PROGETTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI 1° DELLA PROVINCIA DI BELLUNO ANNO SCOLASTICO 2020/2021
PROGETTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI 1° DELLA PROVINCIA DI BELLUNO
ANNO SCOLASTICO 2020/2021
NELLE DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO IO VIVO QUI
INTRODUZIONE
Ester Cason Angelini consigliere delegato Fondazione G. Angelini
Mara De Monte tutor del progetto
Massimiliano Salvador dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Belluno
Mario Tonina presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO
Roberto Padrin presidente della Provincia di Belluno
LE SCUOLE E I PROGETTI REALIZZATI
Una scuola per tutti
Scuola Secondaria di 1° (IC Belluno3) classe 2C
Il nostro Piave
Scuola Secondaria di 1° (IC Belluno3) classe 1C
Lettura, letteratura e territorio: alla scoperta di Dino Buzzati e Mauro Corona attraverso lettura e pittura
Scuola Secondaria di 1° (IC Belluno1), classe 2F
Io vivo qui. Luoghi e affetti
Scuola Primaria di Chiesurazza (IC Belluno1), classe 2
IO VIVO QUI
INTRODUZIONE
Ester Cason Angelini
consigliere delegato Fondazione G. Angelini, responsabile del progetto
La presente pubblicazione offre in modo sintetico i risultati dei lavori di alunni ed insegnanti delle scuole bellunesi che hanno lodevolmente collaborato al progetto Io vivo qui - alla scoperta e riscoperta dei luoghi di vita nel contesto delle Dolomiti nell’a. sc. 2020/2021. Si tratta di un progetto della Fondazione Dolomiti UNESCO, coordinato nel caso specifico dalla Fondazione G. Angelini, quale referente della Rete della Formazione e della Ricerca della Fondazione Dolomiti UNESCO per la Provincia di Belluno, in stretta collaborazione col M.I.U.R. – USR Veneto, Uff. IV– Ufficio Provinciale di Belluno; esso trova piena corrispondenza nella filosofia della Fondazione G. Angelini, che, all’indomani del riconoscimento da parte dell’UNESCO delle Dolomiti quale Patrimonio naturale mondiale, ha avviato corsi di formazione nel Bellunese denominati VDU “Vivere Dolomiti UNESCO”, ponendo l’accento sul ruolo degli abitanti delle Dolomiti quali protagonisti e attori di uno sviluppo sostenibile all’interno del Bene, che è patrimonio di tutti. Anche il progetto “Io vivo qui” ha risentito nell’anno scolastico 2020/21 delle restrizioni, interruzioni didattiche e dei periodi di quarantena causati dalla pandemia da COVID-19: da un inizio promettente con diversi gruppi classe e molti progetti, solo quattro classi degli Istituti comprensivi di Belluno3 e Belluno1 sono riuscite a portare a termine i lavori preventivati, grazie all’entusiasmo degli alunni, alla buona volontà degli insegnanti e all’appoggio dei genitori; classi che hanno comunque lavorato assiduamente con intensi laboratori didattici e momenti di scambio, che hanno ragionato e lavorato concretamente sui diversi aspetti del territorio dolomitico, così che i bambini e ragazzi potessero prendere coscienza delle valenze del paesaggio e delle culture in cui sono inseriti e sentirsi parte di una comunità. Infatti “Io vivo qui” persegue lo scopo di formare i ragazzi verso la cittadinanza attiva nel proprio territorio, così che si sentano protagonisti e in grado di proporre forme di miglioramento del paesaggio e della qualità della vita della comunità di appartenenza, dopo aver compreso che le specificità – geografiche, naturalistiche, architettoniche, storiche e socio economiche - rappresentano una componente essenziale del paesaggio, che sono abituati a vedere ma non a guardare, con attenzione, nel caso specifico, del paesaggio delle Dolomiti bellunesi.
Ringrazio la tutor del progetto, Mara De Monte e tutti coloro che hanno collaborato, nonostante le incertezze del periodo, al progetto, segnalando anche che nella biblioteca della Fondazione G. Angelini – Centro Studi sulla Montagna è presente una sezione “scolastica” delle scuole di montagna, dove possono confluire i prodotti completi delle ricerche realizzate dalle
5 IO VIVO QUI
classi, così che il lavoro silenzioso, costante e meritorio di tanti insegnanti che amano la Scuola e il Territorio nella “costruzione” dei futuri cittadini, possa essere visionato da tutti. I miei ringraziamenti vanno quindi ai docenti: Nicoletta Calà, Mariacristina Carì, Anna De Simoi, Laurentin Florescu, Luciana Tormen, Liana Stragà, Silvia Tomasella, Lina M.A. Zanin, con i dirigenti degli Istituti Comprensivi Maria Teresa Zambello e Marco Venturini; al dirigente dell’Istituto scolastico provinciale Massimiliano Salvador, con il referente del progetto Franco Chemello, al Presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, Mario Tonina, e al Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin.
6 IO VIVO QUI
Mara De Monte Tutor del progetto
Il progetto IO VIVO QUI ha prodotto risultati significativi anche nel corso di quest’anno scolastico, segnato ancora dall’incertezza dovuta alla pandemia.
I lavori delle scuole che andranno ad incrementare la raccolta di buone pratiche realizzate nel corso degli anni, appaiono particolarmente inclusivi e trasversali nelle tematiche, tali da offrire delle interessanti chiavi di lettura del territorio dolomitico.
Il tema unificante dei progetti continua ad essere quello della cittadinanza attiva, aspetto considerato cruciale per la formazione dei futuri cittadini. Seguendo l’idea di base di collocare il territorio, nella sua concretezza e specificità, al centro di un progetto, si è prodotta una sintesi coerente ed efficace di strategie educative, che hanno visto insieme la scuola, le agenzie del territorio, la Fondazione Dolomiti Unesco, La Fondazione Giovanni Angelini, il Cai e altri soggetti ancora.
Una educazione alla cittadinanza e al territorio così intesa non rappresenta un’idea astratta o sapere generico, ma una conoscenza esplorativa, vissuta da vicino dagli studenti e volta a costruire una consapevolezza con la possibilità di capire e pensare il presente con il futuro.
Le esperienze hanno riguardato la conoscenza geografica, naturalistica, i legami tra soggetti, comunità e luoghi, la cura e tutela di aspetti del territorio in termini di sostenibilità, integrazione e anche coesione sociale.
La particolarità dei lavori realizzati nel corso di quest’anno è data dall’innovatività e dalla particolare creatività dei percorsi, espressione di una visione positiva e proiettata al capire e riorganizzare, frutto dell’impegno degli alunni sapientemente guidati dai loro insegnanti.
7 IO VIVO QUI
Massimiliano Salvador dirigente del M.I.U.R. USR Veneto, Uff. IV-Ufficio Scolastico Provinciale di Belluno
Il progetto “Io vivo qui” è particolarmente sentito dall’Ufficio Scolastico di Belluno in quanto rivolto a stimolare la relazione con un territorio, il nostro, stupendo e complicato al tempo stesso. Grande è dunque la mia soddisfazione nel vedere questa pubblicazione, che esce nonostante la pandemia, a dimostrazione della continuità del progetto. L’importanza del nesso scuola-ambiente è particolarmente evidente nella nostra provincia principalmente per la sua straordinarietà, che la Fondazione Dolomiti Unesco, con mirabile impegno, ha saputo evidenziare attraverso le proprie pubblicazioni e il proprio impegno culturale. Di fondamentale rilievo sono, poi, la presenza e l’apporto della Fondazione Giovanni Angelini, vero presidio culturale e accademico che onora il nostro territorio e collabora con il nostro sistema scolastico ed educativo già di per sé assai valido, ma che giustamente necessita di continui stimoli a riflettere sulla fortuna di trovarsi in un territorio patrimonio dell’umanità, grazie alle sue peculiarità naturalistiche, antropiche e culturali.
Ringrazio quindi la Fondazione Dolomiti UNESCO e la Fondazione G. Angelini per l’opportunità di cui hanno potuto godere le classi partecipanti al progetto “Io vivo qui”.
Altro motivo, per cui è essenziale che la scuola bellunese si focalizzi sul vivere questo nostro ambiente di montagna, è lo spopolamento che affligge da tempo la nostra provincia, per diversi motivi che non è questa la sede per affrontare. Tale problema è dovuto probabilmente, e non solo, anche alla scarsa conoscenza del nostro territorio, che spesso i giovani sentono come ristretto, come mentalità e dal punto di vista delle possibilità di crescita professionale.
La scuola deve aprire le menti e promuovere una cultura che stimoli ad investire sul territorio l’ottima formazione scolastica e quella universitaria necessariamente acquisita fuori provincia, dove spesso i nostri studenti rimangono, perché lì, con la loro preparazione e qualificazione, trovano più facilmente lavoro. La conoscenza delle eccezionali opportunità che può offrire la nostra provincia, l’acquisizione di un approccio scientifico, l’investimento di energie verso un’economia sostenibile di montagna, lo sviluppo di una mentalità più aperta della nostra comunità (ben venga lo sviluppo della relazione e della collaborazione con tutte le aree dolomitiche viciniori e non solo) si auspica possano fermare questa emorragia dei giovani che, in coscienza, sanno che “si vive meglio qui” piuttosto che in altre realtà solo in apparenza più allettanti.
Un ringraziamento particolare, per terminare, ai docenti che hanno accompagnato gli studenti alla scoperta dell’importanza di questi temi e un complimento sentito ai nostri ragazzi che, con orgoglio, il sistema scolastico bellunese accompagna alla scoperta di sé e del proprio posto nel futuro del nostro territorio.
8 IO VIVO QUI
Mario Tonina Presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO
Quello appena trascorso è stato un anno veramente difficile, che ha messo a dura prova tutti i comparti della società, in primis i giovani, gli studenti, che per mesi non hanno potuto frequentare la scuola, luogo non solo formativo, ma di crescita personale e sociale, di stimolo al confronto e alla connessione con gli altri.
In questo contesto così disarmante per molti aspetti è emersa ancor di più la voglia di intraprendere attività e progetti che, nella lontananza fisica, permettessero di ragionare e sviluppare un concetto di comunità, un senso di appartenenza ad una realtà culturale e ad un contesto ambientale eccezionale qual è quello delle Dolomiti Patrimonio Mondiale.
L’UNESCO, non dimentichiamolo, è infatti l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura e in particolare l’educazione viene considerata un diritto fondamentale da tutelare nel mondo. È di fondamentale importanza quindi educare alla responsabilità per far in modo che il patrimonio ambientale, inteso anche come paesaggio abitato, possa essere compreso e valorizzato dai ragazzi, cittadini del futuro.
È doppia dunque la soddisfazione nel vedere come anche nell’anno scolastico 2020-2021 non sia mancato l’entusiasmo di docenti e ragazzi di molti Istituti, grazie al quale è stato possibile portare avanti il progetto “Io vivo qui”, un progetto per le scuole della Rete della Formazione e della Ricerca Scientifica della Fondazione Dolomiti UNESCO, nato alcuni anni fa (e già realizzato nelle provincie di Trento e Belluno e nella Regione Friuli Venezia Giulia), con il coordinamento della Fondazione Giovanni Angelini – Centro Studi sulla Montagna, in collaborazione col MIUR – Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Uff. IV – Ufficio Provinciale di Belluno e con il finanziamento della Fondazione Dolomiti UNESCO e del Fondo Comuni Confinanti. Sicuri che “Io vivo qui” troverà sempre, negli anni, nuovi partecipanti pronti a confrontarsi sui temi della cittadinanza e della conservazione attiva, non possiamo che ribadire un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo importante progetto.
9 IO VIVO QUI
Roberto Padrin
Presidente della Provincia di Belluno, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO
L’inserimento della Dolomiti nel Patrimonio naturale mondiale dell’Umanità UNESCO è un obiettivo che questa Amministrazione provinciale ha perseguito con tenacia e determinazione dagli albori fino al riconoscimento del 26 giugno 2009. La sfida più importante, però, è ora quella di trovare gli strumenti e i canali giusti per far conoscere il valore del territorio dolomitico e del riconoscimento UNESCO alla popolazione. Tra le tante iniziative che la Fondazione Dolomiti Unesco, di cui la Provincia di Belluno è socio fondatore, ha realizzato c’è “Io vivo qui”, un progetto didattico/educativo di primaria importanza in quanto rivolto a tutti gli studenti bellunesi con l’obiettivo di far loro conoscere ed apprezzare il “bene Unesco” e renderli consapevoli dell’enorme valore paesaggistico e storico del territorio in cui hanno la fortuna di vivere.
Cultura, storia, natura, geologia del territorio sono i concetti che gli studenti devono imparare ad apprezzare fin da piccolo per imparare ad amare il territorio in cui sono nati e cresciuti, obiettivo che “Io vivo qui” ha sempre cercato di raggiungere. Seguendo il percorso proposto da questo progetto i nostri ragazzi possono, infatti, imparare l’importanza della conservazione e valorizzazione delle Dolomiti e, con la loro freschezza, influenzare anche la comunità di appartenenza.
Auguro a tutti i ragazzi che hanno partecipato o parteciperanno a questo interessante percorso didattico di sfruttare appieno questa occasione per diventare cittadini consapevoli e rispettosi del bene comune e di saperlo trasmettere a quanti verranno dopo di loro.
10 IO VIVO QUI
UNA SCUOLA PER TUTTI
Scuola Secondaria di primo grado di Castion (IC Belluno3)
Referente: Mariacristina Carì
11 IO VIVO QUI
Struttura del progetto
Osservazione dell’ambiente montano che circonda il paese. Cenni sulla struttura geomorfologica del territorio, sulla formazione geologica della piana di Modolo e sulla bonifica che ha permesso la coltivazione dei campi e la nascita di una azienda agricola che dava lavoro a moltissime famiglie.
Analisi delle immagini della scuola scattate in diverse stagioni, ricerca sui materiali usati per la costruzione (cave locali), sul progetto originario di Vittorio Zanon per 11 scuole rurali ed incontro con l’architetto Dal Farra Orlando che ci ha mostrato gli interventi di manutenzione effettuati una decina di anni fa.
Ricerca di materiale e fonti fotografiche e scritte sulla storia della scuola. Intervista a genitori e nonni che hanno abitato lì e frequentato la scuola.
Lavoro a piccoli gruppi su progettazione interventi per il futuro.
Realizzazione del materiale cartaceo e digitale.
elaborazione di un cartellone 120x60 da esporre all’esterno della scuola con i dati raccolti.
Ricerca di sponsor per fiori da piantare.
Giornata di lavoro nel giardino della scuola con zappatura delle aiuole e pulizia da foglie e rifiuti. Incontro con le autorità ed i rappresentanti delle istituzioni che hanno collaborato e discussione pubblica su proposte fatta.
Esposizione degli elaborati in una piccola mostra a scuola.
13 IO VIVO QUI
Strategie metodologiche, mezzi e strumenti: laboratorio a gruppi per le diverse fasi della realizzazione del progetto. Ricerca di informazioni ed interviste sul territorio. Partecipazione ad incontri con enti locali (anche on line). Progettazione di una azione concreta di manutenzione del luogo anche condivisa con enti locali e associazioni.
Docenti coinvolti:
Anna De Simoi, Laurentin Florescu, Luciana Tormen
Tempi:
dicembre-maggio 2021
Sintesi e conclusione del progetto
Il progetto ha toccato quindi tematiche legate alla storia del territorio, allo studio della società italiana negli ultimi 100 anni, alla geografia fisica del territorio castionese, ai problemi demografici legati alla industrializzazione. Inoltre particolare attenzione abbiamo posto al rispetto dell’ambiente, alle sue peculiarità, agli aspetti tecnici legati alla progettazione di un intervento e alla resa delle idee di progetto attraverso strumenti digitali e grafici.
Sicuramente poi le tematiche toccate permettono di attuare un concreto percorso formativo di educazione civica che mira a responsabilizzare ogni cittadino a prendersi cura del proprio paesaggio, inteso come luogo di vita e componente essenziale del benessere individuale e sociale.
14 IO VIVO QUI
16 IO VIVO QUI
IL NOSTRO PIAVE
Scuola Secondaria di primo grado di Castion (IC Belluno3)
CLASSE IC
Insegnanti: Stefania Bruni, Mirka Cavalet
17 IO VIVO QUI
Il mio viaggio
Continuamente, instancabilmente io, fiume Piave, compio il mio viaggio dal mio luogo di nascita al luogo dove vado a riposarmi in Adriatico.
Nasco dalle molte sorgenti dei due versanti, bellunese e friulano, del Monte Peralba, nelle Alpi Carniche. Una di queste sorgenti è anche un piccolissimo laghetto circolare delimitato da pietre, presso cui si trova un cippo sormontato da un elmetto della Prima Guerra Mondiale, durante la quale sono stato linea di difesa e di attacco contro gli Austriaci.
Dopo i miei primissimi passi, inizio a correre allegro attraverso il Comelico e il Cadore, alimentato dai miei amici affluenti che hanno un nome e un cognome: Ansiei da Auronzo e Boite d’Ampezzo.
La mia corsa verso valle viene spesso rallentata da dighe usate per trattenermi contro la mia volontà e sfruttarmi per la produzione di energia nelle centrali idroelettriche. Per questo, appena ne ho l’occasione, durante i periodi di piena, tento sempre di evadere oltrepassando il muro che mi contiene. Quando poi attraverso la valle di Longarone, si uniscono a me altri due amici: il Maè da Zoldo e, da sinistra, il Vajont. Quest’ultimo mi raggiunge proprio all’altezza della diga, sotto alla quale passo provando sempre un sentimento di grande malinconia per quello che accadde a causa delle scelte sbagliate dell’uomo, poco rispettoso del territorio. Dopo avere oltrepassato la stretta di Ponte nelle Alpi, fra due pareti di roccia su cui poggia il ponte di Santa Canterina, finalmente mi posso allargare nell’ampia e meravigliosa Val Belluna, sentendomi libero. Percorrendola, assumo un corso a meandri divertendomi ogni tanto a seguire delle curve, mentre ammiro alla mia destra le Dolomiti Bellunesi e, alla mia sinistra, la catena delle Prealpi. Ormai sono a metà del mio viaggio e sono ben cresciuto rispetto a quando ho lasciato il mio luogo di nascita.
Finita la Val Belluna, presso la stretta di Quero, ricevo l’ultimo abbraccio dalle mie adorate montagne, quelle prealpine, che mi danno l’ultimo saluto lasciandomi andare perché ormai sono grande e posso avviarmi da solo verso la conclusione del mio viaggio affrontando la fase finale della mia vita.
Ed ecco che poi scorro in pianura lento e rilassato, a meno che non sia arrabbiato e in piena, seguendo ampi meandri e passando per paesi che portano il mio nome: Ponte di Piave, San Donà di Piave ed altri.
Quando sono già in vista del mare, dopo tante divertenti curve, devo percorrere un lungo rettilineo finale. Tutta colpa di quei guastafeste di Veneziani che tanto tempo fa vollero tenermi alla larga dalla loro preziosa laguna perché temevano che gliela potessi riempire di terra. Accidenti a loro!
19 IO VIVO QUI
Alla fine del mio emozionante percorso, giunto alla costa fra Eraclea e Jesolo, ormai stanco, vado a stendermi in Adriatico nello stesso luogo dove vanno a riposarsi tanti altri compagni, come Brenta, Sile e Tagliamento. Ognuno ha un viaggio da raccontare, questo è il mio.
Abbattimento del grande ponte in pietra e altri disastri
Diciamo la verità, io non sono sempre un tipo tranquillo e sereno. I Bellunesi, di tanto in tanto, mi vedono passare infuriato, con le mie acque impetuose e fragorose che trascinano arbusti, alberi e grosse pietre, strappati dalle rive più a monte.
L’ultimo disastro che ho combinato è stato con Vaia, a fine ottobre 2018, quando, con un’enorme piena, ho fatto crollare l’alto argine in muratura di Lambioi e ho devastato il parco fluviale tanto frequentato dai giovani bellunesi. Ho fatto disastri, ma sono innocente, ho seguito solo la mia natura. E’ l’uomo che deve pensare bene dove costruisce e come costruisce!
Un esempio significativo sono stati i numerosi ponti che i Bellunesi hanno edificato nel corso dei secoli e che io con le mie piene ho regolarmente abbattuto, per ben 22 volte, dal 1388 al 1840. Tutti ponti costruiti con parti in legno, all’altezza della piccola piazza di Borgo Piave. Dopo tutti questi fallimenti, i Bellunesi decisero di costruirne uno un po’ più a valle: un ponte in pietra, forte e imponente, alquanto costoso, a cinque arcate, lungo 105 metri e largo 6. Si illudevano che avrebbe resistito alla mia travolgente potenza...ma le cose andarono diversamente! Nell’autunno del 1851, infatti, lo travolsi con una piena e poi, una volta che lo avevano riparato, lo feci crollare definitivamente con la grande alluvione del 1882. Cari Bellunesi, avevate pensato di farmela! Quello che resta del ponte, durato solo quarantadue anni, è la testata di destra, che si può ancora vedere a valle di Borgo Piave.
20 IO VIVO QUI
IO VIVO QUI 22
Capinera
Corvo reale
Picchio muratore
Salice bianco
Toporagno
Moscardino
Rana e Rospo
I NOSTRI ALBERI
Scuola Secondaria di primo grado
“S. Ricci” Belluno CLASSE 2ªF
Insegnanti: Liana Stragà, Silvia Tomasella
23 IO VIVO QUI
Presentazione dell’attività e del progetto
Quest’anno scolastico, noi alunni della classe 2ªF con le professoresse di lettere e arte abbiamo svolto il progetto “Lettura, letteratura e territorio: alla scoperta di D. Buzzati e M. Corona attraverso la lettura e la pittura”.
Il progetto ha come obiettivi: farci conoscere due scrittori del nostro territorio, motivarci al piacere della lettura e nello stesso tempo perfezionare le tecniche di scrittura relative alla descrizione personificata degli alberi. Inoltre, poi, saper utilizzare le varie tecniche grafico-pittoriche per l’interpretazione dei vari alberi nel nostro elaborato .
L’anno scorso avevamo letto il romanzo di D. Buzzati dal titolo “Il segreto del bosco vecchio”, mentre quest’anno abbiamo letto il romanzo di M. Corona “Le voci del bosco”. Il nostro lavoro si è sviluppato proprio dal libro di M. Corona.
24 IO VIVO QUI
Fasi di lavoro
Abbiamo letto in classe molto accuratamente i vari capitoli del romanzo che descrivevano in modo personale dettagliato e umanizzato degli alberi che circondano il paese di Erto; ogni alunno ha scelto il “suo” albero, cioè quello che più gli è piaciuto per le sue caratteristiche descrittive e umane; successivamente ha trascritto le sequenze descrittive nel quaderno e, con l’aiuto dell’insegnante di lettere, ha messo in evidenza le frasi più significative e caratterizzanti la personalità dell’albero e il lessico utilizzato.
Con la prof.ssa di arte abbiamo cercato di dare un’interpretazione grafico-pittorica, utilizzando varie tecniche, alle descrizioni scritte degli alberi.
Abbiamo utilizzato dei cartoncini in cui abbiamo elaborato i nostri alberi con tecniche miste (collage-graffito). A fianco poi abbiamo inserito le descrizioni. Infine abbiamo creato un power point contenente le slide degli elaborati.
25 IO VIVO QUI
Il Tasso
Il tasso è invidiato da tutti gli alberi del bosco. Lui non ha fatto niente per avere tutte queste attenzioni e questi privilegi.
Il tasso non si abbassa a dialogare con nessun’albero. Ha un legno molto pregiato con un rosso violaceo che richiama i vestiti dei nobili.
Il tasso è anche l’albero più acculturato dell’intero bosco e non pone resistenza quando viene lavorato, anzi attraverso la sua morbida corteccia aiuta chi lo sta lavorando.
Il faggio piangente
Vi è un posto, nel mio paese nel quale si può udire la voce di due faggi che piangono. Non ho mai saputo
il perché di quel lamento (non hanno voluto dirmelo), ma li vedo sempre abbracciati, le teste inclinate come a sostenersi a vicenda.
Il faggio è la follia, la massa, la sua giornata è quella del lavoratore laborioso.
26 IO VIVO QUI
28 IO VIVO QUI
Scuola Primaria di Chiesurazza (IC Belluno 1) CLASSE 2ª
Insegnante: Lina M. A. Zanin, Nicoletta Calà
LUOGHI E AFFETTI
29 IO VIVO QUI
La mia casa è a tre piani e ci vivo io, la mia nonna, il mio nonno e mio zio. Ha un giardino abbastanza grande. In casa abbiamo un gatto: è di mia sorella ed è adorabile. Il posto dove mi piace stare è il mio giardino: ci sono le altalene, il dondolo, la casetta di legno, il coniglietto, il gatto e le galline. Non ci sto mai da sola, ci vado sempre con mia sorella, mio fratello, mamma o papà. Nel mio giardino gioco o mangio il gelato di Fiorindo. La cosa più bella è che c’è anche un trampolino, però è di mia sorella: io posso saltarci solo quando o non c’è mia sorella, o mi lascia mia sorella. (Lucia)
La mia casa si trova a Mier, è bianca e arancione. La casa ha due piani e una mansarda. Al secondo piano abitano i miei bisnonni. Nel giardino della mia casa ho uno scivolo e un’altalena. Mi piace l’orto dei nonni. Ci sono le piante di melanzana, di patata, di pomodoro e di carota e anche la mia jeep e tre garage. Io gioco con la mia jeep e c’è mio nonno che mi guarda. La cosa più bella di questo luogo è che c’è mio nonno. In primavera, nei campi, il nonno Fabio usa un attrezzo che si chiama aratro che serve a preparare la terra per la semina delle prime verdure: io lo guardo mentre lavora e qualche volta salgo anche io con lui. (Simone)
Io abito in un condominio che si trova a Bolago. Nella mia casa c’è la mia camera. Nella mia camera c’è il mio letto tutto colorato. Le pareti della mia stanza sono colorate, io ho scelto i colori e mamma ha dipinto le pareti. Io leggo il libro di Ronaldo seduto sul divano rosso in salotto. Io e il papà e la mamma abbiamo fatto un quadro con le nostre mani e lo abbiamo appeso in salotto. Il mio luogo preferito è il piazzale perchè posso giocare con i miei amici. Nel piazzale vedo le lucertole. Gioco a calcio con Nicolas e Gregorio. Un giorno è passato uno a cento all’ora. La cosa più bella di questo piazzale è vedere i miei amici. (Nicola)
Io abito a Bes in una casa singola. La mia casa ha tre piani, è fatta di sassi. Nella mia stanza c’è il letto a castello. La stanza che mi piace di più è il salone. Il mio luogo preferito è il cortile. Nel muretto ci sono dei fiori, una casetta e tanti rialzi. Lì gioco con Valerio, Stefano e Alessi. Gioco a tanti giochi. Il mio cortile mi piace perchè c’è spazio e posso giocare a tantissimi giochi. (Erica)
31 IO VIVO QUI
La mia casa è grande, si trova ad Antole. Intorno ci sono alberi e piante e tanti boschi. Della mia casa mi piace lo sgabuzzino perché ha un buon odore. Io dormo insieme a mio fratello. Prima di andare a letto io faccio le coccole con mamma e papà. Il mio luogo preferito è il mio giardino. Nel giardino ci sono tantissimi alberi; lì gioco con mio fratello, gioco a corda e a palla. Un giorno la palla ha fatto un lunghissimo salto ed è finita quasi fino al tetto. La cosa più bella del giardino è il salice, il mio albero preferito. (Ludovica)
Nel prato vicino a casa mia, a Vignole, ci sono gli alberi; c’è anche un posto segreto dove non vado mai. Nel prato vado con il miei amici e con mio fratello, giochiamo a nascondino a coppie. Un giorno la mia amica ha portato fuori il cane e me lo ha fatto toccare. Nel prato posso giocare, mi piace andarci. (Emma)
La mia casa si trova a Sois, ha 5 appartamenti. Ho tre terrazze e la mansarda. Ho la gabbia con i canarini con l’altalena. Mi piace tanto andare alla lottizzazione dove c’è una casa in costruzione, non hanno finito i lavori sul portone. Lì mi piace andare in bicicletta con i miei amici. (Francesco)
La mia casa è grande. Ci sono due piani. La mia casa si trova a Belluno, intorno ci sono altre case. É gialla, ha balconi e finestre. Ha sette stanze, la stanza che mi piace di più è il salotto. Nella mia casa ho tante piante. Davanti a casa mia c’è il prato, ci sono dei piccoli cespugli e dell’erba fresca. Qualche volta mi nascondo dietro ai cespugli. La cosa più bella è che ci sono i miei genitori. (Aurora)
32 IO VIVO QUI
Io abito in una casa singola. La mia casa è in affitto. Intorno ha un giardino grande grande. Dentro ha sei stanze. Ha un bagno solo. Io ho una camera che è di tutti e tre: me, mio fratello e mia sorella. La stanza che mi piace di più è la mia camera. Il mio luogo preferito è uno spazio all’esterno che la proprietaria di casa ci ha lasciato. Nel mio giardino c’è un po’ di asfalto e ci sono delle piante, ci vado con le vicine di casa, mia sorella e mio fratello, giochiamo a nascondino e ad acchiapparella. Noi abbiamo messo delle assi e abbiamo costruito il nostro spazio. La cosa più bella è che nel nostro spazio noi ci possiamo mettere delle piante tutte nostre. (Arianna)
La prima stanza che vedo quando arrivo a casa è l’entrata, dove lascio lo zaino, la giacca e le scarpe. Più avanti c’è la cucina dove mangiamo. A fianco c’è la sala e il salotto dove faccio i compiti e guardo la tv. Un corridoio separa le camere dove dormiamo. In fondo ci sono due bagni dove mi lavo e faccio i miei bisogni. Il mio luogo preferito è il piazzale. Nel piazzale non c’è niente di particolarmente curioso. Lì posso fare tanti giochi. Un giorno ho giocato con la bicicletta e sono caduto. (Marco)
La mia casa è bella, è di colore rosso. Ha otto finestre di colore bianco con le tapparelle di colore grigio. La porta invece è di colore marrone. Ha una grande terrazza dove abbiamo un piccolo orto; mio papà ha piantato cetrioli, pomodori, prezzemolo, sedano selvatico, rosmarino, fragole di bosco. È la prima volta che noi piantiamo le fragole di bosco, sulla terrazza, nei vasi. Il mio luogo preferito è dentro casa dove gioco con mio fratello medio. Vicino a casa mia c’è il bosco: nel bosco ho visto due caprioli e un fagiano. (Elisei)
Io abito a Mares. La mia casa ha tre piani. Ha una stanza da hobby. La mia camera è gialla. Nel giardino ho uno scoiattolo e due cani. Di solito in giardino gioco a palla con papà. Ho una casetta di plastica e uno scatolone con dentro i miei giochi. Con mio papà giochiamo anche a soldati. La cosa più bella del giardino è il mio scoiattolo. Con la nonna ho seminato i pomodori, l’erba, i cetrioli, l’insalata, le zucchine, i fagioli, le patate e le carote. (Jacopo)
33 IO VIVO QUI
Il posto dove mi piace stare è il bosco vicino a casa, a Orzes.Vado nel bosco e vedo uno scoiattolo volante e ho costruito una capanna. Io sto con mio fratello a spazzare le foglie. Un giorno io e mio fratello abbiamo visto un cacciatore. La cosa più bella del posto è il tramonto: è tutto arancione. Domenica scorsa il trattore ci ha fatto il campo. Lunedì abbiamo seminato pannocchie da polenta fagioli e tegoline. Con mio papà vado a raccogliere i bruscandoli (asparagi selvatici) nel prato davanti al bosco. Quest’anno, poi, abbiamo costruito il pollaio nuovo, ci abbimo messo un mese per costruirlo. (Elia)
Mio nonno Adriano pota gli alberi da frutto come kiwi, meli, peri, susini, cachi, viti... Le potature vanno fatte a marzo/aprile a luna calante. Con il trattore e l’aratro ara il campo e lo prepara per la semina del grano e dell’orzo. Nel bosco taglia le piante (rovere, acacia, abete, carpino) per poter aver la legna da bruciare durante l’inverno, per riscaldarsi. Nell’orto aiuta mia nonna per fresare la terra, sotto la serra, per poter seminare le piantine. Mia nonna, nel prato, racimola le erbacce e le mette in un mucchio che poi verrà bruciato (la famosa “vecchia”). Aiuta il nonno con l’aratro, raccoglie i sassi che si trovano in superficie e rastrella il contorno del campo. Nel bosco aiuta il nonno a raccogliere le ramaglie e la legna. Nell’orto semina l’insalata, i rapanelli, il radicchio e dopo trapianta i pomodori, i cetrioli, il sedano, i fagioli, le coste, le carote, i cavolini di Bruxelles, le fragole, la camomilla. Ogni settimana toglie le erbacce che crescono molto velocemente e annaffia abbondantemente. (Raniero)
Il mio luogo preferito è il giardino di mia nonna. Io e la nonna giochiamo a bocce, io e lo zio giochiamo a calcio e a basket, però come canestro usiamo un bidone della spazzatura. Nel giardino ci sono tanti alberi e c’è un orto. Io e la nonna cuciniamo insieme e andiamo nell’orto a prendere l’insalata. Quando la mamma era stata male sono stata una settimana dalla nonna. La cosa più bella per me è che sto in compagnia e giochiamo tutto il giorno.Io e mia nonna nell’orto piantiamo i semi delle verdure. (Luna)
34 IO VIVO QUI