Io Vivo Qui - Dolomiti Friulane 2013/15

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PROGETTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DELLE PROVINCE DI PORDENONE E UDINE ANNI SCOLASTICI 2013/2015 DOLOMITI FRIULANE PATRIM O NIO DE L L’ UNESC O nelle IO VIVO

La scelta di diffondere nei giovani appartenenti all’area delle Dolomiti UNESCO la consapevolezza del valore del territorio ove vivono, è sicuramente una scelta vincente non solo per quanto riguarda le nuove generazioni, e quindi l’avvenire di questo bene, ma anche per quanto riguarda il presente: è un dato di fatto che molto spesso sono proprio i giovani, ed i bambini in particolare, che ci richiamano con convinzione e semplicità ai nostri doveri e analogamente ai nostri valori.

Per cui non posso che plaudere al lavoro svolto dagli allievi e dai loro insegnanti, convinto che i contributi descritti in questa pubblicazione saranno un ottimo veicolo di valorizzazione del patrimonio che dobbiamo tutelare.

“i ragazzi hanno avuto la possibilità di sperimentare la bellezza di questi luoghi unici al mondo”

“i contributi descritti in questa pubblicazione saranno un ottimo veicolo di valorizzazione del patrimonio che dobbiamo tutelare”

È con vivo orgoglio che porgo il mio apprezzamento al progetto “Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’UNESCO”, percorso che ha permesso ai ragazzi dei comprensori dell’Alto Friuli, ma non solo, di conoscere e amare la terra in cui vivono.

Con i loro lavori e le loro riflessioni, ragazzi hanno avuto la possibilità di sperimentare la bellezza di questi luoghi unici al mondo, prendendo ancor più consapevolezza della fortuna di vivere in un territorio colmo di ricchezze paesaggistiche e culturali assolutamente da preservare. Largo spazio, dunque, ai progetti che mirano alla sensibilizzazione dei giovani affinché diventino protagonisti di iniziative per il mantenimento e la salvaguardia del nostro patrimonio.

L’Ente Parco Naturale Dolomiti Friulane, istituito con Legge Regionale n. 42 del 1996, ha tra suoi obiettivi istituzionali quello di “promuovere l’incremento della cultura naturalistica mediante lo sviluppo di attività educative, informative, divulgative e di formazione”. Alla luce di ciò, fin dall’inizio l’Ente Parco si è dedicato all’azione formativa a supporto dell’attività didattica delle scuole del territorio, creando fin da subito una stretta collaborazione con gli insegnanti che operano con i ragazzi dei Comuni del Parco.

Con deciso entusiasmo è stato quindi accettato l’incarico che la Fondazione “Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO”, su indicazione delle Province di Pordenone e Udine e in sintonia con il coordinamento di STEP (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio di Trento), ha voluto affidare all’Ente Parco per la gestione di un progetto di formazione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado delle aree direttamente coinvolte nel sistema 4 del bene UNESCO delle “Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave”, volto a promuovere il senso di appartenenza a un territorio riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità”. La proposta formativa è stata rivolta ad insegnanti e studenti delle classi quarta e quinta della scuola primaria e delle tre classi della scuola secondaria di primo grado.

Al fine di garantire un elevato grado di efficacia del progetto, una prima fase è stata dedicata a creare una solida e motivata rete di docenti che potesse anche successivamente continuare nel tempo l’azione educativa e formativa finalizzata a promuovere l’appartenenza e la conoscenza di un territorio di elevato valore sia paesaggistico e naturalistico che storico e culturale.

Considerata la netta suddivisione orografica delle Dolomiti Friulane nelle due aree provinciali, le attività formative per gli insegnanti sono state condotte separatamente presso le strutture del Parco a Forni di Sopra (UD) e ad Andreis (PN). Il risultato di questa fase ha consentito la realizzazione di dieci pro-

getti che hanno coinvolto una quindicina di classi per circa duecento studenti. Guide naturalistiche ed esperti del territorio sono stati messi a disposizione in qualità di tutor per seguire i ragazzi e gli insegnanti nella concretizzazione delle diverse idee progettuali che alla fine, dopo un anno di lavoro, sono state presentate in due diverse occasioni. Questa pubblicazione raccoglie sinteticamente lavori realizzati al fine di divulgarli e proporli come “buone pratiche” da riprodurre anche in altri contesti territoriali. L’iniziativa “Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’UNESCO”, per l’Ente Parco è stata un’occasione per affermare ancor più decisamente il suo ruolo di entità educativa e formativa del territorio che si pone come strumento a disposizione del mondo della scuola, in grado di fornire l’opportunità per esperienze dirette con l’ambiente e di promuovere un maggior attaccamento affettivo e identitario al territorio di vita.

Siamo convinti che la promozione dell’appartenenza al proprio territorio, come è stato fatto con l’iniziativa sostenuta dalla Fondazione UNESCO, è e dovrà essere uno degli elementi fondamentali sul quale puntare per consentire di sviluppare solidi principi di consapevolezza del valore del contesto territoriale di riferimento che è riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità”.

“la realizzazione di dieci progetti che hanno coinvolto una quindicina di classi per circa duecento studenti”

DOLOMI FRIULANE PATRIMONIO DE L UNESCO ll IO VIVO
Graziano Danelin Direttore del Parco Naturale Dolomiti Friulane
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Finalità e valori educativi dell’azione progettuale

Confesso che mai avrei immaginato di ritrovarmi ad assistere a presentazioni così interessanti e particolarmente stimolanti, proposte dai gruppi classe nel corso delle due giornate dedicate alla pubblicizzazione dei percorsi di apprendimento condotti, quando nella primavera del 2013 mi era stato chiesto dalle due Province, di Pordenone e di Udine, di assumere la funzione di responsabile scientifico dell’intero percorso informativo e formativo indirizzato ai docenti e agli studenti degli istituti comprensivi che insistono sui territori interessati dal Patrimonio dolomitico riconosciuto dall’UNESCO. Oltre duecento studenti, raggruppati in quindici classi, tra scuola primaria (sette) e secondaria di primo grado (otto), guidati dai loro insegnanti, hanno accolto favorevolmente l’opportunità messa a disposizione dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, nello specifico dalla Rete della Formazione coordinata dalla Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio (Step) di Trento, e resa concreta dall’azione dell’Ente Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, opportunamente individuato dalle due province come agenzia formativa.

Se il principale obiettivo del progetto riguardava la maturazione e il consolidamento di una cittadinanza attiva, declinata rispettivamente istituto per istituto e classe per classe, di certo le esperienze di ricerca-azione condotte e pure i prodotti realizzati sono felicemente ad attestare che lo scopo è stato adeguatamente perseguito e in buona parte raggiunto.

Tutte le presentazioni conclusive, infatti, indipendentemente dalle mediazioni comunicative e tecnologico-strumentali alle quali hanno fatto ricorso, hanno rivelato una forte aderenza ai propositi iniziali del progetto “Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’UNESCO”. I giovanissimi studenti hanno preso a cuore i rispettivi territori di vita – gli spazi vissuti – facendo in modo di conoscerli in modo approfondito e partecipe, di prendersi cura di alcuni loro aspetti e/o angoli e di ricercare le modalità e i canali più idonei per farli conoscere e apprezzare e per promuoverli.

La cornice che racchiude tutti i percorsi non può che essere quella del mondo delle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, sistema 4 del bene seriale delle Dolomiti UNESCO, un territorio montano ricco di valenze geologiche, geomorfologiche, naturalistiche e ambientali, ampiamente documentate dai ragazzi nei loro lavori, e di valori culturali, di carattere etno-antropologico, storico e artistico. Comunque, monti e le vallate delle Dolomiti Friulane sono il costante riferimento di tutti i lavori di ricerca affrontati nelle diverse sedi scolastiche, indipendentemente dal fatto che le emergenze prese in esame appartengano ai paesi di Claut, di Tramonti di Sopra, di Forni di Sotto e di Forni di Sopra, centri abitati in cui hanno sede le scuole di alcuni dei gruppi-classe che hanno preso parte al progetto, oltre a rappresentare i luoghi di residenza degli allievi, oppure a Vajont, comune di alta pianura, ma connesso con un filo diretto, fatto di tristi ricordi e di sogni spezzati, ai centri abitati di Erto e Casso località dalla quale sono arrivati alcuni dei nonni dei bambini a causa del disastro della diga sul torrente Vajont.

Finora si è posto l’accento soprattutto sulle presentazioni conclusive offerte dai bambini e dai ragazzi; tuttavia il plauso è rivolto in particolare ai percorsi di apprendimento che li hanno coinvolti per un periodo di alcuni mesi, ringraziando a maggior ragione gli insegnanti che li hanno accompagnati. Chiara è infatti la consapevolezza che il processo assuma un valore ben più importante e realmente formativo del risultato: quest’ultimo sicuramente rimane vivo nel tempo nella memoria di chi ne è stato protagonista, ma ciò che plasma un carattere e contribuisce a costruire mattonelle utili per un progetto di vita è senza dubbio il processo che comporta ideazione, programmazione, costanza di impegno e capacità di verifica e di revisione, tutte qualità che risultano indispensabili nella costruzione della personalità e del cittadino a tutto tondo.

L’auspicio è che il percorso che ha coinvolto i ragazzi rappresenti solamente la tappa iniziale di una sempre più stretta collaborazione tra la Fondazione Dolomiti UNESCO e gli istituti scolastici, immaginando pure un allargamento del numero delle scuole coinvolte, con l’interessamento di altre sedi attive nei territori della montagna friulana.

Il sostegno di progettualità rivolte all’arricchimento del patrimonio conoscitivo concernente il territorio di vita presenta il grande vantaggio di costituire un investimento redditizio per il futuro, un modo semplice e silenzioso per praticare effettivamente la sostenibilità e non solo per dichiararla come troppo spesso si verifica in vari ambiti e situazioni. Infatti, se si desidera che le nuove generazioni nel prossimo futuro, una volta conclusi gli studi, scelgano l’opzione di rimanere a vivere in montagna e di elaborare loro progetti di vita ancorati ai valori di cui la montagna è positivamente carica, risulta essenziale che apprendano a voler conoscere e a saper apprezzare le risorse e i beni che i territori montani esprimono, quali la natura, il paesaggio, le espressioni autentiche di una cultura popolare e i manufatti che la tradizione ha saputo e sa produrre.

“L’auspicio è che il percorso che ha coinvolto i ragazzi rappresenti solamente la tappa iniziale di una sempre più stretta collaborazione tra la Fondazione Dolomiti UNESCO e gli istituti scolastici”

DOLOMI FRIULANE PATRIMONIO DE L UNESCO ll IO VIVO
Andrea Guaran Responsabile scientifico
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Le scuole e i percorsi educativi

In cammino… alla scoperta di Gianfrancesco da Tolmezzo p. 7

Istituto comprensivo Val Tagliamento di Ampezzo (Ud)

Scuola Primaria di Ampezzo-Mediis

Classe V

Il re dei fiumi del Friuli Venezia Giulia

Il Tagliamento p. 9

Istituto comprensivo di Meduno (Pn)

Scuola Primaria di Cavasso Nuovo

Classi III e IV

Sentirsi testimone dei valori locali e abitante delle Dolomiti p. 12

Istituto comprensivo Val Tagliamento di Ampezzo (Ud)

Scuola Primaria di Forni di Sopra e Forni di Sotto

Classi IV e V

Il lavoro in montagna ieri e oggi p. 14

Istituto comprensivo di Maniago (Pn)

Scuola Primaria di Maniago

Classe V B

Vivere qui a Tramonti: tra acque, animali, boschi, luci e… sogni p. 15

Istituto comprensivo di Meduno (Pn)

Scuola Primaria di Tramonti di Sotto

Classi I, II, IV e V (Pluriclasse)

Vajont… dopo il Vajont p. 17

Istituto comprensivo David Maria Turoldo di Montereale Valcellina (Pn)

Scuola Primaria “Vittorino da Feltre” di Vajont

Classe IV

Il viale: La formazione del paesaggio tra geologia, idrografia e antropizzazione p. 20

Istituto comprensivo David Maria Turoldo di Montereale Valcellina (Pn)

Scuola Secondaria di Primo Grado di Claut

Classe II A

La mappa interattiva di Forni di Sopra p. 21

Istituto comprensivo Val Tagliamento di Ampezzo (Ud)

Scuola Secondaria di Primo Grado di Forni di Sopra

Classi I, II e III

Alla scoperta di Andreis, piccolo patrimonio

delle Dolomiti Friulane p. 23

Istituto comprensivo di Maniago (Pn)

Scuola Secondaria di Primo Grado

Classe III C

Il sentiero racconta… p. 24

Istituto comprensivo di Meduno (Pn)

Scuola Secondaria di Primo Grado

Laboratorio “Ricerca ambientale”

gruppo-classe misto, III A, III B e III C

Gli incontri di presentazione dei progetti

17 dicembre 2014

Maniago (PN)

Aula magna della Scuola secondaria di primo grado “G Marconi”

18 dicembre 2014

Forni di Sopra (UD)

“Ciasa dai Fornés”

In cammino… alla scoperta di Gianfrancesco da Tolmezzo

Il percorso ha preso avvio avendo come motivazione fondamentale la volontà di fornire agli alunni occasioni e strumenti di apprendimento legati all’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono. In definitiva, l’intento era quello di educare alla cittadinanza attiva e responsabile a partire dalla conoscenza e dalla riflessione sul territorio e sul paesaggio locali

Tra le finalità si ricordano la comprensione che i fattori rappresentati dallo spazio e dal tempo e l’elemento del territorio caratterizzano profondamente la vita di ciascuna persona. Inoltre, attraverso le attività realizzate, che in particolare hanno puntato alla promozione del patrimonio artistico-culturale attraverso l’elaborazione di materiale di divulgazione, si è cercato di conseguire l’appropriazione di una coscienza, individuale e collettiva, del valore del paesaggio dal punto di vista artistico-culturale e geo-storico, allo scopo di poter procedere ad una graduale ricostruzione della storia e quindi dell’identità culturale in relazione al territorio di appartenenza. In questo modo è possibile garantire una maturazione di una relazione di attaccamento affettivo e identitario con il territorio di vita e di diretta esperienza.

Nello specifico le principali tematiche prese in esame hanno riguardato In cammino… alla scoperta di Gianfrancesco da Tolmezzo, percorso di conoscenza e visita guidata delle tre chiesette (San Martino a Socchieve, San Lorenzo a Forni di Sotto, San Floriano a Forni di Sopra) affrescate dal pittore.

Si è proceduto avvicinando i bambini alla biografia del pittore Gianfrancesco da Tolmezzo, facendo conoscere loro gli elementi architettonici che caratterizzano una chiesa e mettendoli nelle condizioni di poter leggere un’opera d’arte, sapendo individuare in essa le caratteristiche essenziali che la contraddistinguono (elementi del linguaggio visivo, tecnica utilizzata, stile dell’artista). Le opere d’arte del pittore si sono così rivelate l’oggetto di attenzione del percorso di ricerca e scoperta, da saper osservare, riconoscere e comparare, e allo stesso tempo il veicolo per avvicinare gli allievi alle opere d’arte e ai loro linguaggi.

I bambini sono pure stati posti nelle condizioni di poter progettare, realizzare e riprodurre alcune opere, ricorrendo a diverse tecniche grafico-pittoriche.

ISTITUTO COMPRENSIVO Val Tagliamento Ampezzo (Ud)

SCUOLA Primaria di Ampezzo-Mediis CLASSE

INSEGNANTI Orestina Lenna Sonia Martini

DOLOMITI FRIULANE PATRIM O NIO DE L L’ UNESC O nelle
IO VIVO
V
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Fasi di lavoro e loro articolazione

Il percorso è stato strutturato in alcune fasi che si sono costantemente affiancate, intrecciate e alternate. La prima ha riguardato la scoperta e la sperimentazione della dimensione visiva dei luoghi scelti (raccolta informazioni e dati significativi, osservazione, esplorazione mediante varie uscite sul territorio).

Quindi è subentrata la dimensione operativa: attività laboratoriali utilizzando la creta, varie tecniche grafico-pittoriche e fotografiche, realizzazione di prodotti finiti (video documentario, lapbook su Gianfrancesco da Tolmezzo, produzione creativa di un pannello espositivo da affiggere nell’atrio della scuola).

La terza era relativa alla dimensione cognitiva e affettiva (riflessione/i e valutazione, conoscenza e giudizio).

Il lavoro è stato quindi presentato ai compagni di classe V di Villa Santina, favorendo l’acquisizione delle capacità di raccontare e di informare. Il progetto ha usufruito della collaborazione di una storica dell’arte, Nadia Danelon, autrice del volume “Guida artistica alla chiesa di San Martino”, e dell’esperto Marco Favalli per le realizzazioni audio e video.

Note di valutazione sul percorso realizzato

L’organizzazione del percorso in fasi di lavoro progressive ha permesso agli alunni di scoprire, apprendere, operare, rielaborare in modo significativo le conoscenze acquisite e di apprezzare dei beni culturali di valore storico-artistico del territorio di appartenenza.

L’attività laboratoriale ha favorito la relazione di gruppo attivando la collaborazione e il dialogo.

Gli alunni si sono dimostrati entusiasti e hanno partecipato alle varie attività proposte con interesse e in modo propositivo. La realizzazione del video, in particolare, ha visto il pieno coinvolgimento dei bambini, i veri protagonisti del filmato.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

«Anche se con fatica ce l’abbiamo fatta. È stato molto bello andare in visita alle tre chiesette. È stata un’esperienza fantastica».

«È stato bello realizzare il filmato, noi non ce l’aspettavamo: è partito tutto da una semplice chiesetta. Da lì in poi è stata tutta una scoperta: ogni chiesetta visitata racchiudeva una storia importante. Con le nostre maestre abbiamo fatto dei laboratori prendendo come spunto gli affreschi delle tre chiesette dipinte da Gian Francesco da Tolmezzo. È stata un’esperienza fantastica per tutti noi».

«È stato bello fare il filmato e anche il libro. Questo argomento è stato stupendo e interessante e siamo riusciti a concluderlo».

«È stato sì molto ma molto faticoso, ma bello e abbiamo scoperto tante ma tante cose».

«È stato bello disegnare le Sante con la maestra e i miei compagni di classe».

«Il percorso su Gian Francesco è stato un lavoro di scoperte. Abbiamo lavorato molto su questo argomento, arricchendo le nostre conoscenze, e abbiamo imparato nuove tecniche pittoriche».

«È stato bello visitare le tre chiesette affrescate da Gian Francesco del Zotto da Tolmezzo. Abbiamo scoperto che l’artista contornava le figure di rosso ed è stato bello sperimentare anche noi questa particolare tecnica di pittura. Abbiamo scoperto molte altre cose importantissime e interessanti anche grazie a Nadia, una studiosa. Un’altra bella novità è stata l’arrivo a scuola del regista esperto per realizzare un fantastico filmato. Con la maestra abbiamo fatto un laboratorio con la creta rappresentando, ognuno, il volto di una Santa che Gian Francesco ha raffigurato nelle chiesette da lui affrescate. Le stesse Sante le abbiamo riprodotte non solo con la creta ma le abbiamo anche disegnate sui fogli. È stata un’esperienza veramente fantastica che ha arricchito le nostre conoscenze e le nostre abilità».

«A noi è piaciuto molto partecipare alla realizzazione del documentario e visitare le tre chiesette. Ci siamo divertiti molto in particolare nel disegnare le Sante con le sfumature. Abbiamo imparato molto su Gian Francesco, sui suoi affreschi e sulle sue tecniche pittoriche».

La scuola, nell’ambito dell’Educazione Ambientale e alla Cittadinanza, per coinvolgere gli alunni nella conoscenza degli aspetti naturalistici e della loro conservazione, degli aspetti antropologici e relativi alla considerazione della vita in senso biologico ed etico, focalizza le attività didattiche curricolari e quelle integrative per il raggiungimento delle competenza chiave di cittadinanza secondo il procedimento di ricerca-azione, contestualizzato nel tessuto geografico-storico, antropico e naturalistico del territorio regionale. In questo contesto si è inserito anche il progetto Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’umanità

Attraverso la realizzazione del progetto si sono perseguite le seguenti mete educative: promuovere la conoscenza del proprio territorio, del patrimonio naturalistico e culturale ad esso afferente, del paesaggio come memoria storica degli eventi e come sintesi visibile della relazione uomo-ambiente e della sua influenza nei processi di formazione dell’identità individuo-territorio, per la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente; maturare una relazione di maggior attaccamento affettivo e identitario con il territorio di vita e di diretta esperienza; condividere un percorso consapevole di co-costruzione di identità territoriale e perciò di cittadinanza; conoscere il fiume Tagliamento tra geologia, idrologia, aspetti naturalistici e rapporto uomo/fiume.

Il percorso ha permesso di prendere in esame i seguenti aspetti: rotolando con i sassi – geologia e geografia: la posizione e l’ambiente geografico, la formazione delle montagne; le pietre: da sasso a granellino di sabbia; lungo il fiume – ecologia: greto, sponde, prati magri ed evoluti, sentieri; la fauna e la flora – dai monti alla foce; l’uomo e il fiume – storia: tra fatti, tradizioni folcloristiche e religiose, leggende e aneddoti; l’uso della pietra – antropologia: case, muri, mosaici, portoni, cortili; l’uso delle acque – antropologia: dighe, canali per l’irrigazione, abbeveratoi e fontane; la tutela e la salvaguardia del fiume Tagliamento: norme e regole SIC Valle del Medio Tagliamento, ZSC SIC Greto del Tagliamento, siti nel Parco delle Dolomiti Friulane.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

Meduno (Pn)

SCUOLA

Primaria di Cavasso Nuovo

CLASSI

III e IV

INSEGNANTI

Antonella Antonini

Raffaela Corrado

Gloria Cassan

re
Friuli Venezia Giulia Il Tagliamento
Il
dei fiumi del
In cammino… alla scoperta di Gianfrancesco da Tolmezzo
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Fasi di lavoro e loro articolazione

Note di valutazione sul percorso realizzato

Annotazioni valutative da parte dei bambini

Si è proceduto alla realizzazione di un ipertesto, “Il Re dei Fiumi del Friuli Venezia Giulia - Il Tagliamento”, che ha interessato la storia del fiume, in particolare prendendo in esame il ponte di Dignano e il ponte stabile di Preone, oltre al tema della guerra.

Dal punto di vista geografico i bambini hanno esaminato il percorso del fiume, dalla sorgente alla foce, le caratteristiche degli affluenti; alcuni aspetti di toponomastica; inoltre hanno realizzato il plastico della valle del Tagliamento.

Accanto agli elementi di natura geografica, il percorso ha toccato anche temi geologici, relativi alla formazione dei ciottoli e alla loro classificazione, quelli floristici e faunistici; ampio spazio è stato dedicato pure alle tematiche letterarie e a quelle antropologiche – I mestieri nati dal fiume: mosaicisti, terrazzieri, tagliapietre, trasportatori di legna, traghettatori.

Momenti fondamentali per lo sviluppo dell’intero progetto sono risultate le uscite sul campo, con esperienze di osservazione diretta, che hanno toccato l’area SIC “Magredi del medio Tagliamento” in comune di Forgaria del Friuli, il SIC “Greto del Tagliamento”, l’alta valle del Tagliamento in comune di Forni di Sopra e a Preone e infine la foce e la pineta di Lignano.

La ricerca-azione condotta dagli alunni, con l’aiuto di insegnanti e degli esperti Antonio Cossutta e Caterina Santambrogio, si è svolta attraverso le seguenti fasi: l’esame del contesto territoriale nelle sue diverse caratterizzazioni e nei suoi elementi di connotazione mediante l’uso di schede di osservazione e di studio; la ricognizione diretta, ivi compresi l’indagine sulla percezione del contesto territoriale presso la popolazione locale, l’interazione con gli enti locali e con altre associazioni interessati al territorio e alla sua amministrazione; l’acquisizione e archiviazione dei dati caratterizzanti il contesto territoriale tramite la schedatura delle diverse componenti, naturali e manufatti, e l’eventuale realizzazione di una banca dati geo-referenziata; l’inquadramento storico generale (le fonti, i riferimenti letterari, l’iconografia, manufatti); la rappresentazione delle tematiche trattate attraverso l’uso di diverse tecniche: il disegno, il mosaico, la fotografia, la videoripresa, la cartografia tematica; l’elaborazione di un giudizio critico di sintesi sul contesto studiato; la proposta per la tutela e/o valorizzazione e/o fruizione del contesto studiato; la comunicazione dei risultati ottenuti attraverso la grafica, la pittura, la fotografia, il racconto, la realizzazione di power point, dvd, cd, riprese video, nel rispetto delle predisposizioni di ogni alunno.

Grazie a esperti che hanno fornito il loro fondamentale contributo, si sono organizzati diversi momenti laboratoriali: ”Le modalità dell’acqua nel passare attraverso i diversi terreni dei magredi”; “Riconoscimento ciottoli del Tagliamento”; “Evaporazione e traspirazione della vegetazione dei magredi”; “La magia del restauro” per la tutela del patrimonio storico-artistico delle zone limitrofe (Spilimbergo); “Il Sentiero del Profumo”, per produrre disegni sui fiori dei magredi e per creare un calendario e un libro di narrativa; “Sassi, terrazzi e mosaico” per produrre un bozzetto con tema tipico di disegni realizzati dai maestri mosaicisti e terrazzieri.

Gli alunni si sono dimostrati entusiasti di tutte le attività che nell’ambito del progetto, inserito nell’offerta formativa dell’Istituto, venivano loro offerte.

Hanno partecipato in modo positivo lasciandosi guidare dai vari esperti e insegnanti che si sono susseguiti, collaborando costantemente e impegnandosi, portando a termine le richieste con attenzione e precisione adeguate. Hanno dimostrato di avere acquisito competenza sufficiente a muoversi nell’ambiente naturale con regole condivise, e non imposte, nel rispetto e per la salvaguardia del ricco patrimonio comune e di aver consapevolezza di appartenere a piccole comunità che sono unite fra loro da affinità dovute alle radici, alla storia passata, alle tradizioni, all’emigrazione e alle caratteristiche naturali che creano inevitabilmente appartenenza al territorio.

Gli allievi hanno dichiarato di aver potuto conoscere gli ambienti naturali esistenti nella loro piccola ma variegata regione. Inoltre, hanno potuto apprezzare i diversi aspetti dei territori incontrati anche durante il viaggio in pullman, perché, a loro giudizio, non succede spesso di poter osservare ciò che ci circonda da una postazione privilegiata come quella.

Particolarmente gradite sono risultate le attività sul campo, come le uscite accompagnate e guidate dal geologo; infatti, così si sono espressi: «abbiamo ascoltato, osservato, imparato tante cose che ci accompagneranno nella nostra vita».

Hanno confermato di aver partecipato ai laboratori con curiosità e aspettative elevate, potendo effettivamente realizzare lavori che li hanno gratificati. Infine, un’ultima serie di valutazioni ha riguardato il fatto che, attraverso l’azione proposta dal progetto, sono stati messi nelle condizioni di raccogliere e riassumere emozioni, esperienze ed incontri progettando e costruendo l’ipertesto “Il Re dei Fiumi”, assemblato poi dalle insegnanti.

Attraverso questo prodotto hanno precisato che sperano di trasmettere anche ad altri allievi il coinvolgimento nello studio del Friuli Venezia Giulia, percorrendolo virtualmente, a volte anche in modo reale, lungo il grande fiume Tagliamento, dalle sorgenti alle foci.

Si sono spontaneamente sentiti di ringraziare tutti gli addetti ai lavori del Parco delle Dolomiti Friulane e dell’UNESCO che hanno permesso loro di partecipare al progetto trasmettendo valori importanti per vivere insieme.

“Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio dell’umanità”
re dei fiumi del Friuli Venezia GiuliaIl Tagliamento 13 12
Il

Sentirsi testimone dei valori locali

e abitante delle Dolomiti

Il progetto si fonda sul riconoscimento della valenza formativa della didattica per progetti, organizzata in unità di apprendimento, approccio che implica la trasversalità degli obiettivi e dei contenuti, l’integrazione fra le finalità e le metodologie, seguendo un itinerario formativo finalizzato alla maturazione delle competenze necessarie per pensare, interagire con gli altri e il mondo culturale, economico e sociale in cui viviamo.

L’analisi del territorio, nei suoi diversi aspetti sia in senso diacronico che sincronico, diventa luogo privilegiato per dare significato concreto alle discipline; lo studio dell’ambiente di appartenenza, delle radici e delle tradizioni locali, infonde nei nostri alunni il senso di appartenenza alla comunità di origine, nonché un interesse costruttivo e positivo per i beni e i servizi comuni e il rispetto del territorio stesso Il progetto ha puntato al conseguimento delle seguenti finalità: costruire e sperimentare un impianto formativo che riconosca il valore della tradizione storica e la ponga in relazione con la contemporaneità; conoscere, valorizzare e divulgare il patrimonio culturale e ambientale del territorio; incentivare interventi di educazione al territorio; conoscere, recuperare e valorizzare gli aspetti della tradizione legati al lavoro e alla produzione, peculiari del territorio dell’Alta Val Tagliamento, che si sono tramandati nel tempo pur conservando una loro precisa identità; utilizzare i mezzi comunicativi più aggiornati e le vesti grafiche più idonee per raggiungere il risultato di assegnare nuova vitalità e interesse alla storia del nostro passato. Il percorso ha preso in esame e approfondito diversi aspetti relativi al territorio locale. In particolare, a essere oggetto di attenzione sono state le lingue fornesi, intese come veicoli della cultura di un tempo. La vita fornese di ieri, considerandone i mestieri, le attività, giochi e le abitudini, è stata indagata e scoperta attraverso le testimonianze dei beni culturali e artistici. Naturalmente, fondamentale è risultata l’azione comparativa, ponendo a confronto la vita di un tempo e la vita dei nostri giorni.

Fasi di lavoro e loro articolazione

ISTITUTO

COMPRENSIVO

Val Tagliamento Ampezzo (Ud)

SCUOLA

Primaria di Forni di Sopra e Forni di Sotto

CLASSI

IV e V

INSEGNANTI

Paola Clerici

Donatella Da Rin Chiantre

Laura Minisini

Barbara Nassivera

Tiziana Perissutti

L’intero percorso progettuale si è strutturato attraverso l’offerta, ricorrendo a esperti di lingua fornese nelle sue due varianti, di lezioni di lingua friulana e cultura locale per tutto l’arco dell’anno, individuando come tema fondamentale quello riguardante la vita del passato fra le Dolomiti Friulane. Intorno a questo asse portante sono state organizzate diverse altre attività di insegnamento e apprendimento, quali l’analisi delle opere pittoriche di Otto D’Angelo e la riproduzione delle stesse, l’esame della figura di Marco Davanzo e della sua produzione pittorica, con la visita alla Pinacoteca di Ampezzo e la predisposizione di un libretto informativo, e la visita ai musei di tradizioni locali “Museo rurale fornese” e “Il filo dei ricordi”, a Forni di Sopra. Usufruendo della collaborazione di alcuni esperti, in grado di avvicinare i bambini ad alcuni dei tratti fondamentali della cultura locale, è stato possibile ad esempio conoscere le caratteristiche e le modalità della tosatura della pecora e della filatura della lana e della mungitura, illustrate da un componente dell’associazione “For da difiendi”. Conclusa la parte conoscitiva e di raccolta della documentazione, tra la quale anche i detti, le filastrocche e le rime del passato, si è proceduto con la fase della rielaborazione al computer, arricchita con illustrazioni ricavate dalle visite ai musei e con la riproduzione di alcune opere di Otto D’Angelo, curando infine la predisposizione della sceneggiatura per la rappresentazione di fine anno, l’allestimento della scenografia e la preparazione di attrezzi e costumi. La rappresentazione finale indirizzata al pubblico, tenuta presso la “Ciasa dai Fornes” a Forni di Sopra, ha costituito il momento conclusivo del percorso.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Il 13 giugno 2014, ultimo giorno di scuola, i bambini di 4ª e 5ª della scuola Primaria di Forni di Sopra e Forni di Sotto hanno messo in scena, nella sala polifunzionale della “Ciasa dai Fornes”, lo spettacolo “Ven chi ti conti …Ven chi ci conti”. Il racconto è da sempre la corsia preferenziale per veicolare esperienze e trasferire il passato alle nuove generazioni. Molte persone, durante tutto l’anno scolastico, hanno saputo dire a questi bambini “Ven chi ti conti” per far loro conoscere la vita di un tempo, tra queste nostre montagne. L’esistenza di ogni famiglia per secoli si è fondata sull’agricoltura, sull’allevamento, sullo sfruttamento del legname e, nei periodi più bui, è stata segnata dalla sofferenza dell’emigrazione.

La rappresentazione ha preso vita a seguito di un lungo percorso di ricerca e scoperta che è durato tutto l’anno scolastico e ha visto la collaborazione di diversi “precettori”. Anche gli oggetti presenti nelle raccolte museali sembravano dire “Ven chi ti conti” poiché, grazie ai racconti degli accompagnatori, parevano prendere vita e spiegare agli alunni quali importanti funzioni svolgessero nella quotidianità delle famiglie di un tempo. Per i bambini è nato spontaneo un paragone tra la vita moderna e l’esistenza nel passato. Così è nata l’idea di mettere in scena due anziani “nonni” fornesi, che vivono in una famiglia attuale e non possono fare a meno di confrontare la vita di un tempo con la vita di oggi, caratterizzata dalle innovazioni tecnologiche, che regalano comodità ma tolgono poesia. Ogni ricordo dei nonni si è animato con la proiezione dei disegni degli alunni, prodotti durante l’anno a seguito delle esperienze descritte, e con le foto reali, gentilmente concesse da Alfio Anziutti. Il ricordo chiamava in scena gli “attori del passato”: bambini che, vestiti con il tradizionale abbigliamento carnico, utilizzavano gli oggetti prestati dai musei per raccontare la mungitura, la lavorazione del latte, la tosatura delle pecore e la lavorazione della lana, la vita in famiglia, i giochi, l’emigrazione.

Ogni flashback dei nonni ha preso vita con il sottofondo della fisarmonica di Andrea Nassivera, il virtuoso alunno di 2ª media che ha saputo creare la perfetta atmosfera, grazie anche alle luci sapientemente gestite da Susan Sherwood.

Questo progetto ha favorito un positivo confronto fra enti del territorio e alunni, coinvolgendo molte e diverse persone che con tanta passione e dedizione hanno collaborato per fare in modo che i bambini si sentano orgogliosi testimoni dei valori locali. Si sa: se non sappiamo da dove veniamo, è difficile decidere dove vogliamo andare.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

“Ci è piaciuto molto e ci siamo divertiti. È stato interessante ed emozionante rivivere il passato e utilizzare gli oggetti antichi come facevano i nostri bisnonni”.

Sentirsi testimone dei
locali e
valori
abitante delle Dolomiti
15 14

Il lavoro in montagna ieri e oggi

Il progetto, riguardante gli antichi e i nuovi mestieri nelle valli del Parco delle Dolomiti, è stato ideato, proposto e realizzato al fine di esplorare e approfondire la conoscenza del territorio in cui si situa la realtà insediativa di Maniago. In particolare, si sono posti alcuni principali macro-obiettivi connessi alla conoscenza degli aspetti dell’ambiente naturale, soprattutto in riferimento ai tratti idrografici e ai caratteri geomorfologici, e del paesaggio antropico, puntando allo studio dello sviluppo storico delle attività umane e all’analisi delle nuove opportunità di lavoro legate al territorio.

Nello specifico gli obiettivi possono essere così riassunti: esplorare il territorio circostante attraverso l’approccio senso-percettivo e l’osservazione diretta; individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano i vari tipi di paesaggio osservati; individuare, riconoscere le tracce storiche presenti sul territorio e utilizzarle come fonti per ricavare fondamentali conoscenze sul passato; riconoscere il passaggio dall’economia di sussistenza allo sviluppo degli antichi mestieri legati all’ambiente di vita, al ricorso all’emigrazione. Inoltre, si è voluto porre gli allievi nelle condizioni di poter conoscere le opportunità offerte dalle nuove attività lavorative.

Tutte le attività sono state condotte allo scopo di sviluppare metodologie di indagine e di ricerca, quindi saper ascoltare relazioni individuandone le informazioni principali, raccogliere informazioni e documentazione durante le visite guidate (in Val Colvera e ad Andreis) e utilizzarle per costruire un ipertesto o un e-book, mettendo in pratica modelli di lavoro che riconducono ai principi della ricerca azione, del problem solving e dell’attività laboratoriale, con la produzione di disegni, testi, ipertesti, presentazioni power point, cd, video e giochi didattici.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

Maniago (Pn)

SCUOLA

Primaria di Maniago

CLASSE

V B

INSEGNANTE

Maura Blarasin

Vivere qui a Tramonti: tra acque, animali, boschi, luci e… sogni

Le ragioni che hanno determinato la scelta di prendere parte al progetto “Io vivo qui, nelle Dolomiti Friulane, patrimonio dell’Umanità” erano soprattutto legate al desiderio di conoscere la realtà del proprio territorio e più in generale del territorio regionale, di saper riconoscere i cambiamenti che avvengono nell’ambiente naturale nelle diverse stagioni e di esplorare gli elementi tipici di un ambiente naturale. Inoltre, tra le mete formative ed educative, si è deciso di sceglierne alcune che potessero caratterizzare il percorso di analisi del territorio locale, concentrando l’attenzione degli allievi sulla risorsa ambientale acqua in Val Tramontina, puntando a far comprendere che l’acqua modifica il territorio, ad esempio indirizzando bambini a ricercare la documentazione che potesse spiegare in che modo l’elemento acqua riesca a determinare l’ambiente circostante (ad esempio il greto del torrente) e che la sua presenza influisce sulla biodiversità: l’acqua pura favorisce la vegetazione e particolari invertebrati. Inoltre, si è cercato di favorire una conoscenza approfondita delle caratteristiche del torrente e l’individuazione dei principali motivi in grado di spiegare i fenomeni di dissesto idrogeologico.

Si è colta l’occasione pure per accrescere la riflessione sull’importanza dell’acqua e sulle varie forme di un suo utilizzo

Di certo, il percorso condotto ha permesso il conseguimento di alcune importanti mete che gli insegnanti si erano posti. Per prima cosa, sul piano strettamente educativo, la capacità di lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione, progettando insieme e imparando sia a valorizzare le collaborazioni, sia ad affrontare eventuali defezioni.

In aggiunta, la ricerca della propria identità culturale attraverso la conoscenza dell’ambiente e della storia locale, comprendendo che è importante, per effettivamente conoscere in modo adeguato un contesto territoriale, sapere riconoscerne le caratteristiche naturali e quelle antropiche, le risorse di cui dispone e le attività economiche in esso presenti (mulini, segherie, fluitazione del legname, impianti elettro-irrigui sul corso del Meduna), anche al fine di rafforzare il legame linguistico-culturale e storico con il territorio di appartenenza.

ISTITUTO

COMPRENSIVO Meduno (Pn)

SCUOLA

Primaria di Tramonti di Sotto

CLASSI

I, II, IV e V (pluriclasse)

INSEGNANTI

Irma Marmai

Lucia Corrado

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Altro aspetto rilevante ha riguardato la ricerca di consolidare, mediante lo sviluppo di una funzionale capacità di osservazione, la conoscenza dell’ambiente in cui i bambini vivono, in modo che possano maturare l’assunzione di atteggiamenti e comportamenti corretti e responsabili propri di una iniziale coscienza ecologica. Usufruendo anche dell’apporto esperto di un geologo-naturalista e di un tecnico delle produzioni audiovisive, nel corso della realizzazione del progetto sono state condotte le seguenti esperienze: esplorazione dell’ambiente; ricerche storico-geografiche e naturalistiche effettuate a scuola; ascolto di narrazioni; esecuzione di danze e canzoni legati all’ambiente naturale e alla sua tutela; realizzazioni artistiche: murales e mosaici; produzione di carte tematiche, di libretti che “raccontano” la storia, vecchi mestieri, i cibi, gli ambienti naturali della Val Tramontina.

Fasi di lavoro e loro articolazione

Gli alunni sono stati stimolati dall’esperienza diretta, prevista dall’azione progettuale, a conoscere gli ambienti della Val Tramontina. Sono state effettuate delle escursioni guidate alla sede del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, alla confluenza dei torrenti Meduna e Viellia e al lago di Selva. Gli allievi hanno seguito un percorso storico-geografico e naturalistico ben preciso per comprendere fatti, avvenimenti, ma anche scelte di vita di alcuni anni fa. Hanno così potuto osservare la realtà del territorio, dialogare e discutere con persone anziane e/o esperti. Per garantire lo sviluppo di quanto il progetto prevedeva sono state utilizzate strategie operative diversificate, flessibili e adattabili alle diverse classi che compongono la pluriclasse.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Il percorso educativo-didattico seguito dagli alunni è stato positivo ed entusiasmante: ha permesso loro di conoscere e di rafforzare il senso di appartenenza al territorio in cui vivono.

Gli alunni, nel corso dei mesi, hanno potuto sperimentare attività diversificate: dai giochi ai murales, dalla lettura alle scienze sperimentali, dalle danze alle canzoni, dalle visite guidate alla produzione di testi. L’insieme articolato di attività, strumenti per realizzarle e processi ha permesso loro di conseguire nuove abilità e conoscenze ed ha arricchito il loro patrimonio culturale e umano.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

Gli alunni hanno trovato molto interessante visitare torrenti, laghi, la sede del Parco sita a Tramonti di Sopra, ecc. Inoltre hanno capito che è importante conoscere l’ambiente in cui vivono, rispettarlo e soprattutto che gli ambienti di montagna vanno tutelati per evitare alluvioni e altri eventi tragici.

Hanno, inoltre, dato un nome al DVD registrato che raccoglie tutte le fasi del percorso progettuale, titolandolo “Vivere qui a Tramonti: tra acque, animali, boschi, luci e …sogni” e hanno inventato una canzone-rap riguardante l’ambiente di loro residenza: “Natura è: non abbandonare Tramonti un raro ridente ambiente montano”.

Vajont… dopo il Vajont

Per prima cosa è opportuno sottolineare che il centro abitato di Vajont presenta una storia del tutto particolare. Dal nulla e in fretta si progettò e costruì un paese all’avanguardia per dare ospitalità ai sopravvissuti che nell’immane tragedia del Vajont (1963) persero tutto. Non fu facile per i superstiti sopravvivere, né adattarsi a tante comodità e modernità in un luogo così lontano e diverso da quello di provenienza.

Bisogna però affermare che oggi la giovane comunità di Vajont, pur conservando gelosamente la sua cultura, che affonda le radici nei paesi di Erto e Casso, è una comunità nuova, aperta, popolata anche da molte famiglie di immigrati, desiderosa di rinascere e affermare l’identità che via via si sta costruendo.

Per soddisfare questo bisogno di identità e appartenenza ad un Paese è stato necessario mettere in atto un’azione di insegnamento/apprendimento che si è sviluppata attraverso la ricerca delle origini e la conoscenza del contesto storico-geografico, culturale e sociale dell’ambiente di vita: è stato un continuo andare e venire nel tempo e nello spazio, un rincorrersi tra passato e presente, un difendere ciò che si è stati, ciò che si è, proiettandosi fiduciosamente nel futuro.

Il percorso progettuale si è posto come principale finalità la consapevolezza da parte degli alunni di appartenere ad un luogo di vita ricco di stimoli e di esperienze, sapendo cogliere e valorizzare gli aspetti che più lo caratterizzano. Si è cercato di rafforzare l’attaccamento al territorio partendo dalle esperienze dei bambini e dalle relazioni affettive che li legano a questi luoghi.

Risulta fondamentale tenere in considerazione che la ricerca di una identità, per Vajont, assume un significato particolare. Con ogni probabilità l’intreccio tra il senso di appartenenza e la conoscenza del territorio, inteso in tutti i suoi molteplici aspetti, può favorire la consapevolezza di vivere in un territorio unico.

L’azione progettuale si è posta inizialmente l’obiettivo connesso alla ricerca e alla conseguente conoscenza dell’identità storica-geografica-culturale di Vajont, paese di recente costruzione con le sue peculiarità e che può cercare di ricavare una serie di opportunità connesse al fatto che sorge nei pressi del Parco delle Dolomiti Friulane e di uno dei sistemi del bene dolomitico riconosciuto dall’UNESCO.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

“D.M. Turoldo”

Montereale Valcellina (Pn)

SCUOLA

Primaria

“Vittorino da Feltre” di Vajont

CLASSE IV

INSEGNANTI

Anna Furlan

Paola Del Fabbro

Vivere qui a Tramonti: tra acque, animali, boschi, luci e… sogni
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La possibilità di cogliere i segni del complesso patrimonio culturale degli allievi, delle loro famiglie e della giovane comunità in cui vivono e di saperlo sviluppare come strumento nella didattica della storia e della cultura locale ha rappresentato un’altra importante meta educativa.

Inoltre, attraverso il confronto, gli allievi hanno potuto cogliere nel passato le radici del presente, riuscendo a riconoscere elementi significativi di ieri nel loro ambiente di vita, ponendo delle solide basi per poter gradualmente prendere coscienza delle dinamiche inerenti la propria crescita, di come esse siano determinate dal contesto storico-sociale-ambientale, dalla capacità di adattamento e dalle relazioni che con tale contesto si istaurano. In definitiva, attraverso la partecipazione alle azioni previste dal progetto, si è cercato di fare in modo che i giovanissimi discenti potessero sentirsi partecipi dello sviluppo socio-culturale del proprio paese, in continua evoluzione, favorendo gli scambi, i cambiamenti e percependone l’arricchimento per se stessi e per la collettività. I temi e le attività intorno ai quali gli allievi sono stati particolarmente sollecitati hanno riguardato l’osservazione e l’analisi delle caratteristiche del paese e del territorio circostante, la formulazione di ipotesi in merito alla scelta del luogo per la ricostruzione della comunità di Erto, il profilo urbanistico realizzato e, infine, gli elementi di continuità con la Valle del Vajont. Così, lo stesso studio della toponomastica della propria via e poi di tutte quelle del paese ha svelato il collegamento (… quel il filo rosso della memoria che abbiamo seguito nel nostro percorso di insegnamento/apprendimento) con la Valle del Vajont e i luoghi del disastro: con le origini. Ulteriori obiettivi di apprendimento sono risultati il saper ricercare le fonti delle informazioni: visionare e classificare documenti (scoprire le tracce delle fasi della ricostruzione nel territorio, leggere e analizzare articoli di giornale, condurre interviste, produrre siti internet, filmati, mappe, planimetrie); acquisire e analizzare le testimonianze, raccolte attraverso questionari e interviste (in particolar modo le testimonianze di genitori, nonni degli alunni e di tutti co-

loro che “hanno costruito” il paese) al fine di percepire e collocare gli eventi storici nella loro dimensione locale e generale, cogliere e documentare i ricordi relativi al “dopo Vajont” (la forza di ricominciare); contestualizzare tali eventi secondo le coordinate spazio-temporali, sapendo comprendere i concetti di continuità e discontinuità, cambiamenti e diversità.

Si è giunti alla conclusione che Vajont è un Paese-Monumento: ogni piazza porta il nome dei luoghi di Erto e di Casso, di quella valle, di quelle montagne; sulla fontana sono impressi i nomi dei propri cari persi per sempre nella tragica notte del 9 ottobre 1963. Ecco perché andare alla ricerca delle origini in un paese come Vajont ha assunto il particolare valore di capire per non dimenticare Anche la conoscenza del proprio territorio sotto l’aspetto prettamente paesaggistico, valorizzandone le peculiarità, si è dimostrato un obiettivo azzeccato, considerando che il fine ultimo è pure quello di evidenziare quali aspetti del territorio siano da salvaguardare e/o da migliorare. Infine un traguardo è stato quello relativo alla documentazione e diffusione del percorso, integrando linguaggi verbali e non (parole, immagini, dati sensoriali): riordinare e catalogare il materiale assunto realizzando una semplice raccolta di parole e immagini fruibile anche da altri in futuro, praticando una effettiva attività laboratoriale integrata.

Fasi di lavoro e loro articolazione

L’opera realizzativa si è suddivisa in alcune fasi. Per prima cosa era necessario ricostruire il percorso effettuato anche negli anni precedenti relativamente alle origini e questo è stato reso possibile dall’impiego di interviste ai nonni e dall’esame dei materiali e documenti relativi alla loro vita a Erto e a Casso. Dal momento che era recentissimo il ricordo della tragedia (il cinquantenario) si è pensato di far partecipare la scuola alla commemorazione civile e religiosa, cercando di porre in evi-

denza il valore della memoria, sapendo che la testimonianza legata al ricordo può manifestarsi anche attraverso un gesto simbolico “a perenne ricordo” (sassi del fiume decorati e recanti ciascuno il nome di una vittima di Erto e Casso). Tra le attività messe in atto, si ricorda la realizzazione della linea del tempo che conduce dalla catastrofe fino ad oggi, utilizzando immagini (fotografie e disegni), la visita alla nuova edizione della mostra “Uno scatto per Vajont” e, contemporaneamente, la partecipazione all’edizione successiva, le diverse uscite nel territorio di Vajont, alla scoperta delle tracce del passato che testimonino la nascita del nuovo Paese, mettendo a fuoco strade, piazze, edifici significativi attraverso una attenta fase di osservazione plurisensoriale delle caratteristiche del paese. Inoltre, un ruolo fondamentale è stato riservato allo strumento dell’indagine; in questo modo gli allievi si sono prodigati nella pianificazione e redazione di questionari e tracce per interviste da sottoporre a genitori, nonni, abitanti di Vajont e dei paesi vicini.

Ad essere “interrogati” dai bambini sono stati pure i rappresentanti delle diverse istituzioni locali (amministrative, culturali, religiose) oltre ai componenti di enti e associazioni, gestori di bar e attività commerciali, gruppi musicali e sportivi Non sono stati trascurati gli aspetti strettamente naturalistici e paesaggistici del più vasto territorio che connette la realtà di alta pianura che caratterizza il comune di Vajont con la zona del lago del Vajont, interessando il greto del torrente Cellina, la forra dello stesso corso d’acqua in località Molassa, la Piana di Cimolais, dalla quale è possibile avere una stimolante panoramica sulle Dolomiti Friulane ammirando la maestosità delle sue cime.

È stato necessario recarsi di persona in quei paesi, per vedere un mondo completamente diverso da Vajont; toccare con mano le difficoltà di chi lì ci è vissuto, cogliere i benefici che quegli ambienti montani offrono: il contatto diretto con le persone e con la natura. Non sono mancati i momenti più divertenti, di carattere ludico, con la partecipazione al Gioco del 50º: un passo indietro e un passo avanti nella storia. Numerosa e arricchente la presenza degli esperti che a diverso titolo e ciascuno con il proprio bagaglio di conoscenze e di esperienze hanno affianca-

to e accompagnato il percorso di apprendimento. A vantaggio dei bambini si sono alternati il geologo, la guida naturalistica e una guida storico-culturale, il tecnico delle immagini e quello informatico, il parroco e due sindaci, di Vajont e di Erto e Casso, e due esperti mosaicisti. Anche i nonni sono venuti a scuola portando con loro oggetti e fotografie; hanno raccontato storie allegre e tristi: storie vere della loro vita tra le montagne a Erto e Casso.

Note di valutazione sul percorso realizzato

A giudizio degli insegnanti è stato importante il lavoro sul territorio avviato già negli anni precedenti, rivelandosi un fondamentale punto di partenza per sviluppare i progetto. Stimolante e positivo il viaggio intrapreso, virtuale e reale allo stesso tempo, lungo l’asta del torrente Cellina, alla ricerca delle radici; percorso che con molta probabilità continuerà in quanto gli argomenti trattati hanno aperto nuove strade che sicuramente potranno essere esplorate nei prossimi anni. Per far comprendere ai bambini i grandi valori è necessario che essi possano fare, agire, sperimentare in prima persona. Questo lungo percorso di conoscenza sulla nascita del loro paese è servito a valorizzare le piccole cose che, agli occhi distratti di tanti, sembrano senza significato. Ha permesso di rafforzare l’attaccamento al proprio territorio, perché con esso si sono stabilite delle relazioni importanti, ad amarlo e per questo a prendersene necessariamente cura.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

I giovanissimi studenti hanno dichiarato di aver imparato tante cose divertendosi e “giocando”, non immaginando che un paese piccolo come quello nel quale risiedono avesse tanti tesori nascosti. Da questo percorso di ricerca sono emerse la consapevolezza di vivere volentieri a Vajont e la convinzione che è necessario impegnarsi per rispettare questo angolo di mondo così prezioso, cercando e trovando soluzioni per mantenerlo integro e migliorare quello che, a parere dei bambini, può effettivamente essere reso migliore.

Vajont… dopo il Vajont 21 20

Fasi di lavoro e loro articolazione

L’intero progetto è stato organizzato alternando e intrecciando vari momenti.

In particolare, cercando di riproporne anche la successione logica e parzialmente anche cronologica, si è provveduto a sensibilizzare gli allievi sugli argomenti trattati, a realizzare diverse uscite didattiche con l’ausilio di esperti, raccogliendo un ricco materiale documentario (fotografie, informazioni, cartografia) sulle tecniche di realizzazione dei portali in pietra nelle case fornesi, ad opera degli scalpellini, sulle cave di pietra da cui si estraeva la fondamentale materia prima.

Inoltre, i ragazzi si sono prodigati per elaborare la documentazione messa insieme, caricandola successivamente su un apposito sito internet, provvedendo anche alla realizzazione di una mappa personalizzata interattiva, caricata online usufruendo della apposita piattaforma messa a disposizione da Google maps, con la proposta di itinerari specifici.

Infine, si è deciso di operare l’esportazione dei contenuti ai fini anche di una loro eventuale pubblicazione.

Link alla mappa interattiva: https://www.google.com/ maps/d/edit?mid=zKNfCNrBR_jQ.kEkYHKpm_wQs

Note di valutazione sul percorso realizzato

Gli alunni hanno dimostrato durante il progetto e nel corso delle uscite didattiche un interesse sempre attivo, partecipando, chiedendo informazioni, crescendo di volta in volta nella comprensione del luogo in cui vivono, dimostrando di saper confezionare materiali utili alla documentazione del percorso svolto, attestando un buon livello di rielaborazione autonoma, realizzando appunti, relazioni, schizzi e disegni, fotografie e video.

Alla scoperta di Andreis, piccolo patrimonio delle Dolomiti Friulane

Lo scopo principale del percorso progettuale è stato quello di rendere gli studenti consapevoli del territorio che li circonda e nel quale vivono, affinché possano comprendere il legame che ognuno intreccia con l’ambiente e possano diventare cittadini attivi e responsabili ai fini della preservazione e del rispetto della natura. In definitiva, attraverso questo percorso formativo, la scuola ha inteso educare i ragazzi alla cittadinanza attiva e responsabile, a partire proprio dal territorio di esperienza quotidiana.

Per conseguire queste mete educative si deciso di avvicinare i ragazzini allo studio della montagna delle Prealpi Carniche e del suo territorio dal punto di vista geologico, naturalistico, storico e antropico

Fasi di lavoro e loro articolazione

Il lavoro è stato suddiviso in due fasi. La prima ha riguardato la raccolta dei dati e dei materiali. I ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi e con la supervisione della giornalista Giulia Sacchi, hanno ricercato informazioni inerenti vari aspetti del borgo di Andreis (natura, geologia, architettura, sport e turismo, cultura).

Quindi si è presa la decisione di far trascorrere al gruppo classe due intere giornate ad Andreis, alloggiando presso la base scout, durante le quali gli allievi hanno girato un cortometraggio-documentario, intervistando testimoni qualificati e la gente del luogo.

Diversi esperti hanno fornito la loro preziosa e specialistica collaborazione. Oltre alla giornalista e a un docente conoscitore del poeta Federico Tavan, anche un esperto per le riprese video e il montaggio, un geologo per gli aspetti fisici del territorio e due istruttori del Nordic Life Park.

Note di valutazione sul percorso realizzato

Si ritiene che il percorso possa essere giudicato positivamente perché ha consentito agli studenti di conoscere un ambiente in maniera approfondita, secondo la logica di ricerca propria del pensiero complesso, teso a problematizzare i vari aspetti che insistono su un territorio: naturalistici, storici, antropici, culturali, ecc.

I ragazzi sono stati coinvolti dinamicamente dai docenti e dagli esperti, si sono attivati con significativa intensità nel lavoro di gruppo, attraverso contributi originali, indicazioni e proposte molto utili su come orientare e ri-orientare il percorso di ricerca, dimostrando così di aver innestato importanti competenze metacognitive.

ISTITUTO COMPRENSIVO Maniago (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado CLASSE III C

INSEGNANTI

Eliana A. Genualdo Fabio Merlino

La mappa interattiva di Forni di
Sopra
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Il sentiero racconta…

Il percorso progettuale è nato dalla volontà di fornire agli alunni occasioni e strumenti di apprendimento legati all’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono. Nello specifico, tutte le attività pianificate e messe in atto convergevano verso le seguenti finalità, il cui conseguimento è stato valutato indispensabile. Per prima cosa si è puntato a promuovere nei ragazzi un atteggiamento di sensibilità e di rispetto nei confronti dell’ambiente, da conoscere dal punto di vista naturale e storico-antropologico. Inoltre, nella costruzione del percorso, si è considerata con particolare attenzione l’opportunità di promuovere un senso di appartenenza e di collaborazione attiva verso il contesto ambientale in cui si vive, mediante il riconoscimento dei valori e delle specificità locali che questo rappresenta e testimonia puntando pure a far comprendere ai discenti che il territorio può offrire nuove prospettive lavorative, proprio nel rispetto dell’ambiente naturale.

Nell’osservanza e tenendo sempre in riferimento queste importanti mete, si è proceduto a prendere in esame e ad approfondire le tematiche riguardanti le forme di insediamento nelle borgate della Val Meduna e le attività lavorative tradizionali (gli antichi mestieri) e le vicende storico-culturali che hanno interessato gli ultimi due secoli di questa vallata, con particolare riferimento ai moti insurrezionali di Navarons del 1864, alla battaglia di Meduno del 1917 nel corso del primo conflitto mondiale e agli sviluppi della lotta partigiana in Val Tramontina. Per collocare e inquadrare geograficamente in modo più puntuale e opportuno gli aspetti storici ed etno-antropologici si è proceduto pure all’approfondimento di alcuni argomenti riguardanti il profilo geologico e quello biologico caratteristici del territorio.

ISTITUTO

COMPRENSIVO

Meduno (Pn)

SCUOLA

Secondaria di Primo Grado di Meduno

CLASSI

Laboratorio

“Ricerca ambientale”

gruppo-classe misto, III A, III B e III C

INSEGNANTI

Mauro Ragogna

Sandra Ferrarin

Patrizio Vera

Fasi di lavoro e loro articolazione

Gli alunni inizialmente hanno esaminato i principali aspetti relativi a fauna, flora e morfologia del territorio locale. Quindi, sono stati presi in considerazione gli aspetti antropici e quelli storici, con riferimento in particolare ai moti insurrezionali e alle due guerre mondiali. Questa articolata operazione di costruzione di una comune base conoscitiva di contesto, ad ampio spettro, sicuramente ha favorito poi un lavoro di approfondimento sulla figura storica di Antonio Andreuzzi e, attraverso questo personaggio, delle vicende che hanno caratterizzato la lotta partigiana in Val Tramontina.

Armati di macchine fotografiche e quadernetti per appunti gli studenti hanno svolto delle uscite nel territorio (Navarons – Casa Museo Andreuzzi ed escursione lungo il Troi da li fous le borgate di Frassaneit e Palcoda in Val Tramontina; Borgo Pitagora e Borgo Del Bianco di Meduno), raccogliendo informazioni e testimonianze assai interessanti. Gli incontri preliminari alle uscite sul territorio e il lavoro sul campo stesso sono stati arricchiti dalla presenza di due figure di esperti, uno per quanto concerne soprattutto le tematiche geologiche, geomorfologiche e ambientali, l’altro sul versante delle conoscenze del territorio montano anche di natura etno-antropologica e storica. Quindi, le osservazioni annotate e le conoscenze apprese sono state opportunamente rielaborate attraverso la creazione di un prodotto informatizzato.

Note di valutazione sul percorso realizzato

L’intero percorso di apprendimento, articolato nelle sue diverse fasi e attività, è stato svolto all’interno di un laboratorio di “Educazione ambientale e storia del territorio” con un gruppo di alunni delle classi terze, nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto scolastico.

Gli alunni hanno dimostrato interesse, impegno, partecipazione attiva al progetto. Soprattutto, attraverso questa serie di attività, hanno imparato ad apprezzare e ad amare di più il proprio territorio, imparando a collaborare alla realizzazione di un progetto condiviso.

Sicuramente questa attività ha permesso loro di acquisire una maggiore consapevolezza della propria identità e del senso di appartenenza al territorio della Val Tramontina, accrescendo in loro il senso di responsabilità.

Annotazioni valutative da parte dei bambini

Gli studenti al termine del percorso progettuale hanno dichiarato che attraverso le varie attività che li hanno visti coinvolti hanno conosciuto meglio il loro territorio, imparando ad amarlo e a rispettarlo.

Inoltre, si sono resi conto dell’importanza di poter approfondire gli aspetti della storia della zona in cui risiedono, ammettendo che è stato sicuramente piacevole e interessante poter partecipare a uscite guidate dai loro insegnanti e dagli esperti e che nel suo complesso si è trattato di un’esperienza bellissima che ha permesso loro di vivere momenti in comune, a contatto diretto con la natura, soprattutto facendo comprendere adeguatamente il loro “mondo” e conoscere le loro “radici”.

Il sentiero racconta…
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“Dolomiti Friulane Patrimonio dell’Umanità”
Provincia di Udine Provincie di Udin Provincia di Pordenone Parco Naturale Dolomiti Friulane

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