Io Vivo Qui - Dolomiti Friulane 2016/17

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PROGETTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DELLE PROVINCE DI PORDENONE E UDINE ANNO SCOLASTICO 2016/2017 DOLOMITI FRIULANE PATRIM O NIO DE L L’ UNESC O nelle IO VIVO

Dolomiti Patrimonio mondiale dell’umanità

Il 26 giugno 2009 le Dolomiti sono state iscritte nella Lista del Patrimonio mondiale dell’umanità grazie alla loro bellezza e unicità paesaggistica e all’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico. La Convenzione dell’UNESCO per il Patrimonio mondiale stabilisce che beni culturali e naturali siti in varie parti del mondo e d’importanza universale debbano essere conservati quali patrimonio di tutta l’umanità. L’inserimento delle Dolomiti nella lista del Patrimonio è di conseguenza un riconoscimento straordinario, ma implica anche forte impegno e responsabilità in merito alla protezione e allo sviluppo sostenibile di questa splendida regione alpina. Nel caso delle Dolomiti il Bene è seriale, formato da nove sistemi puntuali, e si colloca in un ambito geografico che investe cinque province.

La Fondazione Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO è nata il 13 maggio 2010 con il fine di garantire una gestione efficace del Bene dolomitico, finalizzata alla sua fruizione in relazione alle prescrizioni UNESCO. Soci fondatori sono la Provincia di Belluno con la Regione del Veneto, le Province di Pordenone e di Udine con la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige e la Provincia autonoma di Trento. Scopo della Fondazione è di contribuire ad uno sviluppo sostenibile del Patrimonio mondiale Dolomiti UNESCO, assicurandone la tutela, la valorizzazione e la promozione attraverso la collaborazione e la comunicazione tra i soci fondatori, istituendo appositi tavoli tematici e gestionali oltre che diffondendo le conoscenze del Patrimonio UNESCO. (www.dolomitiunesco.info)

Contribuire alla conoscenza del patrimonio naturale dell’umanità delle Dolomiti Friulane e, di pari passo, alla divulgazione del loro straordinario valore: è questo uno degli obiettivi che la Regione Friuli Venezia Giulia si è posta fin dall’atto costitutivo della Fondazione Dolomiti UNESCO (di cui è socio fondatore) e che realizza mettendo in atto una serie di iniziative che attraversano questa meravigliosa parte del territorio friulano. Tra le varie iniziative, “Io vivo qui” assume un’importanza speciale perché coinvolge i giovanissimi e le future generazioni con lo scopo di educarli da subito alla conoscenza e alla consapevolezza dell’elevato valore paesaggistico del luogo in cui vivono e per far nascere e crescere, non solo in loro stessi ma anche nelle loro comunità, la coscienza e l’importanza della sua conservazione e valorizzazione. Ambiente, storia, cultura di un territorio: sono questi i concetti che i nostri ragazzi devono padroneggiare fin da piccoli, accrescendo e maturando l’eccezionale sensibilità in loro insita, qualità che abbiamo potuto apprezzare sin dalla prima edizione di “Io vivo qui”. Concludo rivolgendomi direttamente a voi, ragazzi: vi auguro che questa sensibilità vi accompagni nel vostro percorso di crescita verso l’età adulta, rendendovi cittadini consapevoli e rispettosi.

Mariagrazia Santoro

Assessore alle infrastrutture e territorio della Regione Friuli Venezia Giulia Presidente della Fondazione

Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO

“Vivere in un territorio riconosciuto Bene UNESCO è un onore che implica anche una grande responsabilità”
“Io vivo qui assume un’importanza speciale perché coinvolge i giovanissimi e le future generazioni”

UNESCO è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. L’educazione è un diritto umano fondamentale la cui tutela è di primaria importanza per perseguire nel mondo l’obiettivo di costruire la pace, debellare la povertà, favorire lo sviluppo sostenibile e facilitare il dialogo interculturale. Vivere in un territorio riconosciuto Bene UNESCO è un onore che implica anche una grande responsabilità. Una responsabilità che non riguarda solo le generazioni che oggi sono impegnate nella gestione del Bene Comune. La responsabilità riguarda anche le nuove generazioni. È fondamentale educare alla responsabilità per far in modo che il territorio e il suo patrimonio, inteso anche come paesaggio, possano essere tramandati alle future generazioni. Il paesaggio è il patrimonio principale di una comunità, rappresenta il suo spazio di vita e la condizione della vivibilità per le generazioni future: promuoverne la conoscenza e favorire la consapevolezza del suo valore costituisce uno dei compiti principali di una società.

Il riconoscimento delle Dolomiti a Patrimonio mondiale dell’Umanità ha qualificato a livello universale l’eccezionalità di queste montagne, contraddistinte da valori dichiarati unici e straordinari dall’UNESCO. Essere cittadini consapevoli, attenti e attivi in un territorio eccezionale come quello delle Dolomiti è una delle sfide più belle. Cari ragazzi, speriamo tanto vogliate coglierla fino in fondo!

DOLOMI FRIULANE PATRIMONIO DE L UNESCO ll IO VIVO
1 Parco Naturale Dolomiti Friulane
UTI della CARNIA

Il percorso avviato nei precedenti anni scolastici 2013/2015 con il progetto “Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’UNESCO”, ben riassunto nella pubblicazione che è stata stampata e divulgata presso le scuole, ha avuto continuità anche durante l’anno scolastico 2016/2017; questa iniziativa, nata da un primo finanziamento ricevuto dalla Fondazione “Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO”, ha potuto essere riproposta in seguito ad un intervento finanziario da parte della Regione Friuli Venezia Giulia.

È stato quindi riconosciuto il ruolo, da sempre svolto dall’Ente Parco Naturale Dolomiti Friulane, di essere strumento a disposizione del mondo della scuola, in grado di fornire l’opportunità per sviluppare attività educative con gli Istituti Scolastici del territorio, esperienze dirette con l’ambiente e di promuovere un maggior attaccamento affettivo ai luoghi abitati dai ragazzi.

Il Servizio regionale che si occupa della promozione delle Dolomiti UNESCO ha sottoscritto con l’Ente Parco una convenzione per dare seguito alle iniziative di promozione e divulgazione presso le scuole di quello che è il significato di vivere all’interno di un’area riconosciuta “Patrimonio dell’umanità”.

Le attività sono state organizzate dall’Ente Parco grazie al competente coordinamento fornito dalla Cooperativa STAF di Barcis.

Si è ben consci che la riconoscibilità del valore di un territorio non è sempre facile da trasmettere, soprattutto a chi lo vive: questo perché l’abitudine alla frequentazione di un luogo non sempre ci fa cogliere tutte le qualità che questo possiede.

Le iniziative di questo progetto, che potranno avere una continuità triennale, hanno l’obiettivo di promuovere in particolare il senso di appartenenza ai nostri paesi, alle nostre tradizioni (spesso dimenticate), alle nostre culture.

«L’auspicio è che il percorso che ha coinvolto i ragazzi rappresenti solamente la tappa iniziale di una sempre più stretta collaborazione tra la Fondazione Dolomiti UNESCO e gli Istituti Scolastici […]. Infatti, se si desidera che le nuove generazioni nel prossimo futuro, una volta conclusi gli studi, scelgano l’opzione di rimanere a vivere in montagna e di elaborare loro progetti di vita ancorati ai valori di cui la montagna è positivamente carica, risulta essenziale che apprendano a voler conoscere e a saper apprezzare le risorse e i beni che i territori montani esprimono, quali la natura, il paesaggio, le espressioni autentiche di una cultura popolare e i manufatti che la tradizione ha saputo e sa produrre».

Con queste parole si concludeva il testo di presentazione del libretto che raccoglieva i lavori dei diversi gruppi classe che avevano preso parte alla prima edizione di Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane

tagna dolomitica. Così i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Claut (Alta Val Cellina) e di Forni di Sopra (Alta Val Tagliamento) hanno avuto modo di sperimentare uno scambio di conoscenze, di esperienze e di emozioni, conducendo insieme un breve percorso progettuale, comprendendo che le specificità – architettoniche, storiche, geografico-naturalistiche e socio-economiche – rappresentano una componente essenziale di ogni territorio, caratterizzandolo all’interno del minimo comune denominatore delle Dolomiti Friulane che si identifica invece nei caratteri geologici e nel profilo paesaggistico.

Anche in questo anno la prima fase del progetto è stata dedicata ad un momento di formazione dei docenti; di seguito si è cercato di sollecitare iniziative che vedessero i ragazzi impegnati alla scoperta di luoghi, usi, costumi che hanno caratterizzato i paesaggi delle nostre Dolomiti Friulane.

“si è cercato di sollecitare iniziative che vedessero i ragazzi impegnati alla scoperta di luoghi, usi, costumi che hanno caratterizzato i paesaggi delle nostre Dolomiti Friulane”

Come potrete vedere dalle schede dei progetti realizzati dalle diciassette classi coinvolte, alcuni hanno preferito approfondire aspetti naturalistici e dell’ambiente mentre altri si sono rivolti al diverso uso delle risorse, alla riscoperta di tradizioni e mestieri. Interessante è stato sicuramente il “gemellaggio” avvenuto tra i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Claut e di Forni di Sopra che, attraverso uno scambio di esperienze, ha fatto riscoprire diversi aspetti comuni che caratterizzano comunità apparentemente lontane ma vicine per cultura e modi di vivere. Siamo convinti che con queste iniziative, volte a far conoscere il proprio territorio ai ragazzi che lo abitano, lo vivono e lo giocano, si contribuisca almeno un po’ a far mantenere loro l’orgoglio di abitare questa montagna riconosciuta “Patrimonio dell’umanità”. Lo sforzo di questa pubblicazione che raccoglie i lavori realizzati dai ragazzi, ha l’obiettivo di lasciare un segno, una traccia, affinché i prossimi studenti possano cogliere tutti gli elementi scoperti e riconosciuti e possano concorrere a mantenerli vivi.

Con questa nuova pubblicazione si desidera dare testimonianza dei processi condotti nell’arco dell’anno scolastico 2016-2017 in quattro istituti comprensivi (Ampezzo, Maniago, Montereale Valcellina e Meduno), coinvolgendo diciassette classi, tra primaria e secondaria di primo grado, e una pluriclasse, e degli esiti, materiali e immateriali, dei percorsi di ricerca e di approfondimento. Il patto stretto tra Fondazione Dolomiti UNESCO e mondo della scuola è stato quindi confermato e rafforzato e si è esplicitato nella volontà della Regione Friuli Venezia Giulia – ente territoriale che rappresenta la montagna dolomitica del Friuli nell’ambito della Rete della Formazione e della Ricerca della Fondazione – e del Parco delle Dolomiti Friulane, in qualità di agenzia formativa individuata dalla Regione, di investire in modo particolare sulle giovanissime generazioni per costruire il futuro della montagna, nello specifico del contesto del sistema delle Dolomiti Friulane riconosciute Patrimonio dell’umanità.

La novità, rispetto alla precedente edizione del progetto, è aver creduto nell’importanza di stringere contatti e relazioni all’interno di chi abita la mon-

E con la prossima edizione si desidera allargare ulteriormente gli orizzonti del sistema 4 delle Dolomiti UNESCO, le “Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave”, promuovendo così un gemellaggio tra alcuni Istituti Scolastici della regione Friuli Venezia Giulia e altrettante scuole della provincia di Belluno. Gli scambi intervallivi e transregionali, infatti, vogliono costituire il valore aggiunto che può essere tale solo se si ancora sulla continuità dei percorsi di conoscenza e di autoriconoscimento che i diversi gruppi classe portano avanti all’interno dei propri luoghi di vita e di esperienza quotidiana.

Andrea Guaran Responsabile scientifico

“Alla scoperta e riscoperta dei luoghi di vita, nel contesto delle Dolomiti friulane”

DOLOMI FRIULANE PATRIMONIO DE L UNESCO ll IO VIVO
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Fasi di lavoro e loro articolazione

In una prima fase le insegnanti sono state incuriosite dai racconti dei bambini riguardanti i luoghi di ritrovo per giocare e divertirsi, ambienti che si trovano all’aperto luogo le rive del Tagliamento e del torrente Teria. Conseguentemente hanno deciso di strutturare il percorso in alcune diverse fasi, chiaramente strettamente collegate da un unico filo conduttore.

Fasi del percorso:

1 Programmazione delle uscite sul territorio conosciuto e pianificazione delle attività:

• Pocjon - Ampezzo, sulle rive del Teria Land Art con l’utilizzo di materiali naturali per creare manufatti artistici collegati al tema dell’acqua e realizzazione del “Terzo Paradiso”;

• Spisulanda – Socchieve, sulle rive del Tagliamento Le Agane, con l’utilizzo di materiali naturali per la realizzazione degli anfratti per le agane.

2 Programmazione delle uscite sul territorio allo scopo di stimolare l’utilizzo dei cinque sensi:

• Piani di Melarias - Viaso Osservazione dell’ambiente antropico-rurale e naturale, mediante giochi di prospettiva nel bosco e utilizzo dell’ambiente come palestra naturale (giochi sui prati e sui covoni);

• Parco delle Dolomiti friulane - Forni di Sopra Scoperta delle relazioni uomo-ambiente, ricorrendo alla visione di documentari realizzati dalla guida naturalistica che ha seguito il progetto in qualità di esperto; passeggiata nel Parco delle Dolomiti Friulane, in particolare sul sentiero che porta al Rifugio Pacherini, a caccia di tracce ed impronte.

3 Selezione materiale fotografico per la realizzazione di una brochure che promuova il territorio:

• un parco giochi naturale

Scelta del materiale fotografico e realizzazione delle corrispondenti didascalie; realizzazione del pieghevole da stampare e poi divulgare.

Si precisa che le insegnanti hanno richiesto la presenza della guida naturalistica Marco Favalli per l’uscita a Forni di Sopra nel territorio del Parco Dolomiti Friulane. Inoltre, per la realizzazione grafica del pieghevole, si sono avvalse della collaborazione del sig. Scalet, genitore di un’alunna.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Gli alunni hanno seguito con entusiasmo tutte le attività proposte, perché stimolati e motivati dal fare, creare, osservare e fantasticare. Nelle attività di tipo laboratoriale hanno collaborato in gruppo per la realizzazione dei manufatti.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

Il percorso scelto ha permesso di utilizzare, nel quadro delle diverse discipline coinvolte, le esperienze esterne all’ambito strettamente scolastico e ciò è risultato maggiormente motivante per gli alunni. Infatti, così si sono espressi relativamente all’esperienza condotta:

«Queste uscite sono state stupende, mi sono divertita un sacco e soprattutto mi è piaciuto ascoltare i suoni del bosco e immaginare i movimenti delle agane».

«Ho lavorato tanto con i miei amici per realizzare un anfratto per le agane: abbiamo spostato sassi anche pesanti, cercato pezzi di tronco e rami secchi, muschi…ed alla fine nel nostro capolavoro è entrata una lucertola».

«I miei amici ed io ci siamo impegnati a costruire dighe e incanalare l’acqua per realizzare laghetti e piccoli torrenti. La maestra ha detto che il mio gruppo era formato da esperti ingegneri».

«Ci siamo divertite un sacco a saltare sulle balle di fieno».

«Durante la passeggiata nel Parco Dolomiti Friulane ho scoperto tante cose sugli animali; mi sono divertito a cercare impronte e tracce: ho trovato, insieme ai miei amici, numerose “cacche” di carnivori ed erbivori».

«Durante le uscite, a piedi, lungo i sentieri nel bosco è stato bello chiacchierare tra di noi e con le maestre: mi sentivo bene e tranquilla! Adoro le passeggiate!».

La classe terza ha iniziato il percorso progettuale per avvicinare gli alunni alla conoscenza degli ambienti vicini a loro di notevole importanza, stimolando la curiosità e lo spirito di osservazione e di confronto; quindi ha proseguito approfondendo le relazioni tra risorse ambientali e attività dell’uomo.

Dal momento che lo scorso anno scolastico la classe quarta aveva affrontato il tema dell’erosione e della formazione del torrente Meduna, con riferimento al paesaggio di natura calcarea, alla sua vegetazione e alla presenza nella roccia dei fossili caratteristici, quest’anno si è voluto completare l’argomento parlando della Val Cellina e dei suoi valori sul piano dell’architettura tradizionale e dell’artigianato, come testimonianze di un passato da conoscere e valorizzare per guardare con fiducia al futuro.

L’intento è stato quello di far conoscere agli alunni gli ambienti naturali e antropici presenti sul territorio, avvicinarli ad essi, rendendoli consapevoli che vicino al loro paese sono presenti luoghi di interesse mondiale, in quanto inseriti tra i siti Unesco e quindi riconosciuti come patrimonio dell’umanità

Gli aspetti approfonditi sono stati diversi per le due classi e le tematiche prese in considerazione sono state raccolte in una presentazione multimediale, denominata “I segreti del sasso”.

La classe quarta ha trattato la formazione della Val Cellina nella parte alta a U e nella parte più bassa a V; quindi i fenomeni di erosione dovuti all’azione dell’acqua, le caratteristiche del materiale eroso e la sua trasformazione, il movimento dello stesso e infine la formazione del conoide del Cellina. Ogni passaggio del lavoro è stato completato da disegni e didascalie oltre che da descrizioni. Si è poi parlato dell’uso della pietra da parte dell’uomo e in particolare del lavoro dello scalpellino per il quale è stata scritta una storia romanzata che, tradotta in friulano e opportunamente sceneggiata, è diventata la recita degli allievi per la fine dell’anno scolastico. Con le tessere di marmo i bambini hanno anche realizzato per Natale un portacandele in mosaico.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“Antonio Andreuzzi” Meduno (Pn)

SCUOLA

Primaria

Giovanni XXIII di Cavasso Nuovo

CLASSI III e IV

INSEGNANTI

Maria Teresa Crovato

Anna Maria Del Rizzo

I segreti del sasso
s’impara
Vagando
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La classe terza ha sviluppato un percorso legato alla scoperta di fossili vegetali e animali della zona. Quindi è stata fatta l’esperienza della formazione di forme simili ai fossili utilizzando il gesso e poi sono stati creati dei quadretti con le pietre, dando vita a un quadro a mosaico. Inoltre, è stata presa in considerazione la presenza delle impronte del dinosauro di Claut e di altri importanti fossili, a testimonianza della formazione geologica delle Dolomiti. Attraverso il recupero delle informazioni raccolte nei due incontri in classe, sono stati approfonditi alcuni aspetti dell’azione dell’acqua sul territorio e sull’utilizzo da parte dell’uomo della pietra e del legno e sono state osservate, disegnate e descritte alcune costruzioni tipiche della montagna, con riferimento ad alcuni mestieri svolti in passato: in particolare sono state raccolte informazioni sulle fornaci di calce e sulle carbonaie, sentendo anche le testimonianze dei nonni. Sono stati letti alcuni brani tratti dai libri di Mauro Corona “Nel legno e nella pietra” e “Le voci del bosco” e così gli alunni hanno potuto produrre, trasformandosi in poeti, una filastrocca e una poesia.

Tutti i vari passaggi del lavoro sono stati usati anche per approfondire la conoscenza della lingua friulana e quindi funzionali allo svolgimento del percorso di studio della lingua stessa.

Da fare menzione anche che entrambe le classi hanno preso parte ad un esperimento relativo alla permeabilità del terreno con l’impiego di diversi materiali: sassi, ciottoli, ghiaia, sabbia, argilla, humus e limo.

Fasi di lavoro e loro articolazione

Le attività laboratoriali si sono alternate a quelle teoriche e hanno consentito di rendere più chiari e vivi gli argomenti. Le classi, attraverso la manipolazione della pietra e del gesso, hanno potuto percepire la consistenza, i cromatismi e le possibilità di espressione artistica, anche perché lo scorso anno era stata organizzata una visita d’istruzione ad Aquileia e si era potuto ammirare lo splendido pavimento della Basilica.

Con l’esperimento sulla permeabilità del terreno si è compresa la differenza fra i materiali molto permeabili e quelli che lo sono meno e di conseguenza la capacità di discioglimento e trasporto da parte dell’acqua dei materiali stessi. Di tutte le attività laboratoriali, delle lezioni e della visita guidata, i bambini hanno prodotto testi scritti di vario genere per fissare meglio le loro scoperte e le loro conoscenze.

Le attività sono state svolte in aula e sul territorio; i due interventi in classe e l’uscita sul territorio sono stati accompagnati dalla costante presenza del geologo Antonio Cossutta.

In classe l’esperto ha trattato le tematiche legate alla formazione geologica delle Dolomiti e alle motivazioni per cui sono state inserite tra i siti patrimonio dell’umanità. Nello specifico è stata presa in considerazione l’azione dell’acqua che modifica la roccia, dalla sorgente alla formazione delle forre profonde e delle marmitte di erosione, dei tipi di sassi, di ciottoli, di ghiaie e di sabbia. Attraverso la visione di filmati e fotografie sono stati illustrati alcuni aspetti della vita dell’uomo nel passato, considerando in particolare la sua capacità di saper sfruttare le risorse del territorio montano per vivere: dall’utilizzo delle pietre per costruire edifici, muri a secco, strade, fornaci di calce ecc. all’utilizzo del legname.

Durante l’uscita sul territorio con l’esperto è stata assegnata particolare attenzione all’architettura di Bosplans e alla sua antichissima fontana, al torrente Susaibes e alla faglia periadriatica, all’abitato di Andreis e alle forre dei torrenti Alba, Molassa e Cellina.

Note di valutazione sul percorso realizzato

È stato un lavoro che fin dalla sua presentazione ad Andreis ha infuso entusiasmo ed energia in quanto avrebbe potuto fornire una possibilità di concretizzare il percorso che le insegnanti volevano condurre con le relative classi, anche se su piani diversi, in relazione alle differenti età dei bambini. Lavorando insieme via via si è alimentato un arricchimento reciproco, grazie a personali ricerche svolte soprattutto sul piano antropologico che poi sono state trattate, in modo interdisciplinare, con gli alunni.

Si è cercato di dare rilievo alla bellezza e alla varietà del territorio unitamente alla sua integrità, cercando di far riflettere gli alunni sull’importanza di un utilizzo consapevole e mirato delle risorse presenti sul territorio e sulle attività dell’uomo, nel passato e nel presente, al fine di preservare l’ambiente naturale.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

Gli studenti così si sono espressi riguardo al percorso che li ha visti protagonisti:

«Siamo stati contenti di aver conosciuto alcune delle montagne più belle del mondo che siamo fortunati di avere vicino a noi.

Il geologo Antonio Cossutta, che è venuto a parlarci a scuola e ci ha accompagnati in gita ad Andreis, ci ha fatto scoprire cose interessanti che non conoscevamo e per questo lo ringraziamo molto. Abbiamo approfondito gli argomenti, attraverso molte attività e laboratori, sperimentato e creato, divertendoci, mediante gli esperimenti e i lavori che abbiamo realizzato in aula. E per questo ringraziamo anche le nostre maestre».

I
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segreti del sasso

Note di valutazione sul percorso realizzato

Entrambi i lavori sono stati realizzati nei tempi previsti, con un alto interesse dimostrato dai ragazzi che hanno posto domande pertinenti alle guide, sapendo anche approfondire alcuni argomenti con domande, gestite autonomamente, rivolte ai familiari.

Fasi di lavoro e loro articolazione

Le attività hanno avuto inizio con la visita da parte della classe quarta al museo etnografico locale e con gli allievi della quinta classe impegnati in un itinerario sul territorio alla scoperta e alla conoscenza delle tre chiese fornesi.

Quindi, in classe quarta, con le immagini raccolte e con le informazioni ricevute dalla guida, è stato realizzato un PowerPoint arricchito da brevi filmati creati dai ragazzi. In classe quinta, invece, con le immagini e le informazioni messe insieme durante la visita guidata e impiegando anche le interviste ai nonni e bisnonni, sono stati ricavati materiali per elaborare tre lapbook cartacei e tre movie maker, adeguatamente commentati dai ragazzi.

Ad affiancare gli allievi e i loro insegnati sono intervenuti Antonio Cossutta, guida del Parco delle Dolomiti Friulane, che ha intrattenuto i giovanissimi studenti sul tema dei materiali da costruzione usati un tempo. Due esperti locali hanno accompagnato e guidato i due gruppi classe durante le rispettive visite, Annaluigia Anziutti al Museo etnografico e Isidoro Perissutti nel caso della visita alle tre chiese di Forni di Sopra.

Inoltre, gli alunni hanno potuto migliorare le loro abilità nell’uso di tecnologie multimediali ed artistiche. I giovanissimi hanno valutato positivamente il progetto, riconoscendo di aver ampliato le loro conoscenze storiche e artistiche relativamente al territorio di appartenenza, sperimentando con piacere alcune innovative e coinvolgenti modalità di lavoro.

Io vivo qui… a Forni di Sotto

La principale motivazione sottostante la scelta di partecipare al progetto era la conoscenza “affettiva” del proprio territorio, attraverso i luoghi indicati dagli alunni. Ne consegue che la finalità principale era la presentazione e la conoscenza del territorio in cui è inserita la scuola primaria di Forni di Sotto, al fine di permettere anche agli alunni non residenti di essere partecipi dell’ambiente di vita esplorato nell’ambito del progetto

Le tematiche approfondite sono risultate in particolare le seguenti: la mappa come rappresentazione dello spazio geografico ridotta, simbolica, approssimata; la cultura locale e la vita quotidiana dei bambini di un tempo, con particolare riferimento ai giochi tradizionali e alle storie.

A supporto dell’azione costante delle insegnanti sono intervenuti Andrea Guaran, docente di Geografia presso l’Università degli Studi di Udine, che ha incontrato gli alunni della classe terza, soffermandosi sugli aspetti peculiari del loro territorio e stimolando il confronto con ambienti diversi, e Mario Clocchiatti, esperto informatico della rete Sbilf che ha supportato le insegnanti nella produzione della mappa interattiva.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“Val Tagliamento” Ampezzo (Ud)

SCUOLA

Primaria di Forni di Sotto

CLASSI

I, II e III

INSEGNANTI

Anna Ariis

Paola Clerici

Barbara Nassivera

Anna Rainis

Daniela Zattiero

Alla scoperta del nostro territorio
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Fasi di lavoro e loro articolazione

Il progetto è stato organizzato in diverse fasi qui di seguito sintetizzate.

Esplorare il territorio circostante, ricordando e utilizzando anche alcuni percorsi effettuati durante i precedenti anni scolastici, al fine di conoscere paesi e le borgate che compongono la Valle.

Identificare e conoscere le tracce storiche presenti nel territorio (le tombe longobarde, il castello…) e i vecchi mestieri, ora desueti, attraverso letture, i racconti dei nonni…

Visitare il Museo Provinciale della Vita Contadina di San Vito al Tagliamento e scoprire che molti degli oggetti, degli attrezzi esposti in quella sede provengono proprio dalla Val Tramontina.

Comprendere che l’economia di sussistenza, tipica delle comunità della valle, ha portato all’emigrazione e, quindi, allo spopolamento.

Scoprire nuove attività lavorative che possano diventare un’opportunità e una fonte di reddito per le famiglie.

Dal momento che il gruppo-classe è costituito da bambini di differenti età, trattandosi di una pluriclasse, si è dimostrato fondamentale attuare strategie operative diversificate, flessibili e adattabili ai diversi gruppi che compongono l’insieme della pluriclasse.

Gli alunni hanno esplorato l’ambiente circostante, visitato il Museo Provinciale della Vita Contadina di San Vito al Tagliamento, hanno ascoltato storie, condotto ricerche storico-geografiche-naturalistiche e hanno realizzato dei disegni con la guida di alcuni esperti: Lisetta Totis per le competenze storico-geografiche-naturalistiche; Guido Carrara come illustratore; Elisa Pessa e Silvano Titolo per la realizzazione della presentazione in PowerPoint.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Il viaggio a bordo della mongolfiera, alla ricerca delle proprie origini, è stato stimolante e coinvolgente per gli alunni, che hanno partecipato al progetto sempre con interesse e tanto entusiasmo. Sono stati i protagonisti di un viaggio, tra il reale e il virtuale, che ha rafforzato in loro il senso di appartenenza al territorio in cui vivono e li ha arricchiti di nuove conoscenze e competenze.

Gli stessi alunni hanno dichiarato di aver imparato a conoscere l’ambiente, la storia e le attività che si svolgevano un tempo nel territorio in cui vivono, attraverso i racconti di “oggetti strani”, di “fiori”… e questo è stato interessante e piacevole. La visita al Museo di San Vito al Tagliamento è risultata una bellissima e interessante esperienza e anche immaginare e disegnare il futuro della Val Tramontina li ha fatti riflettere sull’importanza di rispettare e amare i loro piccoli paesi.

Percorrendo la Val Cellina… sulle tracce degli animali

L’analisi del territorio di appartenenza deve costituire il punto di partenza per la definizione della didattica e dell’educazione dei nostri ragazzi.

Aderendo, quindi, al progetto “Io vivo qui, nelle Dolomiti friulane”, si è mirato ad accrescere nei ragazzi la consapevolezza delle peculiarità del territorio di cui fanno parte approfondendone gli aspetti faunistici.

Attraverso l’analisi di uno degli aspetti salienti del contesto in cui sono immersi, il fine è stato quello di sensibilizzare gli alunni alla coscienza e alla tutela dell’ambiente e della sua biodiversità

In un’ottica di cittadinanza responsabile e attiva, questo assume un’importanza fondamentale se calato su cittadini appartenenti al contesto Parco che insiste su un contesto territoriale di pregio che dal 2009 è stato iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dell’umanità, proprio grazie all’unicità paesaggistica e alla sua importanza geologica.

Mediante la realizzazione dell’iter progettuale si è cercato di conseguire le seguenti mete educative: promuovere un confronto sui temi quali la tutela ambientale e la salvaguardia della biodiversità; approfondire la conoscenza geografica del territorio; imparare a riconoscere l’impatto dell’attività dell’uomo sulla natura, con particolare attenzione all’elemento faunistico; sviluppare uno spirito di osservazione attento e critico; sperimentare diverse metodologie di ricerca delle informazioni, imparando a utilizzare diverse categorie di fonti; organizzare attraverso opportuni percorsi di sintesi i contenuti appresi e approfonditi; strutturare un elaborato attraverso i supporti informatici.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“D.M. Turoldo”

Montereale Valcellina (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado

“G. Pascoli” di Claut

CLASSE I INSEGNANTE

Beatrice Marson

Adriano Rizzitello

Un viaggio in mongolfiera 17 16

Sul piano operativo la classe ha analizzato il territorio approfondendo l’elemento faunistico. Accanto allo studio di alcuni degli animali distintivi del paesaggio dolomitico (aquila reale, gallo forcello, gallo cedrone, cervo, camoscio, stambecco, salamandra pezzata, vipera) si è voluto far conoscere quelle che sono le strutture dell’Ente Parco nel territorio della Valcellina, destinate alla conservazione, alla tutela e alla divulgazione della conoscenza; in particolare, l’attenzione si è concentrata sul centro recupero rapaci di Andreis, sulla riserva naturale di Pianpinedo e sul centro visite del Parco di Cimolais.

Nelle ricerche effettuate una particolare cura è stata riservata al riconoscimento di quelle che possono essere le tracce che gli animali lasciano sul territorio di loro pertinenza. A tal fine si è cercato di educare i ragazzi all’osservazione accurata degli elementi dell’ambiente circostante: incontrare gli animali nel loro habitat non è cosa né facile né immediata. È in quest’ottica che l’individuazione e lo studio delle tracce hanno assunto un ruolo centrale nell’approfondimento della ricerca, che si è sviluppata a partire dalle seguenti macro aree: avifauna (rapaci e tetraonidi), mammiferi (ungulati), anfibi, rettili e la fauna di torrente.

Ad accompagnare i ragazzi, sia nel corso delle uscite sia di alcuni incontri propedeutici a scuola, sono stati la guida del Parco Antonio Cossutta (visita al centro recupero rapaci di Andreis e alla mostra “L’avifauna” di Andreis; escursione alla riserva di Pianpinedo) e la dott.ssa Lisetta Totis (visita alla mostra “La fauna del Parco” c/o il Centro visite di Cimolais).

Fasi di lavoro e loro articolazione

Tenendo in considerazione ciò che negli studenti della classe coinvolta sembrava accendere maggior entusiasmo, è stato individuato l’argomento su cui basare la ricerca.

Quindi, partendo da visite guidate sul territorio, alla scoperta di quelle che sono le tracce degli animali autoctoni, si è voluto tentare un’analisi puntuale e precisa di alcune specie faunistiche di cui si è potuto avere contatto più o meno diretto. Utili a tale scopo sono stati, oltre al canonico materiale bibliografico, gli interventi delle guide del Parco, sia frontali in aula, sia in loco.

Particolare attenzione è stata inoltre assegnata alle informazioni riguardanti gli interventi di monitoraggio e tutela che gli esperti dell’ente rivolgono alla fauna: ecco che la visita presso il centro recupero rapaci di Andreis e presso la riserva faunistica di Pianpinedo sono diventate l’occasione per una riflessione sulle modalità “d’intervento consapevole” che l’uomo opera nei confronti della natura.

Dalla fase di ricerca si è passati a quella di rielaborazione delle informazioni, nella quale la classe è stata divisa in gruppi di lavoro. L’attenzione si è poi focalizzata sulla stesura degli elaborati e sulla costruzione della presentazione finale con l’utilizzo dei mezzi informatici.

Note di valutazione sul percorso realizzato

L’attività laboratoriale è risultata lo strumento per motivare gli allievi e renderli protagonisti consapevoli e responsabili del processo di apprendimento. Gli alunni hanno partecipato di buon grado al progetto proposto, dimostrandosi interessati e coinvolti rispetto all’argomento trattato. Hanno potuto sperimentare due distinte modalità del fare ricerca: quella in aula che prevede l’utilizzo di fonti bibliografiche e sitografiche e quella in loco che invece ha richiesto modalità completamente diverse di approccio. I ragazzi hanno lavorato sia individualmente che in piccoli gruppi: questo ha permesso a ogni singolo alunno di poter apportare il proprio contributo secondo le proprie competenze e capacità.

Antichi mestieri lungo le acque dell’alta Val Cellina

Il progetto si proponeva di accrescere la conoscenza e la valorizzazione del territorio in cui vivono ragazzi. Attraverso la metodologia della ricerca sul campo, il confronto di fonti diversificate, incontri con esperti, appassionati, parenti e anziani del paese i ragazzi hanno indagato il loro territorio e le attività economiche di un tempo, in particolare relative allo sfruttamento delle acque del torrente Cellina.

Facendo riferimento alle Indicazioni Nazionali si intende evidenziare la stretta connessione della scuola con il suo territorio, promuovendo la condivisione di valori e saperi che fanno sentire i membri della comunità come parte di un tutt’uno D’altra parte, la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie è una via privilegiata per educare a una consapevolezza unitaria e plurale.

In un’ottica di cittadinanza attiva sono state messe in azione modalità e strategie per raggiungere i seguenti traguardi di competenza:

1 riconoscere i cambiamenti apportati dall’uomo nel territorio attraverso l’osservazione di diverse aree geografiche;

2 saper riconoscere l’importanza dell’elemento naturale (nel caso specifico l’acqua) nelle diverse attività economiche sorte e sviluppate in passato e che nel tempo si sono alcune mantenute, in parecchi casi modificate o anche scomparse;

3 sapersi orientare nelle carte e nel territorio;

4 conoscere gli elementi base della toponomastica ed essere in grado di metterli in relazione con il territorio;

5 saper cercare, selezionare e riorganizzare diverse tipologie di fonti;

6 realizzare un prodotto utilizzando software di presentazione e di testo.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“D.M. Turoldo”

Montereale Valcellina (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado

“G. Pascoli” di Claut

CLASSE II A

INSEGNANTI

Andrea Comina

Daniela Zanolin

Percorrendo la Val Cellina… sulle tracce degli animali
19 18

Nel corso dell’iter progettuale sono stati presi in esame soprattutto gli aspetti antropologici del territorio del Parco delle Dolomiti friulane legati allo sfruttamento dell’acqua, con una particolare attenzione rivolta agli utilizzi economici della risorsa idrica. Così ad essere approfonditi sono stati gli usi energetici, esaminando le centrali idroelettriche (visita ad una centrale con la guida di Mario Giordani) e i mulini, gli impieghi industriali, in particolare i battiferro e le fornaci. Ma sono stati indagati anche la storica attività della fluitazione del legname, l’imbottigliamento dell’acqua minerale e la produzione del mugolio. Diverse le uscite realizzate, con le guide messe a disposizione nell’ambito del progetto: nell’alta Val Cellina, al museo della Casa Clautana e Ciasa da fum e alla centrale idroelettrica.

Fasi di lavoro e loro articolazione

L’attività si è strutturata in diverse fasi tra loro concatenate. Agli interventi iniziali del geologo Antonio Cossutta, è seguito un approfondimento sulla toponomastica e in particolare sull’individuazione di idronimi sulla carta topografica del territorio dell’Alta Valcellina. In altri momenti si è proceduto ad organizzare la visione guidata di filmati riguardanti gli antichi mestieri, sollecitando il riconoscimento di quelli legati allo sfruttamento/utilizzo dell’acqua. Abbastanza numerose sono state le uscite sul territorio accompagnati e guidati da informatori/ esperti del luogo. Ad essere visitati sono stati la Centrale elettrica Coden, il mulino e la segheria di Lesis e un antico battiferro. Il lavoro è proseguito con le attività di ricerca e di selezione delle diverse tipologie di fonti, sia a scuola che autonomamente; quindi la rielaborazione e

Note di valutazione sul percorso realizzato

Gli alunni hanno dimostrato interesse nell’affrontare un percorso legato al territorio che ha permesso loro di sentirsi parte attiva nella co-costruzione di saperi da acquisire e da condividere. I compiti sono stati assegnati in base alle capacità e competenze di ognuno in modo da valorizzare l’apporto di ogni singolo studente.

a Forni di Sopra

Alla base del percorso intrapreso vi è la ricerca, lo studio e la valorizzazione del luogo dove l’alunno abita e vive, luogo che spesso non è conosciuto, non soltanto dal punto di vista fisico e geografico, naturalistico, ma anche dal punto di vista storico-antropologico. Lo studio della casa fornese rappresenta pertanto un veicolo per scoprire e riscoprire le tradizioni, la vita di un tempo, per riscoprire il proprio ambiente, per valorizzarlo, per amarlo ancora di più

Un itinerario di ricerca che si poneva alcune importanti mete: conoscere e riconoscere la realtà in cui vive e dimora l’alunno; scoprire che la realtà in cui l’alunno vive è inserita in un contesto molto più ricco e protetto, quello delle Dolomiti Unesco; scoprire e riscoprire la vita di un tempo vissuta dai nonni fino agli anni ’60-’70 del secolo scorso; riconoscere il valore delle testimonianze dirette e indirette; conoscere i mestieri indispensabili alla costruzione della casa, dal muratore al carpentiere, anche in previsione della scelta della scuola futura; riconoscere il valore del lavoro di gruppo e del senso di appartenenza; rafforzare e potenziare l’autostima e l’autonomia esponendo le proprie ricerche sia all’adulto che al gruppo dei pari.

Il progetto si è concretizzato nell’analisi delle più importanti e significative unità abitative della comunità di Forni di Sopra, prese in esame dal punto di vista geologico, architettonico-urbanistico e artistico, scoprendo le pratiche quotidiane connesse alle diverse tipologie di edifici.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“Val Tagliamento” Ampezzo (Ud)

SCUOLA: Secondaria di Primo Grado di Forni di Sopra

CLASSI II e III

INSEGNANTI

Annalisa Barbarito Amodeo

Alessandra Discepolo

Federico Paroni

Giacomo Straulino

vivo qui…
Io
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Antichi mestieri lungo le acque dell’alta Val Cellina

La mappa… non è il territorio?

Preliminarmente è necessaria una premessa relativa alla composizione del gruppo classe. Buona parte degli alunni (10 su 23) è di origine non italiana e non sempre le rispettive famiglie hanno potuto proporre ai ragazzi un’esperienza riguardante il territorio circostante il centro di Maniago, dove la maggior parte di loro abita. Altri cinque ragazzi provengono da famiglie italiane non originarie dell’area.

Il progetto “La mappa non è il territorio?” perciò rispondeva bene a una duplice necessità della classe: consentiva ai ragazzi una conoscenza più approfondita della ricchezza del proprio territorio; forniva ai ragazzi l’occasione di riflettere consapevolmente sul loro attaccamento al territorio e sul loro modo di viverlo

Tra le principali finalità del progetto vale la pena sottolinearne alcune, quali: diffondere la conoscenza del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane; sviluppare la consapevolezza della ricchezza e unicità del patrimonio ambientale e culturale delle Dolomiti; offrire un’opportunità di esperienza diretta per migliorare la conoscenza del territorio circostante il luogo di residenza; favorire la riflessione su di sé, sulla propria percezione e sull’attaccamento ai luoghi di vita; stimolare la consapevolezza della differenza tra territorio e percezione dello stesso e infine costruire un senso comunitario del territorio.

Nel corso del progetto i ragazzi hanno deciso di prendere in esame alcuni temi e specifici aspetti: le Dolomiti e le loro particolarità geologico-paesaggistiche; le località turistiche delle Dolomiti; la Val Cellina, la Val Colvera e la Val Tramontina; le vecchie vie di comunicazione e il loro recupero sul piano cicloturistico. Inoltre, sono state affrontate le seguenti altre tematiche: il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane (posizione, valli, wilderness flora e fauna, opportunità); i caratteri territoriali e l’ecosostenibilità; gli strumenti per la lettura dei processi territoriali relativi ai luoghi di residenza e ai luoghi conosciuti: le carte geografiche, le mappe di comunità, i luoghi del cuore (territorio e percezione dello stesso).

Quindi, si è proceduto a un approfondimento della realtà di Poffabro, annoverato come uno dei “Borghi più belli d’Italia”, esaminandone la storia economica, le attività tradizionali e il ruolo della latteria sociale, il fenomeno dell’emigrazione, le forme di recupero eco-turistico, le strutture architettoniche e l’organizzazione urbanistica.

ISTITUTO COMPRENSIVO

“Margherita Hack” Maniago (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado

“G. Marconi” di Maniago

CLASSE II C

INSEGNANTE

Martino Flamia

Fasi di lavoro e loro articolazione

Il percorso progettuale è stato realizzato a partire da metà gennaio e si è concluso nei primi giorni di maggio del 2017, articolato in diverse fasi.

Inizialmente si è provveduto a momenti di condivisione di immagini fotografiche e commenti dei luoghi del cuore. Brevi webquest su: Dolomiti e loro particolarità geologico-paesaggistiche; località turistiche delle Dolomiti; val Cellina, val Colvera, val Tramontina; vecchie vie di comunicazione e recupero cicloturistico; Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. A seguire la raccolta di dati e l’organizzazione di grafici (luoghi di residenza, luoghi conosciuti nel territorio) e infine la condivisione dei lavori su piattaforma.

Quindi sono stati svolti gli interventi della dott.ssa Lisetta Totis sui principali aspetti paesaggistici e territoriali, organizzati in modalità laboratoriale. A seguire un laboratorio di lettura e analisi di carte a gruppi, l’introduzione alle mappe di comunità. Infine, i luoghi del cuore: il territorio e la percezione dello stesso.

A metà febbraio è stata organizzata un’uscita sul territorio a Poffabro, con la guida sempre di Lisetta Totis: lettura del paesaggio, storia economica, attività tradizionali e visita alla latteria sociale, emigrazione e recupero ecoturistico, strutture architettoniche, il borgo e il parco. Nelle giornate successive si è proceduto alla condivisione delle riflessioni sull’uscita a Poffabro.

I mesi di marzo e aprile sono stati utilizzati, un incontro pomeridiano ogni settimana, per la progettazione e la realizzazione della mappa di comunità.

A maggio, quindi, è stato somministrato il questionario di autovalutazione, si è operata una riflessione sull’attività complessiva e si è proceduto alla elaborazione della presentazione degli esiti del lungo percorso condotto.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Il progetto è stato volutamente rivolto ad una classe vivace, ma generosa, in cui la forte presenza di ragazzi di origine non italiana ben si prestava a sviluppare una riflessione sul senso di appartenenza ai luoghi. Il desiderio era quello di conoscere il vissuto territoriale dei ragazzi, di svilupparne la consapevolezza e di diffondere la conoscenza delle Dolomiti Patrimonio dell’umanità UNESCO, del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, della storia locale e delle basi della geografia della percezione. Da sottolineare come nella fase di realizzazione della mappa alcuni ragazzi si sono limitati ad una fase esecutiva più che propositiva.

Sulla base dei risultati del questionario di autovalutazione, si può affermare che l’attività abbia avuto una ricaduta positiva in termini di consolidamento della conoscenza del territorio; in questa direzione, l’anno venturo si procederà a rafforzare la consapevolezza di questa ricchezza, promuovendo l’esperienza diretta del Parco.

Annotazioni valutative da parte dei ragazzi

I ragazzi così si sono espressi in relazione all’esperienza che li ha visti protagonisti:

«Siamo una classe molto vivace, che ha bisogno di qualcuno che la ‘riordini’ costantemente per lavorare bene; grazie a questa mappa di comunità abbiamo dimostrato di poterlo fare» (Erik).

«Abbiamo scelto di partecipare al progetto perché ci sembrava una sfida: direi che l’abbiamo superata» (Mattia).

«Abbiamo speso molte ore per realizzare la mappa; la maggior parte di noi si è impegnata: è venuta bene, è ordinata… certo, alcuni dettagli potevamo curarli meglio» (Marika).

«Prima del progetto non conoscevo praticamente niente delle Dolomiti, io non sono di qui. Ora ho scoperto che le Dolomiti sono molto importanti e che fanno addirittura parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO!» (Robert).

«Ho scoperto che vicino a noi abbiamo un luogo che è importante conoscere» (Brenda).

«Abbiamo scoperto che nel Parco vivono delle specie animali e floreali che si trovano solo qui» (Riccardo).

«Visitando Poffabro e ascoltando la spiegazione della guida, ho capito che una volta si passava più tempo in famiglia rispetto ad oggi» (Erik).

«A Poffabro abbiamo imparato la semplicità e il silenzio» (Riccardo).

«Abbiamo usato il cartoncino grigio per far risaltare il cemento della città e l’asfalto delle strade, e metterli in contrasto con il cartoncino del parco, che è verde per sottolineare la sua naturalità» (Riccardo).

«Nella nostra mappa di comunità vediamo i posti a noi più cari, quelli dei nostri ricordi e delle nostre avventure. Ci sono parti della mappa più affollate rispetto ad altre: questo rispecchia il nostro modo di percepire il territorio intorno a noi» (Erik).

La mappa… non è il territorio?
25 24

I borghi della Val Meduna

Alla base del percorso progettuale intrapreso c’era la ferma intenzione di fornire agli alunni le occasioni e gli strumenti per apprendimenti legati all’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono.

Le mete che si desiderava conseguire riguardavano la promozione di un atteggiamento di sensibilità e di rispetto nei confronti dell’ambiente; l’impulso alla conoscenza del proprio ambiente dal punto di vista naturale e storico-antropologico; la maturazione di un senso di appartenenza e di collaborazione attiva verso l’ambiente in cui si vive; la consapevolezza che il territorio può offrire nuove prospettive lavorative nel rispetto dell’ambiente; la promozione del riconoscimento dei valori e delle specificità locali del territorio locale.

Ad essere affrontati sono stati quindi diversi aspetti, tra i quali in particolare le forme di insediamento nelle borgate della Val Meduna e le attività lavorative (antichi mestieri), le malghe e le casere, l’alpeggio e la monticazione; inoltre, le più significative vicende storico-culturali del territorio, con particolare riferimento ai moti insurrezionali di Navarons del 1864, alla battaglia di Meduno del 1917 durante la Prima Guerra Mondiale, alla lotta partigiana in Val Tramontina; infine anche i caratteri fisici, biologici e geologici che caratterizzano il territorio.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“Antonio Andreuzzi” Meduno (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado di Meduno

CLASSE

III (laboratorio ambientale)

INSEGNANTI

Sandra Ferrarin

Mauro Ragogna

Fasi di lavoro e loro articolazione

Gli alunni hanno esaminato in classe aspetti relativi alla fauna, alla flora e alla morfologia del territorio locale. Quindi sono stati presi in considerazione gli aspetti antropologici e storici, con riferimento ai moti insurrezionali e alle due guerre mondiali.

Ciò ha favorito un lavoro di approfondimento sulla figura storica di Antonio Andreuzzi e della lotta partigiana in Val Tramontina. Armati di macchine fotografiche e notes, gli allievi hanno svolto delle uscite nel territorio (Navarons–Casa Museo Andreuzzi ed escursione al Troi da li fous; le borgate di Frassaneit e Palcoda in Val Tramontina; Borgo Pitagora, borgo Del Bianco di Meduno, Monte Valins) guidati di volta in volta da guide naturalistiche e dal responsabile della sezione della Val Meduna dell’Associazione nazionale alpini.

Le osservazioni e le conoscenze sono state rielaborate attraverso la creazione di una presentazione multimediale.

Note di valutazione sul percorso realizzato

L’attività è stata svolta all’interno di un laboratorio di “educazione ambientale e storia del territorio” con un gruppo di alunni delle classi terze nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto scolastico.

Gli alunni hanno dimostrato interesse, impegno, partecipazione attiva al progetto. Attraverso questo percorso hanno imparato ad apprezzare e ad amare di più il proprio territorio e anche a collaborare alla realizzazione di un progetto condiviso. Sicuramente questa attività ha permesso loro di acquisire una maggiore consapevolezza della propria identità e un più consapevole e responsabile senso di appartenenza al territorio.

Annotazioni valutative da parte dei ragazzi

Al termine del percorso laboratoriale gli studenti così si sono espressi:

«Attraverso questa attività abbiamo conosciuto meglio il nostro territorio, imparato ad amarlo e a rispettarlo. Abbiamo approfondito aspetti della nostra storia. Inoltre è stato piacevole e interessante prendere parte a uscite guidati dai nostri insegnanti».

«È stata un’esperienza bellissima che ci ha permesso di vivere momenti in comune a contatto diretto con la natura, ma soprattutto ci ha fatto capire meglio il nostro “mondo” e conoscere le nostre “radici”».

I borghi della Val Meduna
27 26

L’adesione al percorso progettuale è nata dalla volontà di fornire agli alunni gli strumenti di apprendimento interdisciplinare legati all’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono, individuandone le caratteristiche geografiche, sociali, economiche e culturali e cogliendone le relazioni. In particolare sono state individuate le seguenti fondamentali finalità: promuovere la conoscenza del proprio ambiente da diversi punti di vista: geografico, naturalistico, geologico, storico, antropologico; favorire il riconoscimento dei valori e delle specificità locali del territorio; far maturare un senso di appartenenza e di collaborazione attiva verso l’ambiente in cui si vive; utilizzare la creatività per progettare e realizzare elaborati che valorizzino il territorio locale di esperienza quotidiana. Nello specifico si volevano anche conseguire alcune mete, strettamente di natura didattico-educativa. Così i ragazzini al termine del percorso sarebbero stati un grado di orientarsi consapevolmente nello spazio vissuto e rappresentato, avrebbero conosciuto e costruito le principali forme di rappresentazione grafica e cartografica, avrebbero saputo utilizzare la toponomastica come strumento di conoscenza dello spazio geografico, avrebbero acquisito le abilità idonee ad osservare, descrivere e confrontare i paesaggi geografici e pure sarebbero stati capaci di elaborare un gioco che potesse essere uno strumento di conoscenza del territorio. Le principali tematiche intorno alle quali si è concentrata l’attenzione degli studenti hanno riguardato le forme e le modalità di rappresentazione del territorio, la toponomastica per comprendere l’origine del nome dei luoghi in funzione di aspetti naturalistici, storici o legati all’uso dei luo ghi, i caratteri floristici, faunistici e geologici dei luoghi come diverse chiavi di lettu ra per apprezzare gli aspetti naturalistici dell’ambiente indagato e infine i linguaggi dei fumetti e delle vignette come efficaci strumenti di narrazione e comunicazione.

Fasi di lavoro e loro articolazione

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“D.M. Turoldo”

Montereale Valcellina (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado

CLASSE II C

INSEGNANTI

Maila Chiarot

Salvatore Pacetto

Vera Patrizio

Dopo un primo momento introduttivo, utile per inquadrare il progetto all’interno del quale si sarebbero posizionate tutte le attività, è seguito l’intervento a scuola del dott. Antonio Cossutta che ha affrontato le principali tipologie di carte geografiche, guidando gli allievi alla lettura delle informazioni contenute nelle varie carte, di diversa scala e contenuto tematico, portate ad esempio e di seguito proponendo il laboratorio “Trova i toponimi derivati da aspetti faunistici, floristici, idrologici e storico-culturali”, individuandoli e classificandoli. In particolare, sono stati indagati accuratamente toponimi dell’area di Andreis.

Una giornata è stata quindi dedicata alla realizzazione di una escursione, nei dintorni di Andreis, per toccare con mano gli aspetti salienti del territorio indagato, cogliendo in modo spontaneo e diretto il legame tra alcuni dei toponimi e le caratteristiche dei luoghi da essi denominati. La classe, guidata dal dott. Cossutta, ha esplorato il territorio di Andreis con un percorso ad anello dal centro abitato alla chiesetta di San Daniele, fino a raggiungere la sorgente “Aga dal Muscle” lungo il torrente Susaibes, passando per la località Sott’Anzas. In questo modo è stato possibile analizzare ed osservare direttamente vari aspetti del territorio (morfologici, geologici, faunistici, floristici e storico-antropologici), soffermandosi su alcune peculiarità dei diversi siti (tracce di attività animale, rimboschimenti spontanei di aree precedentemente destinate a pascoli, evidenze del sovrascorrimento periadriatico, specchi di faglia, sorgente in località “Aga dal Muscle”, piccoli affioramenti di bitume fossile, massi con fossili di vari organismi, etc).

La visita è poi proseguita all’Archivio del Fumetto d’Alta Quota “Paolo Cossi”, presso il centro visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Qui i ragazzi hanno avuto modo, con l’intervento del prof. Andrea Comina (in qualità di socio fondatore dell’associazione Màcheri che gestisce l’archivio) di consultare volumi della ricca collezione di fumetti e graphic novels e di avere una guida esperta per la lettura e l’interpretazione delle vignette esposte (presso l’archivio e lungo le stradine del centro storico di Andreis) per la mostra “Caneva ride” - concorso internazionale di satira di costume.

Durante i mesi di aprile e maggio i ragazzi hanno lavorato in classe sull’ideazione e produzione dell’elaborato finale. L’idea iniziale è stata di realizzare le vignette relative ai toponimi che più erano rimasti impressi nella fase di analisi cartografica e nella visita ad Andreis. Secon-

dariamente, gli alunni hanno introdotto il personaggio di Vitas, un folletto dei boschi che funge da guida all’interpretazione delle vignette, ispirato da un lavoro sul fumetto elaborato dalla classe 1a C, con le prof.sse Maila Chiarot e Fabiola Mella, e con l’intervento dello stesso Paolo Cossi.

Le vignette sono quindi state corredate da quiz con risposta a scelta multipla, quesiti che si riferiscono ai toponimi e alla loro collocazione geografica rispetto all’abitato di Andreis. Vignette e quiz sono stati posizionati in una mappa del territorio interessato, che verrà stampata in grandi dimensioni (90 cm x 140 cm) su un pannello da affiggere in un sito di Andreis e che fungerà da base per il gioco interattivo sui toponimi, adatto in particolare ai bambini di scuola primaria e secondaria di primo grado.

Per lo svolgimento del gioco è stata realizzata una brochure con le istruzioni e il supporto per la compilazione: si tratta di risolvere i quesiti ed inserire le lettere relative alla risposta in apposite caselle, riuscendo così a comporre un messaggio destinato ai fruitori del gioco.

La mappa-gioco potrà essere collocata (corredata delle brochure per la compilazione individuale del gioco) in un punto di interesse dell’abitato di Andreis, e offrirà un’occasione ludica per l’apprendimento dei toponimi, della morfologia e per l’orientamento visuo-spaziale per i bambini che visiteranno Andreis e i suoi dintorni, in un’ottica di promozione turistica del territorio. Lo stesso materiale può costituire un supporto didattico da utilizzare a scuola per un approccio laboratoriale multidisciplinare allo studio del paesaggio e del territorio, magari propedeutico ad uscite didattiche mirate.

Io ci Andreis
Io ci Andreis
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Note di valutazione sul percorso realizzato

Si è voluto progettare un elaborato finale partendo dalla toponomastica perché si pone come disciplina “radente” a diverse materie della scuola secondaria quali l’italiano, la geografia, la storia e le scienze, dando quindi ad ogni studente la possibilità di scegliere quale affinità approfondire. La finalità principale è stata quella di far comprendere, con esperienze dirette, che la lingua è un documento di storia, geografia, scienze e che può narrare i fatti come un film in modo tale che gli studenti abbiano una visione dinamica della presenza stessa della lingua nello spazio abitato dall’uomo e del suo doppio aspetto di permanenza e di cambiamento nel tempo. Attivare una ricerca sui toponimi del territorio di Andreis ha costituito un’occasione autentica di scoprire, studiare e far conoscere l’origine e il significato delle denominazioni popolari antiche di luoghi familiari agli alunni, sorprendendoli per la ricchezza di informazioni che un semplice nome può suggerire. La toponomastica costituisce, infatti, un insostituibile strumento per la conoscenza del territorio, poiché conserva il ricordo fossilizzato delle caratteristiche dei luoghi e delle loro modificazioni nel corso dei secoli. Si tratta di un patrimonio affidato in larga parte alla memoria e dunque soggetto ad una rapida scomparsa con il venir meno di una cultura attenta alle realtà locali. Giocando con la toponomastica è possibile anche rafforzare le conoscenze geografiche e storiche, creando una connessione tra il vissuto e ciò che spesso appare solo come una nozione astratta. La trasposizione di quanto appreso sotto forma di gioco a quiz da somministrare ai più piccoli è risultata un’occasione per capovolgere i ruoli: gli alunni prima hanno studiato, si sono documentati e poi hanno scelto cosa trasmettere ad altri discenti. La richiesta di produrre dei disegni li ha motivati in quanto la modalità grafica è molto gradita ma è stata anch’essa momento di riflessione sugli elementi da inserire in quanto i disegni dovevano essere una fotografia dei luoghi reali da loro conosciuti e che dovevano essere agevolmente riconoscibili ai fruitori del gioco.

Annotazioni valutative da parte dei ragazzi

Al termine del lungo percorso di ricerca, gli studenti hanno espresso i loro giudizi su quanto sperimentato, sulle modalità di lavoro e sugli apprendimenti acquisiti. E così:

«Ho imparato cosa sono i toponimi e quali possono essere le loro origini».

«Ho scoperto luoghi pacifici e stupendi vicino a casa, che prima non conoscevo».

«È stato divertente ascoltare le spiegazioni di Cossutta sulla vita degli abitanti di Andreis del passato, le loro usanze e abitudini, e la spiegazione, a volte molto singolare, dell’origine di alcuni toponimi».

«È stato bello realizzare le vignette e quiz».

«Ho imparato tante cose».

«Mi piace pensare che, per fare un progetto, uso le conoscenze di tante materie».

«Sono stato contento di creare un gioco che possa essere utile ma anche divertente per altri alunni».

«È bello lavorare con due professoresse di materie diverse che si integrano a vicenda».

ci Andreis “Dolomiti Friulane Patrimonio dell’Umanità” 30
Io

IO VIVO

© 2017

Regione Friuli Venezia Giulia Servizio paesaggio e biodiversità

www.settimanadolomitiunesco.it

Ringraziamenti

Un ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno collaborato alla realizzazione dei progetti, in particolare: a Lisetta Totis e Antonio Cossutta (Cooperativa S.T.A.F.), al tutor tecnico Marco Favalli, ai Dirigenti Scolastici e a tutti gli insegnanti.

Immagini

In copertina: Luci dell’alba sul monte Borgà, foto Luciano Gaudenzio

Seconda e quarta di copertina e pagine 1, 2, 4 e 31 e 32, foto Luciano Gaudenzio.

Le foto dei progetti sono state fornite dagli Istituti Comprensivi.

Tutte le altre immagini provengono dall’archivio del Parco Naturale Dolomiti Friulane.

Progetto grafico Interattiva, Spilimbergo (PN)

Questa pubblicazione è stata stampata su carta naturale certificata FSC.

DOLOMIT FRIULANE PATRIM O NIO DE L L’ UNESC O nelle
Parco Naturale Dolomiti Friulane UTI della CARNIA
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