Io Vivo Qui - Provincia di Belluno 2012/13

Page 1

La

progettuali delle Scuole della Provincia di Belluno
2012 | 2013
Esperienze
A.S.
Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO presenta

Introduzione

l’eccezionalità di queste montagne, contraddistinte da valori dichiarati unici e straordinari dall’UNESCO

L’affermazione delle Dolomiti a Patrimonio UNESCO è un’opportunità che richiede uno sforzo di rinnovamento nel progettare il futuro di quest’area montana, ma soprattutto un impegno per tutti e la consapevolezza di dover conservare e tutelare nel tempo i valori universali del territorio in cui si vive.

In questo contesto diventa primario il ruolo del cittadino attivo, attore principale dello sviluppo e della della stessa, agisce con senso di cittadinanza, non solo come diritto fondamentale, ma come dovere di responsabilità.

La coscienza di Comunità di ciascun individuo va sviluppata rafforzando l’identità ed il senso di appartenenza del singolo all’interno di processi di interazione e di partecipazione dinamica in un ambito globale. Non rappresenta ciò un’ambizione teorica, è un fondamento per costruire oggi le risorse che saranno domani alla base della solidità e dello sviluppo di un territorio: i cittadini.

E dove partire se non dalla Scuola!

“Io Vivo Qui” è l’attuazione di un percorso educativo per i ragazzi più giovani, che vuole indirizzarsi verso

L’interesse dimostrato dalle Scuole del bellunese ed il riscontro avuto, pur essendo un’iniziativa nuova eto queste tematiche siano imprescindibili per le attività di formazione. I risultati dei progetti svolti nelle Scuole sono entusiasmati e rispetto al messaggio che “Io vivo qui” porta con sé, gli insegnanti e gli alunni hanno svolto un lavoro eccellente.

Paola Matonti | Coordinatrice della Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO e Responsabile della Rete della formazione e della ricerca

Giuliano Vantaggi | Coordinatore del progetto per il territorio della provincia di Belluno

Dolomiti Patrimonio mondiale dell’umanità

Con il contributo di: Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO”

Il paesaggio come volto visibile dell’interazione tra cultura e natura richiede un’attenta lettura che sia in grado di cogliere al di là dell’immagine immediata, la sua vera forma e storia. Senza abbandonare il piano della percezione visivo-sensoriale, primo momento di contatto con l’ambiente, è necessario effettuare un percorso che consenta di addentrarsi nei piani di non immediata visibilità per cogliere gli aspetti di ordine naturale, culturale, storico e simbolico che vi sottendono. Nel paesaggio infatti trovia-

come leggere un palinsesto e che grazie a questa lettura si ha quasi una visualizzazione della storia. Per affrontare il tema dell’educazione al paesaggio e attraverso il paesaggio, come sostiene Benedetta Castiglioni, è necessario trattare tutti i caratteri presenti: produttivi, insediativi, ambientali, culturali e sociali in modo integrato, in rapporto con il nostro passato ed in modo da poter attingere le risorse per un potenziale sviluppo. Alla luce di queste considerazioni è facile riconoscere come la scuola debba svolgere un ruolo centrale e come questa prospettiva renda il paesaggio il fulcro di progetti educativi

rata una struttura organica con il territorio, in un sistema formativo integrato con esso in modo attivo e partecipativo.

Proprio il territorio infatti costituisce il campo privilegiato in cui realizzare processi educativi complessi delle azioni concrete dei singoli individui e della collettività. Solo attraverso quest’opera di interazionenitivi con il territorio che consente la costruzione, sin dalla più giovane età, di una cultura della cittadinanza.

L’opera di territorializzazione, come precedentemente descritta, svolta dalla scuola è esattamente quanto previsto ed auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio, dove all’Art. 6 si prevede: “... sempre nel medesimo articolo della Convenzione si prevede che tra gli “sguardi multipli” quello della fatto che il paesaggio è ,come ricordato, costruzione culturale e storia, in quanto il risultato dei processi naturali e degli insediamenti umani.

Più di recente un altro importante documento ha ribadito il ruolo delle istituzioni scolastiche in quest’am-

ducazione ambientale anche attraverso il rafforzamento del senso di appartenenza territoriale. Lo sviluppo delle competenze previste inducono a parlare di dimensione educativa che si attua nel territorio secondo diverse dimensioni:

• la capacità di sviluppare una visione dei luoghi che ha a che fare con i legami sociali, con la diversità culturale, con l’economia e con le risorse ecc.

-
-
-
Paesaggio come scenario educativo 3

costituisce a sua volta una sorta di piattaforma educativa nella quale la natura, la società e la cultura, attraverso innumerevoli relazioni, contribuiscono a dare una forma, quasi una direzione o un ordine alle attività umane e alla convivenza sociale. In conclusione dal punto di vista educativo il riferimento al paesaggio consente una prospettiva privilegiata per considerare quegli elementi della realtà che rivestono caratteristiche anche dell’urgenza, ma che richiedono ampie visioni e soluzioni innovative di alto spessore culturale, che hanno a che fare con la gestione del nostro futuro. Il punto di approccio da adottare è quello proprio della cittadinanza attiva, quale presupposto di un nuovo ruolo che gli studenti possono assumere, dove il fare è preponderante rispetto ai metodi tradizionali in quanto favorisce il perseguimento di un concetto di cittadinanza responsabile. Questo coinvolgimento attivo nell’educazione alla cittadinanza è una delle priorità sia a livello nazionale che europeo. Nella Raccomandaziocompetenze chiave per l’apprendimento permanente, le competenze sociali e civiche e di cittadinanza attiva sono elencate tra le otto competenze chiave da perseguire ed indicano chiaramente che tutti i livelli d’istruzione devono contribuire all’implementazione di tale concetto nei curricula o attraverso unazioni suggerivano l’adozione di approcci multidisciplinari per facilitare l’acquisizione del sapere, delle attitudini e delle competenze necessarie agli individui per vivere insieme.

La consapevolezza di essere cittadini non si acquisisce, come ribadito soltanto con lo studio teorico, ma tramite concrete esperienze sul campo in cui gli allievi possano condividere ed esperire i valori relativi alla responsabilità civica attiva in relazione al contesto ed agli enti del territorio.

Solamente in questo modo l’educazione alla cittadinanza attiva è esercizio di quell’abitudine mentale

bili e risposte plurali in questa nostra complessa postmodernità, dove il vivere soprattutto in montagna

che pensino ed agiscano in modo autonomo, ma che vedano nella comunità il loro più alto problema di vita”.

stenuto il progetto della Fondazione Dolomiti UNESCO che ha visto il coinvolgimento di otto scuole bellunesi.

Il Paesaggio. Dichiarazione di eccezionale valore universale, criterio VII

-
-
-
Mara De Monte
--

Cittadini in erba. IO VIVO QUI. Territorio, paesaggio, comunità.

il progetto

Questo progetto formativo mira a promuovere la conoscenza del territorio quale occasione di formazione sia della persona in quanto cittadino, sia di per il grado scolastico della scuola secondaria di I grado. Il progetto propone agli insegnanti di utilizzare una metodologia ter, coeren-lomiti UNESCO che svolge l’attività formativa ed educativa attraverso la relativa Rete Funzionale, affeun’iniziativa destinata a docenti ed alunni delle Scuole secondarie di primo grado delle Province il cui territorio è interessato dal Bene Dolomiti UNESCO, a titolo sperimentale avviato nella Provincia di Belluno. Il progetto si è orientato in prima linea di appartenenza con le sue garantire uno sviluppo sostenibile e durevole per la montagna e chi la abita, anche alla luce del signidelle competenze, conoscenze e abilità afferenti l’ nella sua declinazione dinamica di cittadinanza attiva, non solo come modalità di insegnamento formale, ma anche attraverso attività di educazione informale in collaborazione con le diverse risorse presenti sul territorio. Si tratta di promuovere una cittadinanza che risiede non solo nella titolarità di diritti e di doveri bensì nell’agire da cittadini, attraverso la partecipazione alla “costruzione della comunità”, al suo mantenimento nei luoghi, alla sua valorizzazione. Il concetto di cittadinanza che si intende promuovere riguarda quindi anche il recupero del senso di : i loro luoghi, i loro spazi, l’ambiente e i paesaggi nei quali si sentono a casa, che frequentano o che non frequentano per analizzarli, investigarli e comprenderli da punti di vista diversiralistiche ecc. degli spazi “emotivamente sentiti”. Un discorso educativo sulla cittadinanza così intesa si caratterizza per i seguenti aspetti:

1. far riferimento a un insieme di valori condivisi (il senso e il valore del paesaggio come rapporto uo4. realizzare prodotti, dai quali emergano le competenze apprese durante il processo educativo e che utilizzino i media più vicini ai linguaggi propri dell’età dei ragazzi.

5. Nella cornice del Comune di appartenenza o della relativa Comunità, il progetto propone un’idea di tra loro interconnesse:

positivamente valori come la giustizia, la libertà, la solidarietà, essere capaci di decentramento ed

c. dimensione volitiva: compiere scelte e svolgere azioni, mettere in atto comportamenti nella direzione della dimensione affettiva.

5

• 28 settembre 2012 a Longarone

Presentazione del progetto “Io Vivo Qui” alle Scuole

• 23 ottobre 2012 a Belluno

Primo incontro tecnico e di coordinamento con gli insegnanti per l’individuazione dei percorsi educativi e formativi

• 7 dicembre 2012 a Belluno

Incontro per la formazione dei docenti sui temi del paesaggio e della cittadinanza

• 4 giugno 2013 a Longarone

gli incontri ipercorsieducativi le scuole e

• Io Vivo Qui...”che sballo la montagna”

Istituto comprensivo di Auronzo di Cadore

• Quando il treno incontra la bicicletta: viaggio ecosostenibile nel tempo e nello spazio, attraverso il nostro territorio

Istituto comprensivo di Domegge di Cadore | Scuola di Calalzo di Cadore

• Vallesella, storia dello spostamento di un intero paese

Istituto comprensivo di Domegge di Cadore | Scuola di Domegge di Cadore

• Istituto comprensivo di Ponte nelle Alpi

• Giovani leggende delle Dolomiti. Il mondo giocoso dei ragazzi di montagna

Scuola secondaria di I grado Ricci di Belluno

• “Le Mie Belluno”. Il ‘500 fuori e dentro le mura

Scuola secondaria di I grado paritaria Agosti di Belluno

• Look around

Scuola secondaria Nievo di Belluno, sezione di Castion

• Sentieri della pace e della guerra

Istituto comprensivo di Pedavena

VIVO QUI...

”che sballo la montagna”

Progetto “Io vivo qui … che «che sballo» la montagna!

Istituto comprensivo di Auronzo di Cadore

Classi I A e III A

il mio territorio tra memoria e futuro

classi IA e IIIA a tempo normale. Il progetto è nato come attività pluridisciplinare grazie alla collaboradi Arte prof.ssa Luigina Carlet e della prof.ssa Ivana Dipietro, insegnante di Sostegno. L’insegnante di Itadello svolgimento dell’attività, in relazione alle proprie materie di insegnamento, e del coordinamento

tare cittadini coscienti e responsabili all’interno del territorio in cui vivono, di cui devono imparare a conoscere le ricchezze e potenzialità in un’ottica di rispetto e salvaguardia dell’ambiente. La presentazione del progetto agli alunni ha riscosso una soddisfacente motivazione, che si è via via rafforzata perchè si trattava di studiare il proprio territorio, e non solo conoscenze puramente teoriche, conducendo una vera e propria indagine. Per questo motivo l’interesse e l’impegno sono stati lodevoli in entrambe le classi, sempre nei limiti delle possibilità individuali e della naturale disposizione caratteriale di ciascuno di loro. Ciascuna classe ha seguito un percorso diverso, motivato sia dai programmi disciplinari sia dall’età e dal diverso modo di approcciarsi alla realtà. Attraverso questa attività ciascuno di loro ha imparato ad amare di più il proprio territorio, a sapersi rapportare con gli altri, superando le diversità

abilità prima ignorate che potrebbero essere coltivate in futuro.-

te al Continente Africa e in prima relativamente al territorio nazionale, regionale e locale, con approfon-tata di Somadida.

In classe I lavoro a piccoli gruppi o coppie per concretizzare un ipertesto sulle Aree protette. Con l’insegnante di tecnologia preparazione teorica alla riproduzione di un’immagine in scala.

Studio dell’importanza delle regole per la convivenza civile e la vita di una comunità.

La classe I, con l’insegnante di tecnologia, procede all’ingrandimento in scala della pianta di Auronzo,

Studio del paesaggio - Osservazione, elementi, modi di rappresentarlo: descrizione, racconto, poesia, l’argomento solo in antologia/letteratura e per storia relativamente ai luoghi della memoria.le “Il Buffettin”.

• La classe III partecipa all’esperimento “La pila biologica”, con il professore di Scienze Dimatteo, a cui

IO
-
-
7

il diario di bordo.

• La classe III incontra la dottoressa Antonella Fornari, guida alpina e storico amatoriale: la Prima

• Uscita a Sedico, Villa Patt, con la classe III: visita guidata al museo e laboratorio “Le foto raccontano”. tema per casa.

• Uscita didattico - educativa all’ENAIP di Calalzo di Cadore ( il 22 marzo la classe I e il 19 aprile la classe impegno, responsabilità, lavoro di equipe, rispetto delle regole e delle indicazioni di svolgimento sono direttamente fruibili e contribuiscono alla maturazione educativa (educazione alla salute, ali-

no Oddone, uno dei fondatori di Dolomiti Project, sull’origine delle Dolomiti. Partecipano entrambe le classi.

• Uscita didattico - educativa a Somprade con entrambe le classi: visita guidata alla centrale idroelet-

• Uscita didattico - educativa con entrambe le classi a Santo Stefano: visita guidata alla Centrale a Bio-to in Auronzo.

-
-

Quando il treno incontra la bicicletta: viaggio ecosostenibile nel tempo e nello spazio, attraverso il nostro territorio

Scuola: Istituto comprensivo di Domegge di Cadore |

Scuola di Calalzo di Cadore

Classe:II

Insegnante/i: Prof.ssa Shyllar Corzani

Prof. Lorenzo Mazzucco

scoprireilterritorio tra tempo e spazio

Finalità del progetto è stata la promozione della sostenibilità del vivere in montagna e la conservazione del patrimonio locale. Ha voluto inoltre promuovere l’apprendimento attraverso problematiche di non facile soluzione per far sì che i ragazzi partecipassero attivamente, all’interno della propria comunità, con spirito critico e costruttivo, competenze necessarie per la cittadinanza attiva.

Il progetto al quale abbiamo lavorato ha avuto come oggetto la stazione di Calalzo ed il ruolo che la ferrovia ha avuto per lo sviluppo del territorio cadorino, ossia far conoscere il territorio dove vivono gli alunni tramite la storia della ferrovia che lo attraversava e di quella che ancora oggi lo attraversa, quale ultimo esempio di tratta ferroviaria di montagna delle Dolomiti venete. Per i ragazzi, allo stato attuale delle cose e per le condizioni in cui versa la ferrovia, non risulta facile riconoscere la gloria passata dellala tratta che portava a Cortina. Per tale motivo, per rendere maggiormente consapevoli gli alunni e valorizzare il treno come mezzo di trasporto, ho pensato di avvalermi della collaborazione dell’ AICS, che

d’epoca e scorci delle nostre bellezze naturali. Il progetto così, oltre ad avere avuto una notevole ricaduta sul piano didattico, in senso pluridisciplinare, verrebbe ad inserirsi in un contesto di maggior interesse propedeutico all’evento. Una volta stabilita e concordata con gli alunni l’area di interesse per il progetto è cominciata una vera e propria ricerca da parte dei ragazzi, sia attraverso testimonianze di familiari e sull’argomento treno, la classe si è recata a visitare la mostra di modellismo “La Ferrovia delle Dolomiti”, dove l’esperto di treni e grande collezionista di modellini ferroviari, Evaldo Gaspari, ha raccontato loro la storia di un trenino a scartamento ridotto che percorreva le nostre bellissime valli e di come questo, sia stato purtroppo soppresso. Oltre al lavoro in classe di documentazione e di approfondimento sull’ecosostenibilità del treno e dei cambiamenti sociali ed economici avvenuti nel territorio successivamente alla chiusura della tratta delle Dolomiti, i ragazzi hanno proceduto alla stesura della sceneggiatura del video. In corso d’opera le parti recitate dai ragazzi sono state via via ritoccate e perfezionate dai vari suggerimenti che gli stessi alunni consigliavano ai compagni. Il lavoro è stato svolto con la modalità dell’apprendimento cooperativo non solo relativamente alle ricerche e allo studio del territorio, ma anche alla stesura dei testi e alle modalità di recitazione anche grazie alla supervisione del presidente dell’AICS, Enrico Valmassoi, il quale ha effettuato un intervento in classe per un’ ulteriore lezione sulla storia della linea ferroviaria. Il lavoro sul territorio ha visto anche l’impegno da parte della classe mobiliil cui costo è stato di circa 2.000 Euro.

interno della Sala Consiliare con i ragazzi nella veste di un futuro Consiglio Comunale in cui, idealmente, annunciano la continuazione delle ferrovia per un collegamento all’Europa. Lo stesso sindaco ha coinvolto un giornale locale (Corriere delle Alpi “Difendiamo le Dolomiti salvando il treno” del 14 aprile

guardia del loro territorio.

-
9

La realizzazione del video ha visto il pieno coinvolgimento dei ragazzi che sono stati protagonisti del avviso, dell’attenzione dell’Amministrazione Comunale di Calalzo di Cadore.ni sono stati invitati come espositori, per una pre-presentazione, il 21 aprile 2013 presso l’Ente Fiera all’interno di un loro stand, messo a disposizione dall’AICS di Belluno e arredato con foto scattate du-

valorizzazione della tratta ferroviaria ai visitatori, nonché il diorama della stazione di Calalzo, al quale stanno lavorando con il loro professore di Arte. Il loro impegno ha richiamato l’attenzione della Società Veneta Ferrovie di Primolano che li ha voluti ringraziare per il lavoro che stanno svolgendo e l’esempio di impegno civico che stanno dimostrando, omaggiandoli di una maglietta ed invitandoli al museo

quest’occasione, ne ha data immediata comunicazione ai giornali locali tanto che il giorno successivo hanno dedicato un articolo al lavoro svolto dagli alunni (Il Gazzettino e Corriere delle Alpi ( “Ferrovia. Gli

Figura 1 Gruppo di lavoro in classe Figura 2 Le riprese del video

Vallesella, storia dello spostamento di un intero paese

Scuola: Istituto comprensivo di Domegge di Cadore | Scuola di Domegge di Cadore

Classe:II

Insegnante/i: Prof.ssa Alessandra Gasperin

Prof.ssa Luigina Carlet

la trasformazione del paesaggio

nesse, ha spesso comportato la rottura di secolari equilibri. E’ il caso del paese di Vallesella dove, a causa dello sbarramento del Piave e la conseguente formazione del lago di Centro Cadore, la popolazione fu costretta a spostare l’intero centro di aggregazione in seguito ai danneggiamenti subiti dalle case dopo l’invaso.

Il progetto ha preso le mosse dalla ricerca storica dei fatti, dal 1949 quando la S.A.D.E., Società Adriatica di Elettricità, realizzò la costruzione della diga di Sottocastello, in Comune di Pieve di Cadore che doveva trattenere l’acqua da inviare con una condotta forzata alla centrale idroelettrica di Soverzene per produrre energia destinata ad alimentare le reti industriali della piana veneta.

lesioni comparvero nelle strutture della chiesa, delle abitazioni e quasi tutti i fabbricati. Quasi cento case furono abbandonate tra il 1953 e il 1963.

-
11

poca ma soprattutto le interviste fatte dagli alunni alle persone che hanno dovuto lasciare la loro casa, le loro abitudini, i luoghi di aggregazione per disperdersi in territori più sicuri, hanno permesso alla classe di ricostruire l’intera vicenda e di comprendere la sofferenza di un’intera comunità che ha dovuto hanno stravolto il territorio senza curarsi delle conseguenze ambientali e umane.

l’area urbana coinvolta dallo spostamento.

-

del paesaggio

Scuola: Istituto comprensivo di Ponte nelle Alpi

Classi: II A, II B, II C e II D

Insegnante/i: Prof.ssa Chiara Bergamini

Prof.ssa Donatella De Pra

Prof. Aldo Collazuol

dallastradaromanaall’ecomuseo,

dalle chiese alla lavorazionedellepietre

La scuola media Pertini dell’Istituto comprensivo di Ponte nelle Alpi raccoglie studenti provenienti da ventiquattro frazioni di un territorio ampio e diverso per caratteristiche ambientali e storiche. Il Comuprogetto “Io vivo qui”, proposto dall’Unesco, ha offerto l’occasione di promuovere una partecipazione attiva e responsabile da parte degli studenti, stimolati a coltivare un maggiore senso di consapevolezza della propria identità nella promozione di una cittadinanza attiva.

Sono state scelte le quattro sezioni della classe seconda per sviluppare una ricerca storico-ambientale lungo quattro itinerari selezionati fra i più peculiari. “Acqua e pietra” è stato un percorso lungo la storia di un mulino e delle cave adiacenti per trasmettere un patrimonio di conoscenze e di cultura materiale

napoleonico, ripristinati e resi agibili a tutta la popolazione ma ancora poco noti, specie ai più giovani. Ancora più indietro nel tempo ci ha portato “la strada romana”, via antichissima che risale la valle delsette”, i ragazzi hanno potuto visitare e apprezzare gli aspetti artistici e religiosi di numerosi esempi di culto e di fede di cui è popolata la montagna.

Per presentare gli aspetti storici del progetto sono intervenuti in classe esperti locali che hanno successivamente accompagnato sul territorio le classi con i rispettivi docenti.

stati individuati i maggiori punti d’interesse e i sentieri per raggiungerli, di una serie di schede con dati tecnici e riferimenti storici, oltre che di proposte libere e creative partite dai ragazzi stessi, armati di

Ponte nelle Alpi ieri ed oggi.
13

Lo scopo principale di questo lavoro è stato di promuovere prima di tutto una conoscenza personale di luoghi e storie del proprio paese, per risvegliare la memoria delle generazioni passate. In secondo luogo di veicolarla al territorio e a chi lo visita, attraverso l’offerta di notizie, indicazioni e riferimenti da lasciare lungo le tappe dei percorsi, così da promuovere, con la cultura locale, un turismo attivo e consapevole. Per raggiungere questo traguardo i ragazzi hanno sviluppato sensibilità e capacità ancora nascoste, sperimentato tecniche espressive, maturato la responsabilità verso se stessi, gli altri e il luogo in cui vivono.

Il gruppo di docenti impegnati nel progetto auspicano che gli enti locali prendano in considerazione la proposta e incentivino una prosecuzione del lavoro per coinvolgere i propri cittadini del futuro in modo attivo e partecipato.

Giovani leggende delle Dolomiti.

Il mondo giocoso dei ragazzi di montagna

Scuola: Scuola secondaria di I grado Ricci di Belluno

Classe: I E indirizzo musicale

Insegnante/i: Prof.ssa Benedetta Salerno

Prof.ssa Daniela Casagrande

Prof.ssa Giorgia Reolon

Prof.ssa Alessandro Muscatello

diesplorareilproprioambienteeililpensieroimmaginariopermette delpresente

paesaggio rielaborandone temi e valori delpassatoallaluce

Cosa non ci inventiamo noi prof per far lavorare i nostri ragazzi? Cosa non escogitiamo per far sì che capiscano che il divertimento è proporzionale all’impegno? Per non parlare poi dei pretesti con cui facciamo passare in modo tanto sottile quanto determinato dei contenuti “educativi” con disinvoltura e leggerezza. Quest’anno l’occasione propizia ci è stata offerta dalla Fondazione Dolomiti Unesco e dal progetto “Io vivo qui”, volto alla conoscenza del nostro territorio, un luogo ricco di spunti, di storia, di e dei valori in più!

E’ nata così l’idea di lavorare sul tema delle leggende, un genere letterario che elabora con fantasia degli aspetti veri, che come tali hanno un immediato riscontro nella realtà e ne danno una spiegazione mediante il cosiddetto motivo eziologico. Di volta in volta si partiva pertanto da uno studio di ciò che c’è intorno a noi e di ciò che vediamo: montagne dalla pietra chiara che si tingono di rosa all’alba e al tramonto, luoghi dai nomi strani e rocce che racchiudono al loro interno dei fossili marini. Un discorso tira

paure e le risposte che la gente si dava rispetto ai misteri della vita o ai problemi del quotidiano.

Dopo essersi così documentati, utilizzando anche l’ormai irrinunciabile internet, i ragazzi rielaboravano il tema con fantasia e quello che non veniva fuori dalle loro giovani menti … Dovete sapere che i fossili

-
-
di recitazione
della biblioteca 15
prove
interno

si trasformano addirittura in uccelli. Le montagne si colorano di rosa perché un pellegrino regala ad un paese il suo mantello variopinto come pegno per la pace e per una riconciliazione avvenuta. L’anguana con i suoi piedi di capra diviene un pretesto per parlare di diversità e di rispetto per chi nasce con

spunti belli venivano rivisti e discussi tutti insieme in classe, in un momento creativo al massimo, e poi -

geva immediatamente dal cellulare, per rispondere quanto prima ai ragazzi che con tanto entusiasmo si erano trovati a scrivere di sabato o di domenica o addirittura nei giorni di vacanza. Il lavoro è stato più lungo del previsto perché gli alunni, incredibile a dirsi, non volevano smettere e chiedevano altri temi su cui lavorare!

Una volta a settimana poi le prof di arte e di lettere si trovavano a scuola al pomeriggio e chi voleva poteva venire per illustrare le leggende: dall’acquarello al collage, dai pastelli oleosi al dripping e al frottage, sotto la guida esperta e paziente della prof di arte sono venuti fuori dei disegni che non si competere con quelli antichi, abbiamo studiato e realizzato i capolettera con la tecnica dei bianchi girati di origine rinascimentale.

per interpretare i momenti salienti delle leggende, con un altro linguaggio espressivo forte, la musica appunto, dopo la parola e l’immagine. Certo non potevano essere musiche complicatissime, perché i

il libro prezioso

il “libro vivente”

il “libro vivente”

A questo punto restava da preparare uno spettacolo, bisognava pensare a un modo per presentare questo lavoro e per raccontarlo, una specie di “cornice” che contenesse le leggende. Qui la tentazione dei contenuti e dei messaggi da veicolare, seppur con leggerezza ed ironia, diventava troppo forte e come spesso succede l’occasione diventa irresistibile per noi educatori. C’è quindi un copione teatrale in cui i ragazzi interpretano se stessi, si prendono un po’ in giro e scherzano anche un po’ su di noi che li ab-vincere ad impegnarsi anche i compagni più recalcitranti. La scena si svolge in biblioteca e per questo luogo sacro”. Un primo messaggio viene espresso senza nessuna fatica: i libri non sono passati di moda, mezzo ai volumi più prestigiosi. Ci abbiamo messo tutto il nostro cuore per realizzarlo e ci è così caro che per noi è quasi come se fosse vivo: come per magia una ragazza indossa un vestito-libro e prende vita davvero, uscendo dalla libreria e dichiarando che è proprio così, i libri ci parlano, ci danno delle risposte, sono delle presenze care nella nostra vita e in qualche modo non muoiono mai. Con questa magia che avviene sotto i loro occhi, anche i meno convinti, sulle prime divisi tra giochi elettronici e cellulare, vengono coinvolti nella lettura delle leggende. Ed ecco un secondo messaggio che si insinua subdolo, ma con la forza della sua schiacciante evidenza: le nuove tecnologie non sono da demonizzare, anzi sono una grande opportunità dei nostri tempi, ma ne possiamo fare un uso più o meno intelligente.

nostre tradizioni, anzi c’è LA nostra storia, il nostro carattere e il nostro ottimismo. E c’è l’acquisita consapevolezza di avere la fortuna di vivere in un luogo meraviglioso in cui ci si diverte ancora con una bicicletta o si raggiunge con facilità un prato o un bosco, si gioca a palle di neve, si fanno capanne sugli

indietro e lasciamo che scoprano da soli e gioiosamente ciò che dalle nostre parti la natura può offrire, un mondo di giochi “sani”, come si diceva “il mondo giocoso dei ragazzi di montagna”!

17

“LE MIE BELLUNO”. Il ‘500 fuori e dentro le mura

Scuola: Scuola secondaria di I grado paritaria

Agosti di Belluno

Classi: II A

Insegnante/i: Prof. Roberto Pasquin

con particolare riferimento alle progetto conoscitivo del territorio edelleviedellacittà
caratteristiche architettoniche paesaggistiche dei palazzi

Le mie Belluno è una raccolta di itinerari storici e paesaggistici della tradizione locale.

il folklore ed i paesaggi che li circondano.

lizzare un intreccio di informazioni che darà loro accesso ad una consapevole padronanza del territorio.

grante della vita del ragazzo.

Dentro e fuori le mura: il ‘500 a Belluno - fascicolo primo

Questa raccolta nasce dalla volontà dei ragazzi di proseguire un cammino alla scoperta della loro città, iniziato con “Dentro e fuori le mura: il ‘500 a Belluno” che risulta essere il primo fascicolo di questa collana.

L’opera vuole rappresentare un momento di confronto tra i ragazzi ed il territorio che si muove e cambia attorno a loro.

Evidenziare le peculiarità e le sfumature che hanno formato il nostro territorio, riscoprendo l’arte di stupirsi alzando gli occhi, per trovare in un attimo quel particolare, quel colore, quelle parole che formeranno un soggettivo interesse nei ragazzi.

Scoprire angoli della città a loro ignoti, scorci e particolari di palazzi che da oltre cinque secoli ci accompagnano e meritano di essere conosciuti. Permettere al ragazzo di apprezzare la città ed il paesaggio che la contiene per le reali peculiarità che la caratterizzano.

Portare quindi il territorio nelle mani dei ragazzi per far sbocciare in loro un vivo senso d’appartenenza, seme necessario per formare una vera e responsabile cittadinanza attiva.

19
Una terrazza sulleDolomiti. ilpaesaggiointornoanoi.

Scuola: Scuola secondaria Nievo di Belluno, sezione di Castion

Classe: 1C

Insegnante/i: Prof.ssa Francesca Bellencin

Prof.ssa Barbara Dall’Agnol

Prof.ssa Anna De Simoi

Il progetto, condiviso da tre insegnanti di una classe prima a tempo prolungato, prende in considerazione alcuni aspetti del territorio nel quale i ragazzi vivono. Gli alunni, residenti nelle diverse frazioni del territorio di Castion, hanno avuto l’opportunità di “guardarsi intorno”, di approfondire alcune tematiche riguardanti il paesaggio nel quale quotidianamente si trovano inseriti, ma che molto spesso, un po’ per abitudine, un po’ per la frenesia della vita quotidiana, raramente viene valorizzato per tutto quello che da sempre ha saputo offrire all’uomo.

una vera e propria “terrazza sulle Dolomiti”, dalla quale l’orizzonte spazia a 360°: dall’Altopiano del

opposta, dalla cima del Col Visentin, che sovrasta il territorio castionese, lo sguardo si perde tra la Laguna di Venezia e i panorami della Pianura Veneta. La vista si estende anche su buona parte delle Dolomiti, delle quali è possibile scorgere le cime più elevate.

Successivamente i ragazzi, suddivisi in gruppi di appartenenza ai vari paesi, sono stati invitati a ricostruire le vicende storiche che più hanno contraddistinto i loro luoghi nativi, soffermandosi anche a ripaesi nell’ultimo secolo. L’approfondimento di tali tematiche è avvenuto attraverso attività di ricerca di informazioni e di documenti di diversa tipologia, anche svolgendo interviste ai nonni, ai parenti o alle -

Seravella, durante il quale i ragazzi hanno appreso le modalità di vita in montagna di un tempo, anche attraverso la spiegazione dell’utilizzo di attrezzi ora poco adoperati, perché sostituiti da macchinari più sul delicato nesso tra l’ ambiente, le sue risorse e lo stile di vita dell’uomo, stimolandoli ad apprezzate tutto quello che li circonda per saperlo adeguatamente tutelare e conservare.

Durante le ore di compresenza di italiano e scienze, la ricerca si è poi accentrata sui vari aspetti che spontanee. Sono state svolte delle lezioni di botanica sulla struttura delle piante, anche con l’intervento di un esperto esterno che ha insegnato loro a riconoscere le erbe più diffuse e ricercarle direttamente nella loro zona. I ragazzi hanno così avuto l’opportunità, molti per la prima volta, di raccogliere quei prodotti che la terra offre spontaneamente e che in passato, grazie alle loro importanti proprietà, venivano utilizzati molto sia in ambito culinario che medico. L’esperienza della raccolta diretta delle erbe si tradizione culinaria bellunese, alcune delle quali sono state anche realizzate, con notevole gradimento da parte dei commensali.

zione di un erbario illustrato, corredato dalle ricette delle rispettive erbe e dai testi riguardanti la storia

Look around

disegno dei vari campanili che contraddistinguono ogni paese e ritagliato, a forma di foglia, la piantina delle varie parti che compongono la pianta. Il tutto è stato poi pazientemente rilegato su di un cartoncino decorato nella cui copertina compare la piantina, in sbalzo, del territorio di Castion con l’ubicazione delle varie frazioni. Sul retro della copertina è stata inserita la poesia in dialetto bellunese Ultimo paratutta la sua interezza e bellezza il territorio oggetto di studio, rappresentato proprio come una “ terrazza sulle Dolomiti”, dalla quale “ Look around”.

21

Sentieri della pace

e della guerra

Cambiamentodelpaesaggio

Scuola: Istituto comprensivo di Pedavena

Classi: III A e I C

Insegnante/i: Prof.ssa Bassani Raffaella

Prof.ssa Miranna Rosa Alba

Prof.ssa Dalla Torre Anna Margherita

Con questo percorso interdisciplinare, svolto dalle classi terza A e prima C, ci siamo proposti di fornire ai ragazzi occasioni e strumenti di apprendimento legati all’osservazione e alla conoscenza del territorio in cui vivono. Per diventare cittadini consapevoli della montagna e del Parco è necessario guidarli a cogliere i legami che ciascuno di noi ha con il proprio ambiente nei suoi diversi aspetti e saper leggere identità e della nostra esistenza.

che sono state inserite in una mappa interattiva. Parallelamente si è cercato di guidare gli alunni a interrogarsi su alcuni aspetti del paesaggio che raccontano la vita delle persone che vivevano in monsi è soffermati su alcuni documenti storici relativi alla prima e seconda guerra mondiale (strada militare costruita negli anni 1910-12 che porta al rifugio Dal Piaz, rifugi e nascondigli scavati nella montagna,

simità del rifugio Dal Piaz, inaugurato lo scorso anno dall’ ANPI di Feltre e dedicato ai circa 1000 partigiani che si sono rifugiati sulle montagna o utilizzando casere malghe e maiolere per combattere il

-
in tempo di guerra eintempodipace

La presenza di vari manufatti ha permesso di ricostruire la storia di un’economia rurale e dei valori che hanno accompagnato gli uomini e le comunità che hanno vissuto in montagna nel secolo scorso. In questo modo è stato possibile avere uno sguardo diverso sull’ambiente che ci circonda, sulla vita degli uomini, sui fatti avvenuti, sui fenomeni registrati e assumere un atteggiamento più curioso e responsabile sui temi e problemi relativi alla montagna tra presente, passato e futuro. Il frutto dei vari lavori effettuati è stato poi elaborato e utilizzato per costruire una mappa multimediale pubblicata su google

Vette e le esperienze vissute nei sentieri delle nostre montagne. Progetto svolto con l’intervento del Professor Giovanni Perenzin, studioso di storia locale e presidente dell’ANPI di Feltre e della guida del Signor Giuseppe Brentel.

23

IO

-
FONDAZIONE DOLOMITI DOLOMITEN DOLOMITES DOLOMITIS UNESCO VIVO QUI

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.