Giugno 2019

n° 9 | Giugno 2019

EtCetera

Il giornalino degli studenti L’editoriale del Caporedattore

Europee 2019

di Filippo Vergani, 5c Addio Majo I miei cinque anni da liceale sono (quasi) finiti.

Quindi, dopo tre anni in redazione, di cui due nel ruolo di caporedattore, non sarò più coinvolto nel giornalino. Gli anni al Majo sono stati intensi e faticosi, ma soprattutto ricchi di gioie e soddisfazioni. Per questo, ringrazio di cuore i miei compagni di classi, le amiche e gli amici che ho incontrato durante il percorso, grazie ai quali il mio viaggio al Majo è stato leggero e indimenticabile. Ringrazio anche i professori che hanno creduto in me. Inoltre ringrazio tutti i membri della redazione di questi anni che mi hanno sopportato e hanno dato il massimo per il nostro progetto. Ogni minuto del vostro tempo investito in questa attivitá vi fa onore, perché avete dimostrato che i giovani non sono bamboccioni come qualcuno crede, ma sono ancora interessati e desiderosi di cambiare il mondo. Il giornalino è stato per me un’esperienza gratificante ed edificante; infatti credo fortemente nei valori del dialogo, della discussione e della riflessione che EtCetera in questi tre anni ha cercato di rappresentare al meglio. Tutti i dibattiti (a volte anche litigiosi) su i più disparati temi sono state fonti di arricchimento e crescita.

Per questo invito tutti i più giovani a far sentire la loro voce attraverso il giornalino anche nei prossimi anni.

Lascio il ruolo di caporedattore a Giacomo Longoni. Auguro buona fortuna a tutti i maturandi e buone vacanze a tutti gli altri.

Ad majora!

Cosa ci resta ora Tra il 23 ed il 26 maggio i cittadini dell’Unione Europea sono stati chiamati a eleggere il nuovo Parlamento Europeo...

Intervista ai rappresentati Cari Majorani, care Majorane, ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato: la scuola sta ufficialmente per finire e...

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Indice

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Elezioni europee 2019..............3 Intervista ai rappresentanti.........7 Onestà e giustizia in Italia..........13 L’arte di ieri e oggi.....................16 Dal letame nascono i fiori...........17 Il colosso GOT tra luci e ombre..19 Avengers Endgame.....................23

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Politica 3

Filippo Beretta, 5E

Europee 2019: cosa ci resta ora Tra il 23 ed il 26 maggio i cittadini dell’Unione Europea sono stati chiamati a eleggere il nuovo Parlamento Europeo, l’organo che svolge la funzione legislativa nell’UE insieme al Consiglio dell’Unione Europea e l’unico ad essere eletto direttamente dai cittadini. Come conseguenza queste elezioni sono stati viste da molti all’interno dell’Unione come l’opportunità di dare un segnale forte di svolta nell’ambito della politica europea; non a caso i dati dell’affluenza in Europa, superiori al 50%, sono stati i più alti degli ultimi 20 anni, e solo in Italia si è registrato una leggera flessione dal 58,69% al 56,10%.

Il sistema elettorale per le Europee è un proporzionale puro con lo sbarramento al 4% (in Italia): le liste che non superano la soglia non ottengono seggi. Molti micro-partiti ne sono quindi usciti penalizzati, non riuscendo ad ottenere una rappresentanza tra i 751 seggi del Parlamento, dei quali 76 spettanti all’Italia.

Per il nostro Paese le Europee 2019

hanno assunto un valore ancora maggiore perché viste come una sorta di “secondo round” dopo le legislative del 2018 e purtroppo molto spesso il voto è stato basato più sulla simpatia per un certo partito italiano rispetto all’effettivo programma europeo dello stesso.

Nella mia personale opinione è invece necessario comprendere prima di tutto gli equilibri politici che si sono istaurati a livello europeo, per poi concentrarsi sugli effetti sullo scacchiere politico italiano di quelle che restano però elezioni europee. Seguono i risultati dei maggiori raggruppamenti politici al Parlamento Europeo.

I. EPP (179 seggi) e SD (153): I due grandi partiti della maggioranza uscente, rispettivamente di centrodestra e centrosinistra, si confermano arbitri della politica europea per i prossimi 5 anni, conquistando insieme il 42,4% delle preferenze. Questo risultato conferma da un lato il sentimento di fiducia nelle istituzioni dell’Unione che ancora è largamente diffuso in Europa, dall’altro segnala

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un progressivo calo. Per la prima volta i due partiti non hanno insieme la maggioranza assoluta, e saranno probabilmente costretto ad allearsi con l’ALDE e i Verdi. Molto più difficile un’alleanza tra EPP ed i gruppi sovranisti per formare una maggioranza parlamentare. A questi due gruppi fanno capo da un lato Forza Italia che con il suo 8,8% ha conquistato 6 seggi, dall’altro il PD di Zingaretti che si attesta al 22,7%.

II. ALDE (105): Gruppo fortemente europeista, moderato e di centro, si attesta al 14,25% delle preferenze. L’aumento di consensi per questo partito, che passa da 69 a 107 seggi, segnala la volontà dei cittadini di una svolta nel movimento europeo, pur restando strenuamente europeisti. La sensazione è che questo gruppo, insieme ai Verdi, sarà l’ago della bilancia della nuova maggioranza europea. In Italia questo gruppo è stato rappresentato da +Europa, che con un misero 3,1% dei consensi non ha però ottenuto nessun seggio al Parlamento Europeo.

III. Greens (70): Senza dubbio il dato più strabiliante a livello europeo è stato l’aumento dei consensi per i Verdi, gruppo di

stampo fortemente ambientalista, che fa della lotta al cambiamento climatico il proprio cavallo di battaglia. Il suo 9,32% diventa ancora più strabiliante se si pensa che in un grande Paese come la Germania i Verdi di Grune hanno superato il 20% e si sono attestati come secondo partito dopo la CDU della cancelliera Merkel. Forti del voto giovanile (in molti Stati sono primo partito per la fascia tra i 18 ed i 29 anni), sono l’espressione del volto nuovo dell’Europa, che si concentra sui grandi problemi dell’attualità, primo fra tutti quello incombente del cambiamento climatico. Il fatto che in Italia Europa Verde si sia invece fermato ad un misero 2,3% dovrebbe senza dubbio far riflettere sulla sempre maggiore distanza tra le priorità per l’Italia ed per il resto dell’Europa.

IV. Europa delle Nazioni e della Libertà (58): Il superdiscusso gruppo capeggiato dalla Lega di Matteo Salvini, di ispirazione dichiaratamente euroscettica, aumenta fortemente i propri consensi, passando da 36 a 58 seggi, ed ottenendo la maggioranza in alcuni Paesi chiave. Tra tutti ovviamente il 34,3% della Lega in

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Italia, il 23,4% del Rassemblement National di Marine Le Pen (primo partito in Francia, dopo aver superato Macron) ed il 52,33% di Orban in Ungheria. Tuttavia, nonostante i consensi aumentino, i sovranisti non sfondano, e probabilmente non riusciranno ad ottenere la famosa “ventata sovranista” in Europa di cui tanto avevano decantato. Anzi ad oggi l’impressione è che i partiti europeisti andranno a creare un vero e proprio “cordone sanitario” per tagliare fuori i sovranisti dalla maggioranza parlamentare.

V. ECR (58) e Efdd (56): Altri due partiti dichiaratamente euroscettici, cui afferiscono rispettivamente Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (6,4%) ed il M5s (17,1%).

Nello stesso schieramento dei pentastellati si ritrova anche il Brexit Party di Nigel Farage, che con il suo straordinario 31,71% si prepara a rappresentare un Regno Unito che a ottobre dovrebbe uscire dall’Unione Europea.

Detto questo, appare chiaro che nei futuri equilibri europei l’Italia sarà destinata ancora a contare ben poco, visto che gli unici due partiti alla maggioranza europea saranno FI e PD, che nel Parlamento Italiano restano invece in mino-

ranza. Tuttavia, al di là del risultato europeo, le elezioni hanno avuto un fortissimo valore relativamente agli equilibri interni della Penisola.

Il dato più evidente è l’affermazione senza rivali della Lega come primo partito in Italia, ottenendo uno strabiliante 34,3% e smentendo i sondaggi che davano il partito di Matteo Salvini in netto calo nelle ultime settimane.

Indubbiamente gli Italiani hanno parlato, schierandosi in massa con il “Capitano”, tuttavia il successo della Lega è stato anche dovuto alla campagna elettorale portata avanti dal M5s, un vero e proprio suicidio in senso politico. Agli slogan ed alle manifestazioni di piazza di Salvini, certamente discutibili ma in grado di avere una grandissima presa sulla popolazione, i pentastellati di Di Maio hanno risposto con una polemica senza quartiere contro l’alleato di governo. In sostanza le ultime settimane di campagna elettorale del Movimento si sono basate solo sulla polemica contro Salvini, per altro mettendo in discussione a più riprese anche la credibilità del governo. Inutile dire che la diretta conseguenza è stata una vera e propria debacle dei “grillini”. Del crollo del M5s si è

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avvantaggiato invece il PD, ben lungi dall’essere un partito defunto, che sotto la nuova guida di Zingaretti ottiene un buon 22,7% alle urne, presentandosi come seconda forza in Italia e scalzando i pentastellati. Al contrario Forza Italia, ormai sceso sotto il 10% dei consensi, si avvia verso una progressiva decadenza, di cui si dovrà invece avvantaggiare Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Come Matteo Salvini non ha mancato di sottolineare, questo risultato cambia necessariamente gli equilibri di potere all’interno del governo giallo-verde, sempre più a trazione leghista, e gli scenari per il prossimo futuro sono dei più disparati. La prima possibilità è che il governo regga agli scossoni, nel caso in cui Di Maio accettasse di sottostare alle richieste di Salvini sui temi più spinosi, come la Tav o la Flat Tax, anche perché dalle prossime elezioni, in base al regolamento del M5s, il leader pentastellato non potrebbe più presentarsi come capogruppo del Movimento. Se invece il governo capeggiato da Conte dovesse crollare, Salvini potrebbe presentarsi davanti al Presidente Mattarella con una nuova maggioranza di centro-destra, forte

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Giacomo

della crescita di Fratelli d’Italia, oppure cercare il consenso popolare andando a nuove elezioni. Certo è che le elezioni europee hanno completamente stravolto i rapporti di forza all’interno del governo, al di là delle dichiarazioni di facciata dei diretti interessati.

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Scuola 7

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Alessandro De Marchi e Alessandro Bruzzano 5aa

Intervista ai rappresentanti Cari Majorani, care Majorane, ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato: la scuola sta ufficialmente per finire e, prima di passare tre mesi abbondanti (tranne, ovviamente, chi, come noi, deve affrontare la nuovissima, caotica e temutissima maturità) sotto gli ombrelloni, su spiagge assolate o fra valli erbose, è tempo di fare un bilancio dell’anno appena passato. Come ormai da tradizione anche quest’anno noi di EtCetera siamo andati a cercare i rappresentanti di istituto, abbiamo fatto due chiacchiere con loro, e abbiamo chiesto loro qualche informazione ed opinione su cogestione, settimana di recupero e sul rapporto con la nuova preside. Ecco dunque quello che abbiamo scoperto: “Innanzitutto vi chiederei un bilancio dell’anno appena concluso” Andrea Galimberti: penso che durante l’hanno sia andato tutto abbastanza liscio e credo che il bilancio fosse abbastanza positivo già l’anno scorso. Quest’an-

no abbiamo proposto e portato avanti cose un po’ più complesse, tant’è che diverse si stanno portando avanti anche adesso e troveranno realizzazione all’inizio dell’anno prossimo: penso ai nomi delle aule, al mercatino e alle gite all’estero .Perciò effettivamente rispetto alle promesse elettorali – stavo guardando l’altro giorno sul profilo Instagram – metà le abbiamo portate a termine, un quarto si stanno portando a temine, e poi ci sono quelle che per qualche motivo o perché non c’è stato interesse da parte degli studenti e perciò ci è sembrato inutile portarle avanti. Però secondo me il bilancio è positivo.

Tommaso Chiusi: c’è stato un grande lavoro di background, più che magari di prima facciata. Come appunto diceva Gali, molte cose si andranno poi a realizzare in seguito.

Luigi Amatore: e molte ancora non si sanno, come per esempio, credo, la tensostruttura: non lo sa nessuno se verrà realizzata o meno.

Emma Itria: perchè noi abbiamo

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fatto il possibile insieme anche ai genitori, però finchè la provincia non ci dà il permesso di farlo...

Tommaso: sì, come dicevo, c’è stato questo lavoro di background che è andato... cioè... forse a consolidare un po’ quelle cose che in realtà non si vedono.

Luigi: sì, cioè io, questo non so se vale anche per loro, ma credo comunque di si, mi sono candidato non per fare vedere la mia faccia in tutta la scuola, ma perché volevo portare avanti dei progetti, progetti che probabilmente non hanno coinvolto molto gli studenti nella loro lavorazione, ma che se, io ritengo anche cioè non so come dire..

Galimberti: Luigi vuole dire che c’è un discorso proprio all’inizio dell’anno di proposte che vanno a puntare sull’estetica e invece proposte di sostanza. Tendenzialmente abbiamo fatto molte più cose di sostanza. Estetica potrebbe essere le giornate a tema che son tornate, estetica possono essere i gadget. Poi appunto di sostanza possono essere cose che hanno sempre detto: “ah vabbè”. O possono essere inutili, ma una volta che ci sono non ne puoi più fare a meno, o cose che hanno sempre detto: “ah ma

sono impossibili” come la palestra esterna, che effettivamente per la prima volta dopo anni e anni e anni ha un progetto concreto che deve essere “soltanto approvato” si sa , la provincia ha le sue tempistiche e i suoi ostacoli.

Secondo me, modestia a parte, siamo stati anche abbastanza bravi a portare avanti tutta una serie di attività che non erano così scontate cambiando anche dirigenza, ecco. Perciò sono da entrambe le parti da dare i meriti.

“Come vi siete trovati a lavorare conlanuova dirigente scolastica?”

Tommaso: la preside si è impegnata davvero tanto.

Luigi: all’inizio eravamo un po’restii per i rapporti con la preside però alla fine invece si è rivelata collaborativa...

Emma: no no, molto sul pezzo. A me è piaciuta tanto.

Luigi: a me è piaciuta anche, sinceramente. Andrea, tu puoi fare magari un paragone con quella degli anni scorsi.

Andrea: per quanto riguarda la preside mi è venuto in mente che una cosa molto positiva. Al di là delle iniziative portate avanti anche come rappresentanti, perciò promesse elettorali ed al-

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tro, il fatto è che c’era la paura d’inizio anno che cambiando preside molte cose sarebbero potute cambiare. Secondo me però la preside è stata comprensiva e perciò disponibile a tutto.

“Cosa ne pensate della settimana di recupero svolta con una nuova modalità?”

Tommaso: personalmente a me è piaciuta anche se forse non mi è piaciuto tanto il fatto che l’anno scorso era strutturata in modo tale che chi prima riusciva a connettersi riusciva a prendere determinate... attività, da una parte può essere sbagliato perche comunque noi vogliamo garantire le stesse opportunità a tutti; però dall’altra parte va a penalizzare magari quelle persone dello scientifico che si trovano a fare greco e latino. Quindi magari qualcosa che cambierei è appunto la gestione delle attività, perchè l’anno scorso c’era appunto questa, imparità, che poi non era neanche più di tanto imparità perchè nessuno alla fine sapeva esattamente l’ordine delle attività stesse. Però bisogna lavorare appunto su questo sistema di inserimento attività.

Una cosa che invece non cam-

bierei assolutamente sono i recuperi durante le giornate... cioè proprio le giornate della scuola, senza fermarsi il pomeriggio.

Emma: io cambierei un po’ la disposizione in tre blocchi da due ore ogni giorno, perché già per me è pesante fare un giorno da sei ore, fare tutti i giorni sei ore con due ore sempre la stessa materia è davvero pesante. Tipo per chi ha avuto il clil obbligatorio due ore di fisica in inglese secondo me sono molto pesanti. Sarà che io sono del classico.

Intervistatore: tu cos’è che vorresti fare quindi?

Emma: io piuttosto metterei il sabato e metterei meno blocchi il giorno, cioè farei due blocchi invece che tre.

Andrea: però è una questione di gestione delle ore.

Emma: più che altro alcuni giorni da quattro ore, alcuni da sei.

Luigi: a me invece una cosa che non è piaciuta è stata la tipologia di attività che uscivano alle varie persone, delle serie a me potevano uscire delle attività e nello stesso giorno ad Andrea delle altre. Però credo che sia un problema di fondo che non si possa accontentare tutti quanti. Io pre-

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ferivo il sistema dell’anno scorso.

Andrea: una cosa che è uscita dai sondaggi è una via di mezzo. Come settimana di recupero è indubbio che sia meglio rispetto a quella che si faceva fino a due anni fa. Una via di mezzo che usciva da qualche studente era di tornare al primo che si iscrive però se un’attività ha venti posti, le iscrizioni per i primi dieci avvengono ad un certo orario mentre per i posti restanti ad un altro.

Luigi: poi comunque dobbiamo ricordarci che è una settimana che serve per chi ha il recupero.

Emma: io poi ho notato che alcuni professori vedono questa settimana come una perdita di tempo e non prendono la cosa seriamente.

“Cosa ne pensate, invece, della cogestione di quest’anno?”

Tommaso: quella a me è piaciuta tantissimo. Forse il primo giorno abbiamo visto finalmente una cogestione decente.

Andrea: non ricordo esattamente i numeri, però dovrebbero essere due o tre volte i numeri dei partecipanti degli ultimi anni.

Emma: 470 il primo giorno e circa la metà il secondo.

Andrea: una cosa che potevamo

aspettarci era in calo di persone il secondo giorno. Questo era dovuto anche al fatto che alcune classi erano in gita quel giorno.

Tommaso: Però anche il consiglio di istituto è rimasto soddisfatto dal numero di persone e ci ha fatto i complimenti.

Luigi:c’èstataanchelapresideche ci ha sostenuto ed incoraggiato nel fare la cogestione di due giorni.

Tommaso: è questa è una delle cose che ci fanno lavorare in background.

Tommaso e Luigi, avete intenzione di ricandidarvi il prossimo anno?”

Luigi: io sono sicuro, mi ricandiderò. Devo solo trovare con chi.

Tommaso: io sono sicuro che è una bellissima esperienza che le persone dovrebbero fare. L’anno prossimo se mi candido non lo so, ma di sicuro starò in mezzo a qualcosa con una formula che sto abbastanza definendo e... si vedrà. Tempo al tempo.

Luigi: soprattutto a me piacerebbe ricandidarmi per portare avanti i progetti che non ho potuto iniziare e terminare quest’anno. Io ad esempio dei quattro sono quello che ha organizzato lo sciopero a Monza e mi sarebbe

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piaciuto magari fare come gadget delle borracce oppure portare i boccioni d’acqua a scuola.

“Emma ed Andrea, c’è qualcuno che individuate come vostro ideale successore?”

Emma: Luigi, di sicuro. Poi io pensavo a Martina Barbieri, che sia l’anno scorso che quest’anno è stata responsabile dei Majutanti.

Andrea: ci sono persone che si sono date da fare di sicuro tra i vari progetti. Non so se vogliono fare lo step successivo. Secondo me per essere rappresentante non ci vogliono capacità specifiche, ma tanta pazienza e voglia di fare. Perciò più che indicare una persona delineo il profilo del rappresentante.

Emma: un’altra persona che indicherei è Emanuele Galbiati.

E’ proprio il più costante di tutti.

Luigi: Bisogna poi pensare che magari qualcuno che oggi è in quinta potrebbe anche non volerlo fare per la questione dello studio.

Tommaso: una cosa che io mi auguro è che qualche mente si faccia vedere nei prossimi anni perché comunque il trend di persone che hanno voglia di fare le cose all’interno della

scuola si sta un po’ alzando, allo stesso tempo però si sta alzando anche l’età delle persone.

Andrea: sicuramente una cosa importante per i prossimi anni è rimpolpare un po’ le varie attività che quest’anno sono andate un po’ scendendo di livello sia perché la gente o esce o comunque diventa un po’ più impegnata con la scuola o per altri interessi.

Secondo me una cosa molto positiva sarebbe quella di eleggere rappresentanti soprattutto di terza e di quarta, non perché chi è in quinta non sia in grado, ma perché se si vuole iniziare a proporre progetti più importanti e lunghi è necessario scegliere qualcuno di terza che, se dovesse fare un buon lavoro, possa portarli avanti.

Emma: un ragazzo di terza che ti indicherei è Giacomo Longoni di terza b classico, magari non solo come rappresentante ma anche come ragazzo che si mette in gioco e fa diverse cose.

Tommaso: io invece punterei a far si che i rappresentanti insegnino ad un gruppetto di persone più ampio quello che loro sanno.

Ho visto che ci sono diversi ragazzi del 2003 spigliati che hanno voglia di fare, ma la mia paura

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è che un domani tutto ciò che si è realizzato in questi ultimi anni vada a morire. Dunque oltre alla voglia di fare, sarebbe bello tramandare anche tutte le nozioni apprese durante l’incarico svolto.

Prima di congedarci, noi autori vorremmo porgere un enorme ringraziamento a tutti quanti voi lettori. Infatti, se le cose andranno come devono andare, questo che avete appena letto è stato il nostro ultimo articolo scritto per EtCetera. Il nostro percorso è iniziato tre anni fa con un articolo di cinema e di sport e da quel momento abbiamo continuato a dare il nostro contributo al giornalino, spesso proprio realizzando le interviste alle liste e ai rappresentanti di istituto consolidando una tradizione e portandola avanti con passione. Siamo maturati molto e abbiamo fatto parte di un gruppo meraviglioso all’interno della redazione. Ci piacerebbe infine ringraziare veramente di cuore tutti coloro che in questi anni hanno letto, commentato, criticato o apprezzato i nostri articoli, perché un “giornalista” senza un pubblico di lettori è solo un folle che mette parole in fila.

Ad Majora!

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Davide Colombo 5aa

Onestà e giustizia in Italia “Il politico onesto è il politico capace”, così affermava lo scorso secolo Benedetto Croce, pensatore italiano di orientamento liberale, resosi noto soprattutto per aver preso parte a quella assai poco nutrita schiera di intellettuali che si opposero al regime fascista. La tesi di Croce sembra dunque essere la seguente: se un politico manifesta una certa padronanza di quelle conoscenze che noi oggi riteniamo indispensabili perché lo si possa definire preparato (competenze a livello retorico, economico, giuridico e storico condite ad una certa dose di militanza ed esperienza sul campo) allora egli non potrà che agire in conformità ai principi di legalità e giustizia su cui si fonda la Repubblica italiana. Insomma, nell’anticamera del cervello crociano non figura nemmeno l’ipotesi di un politico che metta la sua competenza al servizio della disonestà, ma noi viviamo in Italia e sappiamo che ciò è accaduto disparate volte. Le possibilità sono dunque due: o Croce si sba-

gliava clamorosamente oppure in Italia non abbiamo mai avuto un politico capace. Capite bene che nessuna di queste due ipotesi è plausibile, per cui dovremo ammettere che l’Italia è la solita eccezione che conferma la regola.

Pensiamo ad esempio al celeberrimo ed imperituro Divo Andreotti: possiamo forse dire che non fu un politico capace? Penso che nemmeno il più ardito tra i suoi detrattori oserebbe dire questo, eppure il sette volte Presidente del Consiglio è stato condannato per associazione mafiosa e associazione a delinquere (certamente non il miglior modo per ripagare i milioni di cittadini onesti che lo hanno premiato tante volte alle urne). Come non citare poi il leggendario Gianfranco Fini, un politico che tanti non hanno avuto problemi a definire “viscido”, ma di cui certamente nessuno avrebbe mai osato mettere in dubbio la competenza e preparazione.

Ecco, lui è accusato di riciclaggio per aver sottratto, tramite un sistema articolato di società off-shore,

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Attualità

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ad Alleanza Nazionale (partito di cui era segretario) un appartamento a Montecarlo dal valore di qualche milione di euro. Sfruttando la sua posizione privilegiata, si sarebbe accaparrato la casa ad un prezzo decisamente inferiore al suo reale valore di mercato, allontanando altri acquirenti disposti anche a spendere cifre di gran lunga superiori. Questi sono due semplici esempi, i primi che mi sono venuti in mente anche per la loro assai triste notorietà: ma perché ciò accade in Italia così frequentemente? Perché non riusciamo più nemmeno ad indignarci di fronte a porcherie (per non usare termini più forti) del genere? Semplicemente perché sin da piccoli siamo abituati a pensare che lo Stato sia il nemico e siamo convinti che fare un furtarello di qua e un piccolo magheggio di là non conti nulla, tanto lo fanno tutti. Si tratta di una problematica di natura prettamente culturale, che troverebbe una reale risoluzione solo in un profondo intervento di riforma, che purtroppo però risulta estremamente difficile da attuare, soprattutto perché quelle autorità che dovrebbero incaricarsene (la famiglia e la scuola) non

adempiono mai completamente a questo compito, limitandosi ad un insieme di precetti meramente nozionistici. Dunque, dal momento che questa auspicabile soluzione è destinata a rimanere un progetto sfumato ed utopistico, l’unica strada percorribile sembra essere quella di un irrigidimento delle pene. Non ci si augura certo una sorta di giustizialismo totalitario, ma quantomeno uno stato civile in cui non sia più conveniente delinquere. Piercamillo Davigo, presidente della Sezione Penale presso la Corte suprema di cassazione e membro togato del Consiglio superiore della magistratura, usa spesso come esempio il caso di un eventuale omicidio di un marito nei confronti della moglie, il quale risulta alle volte anche più conveniente in termini economici del divorzio. La pena prevista sarebbe di 30 anni, ma con un paio di accorgimenti previsti dalla legge italiana (aggravante della provocazione, rito abbreviato e buona condotta) si può arrivare in scioltezza ad una riduzione della pena fino ad un massimo di circa dieci anni: non male considerando che, se ammazzi tua moglie, non le devi più nemmeno pagare gli alimenti! Si tratta di un eviden-

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Attualità 15

te provocazione che ha anche poco a che fare con la politica , ma serve per dire questo: smettiamola di snobbare quei partiti che hanno fatto e fanno anche oggi dell’onestà e della questione morale un vanto, perché altrimenti ci si mette dalla parte di una casta che ha da sempre difeso un sistema corrotto e omertoso. Non si può nemmeno votare una proposta politica solo perché onesta, mi sembra chiaro, l’onestà non è nulla se non è accompagnata dalla competenza e da proposte concrete, però impariamo a dare merito a chi dimostra di tenere veramente a questo valore assai raro nella politica italiana.

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Arte 16

Benedetta Formentini 1cc

L’arte di ieri e oggi Spesso definiamo arte qualcosa di astratto, surreale, ma dobbiamo capire ciò che è bello e affascinante e ciò che non lo è. Ognuno ha i suoi gusti certo, ma per me l’arte di una volta è tutt’altro di quella contemporanea, cioè quella di oggi. Non intendo i dipinti paleolitici della preistoria, ma intendo i quadri di stile barocco, rinascimentale e tutti quei quadri che hanno fatto parte del movimento dell’impressionismo. In questi quadri riesco a delineare qualcosa, che nell’arte contemporanea non riesco a fare. Nell’arte di ieri si riesce meglio a “descrivere” il quadro, cosa che nell’arte di oggi non si è in grado di fare, almeno questa è la mia percezione, perché bisogna essere fantasiosi e originali per certi aspetti. Riesco a immedesimarmi nei quadri, posso arrivare a capire a quale movimento, a quale artista possono appartenere. Si può anche a arrivare a capire perché il pittore ha scelto di rappresentare un quadro del genere, magari anche in base alle classi sociali di appartenenza del popolo durante le varie epoche.

Per esempio paragoniamo una natura morta di Cézanne con una natura morta di un qualsiasi artista contemporaneo. Non c’è paragone tra le due opere, una è reale mentre l’altra è inesistente. Cambiano i colori, cambia la rappresentazione dell’opera in base anche a ciò che l’autore stesso vorrebbe rappresentare.

Devo dire che l’arte contemporanea non è del tutto male. Artisti e scultori ritengono le loro opere qualcosa di concreto, cosa che per noi, forse non lo è così tanto, dato che non siamo esperti e non riusciamo a comprendere il vero significato. L’arte sia di ieri che di oggi, esprime emozioni, stati d’animo. Questo lo possiamo anche capire dalle opere degli artisti, degli scultori e dei pittori da cui possiamo cercare di intuire la loro vita, cioè se magari hanno vissuto una fase di depressione o meno.

L’arte di ogni epoca è bella e sorprendente, ma bisogna coglierne il vero significato e la vera bellezza.

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Giacomo Longoni 3bb

Dal letame nascono i fiori “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, così cantava il grande De André nella celeberrima “Via del Campo”.

Non voglio annoiarvi con chissà quale sdolcinatezza, quanto invece, alla conclusione di questo anno scolastico, vorrei, a nome della redazione di Etcetera, invitarvi ad alzare lo sguardo e a rileggere con gli occhi della mente e del cuore i mesi trascorsi insieme ai compagni di classe, agli amici di altre classi e sezioni, ai colleghi dei vari uffici e ai docenti delle numerose materie insegnate nel nostro liceo.

Certo, non possiamo trascurare il letame, le insufficienze che ci portiamo dietro da tempo immemore, i piovosi e freddi lunedì mattina dei mesi invernali, i litigi e le discussioni, le delusioni e le amarezze, la fatica e le arrabbiature, eppure maggio è arrivato, la fine si avvicina ed è ora di fare bilanci.

I professori presto saranno chiamati a discutere delle nostre valutazioni e a decidere chi dovrà passare un odioso lunedì mattina, lungo un’ estate intera e chi in-

vece potrà spassarsela tra mare e montagna, amici e sbronze.

Tuttavia anche noi dobbiamo tracciare un bilancio in cui tutto va inserito, dobbiamo sottoscrivere un’ analisi costi-benefici che non tralasci nulla e che comprenda ogni singolo sorriso e ogni parola di conforto ricevuta, ogni amicizia nata o coltivata nel corso dell’ anno, ogni gioia raggiunta.

Io, per esempio, vorrei ringraziare i miei compagni, tutti, nessuno escluso, perché mi sopportano ogni giorno e poi perché siamo uniti nelle numerose diversità.

Poi vorrei ringraziare i miei professori, non per ricavarne una sufficienza in greco o latino ma perché mi hanno trasmesso un interesse costante e, in alcuni casi, un amore per la materia da loro insegnata.

Vorrei inoltre ringraziare tutta la redazione di Etcetera che, nonostante le difficoltà, continua imperterrita a fare compagnia ai numerosi lettori nel solco della tradizione della nostra scuola.

Una particolare parola di ringraziamento la vorrei rivolgere al

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Caporedattore Filippo Vergani che mi trasmette il testimone alla guida di questo giornalino dopo due lunghi anni di egemonia.

Credo che questo sia il mio bilancio e che anche voi possiate farne uno ricco come il mio o persino più lungo e così urlare tutti insieme il prossimo 8 giugno che “dal letame nascono i fiori”.

Buone vacanze…

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Serie TV 19

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Clara Cassandro 3aa

Il colosso GOT tra luci e ombre ATTENZIONE CONTIENE SPOILER, QUINDI VADE RETRO SE NON HAI VISTO TUTTA LA SERIE (SALVO MASOCHISTI) 17 aprile 2011 – 19 maggio 2019.

Ecco l’iscrizione sulla lapide di una delle serie più amate che è ormai giunta al termine. Sono state tanto feroci quanto numerose le critiche rivolte all’ultima stagione, particolarmente puntuali sui buchi di trama collocati in diversi punti della narrazione.

Oltre alle aspre critiche mosse all’ottava stagione, tuttavia, ci sono moltissimi fan che tentano di attenuare e placare la furia di tutto coloro che, dopo aver visto quest’ultima stagione, hanno imbracciato torce e forconi senza fermarsi a riflettere. Durante questi anni, Game of Thrones ci ha accompagnati attraverso il suo cammino di evoluzione, in tutti i sensi: da un lato, i personaggi sono venuti incontro ad un percorso di formazione, dall’altro il GOT del 2019 non è più certo il GOT del 2012. Sì, Il Trono di Spade

è cambiato nel corso delle stagioni. A un inizio dialogato, ricco di sottotrame e colpi di scena, si è sostituita quella che è a tutti gli effetti una serie d’azione. Ma non potrebbe essere altrimenti.

Fin dall’inizio, abbiamo assistito a un lentissimo, a volte troppo, build-up per le stagioni successive e le battaglie che sarebbero arrivate. Questa serie, dunque, acquista svariare sfaccettature, dal “romanzo” di formazione, arrivando addirittura a prendere una piega action. Sulla questione dei personaggi, in particolare il terremoto albino Daenerys, si è discusso a lungo, dal momento che questo dibattito si affaccia sulla questione dei buchi di trama.

Daenerys, il cui sangue che scorre è quello del Re Folle, compie un gesto decisamente inaspettato: la distruzione di Approdo del Re. Fino ai due episodi precedenti, ha messo a rischio tutto pur di salvare l’umanità dagli Estranei, mentre ora, nonostante fosse stato dato il segnale della

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resa, rade al suolo l’intera città e le migliaia di persone innocenti.

Molti giustificano questo colpo di testa con il fatto che, in passato, Dany fosse già stata violenta (prima aveva ucciso senza pietà Xaro Xhoan Daxos e la sua ancella, poi ha crocifisso gli schiavisti di Meereen senza neanche distinguere tra brave e cattive persone, infine ha bruciato vivi il padre e il fratello di Sam Tarly).

La sua crudeltà e la sua risolutezza sarebbero stati palesi fin da subito e sarebbe stata lei stessa a volersi circondare di persone equilibrate che potessero stemperare i suoi bollenti spiriti. A mio avviso, ci sono stati più problemi in questa stagione, dai tempi utilizzati alle incoerenze interne alla trama: l’ottava stagione è densa di nodi fondamentali che attendevano di essere sciolti ormai da infinite stagioni (si veda quella “imminente” battaglia contro gli Estranei, unico vero fattore di coesione tra i Sette Regni, oppure l’avanzata di Daenerys), ma al contempo di colpi di scena introdotti solo in quest’ultima stagione (come la legittimità al trono di Jon Snow in quanto Targaryen, oppure il tradimento di lord Varys). La volontà di chiudere in sei episodi avrà sicuramente reso necessaria un’operazio-

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ne di taglia e cuci consistente, ma la sensazione è che manchi qualcosa in certi punti, che certe cose siano lasciate un po’ al caso o alla comprensione implicita dei fan. Alcune storylines si sono chiuse troppo in fretta e alcuni personaggi hanno avuto una fine troppo rapida rispetto al loro peso nella serie. Mi riferisco sicuramente al tradimento di Varys citato prima, che, sì, è abbozzato, ma si risolve nel giro di una puntata e mezza. Troppo poco per un personaggio che è riuscito a fare tanto per salvare i Sette Regni. A riprova della pessima gestione dei tempi, gli innumerevoli forconi puntati contro la grande battaglia contro gli Estranei, ritenuta estinta in un lasso di tempo eccessivamente breve, affermazione che ritengo parzialmente vera, in fondo.

Anche i personaggi, che prima parevano essere i tessitori della trama, ora sembrano passive marionette della regia: prendiamo Jamie, le cui azioni negli ultimi episodi sembrano in contrasto con tutta l’evoluzione del suo personaggio. In realtà, non è proprio così. Anzi, che dopo tutto il suo percorso di redenzione lui capisca che il suo posto è comunque accanto alla sorella è tragico e romantico, nonostante

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tutto. La fretta, però, ha reso tutto insensato. Nel giro di due giorni Jaime ha abbandonato Cersei, è arrivato a Grande Inverno, è andato a letto con Brienne, l’ha lasciata ed è tornato da Cersei, il tutto senza quasi prendere fiato. Se c’è una cosa che la sua storia personale mostra, è che gli importa eccome. Ma ci sono stati anche personaggi sottoutilizzati, come Cersei, instupiditi per necessità, come Tyrion e Varys, o normalizzati, come Arya che sembra essersi scordata di avere il superpotere di cambiare aspetto. Da ultimo, emergono diverse incongruenze interne, vuoi per distrazione, vuoi per mancanza di tempo: perché le balestre, che sono riuscite ad abbattere un drago con facilità estrema in un episodio, in quello successivo mancano rigorosamente il bersaglio? Perché Brienne, che ha giurato di proteggere Arya e Sansa, è rimasta a Approdo del re? Cosa ci fa ancora lì Arya, che era scappata con un cavallo solo nell’episodio prima?

Per quale motivo persone di ranghi e ruoli diversi hanno lo stesso diritto di esprimersi sulla scelta del Re? Perché Verme Grigio non ha giustiziato sul posto Jon Snow, quando lui ha confessato l’omi-

cidio di Dany? Perché nessun’altra regione ha cercato di ottenere l’indipendenza dopo che Sansa l’ha fatto per il Nord? Tutte insieme, sono particolari che fanno crollare la credibilità della trama. Nel titolo c’è l’espressione “luci e ombre”. Quindi qualcosa di positivo dovrà pur esserci. Per la gioia di tutte le femministe della domenica, quest’ultima eco di GOT lascia decisamente più spazio al “girl power”: la bellissima Sansa incarna la perfetta regina del Nord, Daenerys, se pur non sempre sembri nel giusto, è una figura centrale dell’ottava stagione, Brianne finalmente ottiene la nomina di cavaliere tanto agognata, a discapito delle numerose scene nei bordelli e del prorompente patriarcato delle prime stagioni. Tuttavia, questo girl power non è troppo insistito, in modo tale da accontentare entrambe le “squadre” e, allo stesso tempo, non stravolgere la credibilità della serie. Di mio gusto, in particolare, sono stati alcuni colpi di scena che hanno dato poi, però, un sapore amaro al finale, come ad esempio la verità sulle origini di Jon Snow oppure l’incoronazione di Bran, personaggio a mio parere messo troppo poco

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in vista, come Re dei Sei Regni.

Ho parlato di “sapore amaro” perché, in fin dei conti, l’esito di questa stagione, che dirada una Pudia es di reriatquias volta peripsusdae tutte le nubi mistero quatur,al esTrono aut ladi voluptium quiaattorno Spade, non rehenimusti cum inusappiedolenèturquello che soddisfa dit,le volut liquos simagnis solest no aspettative del pubblico: Udae esvede secatios il fuga. lieto fine che Jon audae Snow nus aut lautem sul as Trono adipsant maestosamente conut exernatiische ipsapietusam nusae Daenerys gli lustra le scarcomnis ea sus, sant que pe, purtroppo, non si èipsum visto. Nel etur apelluptas temporitis complesso, Gamererit, of Thrones è eostotatio totat dis personagque ne as da 9/10, grazie ai suoi aut milit et es est, si dempegietperfettamente studiati e la rovid complessa exceatemqui ndatrama eddeliciu avvinceneptatur te.

Unica reperibus sbavatura simus questamaios otestrum quis sandiciis quiatava stagione che sa diinim insoddierum acepudae masfazione, ma GOT civelendel mancherà. gnam aut offici nullign imust, que nobit quaes ipsapicae. Untibus.

Serunditio. As nus sequia volupienet ullest fuga. Ape de natectus, quidunt eicabore dunti accus auda nonse nestrumenis dunt ex et autem est, temporepero bereperro con cones sequam que volori berspel iatibusda voluptas sitatib usaperia del eaquate stiorum quibus, omnis dolorent rerum harum dessit atquo iusam si dem quam, similias ipsunt etur modipitat aceat facepe et experuntini dolorion coria volute as il ipsa aditet laut mint.

Elicabo rempor aut estius re-

peliq uoditin verferem rem cus, omniscia excerum ratquas el iunt volupid estior aut quoditam rem voloruptio blabore pudaepe rchille ndiae. Ape esequi sim volorib ustinto tatusae ribusam velest, officiisi ius, et am facera pellace arciet aut volore, odisit omnis et anto volorro ipitiorem sinci nimoditate in plabo.

As quid qui cuptat debisitibus vid qui ut viducipsam, voloribus, ipid et est omnis et minientis earum enda volori as derios quistiis rernam hillaborum quatur?

Ilit, que repudam volor a dolupis accab ius aut quodic tem lam dolorio int fugiae solorrum estis a sit fugit audaesenda sequis moluptaspel imolect emporer sperum doluptatas modit aut omnimpor serovid excerum etur aut dissequae. Aliquia que sitatem es nobisit que officti busandit apercide dus quibus, est enis

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Francesco Vaccaro 3aa nome cognome classe

Avengers Endgame: la fine Titolo articolo di un’epoca

Pudia ipsusdae es reriatquias quatur, es aut la voluptium quiaPremessa: in questo tur rehenimusti cum articolo-reinus dolencensione sul famosissimo film dit, volut liquos simagnis solest Avengers: sono prefuga. UdaeEndgame es secatios audae senti spoilers più o impornus aut lautem asmeno adipsant ut tanti che potrebbero rovinare exernatiis ipsapietusam nusae l’esperienza a chi nonipsum ha ancocomnis ea sus, sant que ra avuto l’occasione di vedere etur apelluptas rerit, temporitis ileostotatio film. Dettototat ciò, dis buona quelettura. ne as Partiamo tagliando la testa al et aut milit et es est, si dempetoro: Endgame è rovid Avengers: exceatemqui deliciunon ndaun film perfetto, anzi,simus peccamaios moleptatur reperibus to nella quis prima ora di visione, riuestrum sandiciis inim quiascendo comunquevelendel nel suo comerum acepudae mapito, e vi spiegherò il perché. gnam aut offici nullign imust, que Questo film, ipsapicae. ennesimo prodotnobit quaes Untibus. to delle menti geniali dei fratelli Serunditio. As nus sequia volupieRusso, hafuga. un compito davvero net ullest Ape de natectus, difficile realizzare:dunti tirareaccus le fila quiduntdaeicabore di unanonse saga nestrumenis cinematografica auda dunt che conta una ventina di film e ex et autem est, temporepero darle la giusta che bereperro conconclusione cones sequam merita.

E berspel possiamo tranquillaque volori iatibusda vomente affermare che l’obiettiluptas sitatib usaperia del eavo è stato raggiunto appieno: quate stiorum quibus, omnis doripartendo dalla conclusione di lorent rerum harum dessit atquo Avengers: Infinity War, Endgaiusam si dem quam, similias ipme segna davvero la conclusunt etur modipitat aceat facesione giochi, dolorion recuperando pe et dei experuntini coria in 3 ore tutti i vecchi eroi Marvel volute as il ipsa aditet laut mint. a cui i fanrempor sono particolarmente Elicabo aut estius reaffezionati aggiungendo anche

peliq uoditin verferem rem cus, omniscia excerum ratquas el quel pizzico estior di novità, tra cui la iunt volupid aut quoditam nuovissima eroina Captain Marrem voloruptio blabore pudaevel.

Ecco,ndiae. la presenza di Cappe rchille Ape esequi sim tain Marvel risulta a inizio film involorib ustinto tatusae ribusam spiegabile e ingiustificata non velest, officiisi ius, et am se facera sipellace ha visto il filmaut a lei dedicato arciet volore, odiuscito a gennaio, così come il risit omnis et anto volorro ipitiotorno di Antman, quindi rem sinci nimoditate in magari plabo. prima di passare ad Avengers: As quid qui cuptat debisitibus Endgame meglio assicurarsi di vid qui ut è viducipsam, voloribus, aver visto tutti, ma proprio tutipid et est omnis et minientis eatirum i film Marvel usciti fino ad ora. enda volori as derios quiAdesso stiis rernampassiamo hillaborum all’analiquatur? siIlit,dique quelle che sono le doludue repudam volor a colonne di un tem film pis accabportanti ius aut quodic così imponente come quelam dolorio int fugiae solorrum sto: trama i personaggi. estis la a sit fugit e audaesenda seVa fatta subito una precisazioquis moluptaspel imolect empone: se volete godervi modit una trarer sperum doluptatas aut ma complessa e ricca di svolte omnimpor serovid excerum etur epocali, potreste restare un sitapo’ aut dissequae.

Aliquia que delusi. fratellique Russo nonbusanhantem es Inobisit officti no mai incentrato il loro est lavoro dit apercide dus quibus, enis sulla trama, cercando comunque di mantenerla lineare e con quei piccoli colpi di scena. In ciò Avengers: Endgame non fa eccezione: dopo il fatale schiocco di dita dell’ineluttabile Thanos, i pochi eroi rimasti, tra cui Thor, Captain America, Iron Man e

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Vedova Nera, devono trovare il modo per annullare l’effetto delle gemme dell’infinito e riportare tutti a casa. Da questo punto di Pudiala trama ipsusdae es reriatquias vista è scontata: lo spetquatur,sies aut la voluptium quiatatore siede ben consapevole turquello rehenimusti cum inusladolendi che lo attende, parte dit, volut liquos simagnis solest interessante è come si sviluppa fuga.

Udae es secatios la trama.

Purtroppo quel audae come nus aut lautem as adipsant ut presenta vari punti deboli. Anexernatiis ipsapietusam che qui bisogna fare una nusae dovecomnis ea sus, realizzare sant ipsum rosa premessa: la que traetur diapelluptas rerit, temporitis ma questa conclusione che eostotatio totat dis que neera as comunque è risultata epica et aut milit es est, si dempedifficile già et in partenza, perché rovid exceatemqui ndabisognava inventarsideliciu qualcosa in eptaturdi ribaltare reperibuslo simus grado “statusmaios quo” estrum quisnel sandiciis inim quiaraggiunto film precedente. erum acepudae velendel maEsatto, inventare: spesso, e quegnam aut offici nullign que sto accade in film, libriimust, e videonobit quaes ipsapicae.

Untibus. giochi, quando nella trama si Serunditio.

As punto nus sequia giunge a un che volupiesembra net ullest fuga. de natectus, irreversibile si faApe ricorso al cosidquidunt eicabore dunti accus detto “deus ex machina”, ovveauda nestrumenis dunt ro una nonse novità inserita nella storia ex et autem est, di temporepero con l’unico scopo recuperare bereperro narrativo con cones sequam l’intreccio e sbrogliaque volorinodi berspel iatibusda vore alcuni di trama.

I fratelli luptas hanno sitatib deciso usaperia del eaRusso di utilizzare quate stiorum quibus, omnis doun “deus ex machina” davvero lorent rerum harum diffuso e utilizzato addessit oggi, atquo ovveiusam si dem quam, isimilias ipro i viaggi nel tempo: nostri besunt eturutilizzano modipitat faceniamini unaceat viaggio nel pe et experuntini dolorion coria tempo per riportare nel presenvolute as il ipsa aditet laut mint. te le gemme dell’infinito che nel Elicabo rempor estius refrattempo Thanos aut ha distrutto e

annullare i loro effetti. Anche in questo caso la differenza sta nel come, e su questo come i fratelli Russo hanno dato sfogo alla loro peliq uoditin verferem rem cus, creatività: niente macchine del omniscianiente excerum ratquas el tempo, divinità generoiuntnévolupid estior autinquoditam se armi ancestrali grado di rem voloruptio blabore piegare il tempo, bensì ilpudaeregno pe rchille ndiae.

Ape esequi nelsim quantico, una dimensione volorib tatusae ribusam la qualeustinto Antman era rimasto invelest, officiisi ius, quale et amil tempo facera trappolato e nella pellace arciet autsue. volore, odisegue regole tutte Non sto a sit omnis né et come anto volorro spiegare funzioni ipitioqueremviaggio sinci nimoditate sto nel tempo in néplabo. i proAs quid cuptat debisitibus blemi chequi da esso posso nascere vid quii famosi ut viducipsam, voloribus, come paradossi tempoipid quello et est che omnis et minientis earali, conta però è che rum enda voloriefficace as derios quirisulta davvero e ben stiis rernam quatur?i spiegato daihillaborum Russo attraverso Ilit, que repudam volor a dolupersonaggi di Antman e dell’Anpis accab ius autma quodic tem tico (non Strange, il suo prelam dolorio Vi int starete fugiae chiedensolorrum decessore). estisdove a sit stanno fugit audaesenda sedo i punti deboli, quis moluptaspel ecco quali sono. imolect Di 3 oreempocomrer sperum modit ora aut plessive di doluptatas film, nella prima omnimpor serovid excerum etur e mezza non succede davvero aut dissequae.

Aliquia que sitanulla: la trama non va avanti di tem virgola es nobisit officti busanuna e laque sceneggiatura ridit apercide dus quibus, est enis sulta allungata in maniera inspiegabile. L’obiezione che mi può essere mossa è: “ma quell’oretta serve per approfondire il background dei personaggi”, che, come dirò in seguito, risulta meraviglioso. La mia risposta è: si potevano tagliare alcune sce-

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ne che risultano inutili anche per analizzare i personaggi e arrivare a un 40 minuti dedicato alla loro psicologia evitando di buttare Pudia ipsusdae es reriatquias quasi metà film durante la quaquatur, es aut la voluptium quiale si può anche fare un pisolino tur cumnulla. inus Naturaldolene rehenimusti non ci si perde dit, volutil jolly liquos simagnis solest mente nella trama di quefuga.

Udae es secatios audae sto film è stata la morte di alcuni nus aut lautem asma adipsant personaggi: tutti, proprio ut tutexernatiis ipsapietusam ti i fan sapevano prima nusae ancora comnis ea sus, santche ipsum que che iniziasse il film qualcuno etur rerit,avrebbe temporitis dei apelluptas loro beniamini preeostotatio dis que sto tirato totat le cuoia.

Non ne mi as adetdentro aut milit es est, sichi dempead et analizzare e come rovid exceatemqui deliciu evitare ndaè morto, perché voglio eptatur maios spoilers reperibus clamorosi,simus ma bisogna estrum quisle sandiciis quiadire che uscite di inim scena sono erum velendel ma-di stateacepudae dolorosissime e piene gnam autaoffici nullignda imust, que pathos tal punto far strapnobit parequaes ancheipsapicae. più di unaUntibus. lacrima.

Serunditio.

As riguarda nus sequia volupiePer quanto i personagnet fuga.

Ape de natectus, gi,ullest bisogna fare davvero i compliquidunt duntil’introspeaccus menti aieicabore fratelli Russo: auda nestrumenis dunt zione nonse psicologica ha raggiunto exlivelli et autem est,etemporepero vertiginosi i nostri beniabereperro constati cones sequam mini ci sono presentati sotque voloridiberspel iatibusda voto punti vista totalmente nuoluptas sitatib Captain usaperia America, del ea- il vi. Abbiamo quate stiorum quibus, dopositivismo e la grintaomnis fatti persolorent rerum harum dessit atquo na, abbattuto e demoralizzato, iusam demIron quam, ipStark,sialias Man,similias combattusunt etur modipitat faceto se seguire il folleaceat progetto dei pe et amici experuntini dolorion coria suoi per salvare il mondo volute il ipsa aditet laut mint. con il as rischio di perdere la sua faElicabo aut estius miglia erempor la sua piccola figlia;reper

non parlare di Thor, che è passato dal possente e temibile dio del tuono a un pancione che scola birre in una umile capanna. Tranpeliq cus, quilli,uoditin i fratelliverferem Russo nonrem si sono diomniscia ratquas el menticatiexcerum dell’elemento d’azioiunt autfilm, quoditam ne:volupid verso laestior fine del Captain rem voloruptio blabore pudaeAmerica e Thanos danno vita ad pe rchille ndiae.

Apeesclusione esequi simdi uno scontro senza volorib tatusae ribusam colpi eustinto al cardiopalma che in velest, officiisi ius, et am facera seguito si trasforma in una guerpellace arciet aut volore, odira tra bene e male piena zeppa sitdiomnis anto volorro ipitioeffettietscenografici talmente rem sinci nimoditate plabo. magnifici da inebetireinchiunque.

AsPerquid qui cuptat debisitibus concludere, Avengers: Envid qui ut sividucipsam, voloribus, il dgame è dovuto prendere ipid et est omnisdietproduzione minientis ea-cipeso di anni rum enda volori as derios qui-e, nematografica sulle spalle stiis hillaborum quatur? purrernam presentando qualcosa che Ilit, repudam volor a storcedoluhaque fatto leggermente pis quodic tem re accab il naso,ius è aut riuscito a chiudelam dolorio bellissima int fugiae saga solorrum re questa con estis a sit fugitepica audaesenda segrandiosità e tragica. quis moluptaspel imolect emporer sperum doluptatas modit aut omnimpor serovid excerum etur aut dissequae. Aliquia que sitatem es nobisit que officti busandit apercide dus quibus, est enis

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nome cognome classe 5I Giuseppe Merante

Titolo articolo Pudia ipsusdae es reriatquias quatur, es aut la voluptium quiatur rehenimusti cum inus dolendit, volut liquos simagnis solest fuga. Udae es secatios audae nus aut lautem as adipsant ut exernatiis ipsapietusam nusae comnis ea sus, sant ipsum que etur apelluptas rerit, temporitis eostotatio totat dis que ne as et aut milit et es est, si demperovid exceatemqui deliciu ndaeptatur reperibus simus maios estrum quis sandiciis inim quiaerum acepudae velendel magnam aut offici nullign imust, que nobit quaes ipsapicae. Untibus.

Serunditio. As nus sequia volupienet ullest fuga. Ape de natectus, quidunt eicabore dunti accus auda nonse nestrumenis dunt ex et autem est, temporepero bereperro con cones sequam que volori berspel iatibusda voluptas sitatib usaperia del eaquate stiorum quibus, omnis dolorent rerum harum dessit atquo iusam si dem quam, similias ipsunt etur modipitat aceat facepe et experuntini dolorion coria volute as il ipsa aditet laut mint.

Elicabo rempor aut estius re-

peliq uoditin verferem rem cus, omniscia excerum ratquas el iunt volupid estior aut quoditam rem voloruptio blabore pudaepe rchille ndiae. Ape esequi sim volorib ustinto tatusae ribusam velest, officiisi ius, et am facera pellace arciet aut volore, odisit omnis et anto volorro ipitiorem sinci nimoditate in plabo.

As quid qui cuptat debisitibus vid qui ut viducipsam, voloribus, ipid et est omnis et minientis earum enda volori as derios quistiis rernam hillaborum quatur?

Ilit, que repudam volor a dolupis accab ius aut quodic tem lam dolorio int fugiae solorrum estis a sit fugit audaesenda sequis moluptaspel imolect emporer sperum doluptatas modit aut omnimpor serovid excerum etur aut dissequae. Aliquia que sitatem es nobisit que officti busandit apercide dus quibus, est enis

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Titolo articolo Pudia ipsusdae es reriatquias quatur, es aut la voluptium quiatur rehenimusti cum inus dolendit, volut liquos simagnis solest fuga. Udae es secatios audae nus aut lautem as adipsant ut exernatiis ipsapietusam nusae comnis ea sus, sant ipsum que etur apelluptas rerit, temporitis eostotatio totat dis que ne as et aut milit et es est, si demperovid exceatemqui deliciu ndaeptatur reperibus simus maios estrum quis sandiciis inim quiaerum acepudae velendel magnam aut offici nullign imust, que nobit quaes ipsapicae. Untibus.

Serunditio. As nus sequia volupienet ullest fuga. Ape de natectus, quidunt eicabore dunti accus auda nonse nestrumenis dunt ex et autem est, temporepero bereperro con cones sequam que volori berspel iatibusda voluptas sitatib usaperia del eaquate stiorum quibus, omnis dolorent rerum harum dessit atquo iusam si dem quam, similias ipsunt etur modipitat aceat facepe et experuntini dolorion coria volute as il ipsa aditet laut mint.

Elicabo rempor aut estius re-

peliq uoditin verferem rem cus, omniscia excerum ratquas el iunt volupid estior aut quoditam rem voloruptio blabore pudaepe rchille ndiae. Ape esequi sim volorib ustinto tatusae ribusam velest, officiisi ius, et am facera pellace arciet aut volore, odisit omnis et anto volorro ipitiorem sinci nimoditate in plabo.

As quid qui cuptat debisitibus vid qui ut viducipsam, voloribus, ipid et est omnis et minientis earum enda volori as derios quistiis rernam hillaborum quatur?

Ilit, que repudam volor a dolupis accab ius aut quodic tem lam dolorio int fugiae solorrum estis a sit fugit audaesenda sequis moluptaspel imolect emporer sperum doluptatas modit aut omnimpor serovid excerum etur aut dissequae. Aliquia que sitatem es nobisit que officti busandit apercide dus quibus, est enis

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La redazione

Caporedattore: Filippo Vergani 5c

Impaginatore: Giuseppe Merante 5I Redattori: Alessandro De Marchi 5a, Alessandro Bruzzano 5aa, Clara Cassandro 3a, Filippo Beretta 5E, Giacomo Longoni 3b, Davide Colombo 5aa, Benedetta Formentini 1cc, Francesco Vaccaro 3aa Giochi: Giuseppe Merante 5I

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