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“L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) incoraggia l’identificazione, la protezione e la conservazione dei patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo considerati di valore eccezionale per l’umanità. Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale. I siti del Patrimonio Mondiale appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali sono collocati”.
Dichiarazione di eccezionale valore universale
L’UNESCO ha finora riconosciuto 802 beni culturali, 197 naturali e 32 misti per un totale di 1031 in 163 paesi del mondo. Italy_WHS © A2studio copia.pdf
La seconda è il 1864, anno di edizione del libro di viaggio degli inglesi J. Gilbert e G. C. Churchill, intitolato The Dolomite Mountains. La fortuna di questo libro divulgativo fece conoscere queste montagne al grande pubblico come le “Dolomiti”, estendendo il nome dal minerale all’intera regione. La letteratura alpinistica, con la guida The Eastern Alps di J. Ball del 1868, contribuì infine a diffondere e rendere universale la denominazione Dolomiti, non solo nella accezione comune ma anche nella cartografia ufficiale. Le Dolomiti possono essere quindi interpretate al meglio secondo due chiavi di lettura: quella scientifica e quella estetica. È significativo – e non casuale quindi – che l’iscrizione delle Dolomiti alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO sia stata proposta contemporaneamente per i valori geologico-geomorfologici ed esteticopaesaggistici. Come insegna la storia della loro scoperta, questi due percorsi di descrizione sono indissolubilmente legati, così come indissolubile era il legame fra l’interesse per la scienza e l’amore per le bellezze della natura dei loro “scopritori”.
Viaggiatore e guide alpine a Passo Santner (F. Dantone, 1870 circa)
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17/02/2016
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Con 51 siti, l’Italia è il Paese con il maggior numero di beni iscritto alla lista. Attualmente solo quattro di questi sono iscritti come beni naturali – le Isole Eolie, il Monte San Giorgio, l’Etna e le Dolomiti – mentre tutti gli altri sono iscritti come siti culturali. Nelle Alpi ci sono solo 4 siti naturali: il ghiacciaio Jungfrau-Aletsch, l’Arena tettonica Sardona (entrambi in Svizzera), il Monte San Giorgio (Svizzera, Italia) e le Dolomiti (Italia). (Aggiornato a giugno 2016)
“I nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree straordinaria a livello mondiale. Queste montagne possiedono inoltre un complesso di valori di importanza internazionale per le Scienze della Terra. La quantità e la concentrazione di formazioni carbonatiche, estremamente varie, è straordinaria nel mondo, e contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai registrata nella storia della vita sulla Terra. I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle Dolomiti hanno da sempre attirato una moltitudine di viaggiatori e sono stati fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori.”
I siti naturali del Patrimonio Mondiale devono soddisfare almeno uno dei seguenti quattro criteri: – contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza ed importanza estetica eccezionali (criterio VII); – essere straordinari esempi delle maggiori fasi della storia della Terra (criterio VIII); – essere straordinari esempi di significativi processi ecologici e biologici in evoluzione (criterio IX); – contenere gli habitat naturali più importanti e più significativi per la conservazione in situ della biodiversità (criterio X).
(Comitato per il Patrimonio Mondiale) Fondazione Dolomiti UNESCO Tel. +39 0436 867395 +39 0436 870062 Fax: +39 0436 876556
Le Dolomiti sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale secondo i criteri naturali VII e VIII e riconosciute da UNESCO “fra i più bei paesaggi montani che vi siano al mondo”. C
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DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO
e Dolomiti esistono da sempre. Tuttavia la loro storia – agli occhi del mondo – inizia con la loro “scoperta”, avvenuta verso la fine del XVIII secolo, un’epoca fondamentale per lo sviluppo della scienza e della cultura occidentale. Due possono essere considerate le date fondamentali della loro scoperta scientifica. La prima è il 1789, anno in cui Déodat de Dolomieu identificò le particolarità del minerale che compone queste montagne, chiamato pochi anni dopo in suo onore “Dolomite” da Nicolas de Saussure (figlio di Horace Benedict), che le analizzò in laboratorio. La seconda è il 1822, anno in cui Leopold von Buch soggiornò a lungo in queste montagne per studiarne la “strana” stratigrafia, richiamando a sé anche l’amico Alexander von Humboldt, considerato il massimo studioso di quel tempo. I loro rapporti e resoconti non furono importanti solo dal punto di vista scientifico. Questi uomini, oltre ad essere scienziati eminenti, rappresentavano le figure culturali di maggior spicco dell’Europa del XIX secolo. Proprio grazie allo “spirito universale” della loro cultura, essi furono i primi a cogliere nelle particolarità geologiche e geomorfologiche di queste montagne la loro intrinseca bellezza, come testimoniano i loro scritti. Prima dell’affermarsi dell’estetica romantica, così importante per la definizione del concetto di bellezza naturale nella cultura occidentale, le cime dolomitiche – frequentate da sempre da pittori e personaggi di cultura – non erano state minimamente considerate. L’importanza estetica delle Dolomiti inizia quindi con la divulgazione della scoperta scientifica, ma si diffonde pochi anni dopo con la prima letteratura di viaggio. Questo passaggio è segnato da due tappe importanti. La prima è il 1837, data in cui vennero pubblicate le prime guide espressamente rivolte a viaggiatori ed esploratori: il Murray’s handbook, edito a Londra da John Murray ed il Reisehandbuch durch Tirol di Beda Weber. In questi manuali di viaggio, le “Dolomite mountains” vengono descritte come montagne senza eguali, attirando l’attenzione dei primi viaggiatori inglesi e tedeschi.
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