l'Industria Meccanica 737 - numero 1/2024

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AL LAVORO PER L’IDROGENO GREEN

All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n. 789 - Costo orario medio dell’operaio n.29 - Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2023

1 | l’INDUSTRIA MECCANICA 728 | No 3 2021 H 2 Poste Italiane S.p.A.Spedizione Abbonamento postale70%LO/MI 737 NUMERO 1 2024

L’Industria Meccanica

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In redazione

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In copertina

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Impaginazione

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’INDUSTRIA MECCANICA 737 | 6

Sommario

Numero 737

In copertina Chiara Zarmati

10 RUBRICA: Donne e Uomini al timone

12 RUBRICA: i 400 caratteri

14 Mentre alle COP si discute, il surriscaldamento cresce di Pierangelo Andreini Vicepresidente ATI

18 Le materie del futuro rimangono indietro di Lucrezia Benedetti

22 Il Green Deal dell’Unione Europea alla prova dei report di Fulvio Liberatore Team Ricerca Easyfrontier Technologies

28 Equilibri d’acqua di Mauro Ippolito iBan First

36 Al lavoro per l’idrogeno green di Daniele Bettin 42 20 34 50

44 Magazzini sicuri. Inail pubblica la prima guida tecnica per scaffalature porta pallet di Elena Prous

52 Acqua trattata: buona per i consumatori e l’ambiente di Elena Prous

54 Omeco cresce e si riorganizza a vantaggio delle imprese a cura di ICIM Group

58 RUBRICA: i 400 caratteri

62 RUBRICA: Tecnologia, novità da tenere d'occhio

81 Tabelle ANIMA: Bianche, Blu, Arancio

9 ’INDUSTRIA MECCANICA 737 N 4 2023 ’INDUSTRIA MECCANICA 737 | 8

Daniela Ferrari

nuova amministratrice delegata

Unicredit Factoring

Ferrari è laureata in Economia e commercio presso l’Università Statale di Bari e ha iniziato la sua carriera professionale in una società di revisione internazionale a Roma per poi proseguire nel settore finanziario in primarie banche d’investimento italiane. Con più di 25 anni di esperienza nel corporate banking ricopriva il ruolo di head of Americas multinational corporates presso la filiale Unicredit di New York.

Tjarko Bouman

nuovo ceo di BDR Thermea Group

in precedenza Tjarko è stato ceo del Gruppo NTS, una realtà a livello mondiale che sviluppa, produce assembla e testa sistemi opto-meccatronici complessi e moduli meccanici per OEM altamente tecnologici in mercati di semiconduttori, di analisi in ambito sanitario. Durante il suo mandato, ha definito una nuova importante strategia globale, che ha portato ad anni record (2021 e 2022) sia per fatturato che per redditività.

Antonio Cammisecra

Contourglobal nomina nuovo ceo

Contourglobal, società controllata da Kkr e impegnata nello sviluppo, proprietà e gestione di impianti di produzione di energia in tutto il mondo, annuncia la nomina di Antonio Cammisecra ad amministratore delegato. Cammisecra sarà responsabile della direzione della strategia di investimento di Contourglobal verso la decarbonizzazione dell’impronta ambientale della società e la crescita della piattaforma in tecnologie sostenibili fondamentali per la transizione del settore elettrico.

Giorgia Favaro

nuova ceo di McDonald’s Italia

Favaro fa parte di McDonald’s dal 2017, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, diventando direttrice marketing per l’Italia, per poi prendere il coordinamento delle attività di marketing di 12 paesi europei. Dallo scorso anno ricopre il ruolo di direttrice field dell’area Sud, ampliando la propria esperienza nel mondo operations.

Massimiliano Bizzarri

nuovo ceo di Rancilio Group

54 anni, è laureato in Ingegneria Meccanica, vanta una lunga esperienza in gruppi industriali multinazionali operanti in diversi settori di business: dall’automotive al food processing equipments. Approdato in Ali Group nel settembre 2023 come Senior Vice President EMEA APAC ha ricoperto negli ultimi anni ruoli apicali presso Interpump Group come Presidente di Divisione (pompe e food processing equipments) e presso GEA Group come Business Unit CEO (pasta ed extruded products).

Silvia Colombo

nuova general counsel per CNP Vita Assicura

Prima di entrare in CNP Vita Assicura era chief legal officer in Drave Underwriting. Precedentemente è stata partner degli Studi Jenny.Avvocati e Zitiello Associati, seguendo clienti Internazionali in ambito finanziario e assicurativo. Nel 2017 ha iniziato un’esperienza pluriennale in ElipsLife ltd, compagnia del gruppo Swiss Life, ricoprendo il ruolo di regional legal counsel.

Phillipine Mtikitiki

Coca Cola nomina nuova vicepresidente per l’Italia e Albania

Phillipine Mtikitiki è stata nominata vice presidente & direttore generale di The Coca-Cola Company per Italia e Albania. Con una laurea in Economia all’Università del KwaZulu-Natal (Sudafrica), con un Mba presso l’Università di Reading – Henley Business School South Africa e 25 anni di esperienza all’interno dell’azienda, Phillipine Mtikitiki vanta un curriculum internazionale in ambito sia di marketing sia di strategia commerciale.

Alessandra Ferone responsabile di risk management e financial Advisory per Open Fiber

Alessandra Ferone, attuale direttore rischi in Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), lavorerà nel distacco in Open Fiber. Partecipata da Cdp Equity, Open Fiber è impegnata nell’attuazione del piano industriale di posa della fibra ottica sul territorio nazionale. Ferone assumerà un incarico con responsabilità in ambito risk management e financial advisory.

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Energia

Scarti alimentari per batterie sostenibili

Questo progetto da 4 milioni di euro vede in campo una partnership tutta italiana composta dal Consiglio nazionale delle ricerche (capofila), Enea, Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali, Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Ricerca sul Sistema Energetico (Rse) e Standex International. Le attività di ricerca sono rivolte allo studio di nuovi materiali sia ibridi (con organici e inorganici) sia esclusivamente organici ottenuti da scarti dell’industria agroalimentare come caseina, siero del latte, cheratina, fico d’India e cellulosa. L’obiettivo del progetto è validare i nuovi materiali sia per prestazioni elettrochimiche che per incrementarne la sostenibilità ambientale, diminuendo sempre più in questi sistemi di accumulo la componente inorganica, come litio e cobalto, metalli che rientrano nella lista Ue delle 34 materie prime critiche.

Sicurezza

Attacchi cyber criminali per le aziende italiane

Secondo il report di Deloitte "Future of Cyber: una visione cyber-first per la sicurezza e la creazione di valore - Il punto di vista delle aziende italiane", nel 2022 il 98% delle aziende italiane ha subito attacchi, con danni di entità grave o estremamente grave in circa 2 casi su 3. Le conseguenze delle violazioni informatiche non riguardano solo la perdita di fatturato o la riduzione del valore di mercato dell'azienda, come sostengono il 40% e il 36% dei dirigenti italiani intervistati, ma possono incidere sulle organizzazioni anche dal punto di vista normativo, comportando multe e sanzioni per inadempienza rispetto alle procedure in essere o per le violazioni dei regolamenti sulla cybersecurity, come riportato dal 52% degli intervistati. Grave anche il rischio reputazionale, in termini di ripercussioni negative sull'immagine dell'azienda, secondo il 44%, con il possibile crollo della fiducia da parte della clientela paventato dal 46%.

Export

Alibaba.com è una vetrina per il Made in Italy

Il colosso asiatico dell’e-commerce crea il "Made in Italy Event", a cui hanno già aderito 350 aziende di diversi settori, fra cui food&beverage, beauty, home&garden, elettronica. Una vetrina temporanea completamente dedicata ai prodotti italiani. Le Pmi dei settori agroalimentare, moda, cosmetica e arredo-design, potranno inoltre usufruire del servizio di tracciabilità della filiera su tecnologia Blockchain di Ice-Agenzia, che consente di rendere fruibili le proprie certificazioni e le caratteristiche di sostenibilità, rafforzando e proteggendo il valore dei prodotti Made in Italy sui mercati esteri.

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MENTRE ALLE COP SI DISCUTE, IL SURRISCALDAMENTO

Il protrarsi delle guerre in Ucraina e a Gaza, l’estendersi di scontri militari a più latitudini e longitudini sono le drammatiche emergenze che offuscano la visione e distraggono irresponsabilmente il mondo dall’obbligo di raggiungere traguardi collettivi e necessari.

Target imperativi, politici, sociali e ambientali, tra cui quello di ridurre la generazione di gas serra, emissioni che stanno portando la temperatura media globale a raggiungere valori che alterano l’equilibrio dell’ecosistema, rendendo inabitabili luoghi e regioni, e obbligano a puntare alla neutralità carbonica entro metà secolo.

Altrettanto importante è l’esigenza di contrastare il rischio di nuove emergenze sanitarie, di preservare la biodiversità e di rilanciare il multilateralismo. È necessario rafforzare il diritto e gli organismi internazionali di governo per moderare l’autoreferenzialità di economia e finanza, per combattere la crescente disparità e gestire l’aumento dell’afflusso di migranti che ne consegue, nel rispetto della vita e dei principi di accoglienza.

Fino ad ora questi obiettivi sono stati mancati, perché la grande assente è una strategia mondiale per procedere più risolutamente nell’attuare la transizione ecologica, guidare il cambiamento, diminuire lo squilibrio sociale anche se solamente pensarlo appare al momento utopico. Questi sono fattori che interagiscono perversamente, come ben noto e proclamato da decenni nelle tante, ripetute assise mondiali, come il 25 settembre 2015, quando 193 paesi dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, condividendo l’impegno di garantire un presente e un futuro migliore al Pianeta e ai suoi abitanti, articolato in 17 goal, rimasti in gran parte sulla carta. Lo

testimonia la debolezza delle misure di contenimento della produzione di CO2eq, del cui accumulo nell’atmosfera le economie più avanzate sono state le principali responsabili dai tempi della rivoluzione industriale. A tal proposito scienziati e tecnici hanno indicato come procedere definendo le tappe: abolire l’impiego del carbone entro il 2030, del petrolio entro il 2045 e del gas entro il 2050. Tuttavia, la politica tergiversa con l’adozione di formule equivoche, come nel documento finale sottoscritto al termine della COP 28 di Dubai il 13 dicembre 2023 sulla scelta tra abbandono (phase out) e riduzione graduale (phase down) dei fossili. Eppure l’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti e tutte e le mete da raggiungere per contenerne gli effetti non sono negoziabili, specie per il carbone, la cui combustione è la prima minaccia da affrontare. Solo riferendosi al suo uso nella generazione elettrica, i 2000 GW di capacità installata nel mondo nelle oltre 2.400 centrali, emettono CO2 in quantità sufficiente a determinare il superamento della fatidica soglia di +1,5°C della temperatura media globale, stabilita nel 2015 dalla COP 21 di Parigi. E, anche se le economie emergenti sono ora le maggiori consumatrici di carbone, precedentemente lo sono state quelle che grazie a esso si sono sviluppate, cui va dunque la maggiore colpa. Esse devono quindi assicurare i finanziamenti necessari per accelerare il ricorso alle fonti rinnovabili, così come a quella nucleare e l’idrogeno, che sono le energie del futuro, essenziali per la decarbonizzazione. Pertanto nei paesi con economia in fase di transizione e sviluppo e in quelli più vulnerabili, vanno create le condizioni finanziarie e tecniche che abilitino gli sforzi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e di accesso alle tecnologie verdi, che sono i nuovi fattori di sviluppo.

Dove stiamo andando

L’anno scorso, l’Asia ha registrato un incremento molto significativo di CO2, specie in Indonesia (11%), India (8%), Cina (4,9%). Un aumento verificatosi anche altrove, non compensato dalla riduzione in Europa (23%) e negli USA (21%), a seguito principalmente della progressiva chiusura di vecchie centrali elettriche. In tal modo, il risultato complessivo del 2023 si è tradotto in un aumento globale dell’uso di carbone dell’1,4%, superando la soglia delle 8,5 Gt (8,53).

Il picco del carbone sembra molto vicino, tuttavia il calo, quando avverrà, appare troppo lento, come lo sarà per le altre fonti fossili, con tempi e misure insufficienti per mitigare adeguatamente il surriscaldamento e il cambiamento climatico, perché, secondo Copernicus Climate Change Service-C3S, il programma satellitare europeo di monitoraggio globale degli indicatori ambientali, l’anno scorso abbiamo segnato un nuovo record: il valore della temperatura media superficiale della Terra ha superato di 0,17°C. In alcuni giorni i rilevamenti hanno registrato addirittura temperature medie giornaliere oltre i 2°C sul livello medio preindustriale (valore medio del periodo compreso tra il 1850 e il 1900). Lo riporta nel dettaglio il rapporto Global Climate Highlights 2023 che propone una panoramica dei dati climatici estremi del 2023 e dei loro principali driver: le concentrazioni di gas serra e altri fattori ed eventi naturali. Una diagnosi avanzata dal servizio già all’inizio del giugno scorso, quando le temperature avevano raggiunto +1.5°C per vari giorni consecutivi, numeri che sono diventati poi ricorrenti in misura tale che metà dei giorni dell’anno (173, a fronte dei 77 nel 2016) hanno oltrepassato di 1.5°C il pre-

5000 China India
of world US EU 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 MT Global Coal consumpition 2021 -2023 2021 2022 2023(forecast) 15 | l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | N 4 2023 l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | 14
Rest
Fonte: cleanearth.io

detto livello medio preindustriale. Nel merito i dati dicono che nell’anno che abbiamo alle spalle la temperatura media globale è stata di 14,98°C, 1,48°C oltre il livello medio (1850-1900), e che ogni giorno dell’anno ha superato di 1°C tale livello. In quanto ai record del 2023 sono molteplici, tra questo quello di essere stato più caldo di 0,6°C rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Inoltre nei sette mesi da giugno a dicembre del 2023 la temperatura è stata maggiore di quella dei corrispondenti mesi dell’anno precedente, con luglio e agosto i due mesi più caldi mai registrati. Anche dicembre è stato il mese più caldo tra quelli conosciuti su scala globale, con una temperatura media di 13.51°C, 0.85°C al di sopra della media del citato periodo tra il 1991 e il 2020, e di 1,78°C sul periodo 1850-1900. È quindi possibile ritenere che la temperatura media dell’anno in corso raggiungerà probabilmente +1,5°C sul livello preindustriale.

Un futuro torrido

In uno studio congiunto con l’UK’s Met Office diffuso in giugno, la WMO aveva sostenuto che temperature simili

a quelle sopra si verificheranno con frequenza e intensità sempre maggiori «There is a 66% likelihood that the annual average near-surface global temperature between 2023 and 2027 will be more than 1.5°C above pre-industrial levels for at least one year. There is a 98% likelihood that at least one of the next five years, and the five-year period as a whole, will be the warmest on record». Un record non indolore che ha alimentato una lunga serie di catastrofi climatiche, con ondate di caldo senza precedenti verificatesi l’anno scorso in quasi tutti i continenti, tra cui spiccano i devastanti incendi in Canada e i gravi episodi di siccità nel Corno d’Africa e in Medio Oriente.

Di qui l’allarme reiterato con l’articolo “Climate-driven extreme heat may make parts of Earth too hot for humans”, pubblicato nell’ottobre scorso dalla rivista americana PNAS, che reca le risultanze di uno studio congiunto della Pen e Pardue University. La ricerca stima che 1°C in più sui livelli attuali sarà tale che miliardi di persone vivranno in aree dove le condizioni di calore e umidità saranno al limite della sopravvivenza per una parte dell’anno. Al riguardo è stata fissata convenzionalmente una temperatura di bulbo umido superiore a 31°C, alla quale il corpo umano non è più in grado di rinfrescarsi naturalmente e può andare in-

Se le temperature continueranno a salire il problema sarà tale che milioni o miliardi di persone cercheranno di migrare verso luoghi abitabili, visto che le regioni natali risulteranno inospitali

contro a colpi di calore e stress sul sistema cardiovascolare, e in altri fattori associati, ambientali (come la velocità del vento e la radiazione solare) e individuali (età, condizioni di salute pregresse, ecc.) che caratterizzano le diverse soglie personali. Gli scenari sono stati delineati utilizzando specifici modelli climatici, interpretativi e previsionali, ipotizzando un aumento della temperatura media da +1,5°C a +4°C sul valore preindustriale. Su queste basi lo studio ha selezionato le regioni dove il surriscaldamento del clima innalzerebbe i livelli di temperatura e umidità oltre i limiti di sopravvivenza per l’uomo. Con una temperatura media globale di +2°C circa 4 miliardi di persone si troverebbero a vivere in aree dove temperature e umidità superano la soglia di tolleranza umana e necessiterebbero di sistemi di raffrescamento attivo per diverse ore al giorno. Questo in zone come il Pakistan, la valle dell’Indo, la Cina orientale e l’Africa sub-sahariana, zone a reddito medio-basso, aggravando ulteriormente la situazione. Se il valore raggiungesse i 3°C, caso considerato molto probabile entro il 2100, a tali zone si aggiungeranno la costa orientale e le regioni centrali degli Stati Uniti, l’Australia e il Sud America. Se poi l’aumento fosse di 4°C le condizioni risulterebbero difficilmente vivibili in un’ampia parte del mondo.

Se le temperature continueranno a salire il problema sarà tale che milioni o miliardi di persone cercheranno di migrare verso luoghi abitabili, visto che le regioni natali risulteranno inospitali. Un trend purtroppo già in atto e difficilmente arrestabile, dato che per la WMO c’è una probabilità di 2/3 che entro il 2027 la temperatura media superi la soglia di +1,5°C per almeno un anno e la quasi certezza (98%) che uno dei prossimi anni, nonché il quadriennio nel suo complesso, siano i più caldi mai registrati. Non dissimile è la posizione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che nel AR6 Synthesis Report, ritiene che tale soglia sarà raggiunta per il 50% entro il 2030-2035 e che per evitare il superamento stabile di questo valore le emissioni di CO2eq legate all’energia devono diminuire in pochi

anni rapidamente: del 43% sui livelli del 2019 entro il 2030 e del 60% entro il 2035, calo che ad oggi non è ancora cominciato. Quanto all’Europa non è indenne dal fenomeno e per Copernicus e la WMO il 2023 è stato un anno critico anche per il Vecchio Continente, con una temperatura di 1,02°C oltre la media del periodo 1991-2020 e la parte meridionale e centrale colpita più duramente, specie la Spagna occidentale e la Grecia. In materia i dati rilevati attestano che l’anno scorso e il 2020 sono al momento gli anni più caldi dell’ultimo cinquantennio.

Non c'è più tempo

Anche se il rapporto annuale C3S di Copernicus è stato diffuso un mese dopo la COP 28 di Dubai, anticipazioni del suo contenuto e di quello degli studi sopra citati erano note da tempo e i dati comunicati sono in linea, con valori analoghi riportatati in precedenti pubblicazioni e in tante altre ricerche e studi condotti negli anni. Non si può dire, quindi, che i rischi associati alla direzione verso la quale stiamo andando non siano ben conosciuti. Per questa ragione il debole compromesso, faticosamente raggiunto il 13 dicembre al termine della COP, sostituendo la dizione “phase out” dalle fonti fossili, voluta dalla grande maggioranza degli Stati partecipanti all’assise, con la più accomodante “transition away”, pure considerando che esso riflette, per parte sua, la difficoltà del momento che stiamo attraversando, appare in ogni caso inammissibile. Di ciò, vari osservatori accusano il Summit che, dopo due settimane di lavori e la mobilitazione di decine di migliaia di delegati, ritengono abbia rappresentato un’ennesima occasione persa. Tergiversazioni che hanno contrassegnato questa e le innumerevoli discussioni avute in tante altre circostanze, penalizzando il lavoro svolto in più trent’anni di vertici su ambiente, clima e sostenibilità, a partire da quello fondamentale sulla Terra di Rio de Janeiro del 3 giugno 1992.

1.4 HadCRUT5
NOAAGlobalTemp(1850-2023) GISTEMP(1880-2023) Berkeley Earth(1850-2023) JRA-55
ERA5 (1940-2023) 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 -0.2 -0.4 1860 1880 1900 1920 YEAR °C 1940 1960 1980 2000 2020 Global Mean Temperature Difference (°C) Compared to 1850-1900 average
(1850-2023)
(1958-2023)
17 | l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | N 4 2023 l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | 16 Fonte: World Meteorological Organization

Più di un laureato su tre, 36,8%, sceglie una materia Stem e fra le donne la percentuale arriva al 19,2%.

Le materie del futuro rimangono indietro

In un mondo sempre più di corsa verso il futuro i laureati, ma soprattutto le laureate in materie tecnico scientifiche scarseggiano.

Il risultato dei dati della seconda edizione dell’Osservatorio Stem “Rethink Ste(a)m education - A sustainable future through scientific, tech and humanistic skills” di Deloitte (società di consulenza) ci fa capire in che paradosso stiamo vivendo. Le donne che frequentano un corso di laurea in queste materie sono il 14,5% del totale di quelle che frequentano un corso di studi universitario (la percentuale sale al 24,5% se includiamo anche gli uomini). L’Italia in questa clas-

sifica si colloca al di sotto della media europea, che arriva a un 26% stentato, mentre la Germania è l’unica nazione a spiccare in questo elenco. Più di un laureato su tre, 36,8%, sceglie una materia Stem mentre fra le donne la percentuale arriva al 19,2%.

La motivazione di questi numeri è da ricercare negli stereotipi di genere che accompagnano quotidianamente, e da secoli, le donne. Il 50% del campione di studentesse intervistate ha parlato di stereotipi che le disincentivano

dall'intraprendere un percorso di studi in questo ambito, mentre il dato arriva a 24%, meno della metà, se si interrogano gli studenti di genere maschile. Stereotipo che vale per entrambi i generi, invece, è la credenza che le materie Stem abbiano corsi di laurea più difficili visto che riguardano materie scientifiche e tecniche e che richiedano più tempo e risorse economiche. Stando anche a quanto riportato nel report del WEF (World Economic Forum) preso in considerazione nel nume-

Il 50% del campione di studentesse intervistate ha parlato di stereotipi che le disincentivano ad intraprendere un percorso di studi nelle materie Stem, mentre il dato arriva al 24%, meno della metà, se si interrogano gli studenti di genere maschile.

ro 733 de L’Industria Meccanica, il divario formativo tra i generi si ripercuote anche nel mondo del lavoro.

La presenza femminile nelle imprese tecnologiche, soprattutto in ruoli di leadership, è drammaticamente inferiore alle percentuali inerenti alle università. Una tendenza, questa, che non trova giustificazione nel bias di genere per il quale le donne hanno una minor predisposizione verso le materie scientifiche.

Inoltre, secondo un’altra agenzia di

consulenza, la McKinsey, il 23% delle donne laureate in materie Stem riesce a ricoprire ruoli tecnologici nel mondo del lavoro, rispetto al 44% degli uomini. Il tasso più alto di partecipazione è nel product design and management con il 46% e nell'analisi dei dati al 30%, mentre in ruoli operativi occupano il 15% e nel Cloud l’8%. Meno drastici i dati riguardanti le donne che lavorano nelle aziende tecnologiche dove sono il 37%, con punte fino al 50% nel campo dei social

networking (50%) e delle attività di e-commerce (46%). Questo gap può essere colmato con una cultura all’uguaglianza di genere oltre ad una retribuzione paritaria con i colleghi uomini e iniziative volte ad agevolare le donne con figli o dedite a mansioni di cura.

Anche quest’ultimo aspetto, la famiglia e la cura in generale, affossa la carriera femminile in una cultura che la vede ricoprire ruoli di cura, sempre legati a stereotipi.

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IL GREEN DEAL DELL’UNIONE EUROPEA

ALLA PROVA DEI REPORT

L’articolo pubblicato sul sito di Industria Meccanica l’11 ottobre 2023 - nel quale abbiamo illustrato origine e articolazione della normativa di maggior impatto nell’ambito del Green Deal dell’Unione europea - evidenziava che dal 1° ottobre 2023 ha avuto inizio il cosiddetto periodo transitorio (valido sino al 31 dicembre 2025). Tale periodo durante il quale il "dichiarante", così come definito dall'Art.2, par.1 Reg. (UE) 2023/1773, deve predisporre su base trimestrale, ed entro un mese dalla fine di ciascun trimestre, una “relazione CBAM”. La relazione deve essere predisposta seguendo la struttura della Tabella 1 del Regolamento 2023/1773 e dovrà contenere le informazioni elencate nella Tabella 2 tra cui le informazioni circa la quantità delle merci CBAM importate, le emissioni dirette e indirette incorporate in tali merci e il prezzo del carbonio dovuto per tali emissioni, compresi i prezzi del carbonio dovuti per le emissioni incorporate nei materiali precursori. Dopo il periodo transitorio, le merci CBAM potranno essere importate nel territorio dell'Unione europea unicamente da parte di dichiaranti appositamente autorizzati, i quali dovranno, inoltre, attenersi a stringenti obblighi dichiarativi annuali e dovranno acquistare i cosiddetti certificati CBAM per compensare la differenza tra il prezzo dell’emissione di carbonio pagato nel Paese di produzione (se presente) e il prezzo delle quote di carbonio nel sistema ETS della UE (Sistema di scambio di quote di emissioni della UE).

Dopo il periodo transitorio, le merci CBAM potranno essere importate nel territorio dell'Unione europea unicamente da parte di dichiaranti appositamente autorizzati

Le relazioni CBAM nel periodo transitorio

Gli operatori interessati (ossia tutti coloro che hanno effettuato importazioni di merci CBAM) dovranno raccogliere, presso i propri fornitori o, meglio, presso i “gestori degli stabilimenti di produzione” i dati relativi alle emissioni di CO2e: CO2 e gas serra equivalenti emessi in atmosfera per la produzione delle merci CBAM importate nel trimestre precedente.

Ogni merce CBAM comporta l’attribuzione di una determinata quantità di emissioni, seguendo le formule e le metodologie di calcolo riportate nell’Allegato IV del Reg. 2023/956 e si dovrà tenere conto della distinzione tra merci semplici e merci complesse:

• merci semplici: merci il cui processo di produzione richiede esclusivamente materiali in entrata (precursori) e combustibili a zero emissioni incorporate

• merci complesse: merci diverse dalle merci semplici.

I calcoli da effettuare per la determinazione delle emissioni incorporate variano in relazione alla diversa quantità di emissioni connesse alla produzione, rispettivamente, di merci semplici e di merci complesse.

Per rendere più agevole l'attività degli operatori nella fase transitoria, la Commissione europea ha messo a disposizione degli operatori interessati dal Regolamento due linee guida “Guidance document on CBAM installations for importers of goods into the EU” e “Guidance document on CBAM installations for installation operators outside the EU”. Date le prevedibili difficoltà che gli operatori UE avrebbero incontrato nel procurarsi, fin da subito, tutti i dati necessari, il 22 dicembre 2023 la Commissione ha, pubblicato i Default Values for transitional period of the CBAM between 1 October 2023 and 31 December 2025, ovvero i valori

predefiniti relativi alle merci CBAM, utilizzabili nella prima fase del periodo transitorio. I valori predefiniti sono “moltiplicatori” per il calcolo, naturalmente puramente presuntivo, delle emissioni connesse all’importazione di ogni specifica merce CBAM. I default values saranno pienamente utilizzabili solo fino alla relazione CBAM da presentare entro il 31 luglio 2024: dopo tale data, infatti, la Commissione, salvo alcune limitate eccezioni, richiede che le relazioni siano presentate con i dati reali, ossia i dati ottenuti dal produttore delle merci. Utilizzando i default values si giunge ad una determinazione probabilmente eccessiva del livello di CO2e emessi in atmosfera per la produzione di merci CBAM. I valori di default sono stati, infatti, calcolati applicando le condizioni “peggiori”, ossia quelle che si verificano nel caso di stabilimenti privi di ogni accortezza ambientale e in Paesi che non adottano alcun carbon price (con ciò intendendosi il “prezzo per il carbonio” che viene pagato, di fatto, già fin moltissimi Paesi anche se in misura spesso molto inferiore a quella prevista in Unione Europea). La Commissione ritiene, necessario disporre di informazioni realistiche sulle dinamiche commerciali, sulla scelta dei fornitori e sull’effettivo “danno ambientale” causato dalla produzione di merci CBAM, affinché sia possibile, se del caso, adeguare normativa ed adempimenti. Al fine di poter disporre delle informazioni necessarie, i dichiaranti potranno chiedere ai gestori degli impianti extra-UE, ai sensi dell’Art 3 Par. 5 del Regolamento di esecuzione 2023/1773 (RE), di utilizzare un modello elettronico messo a disposizione dalla Commissione europea per fornire tutti i dati necessari per la compilazione delle relazioni periodiche. L’Allegato IV del RE (Contenuto della comunicazione raccomandata dei gestori degli impianti ai dichiaranti) riporta puntualmente tutte le informazioni che il gestore dovrebbe fornire al dichiarante.

di Fulvio Liberatore – Team di ricerca Easyfrontier Technologies
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Ad oggi, molti importatori, compresi gli operatori che potrebbero già disporre dei dati reali necessari, hanno scelto di utilizzare i default values, anche in considerazione sia della possibilità di modificare e di adeguare le relazioni CBAM fino a luglio 2024, sia perché la Commissione stessa ha messo a disposizione, una volta effettuato l’accesso al Registro transitorio, un semplice motore di calcolo che rende molto semplice la presentazione della relazione. Tuttavia, ricordiamo che tale opportunità è destinata ad esaurirsi con la relazione da presentare entro il 31 luglio: e, in ogni caso, l’adempimento resta macchinoso e farraginoso. Per tale ragione, Easyfrontier Technologies ha sviluppato, con la collaborazione di esperti del settore, una soluzione largamente automatizzata e di uso semplicissimo per la predisposizione delle relazioni CBAM. La soluzione, peraltro, è pensata per integrarsi con il supporto analitico e tecnico che Easyfrontier e ICIM Group, in sinergia fra loro, mettono a disposizione delle aziende Anima. Infatti, le imprese dovranno comunque procedere in modo attento sia nella identificazione delle merci importate come merci CBAM, sia nella determinazione della loro origine, sia nelle valutazioni di ordine tecnico/ambientale necessarie per la validazione dei dati forniti dai gestori degli impianti.

Il Registro transitorio CBAM

Il Regolamento 2023/1773 prevede che le dichiarazioni siano presentate utilizzando il “Registro transitorio CBAM”, un database elettronico che consente la comunicazione, i controlli e lo scambio di informazioni tra la Commissione europea, le Autorità doganali. Una volta concluso io fungerà da base per l’istituzione del vero e proprio “Registro CBAM”

La Commissione potrà attuare controlli per verificare l’adempimento degli obblighi di comunicazione dei dichiaranti durante il periodo transitorio. Nel caso in cui gli operatori economici vengano meno all’obbligo di rendicontazione, il Regolamento di esecuzione prevede sanzioni che vanno dai 10 ai 50 euro per tonnellata di emissioni non comunicate. Ai sensi dell’art. 16 Reg. (UE) 2023/1773, nello stabilire l’importo effettivo della sanzione verrà tenuto conto, ad esempio, dell’entità della violazione e dei quantitativi non comunicati, della durata della mancata comunicazione e di altri fattori utili a identificare eventuali comportamenti elusivi.

Il Registro Transitorio CBAM è accessibile utilizzando i browser internet. L’autorizzazione all’accesso e all’utilizzo è consentita solo agli importatori e ai rappresentanti doganali indiretti che si sono registrati sul “Sistema per la gestione uniforme degli utenti e la firma digitale” (UUM&DS) e che hanno ottenuto il profilo “CBAM Reporting Declarant

Business” la cui assegnazione è responsabilità delle Autorità Nazionali Competenti (National Competent Authorities – NCAs).

Relazione CBAM e Idrogeno

L’idrogeno è fra le merci che rientrano nell’ambito di applicazione CBAM. Sino al termine del periodo transitorio (31 dicembre 2025), gli importatori di idrogeno dovranno presentare la relazione trimestrale su:

• la quantità di idrogeno (in tonnellate) importata nell’UE durante il trimestre precedente,

• le emissioni dirette di CO2e incorporate nelle merci importate in UE a livello dell’impianto o sito di produzione,

• le emissioni indirette di CO2e incorporate nelle merci generate da attività diverse dalla produzione fisica,

• le informazioni sui prezzi di carbonio effettivi già dovuti o pagati sulle merci in un paese di origine durante la loro produzione.

Il 22 dicembre 2023 la Commissione ha pubblicato i Default Values for transitional period of the CBAM between 1 October 2023 and 31 December 2025, ovvero i valori predefiniti relativi alle merci CBAM validi per il periodo transitorio e utilizzabili pienamente fino al 31 luglio 2024. Si riportano di seguito i valori predefiniti per l’idrogeno:

Tabella 1:

Categoria di merce

Codice Nomenclatura Combinata

Valori predefiniti (tonnellate CO2e/tonnellate di bene) Emissioni dirette

Valori predefiniti (tonnellate CO2e/tonnellate di bene)

Emissioni indirette

Per rendere più agevole l'attività degli operatori nella fase transitoria, la Commissione europea ha messo a disposizione degli operatori interessati dal Regolamento due linee guida “Guidance document on CBAM installations for importers of goods into the EU” e “Guidance document on CBAM installations for installation operators outside the EU”.

Idrogeno 2804 10 00 10,4 0,0 25 | l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | N 4 2023 l’INDUSTRIA MECCANICA 737 | 24

Easyfrontier Technologies ha sviluppato, con la collaborazione di esperti del settore, una soluzione largamente automatizzata e di uso semplicissimo per la predisposizione delle relazioni CBAM

nella rendicontazione CBAM

Il 20 febbraio 2024 la Commissione ha rilasciato un documento che riporta i principali errori riscontrati dagli operatori e riferiti dalle NCA in occasione della presentazione della relazione relativa al primo trimestre di rendicontazione CBAM (31 gennaio 2024).

La Commissione si prepara a risolvere i circa 32 errori che hanno afflitto la piattaforma IT in vista della prossima scadenza stabilita il 30 aprile 2024. A seguito degli errori tecnici riportati, poi, l’Unione Europea ha introdotto, a partire dal 1° febbraio 2024, la possibilità di inserire la relazione trimestrale sul Registro Transitorio CBAM sino a 30 giorni dopo la scadenza tramite l’opzione “Richiesta di invio ritardato (errore tecnico)”. Tale modifica lascia impregiudicata la possibilità da parte dei dichiaranti di poter successivamente modificare e correggere i loro primi tre rapporti CBAM fino al 31 luglio 2024, in conformità al Regolamento di Esecuzione 2023/1773 (RE).

Il futuro del CBAM

Al netto di tutte le considerazioni e le difficoltà tecniche che presenta la reportistica prevista dal RE, il CBAM è una soluzione che molti paesi extra-UE stanno seriamente valutando se adottare per garantirsi un impatto simmetrico in relazione alle importazioni in arrivo da altri paesi che non abbiano prestato sufficiente attenzione alle tematiche ambientali. In particolare, ad oggi, secondo la Banca Mondiale esistono 73 strumenti diversi per il pagamento delle emissioni adottati in molti paesi, anche se tali strumenti non sembrano in grado di costituire un ostacolo serio al global warming cosi come ci si aspetterebbe dal programma Fit for 55, che vorrebbe giungere alla riduzione del 55 percen-

to delle emissioni entro il 2030. Il Parlamento europeo che uscirà dalle prossime elezioni potrebbe però decidere per un rallentamento o una modifica delle disposizioni CBAM pur in considerazione del gettito significativo, 9.1 miliardi di EUR all’anno a partire dal 2030, che il CBAM potrebbe mettere a disposizione delle casse unionali. Easyfrontier e ICIM Group continueranno a mettere a disposizione delle aziende Anima tutti gli aggiornamenti sull’evoluzione del meccanismo e sugli strumenti per adempiere in modo sicuro e lineare a quanto richiesto dalla normativa.

Dal CBAM alla gestione delle dichiarazioni doganali

Gli adempimenti CBAM, così come l’evoluzione della dogana mondiale e delle tecnologie ad essa correlate, stanno spingendo le imprese verso l’adozione di soluzioni in grado di rendere più fluido ed efficiente il commercio internazionale, in particolare per quello che riguarda gli adempimenti doganali e ambientali. Easyfrontier ed Easyfrontier Technologies sviluppano e mettono a disposizione delle aziende una gamma articolata di soluzioni, tutte interoperabili con le procedure e gli applicativi in uso nelle aziende: dalla piattaforma CBAM all’uso di blockchain e IA per la gestione degli adempimenti più complessi con l’aiuto dei partner più qualificati presenti sul mercato. In particolare, per la compilazione della relazione CBAM è necessario disporre di tutti i dati relativi alle dichiarazioni doganali di immissione in libera pratica di merci CBAM: Easyfrontier Technologies mette a disposizione delle aziende Anima un tool, Easydownload, che rende disponibile lo scaricamento automatico di tutte le dichiarazioni di importazione effettuate in Italia, complete di tutti i dettagli utili per il reperimento delle informazioni necessarie per la compilazione delle relazioni CBAM.

Errori
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Equilibri d'acqua

L’economia mondiale è sempre più interconnessa e basata sul commercio internazionale. La globalizzazione ha favorito lo sviluppo di tutte le aree del mondo anche grazie a politiche di delocalizzazione di impianti produttivi in paesi dove il costo della vita (e quindi i salari) sono molto più bassi rispetto ai paesi occidentali. Questo ha permesso la crescita e lo sviluppo di aree del mondo che negli ultimi anni sono diventate importanti player a livello mondiale, portando benefici diretti e indiretti alla popolazione. Il PIL di questi paesi è cresciuto e questo ha attratto capitali e investimenti sempre più importanti, con ricadute economiche in tutte le regioni. Negli anni ’90 i paesi del Sudest asiatico venivano definiti “tigri asiatiche” per la loro capacità di crescere e prosperare a ritmi elevati, divenendo presto un punto di riferimento per investitori da tutto il globo. Con gli anni, poi, la supremazia cinese nell’area ha monopolizzato lo sviluppo del continente asiatico, redendo la Cina la seconda economia mondiale, scalzando il Giappone, e posizionandosi dietro agli Stati Uniti con l’obiettivo (forse nel 2030) di diventare la prima economia mondiale.

La crescita dei paesi in via di sviluppo è stata favorita dall’aumento del commercio internazionale.

Dalla Cina e dai paesi del Sudest asiatico, partono navi container verso ogni angolo del globo, in particolare verso Europa e Nord America attraverso due rotte. La prima interessa il Mar Rosso che attraverso lo stretto di Suez arriva nel Mediterraneo e la seconda attraversa Panama per poi raggiungere la costa est degli Stati Uniti. Considerando l’importanza delle due vie, negli ultimi anni sono stati investiti ingenti capitali per ampliare gli stretti e rispondere alle esigenze del crescente numero delle navi container, anch’esse sempre più grandi per ridurre i costi di trasporto.

Naturalmente, con il crescente interesse commerciale, sono arrivati diversi motivi di attrito e nuovi giochi di potere. Se Panama gode di accordi e

investimenti con gli Stati Uniti, tali da non destare preoccupazioni, lo stesso non si può dire dello stretto di Suez. L’Egitto, nonostante la sua posizione, è l’ultimo paese interessato dal transito delle navi controllando il canale, ma le navi mercantili devono transitare in uno stretto angolo di mare compreso tra Africa e Medio Oriente, in particolare tra Somalia e Yemen. Nonostante entrambi i paesi siano interessati da questo continuo transito di navi non ottengono alcun beneficio. Gruppi terroristici e organizzazioni criminali hanno, pertanto, colto l’occasione di attirare l’attenzione su di essi attraverso azioni di pirateria nei confronti delle navi in transito nell’area. Agli inizi degli anni 2000, barchini con uomini armati provenienti dalla costa somala attaccavano le navi sequestrandole con l’unico scopo di richiedere un riscatto prima del rilascio. Questi atti di pirateria spesso avevano una conclusione

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di Mauro Ippolito – iBan First

Con l’inizio della guerra che vede coinvolte Palestina e Israele le imprese europee e soprattutto le PMI italiane hanno registrato ingenti aumenti dei costi per far giungere le navi dall’Asia ai porti italiani. Le rotte percorribili, escludendo il passaggio attraverso lo stretto di Suez restano due: il transito attraverso il capo di Buona Speranza in Sudafrica, quindi con la circumnavigazione del continente africano, oppure la rotta attraverso il Mare Artico

di poter continuare il proprio viaggio. Ciononostante, le società mercantili hanno chiesto e ottenuto un supporto militare all’Europa e dagli Stati Uniti al fine di scoraggiare gli atti di pirateria e rendere sicuro il transito delle navi. Dall’altro lato dello stretto di Bab al-Mandab, lo Yemen non sembrava interessato al transito delle navi, anche perché impegnato in una guerra civile interna legata alle primavere arabe scoppiate nel 2011 e un conflit-

to con la confinante Arabia Saudita che appoggiava il governo del presidente Saleh rovesciato dagli Houthi (gruppo armato e politico dell’estremo nord dello Yemen). Oltre a quanto detto, com’ è noto da diversi anni, l’area vede i musulmani sciiti e i sunniti in un continuo attrito. Inoltre, l’Iran ha sempre guardato con disprezzo al ruolo sempre più ingombrante degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita sia in ambito politico che commerciale, ritenendolo il paese nemico per eccellenza, e quindi di riflesso Israele come loro alleato.

La questione Israelo-Palestinese

L’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso ha alzato i toni dello scontro con l’Iran che ha accusato Israele per la risposta eccessiva all’attacco e gli Stati Uniti che hanno a loro volta incolpato l’Iran di aver supportato economicamente Hamas. Considerando che l’Iran appoggiava e supportava gli Houthi contro l’Arabia Saudita, è bastato poco perché l’area tornasse a surriscaldarsi e a essere instabile. La strategia degli Houthi, per mano dell’Iran, è stata quella di attaccare gli interessi economici di Europa e Stati Uniti.

Di conseguenza, le imprese europee e soprattutto le PMI italiane hanno registrato ingenti aumenti dei costi per far giungere le navi dall’Asia ai porti italiani. Le rotte percorribili, escluden-

do il passaggio attraverso lo stretto di Suez, restano due: il transito attraverso il capo di Buona Speranza in Sudafrica, quindi con la circumnavigazione del continente africano, oppure la rotta attraverso il Mare Artico. Entrambe le vie sono ritenute secondarie, sia perché il passaggio a sud dell’Africa aumenta i costi di trasporto, sia perché la rotta artica è ancora poco percorribile per il commercio globale. A questi bisogna poi aggiungere un aumento dei costi di assicurazione e nolo oltre ai già citati aumenti dei tempi di percorrenza. Per le PMI italiane, questo rappresenta un ostacolo enorme da superare che potrebbe mettere in crisi l’economia delle aziende non abbastanza forti economicamente. Per i cittadini questo si traduce con un maggior costo dei prodotti e quindi un ritorno all’inflazione che, grazie alla politica restrittiva della Banca Centrale Europea, era stata riportata su valori più contenuti.

Tutto ha un prezzo

A titolo di esempio, gli alti costi di trasporto sono visibili analizzando il Drewry Container Index (WCI), un indicatore chiave di questo settore, che a inizio febbraio registrava un picco a ridosso dei 4.000 dollari per un container da 40 piedi (FEU), ovvero con un aumento medio globale del 15% delle tariffe di trasporto rispetto alla settimana precedente e un raddoppio dei costi rispetto a fine 2023. Tuttavia, uno sguardo più attento alle rotte tra Cina ed Europa rivela un tasso ancora più alto. La valutazione di Drewry da Shanghai a Genova supera i 6.300 dollari (con un incremento settimanale del 25%), collocandosi al primo posto tra i valori mostrati dall’indice Drewry. Il trasporto da Shanghai a Rotterdam ha registrato un aumento minore (19%) attestandosi a 4.406 dollari, segnando comunque una crescita su base annua più che raddoppiata (+133%).

0 2,000 1,000 10 th Feb 2023 5 th Mar 2023 28 th Mar 2023 20 th Apr 2023 13 th May 2023 5 th Jun 2023 29 th Jun 2023 22 th Jul 2023 14 th Aug 2023 6 th Sep 2023 29 th Sep 2023 22 th Oct 2023 14 th Nov 2023 8 th Dec 2023 31 th Dec 2023 23 th Jan 2023 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000
Drewry WCI: Trade Routes from Shanghai (US$/40ft) WCl: Shanghai to Rotterdam Source: Drewry World Container Index, Drewry Supply Chain Advisors WCI: Shanghai to Los Angeles WCI: Shanghai to Genoa WCI: Shanghai to New York
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Le società cinesi hanno quote di controllo nei porti europei, come ad esempio quelli italiani di Gioia Tauro o quello di Trieste e Genova; la Cosco controlla il 40% del porto di Vado Ligure, e hanno inoltre acquisito il controllo del Pireo in Grecia e quote di minoranze dei porti di Bilbao e Valencia

Il forte aumento dei prezzi, causato dalla crisi del Mar Rosso, è evidente dalla stabilità dei noli transatlantici: Rotterdam-New York a 1.513 dollari per FEU e New York-Rotterdam a 599 dollari, entrambe con un aumento dell'1%. Le tariffe dei container tra Cina e Stati Uniti stanno aumentando a un ritmo maggiore: Shanghai-New York +8% a 4.170 dollari e Shanghai-Los Angeles +2% a 2.790 dollari.

La scelta di cambiamento di rotta da Shanghai al Mediterraneo in quella artica Shanghai-Rotterdam (Northern Sea Route), favorita anche dallo scioglimento dei ghiacciai, potrebbe diventare irreversibile e rendere il passaggio attraverso il canale Suez secondario, considerando anche che le navi cargo impiegherebbero circa 15 giorni in meno nella nuova rotta artica. Per le imprese italiane, questo implicherebbe ulteriori aggravi di costo di trasporto sia via strada che via mare, oltre alla perdita di posti di lavoro soprattutto portuali e doganali. Ciononostante, resta da capire come verrebbe risolto il “problema” russo, visto che il transito a nord interesserebbe le coste artiche, anche se la mediazione della Cina, partner strategico per la Russia, potrebbe favorire il transito delle navi cargo.

Il ruolo strategico della Cina

La mediazione della Cina è di interesse anche nei confronti dei paesi vicini all’Iran (Yemen tra tutti), per favorire un ritorno alla normalità, che possa non intaccare i suoi interessi economici società che gestiscono il traffico

delle navi cargo, si annoverano tre principali player: l’italiana MSC, la danese Maersk, la taiwanese Evergreen e la cinese Cosco (China Ocean Shipping Company). Proprio quest’ultima ha un diretto interesse nell’area del Mediterraneo, con le imprese europee che necessitano di un continuo rifornimento di prodotti provenienti dalla Cina. L’accordo raggiunto dagli Houthi con la Cina è stato quello di libero passaggio per le navi cinesi mentre resterebbero obiettivi strategici le navi europee.

Di fatto, pur con l’accordo di non attaccare le navi del paese del dragone, i costi per i container restano elevati e le imprese italiane già fanno i conti con questi aumenti. La speranza, pertanto, risiede proprio nel ruolo della Cina e degli interessi economici diretti e indiretti sul traffico attraverso lo stretto di Suez. Va ricordato, infatti, che le società cinesi hanno quote di controllo o rilevanti anche nei porti europei, come ad esempio quelli italiani di Gioia Tauro o quello di Trieste e Genova. La Cosco controlla il 40% del porto di Vado Ligure, e hanno inoltre acquisito il controllo del Pireo in Grecia e quote di minoranze dei porti di Bilbao e Valencia. Se il traffico attraverso il canale di Suez dovesse rallentare notevolmente a favore della rotta artica, gli investimenti cinesi nel Mediterraneo ne subirebbero le conseguenze peggiori. È auspicabile quindi che il ruolo di mediazione tra Cina e Iran possa portare a un allentamento delle tensioni nel Mar Rosso favorendo un ritorno alla normalità nel totale interesse del commercio cinese.

Musulmani sunniti e sciiti

Le primavere arabe

Oggi tutti i musulmani del mondo – 1,6 miliardi di persone – concordano sul fatto che Allah sia l’unico dio e che Maometto sia il suo profeta. Tutti i musulmani osservano i cinque pilastri dell’Islam e condividono un libro sacro, il Corano.

All’interno di questa macro categoria religiosa esistono i sunniti, che costituiscono circa l’87% della popolazione musulmana nel mondo e gli sciiti che rappresentano il restante 13%, dislocati in Iran, Iraq, Pakistan, Arabia Saudita, Bahrein, Libano, Yemen e Siria. Il termine sciita deriva dall’arabo Shi’atu Ali, ovvero “sostenitori di Ali”, genero di Maometto.

Il termine sunnita deriva dall’arabo Ahl al-Sunnah che significa “il popolo delle tradizioni (di Maometto)”. I sunniti ritengono di essere la scuola di pensiero più ortodossa e tradizionalista dell’Islam. La divisione fra sunniti e sciiti risale al VII secolo, alla morte di Maometto avvenuta nel 632 d.C. Da quel momento la guida della comunità islamica fu affidata ad Abu Bakr, compagno del Profeta e padre della moglie Aisha, che divenne il primo califfo.

Alcuni fedeli, però, sostenevano che la leadership spettasse a un consanguineo di Maometto e quindi al cugino e genero Ali, da questo gruppo, chiamato shiaat Ali, cioè fazione di Ali, derivano gli sciiti odierni.

L’etimologia della parola sunnita si rifà invece alla sunna, il codice di comportamento tramandato dal Profeta, che insieme al Corano costituisce la base per la sharia, la legge islamica. Se i sunniti hanno monopolizzato il potere politico all'epoca del califfato, gli sciiti hanno cercato una guida nei loro imam (guida). La frattura si consolidò nel 680, quando a Kerbala (Iraq), il figlio di Ali, Hussein bin Ali fu ucciso dalle truppe del califfo omayyade Yazid ibn Muawiya: da allora i rami dottrinali si separarono definitivamente ed emersero gradualmente le differenze religiose.

“Primavere arabe” è un termine giornalistico entrato nell’uso comune per definire le agitazioni e le rivolte scoppiate a partire dal 2010. I paesi maggiormente coinvolti dalle sommosse furono l'Egitto, la Siria, la Libia, la Tunisia, lo Yemen, l'Algeria, l'Iraq, il Bahrein, la Giordania e il Gibuti, mentre ci sono stati moti minori in Mauritania, in Arabia Saudita, in Oman, in Sudan, in Somalia, in Marocco e in Kuwait. Si tratta di un fenomeno complesso e delicato per comprendere gli assetti storico-politici del mondo attuale, infatti le vicende sono tuttora in corso nelle regioni del Medio Oriente, del Vicino Oriente e del Nord Africa.

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Al lavoro per l’idrogeno green

Lo studio "Modelli di Business per l’utilizzo dell’H2 e lo sviluppo della Filiera in Italia", nato dal lavoro di Confindustria e Anima Confindustria, si pone il fine di presentare una panoramica sull’attuale situazione italiana in merito all’idrogeno rinnovabile, così da evidenziarne criticità, benefici e fornire un supporto concreto alle Istituzioni Italiane.

Con lo scritto Confindustria ha ripreso il percorso avviato nel 2020 con il primo contributo pubblico alla Strategia nazionale dell’idrogeno (Piano d’azione per l’idrogeno ver. 2022 e 2020) insieme alle analisi successive presentate all’inizio del 2021 (Focus sulla regolamentazione del Mercato), attraverso le quali si era cercato di focalizzare l’attenzione sui principali fattori abilitanti per lo sviluppo di questo importante vettore energetico all’interno dei settori produttivi.Dopo oltre un anno di tensioni legate alla grave crisi energetica, Confindustria ha ritenuto opportuno rifocalizzare l’attenzione sulla Strategia italiana ed europea dell’idrogeno, ricordando il suo ruolo all’interno della Strategia di decarbonizzazione comunitaria.

L'ha fatto distaccandosi sul piano metodologico dall’ennesimo dibattito generalista così da sviluppare un nuovo approccio partendo da Business Model (BM) concreti basati su casi reali, sviluppati insieme ad Anima e alle altre Associazioni del Sistema Confindustriale.

L’obiettivo è quello di fornire un approccio metodologico allo sviluppo dei progetti e contribuire attivamente allo sviluppo della Filiera e del

Mercato dell’idrogeno in Italia, oltre a testare in una logica bottom-up se l’attuale frame regolamentare (nazionale ed europeo) costruito per lo sviluppo dell’idrogeno, risulti efficace per farlo.

Il principale obiettivo dello studio è quello di individuare nei possibili campi di applicazione dell’idrogeno le principali criticità, benefici e le esigenze di intervento in termini di indirizzi di politica energetica e di interventi regolamentari sul mercato, sia con riferimento al quadro nazionale sia a quello europeo. Questo al fine di avere una solida base per sostenere il dibattito in sede comunitaria sul pacchetto "Hydrogen and Decarbonised Gas Markets Package" e per monitorare e supportare il Governo su una delle parti più importanti del PNRR, che, nella versione originaria, dedica € 3,11 miliardi allo sviluppo dell’idrogeno. I settori scelti per l’implementazione dei BM sono quello industriale - Combustione / Calore di processo, così da valutare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile miscelato al gas da bruciare nei forni delle industrie gasivore hard-to-abate, con focus sui settori ceramica e vetro. Altro settore è quello industriale - Feedstock, così da valutare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile in sostituzione di quello grigio come elemento base / materia prima dei processi chimici, con focus sui settori gasivori hard-to-abate. Altro importante settore,quello dei trasporti, più in generale la logistica, così da valutare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile per stazioni di rifornimento a idrogeno per mezzi pesanti e trasporto pubblico locale (TPL) e per valutare un suo utilizzo in un generico hub logistico per carrelli elevatori e/o towing tractors. Infine, non per importanza, il settore residenziale, così da valutare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile nelle città, palazzi, appartamenti per i servizi domestici, come caldaie, forni, angoli cottura. All’interno dello scritto per ogni settore è stato redatto un capitolo contente l’implementazione del/dei BM. Ai quattro capitoli inerenti ai settori sopra citati, è stato aggiunto un ulteriore capitolo speciale dedicato al futuro della Rete di Trasporto Gas italiana, con focus sui progetti come la Backbone e il SoutH2Corridor, che saranno indispensabili per garantire la centralità dell’Italia nel panorama internazionale dell’idrogeno, in analogia al Piano Mattei per il gas.

Lo studio più nel dettaglio

«Abbiamo deciso di lavorare sull'idrogeno», ci spiega Alessandro Maggioni, Direttore Area Tecnica e Relazioni Istituzionali di Anima Confindustria e coordinatore del progetto, «perché Anima considera l’idrogeno un elemento fondamentale per la costruzione di un mix energetico basato sulla complementarità di diverse soluzioni tecnologi-

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che. L’idrogeno rinnovabile acquista particolare rilevanza nel rispondere alle esigenze di decarbonizzazione da un lato e di diversificazione degli approvvigionamenti delle fonti energetiche dall’altro».

«Il nostro report», continua Maggioni «evidenzia punti di forza e di debolezza in tutti i settori in cui è stata fatta la simulazione, quindi settori hard-to-abate, settore della raffinazione (utilizzo dell’idrogeno come feed-stock), settore del trasporto e logistica, settore del residenziale. Non riteniamo pertanto opportuno parlare di settori in cui ha senso o non ha senso utilizzarlo, riteniamo invece interessante fare emergere, a prescindere dal settore, le opportunità del vettore e allo stesso tempo le criticità che ne ostacolano la reale diffusione, in primis l’elevato costo di produzione (LCOH) che, nelle nostre simulazioni, non risulta competitivo con quello dell’idrogeno grigio e quello delle altre fonti fossili usate nei settori hard-to-abate e nel settore dei trasporti»

Ma quali sono i nodi critici? Si parla di blending al 20%, e la rete forse sarebbe adatta, ma sembra ci siano delle criticità sulle valvole. Quanto bisogna ancora lavorare per mettere a regime queste tecnologie?

«Coerentemente con l’approccio che ci ha spinto a sviluppare il progetto dei Business Model e lo studio che ne è derivato, allo stesso modo abbiamo ritenuto di adottare una metodologia molto pratica ed oggettiva anche per quanto riguarda l’indagine sulle tecnologie.

Anima rappresenta il settore dell’industria meccanica Italiana, ci siamo pertanto interrogati se i tempi non fossero maturi per iniziare a mappare il livello di technology readiness verso il vettore idrogeno dei prodotti e apparecchiature della meccanica rappresentati. Per questo abbiamo lanciato nel 2023 il progetto “Anima Hydrogen Ready” che intende sviluppare un'indagine sulla maturità (readiness) all'utilizzo dell'idrogeno "verde" o "rinnovabile" con un l’obiettivo di supportare il mercato con dati concreti, puntuali e statisticamente rilevanti circa la maturità tecnologica della filiera dell'industria meccanica Anima verso il vettore idrogeno. Le valvole per il settore civile rientrano all’interno di questa nuova indagine da noi lanciata, insieme a circa una decina di altre tecnologie, sulle quali stiamo raccogliendo dati e risposte dalle aziende associate circa i livelli di blending “limite” e le criticità tecniche o di compliance che si evidenziano. Lo scopo anche in questo caso, come per lo studio dei Business Model, è esprimersi “dati alla mano” e basando le nostre valutazioni su considerazioni oggettive e aggregate».

Quella dell'idrogeno spesso sembra una scelta valida per impianti o realtà lontane dalle "reti". In quali casi invece vi risulta una scelta funzionale anche dal punto

di vista economico? Tenendo conto che per alcuni il problema sono anche gli elettrolizzatori considerati troppo rigidi e quindi inefficienti se riforniti con l'energia intermittente delle rinnovabili (studi BloombergNEF)?

«Come detto prima», è sempre Alessandro Maggioni a parlare «il tema del costo di produzione dell’idrogeno rimane “il tema” in questo momento, fortemente influenzato dallo stesso prezzo dell’energia elettrica e dalla sua valorizzazione.

Il Levelized Cost of Hydrogen (LCOH) risulta fortemente influenzato dal prezzo dell’energia elettrica (a sua volta strettamente legato alla penetrazione delle rinnovabili nel mix di generazione elettrica) e dalla sua valorizzazione, che può essere a prezzo di mercato o a costo di produzione industriale (LCOE), generando una differenza non trascurabile nell’LCOH (di quasi 2 €/kg secondo le simulazioni).

Un’altra criticità è rappresentata dagli Atti Delegati (con particolare riferimento alla Produzione di RFNBO ai sensi dell’Art. 27(3) della RED), che causano serie limitazioni alla produzione di idrogeno, a causa della correlazione temporale, della correlazione geografica e dell’addizionalità: questi fattori penalizzano pesantemente l’idrogeno rinnovabile in termini di competitività e rendono più complicata la sua diffusione, specie allo stato attuale dove non è possibile sfruttare le dinamiche e gli effetti delle economie di scala.

Per la creazione di un vero Mercato dell’idrogeno risulta indispensabile favorire uno scale-up commerciale degli impianti, quale unica soluzione per favorire la riduzione dei costi Capex.

Un’ulteriore leva di riduzione dei costi sarà rappresentata nel tempo dall’avanzamento tecnologico degli elettrolizzatori, attraverso il quale sarà possibile aumentare efficienza del processo in atto (attualmente al 60%)».

Di solito quando si parla di idrogeno si affianca alle rinnovabili come vettore per limitarne l'imprevedibilità, quasi una funzione di stabilizzazione, (a parte le perplessità evidenziate sopra) avanza però anche l'ipotesi nucleare, quali sono i due scenari (prevedono delle rispettive criticità)?

«Con l’approvazione nel febbraio 2023 degli Atti Delegati sugli RFNBO (Regolamento Delegato 2023/1184 del 10/02/2023) l’idrogeno verde è definito tale se prodotto con elettricità rinnovabile ma anche con elettricità a bassa intensità di emissioni, quindi con mix energetici che comprendono anche il nucleare.

Nel contempo, riteniamo che idrogeno e nucleare non siano né in antitesi né in competizione; al contrario, vediamo con favore al rinnovato interesse di istituzioni e industria per la definizione di un percorso finalizzato alla possibile

L’obiettivo dello studio di Confindustria e Anima è quello di fornire un approccio metodologico allo sviluppo dei progetti e contribuire attivamente allo sviluppo della Filiera e del Mercato dell’idrogeno in Italia, oltre a testare in una logica bottom-up se l’attuale frame regolamentare (nazionale ed europeo) costruito per lo sviluppo dell’idrogeno, risulti efficace per farlo

ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia, nell’ambito del processo di decarbonizzazione dei sistemi energetici e produttivi, per il supporto alla sempre maggiore penetrazione nel mix energetico delle energie rinnovabili e, non ultimo, per sostenere le opportunità di crescita della filiera industriale nazionale che è già attiva nel settore».

Per quanto riguarda invece gli investimenti: come vedete il rapporto pubblico privato in un settore così complesso quali sono i passi che sono già stati compiuti e quale la direzione che auspicate?

«In primo luogo riteniamo che il rapporto tra pubblico e privato debba basarsi su un modello “virtuoso”, che non sia basato su una contrapposizione di interessi, ma sulla definizione di politiche di sviluppo industriale che tengano conto degli obiettivi del nostro sistema Paese. Questo è ancora più vero, e necessario, in un settore come quello dell’idrogeno rinnovabile che, per diventare una vera alternativa ai combustibili fossili, ha bisogno di un mercato sostenibile sul lungo periodo, che veda la riduzione dei costi di produzione e la creazione di una domanda stabile di tecnologie per l’utilizzo nei processi industriali e nei settori da decarbonizzare.

Il PNRR ha dedicato circa 3,64 miliardi di euro a progetti legati all’idrogeno rinnovabile, attraverso lo sviluppo di 2 riforme e 6 investimenti. Gli investimenti hanno riguardato in particolare i seguenti ambiti: hydrogen valleys, settori hard to abate, stazioni di rifornimento stradali, stazioni di rifornimento per mobilità ferroviaria, ricerca e sviluppo ed elettrolizzatori e altre tecnologie per la produzione di idrogeno verde.

Le riforme invece, altro tassello estremamente importante per la creazione di un mercato dell’idrogeno, hanno com-

preso i seguenti ambiti: semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell’idrogeno e misure volte a promuovere la competitività dell’idrogeno.

Inoltre, è stata recentemente lanciata una consultazione pubblica sulla misura relativa agli incentivi tariffari alla produzione di combustibili gassosi da fonti rinnovabili. Mentre le misure del PNRR permettono di coprire i costi Capex delle progettualità candidate, a livello di costi in esercizio non era stata ancora proposta alcuna misura. Come Anima, insieme a Confindustria, stiamo analizzando i contenuti della proposta, estremamente necessaria, in quanto anche nei nostri Business Model abbiamo evidenziato più volte che il solo supporto sui Capex non sarebbe stato sufficiente a colmare il divario di costo rispetto ai combustibili in uso oggi. Pertanto abbiamo accolto positivamente la consultazione lanciata dal Ministero e stiamo seguendo da vicino gli sviluppi anche su questo versante.

Quanto e cosa manca dal punto di vista tecnologico perché l'idrogeno possa diventare un vero asset della transizione energetica?

«Da quanto emerge dalle nostre aziende associate, il settore della meccanica risulta mediamente pronto dal punto di vista tecnologico ad affrontare le sfide del nuovo mercato dell’idrogeno.

Abbiamo molte aziende che da diversi anni lavorano in applicazioni che già vedono l’utilizzo dell’idrogeno (puro o in blending) oppure che hanno iniziato progetti di sperimentazione o prototipazione di nuove tecnologie in questo ambito. Come detto sopra, aspettiamo i risultati del nuovo progetto “Anima Hydrogen Ready” per avere dati concreti e specifici settore per settore».

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Un cambio di prospettiva

In un’ottica di collaborazione e di confronto abbiamo coinvolto Stefano Campanari, professore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e presidente del comitato guida della Hydrogen Joint Research Partnership (Hydrogen JRP). Questa partnership tra università, imprese e aziende che ha l’obiettivo di promuovere studi e ricerche innovative sulla produzione dell’idrogeno pulito (che comprende l’idrogeno verde e “low carbon”), le soluzioni per il suo trasporto e i relativi sistemi di accumulo avanzati, gli impieghi innovativi di tipo elettrochimico e termico in applicazioni residenziali, industriali e di trasporto, lo sviluppo delle infrastrutture ed altre tematiche relative alla filiera dell'idrogeno.

«Il documento di Anima è molto interessante», conferma Campanari «i vari business case del rapporto, soprattutto quelli industriali, sono in linea con quanto espresso anche dalle nostre ricerche. Il rapporto mostra correttamente come la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili nei vari contesti abbia ancora costi piuttosto alti. La fascia di 10-15 Euro per kg ed oltre, indicata dalle analisi, rappresenta infatti, il prezzo che troveremmo oggigiorno alla pompa se dovessimo rifornire un veicolo. Sono prezzi ancora elevati, tenendo conto che tra l’altro sono esentati dalle accise (ndr cosa che potrebbe cambiare nel lungo termine e se davvero prendesse piede…)».

Prosegue sempre Campanari «Condivido il messaggio che traspare dal documento: in questa fase è evidente la necessità di un supporto pubblico allo sviluppo della filiera dell'idrogeno» Non a caso è in discussione il decreto sugli incentivi per la produzione di idrogeno, nel quale si prevede di fornire incentivi alla pro-

duzione oltre ai possibili finanziamenti in conto capitale. D’altronde è quanto è capitato anche in altri settori energetici, dove il supporto pubblico serve a stimolare l'adozione di nuove tecnologie sostenibili e legate al mondo delle fonti rinnovabili.

Riprende sempre il docente «Rispetto alle nostre analisi, probabilmente l’ambito più critico tra quelli trattati dal documento di Anima è quello degli usi residenziali. Questo perché il settore è molto diversificato, difficilmente stan-

dardizzabile e le variabili sono davvero molte. Certamente prima degli interventi sulle fonti energetiche è importante analizzare il patrimonio immobiliare e, in ottica Esco, lavorare sull’efficienza degli immobili».

Le vostre ricerche, al momento dove vi hanno condotto?

«Da quanto è emerso dalle nostre ricerche a oggi l’idrogeno nel riscaldamento residenziale può dare un contributo utile in tutte quelle situazioni in cui per svariati motivi non si può procedere verso l’elettrificazione con sistemi a pompa di calore, per ragioni di costo - i costi di investimento per l'utente possono in effetti essere molto diversi, come il rapporto evidenzia - e opportunità o per vincoli che ne impediscano l'adozione, o in contesti quali il residenziale off-grid»

Quale direzione prendere?

«In generale, condivido una visione agnostica nel senso che non esiste una singola “killer application” o una soluzione migliore in assoluto valida per tutti i casi; bisogna costruire un mix energetico vario, su cui dobbiamo lavorare tenendo conto che non è sempre e solo l’efficienza a comandare. Bisogna infatti valutare molti fattori, l'impatto in termini di riduzione di emissioni nel ciclo di vita di una certa soluzione rispetto ai costi che comporta, il costo per l'utente finale, l’opportunità e le possibilità di sviluppo delle singole fonti. La diversificazione dei vettori energetici è importante anche per ragioni strategiche e in un’ottica di resilienza del sistema energetico rispetto a shock che, come abbiamo imparato negli ultimi anni, possono essere di diverso tipo, da quelli geopolitici a calamità naturali piuttosto che eventi ambientali estremi»

Conclude sempre Campati «Nel complesso anche noi riteniamo che l’idrogeno potrà svolgere un ruolo importante in diversi settori. Nello scenario e nelle simulazioni di sistema energetico che abbiamo studiato come Hydrogen JRP, quest'ultimo potrà contribuire alla riduzione di CO2 di lungo termine fino al 20-25%.

Svolgerà quindi un ruolo importante, complementare a quanto sarà fatto in altri settori, o dovrebbe essere fatto, soprattutto

dall’elettrificazione. Come ben evidenziato dal documento, tra i settori nei quali trova migliore impiego l'idrogeno vi sono i processi in cui si utilizza calore ad alte temperature e dove è molto difficile se non impossibile elettrificare, si pensi ai settori della ceramica, del vetro, della metallurgia. Poi ci sono i processi dove è necessario l'idrogeno come molecola, come ingrediente di un processo: è il caso delle raffinerie, nella petrolchimica, dove vi siano sostanze da idrogenare e processi chimici che ne richiedono l'uso. Nel complesso serve tanto idrogeno pulito: se vogliamo abbattere la CO2 dobbiamo avere tanta energia elettrica verde per produrlo, oppure possiamo lavorare su altre fonti quali l’idrogeno blu e su processi che prevedano la cattura e l'immagazzinamento di CO2, come accade nel Nord Europa; in Italia si sta lavorando in questo senso al CCS (Carbon Capture and Storage) ENI-Snam di Ravenna». In ogni caso è chiaro che la varietà di fonti è importante per dare resilienza al sistema e anche perché sarà davvero molto complesso arrivare a produrre tutte l’energia elettrica verde di cui avremmo bisogno in tempi relativamente brevi. Da qui al 2050 si dovrebbe fare uno sforzo mai visto in passato e molto difficile anche solo per le lentezze autorizzative e procedurali che ci caratterizzano. «Un discorso simile vale per i mezzi di trasporto pesanti, caratterizzati dalla missione d’uso di coprire distanze importanti trasportando tanta massa. La soluzione elettrica oggi non sembra funzionale: le batterie sono troppo pesanti e richiedono un’infrastruttura di ricarica troppo costosa e complessa da gestire. Per spingere verso l'idrogeno l’Europa prevede una direttiva sull’obbligo di costruire stazioni di rifornimento sulle principali direttrici di trasporto merci; e non a caso importanti player (in Italia possiamo nominare Iveco, solo per fare un esempio) stanno lavorando sull’idrogeno».

Il PNRR in Italia ha già avviato il finanziamento di alcune decine di stazioni di rifornimento, una grande opportunità, in una logica di mercato che favorirà la diffusione di flotte di media piccola taglia, in ottica di minimizzazione dei costi. Non scordiamo, infine, che nel campo trasporti oltre alle soluzioni elettriche pure e a idrogeno vi sono le soluzioni basate su e-fuels (che comunque hanno bisogno di idrogeno e quindi di energia elettrica) o su biocombustibili; queste ultime, in vari casi, si stanno dimostrando già competitive.

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MAGAZZINI SICURI

Inail pubblica la

prima guida tecnica

per scaffalature porta pallet

Obiettivo del documento, realizzato in collaborazione con Aisem/Anima Confindustria, è fornire uno strumento che contenga tutte le informazioni necessarie per gestire nel modo più corretto e più sicuro il proprio magazzino.

Il magazzino è un elemento essenziale in ogni azienda, un vero e proprio strumento strategico che negli ultimi anni sta vivendo una fase di evoluzione e di espansione senza precedenti. Ma è anche strettamente legato a una parola: sicurezza. Una parola importante sui luoghi di lavoro, purtroppo spesso associata a notizie che ne denotano la carenza.

In Italia, esiste un ricco apparato normativo che regola tutto quanto concerne la gestione del magazzino per la sicurezza e la manutenzione delle scaffalature, ma spesso non trova applicazione. Spesso, quindi, i magazzini risultano contenere scaffalature vecchie e la corretta manutenzione ordinaria viene trascurata, mettendo a repentaglio la loro sicurezza e affidabilità e aumentando i costi di malfunzionamento e le possibilità di fermi operativi. Tra i motivi delle inadempienze vi è anche la difficoltà a orientarsi nella grande quantità di norme e regolamenti esistenti.

Una panoramica del quadro legislativo di riferimento:

Regolamento (UE) 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio

Regolamento (UE) 2023/1230 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2023 relativo alle macchine e che abroga la direttiva 2006/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva 73/361/CEE del Consiglio

D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e smi

Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

La guida è rivolta principalmente ai datori di lavoro e ai lavoratori, ma tutte le figure professionali coinvolte nella progettazione, fabbricazione, montaggio, utilizzo, manutenzione, smontaggio e riconfigurazione della scaffalatura possono trovare utili indicazioni.

di Elena Prous
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D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 e smi

Codice del consumo, a norma dell'articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229

D.M. 17 gennaio 2018 – Aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2018)

Decreto del Presidente del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici, Servizio Tecnico Centrale del 27/06/2023 – Approvazione della “Linea guida per la progettazione, esecuzione, verifica e messa in sicurezza delle scaffalature metalliche”

A questi si aggiungono le numerose norme tecniche di progettazione strutturale e funzionale delle scaffalature e le norme tecniche per il loro corretto utilizzo e manutenzione. Da menzionare, tra le più importanti, la UNI EN 15635:2009 “Sistemi di stoccaggio statici di acciaio – Utilizzo e manutenzione dell’attrezzatura di immagazzinaggio”.

Proprio per facilitare l’orientamento di imprese e operatori nel complesso panorama legislativo e normativo, Inail ha realizzato, con la collaborazione di Aisem, la prima “Guida tecnica per le scaffalature porta pallet”. Obiettivo della pubblicazione è fornire uno strumento che riunisce tutto il materiale necessario per gestire nel modo più corretto e più sicuro il proprio magazzino.

Tra gli autori del documento, Francesca Maria Fabiani è ricercatrice Inail presso il Dit (Dipartimento innovazioni tecnologiche). Esperta nella sicurezza delle attrezzature provvisionali, con esperienza in ambito normativo UNI e CEN, Fabiani commenta «La Guida tecnica ha lo scopo di fornire un indirizzo per la scelta, l’uso e la manutenzione

delle scaffalature porta pallet da utilizzare nei luoghi di lavoro. Rappresenta una sintesi “operativa” dei riferimenti legislativi e normativi che regolano il settore delle scaffalature porta pallet e indica una metodologia per l’analisi dei rischi connessi al loro utilizzo. È rivolta principalmente ai datori di lavoro e ai lavoratori, ma tutte le figure professionali coinvolte nella progettazione, fabbricazione, montaggio, utilizzo, manutenzione, smontaggio e riconfigurazione della scaffalatura possono trovare utili indicazioni».

Un aspetto sottolineato anche da Giuseppe Fabbri, tecnico Aisem gruppo scaffalature CISI, l’associazione che in Anima Confindustria rappresenta i sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione. «La Guida rappresenta un’assoluta novità, in quanto è un vero e proprio compendio di tutto il materiale necessario a gestire nel modo migliore il magazzino. Il documento contiene spiegazioni dettagliate per applicare le norme vigenti, con il fine di aiutare non solo i costruttori, ma tutti coloro che hanno a che fare con il magazzino, come manutentori e utilizzatori».

Obiettivo del documento è anche quello di indicare una metodologia per l’analisi dei rischi connessi all’utilizzo delle scaffalature e per l’individuazione e attuazione delle adeguate misure di prevenzione e protezione per garantire il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.

Commenta ancora Giuseppe Fabbri «Fin dall’indice della Guida, è possibile notarne la struttura molto articolata. La parte dedicata all’analisi e alla riduzione del rischio, ad esempio, è declinata in una lunga serie di aspetti: rischi durante il montaggio, smontaggio, riconfigurazione delle scaffalature; rischi durante la movimentazione delle unità di carico; rischi durante il deposito (carico), prelievo (scarico) delle unità di carico; rischi durante le attività di ispezione, manutenzione, riparazione delle scaffalature ecc. Questa molteplicità riflette la particolarità della pubblicazione,

L’aspetto più importante da sottolineare parlando di corretta gestione del magazzino è che l’applicazione della norma è necessariamente l’applicazione di un processo. Per questo, la comunicazione tra tutti gli attori coinvolti, dai fornitori ai clienti, è un aspetto cruciale per la sicurezza.

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in cui si è voluto considerare e approfondire ogni singola parte coinvolta. Infatti – conclude Fabbri – l’aspetto più importante da sottolineare parlando di corretta gestione del magazzino è che l’applicazione della norma è necessariamente l’applicazione di un processo. Non si tratta di attuare un singolo adempimento, ma tutta una serie di fasi. Per questo, la comunicazione tra tutti gli attori coinvolti, dai fornitori ai clienti, è un aspetto cruciale per la sicurezza».

Nel documento, il concetto di rischio si declina sulla molteplicità di fasi e di attori che entrano a fare parte del ciclo di vita della scaffalatura. In che modo la guida tecnica può contribuire a sensibilizzare ogni figura coinvolta (fabbricanti, fornitori, manutentori, utilizzatori ecc.)?

«Con la chiarezza del linguaggio – risponde Francesca Maria Fabiani – sintetizzando in modo comprensibile e quindi “fruibile” i concetti della sicurezza, che provengono in primis dal d.lgs. 81/08 e dalle numerose norme tecniche di settore. La individuazione e suddivisione dei rischi, in base alle diverse attività lavorative svolte (capitolo 5), l’indicazione esplicita del ruolo e delle responsabilità che ogni figura ha nel contribuire alla riduzione dei rischi (paragrafo 5.3), sicuramente sono altri fattori che possono aiutare a sensibilizzare».

Diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro è tra gli obiettivi principali di Aisem, da sempre impegnata in attività di sensibilizzazione e formazione. Secondo Lorenzo Amosso, capo gruppo Scaffalature CISI nell’associazione «È importante sensibilizzare i propri clienti affinché si rivolgano a fonti di formazione attendibili e referenziate, tramite corsi e pubblicazioni. Il programma di formazione per PRSES e per Consulenti Qualificati 15635, attivato in

Aisem nel 2017 è un esempio dell’impegno dei costruttori a diffondere la cultura della corretta gestione e della sicurezza delle scaffalature. Una formazione, quella indicata dalla UNI EN 15635 e richiamata nel documento Inail, decisamente specialistica e da adattare alle differenti realtà aziendali».

La corretta formazione si traduce nel miglioramento delle condizioni operative e nel risparmio economico derivante dal calo dei costi di manutenzione straordinaria che includono fermo-impianti, perdita di prodotti, interventi in orario straordinario, e complessità operative generiche di difficile quanto inevitabile valutazione. «Nel corso degli anni – prosegue Amosso – grazie alle migliaia di impianti installati in Italia e nel mondo, le nostre imprese hanno accumulato un’esperienza importante, custodita dall’associazione: poterla condividere in documenti come questo è in primis un segnale forte della volontà di rendere il magazzino un posto più sicuro, mantenendone al contempo le caratteristiche di utilizzo per non perdere di produttività. In seconda battuta, è anche un riconoscimento del lavoro fatto fino ad oggi dall’associazione».

Anche per Sabrina Cairoli, responsabile associativa di Aisem e tra gli autori della Guida «Questa pubblicazione rappresenta un traguardo importante per l’accrescimento culturale del settore intralogistico e risponde all’intento di fornire uno strumento concreto, che sia utile per molti. Ma è anche la dimostrazione di come una realtà associativa come Aisem consenta di creare legami e di creare importanti rapporti con istituzioni come Inail. In primavera, partirà un roadshow in quattro tappe finalizzato proprio a presentare questo lavoro che si fermerà nelle città italiane, un’ulteriore occasione di incontro e di scambio».

Le nostre imprese hanno accumulato un’esperienza importante, custodita dall’associazione: poterla condividere in documenti come questo è in primis un segnale forte della volontà di rendere il magazzino un posto più sicuro, mantenendone al contempo le caratteristiche di utilizzo per non perdere di produttività.

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Acqua trattata: buona per i consumatori e l’ambiente

di Elena Prous

Le tecnologie di affinaggio dell’acqua consentono di migliorare le caratteristiche organolettiche dell’acqua, incentivando l’utilizzo della cosiddetta “acqua del sindaco”, tra le migliori in Europa.

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a una diffusione sempre più capillare dei sistemi di trattamento e affinaggio dell’acqua potabile, scelti dalle persone come soluzione per l’acqua di casa, e non solo. Anche in ambito horeca, gli esercenti possono ricorrere a erogatori professionali per ristoranti per migliorare alcune caratteristiche specifiche dell’acqua potabile distribuita dagli acquedotti, sapore, odore, durezza, anche addizionandola con anidride carbonica per renderla effervescente. Questi sistemi agevolano i ristoratori rispetto ai problemi di approvvigionamento e stoccaggio e consentono di ottimizzare le spese continuando a garantire ai clienti un prodotto di qualità.

Nonostante sia un errore piuttosto diffuso, è improprio riferirsi a queste tecnologie con la definizione di “depuratori”: l’acqua di acquedotto in Italia è di per sé non solo potabile al 100%, ma già di ottima qualità e rigidamente controllata. Tuttavia, l’acqua di rubinetto può essere migliorata dal punto di vista organolettico, resa quindi più gradevole al gusto, o personalizzata con l’aggiunta di anidride carbonica, tramite l’installazione di specifici sistemi di trattamento. Così come può capitare di assistere a un uso scorretto del termine “depuratore” in relazione alle tecnologie di filtraggio, non man-

cano le fake news che, periodicamente, accusano questi prodotti di peggiorare le caratteristiche dell’acqua, quando non addirittura di renderla “non potabile”.

In Anima Confindustria, l’associazione Aqua Italia rappresenta l’industria del trattamento acque primarie, in cui rientrano gli impianti e apparecchiature per il trattamento di acqua ad uso domestico. Per Aqua Italia è importante sostenere la corretta informazione dei consumatori, al fine di valorizzare il migliore utilizzo di una risorsa vitale come l’acqua. Come ricorda l’associazione, il trattamento delle acque potabili è un settore sicuro, svolto da professionisti e ampiamente regolamentato dal Ministero della Salute e da un fitto apparato normativo e legislativo, rigorosamente applicato dai professionisti del settore e verificato dalle autorità competenti con lo scopo di garantire un’acqua di altissima qualità, oltre che gradevole al gusto. Ecco una serie di punti utili a chiarire l’argomento:

Per essere definita “potabile”, l’acqua deve essere salubre e pulita – ovvero non deve contenere microrganismi né altre sostanze in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana – e deve rispondere ai severi requisiti del DL 18/2023. L’acqua

trattata dalle tecnologie rappresentate da Aqua Italia risponde pienamente a tutti i criteri di qualità stabiliti dalla legge.

A garanzia della sicurezza ed efficienza d’uso delle apparecchiature e della qualità delle acque trattate, i prodotti in commercio sono corredati da esaustive istruzioni d’uso che forniscono ai consumatori un’informazione completa sia sugli effetti dei trattamenti sia sulle corrette modalità di installazione, manutenzione e impiego dei dispostivi, come previsto dalla legge.

Il trattamento delle acque potabili in ambito horeca segue necessariamente anche la ricca legislazione alimentare e dispone di una serie di strumenti di tutela del consumatore e del gestore. Tra questi possiamo citare numerosi manuali di corretta prassi igienica per il modo della ristorazione, delle casette dell’acqua ecc.

A testimonianza dell’utilità nella riduzione della plastica immessa in ambiente, le apparecchiature di trattamento delle acque potabili rientrano tra le categorie di prodotto previste e consigliate dal Decreto 6 novembre 2023 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli affidamenti relativi ai servizi di ristoro e alla distribuzione di acqua di rete a fini potabili”.

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cresce e si riorganizza a vantaggio delle imprese

Il Laboratorio di ICIM Group incorpora TIFQLab e amplia il range di attività con le divisioni Industrial, Construction e Lifetech.

OMECO è il laboratorio di ICIM Group, a maggioranza Anima Confindustria. Attivo da oltre 50 anni e riconosciuto dall’intero comparto industriale italiano per competenza e autorevolezza, riorganizza la propria struttura attraverso la fusione per l’incorporazione con TIFQLab, la consociata specializzata nel food e water contact, punto di riferimento per la conformità di macchine alimentari e sistemi di trattamento dell’acqua potabile. La nuova organizzazione risponde a logiche tecniche e di mercato e vede la nascita di tre Divisioni: Industrial, Construction e Lifetech. Questo progetto nasce per offrire alle aziende risposte competenti a esigenze di conformità normativa che possono riguardare diversi ambiti dei processi di produzione quali validazione progettuale e di prototipi, qualifica di materiali

e componenti in ingresso, qualifica di processi produttivi, collaudo prodotti finiti, analisi delle cause di guasto, verifiche su sistemi e impianti in utilizzo. Il tema della conformità normativa è sempre più strettamente connesso a competitività e performance delle imprese, anche a livello internazionale. Le prove industriali sempre più spesso incrociano tematiche di sostenibilità dal momento che le aziende – per obblighi di legge, esigenze di business ed esportazioni o in risposta a trend di mercato –sono indotte a innovare, adottando materiali più attuali e nuove soluzioni e dunque ad avere necessità di test nuovi e diversi. Un altro ambito è la gestione del rifiuto, il comparto del waste e l’economia circolare, comune a molti settori, in primis quello del food.

«Fin dalla sua nascita nel lontano 1971, OMECO ha accompagnato e spesso anticipato lo sviluppo dell’industria meccanica in Italia e all’estero» a parlare è Paolo Gianoglio, amministratore delegato della società «Negli ultimi anni l’accelerazione tecnologica ci ha portato a occuparci progressivamente e in modo sempre più ampio di nuovi ambiti e metodologie. Abbiamo inoltre affiancato le imprese nello sviluppo di prodotti per i quali abbiamo testato materiali e processi grazie ai nostri strumenti sofisticati e alle nostre competenze in innovazione che includono. Ad esempio, l’additive manufacturing e l’utilizzo di nuovi vettori energetici quali l’idrogeno, ma anche i più recenti sviluppi che riguardano il nucleare di IV generazione».

OMECO Industrial riunisce le attività che hanno reso il Laboratorio il punto di riferimento delle imprese dei principali settori industriali: costruzioni meccaniche, oil&gas, nucleare, energia, aerospace, automotive. Si tratta di test meccanici e prove non distruttive, analisi chimiche e metallografiche, prove cicliche a fatica in condizioni ambientali estreme e in atmosfere corrosive. Per i controlli non distruttivi vengono utilizzate tecnologie avanzate come tomografia industriale, phased array, digital RX.

OMECO Construction propone tutte le attività quale laboratorio autorizzato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti per la verifica di materiali da costruzione quali calcestruzzi, acciai, laterizi e leganti Idraulici. Comprende inoltre le ispezioni e i monitoraggi su strutture esistenti, diagnostica strutturale, prove in sito finalizzate al collaudo delle opere mediante personale tecnico certificato.

In OMECO Lifetech convergono tutte le attività di testing su dispositivi e materiali che possono influire sulla salute umana, dunque relative alle caratteristiche meccaniche, chimiche e biologiche di dispositivi medici, materiali e oggetti a contatto con gli alimenti e cosmetici o che trasportano o contengono acqua potabile. Si tratta di materiali che devono essere salubri, in grado di proteggere da incidenti o manomissioni, non compromettendo sapori e odori e preservando l’igiene o la sterilità. L’esperienza del Laboratorio nelle normative europee e internazionali consente, inoltre, di offrire ai clienti la possibilità di effettuare i test necessari per immettere in commercio i propri prodotti in modo sicuro e conforme alle leggi vigenti. Mentre le prove sperimentali permettono di valutare il comportamento di un materiale o prodotto soggetto a particolari condizioni di utilizzo, per esempio particolari cicli termici o contatto con miscele acide.

«Nel rispetto dell’imparzialità che contraddistingue la nostra attività» continua Gianoglio «crediamo che collaborare con i clienti significhi anzitutto ascoltarne e comprenderne le esigenze. In OMECO affianchiamo i progettisti quando devono qualificare nuovi materiali o misurare le prestazioni di un nuovo componente. Forniamo supporto alla produzione per ogni esigenza di prove e collaudi o per qualificare processi critici quali la saldatura. Collaboriamo con chi si occupa della manutenzione di macchinari e impianti, effettuando controlli non distruttivi per valutare le priorità di intervento e prolungarne la vita utile. Interveniamo ogni qualvolta sia necessario individuare cause di difetti, guasti, rotture, per aiutare a comprendere come migliorare i processi produttivi. Infine proponiamo formazione orientata alla qualifica di personale esperto su saldatura e controlli non distruttivi. Ascolto, attenzione, curiosità e passione sono le chiavi distintive del nostro impegno, che ci hanno portato a costruire una competenza unica che mettiamo al servizio dei nostri clienti».

La nuova organizzazione di OMECO risponde dunque all’esigenza di razionalizzare l’approccio al mercato e, viceversa, di facilitare le imprese che in ICIM Group – grazie alla somma delle competenze delle società controllate ICIM Spa, ICIM Consulting e, appunto, OMECO – trovano soluzioni integrate per ogni esigenza di consulenza, formazione, certificazione e testing con riferimento a materiali, prodotti, impianti, processi, competenze, sistemi di gestione. Con l’occasione del riassetto organizzativo è stato rivisto anche il logo di OMECO, con un nuovo lettering più moderno e colori in linea con il tradizionale color petrolio. Tre elementi aggiuntivi caratterizzano le tre divisioni - una ruota dentata, un caschetto da lavoro e un’ampolla - con l’inserimento, in ognuno, di una piccola lancetta, a ricordare le attività di misurazione e taratura del laboratorio. OMECO è un laboratorio di prova accreditato Accredia l’organismo nazionale di accreditamento per i laboratori di prova che attesta la competenza e l’imparzialità del personale, l’indipendenza nell’esecuzione delle attività, l’adeguatezza della strumentazione e delle attrezzature possedute.

Accreditamenti UNI CEI EN ISO /IEC 17025

• Certificato di accreditamento per prove di laboratorio

• Certificato di accreditamento per tarature

Certificati e autorizzazioni

• Autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Laboratorio ai sensi della Circolare 7617/STC

• Riconoscimento INAIL - Settore Repliche Metallografiche

• Autorizzazione STUK - Loviisa

• Autorizzazione STUK – Olkiluoto

• Riconoscimento Centro d’esami CICPND

• Certificato ISO 9001 formazione

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Ambiente

Danni ambientali in Italia, sversamento rifiuti in testa

Sono 156 le istruttorie per danno rifiuti aperte fra il 2021 e il 2022 dal sistema nazionale di protezione dell’ambiente Snpa e dall’Ispra. Le principali cause o fonti di impatto ambientale sono soprattutto sversamento, abbandono o interramento rifiuti solidi nel suolo o in mare; scavi, sbancamenti e ripascimenti; scarichi o sversamento di rifiuti liquidi e reflui nel suolo, nel sottosuolo, in mare o nei corsi d’acqua; l’omissione di interventi di contenimento e controllo degli inquinanti al suolo; emissioni in atmosfera; abbattimento di alberi o di animali; costruzioni. Questi sono alcuni degli elementi contenuti nel nuovo rapporto Snpa (sistema nazionale di protezione dell’ambiente) intitolato “Danno ambientale in Italia: attività del Snpa e quadro delle azioni 2021-2022. Edizione 2023” pubblicato dall’Ispra, rapporto che rappresenta un bilancio nell’ambito del percorso che, negli ultimi anni, il nostro Paese ha intrapreso in materia di danno ambientale. In particolare, l’elaborato si propone di analizzare l’attività svolta dal Snpa in materia di danno ambientale, valutando i casi oggetto di danno ambientale con individuazione degli illeciti potenziali fonti di danno e l’evoluzione di tale tematica nel biennio 2021-2022.

Riciclaggio

Strade di mozziconi

La Slovacchia sta sperimentando un nuovo modo di riciclare i mozziconi di sigarette. La società di gestione dei rifiuti urbani Odvoz a Likvidácia Odpadu (Olo) di Bratislava ha dichiarato che a partire dal 2024 installerà dei contenitori appositamente progettati per le sigarette abbandonate durante gli eventi pubblici. La raccolta dei mozziconi di sigaretta non è niente di nuovo, la novità è rappresentata dal modo in cui saranno riutilizzati: in collaborazione con il Comune di Bratislava e le aziende Spak-Eko ed EcoButt, Olo contribuirà a trasformare il materiale di scarto in asfalto per le strade. Il progetto congiunto prevede la trasformazione dei filtri di sigaretta usati in fibre speciali che possono diventare un additivo per la preparazione dell'asfalto da utilizzare per le superfici stradali.

Energia

Il potenziale energetico delle onde

L'Unione europea vuole sfruttare l'energia marina: l'obiettivo è quello di sviluppare un progetto su scala industriale entro il 2030, in modo da garantire un contributo importante all'approvvigionamento energetico del continente. L'oceano rimane una fonte di energia vasta e pulita, ma in gran parte non sfruttata, con le onde e maree che coprono oltre il 70% del nostro pianeta. Michael Henriksen è alla guida di Wavepiston, un'azienda danese che, con il sostegno dell'Unione europea, ha creato un macchinario in grado di sfruttare il moto ondoso per produrre energia elettrica sta portando avanti questo progetto in cui il movimento naturale delle onde spinge una serie di piastre sottomarine avanti e indietro, pompando acqua di mare in un tubo. L'acqua pressurizzata fa quindi girare una turbina, producendo energia pulita in modo conveniente. Attualmente sono in corso dei test che si protrarranno per tutto l'anno, al largo delle coste di Gran Canaria. Questo metodo è semplice ma efficace, in quanto riduce le costose riparazioni in mare aperto. L'acqua di mare inoltre, una volta pompata a terra, serve a due scopi: viene utilizzata per generare energia pulita e può essere trasformata in acqua dolce.

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Pompe di calore

Pompe di calore aria/acqua

Nimbus compact S Net

Nimbus Compact S Net di Ariston è la pompa di calore inverter split aria/acqua per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Classe energetica A+++ per il riscaldamento, è dotata di un’unità interna ultracompatta e bollitore integrato da 180 l, oltre che del sistema Sensys e di sonda esterna per la termoregolazione inclusi di serie. Grazie all’app Ariston Net, è possibile un controllo a distanza da smartphone e tablet che consente di monitorare i consumi e offre la possibilità di attivare il supporto tecnico da remoto.

www.aristongroup.com

Sistemi ibridi

Pompa di calore con caldaia a gas a condensazione

AQUAPUMP HYBRID è un’unità monoblocco per esterno, in classe energetica A++, composta da caldaia a condensazione e pompa di calore idronica con inverter, progettata per la produzione di acqua calda e fredda attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile. È un prodotto plug and play con regolazione integrata, gestito dauncontrolloavanzatoconsistematouch-screenintelligente. Per l’installazione è sufficiente effettuare il collegamento idraulico, della linea gas e dell’alimentazione elettrica.

www.apengroup.com

Pompe di calore modulare Naos Natural

Condensato ad aria con R290, batteria microcanale ed alettata, collocazione esterna Da 25 a 90Kw. Batterie verticali per un minor ingombro senza penalizzazione dell’aspirazione. Un ingombro ridotto equivale a minor superficie in fase di posa, quindi un’ottimizzazione degli spazi tecnici e realizzazione dell’impianto. Silenzioso, efficiente, affidabile con installazione semplice e minima manutenzione. Versione 2 e 4 tubi, ACS fino a 70°, aria esterna fino a -10°, free cooling. Applicazioni industriali, ospedaliere, alberghiere, commerciali e altre.

www.frostitaly.it

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Magazzini

Stoccaggio automatico

Modula Pallet è un magazzino verticale automatico innovativo consente di stoccare pallet 1200 x 800 (Europallet) direttamente nel magazzino verticale eliminando la necessità di stoccaggio a terra. Il Modula Pallet può essere caricato con transpallet manuali, elettrici, muletti e carrelli elevatori, ma a tendere può essere integrato con AMR (Mobile Robot Autonomi), AGV (Veicoli Autonomi Guidati) e rulliere per uno stoccaggio completamente automatico.

www.modula.eu

Magazzini

Precisione ed efficienza

Modula Next è un magazzino automatico verticale che consente all’operatore l’accesso al cassetto solo nello scomparto in cui deve prelevare. L'efficienza operativa e la precisione nella gestione del magazzino sono cruciali per garantire il successo e la competitività della tua azienda, soprattutto in settori ad alta precisione come l'automotive, l'aerospace, la difesa, il chimico -farmaceutico e l'elettronico.

www.modula.eu

Misuratori

Lo smart meter anti-manomissione

Il picoELCOR-2 è un contatore a membrana SMART disponibile nelle versioni G10, G16 e G25, che integra la parte elettronica, cioè la conversione del volume, il datalogger e il modem GPRS o LTE, con il corpo meccanico del contatore a membrana. Il solido design meccanico, la tecnologia collaudata e l'uso della più recente tecnologia a microprocessore, con elevata potenza di elaborazione, offrono al cliente la garanzia di un funzionamento regolare e spazio per future estensioni software e hardware. La rotazione degli ingranaggi è scandita da un elemento ottico che garantisce protezione contro i campi magnetici esterni contribuendo a eliminare le manomissioni del misuratore.

www.metrixitalia.it

Caldaie alta potenza

Buderus Logano plus KB472, robustezza e versatilità per gli edifici commerciali

La caldaia a condensazione a basamento a gas Logano plus KB472, disponibile nelle taglie di potenza da 350 kW, 400 kW e 500 kW, è particolarmente indicata per grandi edifici residenziali, uffici, strutture commerciali e sedi di enti pubblici. Le sue caratteristiche tecniche ne fanno un prodotto estremamente versatile, grazie anche alla possibilità di collegamento a un impianto in cascata con un massimo di 16 caldaie, per un totale di 8 MW. Logano plus KB472 presenta una struttura modulare e compatta che consente un trasporto e un montaggio estremamente agevoli anche in aree con una ridotta superficie di posa o nelle centrali termiche meno accessibili.

www.buderus.it

Soluzioni modulari

Gestione del magazzino

Il LogiMHS (Material Handling System) è la soluzione modulare LCS per la gestione e la movimentazione dei materiali all’interno dei magazzini automatici e/o tradizionali. Tale soluzione si adatta e personalizza sulla base delle più diverse esigenze progettuali del cliente. LogiMHS offre infatti alta scalabilità, massima possibilità di personalizzazione e la disponibilità di diversi moduli specializzati.

www.lcsgroup.it

Gamma Buderus, soluzioni mono e multisplit

Con i modelli monosplit Logacool AC176i.3, AC166i.2 e le soluzioni multisplit della gamma Logacool AC..MS, Buderus offre soluzioni adatte a ogni contesto abitativo e a ogni esigenza di comfort domestico, sia per le nuove costruzioni sia per i progetti di ristrutturazione. I climatizzatori Buderus si contraddistinguono per efficienza, silenziosità e semplicità di utilizzo, ma anche per il design moderno perfetto per ogni ambiente. Le numerose funzioni, come la gestione da remoto, l’Intelligent Eye e il controllo umidità garantiscono sempre il massimo comfort domestico.

www.buderus.it

63 | l’INDUSTRIA MECCANICA 736 | N 4 2023

Impastatrici

DAM 10, attrezzature 4.0

Struttura in acciaio, verniciatura antigraffio e vasca con bordo rinforzato in acciaio AISI 304. Il coperchio della vasca è in PET trasparente con foro per aggiunta prodotto. Le braccia inox sono smontabili per la pulizia e la loro velocità va da 35 a 70 battute al minuto. DAM 10 EL offre la versione touch, con 8 programmi con diverse fasi di velocità e WiFi integrato per una gestione ottimale anche da remoto tramite RCS. È dotato di una pratica app di controllo gratuita per la gestione dei programmi e dei log di lavorazione.

www.felsinea.com

Veicoli

Agilox,

autonomia e flessibilità in magazzino

Il veicolo a guida intelligente Agilox di CLS iMation è una soluzione all’avanguardia che fa dell’autonomia e della flessibilità il suo principale punto di forza, ottimizzando le tempistiche di lavoro in sicurezza e integrandosi perfettamente ai sistemi di produzione preesistenti. La massima libertà di movimento è garantita dal sistema di controllo integrato e i ridotti tempi di installazione e l’assenza di complesse infrastrutture rendono la soluzione versatile per qualsiasi contesto.

www.cls-imation.com

Lance manuali per lavorazioni continuative Leggerezza e precisione

Il peso ridotto dell’impugnatura e degli inserti MINITHERM di Messer Cutting Systems consentono di lavorare ininterrottamente per lunghi periodi, con diverse caratteristiche di fiamma e potenza: dalla microfiamma difficile da vedere a occhio nudo fino alle potenti fiamme di saldatura, caratteristica importante nei lavori in linea, nell’ingegneria fine e nella produzione di massa di componenti saldati, brasati o riscaldo a mano. Le operazioni difficilmente raggiungibili possono essere eseguite con libertà di movimento e di controllo ottenendo risultati di alta qualità.

www.it.messer-cutting.com

Ruote industriali

Ruote AVO, soluzioni ideali per imprese estreme

Ideali per ogni esigenza di movimentazione complessa e che richieda caratteristiche di robustezza, sicurezza e durata nel tempo, le ruote art. 605 sono particolarmente adatte per pavimentazione sconnessa. Supporti extra pesante, assemblabili con 1, 2, 3 ruote in gomma, in acciaio di forte spessore, stampato e saldato, rotanti su cuscinetto reggispinta e a rulli conici. Ruote in gomma piena elastica estremamente robuste con flange in acciaio. Elevata scorrevolezza, altamente resistente a urti e tagli. Assorbe le vibrazioni. Mozzo su cuscinetti a sfera 2RS o cuscinetti INOX 2RS.

www.avo.it

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Tubi

Bonomi Group: sistemi a pressare

Rubinetterie Bresciane Bonomi offre sia sistemi a pressare con tubo metallico sia con tubo multistrato per rispondere a qualsiasi tipo di esigenza impiantistica e di applicazione. I raccordi delle serie TURBO e FRABOPRESS in ottone, acciaio inox, acciaio al carbonio, cupronichel, rame e bronzo son caratterizzati da sistemi di sicurezza per la perdita controllata grazie a particolari guarnizioni elastomeriche, la cui geometria brevettata, consente la fuoriuscita di liquido laddove la giunzione non sia stata pressata.

www.bonomi.it

Refrigerazione

Banco frigorifero in classe A

Tango Ultra a marchio Costan è il banco frigorifero verticale a gruppo incorporato disponibile oggi in classe energetica A, per un risparmio energetico di +40% rispetto al modello precedente. Il mobile arreda l’area freschi dei negozi di prossimità coniugando performance, sostenibilità ed estetica. Tango Ultra, inoltre, rispecchia l’evoluzione del Retail anche in termini di sostenibilità, grazie all’uso di propano R290 come refrigerante naturale.

www.eptarefrigeration.com

Idrogeno

Ariston Alteas One+ NET

Caldaia a condensazione in classe A+ già pronta per funzionare con miscele di idrogeno fino al 20%. Si distingue per la rumorosità ridotta e per un design elegante, grazie al pannello in vetro temperato e antigraffio. Punto di forza è il nuovo Ignition System+ per garantire prestazioni costanti di riscaldamento, controllo avanzato e sicurezza. È dotata di connettività smart, grazie al Wi-Fi integrato e all’app Ariston NET inclusi di serie.

www.ariston.com

Generatori

Linea MATRIX AC/DC di CEA

I MATRIX X AC/DC sono generatori inverter TIG AC/DC ad alta efficienza, studiati per soddisfare le esigenze di saldatura più avanzate e sofisticate. I MATRIX X sono equipaggiati di serie con la nuova interfaccia X VISION, semplice e completa, per il controllo totale e il monitoraggio di tutti i parametri di saldatura. Le loro caratteristiche, unite all’alta tecnologia del controllo digitale, consentono una perfetta stabilità dell’arco, garantendo un’elevata qualità di saldatura TIG e alte prestazioni in ogni situazione.

www.ceaweld.com

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Saldatrice inverter

Saldatura high-tech con Sol

Plus 280 è una saldatrice sinergica multi processore costituita da un inverter sviluppato con le più recenti tecnologie in ambito elettronico. Nasce per la saldatura a filo Mig/ Mag Pulsato Sinergica per acciaio inox, acciaio al carbonio, alluminio e le sue leghe, Elettrodo e Tig con innesco Lift Arc. È dotata di un microprocessore di ultima generazione e alta velocità che permette il rapido adattamento dell’arco elettrico anche nelle condizioni più difficoltose. La sinergia dei parametri completa il suo high-tech di strumento per la saldatura ad alto livello.

www.sol.it

Accessori per il passaggio acqua Tubi conformi alla DIN 4726

Neoperl, produttore di accessori per passaggio acqua, amplia la propria gamma di tubi, con la presentazione dei tubi a bassa permeabilità all’ossigeno, conformi alla DIN 4726 e destinati a varie applicazioni tra cui impianti di riscaldamento e condizionamento. La caratteristica del nuovo tubo è la notevole flessibilità data dal tubo interno corrugato e la totale permeabilità all’ossigeno. Inoltre i raccordi ad innesto rapido e con la curva girevole a 360° garantiscono una notevole facilità di installazione.

www.npiitalia.com

Raccordi

Tubi approvati dalla Normativa Europea

Flexcore è un tubo anti-schiacciamento progettato dal Gruppo Neoperl e rappresenta la soluzione ideale per il collegamento della rete idrica a qualsiasi tipo di rubinetto, soprattutto dove lo spazio per l’installazione è molto ridotto ed è necessario uno stretto raggio di curvatura. La particolare conformazione del tubo interno, consente di utilizzare il tubo Flexcore anche con un raggio fino a 25 mm. Flexcore non è adatto all'installazione su boiler e scaldabagni, ma si distingue per aver ottenuto certificazioni per il contatto con l’acqua potabile presso i principali enti di certificazione mondiali. Il tubo Flexcore soddisfa tutti i requisiti stabiliti dalla Normativa Europea EN13618.

www.npiitalia.com

Gestione degli edifici Vrf Shrm Advance Toshiba in r32

Il sistema SHRMa e il suo concetto di sicurezza integrata, possono contribuire a ridurre le potenziali emissioni di CO2 degli edifici commerciali di un impressionante 80%, garantendo una maggiore flessibilità per ottenere la certificazione ambientale degli edifici. Per combattere le variazioni climatiche e le fluttuazioni della temperatura ambiente, il sistema SHRM Advance offre simultaneamente raffreddamento e riscaldamento. Grazie a valori di SEER superiore a 8 e SCOP superiore a 4,3, gli investitori in edifici commerciali saranno lieti di apprendere che il sistema SHRM Advance non solo riduce i costi di gestione, ma permette anche di accedere alle detrazioni fiscali e al Conto Termico.

www.toshiba.it

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Perforatrici

Precisione ed efficienza energetica

La nuova eGEO 405 di Comacchio è una perforatrice per sondaggi geognostici totalmente elettrica. L’alimentazione della macchina è fornita da un pacco batterie installato a bordo. La durata della batteria è estesa grazie a dei power pack di scorta, facilmente installabili con l’ausilio di un sollevatore. Tra i vantaggi della eGEO 405 rispetto alla versione a motore diesel vi sono la possibilità di lavorare a emissioni zero, la silenziosità, la precisione e la maggiore efficienza energetica.

www.comacchio.com

Intralogistica

Realtà virtuale nell'intralogistica

Ideata da CLS iMation, GEMINI è la nuova suite immer

siva di realtà virtuale per la progettazione di soluzioni nell’ambito dell’intralogistica e della logistica di fab brica. La nuova soluzione va oltre il concetto di simu lazione e comprende strumenti che offrono ai clienti un’esperienza immersiva e coinvolgente già nella fase di progetto, consentendo di progettare e configurare soluzioni su misura, massimizzando il valore delle ope razioni nell’impianto e minimizzando costi e tempi di installazione.

www.cls-imation.com

Operatore per porte battenti

Soluzione SMART PRO di Sesamo

SMART PRO è un operatore per porte a battente progettato per semplificare le attività di installazione e programmazione. È dotato di soluzioni meccaniche che garantiscono un impiego intensivo e una lunga vita di esercizio. Il cuore innovativo dell’operatore è incentrato nella trasmissione, composta dal motoriduttore unita a un unico stadio di riduzione realizzato con catena a rullini a lubrificazione sigillata. Le sue caratteristiche consentono un consumo energetico ridotto in modalità stand by.

www.sesamo.eu

Smart home

Comfort e sicurezza

Yubii Home è il cuore di una nuova esperienza di smart home: un hub che si occupa del comfort e della sicurezza. Yubii Home è il primo gateway che collega le tecnologie Nice, FIBARO ed elero, ma non solo: è aperto all'integrazione con oltre 3.000 dispositivi di altri marchi grazie alla compatibilità con i protocolli Z-Wave e WiFi. Yubii Home dà inoltre la possibilità all’utente finale di gestire l’intera Smart Home attraverso gli assistenti vocali Amazon Alexa, Google Assistant e Siri.

www.niceforyou.com

Telescopici edili

Apollo 20.4 Smart, forza e innovazione

Apollo Smart è la macchina ideale per i piccoli spazi di manovra, dotata di grande potenza, maneggevolezza e precisione nei movimenti. Il nuovo Apollo 20.4 Smart è il più compatto e agile dei telescopici edili Dieci; l’elevata resistenza del braccio permette la movimentazione dei carichi a grandi altezze, senza alcun rischio. Le tre modalità di sterzata consentono una guida leggera anche con il maggior carico. Nuovo motore e nuova trasmissione idrostatica garantiscono performance e risparmio mentre le numerose soluzioni brevettate semplificano esponenzialmente la manutenzione.

www.dieci.com

Correttore volumetrico

Termics, soluzioni all’avanguardia

ICARUS è un correttore volumetrico di gas di Tipo 1, idoneo per applicazioni in area pericolosa ATEX, conforme alla norma UNI EN 12405-1-2010 e ai requisiti MID secondo l’allegato MI002, che ha ottenuto l’omologazione per il protocollo di comunicazione POT in accordo alla norma UNI 11629.

Un esempio dell’impegno costante di Termics a intraprendere un lungo percorso d’innovazione sull’intera linea di prodotti dedicata alla misura del gas naturale a marchio FIMIGAS, che vedrà l’introduzione di un’intera gamma di correttori con protocollo di comunicazione POT.

www.fimigas.com

Raffreddamento adiabatico

Per ogni fluido e portata

La gamma di MITA Cooling Technologies è sempre più completa con le nuove serie di raffreddatori adiabatici: da piccole taglie per 20 kW a efficienti sistemi a ventilatori multipli per oltre i 2.000 kW. Raffreddamento acqua, condensazione ammoniaca, sotto-raffreddamento anidride carbone a seconda della richiesta. Brevi cicli di bagnatura nel funzionamento adiabatico per ridurre e ottimizzare sempre i consumi energetici.

www.mitacoolingtechnologies.com

Energia

Clivet Smart Living

Un sistema integrato di gestione del comfort e dell'energia per applicazioni residenziali che comprende: pompe di calore per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, sistema di rinnovo e purificazione dell'aria, accumulo di energia elettrica, termostati intelligenti, termostati di controllo, terminali ambiente, sistema di gestione e controllo centralizzato, Clivet Eye App per la gestione remota tramite smartphone.

www.clivet.com

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Sistemi ibridi

Pompa di calore con caldaia a gas a condensazione

AQUAPUMP HYBRID è un’unità monoblocco per esterno, in classe energetica A++, composta da caldaia a condensazione e pompa di calore idronica con inverter, progettata per la produzione di acqua calda e fredda attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile. È un prodotto plug and play con regolazione integrata, gestito da un controllo avanzato con sistema touch-screen intelligente. Per l’installazione è sufficiente effettuare il collegamento idraulico, della linea gas e dell’alimentazione elettrica.

www.apengroup.com

Refrigerazione

Epta Service: SwitchON, sempre e ovunque

EptaService, brand del gruppo Epta specializzato nei servizi post-vendita per la refrigerazione commerciale, presenta LifeCycle Program. Un pacchetto di servizi adatti a fornire una completa gestione dello store, tra cui spicca lo SwitchON: una piattaforma di diagnostica avanzata che offre un accesso a distanza ai banchi remoti e alle centrali.

Le funzionalità evolute unitamente agli algoritmi di manutenzione predittiva della piattaforma concorrono ad assicurare affidabilità e sicurezza.

www.eptarefrigeration.com

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