare cause vascolari o neurodegenerative piu’ tipiche di malattie come il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer. La speranza legata a questo metodo di indagine, chiamato ‘amixture analysis’, è di poter individuare gruppi di pazienti con diversa età di esordio e diverse cause di malattia cosi’ da contribuire alla comprensione dei fattori e dei meccanismi responsabili dell’insorgenza di questa sindrome tanto devastante per chi ne è affetto e per coloro che vivono insieme a loro; la comunità scientifica internazionale ritiene infatti che la crescita delle conoscenze in questo ambito costituisca la strada per la prevenzione primaria, evitare cioè che la malattia insorga, l’individuazione precoce e successivamente l’affinamento dei trattamenti farmacologici e psicoterapeutici del disturbo bipolare.

migliorare la comprensione e la prevenzione secondaria dei disturbi d’ansia e dell’umore è il sostegno che la Fondazione dà a progetti di ricerca volti ad indagare la natura biologica, clinica e relazionale di queste patologie tanto comuni ed invalidanti. Uno di questi progetti attualmente in corso riguarda lo studio del disturbo bipolare ed è stato sviluppato grazie ad una collaborazione tra ricercatori in Italia e negli Stati Uniti d’America. Il disturbo bipolare è una malattia che interessa il tono dell’umore e che si caratterizza per la presenza di depressione e mania (l’opposto della depressione); può essere anche molto grave nelle forme psicotiche e causare la perdita del lavoro e lo sconvolgimento delle relazioni personali; il disturbo bipolare, anche chiamato sindrome maniaco-depressiva, colpisce nella sua forma più classica circa l’1% della popolazione nell’arco della vita. Alcuni anni or sono, un ricercatore della Harvard University, School of Public Health di Boston, Christopher Murray, iniziò un progetto in collaborazione con esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Banca Mondiale per quantificare sia la mortalita’ sia l’invalidità dovute alle più diverse condizioni mediche, dalle malattie cardiovascolari, al cancro, ai disturbi mentali: da questo grande studio chiamato con espressione inglese ‘Global Burden of Disease’, emerse che il disturbo bipolare rientra tra i primi dieci problemi medici causa di invalidita’ nel mondo. Questo dato impressionante richiamo’ l’attenzione, sia di ricercatori e specialisti sia del grande pubblico, sulla necessita’ di caratterizzare piu’ a fondo la natura dei disturbi dell’umore per migliorarne la prevenzione e il trattamento. La collaborazione internazionale sostenuta dalla Fondazione IDEA è finalizzata allo studio di un ampio campione di pazienti seguiti da vicino per diversi anni presso la clinica psichiatrica dell’Università di Pisa; vi partecipano ricercatori clinici, biostatistici ed epidemiologi che lavorano presso l’Università di Pisa e presso la Harvard University di Boston, l’Università della California di San Diego e l’Università del North Carolina di Chapel Hill. Il progetto di ricerca si articola in diversi studi volti a individuare: 1) sottotipi di disturbo bipolare con diversa eta’ di esordio; 2) differenze di decorso clinico tra le due classiche forme, quella con mania e quella con episodi espansivi più leggeri o ipomaniacali, 3) differenze cliniche tra uomini e donne che soffrono del disturbo e 4) caratteristiche cliniche del disturbo schizoaffettivo, una forma a metà strada tra le sindromi schizofreniche e i disturbi dell’umore, e sulla quale esiste una letteratura scientifica ancora abbastanza limitata. Il primo tipo di studio, parte di questo progetto, è particolarmente interessante e consiste nell’utilizzare una metodica statistica di avanguardia per individuare sottotipi di disturbo bipolare che si differenziano per eta’ di esordio. Il principio alla base di questo modo di analizzare i dati sull’età di esor-

* Harvard University, Medical School and School of Public Health Boston, Massachusetts, USA 6


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 7

Un volontario sa trovare le parole “giuste” o comunque sa evitare quelle sbagliate Alessandra, volontaria GAA IDEA Roma Originariamente avevamo previsto un resoconto dei Corsi di Formazione per facilitatori e volontari che si sono di recente tenuti a Roma (Dicembre 2005) e Bologna (Gennaio 2006). Poi abbiamo ricevuto la testimonianza di una partecipante che ci è sembrato descriva meglio di qualsiasi nostro commento lo spirito che anima queste iniziative, come pure le motivazioni, le aspettative e le considerazioni di chi vi partecipa. Molto volentieri pubblichiamo quindi le riflessioni di Alessandra, con la quale ci scusiamo per i tagli che, per problemi di spazio, siamo stati costretti ad operare.

S

ono venuta a sapere dell'esistenza di IDEA guardando in TV un'intervista al professor Cassano che parlava della depressione, seguita da un'intervista a una volontaria di IDEA, e subito ho capito che era quello che ci voleva. Mi sono, anzi, molto dispiaciuta di non aver saputo prima che già da qualche anno i Gruppi di Auto Aiuto di IDEA operavano sul nostro territorio. Qualche anno fa mi era capitato di ricevere aiuto da una conoscente depressa, che aveva dato un nome a quel malessere che mi perseguitava periodicamente sin dalla tarda adolescenza e che da qualche mese mi ossessionava durante tutte le ore del giorno. A mia volta mi era capitato di rendermi conto, in tempi più recenti, che una mia cara amica stava passando lo stesso calvario; parlandole al telefono, ero riuscita a insistere abbastanza perché andasse dal medico, superando un rifiuto che all'inizio sembrava invincibile. Ho capito così che i depressi riconoscono la depressione negli altri e sanno parlare a chi sta male, sanno convincerli ad andare dal medico. E' bellissima la sensazione di vedere, dallo sguardo dell'amica malata, che hai trovato il modo di attirare la sua attenzione, che le stai ispirando fiducia e crede in quello che le dici, e da quel momento spera così tanto di riuscire a guarire che quanto prima si recherà dal medico giusto che le darà la cura giusta, e la sua qualità di vita tornerà ad essere accettabile. Su internet ho saputo che sarebbe partito il

Secondo Corso di Formazione per Volontari nasce il grande ruolo del volontariato, un voe Facilitatori di Gruppi di Auto Aiuto IDEA. lontariato che sa "trovare le parole giuste" o Sono stata ammessa tra i partecipanti e il 12 comunque sa evitare quelle sbagliate e che novembre dello scorso anno mi sono recata mette tutti in grado di ricevere un aiuto. IDEA nella Sala Tevere della sede della Regione prepara molto bene i suoi volontari: nulla è Lazio, e lì è iniziata la mia partecipazione at- lasciato al caso e il percorso si arricchisce cotiva a IDEA e ai suoi GAA. Al corso ho visto stantemente di nuove conoscenze e di tantanta gente, molta più di quella che mi aspet- te esperienze. La cosa più preziosa è che oftavo e ho anche capito che ci sono tante per- fre a noi che abbiamo questo complesso rapsone preparate che studiano costantemen- porto con la depressione, la possibilità di trate il modo di farci stare sempre meglio. Come smettere anche a chi sta male la certezza che il professor Cassano, che trova anche il tem- "se ne esce" (anche se la guardia non va abpo di andare in televisione a chiedere fondi bassata, e il cammino non è breve ed è irto per la ricerca. Oppure, come i professori di ricadute e difficoltà). Il fatto che il percorTundo e Siracusano, che hanno scelto con- so a cui ci obbliga la depressione richieda dei tenuti scientifici e relatori di prim'ordine dan- passaggi molto delicati (la presa di cosciendo vita a un corso di alto livello scientifico. E za di essere malati, la voglia di guarire, la diacome Chiara Colavito e Roberta Necci, che gnosi, la cura, un'interazione con un conteorganizzano i corsi e si occupano di coordina- sto), il fatto che richieda molto di più che re i volontari di Roma. Le conferenze hanno mandare giù un'aspirina, lo fa diventare una riguardato sia le patologie psichiatriche in ge- grande scommessa, una grande sfida che nerale che la depressione in particolare, con vale la pena di raccogliere e vincere insieme. approfondimenti sui disturbi bipolari e quelli d'ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi della sfera alimentare, l’efficacia dei farmaci e della psicoterapia. Ci sono state insegnate le tecniche di comunicazione su cui si basano i GAA, il modo in cui si accolgono i nuovi partecipanti e la risposta telefonica. Sicuramente uno dei grandi problemi della depressione è che imCorso di formazione per facilitatori e volontari, poverisce la vita sociale e mette Bologna, Gennaio 2006 in difficoltà parenti e amici. Da qui 7


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 8

Patologie emergenti in psichiatria Gioco d’azzardo, sesso e shopping compulsivo segue da pag. 1

sono le patologie emergenti descritte di recente come la dipen-

fico e l’utilizzo di servizi erotici per telefono o via internet. La sua

denza da sesso (sex-addiction), gli acquisti compulsivi (shopping

frequenza nella popolazione generale è stimata intorno al 5-6%

compulsivo), la dipendenza da internet (internet addiction disor-

con un rapporto tra uomini e donne di 5 a 1. Le più comuni com-

der) e le forme più rare di gioco in borsa tramite internet (trading

plicanze sono di natura medica (p. es. infezioni sessualmente tra-

on line), sindrome da “molestie assillanti” (stalking) e bigorexia. In

smesse), legale (reati come esibizionismo, pedofilia, stupro) e

realtà non si tratta veramente di nuovi disturbi ma di nuove forme

soprattutto familiari (deterioramento dei rapporti con il coniuge o

di dipendenza e qualsiasi comportamento normale, persino lavo-

con i figli) e sociali (compromissione lavorativa ed economica).

rare o avere una relazione affettiva, può diventare oggetto di com-

Chi è affetto da acquisti compulsivi avverte la “necessità” di

pulsione assumendo caratteristiche patologiche.

comprare oggetti inutili, non indispensabili o varianti di una stessa

I soggetti che sono affetti da uno di questi disturbi, qualsiasi sia

categoria merceologica, per esempio orologi o scarpe, che peral-

l’oggetto del loro interesse: a) avvertono un desiderio incoercibile

tro non sono sempre in sintonia con i suoi gusti. Le somme spese

(craving) di mettere in atto il comportamento desiderato; b) conti-

possono superare le disponibilità economiche tanto da causare

nuano a farlo sebbene si rendano conto delle conseguenze nega-

indebitamento. Il disturbo è presente nel 2-8% della popolazione

tive che ne derivano sul piano personale, di tipo fisico o psicologi-

ed ha una netta prevalenza nel sesso femmine (80-90% dei casi).

co, familiare, sociale, lavorativo ed economico; c) tentano di

La dipendenza da internet consiste in un ossessivo ricorso alla

nasconderlo agli altri ricorrendo a diver-

navigazione in rete, in particolare sulle

si espedienti come minimizzare o dare

chat-line, a cui il soggetto dedica una

delle false giustificazioni. Con il tempo

quantità di tempo sempre crescente.

sviluppano una marcata tolleranza e

Inizialmente può rappresentare un ten-

quindi per ottenere lo stesso grado di

tativo di compensare la timidezza o

soddisfazione devono aumentare l’in-

comunque le difficoltà di instaurare

tensità dello stimolo o la frequenza dei

rapporti interpersonali diretti, ma con il

comportamenti. I meccanismi che

tempo compromette le relazioni della

sostengono le patologie emergenti

vita quotidiana, porta all’isolamento

ricordano quelli delle dipendenze clas-

sociale, può ridurre la capacità di appli-

siche, come l’abuso di alcol o l’uso di

cazione sul lavoro o a scuola e creare,

droghe, come pure, per molti aspetti,

per un’eccessiva stimolazione senso-

anche quelli del disturbo ossessivo-

riale, difficoltà di attenzione.

compulsivo e dei disturbi della condot-

Il gioco in borsa tramite internet in

ta alimentare. Al di là degli elementi comuni, la sintomatologia

alcuni casi assume caratteristiche simili a quelle del gioco d’azzar-

ovviamente varia da una forma e l’altra.

do patologico. Il soggetto vive un’esperienza di rischio soggettivo

Nel gioco d’azzardo patologico è presente una forte spinta al

che si accompagna ad una transitoria alterazione del contatto con

gioco d’azzardo che gradualmente diventa il principale motivo di

la realtà (“dissociazione”) e ad una sensazione di “potere” deri-

vita per il soggetto il quale prova agitazione o irritabilità se non può

vante dall’operare in prima persona davanti alla consolle. Si tratta

scommettere e con il tempo è costretto ad aumentare il valore o

di una forma ancora poco studiata che può creare problemi eco-

la frequenza delle scommesse per raggiungere l’eccitamento

nomici, familiari e sociali.

desiderato. Nelle forme più gravi il soggetto, oppresso da proble-

Di recente è balzata all’attenzione dell’opinione pubblica, soprat-

mi familiari, finanziari e legali, va incontro a vere e proprie fasi di

tutto in Inghilterra, la sindrome da “molestie assillanti” che con-

depressione con idee e tentativi di suicidio (17-24% dei casi)

siste in ripetuti tentativi di contatto diretto (p.es. pedinamento) o

oppure cerca rifugio nell’alcol o nelle droghe. La patologia è pre-

indiretto (p.es. attraverso il telefono o la posta) vissuti come intru-

sente nell’1-3% della popolazione adulta, è più frequente tra gli

sivi o fastidiosi da colui che li riceve. Il destinatario, preoccupato

uomini che tra le donne, compare nell’adolescenza o nella prima

per l’insistenza e per l’impossibilità di bloccare queste attenzioni

giovinezza ed ha in genere un’evoluzione cronica.

non volute, finisce spesso con lo sviluppare dei sintomi d’ansia o

La dipendenza da sesso è caratterizzata dalla tendenza a vivere

un vero e proprio disturbo da stress post-traumatico.

la sessualità in modo ossessivo tanto da diventare un'esigenza

La bigorexia è un disturbo che colpisce quasi esclusivamente

primaria per la quale il soggetto è disposto a sacrificare tutto il

uomini i quali, malgrado l’evidenza contraria, si percepiscono gra-

resto, dalla salute alla famiglia, dagli amici al lavoro. Le pratiche a

cili, minuti e con la massa muscolare poco sviluppata. La conse-

cui può fare ricorso sono varie e comprendono la masturbazione,

guenza è una patologica attenzione al proprio aspetto, un osses-

i rapporti con persone anonime e/o prostitute, l’esibizionismo, il

sivo controllo delle dimensioni della muscolatura per tentare di

voyeurismo, il sado-masochismo, l’acquisto di materiale pornogra-

migliorare la quale viene fatto ricorso a esercizi fisici prolungati, 8


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 9

diete iperproteiche, abuso di anabolizzanti. Il disturbo si associa

entità patologiche, sia perché coloro che ne sono affetti non sono consapevoli di stare male o, pur essendone consapevoli, tentano di nascondere il proprio stato a familiari ed amici. Pertanto all’osservazione degli specialisti giungono solo i casi più complessi in cui sono contemporaneamente presenti anche altri disturbi psichiatrici, come ansia e depressione, e in cui spesso concomita un abuso di alcol o di sostanze. Le modalità di trattamento ricalcano in parte quelle delle tossicodipendenze, in parte quelle del disturbo ossessivo-compulsivo. Gli approcci più diffusi sono i gruppi di Auto-Aiuto per pazienti e familiari, gli interventi riabilitativi e, se necessario, il ricorso alle comunità terapeutiche. Utile si è rivelata anche la terapia cognitivo-comportamentale, soprattutto le tecniche di desensibilizzazione per immagini e di prescrizione paradossale. La terapia farmacologica, impiegata soprattutto nel gioco d’azzardo patologico, si avvale di stabilizzatori dell’umore (sali di litio, acido valproico, carbamazepina), di antidepressivi come il bubropione o i serotoninergici (citalopram, clomipramina, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina e sertralina), e, in via del tutto sperimentale, del naltrexone, un antagonista dei recettori per gli oppiacei.

spesso a depressione o ansia e, a lungo andare, può compromettere la salute fisica e le capacità lavorative e relazionali. Sono ancora poche le conoscenze sulle possibili cause di questi disturbi. Nel gioco d’azzardo patologico sembrerebbero coinvolti tutti e tre i principali neurotrasmettitori: l’eccessivo coinvolgimento nel gioco sarebbe mediato dalla noradrenalina, la perdita del controllo sul comportamento e l’incapacità di arrestarsi dipenderebbe dalla serotonina, lo sviluppo di dipendenza sarebbe correlata alla dopamina. E’ stato inoltre ipotizzato che possa esserci un’alterazione del “sistema di ricompensa”, correlato al funzionamento del sistema limbico, per cui chi è affetto da questo disturbo riuscirebbe a trarre piacere solo da sensazioni forti (sensation seeking). Sul fronte psicologico, per gli psicoanalisti il gioco rappresenterebbe un tentativo di creare uno stato di “pseudo-eccitamento” che tenga a bada le angosce di morte, mentre secondo le teorie cognitivo-comportamentali alla base del disturbo ci sarebbe un’erronea percezione della capacità di controllare gli eventi. Si pensa che le ipotesi causali formulate per il gioco d’azzardo patologico possano essere estese anche alle patologie emergenti, per le quali mancano ancora studi specifici. Ci sono scarse informazioni circa le possibilità di cura delle patologie emergenti sia perché è recente il loro riconoscimento come

Lavori in corso

*Istituto di Psicopatologia - Roma

informazioni sulle prossime iniziative dei nuclei locali 2006)

Nucleo di Asti

Nucleo di Brescia

Partecipazione, in sinergia con le altre associazioni di volontariato che operano sul territorio, al Tavolo Provinciale per la Salute Mentale per il coordinamento delle manifestazioni rivolte alla popolazione in tema di depressione.

“Progetto culla” per offrire gratuitamente un quaderno informativo sui sintomi e le cure della depressione post-partum (12 Marzo 2006)

Corso di formazione per Volontari e Facilitatori (18/19 Maggio 2006)

Nucleo di Roma

Nucleo di Bologna

Appuntamento con la medicina: invecchiamento nell’uomo e depressione post-partum. Interviene Rita Levi Montalcini. Registrato on line (30 Marzo 2006)

Incontro tra Istituto Superiore di Sanità e volontari (03 Aprile 2006)

Conferenza: Depressione e ansia. Interverrà il Prof. Meduri. (Lipari Giugno 2006)

Corso di formazione per farmacisti in collaborazione con l’Ordine dei farmacisti di Bologna (06 Maggio 2006)

“Progetto itinere” per far conoscere al pubblico IDEA e le sue attività (svolgimento nell’intero anno)

“Progetto Scuola”, incontri-dibattito con studenti e insegnanti di alcuni licei cittadini (Settembre/Ottobre 2006)

Nucleo di Macerata

Corso di formazione per volontari psichiatrici ospedalieri (Maggio 2006) Ciclo di conferenze nei Punti Incontro COOP Liguria di Centro, Levante e Ponente per divulgare l’importanza degli alimenti nella terapia della depressione (Maggio/Giugno 2006) Festa nella Tenuta dei Gancia a Canelli per raccolta fondi (16 Settembre 2006) Ciclo incontri-conferenze nel Foyer del Teatro della Corte (Ottobre/Novembre 2006)

Corso di formazione per Volontari e Facilitatori Incontri di aggiornamento bimestrali per volontari e facilitatori Ciclo di conferenze in collaborazione con il Comune di Ciampino (Rm) (Marzo 2006) Conferenza sul tema “Ansia e depressione nei giovani” (Sutri, 25 Marzo 2006)

Banchetto pasquale per raccolta fondi organizzato da tutti i volontari del nucleo

Incontri-dibattito per facilitatori, volontari, partecipanti ai GAA e loro familiari sui temi “Il trattamento farmacologico dei disturbi bipolari e “Il ruolo della psicoeducazione nel trattamento dei disturbi bipolari” (Aprile/Maggio 2006)

Conferenza pubblica in collaborazione con il Comune di Macerata sul tema “Donne e depressione” (Settembre/Ottobre 2006)

Conferenza sul tema “Cambiamenti ormonali e salute mentale nella donna” in Campidoglio (Roma, 18 Maggio 2006)

Nucleo di Trieste

Ciclo di conferenze dal titolo “IDEA per le donne” in collaborazione con il Comune di Roma sul tema dei disturbi dell’umore e d’ansia nelle donne (Autunno 2006)

Corso di formazione per volontari e facilitatori

Nucleo di Genova

Partecipazione ai programmi della TV locale

Conferenza sul tema “La depressione nell’anziano” in collaborazione con il comune di Monfalcone, la Clinica Psichiatrica di Trieste e l’Arma dei Carabinieri (18 Marzo

“Progetto scuola”, incontri-dibattito con studenti e insegnanti degli Istituti Virgilio e Sibilla Aleramo di Roma.

per maggiori informazioni consultare il sito “www.fondazioneidea.it” cliccando su “NUCLEI LOCALI di IDEA” 9


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:22

Pagina 10

Tavola rotonda Dialogo tra Mente e Corpo nelle manifestazioni della Depressione Emergenze, bisogni insoddisfatti, nuove prospettive

L

a tavola rotonda si è tenuta a Milano il 9 marzo scorso. Il tema di Preston Garrison, segretario e direttore generale della World for Mental Health, verteva sulla presentazione dell’attività e della missione della Federazione Mondiale per la Salute Mentale; Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Ricerche e Salute di Eurisko, ha illustrato i dati della ricerca italiana Eurisko su “Depressione e sintomi fisici”; Giovanni B. Cassano, direttore del Dipartimento di Psichiatria nell’Università di Pisa, ha commentato i dati della ricerca italiana, con un approfondimento sugli aspetti clinici della depressione ed un particolare riferimento alla sintomatologia emotiva e fisica; Eugenio Aguglia, presidente della Società Italiana di Psichiatria, ha descritto l’approccio terapeutico attuale, alla depressione non farmacologico e farmacologico. Simona Izzo, attrice e regista, ha letto e recitato il capitolo “Flirtando con la depressione” estrapolato dal suo ultimo libro “L’amore delle donne” edito da Mondadori. Particolarmente significativa la presenza dei volontari di Idea di Milano che hanno partecipato al dibattito portando le loro testimonianze. Considerando l’importanza degli argomenti trattati, le reti nazionali e regionali hanno dedicato ampi servizi nei loro TG alla Tavola Rotonda.

I Gruppi di Auto Aiuto IDEA I gruppi di Auto Aiuto, il cui valore sociale è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono diretti a coloro che soffrono di disturbi dell’umore o di ansia e ai loro familiari. Essi, pur non costituendo una forma di terapia, consentono di condividere con gli altri le proprie esperienze e ottenere un supporto e motivo per combattere e superare l’isolamento, il disorientamento, la paura e i tanti pregiudizi che ancora oggi circondano le patologie psichiatriche. Grazie ai gruppi di Auto Aiuto IDEA è possibile avere anche maggiori informazioni sulla propria patologia e sulle terapie più appropriate, sull’influenza che stile di vita e stress sociale possono avere sul rischio di recidive, su quale potrebbe essere l’atteggiamento più costruttivo da tenere da parte degli altri membri della famiglia.

Sono oggi attivi, su tutto il territorio nazionale, oltre 50 Gruppi di Auto Aiuto IDEA. Per informazioni si può telefonare ai Nuclei IDEA di Milano (02/65.41.26),Bologna (051/64.47.124), Genova (010/72.47.64.02) o Roma (06/48.55.83) oppure consultare il sito della Fondazione (www.fondazioneidea.it).

10


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:23

Pagina 11

Sostieni IDEA GRATUITAMENTE destina a noi il tuo 5 per mille Care amiche e cari amici, la legge finanziaria 23 dicembre 2005 n. 266, ha introdotto una nuova opzione nella dichiarazione dei redditi: il 5 per mille dell’imposta può essere destinata ad una Fondazione riconosciuta, gratuitamente per il dichiarante, ed in aggiunta all’8 per mille già esistente. Se anche Voi desiderate aiutarci nel portare avanti questo nostro importante progetto, Vi chiediamo di scegliere la Fondazione Idea nella prossima dichiarazione dei redditi, apponendo la firma nell’apposito riquadro “Sostegno del volontariato delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e delle fondazioni” e indicando il codice fiscale della Fondazione

97132200151

97132200151

Un piccolo gesto, del tutto gratuito da parte Vostra, che ci aiuterà a continuare ad operare in un settore, quello psichiatrico, ancora troppo permeato da pregiudizi e disinformazione. Grazie.

Fondazione IDEA

Il Presidente Avv. Sergio Camerino

11


IDEA_MARZO_06

24-10-2011

16:23

Pagina 12

“IDEARISPONDE…” IDEArisponde: un servizio al paziente e alla sua famiglia. Un gruppo di volontari, che hanno seguito un apposito corso di formazione, risponde alle telefonate dei pazienti e dei loro familiari per dare ascolto, conforto, consiglio, informazioni. IDEArisponde, in diretta: Milano (Lunedì-Venerdì ore 9-18) 02 65.41.26 Roma (Lunedì-Venerdì ore 15.30-19) 06 48.55.83 Bologna (Lunedì-Mercoledì 16-19 e Giovedì 10-13) 051 64.47.124 Genova (Lunedì e Mercoledì 16-18, Martedì e Giovedì 10-12) 010 24.76.402 Numero verde Lombardia S.O.S. DEPRESSIONE 800122907

Condividere questa IDEA Fondazione IDEA: un progetto da condividere, un aiuto che puoi dare Diventa sostenitore della Fondazione IDEA. Contribuirai così a sviluppare le iniziative di IDEA ed entrare in una rete di scambi e di solidarietà. € 25,00 - € 50,00 - € 150,00 - € 250,00 ed oltre La quota può essere inviata tramite: ✔ Assegno non trasferibile intestato ad IDEA ✔ Versameto sul c/c postale n. 25997206, intestato ad IDEA ✔ Bonifico Bancario sul c/c n. 37855/01001 della Banca Popolare Commercio & Industria, Ag. n.1, Via Moscova 33, Milano, ABI 5048, CAB 01601; oppure sul c/c n. 44059 della Banca Popolare di Milano, Ag. n. 5, Piazza Medaglie d’Oro 1, Milano, ABI 05584, CAB 01605. Attenzione: nella causale del Bonifico scrivete anche il vostro nome e indirizzo altrimenti il vostro contributo arriverà anonimo e non sarà possibile iscrivervi, o confermarvi tra i nostri sostenitori. Contributi da aziende: è detraibile dalle imposte fino al 2% del reddito di impresa. I sostenitori riceveranno IDEA Notizie e altre comunicazioni per essere di continuo informati sullo sviluppo e le iniziative di IDEA.

Grazie per l’aiuto: è una buona IDEA!

I D E A

Nucleo Asti • Corso V. Alfieri 424 - 14100 Asti

Direttore responsabile Roberto Bianchin

Nucleo Brescia • Via Cimabue 16 - 25134 Brescia

N

O

T

I

Z

I

Comitato di redazione Antonio Tundo, Paolo Cioni, Enrico Poli Coordinamento grafico/editoriale ZAP srl - Roma Presidente Sergio Camerino Tesoriere Carla Ceppi

Nucleo Bologna • Via Barberia 18 - 40123 Bologna

E

Nucleo Genova • Piazza Stella 5/4 - 16123 Genova Nucleo Macerata • Via Gramsci 30 - 62100 Macerata Nucleo Napoli • Parr. Sacri Cuori Piazza Neghelli 59 - 80124 Napoli Nucleo Roma • Via Frangipane 38 - 00184 Roma Nucleo Trieste • Via Don Minzoni 5 - 34124 Trieste

Pubblicazione trimestrale Sede: Via Statuto 8 - 20121 Milano - Tel. 02 65.39.94 - Fax 02 65.47.16 www.fondazioneidea.it - <http://www.fondazioneidea.it-/> e-mail: idearisponde@tin.it


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.