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OLIMPIADI: GLI AGGIORNAMENTI

Corriere delle Alpi | 5 giugno 2022

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Rifacimento della pista da bob giovedì la conferenza di servizi

Francesco Dal Mas CORTINA Avanti, senza indugi, sulla pista di bob. Così il sindaco Gianpietro Ghedina che annuncia per il 9 giugno la prima conferenza di servizi relativamente al progetto predisposto. Non solo: anticipa che ha tutti gli elementi per assicurare che la bonifica del vecchio, storico sito, ormai abbandonato, verrà realizzata dal prossimo autunno, in modo da partire con i lavori del nuovo impianto nella primavera del 2023. Proprio l'impianto per il bob, lo skeleton e lo slittino sarà il tiro al bersaglio delle organizzazioni ambientaliste che oggi saliranno al Passo Giau; a piedi dal Falzarego. La manifestazione rilancerà il tema delle autorizzazioni che ancora mancherebbero, sia la Via che la Vas. O meglio, le procedure non sarebbero state perfezionate. «Non ne so assolutamente nulla. Mi è stato assicurato da tutte le componenti in campo», assicura Ghedina, «che si procedecon la massima attenzione al rispetto delle norme sia procedurali che relative alla compatibilità ambientale e sociale. So, però, che il 9 arriverà la sospirata conferenza dei servizi». E dopo? «E dopo si parte. Col forcing di lavori dalla fine dell'estate. In autunno ripuliremo l'area di quanto resta della vecchia struttura».Secondo Ghedina i tempi ci saranno per terminare l'opera entro la fine del 2024 o l'inizio del 2025 quando di fatto si terranno le prove pre-olimpiche. Per Ghedina «la pista di bob è l'opera simbolo dei Giochi 2026 a Cortina e il progetto prevede un impianto puntualmente compatibile con il contesto ambientale. Nessuna, davvero nessuna distorsione, anzi una ricomposizione del sito», afferma il sindaco che si dice sicuro anche della gestione post olimpica della struttura, rispetto ai tanti dubbi che ancora vengono manifestati. Questa mattina l'appuntamento per gli ambientalisti è alle 9 ai parcheggi di passo Falzarego, alle 12 al passo Giau per gli interventi di contestazione. Tra le firme della protesta ci sono il Wwf, Italia Nostra, Mountain Wildernes, ecoistituto, Peraltrestrade, Comitato Parco centro Cadore. Si diceva della Valutazione ambientale strategica (Vas): sarà questo il tema centrale oggi della protesta. «Il tema principale per queste Olimpiadi è che causa dei ritardi dell'avvio delle progettazioni di fattibilità delle diverse opere (oltre due anni), si sta spezzettando l'evento in una lunga serie di strutture, tenendole fra loro scollegate», spiega Luigi Casanova, storico ambientalisti di Mw. «Grazie al commissariamento e all'urgenza si è evitata la Vas, obbligatoria per il rispetto verso normative europee e italiane. Su questo tema, prima i comitati locali delle varie vallate, e poi le associazioni ambientaliste nazionali, sono stati chiari verso la Fondazione Milano Cortina 2026. Ad oggi è assente perfino il profilo minimo dell'informazione, non si riesce ad avere visione dei progetti, immaginiamoci come risulti possibile a questo circo di alti poteri chiedere trasparenza, partecipazione diretta, condivisione delle scelte». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 6 giugno 2022

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Ambientalisti: «Stop al cemento per le Olimpiadi»

Bolzano Più di cento ambientalisti di Alto Adige, Veneto e Trentino si sono trovati ieri a Passo Giau, al confine fra Veneto e Trentino, per sollecitare gli organizzatori delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina del 2026, i politici a livello locale e nazionale, i Ministeri competenti, le Amministrazioni locali e Regionali e alla Fondazione Milano-Cortina 2026, a rispettare gli impegni assunti dal Comitato Olimpico Internazionale con la comunità sportiva internazionale nella Olympic Agenda 2020: impegni che possono riassumersi in una reale sostenibilità e nel rispetto dell'ambiente e dei paesaggi. Ma la realtà parla di una previsione di spesa per nuove strutture che ha superato una previsione di spesa di 3 miliardi di euro.C'erano tutte le associazioni altoatesine compresi il Cai, l'Alpenverein, il comitato ambientalisti della Pusteria e tutte le altre associazioni come Peraltrestrade Dolomiti (che ha organizzato la manifestazione), Italia Nostra Consiglio Regionale del Veneto, Italia Nostra del Trentino, Italia Nostra sezione di Sondrio, Wwf Terre del Piave Belluno e Treviso, Mountain Wilderness Italia, Libera Veneto, Gruppo promotore Parco del Cadore, Ecoistituto del Veneto "Alex Langer". Hanno camminato un paio di ore prima di ritrovarsi assieme al passo. Sono stati esposti diversi striscioni per rimarcare come i vari impegni presi siano stati disattesi a cominciare dall' attivazione della Vas nazionale (Valutazione Ambientale Strategica), obbligatoria per legge, che doveva riguardare tutte le opere nel loro insieme e non spezzettate in tante deboli Vas regionali; è stata disattesa ogni riga del programma ambientale del Dossier olimpico investendo invece in pista da bob, di skeleton e di slittino a Cortina, il palazzo del

pattinaggo a Baselga di Pinè, il villaggio olimpico di Cortina senza contare i miliardi programmati per le infrastrutture stradali soprattutto in Pusteria. Secondo gli ambientalisti oltre a questo, si sta approfittando dell'evento olimpico per imporre alle montagne, in modo particolare alle Dolomiti, opere insostenibili: il grande albergo di lusso di Passo Giau, 40 mila metri cubi; i due villaggi di lusso a Cortina e Auronzo; gli improponibili ed inaccettabili collegamenti sciistici da Cortina verso la Badia, ad Arabba e nell'area sciistica del Civetta. E.D.

Corriere delle Alpi | 6 giugno 2022

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«Basta colate di cemento sulle Dolomiti bellunesi» la protesta ambientalista contro i nuovi impianti

Il sit-in"Basta impianti" Uno striscione lungo 13 metri e largo tre doveva essere calato da Cima Gallina, in faccia al passo Giau. Fin lassù sono salite, arrampicando, delle guide alpine. Ma in cima soffiava un vento molto forte e in parete c'erano numerose cordate. Gli ambientalisti arrampicatori hanno quindi rinunciato a lasciar cadere quel loro messaggio sulla roccia. Centocinquanta quelli che si sono ritrovati al passo Giau, la gran parte saliti a piedi dal Falzarego. Più di due ore e mezza di camminata ai piedi del Nuvolau e dell'Averau. Arrivavano non solo da Cortina e dal Cadore, ma da tutto il Veneto. E poi da Trento, dall'Alto Adige, da Milano, dalla Valtellina, perfino dai paesi dello Stelvio. Tutti amalgamati da un rotondo no alle Olimpiadi: non pregiudizialmente, ma per i costi. E soprattutto per le opere che a loro avviso sono inutili. E che costituiscono un abuso all'ambiente. Sui prati di passo Giau, davanti alla chiesetta degli alpini, il sit in di mezzogiorno. Ben schierati gli striscioni ed i manifesti: «Ancora cemento sulle Dolomiti. Non nel mio nome» proclamava il più grande di tutti. Ben 18 gli intervenuti nelle riflessioni a voce alta. Se rotondo è stato il no agli impianti olimpici che produrranno soltanto bilanci in rosso («solo 37 gli atleti nazionali del bob e dello slittino; è giustificabile una pista come quella, al posto della Eugenio Monti?»), altrettanto netta la contrarietà alla costruzione di mega alberghi e villaggi turistici sul Giau, a Cortina e ad Auronzo. Quanto ai collegamenti sciistici da Cortina al Civetta e da Cortina alla Val Badia, è stato facile per i delegati delle associazioni dimostrare l'impatto che si creerebbe in un ambiente di rarissima bellezza. Accanto a Italia Nostra, Wwf, Mountain Wilderness, Peraltrestrade, Comitato Parco del Cadore, Ecoistituto, non mancava neppure il Cai, ma quello dell'Alto Adige. Ed erano presenti i Comitati della Val Pusteria, della Val di Fiemme, oltre che quelli lombardi. «Dopo l'estate», anticipa Giancarlo Gazzola di MW, «scatterà una campagna d'autunno, in tutti i siti olimpici, per dimostrare come non sia siano rispettati gli impegni assunti nello stesso dossier olimpico». La pista di bob, ad esempio, potrebbe venire a costare - si è detto - ben più dei 60 milioni ipotizzati in un primo momento. La Provincia di Trento ha raddoppiato il budget per l'impiantistica, da 30 a 110 milioni. Altrettanto avrebbe fatto la Provincia di Bolzano per l'impianto del biathlon ad Anterselva. «Senza contare che saranno le stesse Province di Trento e Bolzano», hanno contestato gli ambientalisti presenti, «a garantire il supporto economico del centro federale del bob e dello slittino a Cortina d'Ampezzo». Era presente anche la candidata sindaco Zanne di Cortina. Durissima la critica al numero esorbitante di motociclisti che sui tornanti del Giau schizzavano come in un circuito, producendo tra l'altro un rumore addirittura infernale: «Bisognerebbe chiuderli, questi nostri passi dolomitici - si è detto - o per lo meno mettere in campo la polizia locale, dotata dell'attrezzatura apposita, perché l'inquinamento acustico sta diventando davvero insopportabile». --FDM© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 6 giugno 2022

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L’Europa accende i fari sulle opere olimpiche

PASSO GIAU Ieri, sul passo Giau, la prima protesta contro le Olimpiadi, per come non è stata gestita la sostenibilità. E la loro compatibilità ambientale e sociale. Dall'autunno prossimo una "campagna", sito per sito. L'annuncio è stato dato ieri, alla presenza di 150 rappresentanti di una quindicina di associazioni venete, lombarde, trentine e sudtirolesi. Con una novità che potrebbe essere di notevole impatto. «La Commissione europea per le Infrastrutture ha accolto il ricorso del Gruppo giuridico per l'ambiente contro la gestione della Vas e della Via per gli impianti olimpici - ha detto Luigi Casanova, a nome degli organizzatori della manifestazione di ieri -. L'atto della Commissione non è, va precisato, l'avvio della procedura di infrazione verso l'Italia. Noi ce lo auguriamo. Per il momento è l'atto che avvia una ricognizione sulla sussistenza di quelle denunce di mancato rispetto della Vas e della Via che noi abbiamo presentato al Gruppo giuridico; che questo ha analizzato e che ha deciso di recapitare a Bruxelles». Il ricorso del Gruppo Giuridico è dell'aprile scorso, mentre in marzo si erano fatti avanti gli ambientalisti: di Italia Nostra, Mountain Wilderness, Peraltrestrade, Comitato per il Parco del Cadore, ed altri ancora. È recente, in questo senso, la missiva inoltrata dagli stessi gruppi a Thomas Bach, presidente del Cio. Dopo 18

aver descritto le loro perplessità intorno a vari aspetti della proposta olimpica, i gruppi hanno così specificato: «Le perplessità maggiori si incentrano sugli aspetti ambientali: le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nazionale (di tutto il piano delle opere e degli interventi essenziali, connessi e di contesto, funzionali alla realizzazione dei Giochi), previste dalle norme e inserite nel Dossier fra le disposizioni da attuarsi, sono in forse o saranno parcellizzate così da depotenziare la loro efficacia; in forse anche l'attuazione di uno strumento ancor più importante, indicato anch'esso nel Dossier al paragrafo 58, lo Strainm, il bilancio del valore ecologico». In compenso - aggiungevano le associazioni - abbondano dichiarazioni di buona volontà, fino ad ora disattese, dichiarazioni che riguardano l'adozione di standard ambientali, il coinvolgimento degli stakeholders nelle fasi di progettazione, costruzione, realizzazione e ripristino delle opere, le relazioni ambientali con aspetti importanti da monitorare, lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale... «tutte azioni ancora non definite e tantomeno attuate».Di sicuro vi sono solo le importanti determinazioni, anche governative, che, in accompagnamento e con la scusa delle Olimpiadi (Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 7/12/20), prevedono un lungo elenco di opere, dall'alta velocità alle autostrade agli aeroporti, che andranno a interessare un vasto territorio già ampiamente compromesso e che si aggiungono al Masterplan di Cortina 2026 presentato alla popolazione solo lo scorso 19 aprile. «Non sono state fatte una Vas e una Via complessiva, ma - ha spiegato Casanova - si è proceduto con le valutazioni, impianto per impianto. Nulla di più sbagliato». Raccolta tutta la documentazione, le organizzazioni ambientaliste hanno consegnato il dossier ai Giuristi per l'ambiente. Costoro hanno esaminato i contenuti, trovando il motivo di procedere con Bruxelles. «Il ricorso è stato ritenuto degno di approfondimento da parte della Commissione. Adesso siamo in attesa degli esiti» conclude Casanova. --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Adige | 9 giugno 2022

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In discussione la legge che faciliterà i lavori previsti da Pnrr, Pnc e Olimpiadi

daniele benfanti Una giornata ricca di interruzioni e richieste di sospensione, quella di ieri in Consiglio provinciale. Tanto che, dopo un ulteriore chiarimento tra Spinelli e le minoranze, alla fine si è deciso di riprendere il dibattito questa mattina alle 10.Al centro della discussione il disegno di legge 141, presentato dall'assessore tecnico Achille Spinelli, che interviene a modificare la legge 13 del 1997 in tema di procedure di approvazione dei progetti che riguardano opere pubbliche. Un percorso «privilegiato» per favorire le opere del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e del Pnc (Piano nazionale investimenti complementari) e soprattutto per le infrastrutture funzionali alle Olimpiadi invernali del 2026 che vedranno coinvolte anche tre località trentine: Baselga di Pinè, Tesero, Predazzo (con il villaggio olimpico presso la caserma della Guardia di Finanza). Il ddl pensato dalla giunta Fugatti prevede meno burocrazia, tempi più brevi, adempimenti più leggeri: si va dai tempi degli espropri alla valutazione ambientale, al partenariato pubblico-privato. Insomma, strumenti di azione più flessibili anche per adeguarsi meglio e più in fretta alle varianti e all' aumento dei costi delle opere. Sulla carta tutti d'accordo che snellire e sburocratizzare siano obiettivi condivisibili, ma le minoranze non hanno fatto sconti alla maggioranza, evidenziando criticità e perplessità. La disamina più articolata, ieri, è stata quella di Alessio Manica del Partito democratico: «Questo ddl è quasi un omnibus - ha detto il consigliere Pd - poiché norma la gestione del territorio, gli espropri, la valutazione di impatto ambientale, le sanzioni, gli oneri edilizi, il prezziario Pat. In questo modo passa il messaggio che si tratti di norme per il Pnrr e le Olimpiadi invernali, ma mi sembra evidente che questo dispositivo di legge non lavori solamente sullo "straordinario"». Le maggiori criticità, per Manica, riguardano decisioni calate dall'alto e una rapidità che va a scapito della partecipazione, con eccessiva delega alla conferenza dei servizi e in deroga ai prg. Anche il consiglio provinciale, per Manica, verrebbe esautorato del suo ruolo di agorà di discussione per opere strategiche. Manica ha evidenziato i tempi spesso troppo brevi di analisi dei testi: «Tre-quattro giorni sono pochi e ridicoli per temi così delicati». «Il Pnrr - ha osservato la consigliera dei Verdi, Lucia Coppola - non deve diventare motivo di superficialità e disattenzione. Per le opere delle Olimpiadi, ad esempio, serve una valutazione ambientale strategica». «A un primo approccio - ha rilevato Ugo Rossi (Misto-Azione) - sarei favorevole a questo ddl, ma mi pare che progetti lenti o fermi non manchino, in Trentino, e per altri motivi». Rossi ha elencato lo svincolo di Trento Nord, la circonvallazione di Cles, l'Ospedale di Cavalese. «Un ddl illusorio» l'ha definito Rossi, che ha ironizzato su come, grazie alla decisa volontà politica, in pochi mesi sia stata realizzata la Music Arena di San Vincenzo che ha ospitato Vasco: «È un ddl che fa diventare tutto ordinario o tutto strategico». Alex Marini (Movimento 5 stelle) ha bocciato senza appello il ddl 141: «Prevede ancora consumo di suolo, quando solo pochi giorni fa l'Osservatorio sul paesaggio nel suo rapporto ha lanciato l'allarme per l'eccesso di suolo consumato in Trentino». Anche Lorenzo Ossanna (voce spesso autonoma del Patt) fa un distinguo: tocca progetti che hanno bisogno di più partecipazione. Per quelli legati al Pnrr e alle Olimpiadi mi sembra necessaria un'accelerazione. «Un ddl che nasce bene ma incontra qualche ostacolo» per Ivano Iob (Misto, ex-Lega). «Il confronto con le minoranze - precisa Spinelli - ha permesso diversi chiarimenti soprattutto su alcuni passaggi obiettivamente molto tecnici e complessi. Stiamo cercando di arrivare alla condivisione di alcuni ordini del giorno ed emendamenti».