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TRE CIME DI LAVAREDO, LAGO DI BRAIES E VAL FISCALINA: ACCESSIBILITA’

di uomini della montagna alla costante ricerca di nuovi traguardi nel campo dello sci alpinismo, disciplina che debutterà alla prossima Olimpiade. CARRIERA Per la carriera alpinistica il riconoscimento è stato attribuito alla guida alpina di Domegge Mauro Valmassoi, membro dei Ragni di Pieve di Cadore e autentico fuoriclasse dell'arrampicata. Per la cultura alpina sarà premiato Pietro Sommavilla, l'Uomo del Pelmo per eccellenza, ingegnere edile di successo, autore di numerose pubblicazioni e guide escursionistiche, coautore di ricerche sui monti di Zoldo in coppia con Giovanni Angelini, nonché profondo conoscitore della storia delle Dolomiti orientali e delle loro comunità di villaggio. Per assegnare il premio speciale della Provincia ci si è rivolti al mondo dello sport con la campionessa olimpica di curling, l'ampezzana Stefania Constantini, e il plurimedagliato alle paralimpiadi René De Silvestro. Entrambi giovani esempi di tenacia tutta montanara nelle rispettive discipline ancora in grado di stupirci in futuro: insomma, questo del 2022 è un Pelmo d'Oro che, di marca interamente bellunese, sa guardare in avanti. Infine il premio speciale Dolomiti Unesco è andato al falcadino Anselmo Cagnati, alpinista e sci alpinista, uno dei massimi esperti mondiali della criosfera, già previsore al Centro Valanghe di Arabba. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 1 giugno 2022

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Tre Cime, la strada torna agibile Casello ricostruito dopo 4 anni

AURONZO La notizia tanto attesa dai turisti è arrivata: riapre oggi la strada di accesso alle Tre Cime di Lavaredo. A renderlo noto è stata la sindaca Tatiana Pais Becher con una comunicazione scarna, utile comunque a mettere la parola "fine" sulle polemiche dei giorni scorsi. Perché il protrarsi della chiusura della strada che conduce al monumento naturale simbolo delle Dolomiti patrimonio Unesco, nonostante il meteo favorevole che ha da tempo sgomberato l'asfalto dalla neve, ha generato negli ultimi quindici giorni non poche rimostranze da parte di ignari utenti che, una volta giunti al lago Antorno, si sono ritrovati a sorpresa la strada sbarrata da un cartello posizionato peraltro alla buona.Non solo autovetture off limits: il divieto ha interessato anche le biciclette scatenando un clima di crescente protesta collettiva (ed altrettanta ilarità in modalità social). Fino alla comunicazione giunta nella tarda mattinata di ieri che, se da un lato contribuirà a rimettere velocemente le cose a posto dall'altro non basterà a placare del tutto gli animi. «Nell'ultimo mese abbiamo ricevuto decine di mail di protesta da parte dei turisti che, una volta giunti a Misurina, sono dovuti tornare indietro impossibilitati dal raggiungere le Tre Cime nonostante la strada regolarmente percorribile», ha raccontato il presidente del consorzio turistico Tre Cime Dolomiti Paolo Pais De Libera, «siamo molto dispiaciuti dell'accaduto, soprattutto perché lo scorso anno ci siamo trovati in una situazione identica. Un anno dopo, le cose non sono cambiate di una virgola a tutto svantaggio dell'appeal turistico del nostro territorio. Stavolta senza neanche l'attenuante della pandemia che pure tante difficoltà aveva creato (la strada delle Tre Cime lo scorso anno venne aperta il 30 giugno)». «Le Tre Cime», prosegue il presidente, «per i nostri amministratori dovrebbero rappresentare una priorità. Capiamo la presenza di neve al suolo come già successo in passato, ma tenere chiusa la strada quando in tutta Italia si parla di forte ripresa del turismo è autolesionistico». Le motivazioni del protrarsi della chiusura della strada sembrerebbero da rimandare alle difficoltà burocratiche che da tempo attanagliano la macchina amministrativa auronzana.Nel frattempo sono stati portati a termine i tanto attesi lavori di riqualificazione del casello stradale delle Tre Cime, a quasi quattro anni dall'incidente che lo vide suo malgrado protagonista quando un camion adibito al trasporto di bestiame diretto alla vicina malga Rin Bianco lo travolse incautamente, provando a passarvi sotto pur vantando un'altezza superiore alla struttura.Storia di ieri. Quanto ad oggi, il casello stradale delle Tre Cime è stato riaffidato attraverso apposito bando con incarico diretto alla Cooperativa Cadore. Riapre i battenti con lo stesso tariffario dello scorso anno, anche se a tal proposito manca ancora una comunicazione ufficiale. --Gianluca De Rosa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 2 giugno 2022

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Braies e Tre Cime, shuttle e limite agli accessi

braies/tre cime Nelle prossime settimane verrà avviato nuovamente il progetto di mobilità sostenibile all'interno del territorio del patrimonio Dolomiti Unesco della valle di Braies e delle Tre Cime, che prende le mosse dall'esperienza del "Piano Braies" portato avanti negli anni passati.Bus navetta per le Tre Cime e Val FiscalinaPer salvaguardare il sensibile ecosistema delle Tre Cime e della zona che le circonda, dal 4 giugno al 9 ottobre da Dobbiaco verso il Rifugio Auronzo è disponibile un servizio navetta, in alternativa alla strada a pedaggio. Per tutto il periodo la prenotazione e il pagamento della navetta vanno effettuati online. Una novità per il progetto mobilità 2022 è la collaborazione con il Comune di Sesto per la Val Fiscalina che potrà dal 26 giugno al 2 ottobre essere raggiungibile solo con il servizio bus navetta 440 Sesto-Val Fiscalina, a piedi, in bicicletta o in auto (dal 10 luglio al 10 settembre) con apposito permesso di transito.Braies, le regole.Dal 10 luglio al 10 settembre 2022, dalle 9.30 alle 16, la Valle di Braies sarà raggiungibile solo coi mezzi pubblici, a piedi, in bici o su presentazione di una prenotazione di parcheggio o di un permesso di transito valido. La linea bus 443 da Monguelfo a Prato Piazza è stata prolungata fino a Villabassa e Dobbiaco. Da metà giugno a metà luglio Prato Piazza è raggiungibile prima delle 10 di mattina e dopo le 15 con la propria auto. Sul portale online https://www.tre-cime.bz/it è possibile prenotare anche il parcheggio.

Corriere delle Alpi | 2 giugno 2022

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Strada delle Tre Cime: biglietteria subito in tilt e lunga coda di auto

Gianluca De Rosa AURONZO Pronti, via ed è subito caos sulla strada che conduce alle Tre Cime di Lavaredo. Quella di ieri è stata una mattinata di passione per i tanti turisti che si sono messi in coda per inaugurare la stagione estiva all'ombra del monumento simbolo delle Dolomiti patrimonio Unesco. L'apertura del casello stradale all'imbocco del tracciato verso le Tre Cime, in programma ieri peraltro con una nuova veste architettonica, ha fatto subito registrare un inghippo non preventivato. Il sistema informatico, infatti, è andato in panne e l'emissione dei biglietti del pedaggio per salire è rimasta bloccata.È così che, in pochi minuti, si è creata una lunga colonna di veicoli. Diversi chilometri, tanto che la coda, dal casello, ha raggiunto velocemente il lago Antorno. Le proteste degli ignari turisti hanno contribuito solo a creare ulteriori difficoltà al personale incaricato di gestire il casello, a cui peraltro non era ascrivibile alcuna colpa della situazione venutasi a creare senza preavviso.Fatto sta che le cose sono andate via via peggiorando, complici anche i lavori di sistemazione dei parcheggi in corso d'opera nell'area del lago Antorno. Il tutto con i cartelli stradali di divieto di transito, anche alle biciclette, ancora posizionati in mezzo alla carreggiata proprio in concomitanza con l'inizio della salita che dal lago Antorno conduce al casello. Minuti interminabili, in cui nel frattempo i tecnici intervenuti prontamente da remoto, hanno provveduto a rimettere in funzione il servizio di ticketing, permettendo così l'apertura effettiva del casello.Il traffico a metà mattina è tornato a defluire anche se molto lentamente. Ci sono volute diverse ore per permette al traffico di snellirsi anche se le code hanno interessato per quasi tutta la giornata il tratto di strada tra il casello ed il lago Antorno.«Ci aspettavamo l'intervento dei vigili urbani che però non c'è stato», hanno sottolineato alcuni dei presenti in coda.Detto del battesimo di fuoco di ieri, oggi si replica, nella speranza che tutto funzioni in modo corretto. Alle Tre Cime è atteso un numero elevato di turisti, in concomitanza con il lungo ponte del 2 giugno. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere dell’Alto Adige | 2 giugno 2022

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Modello Braies esteso anche alla val Fiscalina

Riparte il progetto di mobilità sostenibile nella valle di Braies e delle Tre Cime, che prende le mosse dall’esperienza del “Piano Braies” portato avanti negli anni passati. «Abbiamo adeguato la rete stradale, ampliato i mezzi sostenibili e rivisto il regolamento dei parcheggi» spiega l’assessore alla mobilità, Daniel Alfreider. Dal 4 giugno al 9 ottobre da Dobbiaco verso il Rifugio Auronzo è disponibile un servizio navetta, in alternativa alla strada a pedaggio. Dal 26 giugno al 2 ottobre la val Fiscalina è raggiungibile solo con i bus navetta, in bici o a piedi. per Braies invece invece il divieto di arrivare in auto sarà in vigore dalle 9.30 alle 16 dal 10 luglio al 10 settembre. A Prato Piazza stop alle auto da metà giugno a metà luglio.

Corriere delle Alpi | 3 giugno 2022

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Data di apertura e code di auto è polemica sotto le Tre Cime

AURONZO La strada delle Tre Cime di Lavaredo è stata aperta in ritardo? Lo sostiene il presidente del Consorzio turistico Tre Cime Dolomiti, Paolo Pais De Libera. Il sindaco Tatiana Pais Becher sostiene di no. «Dal 2012 ad oggi la data di apertura della strada, dati ufficiali alla mano, è sempre stata compresa tra il 27 maggio e il primo giugno», sottolinea la prima cittadina uscente (e in corsa per un nuovo mandato), «ad esclusione dell'anno scorso in cui le nevicate eccezionali della primavera e i lavori di rifacimento del nuovo casello non hanno permesso di aprirla prima della fine di giugno».Il sindaco Pais Becher rammenta, tra l'altro, che la strada, di proprietà comunale, può essere aperta solamente in assoluta sicurezza, cioè quando le condizioni meteorologiche lo permettono, quando la neve al suolo si è sciolta e non vi è più ghiaccio sull'asfalto. Pais Becher ricorda quindi che la giunta comunale, ancora ad aprile, aveva chiesto agli uffici di attivarsi per prevedere l'apertura della strada già dall'ultimo weekend di maggio: gli operai da oltre un mese avevano iniziato lo sgombero neve della stessa strada e dei piazzali in prossimità del Rifugio Auronzo.Il casello per il pagamento del pedaggio della strada delle Tre Cime, dopo la stagione invernale, è stato ripristinato con le dotazioni informatiche e la gestione affidata alla Cooperativa Cadore. Inoltre l'ufficio tecnico comunale a ottobre scorso aveva incaricato, su indicazione della giunta, un professionista per esaminare le varie problematiche presenti a Misurina, proprio per rendere migliore il sistema parcheggi.Ma alla prima giornata di apertura della strada, quella di mercoledì, è corrisposta la prima coda di automobili. E il fatto ha creato disagio.«Non enfatizziamo», consiglia il sindaco. «La coda non ha superato il lago Antorno ed è durata forse mezz'ora, inoltre non vi è stato alcun intasamento di auto a Misurina. La polizia municipale, presente alle Tre Cime, e il professionista incaricato dal Comune hanno riferito che il formarsi della breve coda è stato dovuto ad uno spostamento delle transenne al lago Antorno effettuato da ignoti, al mattino presto prima dell'apertura del casello».A questo punto il primo cittadino di Auronzo invita il presidente del Consorzio, che «dovrebbe promuovere l'immagine di Auronzo e Misurina», ad informarsi preventivamente presso gli uffici comunali e, in ogni caso, ad evitare di paragonare «il nostro paese in un post su Facebook a due stati africani, denotando una scarsa sensibilità oltre alla carente conoscenza del continente africano». --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 7 giugno 2022

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Tre Cime, estate già "calda" L'afflusso massiccio di turisti ha colto tutti impreparati

LA PROTESTA È un'estate calda sulle Tre Cime di Lavaredo. Prima la strada chiusa, poi la riapertura e subito le code, infine i parcheggi selvaggi ed i rifugi chiusi. Risultato? Un susseguirsi di lamentele ed una certezza che mette tutti d'accordo: l'assalto dei turisti al monumento naturale simbolo delle Dolomiti patrimonio Unesco quest'anno è iniziato presto, trovando tutti o quasi tutti impreparati.«Insieme a mia moglie, abbiamo deciso di portare nostra nipote di nove anni a fare il giro delle Tre Cime», racconta Raffaello Meneghet, un passato da amministratore comunale a Longarone, «per fortuna mia moglie è stata previdente portando con sé alcune bottiglie d'acqua. Abbiamo trovato tutto chiuso, nonostante la presenza di centinaia di turisti, la gran parte stranieri e dopo aver pagato 30 euro di parcheggio».Versione confermata da altri "incauti". I rifugi che insistono attorno alle Tre Cime, sia in territorio bellunese e sia altoatesino, sono ancora chiusi. L'unica struttura ieri aperta era malga Langalm. Unica nota positiva, l'apertura dei bagni pubblici situati nelle vicinanze del rifugio Auronzo. Nonostante le file chilometriche, un servizio apprezzato dalla gente.«Pur volendo, non saremmo stati in grado di aprire prima il rifugio Auronzo perché sono in corso alcuni lavori al suo interno», ha spiegato il presidente della sezione Cai di Auronzo, proprietaria della struttura, Stefano Muzzi, «sono in via di completamento e interessano l'area notte dove stiamo sostituendo parti di pavimento oltre ad infissi e serrature. Il rifugio Auronzo aprirà regolarmente il 12 giugno, in ritardo per quelli che sono gli attuali ed inattesi flussi turistici alle Tre Cime ma in anticipo rispetto alla tradizionale tabella stilata dal Cai per quanto riguarda la fruibilità dei rifugi durante l'estate».Strade aperte e rifugi chiusi. Qualcosa non quadra. «Fino a quando la strada è starta chiusa, ossia fino al 1º giugno», dice Muzzi, «per tutti i rifugisti non era stato possibile arrivare in quota . E dunque non era stato possibile preparare e rifornire i rifugi per l'accoglienza dei turisti. Siamo costantemente in contatto con l'Amministrazione di Auronzo, personalmente ho sentito spesso il sindaco Pais Becher. C'è condivisione, quello che ha colto tutti impreparati è stato il gran numero di turisti già in questo periodo. Ci sono delle situazioni straordinarie di cui tenere conto. Abbiamo già tantissime prenotazioni per l'estate da turisti provenienti da ogni angolo del mondo». --dierre© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 18 giugno 2022

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«Occorre arrivare a una gestione digitale del traffico»

"L'obiettivo della Provincia di Bolzano, d'accordo con Trento e con Belluno, è quello di garantire la massima sicurezza per chi transita sulle strade dei passi dolomitici. È un obiettivo ambizioso che passa attraverso piccole ma importanti innovazioni. A cominciare da quella del guard rail sistemato a passo Sella per impedire la sosta selvaggia che era un fenomeno di rilievo fino all'estate scorsa. Sono 700 metri circa, un po' poco si dirà, ma è già qualcosa. Se non altro perché non dovrebbe essere più necessario il sistematico intervento della polizia municipale per far rispettare il codice della strada. In più ci sono quattro fonometri sui Passi dolomitici, in modo da riuscire ad avere un quadro completo anche sui rumori. Ma la vera sfida per il medio periodo è quella di arrivare a una gestione digitale del traffico. Per quest'estate sono stati previsti bus aggiuntivi e un pacchetto di misure per invogliare tutti a lasciare l'auto in garage". Parla l'assessore alla mobilità della Provincia di Bolzano Daniel Alfreider, che si vuol togliere qualche sassolino dalla scarpa. Intente così rispondere a critiche sollevate nei suoi confronti dalle pagine del nostro giornale. A cominciare da passo Gardena che qualcuno vorrebbe chiudere al traffico almeno per qualche ora delle giornate estive. "La chiusura della strada di passo Gardena è improponibile - dice Alfreider - Non sta a me né alle istituzioni altoatesine prendere l'eventuale provvedimento, L'ho anche detto agli ambientalisti che ho incontrato di recente. Sono sorpreso che ora si parli di un'auspicata chiusura. La proposta arriva da una rappresentante dei Verdi, gli stessi che hanno osteggiato a lungo la galleria ferroviaria del Brennero". C'è bisogno di altro per frenare il traffico sui passi dolomitici? "C'è bisogno soprattutto di una maggiore collaborazione fra Comuni, categorie economiche interessate. Ognuno deve fare la sua parte per soddisfare le varie richieste di ridurre il traffico. Ecco che sarebbe utile che già in albergo, prima che l'ospite decida di fare una visita ai passi e allo splendido panorama che li circonda, fosse informato sulle varie alternative del percorso, che può essere fatto anche con i mezzi di trasporto pubblico a cominciare dai bus di linea e dagli impianti a fune. L'obiettivo che ci siamo proposti è quello dì arrivare ad una gestione digitale del traffico passando per il necessario passo di fornire ai Ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente dati oggettivi. Anche sui flussi. Nei periodi di punta si oscilla da 6 a 10 mila mezzi che per le strade di montagna sono davvero molti". A Braies si è deciso di chiudere anche quest'anno. C'è un motivo? "Perché c'è un'alternativa alla strada chiusa, rappresentata da shuttle e bici, ma anche per una questione di sicurezza. Anche i giudici hanno concordato sul fatto che quindici mila mezzi al giorno per quel tratto rappresentano un problema oggettivo". Invece per Sella e Gardena il problema di chiudere al traffico non si pone, neppure in brevi periodi del giorno....."La libera circolazione dei mezzi va garantita. Se poi grazie agli esperti riusciremo a fornire nel medio lungo periodo numeri e dati per arrivare a soluzioni diverse ben venga. Per adesso dobbiamo lavorare su più piani. Per Selva e Corvara abbiamo previsto corse aggiuntive con gli autobus oltre a Citybus interni. Le linee sono state potenziate da giugno a settembre". Merita una citazione particolare ciò che è stato previsto a Corvara. "È vero. C'è un servizio di pullman che collega le frazioni fra di loro. E poi, servendosi dell'impianto a fune che parte da Selva, è possibile con l'impianto a fune che parte da Selva arrivare comodamente fino nel cuore del parco naturale. Il servizio di trasporto pubblico consente di risparmiare tempo rispetto al tragitto con l'auto privata". In val Gardena chi arriva in auto dove potrà lasciarla?" Al massimo a Plan de Gralba dove è stato attrezzato un parcheggio sufficientemente grande. Da lì si potrà proseguire con i mezzi pubblici e con gli impianti". Già i parcheggi. Prima di fare un giro sui passi dove potranno essere realizzati?" Prima di entrare nelle nostre valli. All'imbocco, in modo tale da evitare gli attuali picchi di traffico. Il turista, ripeto, dovrà abituarsi a partire dalla seconda casa o dall'hotel a piedi. Tocca a noi garantire un'offerta adeguata di mezzi e servizi in modo tale che lo faccia davvero". Sarà a disposizione una App per verificare in tempo reale quanti saranno i mezzi che circoleranno sui passi e quanti saranno i posti a disposizione nei parcheggi?" È uno dei passi che faremo al più presto. Fa parte del concetto di gestione digitale del traffico. Abbiamo un team di esperti al lavoro e i sindaci delle valli interessate sono d'accordo".

Alto Adige | 18 giugno 2022

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Limiti ai mezzi privati: gli esempi di Braies e Tre Cime

DOLOMITI Le Tre Cime di Lavaredo sono già raggiungibili, dalla Pusteria, solo con uno shuttle bus: è stato il primo provvedimento assunto nelle scorse settimane per una mobilità sostenibile sulle Dolomiti. Altri ne seguiranno in diverse località, come la valle di Braies, dove sarà riproposto il provvedimento anti traffico delle scorse estati. Ne ha parlato ieri l'assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider, che ha annunciato che in estate verranno rafforzati i controlli sulle moto sui passi in collaborazione con carabinieri, polizia stradale e Questura. A tal proposito sono stati organizzati corsi di formazione per 47 agenti della Polstrada. Sono poi stati potenziati ulteriori 9

collegamenti del trasporto pubblico locale. Ad esempio, un servizio di autobus conduce i visitatori da Piccolino a passo delle Erbe. Nuova linea anche in val Fiscalina in collaborazione con il Comune di Sesto: prenderà il via il 26 giugno. E c' un collegamento con gli impianti di risalita da Corvara a Colfosco e alla valle Stella Alpina. "La situazione del traffico sulle Dolomiti non dev'essere risolta episodicamente, ma a livello complessivo e sovra-provinciale - ha detto Alfreider - Il nostro obiettivo è istituire sulle Dolomiti una zona a basse emissioni. Per la prima volta quest'anno, assieme al già introdotto Piano Braies, in collaborazione con Comune, Idm e Federazione provinciale delle organizzazioni turistiche dell'Alto Adige Lts, studiamo il contingentamento digitale dei visitatori, come quello sperimentato a Braies: potrebbe essere adottato in varie località, non appena ci saranno i presupposti legali". Oltre a questo, si punta a offrire parcheggi di attestamento e mezzi di trasporto alternativi. Ma prima di tutto, ripete Alfreider, "ci vogliono un'intesa a livello provinciale e dati scientifici, come base per ottenere l'approvazione dei provvedimenti speciali da parte dei Ministeri". L'attenzione è rivolta anche alla sicurezza, soprattutto a favore di coloro che si spostano con mezzi di mobilità sostenibile, come i ciclisti, e ora è possibile prevedere corsie ciclabili, per realizzare le quali è sufficiente una segnaletica orizzontale colorata. Sono in corso anche i lavori per una piattaforma digitale nella quale saranno disponibili tutti i dati sulla mobilità, soprattutto informazioni per i ciclisti e sui parcheggi (Sella, Erbe, Funes), anche attraverso la app e il sito altoadigemobilità. Secondo uno studio di Idm, più di tre quarti dei vacanzieri vorrebbero lasciare ferma l'auto durante la loro vacanza in Alto Adige, motivo per cui i visitatori dovrebbero ricevere un pacchetto di informazioni sull'accessibilità. E.D.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere dell'alto Adige | 18 giugno 2022

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Limite dei 60, guard rail e controlli Dolomiti, scatta il giro di vite sui passi

Argentino Serraino BOLZANO Maggiori controlli, lotta ai parcheggi selvaggi, potenziamento del trasporto pubblico e le grandi novità di una strada «su prenotazione» e della prima pista ciclabile su un passo di montagna. Sono queste le principali misure presentate ieri dalla Provincia per ridurre il traffico sui passi delle Dolomiti e spingere verso un turismo sostenibile. «Sono tutte iniziative che servono per alleggerire le nostre valli dal traffico che pesa sulla popolazione nei mesi estivi» spiega l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider. Il primo passo è impedire che si parcheggi fuori dalle aree consentite. «Non è solo un problema di immagine — afferma Alfreider — è ciò che aumenta il numero di macchine perché si dice “tanto se non trovo parcheggio mi infilo in qualche prato”. Questo è il primo messaggio che vogliamo lanciare: non si trova un parcheggio alternativo a quelli previsti». Concretamente verranno usati dei paracarri e soprattutto dei guard rail per impedire il passaggio delle auto: «Ne abbiamo già installati lungo 2 km e ne metteremo molti altri» chiarisce Alfreider. Inoltre il limite di velocità scende da 90 a 60 km/h e sono stati disposti maggiori controlli delle forze dell’ordine, con una cinquantina di agenti della Polizia Municipale formati per la verifica del rumore. «Servirà per evitare situazioni inaccettabili, penso alle moto e soprattutto alle gare con le auto da corsa. Verso di loro ci sarà tolleranza zero» promette l’assessore alla Mobilità. Le azioni più incisive sono però altre e rappresentano una novità per l’Alto Adige. In primo luogo la creazione di piste ciclabili nella corsia di salita: «Tra un mese sarà pronta una piccola parte sul passo Gardena e un tratto più lungo sul passo Sella. Mentre alla fine dell’estate partiranno i lavori per una scia di 2,5 km sul passo Valparola». A questo si aggiunge un progetto pilota, che partirà questa estate, a Braies: la prima strada contingentata in Alto Adige. Vuol dire che per passare con il proprio mezzo sarà necessario prenotarsi anticipatamente. Ciò consentirà di limitare e tenere sotto controllo il traffico: «Dico subito che ci saranno sicuramente dei problemi — mette le mani avanti Alfreider — però tutti i partner stanno lavorando per far si che funzioni». Se tutto andrà bene dal 2024 il progetto verrà poi riproposto anche in altri passi dolomitici. Per poter agire è però necessario garantire i presupposti legali: «Oggi non è normativamente possibile un contingentamento o una chiusura della strada. Per questo siamo intervenuti a Roma ed è passata una norma che consente di intervenire sulla viabilità non solo per ragioni di sicurezza stradale ma anche per la tutela dell’ambiente. È una prima base ma bisogna continuare a lavorare, anche insieme ad altre regioni». Per informare e sensibilizzare la popolazione è attiva una collaborazione con l’agenzia Idm, che metterà in campo una campagna di comunicazione, e ci saranno iniziative di altri comuni. Come nella valle di Funes, dove il sindaco ha annunciato che dalla prossima estate sarà attivo un sistema di controllo che permetterà l’arrivo di massimo 2700 persone al giorno. Tutti strumenti che serviranno per raggiungere un obiettivo ambizioso: istituire una «low emission zone» che porterà a ridurre le emissioni del 50% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Nella convinzione che questo incentiverà anche il turismo: «Siamo una destinazione di montagna, di natura evidenzia Alfreider - oggi più che mai il turista ha voglia di potersi muovere senza macchina». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere dell'alto Adige | 18 giugno 2022

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Verdi e Avs chiedono più coraggio

Le nuove misure annunciate dalla Provincia per contrastare il traffico sui passi dolomitici non convincono gli ambientalisti che chiedono provvedimenti più rigorosi. «Mi sembrano interventi molto timidi, mi domando perché si ha così tanta paura di portare avanti azioni coraggiose» commenta la consigliera provinciale dei Verdi Brigitte Foppa. «Ci rendiamo conto che ci sono dei limiti e che non si può arrivare improvvisamente a una chiusura totale ma — prosegue—a siamo un patrimonio Unesco, il lavoro è tanto ma va fatto». A farle eco interviene Georg Simeoni, presidente del club alpino Alpenverein Südtirol: «Sono disposizioni che non risolveranno il problema e mi sembra anche difficile che alcune, come il contingentamento del numero delle auto, possano essere messe in pratica in modo efficace». Per Simeoni la lotta al traffico si può fare solo in un modo: «Bisogna stabilire delle fasce orarie in cui i passi vengono chiusi, ovviamente con dei permessi speciali per i residenti o per chi deve lavorare». E all’assessore Alfreider che invita alla cooperazione replica: «Collaborare vuol dire venirsi incontro da entrambe le parti. Noi siamo partiti da una chiusura totale e siamo arrivati a una soluzione di compromesso, ma non veniamo ascoltati». Sulla stessa scia anche i Verdi, che evidenziano un malessere generale in costante aumento: «Un tempo sembrava un destino inesorabile - sottolinea Foppa - mentre ora questa situazione viene contestata dalla popolazione che chiede interventi forti». (A. S.)

Corriere dell’Alto Adige | 19 Giugno 2022

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«Giro di vite sui passi? Così non basta»

Argentino Serraino, Enzo Coco BOLZANO Si va nella direzione giusta, ma in modo troppo timido. Non ci sono mezze misure per Reinhold Messner quando si tratta di preservare la montagna. Lo scalatore evoca la chiusura dei passi nei giorni e chiede più coraggio alla Provincia. Misure troppo soft, quelle annunciate, anche secondo il sindaco di Ortisei Tobia Moroder. E intanto ieri lunghe code in A22. Lo scalatore «Quello che serve sono decisioni coraggiose e chiare da parte della politica» è in sintesi il pensiero del Re degli Ottonila. «Io credo che la gente sia pronta e preparata — argomenta Messner — per accettare limitazioni al traffico, perché nei miei incontri con il pubblico vedo che la consapevolezza e il desiderio di una natura pura e incontaminata siano prevalenti. Nella percezione comune le montagne non sono più come quelle di una volta — aggiunge lo scalatore — e molta più gente ha accesso alle scalate, alle ferrate anche perché vengono preparati percorsi accessibili e meno rischiosi di una volta. È però diventato un business e c’è chi è disposto a pagare molto per essere accompagnata in cima alle vette più alte». Secondo Messner il fenomeno è mondiale, ma le nostre montagne non fanno certo eccezione: «Da noi c’è il grave problema del traffico — commenta Messner — fatto da coloro che vogliono arrivare più vicini possibile alle vette con le loro auto. La politica in questo caso non ha il coraggio di introdurre dure regole che arrivino alla chiusura dei passi. Non si parla di togliere la macchina alla gente — puntualizza lo scalatore — ma di far si che arrivi da noi e la lasci nel garage dell’hotel per poi andare in montagna con i mezzi pubblici, shuttle e funivie. Ne abbiamo abbastanza di questa situazione con code di macchine fino ai punti estremi dove si può arrivare sui passi: quello che propongo sarebbe molto facile da organizzare coinvolgendo necessariamente anche le vicine provincie di Trento e Belluno per arrivare ad una regolamentazione comune». Quella di Messner non è una battaglia contro il turismo in sé, motore trainante dell’economia locale: «Sono a favore del turismo — precisa infatti — ma dobbiamo rallentarlo. Dobbiamo far in modo che i turisti si rendano conto che continuando così distruggiamo proprio quello che vanno cercando, la pace, la tranquillità e la salubrità dell’aria in un sistema sostenibile». La responsabilità di creare questa mentalità è della politica ma anche degli operatori turistici. «La consapevolezza di un approccio sostenibile alla montagna — dice Messner sferzando gli albergatori — è forse più nel cuore del turista che non in quello degli albergatori. Abbiamo il problema che chi fa turismo non ha capito che la gente vuole esattamente il contrario di quello che oggi le viene proposto. La gente viene per l’aria pulita, il silenzio la tranquillità, la lentezza». Anche sul tema del tetto ai posti letto Messner chiama in causa la politica: «Non ha senso una regola generale per tutti sul numero dei posti letto. Ci sono località minori e valli dove è necessario sviluppo e i posti letto si possono aumentare ed altre dove invece bisogna intervenire per calmierare. Anche in questo caso ci vuole il coraggio di decidere in modo selettivo». Il sindaco