l'Industria Meccanica 733 - numero 1 2023

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All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n. 765 - Costo orario medio dell’operaio n. 27 - Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2021

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TRA LIMITI E POTENZIALITÁ
INTELLIGENZA ARTIFICIALE:

L’Industria Meccanica – pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria

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In redazione

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Hanno collaborato a questo numero

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SOMMARIO N. 733

10 Donne e Uomini al timone

12 RUBRICA | 400 caratteri

14 Un anno di scelte consapevoli e crescita

di Pierangelo Andreini - Vicepresidente ATI

19 Questione di generi: a che punto siamo?

di Lucrezia Benedetti

20

EXPORT&MERCATI

34

AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

36 Intelligenza artificiale: tra limiti e potenzialità di Daniele Bettini

46

22 Tra dogana e impresa: le nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale di Fulvio Liberatore — Team Ricerca Easyfrontier Technologies

28 L’Europa finalmente al tavolo delle contrattazioni

di Mauro Ippolito – iBan First

LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE

48 Aisem, ancora numeri in positivo per i settori del comparto di Lucrezia Benedetti

SOMMARIO N. 733

In copertina Serena Gianoli

Carl Eschenbach

Co-CEO di Workday

Sostituisce Chano Fernandez e ricopre questo ruolo insieme con Aneel Bhusri, Co-CEO, Cofondatore e Presidente di Workday fino a gennaio 2024: a quel punto sia Aneel e sia il Board si aspettano che il manager assuma le responsabilità di CEO esclusivo.

Fabrizio Leoni

confermato presidente Aqua Italia

Fabrizio Leoni presidente di Aqua Italia, l'associazione che rappresenta all’interno di Anima Confindustria i costruttori di impianti, apparecchiature, accessori, componenti e prodotti chimici per il trattamento delle acque primarie non reflue. Confermata anche la squadra dei vicepresidenti, composta da Lauro Prati (Culligan Italiana Spa), Lorenzo Sarvello (Brita Italia Srl) e Lorenzo Tadini (Bwt Italia Srl).

Donne e Uomini

Guido Monferrini

Chief operating officer di MediaMarketSaturn in Europa

Già executive vice president di MediaMarktSaturn

Retail Group e attualmente chief real estate & store concepts officer, in aggiunta agli incarichi già in essere, Monferrini avrà la responsabilità di ottimizzare le attività operative e progettuali, la struttura organizzativa del Gruppo a livello internazionale.

Alberto Mazzocco

è il nuovo presidente di Radio FRT

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Radio FRT, aderente a Confindustria Radio Televisioni, ha eletto presidente Alberto Mazzocco, Radio Number One. Fondatore di Radio Padova e Easy Network ed ex vice presidente dell’Associazione, Mazzocco prende il posto di Marco Montrone (Radio Norba).

Luc Dammann

è il nuovo presidente EMEA di Adobe

Nel nuovo ruolo guiderà le operations e il business dell’azienda per tutte e tre le piattaforme Adobe – Experience Cloud, Creative Cloud e Document Cloud – aiutando i brand nei loro processi di digitalizzazione facendo leva su contenuti creativi e sull’uso intelligente dei dati per sviluppare customer experience personalizzate e di impatto.

Eva Adina Maria Mengoli

managing director di Adobe Italia

Nuovo membro del Leadership Team Western Europe, nel suo nuovo ruolo, Mengoli ha l’obiettivo di far crescere l’azienda in Italia, accelerando la trasformazione digitale delle aziende del nostro paese. Mengoli a diretto riporto di Luc Dammann, Vice President & Managing Director Adobe Western Europe, è alla guida del leadership team italiano, da lei stessa costituito nel momento del suo arrivo.

Giovanni

Negri

nuovo amministratore delegato

Il Consiglio di Amministrazione di Prima Industrie S.p.A ha nominato Giovanni Negri nuovo Amministratore Delegato attribuendogli ampi poteri gestionali. Ha, inoltre, attribuito al presidente, Gianfranco Carbonato, deleghe operative, in sostituzione dei poteri esistenti mantenendo pertanto il ruolo di presidente esecutivo.

Srinivas Mukkamala

è il nuovo chief product officer di Ivanti

Il manager, che subentra a Nayaki Nayyar, avrà il compito di supervisionare strategie, vision e roadmap di prodotto dell’azienda. Mukkamala ha ricoperto il ruolo di VP e General Manager of Security Solutions di Ivanti a partire dall’acquisizione di RiskSense avvenuta nell’agosto 2021.

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i 400 caratteri

TECNOLOGIE

Tessuti per lavoro

GORE-TEX Professional ha lanciato una nuova tecnologia di prodotto per l’abbigliamento da lavoro. L’impronta ambientale di Soft GORE-TEX Shell – un tessuto impermeabile, antivento e traspirante – è notevolmente ridotta grazie a quattro caratteristiche fondamentali: la durabilità dei materiali, la derivazione dei tessuti da bottiglie in PET riciclato e, infine, un processo di lavorazione a maglia circolare e una tecnica di tintura in massa.

IDROGENO

Il primo volo a idrogeno

Nel Regno Unito è decollato il prototipo a idrogeno di ZeroAvia. L’obiettivo della startup è decarbonizzare i voli, responsabili del 3% di tutte le emissioni inquinanti. Sfida ardua perché gli aerei consumano moltissimo carburante (il kerosene, derivato dal petrolio) e devono essere più leggeri possibile. ZeroAvia punta sull’idrogeno verde con un meccanismo che combina l’idrogeno con l’ossigeno dell’aria, producendo elettricità e rilasciando acqua. Il primo volo, il 20 gennaio, è durato una decina di minuti.

TRASPORTI

Crollo del car sharing in Italia

Contrariamente al successo riscontrato all’estero, in Italia il fenomeno del car sharing sta arretrando. Nel nostro paese i servizi per noleggi a breve termine di automobili hanno fatto diversi passi indietro tornando ai livelli precedenti al 2016, sia in termini di parco macchine sia di corse effettuate.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Cattiva partenza per Google Bard

Il giorno stesso in cui ne è stato annunciato il lancio, Bard, l’IA generativa di Google, ha fatto crollare del 9% il titolo di Alphabet, la società che controlla Google. A dimostrazione delle sue capacità, infatti, è stato chiesto all’IA «Quali nuove scoperte del telescopio James Webb posso raccontare a mio figlio di nove anni?». Ma tra le informazioni offerte da Bard, una risposta si è rivelata totalmente errata, suscitando l’indignazione di astronomi e investitori, con il titolo Alphabet che è sceso immediatamente.

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Un anno di scelte consapevoli e crescita

Difficile dire quali siano le prospettive economiche globali del nuovo anno (questo articolo è stato redatto il 12 dicembre NdR), ma è facile prevedere che una ripresa della Cina potrà volgerle indubbiamente al meglio, attenuando gli effetti negativi del ristagno atteso, un po’ dappertutto, che vede Stati Uniti, Regno Unito ed Eurozona sulla soglia della recessione. Una rimonta possibile, quella del Paese di Mezzo, tuttavia non scontata, stanti le difficoltà, recenti e attuali, che attraversa l’economia cinese, amplificate dal diffondersi di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 a Pechino e in altre grandi città, dal cambiamento della strategia per contrastare la temuta nuova insorgenza della pandemia e dalle connesse restrizioni che possono penalizzare logistica e trasporti. C’è da dire poi che, se la Cina ha affrontato un anno difficile, i dodici mesi che stanno per terminare sono trascorsi altrove in modo spesso assai peggiore. Questo per effetto di una geopolitica sconsiderata che ha determinato un calo diffuso del tenore di vita, in molti casi drammaticamente accentuato e crescente, come nella martoriata Ucraina. Dunque, uno scenario incerto, dove numerosi paesi in via di sviluppo sono ad alto rischio di insolvenza e centinaia di milioni di persone non dispongono di acqua potabile, servizi igienici e di energia commercializzata (elettricità e combustibili per cucinare). Una situazione variamente segnata, quindi, dall’aumento delle disuguaglianze e dell’iniquità sociale e dal conseguente allargamento dell’area della povertà, che

rende aleatoria la stima dei fondamentali economici e condiziona fortemente l’evoluzione del mercato dell’energia. Ancor più quello del petrolio, dove di nuovo l’incognita della Cina, che è il maggiore importatore mondiale di greggio, potrà fare la differenza, specie in caso di altri lockdown che ne riducano la domanda, rallentandone l’economia. A ciò si aggiunge la proibizione dell’Unione europea, entrata in vigore nei primi giorni di dicembre, di importare il petrolio russo via mare e il price cap concordato tra UE, G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti) e Australia. Un giro di vite ulteriore per limitare la capacità della Federazione Russa di finanziare la guerra in Ucraina con misure di severità crescente, di cui la seconda stabilisce il divieto per gli operatori dei servizi marittimi (trasporti, assicurazioni, finanziamenti, intermediazioni) che hanno sede nei paesi firmatari di spedire il petrolio proveniente dalla Russia a paesi terzi se il greggio viene acquistato a un prezzo superiore al tetto stabilito di 60 dollari al barile. Provvedimenti che incideranno, pertanto, pesantemente sul mercato per una duplice ragione. Innanzitutto, per le quantità interdette, già di per sé molto rilevanti, visto che la Commissione Europea ritiene che il blocco dell’invio marittimo, ora introdotto, determina l’embargo della quasi totalità, oltre nove decimi, del greggio russo sin qui destinato all’Europa, cui si somma, dopo il 5 febbraio, quella dei prodotti petroliferi raffinati. Poi, per i minori introiti che genera il price cap sulle vendite della

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Russia, attraverso i servizi dei paesi vincolati dall’accordo, che saranno tanto più cospicui quanto più il prezzo di mercato sarà alto, attualmente (12 dicembre NdR) intorno ai 76 dollari al barile (in media tra WTI e Brent). Questo perché la massima parte degli armatori che gestiscono navi petroliere e delle compagnie assicurative che emettono polizze per proteggerne il trasporto hanno sede nei paesi del G7. In tal modo, l’imposizione di un tetto al prezzo del petrolio russo che le navi possono trasportare e gli assicuratori possono assicurare estende le restrizioni al di fuori dell’Europa e degli altri paesi, come USA e Regno Unito, che hanno già interdetto le importazioni, dato che il naviglio rimanente, mosso e assicurato da organizzazioni diverse, per esempio cinesi, è in grande minoranza. Una situazione che la Russia sta cercando, ovviamente, di contrastare con varie iniziative, tra cui l’acquisto di petroliere, incontrando tuttavia grosse difficoltà, perché essa manca dei servizi necessari, non solo per il trasporto, ma anche per assicurazioni, finanziamenti, ecc., di cui in larga misura non dispone direttamente. Servizi che non le è facile sostituire nel breve-medio periodo e ancor meno può farlo il G7 plus, l’alleanza di 20 paesi in via di sviluppo riunitisi nel 2010, per ricevere il milione di barili al giorno destinati a questi paesi fragili in base agli accordi intervenuti con la loro associazione.

L’arma a doppio taglio: il petrolio

Un handicap grave, considerato che con una produzione registrata in agosto di circa 11 milioni di barili al giorno la Russia rimane il secondo produttore di petrolio al mondo, sotto gli USA e poco sopra l’Arabia Saudita, che sopravanza sempre di meno, e visto che la sua economia poggia fortemente sulla vendita di greggio e prodotti raffinati ad altri paesi. Lo dicono i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) secondo i quali la Federazione a ottobre ha esportato 3/4 della produzione, di cui poco più della metà in Europa, ora quasi del tutto bloccata, come il resto che è ristretto fortemente, per lo meno sulla carta. L’imposizione del tetto al prezzo di vendita del petrolio interessa, infatti, numerosi

acquirenti in misura maggioritaria e obbliga la Russia ad accettare un introito minore di quanto il mercato le consentirebbe o ad accumulare scorte, rinunciando a queste cessioni, visto che Mosca ha detto che non intende accettare limiti di sorta. Così correndo il rischio di gravi ricadute economiche, che sta cercando di attenuare o evitare acquistando mezzi di trasporto propri, come sopra accennato, e ricercando accordi con fornitori di servizio alternativi e patti diversi con vecchi e nuovi compratori di greggio e raffinati. Una possibilità reale, che rende lo scenario ancor più imprevedibile e incerto, perché la provenienza del greggio può essere cambiata agevolmente, in quanto, a differenza del gas, il petrolio viaggia soprattutto via nave. Vale per la Russia che, scontato il problema dei servizi, può vendere il suo petrolio ad altri, come per l’UE, che può procurarselo altrove. La prima può fornire il suo petrolio a Cina, India e Turchia, per esempio, e lo sta già facendo in misura crescente. La seconda comprarlo, sempre per esempio, dall’Arabia Saudita e da altri produttori del Golfo Persico, cosa che notoriamente già avviene. Comunque sarà, se le quantità non si compenseranno l’ammanco di greggio ridurrà la disponibilità di petrolio e raffinati e determinerà l’aumento dei prezzi. Una situazione da evitare e la ragione per cui, temendola, quello del barile è sceso per il momento di poco, intorno ai 76$ sopra detti, nonostante il tetto a 60 sia stato annunciato da tempo. La stessa ragione per cui le nuove sanzioni ora adottate (12 dicembre NdR) sono tali da non far cessare del tutto le forniture di greggio russo verso l’Europa e altre parti del mondo, le quali, altrimenti, ci farebbero concorrenza acquistandolo dai nostri fornitori.

Di qui l’avvenuta conferma dei 60$, il cui effetto reale, in termini di minori ricavi della Russia, manifesterà la sua entità però solo nel tempo. Per abbreviarlo Polonia e Ucraina avevano proposto, infatti, di fissarla a 30, per ridurre in tal modo da subito fortemente gli introiti. Tuttavia, 60 comporta comunque un danno notevole, dato che la quotazione del petrolio russo, Crude Ural Oils, è scesa sotto i 54$ e che alcuni osservatori sostengono che Mosca stia già vendendo il suo greggio a meno di 50. Per questa ragione l’Esecutivo comunitario prevede di valutare bimestralmente la portata delle nuove sanzioni e di proporre, se sarà necessario, un

abbassamento del price cap del 5% rispetto alle condizioni effettivamente praticate dai fornitori russi ai loro clienti, cosa peraltro non facile da accertare. Pertanto l’impatto dei nuovi provvedimenti aumenta e non riduce l’incertezza e, non a caso, nella riunione dell’OPEC+ del 3 del mese, l’Organizzazione dei 13 Paesi Esportatori di Petrolio più i 10 alleati, comprendenti la Federazione Russa, che in parte li guida, ha deciso di prendere tempo e di mantenere invariati i livelli di produzione, già ridotti nell’incontro di ottobre di 2 milioni di barili, cui rispondono gli attuali prezzi di mercato. Per adesso, perché il calo delle esportazioni di greggio russo e suoi raffinati, che vuole l’Occidente, influenzerà inevitabilmente le quotazioni del petrolio nel 2023, le quali potrebbero scendere, ma anche crescere notevolmente, attenuando la speranza di ridurre l’inflazione, in varie economie compresa la nostra, ora intorno alle due cifre. Visto che l’arma delle sanzioni è una spada a doppio taglio difficile da maneggiare, che offende l’aggressore, ma può offendere anche l’aggredito. Come è successo nel mercato parallelo del gas, dove la riduzione dei flussi di forniture dalla Russia verso l’Europa ha elevato i prezzi del metano in misura tale che, pur avendocene venduto meno, ne ha ricavato di più.

Proprio per evitare il ripetersi di questo paradosso il varo dell’embargo sul greggio russo è stato fatto coincidere con l’entrata in vigore di un tetto sul prezzo. In quanto le entità in gioco, sopra accennate, che conferma l’International Energy Forum, sono imponenti: 3 milioni circa di barili al giorno di cui l’UE risulta complessivamente priva per effetto di quest’ultimo embargo e delle misure precedenti. Una mancanza che deve essere compensata con inevitabili riflessi sul mercato che potrebbero portare a una nuova impennata delle quotazioni.

Dirimere i contrasti e governare la complessità con il dialogo e il sapere

Così l’economia globale, sempre più complessa, prostrata dalla pandemia e alle prese con le due transizioni, digitale ed ecologica, che il conflitto in corso stressa ulteriormente con le sanzioni e gli embarghi adottati per spegnerlo, è

sempre più instabile e difficilmente prevedibile. Perché le interdizioni crescono e si susseguono su un percorso teso a indebolire l’economia russa di cui quelle ora varate sono solo un passaggio. Esse attuano, relativamente al petrolio, il disposto dall’ottavo, settimo e sesto pacchetto di sanzioni approvati in ottobre, luglio e giugno. Sono, come detto in premessa, un’ulteriore stretta per esercitare una pressione crescente sull’economia russa con interdizioni progressive che interessano categorie sempre più eterogenee di beni, restrizioni alla navigazione e all’attracco ai porti unionali, servizi, compresi quelli di ingegneria, architettura, di informatica, legali, nuovi soggetti che vengono esclusi da ogni relazione economica. Ancor più si propone di fare in questa direzione il prossimo, nono pacchetto di sanzioni, recentemente annunciato, che riguarderà quasi 200 persone ed enti russi, comprendenti ministri, governatori, politici, forze armate, banche per inceppare la macchina finanziaria, nuovi controlli e restrizioni sulle esportazioni, in particolare per i prodotti richiesti dalle attività minerarie o per usi militari, civili e propagandistici. L’obiettivo è chiaro ed evidente, quello di costruire un muro che isoli la Russia, indebolendo le sue relazioni economiche e gli scambi, con provvedimenti progressivi che accrescano il suo spessore e solidità. Tuttavia il cammino potrebbe essere lungo, denso di insidie e di feedback, e il prezzo da pagare il freno al progresso, per non dire la sua decrescita, volendo escludere la catastrofe di una guerra conclamata che coinvolga l’intero Occidente. Un esito, questo, che Mosca vuole evitare peraltro, come ha ripetuto il presidente Putin nei giorni scorsi, affermando però che l’operazione militare speciale, cioè la guerra in atto conseguente all’invasione russa dell’Ucraina, si protrarrà nel tempo fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati e allontanando in tal modo la speranza di una rapida evoluzione positiva. Difficile prevedere, quindi, tornando alle parole con cui ho iniziato questa riflessione, come andrà il prossimo anno. Sicuramente lo è per me. Ciò che so è che le barriere inaspriscono il dialogo e rallentano l’avanzamento della civiltà. E ciò che mi appare è che il mondo non sembra sufficientemente consapevole della gravità della tragedia in corso, che minaccia il pianeta, pregiudica la vita e il benessere dell’attuale generazione e ipoteca il futuro della prossima.

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Questione di generi: a che punto siamo?

L’8 marzo sarà la giornata internazionale delle donne (questo articolo è stato redatto il 24 febbraio NdR) e in tanti e tante si stanno preparando per celebrare questa ricorrenza. Dai convegni, alle premiazioni, alle cene, ai webinar, alle conferenze alle manifestazioni transfemministe, tante e diverse soggettività per chiedere un’unica cosa: diritti.

L’annuale report del WEF (World Economic Forum), il “Global Gender Gap Index” mostra l’ampiezza della portata del divario di genere a livello globale, con voti che vanno da 0 (assenza di parità) e 1(totale parità) e misura il gender gap in termini di partecipazione economica, politica, salute e di istruzione. In quest’analisi, l’Italia, per la seconda volta, si posizione al 63esimo posto nella graduatoria globale su 146 paesi, a livello europeo si colloca al 25esimo posto su 35 paesi e nella

classifica globale è vicina a Uganda e Zambia, rispettivamente al 61esimo e 62esimo posto. Un triste risultato se si considera che i più virtuosi sono nostri vicini di casa, dai quali potremmo prendere il buon esempio. L’Islanda occupa la prima posizione da anni, Finlandia e Norvegia la seguono così come Svezia, Irlanda e Germania presenti nella top ten. «Con questo ritmo occorreranno 132 anni per raggiungere la piena parità, considerando che nel 2022, il divario di genere globale è stato colmato al 68,1%». È quanto ha dichiarato Saadia

Zahidi, Managing Director del World

Economic Forum. Nessun paese è riuscito a colmare del tutto il gender gap. L’Islanda, che per la dodicesima volta conquista la prima posizione del podio, ha ottenuto una percentuale del 90.8% mantenendo come punto forte il livello d’istruzione.

Il gender gap nella leadership

Il Gender Gap Index misura inoltre la quota di donne e uomini che occupano ruoli professionali, ruoli tecnici e anche ruoli dirigenziali. La quota di persone di genere femminile, nei ruoli senior e di leadership ha visto un costante aumento globale negli ultimi cinque anni (2017-2022) e nel 2022, la parità di

Women in leadership roles, by industry (%) 2022

Men

genere globale per questa categoria ha raggiunto il 42,7%. Complessivamente, la quota globale di donne in ruoli di leadership evidenziata dai dati è del 31%, anche se le quote variano per settore. Nel 2022 settori come ad esempio Organizzazioni non governative e associative toccano un 47%, istruzione un 46% e servizi personali e Benessere un 45%, livelli vicini alla parità di genere nella leadership, che hanno ancora bisogno di qualche passo in avanti. All'altra estremità vi sono settori come quello dell’energia con un 20%, del manifatturiero con il 19% e delle infrastrutture con uno scarso 16%, cifre veramente basse rispetto alle precedenti. Non meglio le industrie, che hanno assunto molti più uomini che donne in posizioni di leadership nel 2021, rispettivamente, sempre per setto-

re: Tecnologia (30%), Agricoltura (28%), Energia (25%), Filiera e Trasporti (25%), Produzione (22%) e Infrastrutture (21%). Tuttavia, magra consolazione, alcune industrie stanno vedendo un’accelerazione nell’assunzione persone di genere femminile in posizioni di leadership, rispetto al 2016, le industrie mostrano un miglioramento del loro tasso di assunzione per le donne nei settori sopracitati. Settori, invece, con già un’alta rappresentanza femminile mostrano ancora un divario di genere, ad esempio nel settore servizi e benessere la percentuale di donne tocca il 62% della quota totale

della forza lavoro, ma solo il 45% è la quota di leadership femminile. Questa tendenza si riscontra anche nei settori immobiliare e sanitario, che vedono una differenza di 16 punti percentuali. Una strada ancora in salita quella dell’uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro e soprattutto in posizioni di leadership. Un’impresa ancora più ardua quella di ammettere un corpo umano in una collettività sociale, lavorativa e politica senza badare ad alcune differenza di genere.

L’Italia a livello europeo si colloca al 25esimo posto su 35 paesi e nella classifica globale è molto più vicina a Uganda e Zambia, rispettivamente al 61esimo e 62esimo posto
di Lucrezia Benedetti Women Source:LinkedIn Economic Graph
Non-governmental and Membership Organisations Education Personal Service and Wellbeing Healthcare and Care services Government and Public Sector Media & Communications Manufacturing of Consumer Goods Professional Services Leisure & Travel Retail and wholesale of Consumer Goods Financial Services Entertainment Real Estate Technology Agriculture Supply Chain and Transportation Energy Manufacturing Infrastructure 0 20 40 60 80 100 47% 53% 46% 54% 45% 55% 42% 58% 40% 60% 37% 63% 34% 66% 32% 68% 32% 68% 32% 68% 30% 70% 29% 71% 29% 71% 24% 76% 23% 77% 21% 79% 20% 80% 19% 81% 16% 84%
«Con questo ritmo occorreranno 132 anni per raggiungere la piena parità, considerando che nel 2022, il divario di genere globale è stato colmato al 68,1%»
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EXPORT & MERCATI

Tra dogana e impresa: le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale

Il “ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi dotati di specifiche capacità tipiche dell’essere umano (interazione con l’ambiente, apprendimento e adattamento, ragionamento e pianificazione)”, in breve intelligenza artificiale (IA), sta destando un interesse crescente nelle aziende manifatturiere, anche con riferimento alle più spinte implementazioni dei “framework” di Industria 4.0. E se l’interconnessione informativa di sistemi eterogenei (dalla gestione di ordini e commesse, agli adempimenti amministrativi fino agli ordini di produzione e, in taluni casi, fino alla predisposizione e presentazione dei documenti doganali e di trasporto) non è cosa nuova, certamente nuove sono le prospettive che apre l’esplosivo sviluppo dell’IA. L’accelerazione e l’ottimizzazione dei processi sono destinate, infatti, grazie alla diffusione delle applicazioni di IA, a uscire dal perimetro aziendale investendo la rete di relazioni con clienti, fornitori e pubbliche amministrazioni.

Progetti in corso

Nei tre giorni della Technology Conference and Exhibition della WCO, a tema "Driving Customs performance with data and technology in the changing landscape of global trade”, rappresentanti delle dogane, delle organizzazioni internazionali, del settore privato e del mondo accademico hanno approfondito soluzioni e proposte connesse al “cambiamento di panorama” del commercio mondiale, da reinterpretare, in termini di sicurezza ed efficacia di controlli e adempimenti. In linea con il riconoscimento da parte della WCO dell’IA quale strumento necessario per lo sviluppo della dogana mondiale del futuro, è stato lanciato il progetto BACUDA che, impiegando una tecnologia capace di individuare la relazione semantica tra le descrizioni delle merci presenti nei documenti commerciali e le descrizioni merceologiche dei codici dell’ Harmonized System (HS), consentirà una corretta classificazione dei prodotti, rivoluzionando l’attività di operatori economici e funzionari doganali.

Le tecnologie di gestione dell’informazione, peraltro, già oggi indirizzano e, talora, gestiscono in maniera autonoma processi quali l’acquisizione di dati, la valutazione dei rischi, la segnalazione di anomalie, l’individuazione di attività illecite, la

facilitazione nei pagamenti transfrontalieri e molto altro. Tutte attività e processi che, fino a pochissimi anni fa, richiedevano esclusivamente competenze umane.

Un esempio è il progetto pilota lanciato dalla dogana di Hong Kong, presentato nel corso della Technology Conference 2022, utilizza una soluzione basata su IA per analizzare le merci al momento dello sdoganamento in modo tale da ottenere non solo informazioni di maggiore qualità a fini statistici, ma anche per combattere efficacemente i reati di contrabbando transfrontaliero. Migliore gestione del rischio, riduzione dei traffici illeciti, facilitazione delle attività di audit doganale e capacità di individuazione di pattern che caratterizzano gli scambi commerciali. Sono questi alcuni dei principali vantaggi che potrebbero derivare da un impiego generalizzato di Big Data e IA in ambito doganale. I benefici ricadrebbero anche sulle imprese, che dovrebbero aspettarsi non solo una riduzione significativa non solo dei tempi di sdoganamento, ma anche la progressiva eliminazione di documenti, certificati e attestazioni che spesso costituiscono vere e proprio barriere non tariffarie “invisibili” negli scambi internazionali.

L’opportunità che viene a crearsi con l’intelligenza artificiale, non poteva lasciare insensibili le dogane: alla trasformazione digitale delle procedure doganali (che costituisce uno dei cardini e degli scopi, espliciti, dello stesso Codice Doganale dell’Unione – e non solo: quasi ogni paese sta allestendo sistemi smaterializzati per la gestione di dichiarazioni e documenti) si sta affiancando l’urgenza della ridefinizione di metodi e stru-

menti per il controllo delle operazioni transfrontaliere. Il trattamento, con le metodologie tipiche della Data Science quindi sistematico e in tempo reale, dell’immensa mole di dati che si producono giornalmente nelle dogane di tutto il mondo, dati tipicamente raccolti ed elaborati seguendo formati e tracciati dettati dal “Customs Data Model” della WCO, giunto alla sua quarta incarnazione, condurrà inevitabilmente a una vera e propria trasformazione del commercio globale.

Le tecnologie di gestione dell’informazione, già oggi indirizzano e, talora, gestiscono in maniera autonoma, processi quali l’acquisizione di dati, la valutazione dei rischi, la segnalazione di anomalie, l’individuazione di attività illecite, la facilitazione nei pagamenti transfrontalieri e molto altro. Tutte attività e processi che, fino a pochissimi anni fa, richiedevano competenze umane

di Fulvio Liberatore — Team Ricerca Easyfrontier Technologies
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Un cambio di rotta

Documenti e certificazioni, così come le dichiarazioni doganali, infatti, non fanno altro che riportare a schemi interpretativi condivisi le informazioni rappresentative di conformità tecniche, fiscali e legali, che dovrebbero essere già intrinsecamente presenti in prodotti e comportamenti delle imprese. Ed ecco che un’impresa orientata a un utilizzo pieno delle informazioni già presenti nei sistemi aziendali e, se del caso, integrate nei prodotti scambiati, potrebbe avvalersi, a sua volta, di IA in grado di governare la creazione di informazioni utili a dimostrare le stesse conformità a prescindere dalla predisposizione di schemi “trasformativi” (come documenti e certificati) spesso poveri e insufficienti a diradare ogni dubbio in sede di controlli frontalieri. Non tutto è oro, naturalmente. Tra le problematiche legate all’utilizzo delle soluzioni di Data Science a fini di controllo e analisi dei flussi di dati in ambito doganale, vanno ricordate, soprattutto, la mancanza di expertise, i costi legati alla ricerca e all’implementazione di tali tecnologie informatiche ma anche l’assenza di strategie coordinate a livello intergovernativo.

Si può fare

Ma in quale modo IA e Data Science potrebbero trovare un impiego nei processi doganali che, inevitabilmente, si

svolgono in azienda? Si consideri la necessità di classificare (secondo le regole del Sistema armonizzato HS e della Nomenclatura combinata NC) non solo i prodotti finiti tipici ma anche componenti, ricambi e quanto sia utile a determinare, ad esempio l’origine di tali componenti e ricambi ma anche di tutti i singoli articoli della distinta base e dei prodotti con tali componenti realizzati. Oppure, pensiamo alla necessità di indagare eventuali restrizioni (embarghi, ma anche certificazioni tecniche, ecc.) gravanti in caso di esportazione o di importazione. Ebbene, un sistema che si avvalesse di soluzioni IA potrebbe “riconoscere” i singoli componenti, individuarne il corretto codice di classificazione doganale, riconnettendolo a tutti gli adempimenti, certificazioni e calcoli necessari allo sdoganamento in qualsiasi paese. Non solo: attraverso la consultazione del web e di database pubblici e privati, un sistema di IA potrebbe anche formulare proposte contrattuali, “decidendo” prezzi e condizioni, fornendo un supporto strategico a commerciali e uffici acquisti. Interrelati, poi, ai sistemi doganali, potrebbe anche evidenziare i profili di rischio connessi a determinate tipologie di transazione, suggerendo le migliori soluzioni in termini di supporto documentale e, più ampiamente, probatorio. In questo modo si eviterebbero attese, richieste postume di documenti, talora complessi da reperire, contestazioni e sanzioni.

Un’impresa orientata a un utilizzo pieno delle informazioni già presenti nei sistemi aziendali e, se del caso, integrate nei prodotti scambiati, potrebbe avvalersi di IA in grado di governare la creazione di informazioni utili a dimostrare le stesse conformità a prescindere dalla predisposizione di schemi “trasformativi” (come documenti e certificati) spesso poveri e insufficienti a diradare ogni dubbio in sede di controlli frontalieri

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In attesa del futuro

Nei prossimi anni, poi, diventerà sempre più strategico utilizzare algoritmi di IA per verificare l’affidabilità dei fornitori, il corretto funzionamento della catena logistica, nonché la liceità dei traffici di merci al momento dei controlli doganali. Soprattutto, l’IA, se correttamente implementata e certificata, sarà importante nella verifica delle procedure interne volte a garantire la compliance aziendale. Soluzioni pre-trained, letteralmente “pre-addestrate”, di IA potrebbero, quindi, prendersi carico direttamente della stessa autovalutazione della compliance che le autorità doganali si attendono sempre di più da parte degli operatori, anche al fine di passare dalle verifiche “transazionali” (operazione per operazione) a controlli SBA (System Based Approach), ossia basati sugli assetti operativi, contabili e gestionali degli operatori economici.

Pensiamo alla necessità di indagare eventuali restrizioni (embarghi, ma anche certificazioni tecniche, ecc.) gravanti in caso di esportazione o di importazione.

Un sistema che si avvalesse di soluzioni IA potrebbe “riconoscere” i singoli componenti, individuarne il corretto codice di classificazione doganale, riconnettendolo a tutti gli adempimenti, certificazioni e calcoli necessari allo sdoganamento in qualsiasi paese

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Il recente passato ha posto l’attenzione sulla dipendenza dell’Europa da paesi terzi ricchi di materie prime fondamentali per il benessere della popolazione e per l’avanzamento tecnologico. Oltre a questo, il cammino verso la transizione ecologica resta uno dei principali obiettivi della Commissione europea. Inoltre, una delle strade per aumentare l’indipendenza di un paese è sicuramente quella di sfruttare al meglio le sue risorse naturali investendo principalmente nella ricerca scientifica al fine di migliorare i processi e abbattere i costi.

L’Europa finalmente al tavolo delle contrattazioni

Il rischio di una carenza di gas dalla Russia, nonché l’aumento dei prezzi sulla borsa di Amsterdam nei mesi scorsi, ha spinto la Germania, dipendente dalla Russia per oltre il 60% del proprio fabbisogno energetico, a riaprire le miniere locali di carbone. Questa azione, resasi necessaria anche a causa dell’aumento dell’approvvigionamento della materia prima da parte dei paesi esportatori, ha scatenato le proteste degli ambientalisti. Le quotazioni del carbone sui mercati internazionali hanno segnato un aumento di oltre il 70% dai minimi a $203 per tonnellata di agosto 2022, spingendo le nazioni ricche di carbone a riaprire le proprie miniere. Un meccanismo che ha avviato una politica di indipendenza energetica che risulta, tuttavia, tardiva e inefficace, al fine di isolare politicamente ed economicamente la Russia dopo l’invasione in Ucraina.

Punti di (s)volta

La scoperta di un enorme giacimento di terre rare in Svezia, più precisamente nell’area di Kiruna oltre il circolo polare artico nel nord della Lapponia, ha acceso gli animi europei convinti che questa scoperta possa cambiare la rotta nell’approvvigionamento di materie prime fondamentali, attualmente detenuta quasi totalmente dalla Cina. La società svedese che ha effettuato la scoperta ha dichiarato che la concentrazione di terre rare potrebbe soddisfare le richieste di materie prime per il “Green New Deal” europeo e favorirebbe un diretto approvvigionamento del settore automotive, fondamentale nella transizione ecologica. Il giacimento da 1 milione di tonnellate di minerale di terre rare, tuttavia, rappresenta solo una piccola parte delle riserve presenti nel sottosuolo del

di Mauro Ippolito, iBan First
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globo terrestre (stimate in 120 milioni di tonnellate dall’Istituto Geologico degli Stati Uniti – USGS), pertanto la continua esplorazione potrebbe portare al rinvenimento di nuovi depositi e consentirebbe di rendere economicamente più accessibile lo sfruttamento di depositi minori.

Tale ritrovamento risulta particolarmente importante perché in grado di avvicinare l’Europa, seppur con tempistiche ancora lunghe, al mercato globale delle terre rare. Infatti i tempi di sfruttamento del giacimento, secondo il responsabile del progetto, si aggirano intorno ai 10-15 anni prima di poter assistere all’estrazione e alla commercializzazione, e in questo lasso di tempo l’Europa dovrebbe quindi dipendere ancora da paesi terzi. Ciononostante, l’avvio di esplorazioni finalizzate all’approvvigionamento di elementi chiave in grado di accelerare anche la dipendenza energetica attraverso l’utilizzo di materiali innovativi pone l’Europa in un ruolo di maggiore forza nei confronti delle regioni ric-

che di queste materie prime. Potersi sedere al tavolo delle contrattazioni, sapendo che in tempi relativamente brevi si potranno sfruttare le proprie risorse naturali, potrebbe porre l’Europa in uno stato di parità, se non di vantaggio, rispetto agli anni precedenti. Inoltre, la volontà di ripristinare la produzione di microprocessori all’interno dell’Europa potendo sfruttare, non solo la tecnologia, ma anche le risorse naturali del continente, dovrebbe favorire investimenti e migliorare il ciclo produttivo di queste importantissime componenti.

Discorso del tutto simile anche per il ruolo, ancora cruciale, del petrolio e del gas, con l’Europa che sta cercando di essere maggiormente autonoma o dipendente da quei paesi dove la sua influenza è ancora molto presente. Basti pensare al recente accordo italiano in Libia, volto a beneficiare non solo della vicinanza geografica tra i due paesi, ma anche di anni di relazioni distese, nonostante il problema dell’immigrazione nell’area del Mediterraneo.

Le quotazioni del carbone sui mercati internazionali hanno segnato un aumento di oltre il 70% dai minimi a $203 per tonnellata di agosto 2022, spingendo le nazioni ricche di carbone a riaprire le proprie miniere.
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Gli obiettivi green si avvicinano

L'Europa con il Green New Deal è impegnata in prima linea nella transizione ecologica, obiettivo ancora lontano se pensiamo alla necessità di utilizzare sempre più materie prime. L’obiettivo è quello di raggiungere la riduzione delle emissioni di almeno il 55% rispetto ai livelli registrati nel 1990, entro il 2030. A questo si aggiunge anche un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, di cui l’Europa è già tra i leader del mondo, volto a ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali e trasformare quelle non più in uso. Si pensi, ad esempio, alla rottamazione di prodotti ricchi di materie prime, il cui riciclo è economicamente più conveniente rispetto alla produzione a partire da minerali o metalli grezzi.

Allo stesso tempo, per raggiungere una maggiore indipendenza dalle fonti energetiche quali petrolio e gas, l’investimento su commodity ferrose e non ferrose resta di primaria importanza.

Come è noto negli anni hanno assunto un ruolo sempre più crescente le materie prime in grado di favorire la messa in atto della transizione ecologica. Un esempio è rappresentato dalle turbine eoliche che necessitano di acciaio

e rame per poter sfruttare la forza del vento e trasformarlo in energia pulita, oppure dai pannelli fotovoltaici che, attraverso il “silicio di grado solare” (ovvero il silicio con un grado di purezza fino al 99,9%), sono in grado di catturare la luce solare e di trasformarla in energia. Naturalmente, il silicio non è l’unica componente necessaria per la costruzione di un pannello fotovoltaico, sono necessarie anche alluminio, acciaio e rame.

Tutte queste materie prime sono facilmente rinvenibili in natura, principalmente nei paesi del Sud America, dell’Africa, in Asia (Cina, Filippine e Indonesia) e in Australia, che annoverano una grande presenza di miniere o impianti produttivi. Ed è proprio a quelle aeree del mondo, spesso instabili dal punto di vista politico e sociale, che si continua a guardare per l’approvvigionamento di materie prime, tema trattato già nel secondo numero del 2021, il 727.

In quell’articolo si sottolineava come la predominanza di aziende estere, che controllano la produzione o l’estrazione di queste materie prime, impone di fatto una sudditanza dell’Europa e del mondo occidentale nei confronti di queste nazioni. In quell’occasione

si era parlato anche dell’aumento dei prezzi delle materie prime, tema oggi più attuale di allora, con gli impatti sui prodotti finiti che mette in difficoltà sia le aziende manifatturiere sia gli utilizzatori finali.

Un equilibrio necessario tra economia e politica

Come detto, tuttavia, quello che preoccupa maggiormente è l’impatto degli alti costi che comporta lo spostamento da una dipendenza geografica all’altra. È davanti agli occhi di tutti quanto le scelte politiche siano in grado di influenzare la vita quotidiana, andando a colpire anche i prezzi dei prodotti finali. Se la transizione ecologica sarà attuata grazie all’implementazione di nuovi progetti, l’attenzione dovrà essere spostata sull’impatto economico che questa avrà sulla popolazione, rendendo necessaria l’attuazione di programmi economici-finanziari a supporto di questa da parte dei governi centrali e dei responsabili della politica monetaria.

Un ruolo chiave in tal senso lo stanno già giocando le banche centrali che, dopo l’aumento dell’inflazione dovuta

allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina che ha spinto al rialzo i prezzi di petrolio e gas nonché di cereali e grano ed in genere di prodotti agricoli o a loro connessi (ad esempio i fertilizzanti), hanno avviato una stretta monetaria al fine di frenare l’aumento dell’inflazione.

Le banche centrali saranno chiamate a fornire gli strumenti necessari per rallentare la pressione sui prezzi e allo stesso tempo mantenere una crescita economica solida e duratura. Combinazione che non sembra riuscire alla Banca Centrale Europea, a differenza della Federal Reserve statunitense, che dopo gli aumenti dei tassi ha visto un lieve rallentamento della pressione sui prezzi al consumo, ma contestualmente una netta frenata della crescita economica, con il rischio dell’ingresso in recessione dell’economia dell’eurozona. Non a caso la Banca Centrale Europea ha fatto intendere che gli aumenti dei tassi termineranno presto (probabilmente dopo l’aumento di marzo) per poi avere riscontro dall’economia sull’efficacia dell’azione monetaria restrittiva prima di, eventualmente, riproporre nuovi piani di stimolo.

Il ritrovamento del giacimento di terre rare in Svezia risulta particolarmente importante perché in grado di avvicinare l’Europa, seppur con tempistiche ancora lunghe, al mercato globale delle terre rare.
Per raggiungere una maggiore indipendenza dalle fonti energetiche quali petrolio e gas, l’investimento su commodity ferrose e non ferrose resta di primaria importanza.
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AUTOMAZIONE & PRODUZIONE

Intelligenza artificiale:

tra limiti e potenzialità

L’intelligenza artificiale nel manifatturiero spesso è pura forza computazionale, che «tarata su un dominio riesce a risolvere bene task specifici» evidenzia Giovanni Maria Farinella dell’Università di Catania, cosa che come ovvio, con l’intelligenza non c’entra niente. La definizione scritta che otteniamo, da Chat GPT di Open AI, nel momento in cui chiediamo un testo su “intelligenza artificiale” e manifattura è un po’ vaga, ma interessante e piuttosto aderente alla narrativa ufficiale:“L'intelligenza artificiale (IA) sta giocando un ruolo sempre più importante nel settore manifatturiero. L'IA può essere utilizzata per aumentare l’efficienza della produzione, migliorare la qualità dei prodotti, ridurre i costi e aumentare la sicurezza sul lavoro. Ad esempio, i sistemi di visione artificiale possono essere utilizzati per ispezionare i prodotti in tempo reale durante la produzione per garantirne la qualità, mentre i sistemi di automazione basati sull'IA possono essere utilizzati per ottimizzare i processi produttivi. Inoltre, l'IA può essere utilizzata per prevedere i guasti dei macchinari e pianificare la manutenzione preventiva, migliorando così la disponibilità delle attrezzature.”

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La computer vision

Negli impianti di Orogel alla fine degli anni ’60 delle persone addette selezionavano gli spinaci, a vista, controllando le foglie che passavano sui rulli ed eliminando quelle non idonee. Oggi quel lavoro è svolto da sensori che automaticamente effettuano la selezione e gestiscono 4 linee da 8 tonnellate di spinaci l’ora. Una “semplice” applicazione di computer vision che rappresenta una delle soluzioni più in voga. Può essere utilizzata per il controllo qualità dei pezzi in linea o appunto, per la selezione di oggetti e il loro posizionamento o l’eventuale presenza di difetti. L'addestramento è relativamente complesso: occorre “caricare” migliaia di immagini con spinaci corretti cioè adatti alla produzione e altrettante di foglie non idonee (cosa fattibile se realizzata in un ambiente controllato dove la luce è costante e sempre uguale a sé stessa). Nell’università di Catania è nato lo spinoff Next Vision che sta portando sul mercato Nairobi e Naomi software di AI e computer vision appena presentati al CES di Las Vegas. Il primo è un navigatore per spazi chiusi, in grado di autolocalizzarsi partendo da una semplice immagine scattata dal telefonino e ricostruendo il percorso, in realtà aumentata, per raggiungere la meta richiesta. Può essere utilizzato con tablet o smartphone ed è progettato per guidarci all’interno di ospedali, aeroporti, grandi magazzini, padiglioni di eventi fieristici e quant’altro. Naomi invece è un assistente intelligente che, analizzando sempre immagini o video acquisiti da una camera riesce a capire cosa sta facendo l’utente in quel preciso momento. Un’interazione tra uomo e oggetto, con algoritmi che permettono di guardare la scena dal punto di vista dell’operatore e di poterla analizzare, capendo se stai toccando un oggetto più o meno pericoloso. Sono applicazioni utili nell’ambito della sicurezza sul lavoro dove il software, prevedendo che il soggetto toccherà quell’oggetto, lo disattiva, oppure sapendo cosa sta toccando può fornire informazioni necessarie.

IA su macchine per macchine

«Alleniamo i nostri sistemi con milioni di dati, che poi non servono nei sistemi embedded» prosegue Farinella «perchè creati i modelli servono solo i parametri e non la formula in sé. Per questo anche sistemi con l’intelligenza artificiale a bordo riescono a svolgere agevolmente compiti complessi». Questo è il primo nodo, «si tratta di AI su macchine per macchine», sottolinea Giuseppe Ciccotti, Chief Technical Officer di Mylime ed esperto di IT «qui si ha bisogno di velocità, non c’è tempo per agganciarsi al cloud, gira tutto sull’edge in locale e i modelli non possono essere troppo pesanti, ma possono comunque svolgere molti compiti. Sono soluzioni efficienti, spesso legate alla computer vision che riguarda il riconoscimento degli oggetti sulla linea, con difetti o errori di posizionamento. Sono soluzioni di AI relativamente semplici, che funzionano bene, mentre quelle legate agli impianti o alle supply chain dove devi mettere d’accordo molti più player, e molti più dati, magari da analizzare in tempo reale, sono molto complicate, a volte non funzionano o richiedono la reingegnerizzazione dei processi. Inoltre ci si può trovare di fronte a delle black box, delle soluzioni su cui non controlli totalmente l’algoritmo e a cui nessuno vuole affidarsi anche per questioni burocratiche o di responsabilità. Un conto è scartare un pezzo, altro è capire se accettare o meno una partita o decidere se un fornitore è affidabile o peggio se c’è una frode, in questo caso il falso negativo è più complesso da gestire». Dal momento che l’AI rappresenta un'enorme capacità di calcolo questa può essere gestita all’edge, cioè direttamente sulla macchina, quando questa deve prendere delle decisioni pressoché immediate e non ha il tempo di mandare informazioni a una centrale (e quindi per esempio in cloud) con una enorme capacità di elaborazione, per ricevere delle informazioni su cosa fare. La macchina senza pilota avrà un sistema di previsione che le permette autonomamente di capire

«Alleniamo i nostri sistemi con milioni di dati, che poi non servono nei sistemi embedded perchè creati i modelli servono solo i parametri e non la formula in sé. Per questo anche sistemi con l’intelligenza artificiale a bordo riescono a svolgere agevolmente compiti complessi»

Negli impianti di Orogel alla fine degli anni ’60 delle persone addette selezionavano gli spinaci, a vista, controllando sui rulli le foglie che passavano e eliminavano quelle non idonee. Oggi quel lavoro è svolto da sensori che automaticamente effettuano la selezione e gestiscono 4 linee da 8 tonnellate di spinaci l’ora.

cosa sta facendo quel pedone e quindi reagire un decimo di secondo prima che attraversi la strada, così funzionano tutte le soluzioni di computer vision che gestiscono la qualità sulle linee di cui abbiamo già parlato. Altro invece è avere un sistema di intelligenza artificiale che gestisce un impianto, che deve ricevere ed elaborare dati da più “bocchettoni” continuamente e deve programmare entrata e uscita degli input, coordinando le diverse parti di un impianto. Se deve gestire la produzione o, per esempio, le colate di acciaio, ha tempo per elaborare e per adottare la soluzione migliore, come quei sistemi di IA che cercano le molecole in medicina: compiono calcoli complessi in tempi molto lunghi. Tra questi estremi ci sono decine di soluzioni sviluppate da piccole medie imprese che lavorano sul campo a fianco dei loro clienti.

Per non stravolgere i processi

«Come Ammagamma» ci spiega Andrea Mordenti (Solution sales manager) «non ci permettiamo di toccare i processi, costruiamo le soluzioni andando nelle imprese e parlando con chi lavora tutti i giorni. È un processo di costruzione dell’AI bottom-up, rappresenta un’ottimizzazione basata sulla matematica. La manutenzione predittiva in ambito manifatturiero è complessa da realizzare, in quanto le condizioni di contorno devono essere molto stabili, per questo abbiamo applicato un concetto simile su asset fisici “protetti”. In pratica, il fatto che le macchine manifatturiere siano spesso settate per quella precisa operazione, in quel singolo contesto, rende molto complesso creare dei data set validi, quindi Ammagamma sposta il focus su oggetti fisici identici tra loro e poco soggetti alle

condizioni esterne: i pali della luce e i contatori del gas». Prosegue sempre Mordenti «La nostra matematica è stata utilizzata per fare manutenzione predittiva e calendarizzazione delle squadre di manutenzione per questi asset e le cabine di media tensione della luce. Abbiamo preso lo storico degli interventi passati e l’abbiamo combinato con i dati esogeni che comprendono strade, zone con potenziale dissesto idrogeologico e quant'altro. Mettiamo tutto in un motore che ci dice quando è meglio anticipare o posticipare un intervento manutentivo in modo da intercettare prima un eventuale disservizio. Questo permette di avere vantaggi diretti perché consente di fare manutenzione solo là dove c’è bisogno con un risparmio in termini di tempo e consumi, inoltre migliori il servizio, hai meno lamentele e utenti più soddisfatti (per far un esempio concreto una multi-utility ha ridotto il budget allocato per la gestione dei pali della luce del 25%)». È una declinazione di manutenzione predittiva interessante che dimostra come il trasferimento tecnologico delle soluzioni in questo ambito sia possibile e relativamente fattibile (tenendo conto che devono cambiare i dati e l’analisi in funzione del contesto).

Dall’analisi delle devianze alla manutenzione predittiva

«Di manutenzione predittiva su dispositivi edge embedded nel manifatturiero se ne parla molto, ma si ha un’applicazione pratica relativamente limitata a specifici casi d’uso» Questa è la posizione di Andrea Richetta head of Arduino PRO Customer Success, che prosegue «certo, è sfidante riuscire ad applicare modelli efficaci in contesti complessi. Se si ha bisogno di

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«La manutenzione predittiva in ambito manifatturiero è complessa da realizzare, in quanto le condizioni di contorno devono essere molto stabili, per questo abbiamo applicato un concetto simile su asset fisici “protetti”»

predire quando un determinato cuscinetto inserito all’interno di una macchina si rovinerà, sarà molto difficile, perché qualunque tipologia di misurazione di telemetria che si riesca a ottenere sarà molto generica e influenzata da fattori diversi, per questo non può essere così puntuale. L’unico modo per poter avere un dato preciso è avere un sensore su ogni elemento rotante, cosa che di fatto aumenta la difficoltà, e soprattutto è una pratica invasiva, che preclude ogni tipo di applicazione su macchinari esistenti. Si può certamente arrivare a uno step intermedio rispetto alla condizione attuale e potremmo considerare come manutenzione predittiva l’analisi delle deviazioni, quindi, stabilito il funzionamento a regime, determinare le problematiche in funzione di una deviazione da quel livello. Come Arduino stiamo studiando l’analisi dei comportamenti dei macchinari attraverso l’analisi dei consumi elettrici, poiché il consumo elettrico ha un pattern da cui, se arriva da un oggetto che ha un comportamento di funzionamento relativamente standard, si riesce a ricavarne un dato, cioè uno schema che può rappresentare l’effettiva funzionalità della macchina». Prosegue sempre Richetta che prova a farci entrare nel suo mondo «Immaginiamo un'isola di saldatura che utilizza sistemi elettrici. Come prima cosa, la macchina ha un profilo di funzionamento, si accende, si accendono gli ausiliari e la parte idraulica e poi inizia a lavorare. Già con questi dati, dalla parte di consumo della macchina, si riesce a stabilire un pattern, può essere deviato da qualche azionamento non standard, che si può comunque sezionare e quindi, per esempio, decidere di analizzare soltanto il dato di consumo della saldatrice. A questo punto con un’acquisizione si riesce a creare un dataset, relativamente limitato, perché il range di funzionamento di quella macchina è prestabilito. Quindi si può iniziare a valutare le singole deviazioni standard cioè, se il condotto di saldatura funziona male, la macchina rallenta e fa consumare di più. Questo è un indicatore, una deviazione che possiamo fare rientrare nelle casistiche di manutenzione predittiva, ov-

vero segnalare che in questo momento le condizioni di funzionamento standard della macchina non sono rispettate». Quindi dove c’è la possibilità di avere un dato di telemetria sufficientemente campionabile e quindi ragionevolmente preciso, dove si può pensare che la deviazione è il “campanello di allarme” per arrivare alla manutenzione predittiva, si può iniziare a ragionare, tutto il resto è molto embrionale.

Un altro caso su cui il team di Arduino si è trovato a operare riguarda un’azienda che produce lubrificanti per macchine pesanti. In un range di funzionamento standard le macchine dovevano cambiare l'olio ogni due mesi e mezzo, a seguito di una serie di analisi su fluidità e limpidezza dell'olio sono riusciti a estrarre tutta una serie di parametri che hanno consentito di ottimizzare il cambio dell'olio passando da un modello di fornitura standard a un modello business as a service.

«Sulla computer vision invece» aggiunge Richetta «abbiamo realizzato due progetti interessanti, (che rientrano sempre nella sfera del controllo qualità N.d.R.) il primo è un'analisi e ispezione ottica sul corretto montaggio delle paratie dei bocchettoni del carburante, il secondo invece è uno strumento che inquadra un pacco sul nastro trasportatore e sa dire se questo è danneggiato, rotto o aperto e nel caso decide se scartarlo o portarlo avanti sulla linea».

La forza della generalizzazione

«Noi di Ammagamma» continua la sua riflessione Andrea Mordenti, «non vediamo l'IA come uno strumento pensato per sostituire l'uomo, ma cerchiamo di ridurre la complessità, diamo suggerimenti». È la logica della deviazione, del ridurre le opzioni e guidare l'umano alla scelta, cosa sensata se si pensa anche al concetto di responsabilità che ne deriva.

«Se abbiamo 100 opzioni per noi l'importante è arrivare a risolverne 96 e analizzare solamente le 4 che ri-

chiedono la mia intelligenza, oppure ridurre il tempo che impiego per gestire quelle 100 casistiche, ma non abbiamo un sistema che automatizza la raccolta dati e decide in autonomia quali azioni pratiche applicare senza la supervisione del responsabile di processo». La medicina in questo è anni luce più avanti del manufacturing, soprattutto sullo studio delle immagini ci sono migliaia di paper che dimostrano come la collaborazione tra la raffinatezza della computer vision e la sensibilità e l'esperienza del medico siano il mix che produce i risultati migliori. «Grazie alla computer vision il controllo qualità ragiona proprio così, – continua Andrea Mordenti – ha tonnellate di immagini già classificate che dicono “cosa fare”. Una nostra case history in questo senso è il controllo del processo di verniciatura della scocca delle automobili che doveva cogliere piccole sbavature, fori, imprecisioni. Chi fa controllo qualità ha già una classificazione delle casistiche e a questo punto il processo è pura forza computazionale, più un minimo di generalizzazione. Puoi avere 100 casistiche di errori, così alleni un modello che li riconosce. Inoltre, devi avere la forza e la capacità di dare all’IA la possibilità di riconoscere gli errori che sono leggermente diversi da quelli già categorizzati, ma affini a quelli che già conosce». È il bilanciamento tra overfitting (una regola fissa) e la capacità che ha l'IA di riuscire a intercettare anche quelle variazioni non “catalogate” e scartarle oppure segnalarlo all'operatore. È lo stesso processo di approssimazione che porta a ridurre progressivamente il numero delle scelte da 100 a 4, dopo di che sarà l'operatore a prendere la decisione finale. «I processi completamente automatizzati sono troppo rischiosi, non vale la pena, conviene avvicinarsi a un intorno e lasciare all'uomo “l'ultimo miglio” quello più complesso, con l'IA supervisionata si possono gestire molte macchine con pochi addetti liberandosi anche dai problemi burocratici. Io, personalmente vedo il futuro in questa direzione». Un progetto simile al precedente, riguarda il confezionamento dei salumi, qui, l'oggetto del controllo sono

le macchioline di sangue che, come ovvio, non sono sempre nella stessa posizione e non hanno sempre la stessa forma e dimensione, per questo è necessaria la flessibilità e la capacità dell'IA di “generalizzare”.

Dalle piattaforme per la pianificazione alle control tower

Altro macro campo di applicazione dell’intelligenza artificiale è quello del Forecasting e pianificazione «Dove vediamo utilizzo di machine learning e di IA – introduce il tema Giacomo Coppi di SAP – è innanzitutto nella piattaforma di planning perché l’esigenza del business è evidente. Il livello di incertezza è aumentato e i consumatori sono iper demanding e si fa fatica a fare previsioni. Con IA e machine learning riusciamo a correlare i dati più vari, quelli storici derivanti dai vari reparti aziendali, dati social, dati dal campo, tutti insieme per cercare di avere delle previsioni più accurate. Sono le “famose” dashboard alla base delle strategie data driven relative alle previsioni di produzione, di budget e della demand planning. Queste poi possono aiutarci anche nell'operatività suggerendo quando lanciare un certo prodotto sul mercato e, nel caso, come modificarlo riducendo da un lato costi e tempi del go to market e gli scarti». Sono un po' le sfere di cristallo dell'oggi, che affiancandosi all'intuito umano ne aumentano la sensibilità, come accade nelle librerie dove, attraverso i dati di vendita, ma anche di sosta delle persone davanti agli scaffali e tanti altri, si capisce come è meglio posizionare i libri. Un’alleanza virtuosa tra il fiuto del libraio tradizionale e i dati. Continua sempre Coppi «Una soluzione che sta andando molto di moda è il concetto di control tower, c’è chi la vuole della pianificazione, chi della distribuzione, dei trasporti o della sostenibilità. Quella che stiamo distribuendo di più è quella legata al mondo della logistica. Rappresenta l'insieme di soluzioni che consentono a un'azienda di avere visibilità della di-

«Di manutenzione predittiva su dispositivi edge embedded nel manifatturiero se ne parla molto, ma si ha un’applicazione pratica relativamente limitata a specifici casi d’uso»
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Andrea Richetta Head of Arduino PRO Customer Success

«Dove vediamo utilizzo di machine learning e di IA è innanzitutto nella piattaforma di planning perché l’esigenza del business è evidente. Il livello di incertezza è aumentato e i consumatori sono iper demanding e si fa fatica a fare previsioni. Con IA e machine learning riusciamo a correlare i dati più vari, quelli storici derivanti dai vari reparti aziendali, dati social, dati dal campo, tutti insieme per cercare di avere delle previsioni più accurate. Sono le “famose” dashboard alla base delle strategie data driven relative alle previsioni di produzione, di budget e della demand planning».

stribuzione dei propri prodotti, in questo l'IA trae vantaggio dalle società che offrono servizi che ti dicono come avvengono gli eventi di distribuzione e ti danno l'expected time of arrival della tua spedizione. Un tempo target che viene costruito e continuamente aggiornato sia con dati storici sia con dati che sono raccolti con algoritmi sensibili a diversi fattori: il brutto o il bel tempo, il mercato locale, il calendario delle festività, lavori in corso. In questo modo il mio expected time of arrival è legato alla comprensione di fattori che sto correlando per dare accuratezza elevata, in tempo reale, di quando la mia spedizione sarà portata a destinazione. Queste soluzioni sono integrate dentro il nostro transportation management e dentro il nostro global truck and trace, quindi possono essere utilizzate da chi pianifica i trasporti o da chi vuole solo la tracciabilità e l'evidenza di quello che sta succedendo». Sono progetti previsionali che hanno declinazioni tra loro molto diverse: Ammagamma ha sviluppato motori di ottimizzazione per Cirfood, una delle pricipali cooperative per la ristorazione collettiva. Il problema da risolvere era come riapprovvigionare il magazzino, la soluzione: una piattaforma con due macromoduli, uno strutturato per prevedere la domanda dei seguenti 20 giorni, l'altro, di ricerca operativa, progettato per ridurre le scorte di magazzino riducendo anche gli sprechi. Il risultato è stata una soluzione che ha ridotto di 111 tonnellate lo stoccaggio medio, con una diminuzione del 15% dello scarto (circa 300-400kg di cibo al giorno) e un’accuratezza delle performance di previsione dei trend di mercato migliorata del 50-55%.

I falsi miti

I casi esposti smascherano il mito dei big data: abbiamo sempre molti dati, chiariscono tutti i nostri interlocutori, ma spesso manca quel 10% che ci serve davvero. Altra cosa, al centro del progetto c'è sempre l'intelligenza umana che deve capire come pesare i dati e quali sono quelli davvero utili. Non ha senso fare previsioni di vendite utilizzando le serie storiche degli anni ’70, così come non ha senso inserire dati troppo disomogenei, come quelli del 2020 o del 2021 che per molti aspetti rappresentano anni troppo anomali, 30 anni di dati possono aiutarci a capire la stagionalità di un fenomeno, ma poi è importante imparare a pesare i dati in funzione del contesto e della rilevanza storica (andamenti più recenti sono maggiormente predittivi per il prossimo futuro, rispetto a informazioni molto datate, perché l’andamento del mercato, salvo rari casi, cambia). Relativamente ai dati sintetici, quelli che si generano volutamente per riempire dei buchi, hanno senso in alcuni contesti, ma molto meno in altri. Spesso servono a mitigare potenziali bias e “disuguaglianze statistiche” che possono influenzare i modelli predittivi o prescrittivi. Un esempio è quello relativo alla gestione delle politiche di promozione all'interno di una azienda, costruire un modello che parte dagli anni '60 o anche '70 vuol dire aumentare l'importanza di quelle categorie di persone che in quegli anni erano più presenti in azienda. Per questo ha senso costruire “artificialmente” informazioni che bilanciano opportunamente la serie storica.

L’intelligenza artificiale per le PMI

Vedrai è una startup fondata nel 2020 da Michele Grazioli che supporta con l’IA il processo decisionale di diverse funzioni aziendali: Amministratore Delegato, Direttore Finanziario, Direttore Vendite, Marketing Manager, Responsabile Acquisti e Responsa bile di Produzione. Per ogni funzione, mette a disposizione uno specifico Agente Virtuale che monitora milioni di dati interni (dati di produzione, gestionali, contabilità) e variabili esterne (variabili macroeconomiche, meteo, trend di ricerca, etc.) per calcolare l’impatto futuro di ogni decisione aziendale. James, nome di uno degli agenti virtuali, supporta l’Amministratore Delegato fornendo una panoramica complessiva dell’andamento aziendale simulando diversi scenari di allocazione di budget per osservare i risultati futuri a parità di condizioni. L'agente virtuale Frank monitora i trend di mercato e prevede la curva di domanda dei diversi prodotti, anche in funzione di variabili come il prezzo. Becky, invece, attraverso il monitoraggio delle notizie macroeconomiche che influenzano i prezzi e il controllo dei principali indicatori (Stocastico, MACD, RSI), permette al responsabile acquisti dell’azienda di avere un quadro previsionale di disponibilità e prezzi delle materie prime, supportandolo nella gestione dei costi e nella definizione della strategia di

Ma in che modo possono aiutare le PMI italiane e perché avete, tu, Michele Grazioli (NdR) e il tuo team, individuato questo target?

Abbiamo scelto di investire sulle PMI perché mancava un prodotto che fosse alla portata delle piccole e medie imprese, che non hanno la disponibilità economica né l’infrastruttura tecnologica e le competenze che servono per utilizzare queste soluzioni. Gli agenti virtuali sono piattaforme che le imprese possono utilizzare in cloud, senza dover disporre di un’infrastruttura dedicata, hanno una curva di apprendimento molto rapida e possono essere integrate subito e facilmente nel processo decisionale. Nel settore manifatturiero, Vedrai mette a disposizione delle PMI gli strumenti predittivi fornendo una panoramica complessiva dell’andamento aziendale, simulando diversi scenari di allocazione del budget, diversi contesti produttivi e logistici, fornendo in tempo reale accurati modelli predittivi sull’andamento del prezzo delle materie prime per elaborare una corretta strategia di approvvigionamento, quanto e quando acquistare ciascuna commodity, e muoversi con sufficiente sicurezza sul mercato.

Quanto costano, come funzionano e quali risultati potete dimostrare o ci si deve aspettare?

Il punto di partenza di Vedrai sono i dati, ma la forza delle soluzioni proposte dal gruppo sta nella capacità di trasformare la complessità degli stessi in informazioni strategiche facilmente leggibili dalle aziende.

Si tratta di soluzioni standardizzate, che consentono di abbattere i costi di accesso per la configurazione. Al costo di configura-

zione si aggiunge un costo ricorrente per l’aggiornamento mensile. Utilizzare modelli standard, oltre a ridurre i costi, consente di avere una curva di apprendimento molto rapida e di poterli integrare nel processo decisionale sin da subito. È anche importante sottolineare che il colloquio iniziale con l’azienda, la capacità del modello di analizzare i dati sulle performance aziendali e di aggiornarsi costantemente, permettono di offrire un prodotto che integra le modalità con cui si comporta l’azienda normalmente per prendere quelle specifiche decisioni. Quindi, nonostante il prodotto sia standardizzato, si riesce a offrire un certo grado di personalizzazione in base al comportamento e alle esigenze aziendali.

Prevedete delle evoluzioni nel modello di business?

La strategia che persegue Vedrai è quella di creare un polo dell’intelligenza artificiale in Italia e in Europa aggregando le migliori competenze sul mercato attraverso acquisizioni e partnership per creare sinergie utili all’ecosistema e alle aziende.

La nascita di Vedrai Data Intelligence, la newco partecipata al 51% e al 49% da Altea Federation, (gruppo specializzato in consulenza direzionale e informatica), è parte di questa strategia di integrazione di filiera che consente a Vedrai di allargare la sua offerta anche alla raccolta e all’organizzazione dei dati. Per cogliere appieno le opportunità dell’intelligenza artificiale è necessario dare valore al dato, raccoglierlo, analizzarlo e processarlo nel modo adeguato. Con questa operazione Vedrai è in grado di supportare anche quelle aziende non ancora pronte per utilizzare suoi agenti virtuali perché ancora non dotate di processi digitalizzati

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Lo Sportello Matematico per l’innovazione e le imprese

Lo Sportello Matematico per l’Innovazione e le Imprese (SMI2) è un progetto dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del CNR che nasce nel 2013 per mettere, come recita il motto del progetto, “la Matematica a supporto dell’Innovazione e della Società”.

Tutto parte dalla convinzione che le scienze e tecnologie matematiche debbano rappresentare un fattore di innovazione e competitività per le imprese e dalla presa di coscienza del mancato accesso delle imprese italiane ai risultati della ricerca matematica anche, o forse soprattutto, per la carenza di contatti tra mondo imprenditoriale e mondo accademico.

Così lo Sportello Matematico si pone come un ponte progettuale tra la comunità matematica italiana e il mondo delle imprese.

Lo scopo del progetto è quello di promuovere i “risultati della ricerca nelle scienze matematiche applicandoli ai problemi del mondo reale per ottenere un impatto tangibile”. Che vuol dire riduzione dei costi di produzione, efficientamento della logistica, supporto allo sviluppo di nuovi prodotti.

Una delle prime operazioni è stata quella di costituire una rete di centri di ricerca italiani con una specifica competenza nelle scienze e tecnologie matematiche. Questi centri sono stati selezionati al fine di avere una rappresentanza dell’eccellenza nel campo della matematica applicata ad ambiti come manutenzione predittiva, analisi di big data, agricoltura e Industria 4.0.

Della rete, che è attualmente costituita da circa 50 Partner, fanno parte soggetti pubblici e privati: Dipartimenti Universitari, Istituti del CNR, Spin-off accademici, Start-up di ricerca, tutti centrati sullo sviluppo e l’applicazione di Tecnologie Matematiche.

Lo Sportello Matematico agisce quindi da intermediario tra le imprese e i centri di ricerca della rete, facilitando lo sviluppo di collaborazioni a partire da problemi industriali specifici.

Una delle più recenti attività del team dello Sportello Matematico è lo sviluppo di SPIN (Supporto alla Pianificazione per l’Innovazione), un applicativo web per supportare le imprese a pianificare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo. L’applicativo è nato dalla collaborazione tra Sportello Matematico del CNR, Confindustria, Sistemi Formativi Confindustria, con il supporto di 4Manager. Si tratta di uno strumento di supporto alle decisioni che consente alle imprese di conoscere le agevolazioni attive sui temi della Ricerca e dell’Innovazione e simulare l’effetto reale dei diversi strumenti fiscali sui loro piani di investimento.

STORIE DI SUCCESSO

Centrale del Latte di Vicenza

Il problema: la previsione della domanda di yogurt. Questa costituisce un aspetto cruciale per l’ottimizzazione dell’approvvigionamento di materie prime (nello specifico , marmellate per lo yogurt) e quindi per la gestione efficiente delle scorte di magazzino.

Il risultato della collaborazione è stato un software statistico, integrato nel gestionale usato dall’azienda, che per ogni prodotto fornisce una previsione attendibile delle vendite su un periodo di sei settimane. Questo permette poi di ottimizzare gli acquisti di materie prime a partire dai prodotti in giacenza e tenendo conto dei lotti minimi di acquisto e dei tempi di consegna dei fornitori.

A seguito dell’implementazione del modello, benefici ricevuti dall’azienda sono stati: la riduzione del 3% sui giorni di scorta delle marmellate e l’azzeramento delle rotture di stock, in particolare delle marmellate.

Manutenzione predittiva

Un’azienda che produce sistemi automatici per lo stoccaggio e l’archiviazione ha fatto ricorso ai servizi dello Sportello Mate-

matico per lo sviluppo di sistemi di manutenzione predittiva.

I sistemi di archiviazione prodotti dall’impresa, consentono la movimentazione verticale di numerosi vassoi che garantiscono portate fino a 1000 kg. Volendo passare a un sistema di manutenzione predittiva, l’azienda aveva la necessità di raccogliere dati sul funzionamento delle macchine e aveva richiesto, in una prima fase, un supporto modellistico-matematico per individuare una disposizione ottimale del minor numero possibile di sensori e per ottimizzare il volume di dati da raccogliere.

In una seconda fase, necessitava di uno strumento matematico per prevedere il comportamento futuro dei macchinari (o almeno di alcuni componenti critici) e indicare l’intervento più idoneo da effettuare.

Simulazione di processo

Un’azienda del settore manifatturiero aveva bisogno di un modello matematico per la prototipazione virtuale di un processo molto critico all’interno di una linea produttiva. Il processo in questione è quello del bonding, ovvero, della saldatura sotto pressione di una pellicola in materiale non tessuto. Il problema industriale consiste nell’individuare un modello matematico in grado di correlare la qualità della saldatura a parametri di processo facilmente controllabili dagli operatori (come la temperatura, la velocità della linea o lo spessore della pellicola).

Per stabilire i parametri di processo, l’azienda ricorre a test di laboratorio che sono molto dispendiosi. Il modello matematico serve quindi a simulare il processo e prevedere la qualità della saldatura (ovvero, la forza necessaria a rompere la saldatura). Lo scopo finale era quello di ridurre le prove sui campioni.

Algoritmi per il riconoscimento di oggetti

Per le operazioni di distribuzione e restituzione di utensili, è importante sapere quali sono gli oggetti prelevati e se gli stessi oggetti vengono restituiti e in quali condizioni. Se gli utensili sono distribuiti per mezzo di magazzini automatici, un modo per fare queste verifiche è l’analisi delle immagini. Una videocamera posizionata opportunamente rileva l’oggetto prelevato e poi restituito. Opportuni algoritmi che poi permettono di valutare se l’oggetto in questione è lo stesso, se è sporco o danneggiato.

Un algoritmo di questo tipo è stato richiesto da un’impresa che produce hardware per la gestione aziendale. sistemi prodotti dall’azienda hanno già alcuni sensori che permettono il riconoscimento degli oggetti, l’impresa voleva integrare le macchine con sensori di visione per aumentare il controllo sui dispositivi.

Per questo ha richiesto il supporto dello Sportello Matematico e ha avviato una collaborazione che è al momento in corso.

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LOGISTICA & MOVIMENTAZIONE

l’INDUSTRIA MECCANICA 733 |

AISEM, ANCORA NUMERI IN POSITIVO PER I SETTORI DEL COMPARTO

AISEM (Associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione) federata Anima, rappresenta l’imprenditoria nazionale per la costruzione e la distribuzione delle macchine per la movimentazione e il sollevamento dei materiali, che corrisponde a circa l'80% dell’intera produzione nazionale, di cui circa il 40% destinata all’export.

Sistemi Intralogistici

Le previsioni, indicano per l’anno appena concluso un fatturato pari a 1.150 milioni di euro per il settore dei sistemi intralogistici, + 4,5% rispetto al 2021. Un contributo importante arriva dalle esportazioni, con una quota export/produzione che raggiunge il 36%.

Roberta Togni, capogruppo Sistemi Intralogistici e vice presidente di Aisem, ha dichiarato «Le previsioni che Ufficio Studi Anima ci ha presentato

forniscono un quadro incoraggiante per il futuro, nonostante il nostro comparto da un paio di anni sia alle prese con rallentamenti nella produzione causati dalla carenza di microchip e semiconduttori, uniti ai rincari di materie prime ed energia provocati dal conflitto in Ucraina. Tutte queste concause hanno costretto le imprese ad adattarsi al nuovo scenario economico e a evolversi in un periodo molto breve, puntando a incrementare la digitalizzazione e

l’automazione dei processi, attraverso la formazione di nuove figure professionali, grazie anche agli incentivi previsti nel Piano Transizione 4.0. Un altro punto essenziale per il nostro gruppo» conclude Roberta Togni «riguarda il tema dell’efficienza energetica: il settore è infatti impegnato da tempo nello sviluppo e nell’utilizzo di macchinari in grado di ridurre i consumi di elettricità nelle attività produttive, con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente».

Il gruppo dei sistemi intralogistici chiuderebbe l'anno in positivo. Le previsioni indicano per il 2022 un fatturato pari a 1.150 milioni di euro, + 4,5% rispetto al 2021. Un contributo importante arriva dalle esportazioni, con una quota export/ produzione che raggiunge il 36%.

Scaffalature industriali

Chiude l’anno con il segno più il settore meccanico delle scaffalature industriali, rappresentato in Anima Confindustria dal gruppo Scaffalature CISI di Aisem.

Secondo le previsioni la produzione nel 2022 sarebbe cresciuta rispetto all’anno precedente raggiungendo un fatturato di 665 milioni di euro per il comparto rappresentato in Aisem dal gruppo Scaffalature CISI. Un ruolo importante è giocato dall’export, che costituirebbe il 62,5% del fatturato, segno dell’interesse per la qualità italiana all’estero, con i paesi UE27 che nel primo semestre rappresentano l’85% delle aree di destinazione.

L orenzo Amosso, capogruppo in Aisem di Scaffalature CISI, ha commentato «I numeri previsti da Anima sono incoraggianti, dipingono un settore che riesce a crescere nonostante le difficoltà che le imprese hanno dovuto affrontare nell’anno appena trascorso. Dopo la ripresa post-covid del 2021, infatti, il 2022 è iniziato presentando nuove sfide che hanno impattato sulle imprese del nostro come di altri settori, dalla guerra in Ucraina, alla carenza delle materie prime, ai costi esorbi-

tanti dei costi energetici. Tuttavia le nostre imprese» continua Amosso «hanno ottenuto buoni risultati, anche grazie al supporto di Aisem. Il gruppo Scaffalature CISI è da sempre al fianco delle aziende, e si occupa in prima linea delle tematiche legate alla sicurezza sul luogo di lavoro con corsi di formazione specialistica».

Carrelli, sollevamento e trasporto

Secondo le previsioni sul 2022, dell’Ufficio studi di Anima, complessivamente il comparto rappresentato dai gruppi Gru mobili, PLE e Sollevamento avrebbero raggiunto una produzione di 3.330 milioni di euro, in crescita del 4% sull’anno precedente, da considerare le esportazioni che valgono 1.090 milioni, costituendo il 32,7% del fatturato totale.

Matteo Frigo, capogruppo del com-

parto Sollevamento, ha commentato «I numeri previsti dall’Ufficio studi di Anima sono fonte di soddisfazione, e mostrano un settore che riesce a mantenere il trend di crescita nonostante le grandi difficoltà affrontate negli ultimi anni. Emergenza pandemica con conseguente contrazione delle possibilità di esportazione, carenza di materiali, caro-prezzi, crisi energetica legata alla guerra: sono tutte condizioni che han-

no messo a dura prova anche il nostro comparto industriale». Prosegue sempre Frigerio «È incoraggiante che ciò nonostante le imprese siano riuscite a ottenere buoni risultati, anche grazie all’impegno dell’Assoziazione che ha continuato a sostenere le aziende a proseguire con le attività di formazione sulla sicurezza sul lavoro, di fondamentale importanza per tutelare i lavoratori del nostro settore».

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Il settore dei carrelli industriali

Buoni risultati nel 2022 per il gruppo Carrelli industriali, attrezzature e componentistica, che chiude l’anno appena trascorso arrivando a una produzione di 1.820 milioni di euro, di cui il 33,5% è rappresentato dalla quota export, che avrebbe un valore di 610 milioni di euro.

Anche il capogruppo Loreno Leri esprime soddisfazione per i risultati ottenuti «Dai numeri previsti dall’Ufficio studi di Anima, il comparto dei Carrelli industriali, attrezzature e componentistica nel 2022 è riuscito a reggere l’urto delle difficoltà dell’attuale contesto economico e geopoli-

Aspettando Intralogistica Italia: rinnovato l’accordo fieristico

Un'intesa che favorisce il dialogo tra associazioni, organizzatori fieristici e Sistema paese, in una nazione che ha il ruolo di secondo mercato europeo dell'automazione industriale, con produttori italiani di macchine industriali tra i primi al mondo.

«Aisem ha rinnovato con entusiasmo l’accordo con la Fiera Intralogistica Italia» lo annuncia Pietro Almici, presidente Aisem «La collaborazione tra questi due grandi soggetti ha permesso l’incontro tra i protagonisti di

Il comparto rappresentato dai gruppi Gru mobili, PLE e Sollevamento, nel 2022, avrebbe raggiunto una produzione di 3.330 milioni di euro, in crescita del 4% sull’anno precedente, da considerare le esportazioni che valgono 1.090 milioni, costituendo il 32,7% del fatturato totale

una filiera, come quella della logistica, che chiama in causa non solo il nostro comparto, ma tutta l’industria italiana per la movimentazione e l’immagazzinaggio delle merci. Plauso quindi alla conferma della sinergia tra l’associazione Aisem e la Fiera Intralogistica Italia in un’ottica di crescita del settore e dell’intera filiera».

«La qualità di una Fiera» ha dichiarato il General Manager di Hannover Fairs International GmbH Andreas Züge «è direttamente proporzionale al livello delle

tico. Il settore avrebbe ottenuto una crescita del fatturato pari al 7,7%. Inoltre le previsioni vedono l’export crescere del 7%. Dati che dimostrano anche quanto le tecnologie della nostra industria meccanica siano apprezzate all’estero». opportunità di scambio e di dialogo che è in grado di offrire. Ed è per questo che siamo orgogliosi di annunciare il rinnovo della partnership con Aisem, federata Anima. Grazie a questo accordo, Intralogistica Italia potrà offrire ancora una volta a visitatori ed espositori di tutto il mondo le massime garanzie quanto a ricchezza e autorevolezza sotto il profilo dei contenuti, nel programma dei convegni e più in generale in tutto l’arco delle numerose iniziative che saranno messe in calendario durante lo svolgimento della manifestazione». l.b.

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EVENTI

1 persona su 2 soffre di ansia e insonnia per motivi di lavoro

L’85% delle persone considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro. Lo rivela una ricerca condotta da Mindwork - Wellbeing in progress e BVA Doxa. Dallo studio emerge che le ansie che si generano sul lavoro influiscono sugli equilibri sonno-veglia, e che 1 persona su 2 soffre di ansia e insonnia per motivi di lavoro. La percentuale dei lavoratori e le lavoratrici che soffrono di ansia e insonnia (rispettivamente 53% e 50%) è aumentata rispetto al periodo pre-pandemico, quando si attestava al 35%.

L’Italia ospiterà il prossimo UN Food Systems Stocktaking Moment

Roma sarà la sede del prossimo UN Food Systems Stocktaking Moment, vertice internazionale che vedrà la partecipazione di 193 paesi del mondo per discutere di sicurezza alimentare, sostenibilità e transizione ambientale, nonché dell’impatto della pandemia sul raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il vertice permetterà ai leader mondiali di fare il punto sui progressi compiuti da ogni nazione nella lotta contro la fame e la povertà e sulla strada della sostenibilità.

BATTERIE

Un passaporto europeo per produrre batterie elettriche green

Entrerà in vigore nel 2026 il Battery Passport, un documento che dovrà accompagnare le batterie e contenerne tutte le informazioni relative. Un sigillo di qualità, che sulla carta dovrebbe garantire di arrivare in tempi brevi a batterie più sostenibili, basate su dati standardizzati, comparabili e verificabili. Il progetto è dalla Global Battery Alliance, che lo presentò già nel 2021, e ora è stato lanciato in via sperimentale per entrare a far parte della regolamentazione europea in tre anni.

CO2

La Norvegia cattura CO2 sul fondo del mare

Prende il nome di Northern Lights, aurore boreali, il progetto di trasporto e stoccaggio geologico dell’anidride carbonica proveniente da impianti industriali che sarà avviato nel 2024 a Bergen, in Norvegia. L’obiettivo è stoccare nei fondali marini 1,5 milioni di tonnellate l’anno di CO2 catturata dalle ciminiere europee, trasportandone i volumi in forma liquida in un gasdotto fino a un impianto sottomarino, dove sarà stoccata in un pozzo a 2800 metri di profondità.

i 400 caratteri
SALUTE
l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | 54

Tecnologia, novità da tenere d’occhio

Una selezione delle più interessanti soluzioni per la meccanica

Approfondimenti su www.industriameccanica.it

generatori

Linea MATRIX AC/DC di CEA

I MATRIX X AC/DC sono generatori inverter TIG AC/DC ad alta efficienza, studiati per soddisfare le esigenze di saldatura più avanzate e sofisticate. I MATRIX X sono equipaggiati di serie con la nuova interfaccia X VISION, semplice e completa, per il controllo totale e il monitoraggio di tutti i parametri di saldatura. Le loro caratteristiche, unite all’alta tecnologia del controllo digitale, consentono una perfetta stabilità dell’arco, garantendo un’elevata qualità di saldatura TIG e alte prestazioni in ogni situazione.

www.ceaweld.com

robot industriali

perforatrici

Precisione ed efficienza energetica con eGEO 405

Migliorano le caratteristiche tecniche con l’aumento dell’area di lavoro a 1.885 mm, della portata a 25 kg e della velocità. Il livello di protezione del braccio è interamente IP67, è pressurizzabile e dispone di una serie di utenze già installate di serie all’interno del braccio come una valvola bistabile, ingressi e uscite personalizzabili e il Power over Ethernet PoE. RS025N dispone del controllore Kawasaki F02 e di una nuova tastiera di programmazione con performance e funzioni evolute.

www.tiesserobot.it

La nuova eGEO 405 di Comacchio è una perforatrice per sondaggi geognostici totalmente elettrica. L’alimentazione della macchina è fornita da un pacco batterie installato a bordo. La durata della batteria è estesa grazie a dei power pack di scorta, facilmente installabili con l’ausilio di un sollevatore. Tra i vantaggi della eGEO 405 rispetto alla versione a motore diesel vi sono la possibilità di lavorare a emissioni zero, la silenziosità, la precisione e la maggiore efficienza energetica.

www.comacchio.com

Modello RS025N di Kawasaki Robotics
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taglia metalli al plasma

Generatore trifase ad inverter con compressore integrato

Il PLASMA 57 COMPRESSOR INVERTER

è particolarmente indicato per manutenzioni all’esterno. Il compressore integrato assicura all’operatore una totale autonomia di lavoro e facilità d’uso in quanto non necessita di regolazioni dell’aria. Il sistema ceramico del compressore garantisce che l’aria in uscita sia priva di inquinanti come acqua, olio e residui solidi. Lo spessore di taglio su acciaio varia da 13 mm a 20 mm in base alla velocità. Lo spessore di separazione è di 25 mm.

www.elettrocf.com

saldatura ad arco

Saldatrice multiprocesso connessa di Esab

Warrior Edge 500 CX è una saldatrice multiprocesso facile da usare, ad alte prestazioni e dotata di connettività WeldCloud integrata. Il trainafilo RobustFeed Edge offre grande produttività e una migliore gestione della qualità, con monitoraggio del consumo di filo e di gas. Dotato di TrueFlow, il sistema digitale di controllo del flusso gas di ESAB, RobustFeed Edge gestisce efficacemente le risorse consumabili, sia all’avvio che durante la saldatura, riducendo così il consumo complessivo delle stesse.

www.esab.com

pompa di calore multifunzione

TRIBUS NATURAL 3in1: produzione ACS 70°C e raffrescamento Frost Italy S.r.l. presenta TRIBUS NATURAL, innovativa unità multifunzione a 4 tubi, totalmente made in Italy, con gestione da remoto. Installazione esterna/interna, produzione di acqua calda sanitaria a 70°C senza resistenza elettrica e gratuita d’estate. La pompa di calore condensata ad aria o ad acqua, con motori controllati da inverter a recupero totale, è configurabile per tutte le esigenze di impianto. Nella ristrutturazione è possibile mantenere i radiatori esistenti, mentre nei nuovi edifici non necessita di caldaia.

www.frostitaly.it

lance manuali per lavorazioni continuative

Leggerezza e precisione Il peso ridotto dell’impugnatura e degli inserti MINITHERM di Messer Cutting Systems consentono di lavorare ininterrottamente per lunghi periodi, con diverse caratteristiche di fiamma e potenza: dalla microfiamma difficile da vedere a occhio nudo fino alle potenti fiamme di saldatura, caratteristica importante nei lavori in linea, nell’ingegneria fine e nella produzione di massa di componenti saldati, brasati o riscaldo a mano. Le operazioni difficilmente raggiungibili possono essere eseguite con libertà di movimento e di controllo ottenendo risultati di alta qualità.

www.it.messer-cutting.com

59 | l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | N 1 2023 l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | 58 RUBRICA

misuratori

Lo smart meter anti-manomissione Il picoELCOR-2 è un contatore a membrana SMART disponibile nelle versioni G10, G16 e G25, che integra la parte elettronica, cioè la conversione del volume, il datalogger e il modem GPRS o LTE, con il corpo meccanico del contatore a membrana. Il solido design meccanico, la tecnologia collaudata e l'uso della più recente tecnologia a microprocessore, con elevata potenza di elaborazione, offrono al cliente la garanzia di un funzionamento regolare e spazio per future estensioni software e hardware. La rotazione degli ingranaggi è scandita da un elemento ottico che garantisce protezione contro i campi magnetici esterni contribuendo a eliminare le manomissioni del misuratore.

www.metrixitalia.it

smart home

Comfort e sicurezza

Yubii Home è il cuore di una nuova esperienza di smart home: un hub che si occupa del comfort e della sicurezza. Yubii

Home è il primo gateway che collega le tecnologie Nice, FIBARO ed elero, ma non solo: è aperto all'integrazione con oltre 3.000 dispositivi di altri marchi grazie alla compatibilità con i protocolli

Z-Wave e WiFi. Yubii Home dà inoltre la possibilità all’utente finale di gestire l’intera Smart Home attraverso gli assistenti vocali Amazon Alexa, Google Assistant e Siri.

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saldatrice inverter

Saldatura high-tech con Sol Plus 280 è una saldatrice sinergica multi processore costituita da un inverter sviluppato con le più recenti tecnologie in ambito elettronico. Nasce per la saldatura a filo Mig/Mag Pulsato Sinergica per acciaio inox, acciaio al carbonio, alluminio e le sue leghe, Elettrodo e Tig con innesco Lift Arc. È dotata di un microprocessore di ultima generazione e alta velocità che permette il rapido adattamento dell’arco elettrico anche nelle condizioni più difficoltose. La sinergia dei parametri completa il suo high-tech di strumento per la saldatura ad alto livello.

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ruote industriali

Ruote AVO, soluzioni ideali per imprese estreme

Ideali per ogni esigenza di movimentazione complessa e che richieda caratteristiche di robustezza, sicurezza e durata nel tempo, le ruote art. 605 sono particolarmente adatte per pavimentazione sconnessa. Supporti extra pesante, assemblabili con 1, 2, 3 ruote in gomma, in acciaio di forte spessore, stampato e saldato, rotanti su cuscinetto reggispinta e a rulli conici. Ruote in gomma piena elastica estremamente robuste con flange in acciaio. Elevata scorrevolezza, altamente resistente a urti e tagli. Assorbe le vibrazioni. Mozzo su cuscinetti a sfera 2RS o cuscinetti INOX 2RS.

www.avo.it

61 | l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | N 1 2023 l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | 60 RUBRICA

telescopici edili

Apollo 20.4 Smart, forza e innovazione Apollo Smart è la macchina ideale per i piccoli spazi di manovra, dotata di grande potenza, maneggevolezza e precisione nei movimenti. Il nuovo Apollo 20.4 Smart è il più compatto e agile dei telescopici edili Dieci; l’elevata resistenza del braccio permette la movimentazione dei carichi a grandi altezze, senza alcun rischio. Le tre modalità di sterzata consentono una guida leggera anche con il maggior carico. Nuovo motore e nuova trasmissione idrostatica garantiscono performance e risparmio mentre le numerose soluzioni brevettate semplificano esponenzialmente la manutenzione.

www.dieci.com

operatore per porte battenti

Soluzione SMART PRO di Sesamo SMART PRO è un operatore per porte a battente progettato per semplificare le attività di installazione e programmazione. È dotato di soluzioni meccaniche che garantiscono un impiego intensivo e una lunga vita di esercizio. Il cuore innovativo dell’operatore è incentrato nella trasmissione, composta dal motoriduttore unita a un unico stadio di riduzione realizzato con catena a rullini a lubrificazione sigillata. Le sue caratteristiche consentono un consumo energetico ridotto in modalità stand by.

www.sesamo.eu

l’INDUSTRIA MECCANICA 733 | 62 RUBRICA

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INSERTI ECONOMICI

a cura della Redazione e dell’U cio Studi ANIMA - per richieste contattare: alchieri@anima.it - redazione@anima.it (disponibili anche in inglese)

Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 717 - 1^ Quindicina di giugno 2017 - pubblicata su questo numero

Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 23 - 31 gennaio 2017 - pubblicata su questo numero

Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tari e prestazioni di personale Italia/estero | Tabella bianca 1° gennaio 2017 “Settore industria meccanica varia ed a ne” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero

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