Atlas Magazine - Marzo 2025

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BIODIVERSITÀ E PROGRESSO MEDICO:

un legame a forte rischio

L’ERA DELLA SOLITUDINE DIGITALE:

come la tecnologia ha cambiato le relazioni umane

REVAMPING FOTOVOLTAICO: nuova vita ai vecchi impianti

DIREZIONE:

REDAZIONE:

Margherita Ingoglia

Leonardo Tiene

AT DIRECTION E IMPAGINAZIONE GRAFICA: Giuseppe Di Benedetto

Debora Bizzi
Martina Campanelli
Simone Facchinetti
Mario Gnocchi
CUORICINI di Debora Bizzi

“Ma tu volevi solo cuoricini, cuoricini

Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini

Stramaledetti cuoricini, cuoricini

Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto”

C’è chi la ama e chi non la sopporta. Io, personalmente, la amo!

Questa canzone, che spero diventerà presto una hit, è stata presentata a Sanremo 2025 dal duo, coppia anche nella vita quotidiana, conosciuto come i Coma Cose.

Due giovani cantanti, indie pop e rap, che per il terzo anno non consecutivo hanno portato il loro contributo in quella che rappresenta la competizione musicale più celebre del nostro Paese. Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, sposati dallo scorso novembre e coppia nella vita da nove anni, hanno partecipato al Festival della Musica Italiana già nel 2021 e nel 2023, e tutte le volte le loro canzoni mi sono entrate in mente in pochi minuti, ma, mai come quest’anno. Cuoricini è carinissima dal punto di vista della musicalità ed anche il suo significato, personalmente, mi piace tantissimo!

Rappresenta qualcosa di super attuale: l’Amore al tempo dei social. Infatti, i cuoricini per Fausto e Francesca sono proprio i like che utilizziamo sui nostri social. Amore e relazioni vissute oggi, e le distrazioni che una coppia deve affrontare. I Coma Cose hanno fatto ballare l’Ariston e gli italiani spettatori nelle loro case, e lo fanno ancora ora, con un brano che racconta e affronta le dinamiche e le difficoltà di coppia, e il ruolo che i social possono avere nel complicare i legami. Quasi un consiglio a tutti noi, soprattutto

ai giovani, su come il mondo di oggi dovrebbe essere affrontato e vissuto per evitare di incorrere in quelle dinamiche che rendono fragile un rapporto. D’amore, ma per me, anche d’amicizia, una relazione a 360 gradi. Nella convivenza quotidiana, in qualsiasi tipologia di relazione, che attraverso i social possono tradursi in sentimenti semplici ma allo stesso tempo profondi. Ed è infatti anche attraverso un semplice cuoricino sui nostri social che possiamo trasmettere il nostro amore ed il nostro affetto, un modo per ricordare a tutti che l’amore si trova anche nei dettagli più piccoli.

Più volte negli ultimi anni si è parlato dell’amore ai tempi dei social. Che può essere devastante ma anche meraviglioso. Spetta a noi decidere come utilizzare gli strumenti che il nuovo mondo ci mette quotidianamente a disposizione, ed usarli nel modo corretto sembrerebbe facile, ma in realtà viviamo ogni giorno di notizie che ci raccontano quanto questo sia tutt’altro che facile. Con i social le relazioni sono sicuramente cambiate, ma l’Amore no! Dovremmo immaginare le chat e i messaggi di oggi come le lettere che un tempo si inviavano i nostri nonni, solo così potremo vivere un amore autentico e puro. Dovremmo pensare che queste nuove tecnologie - che ormai sono parte integrale della nostra vita quotidiana - in realtà non sono altro che un aiuto, per permetterci di comunicare più facilmente, più velocemente. E di certo non come un tramite per fingerci ciò che non siamo o per innescare catene di odio verso qualcuno. Solo così il nostro vivere quotidiano sarebbe davvero ricco di cuoricini e di amore.

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CIBO E UMORE: IL LEGAME TRA ALIMENTAZIONE E FELICITÀ di Margherita Ingoglia

Mangiare non è mai stato solo un atto di nutrizione: il cibo è cultura, tradizione, memoria e, spesso, emozione.

Da secoli, le diverse società hanno attribuito agli alimenti poteri quasi magici, in grado di influenzare lo stato d’animo e il benessere mentale… ma quanto di questo è frutto di credenze e quanto è supportato da osservazioni più moderne?

Fin dall’antichità, il cibo è stato considerato un elemento in grado di influenzare il benessere non solo fisico ma anche emotivo. Nella medicina tradizionale cinese e nell’ayurveda, ad esempio, gli alimenti venivano classificati in base alla loro capacità di riequilibrare le energie interne del corpo e migliorare l’umore.

Anche nella cultura occidentale si è spesso parlato di cibi ‘rinvigorenti’ o ‘calmanti’, con spezie ed erbe utilizzate per le loro presunte proprietà benefiche.

Il fenomeno del comfort food dimostra chiaramente il legame tra emozioni e alimentazione: alcuni cibi evocano ricordi positivi, momenti di condivisione o situazioni di benessere.

Non è un caso che molte persone associno la cioccolata a un momento di felicità o che una zuppa calda possa trasmettere senso di protezione e cura.

Più che le proprietà del cibo in sé, è spesso l’esperienza emotiva legata ad esso a fare la differenza.

Tuttavia, il rapporto con il cibo può anche trasformarsi in un meccanismo di compensazione per lo stress, l’ansia o la tristezza. Il cosiddetto “emotional eating” – mangiare non per fame, ma per sfuggire a un’emozione negativa – può portare a squilibri nel

modo in cui percepiamo il cibo stesso.

L’eccesso o la privazione volontaria di determinati alimenti possono alterare il nostro equilibrio fisico ed emotivo, creando un circolo vizioso in cui il cibo diventa un rifugio invece che una fonte di nutrimento e piacere.

Nel mondo contemporaneo, il rapporto con il cibo è cambiato radicalmente: l’abbondanza di alimenti ultraprocessati, il consumo frenetico e la ridotta attenzione alla convivialità hanno trasformato il modo in cui viviamo l’alimentazione.

Se in passato i pasti erano momenti sacri di incontro e condivisione, oggi spesso diventano atti frettolosi e solitari. Questa trasformazione ha portato a nuove riflessioni su come l’alimentazione influisca sul benessere.

Non è solo una questione di cosa si mangia, ma di come e con chi si mangia.

Tornare a una dimensione più consapevole del cibo, riscoprire il valore della convivialità e della qualità degli alimenti può essere una strada per ritrovare un migliore equilibrio, senza cadere in estremismi o privazioni.

Non esiste un alimento miracoloso in grado di renderci felici, così come nessun cibo in sé è causa diretta di malessere. Tuttavia, il modo in cui ci rapportiamo al cibo, le emozioni che vi associamo e il contesto in cui lo consumiamo giocano un ruolo essenziale nel nostro equilibrio psicofisico.

Mangiare con consapevolezza e con piacere potrebbe essere un modo per riscoprire il rapporto con il cibo e con gli altri, trasformando ogni pasto in un’esperienza di benessere autentico.

DEEPSEEK: IL NUOVO SISTEMA IA CONCORRENTE DI CHATGPT di Leonardo Tiene

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa ha rivoluzionato numerosi settori, dall’assistenza virtuale alla scrittura creativa, fino alla programmazione. OpenAI con ChatGPT ha imposto un nuovo standard, ma il panorama dell’IA è in continua evoluzione, con nuovi protagonisti pronti a sfidare la sua egemonia. Tra questi emerge DeepSeek, un modello sviluppato da un team cinese che punta a competere direttamente con ChatGPT, offrendo un’alternativa ottimizzata per la lingua e la cultura orientale.

COS’È DEEPSEEK?

DeepSeek è un’intelligenza artificiale avanzata progettata per comprendere e generare testo con un’elevata accuratezza. Il progetto si distingue per la sua specializzazione nella lingua cinese, un settore in cui gli attuali modelli occidentali, incluso ChatGPT, presentano ancora alcune limitazioni. L’obiettivo di DeepSeek è fornire un’alternativa più efficace per il mercato asiatico, riducendo la dipendenza da tecnologie sviluppate negli Stati Uniti. Uno dei suoi punti di forza è l’ottimizzazione delle risorse computazionali. Rispetto ai modelli occidentali, DeepSeek promette un uso più efficiente dell’hardware, abbassando i costi di elaborazione e rendendolo accessibile a un pubblico più ampio. Questa caratteristica potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende cinesi e per gli sviluppatori che necessitano di soluzioni IA integrate nei loro sistemi senza dipendere da fornitori stranieri.

COME SI CONFRONTA CON CHATGPT?

DeepSeek e ChatGPT condividono alcune caratteristiche di base,

ma presentano differenze significative:

• specializzazione linguistica. DeepSeek è stato addestrato su un enorme dataset cinese, offrendo una comprensione più profonda delle sfumature della lingua, delle espressioni idiomatiche e della cultura locale. ChatGPT, pur essendo versatile e multilingue, potrebbe non essere altrettanto preciso in contesti complessi del mandarino.

• Efficienza computazionale. DeepSeek utilizza algoritmi ottimizzati per ridurre il consumo energetico e migliorare i tempi di risposta, un aspetto fondamentale per l’integrazione in applicazioni su larga scala.

• Integrazione con ecosistemi locali. Il modello cinese è progettato per funzionare in simbiosi con i principali motori di ricerca, piattaforme di e-commerce e strumenti di produttività cinesi, offrendo un’esperienza più fluida per gli utenti locali.

IL FUTURO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’intelligenza artificiale sta attraversando una fase di rapida evoluzione, con modelli sempre più avanzati che mirano a superare le limitazioni delle generazioni precedenti. La competizione tra DeepSeek e ChatGPT è solo un assaggio di ciò che ci aspetta nei prossimi anni: modelli più specializzati, più efficienti e maggiormente integrati nei diversi ecosistemi digitali.

Mentre OpenAI continua a migliorare ChatGPT per mantenere la sua leadership globale, DeepSeek potrebbe rapidamente conquistare il mercato asiatico, ponendosi come un’alternativa credibile e altamente performante. Il futuro dell’IA non sarà dominato da un solo attore, ma da un ecosistema di soluzioni sempre più personalizzate per le esigenze dei diversi utenti.

RICICLARE NEL QUOTIDIANO di Debora

Bizzi

Riciclare. Riutilizzare un materiale di scarto o di rifiuto, recuperare. Fin dalla tenera età oggi - ed ormai da diversi anni, almeno spero, spieghiamo e raccontiamo ai nostri bambini l’importanza del riciclo. Già dalla scuola dell’infanzia, o dalla primaria, i nostri futuri uomini e donne di domani imparano a riconoscere il materiale e, di conseguenza, a riciclarlo nel bidone corretto, al fine di permetterne il giusto riutilizzo. Carta e plastica, ma non solo. Ai bambini delle scuole dell’infanzia e, soprattutto, alla primaria, si spiega già la differenza tra i differenti materiali, quindi anche vetro, alluminio, … E loro sono meravigliosamente attratti da queste conoscenze, attenti e disposti ad imparare le giuste pratiche per salvaguardare il nostro vivere, per salvaguardare la nostra Amica Terra.

Il termine, nella sua accezione principale, indica la trasformazione di materiali di scarto o di rifiuti in nuove risorse o beni attraverso processi industriali più o meno complessi. Ma oggi ha assunto differenti sfaccettature. I più bravi di noi, riciclano l’impossibile. Perché ormai la parola RICICLARE è quasi il nostro karma di vita. Possiamo riciclare i mobili, gli indumenti, tutti quegli oggetti che nel nostro quotidiano non sono più adatti e, per questo motivo, scegliamo di far sì che la loro vita continui, e si adatti al quotidiano di qualcun altro. Sia per “recuperare” qualche euro in più. I motivi possono essere differenti ma l’obiettivo è lo stesso. Perché buttare il mobile della TV che ho sostituito perché troppo piccolo rispetto alle mie necessità? Al di là del fatto che smaltirlo nel modo corretto sarebbe anche un tantino scomodo, in molti scelgono di provare a venderlo, o addirittura, i più bravi, a donarlo. Così, donano al mobile la possibilità di rivivere in un’altra casa, un’altra famiglia, di essere riutilizzato.

Già alla scuola primaria e, in particolare, già in prima elementare, spieghiamo ai nostri bambini le “3 erre del Riciclo”: Ridurre, Riusa, Ricicla. Fondamentali per una vita sostenibile. Rappresentano una linea guida per minimizzare il nostro impatto sul Pianeta, che sono i tre cardini per una vita veramente sostenibile. Rappresentano le tre azioni che ognuno di noi dovrebbe adottare e, sinceramente, spero che già la maggior parte di noi abbia adottato.

Note anche come le tre R della sostenibilità, vengono spiegate ai nostri bambini con esempi semplici. Ridurre, nel senso di ridurre la quantità di rifiuti che generiamo quotidianamente, e ciò si può ottenere attraverso la consapevolezza di ognuno di noi: compriamo due bottiglie grandi di bibita piuttosto che quattro o più lattine, per esempio. Evitare gli sprechi, ed acquistiamo solo ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Riusa, nel senso di allungare la vita utile del prodotto invece di buttarlo via al primo segno di usura. Riutilizziamo il barattolo di vetro della marmellata per conservare altro, ad esempio. Ricicla, cioè trasformare i rifiuti in prodotti idonei ad un nuovo utilizzo. Quindi, fai una buona raccolta differenziata!

Un modo differente oggi di riutilizzare è la vendita o la donazione di prodotti attraverso siti online o applicazioni. Quando qualcosa non ci serve più, piuttosto che buttarla, proviamo a venderla su subito.it o su app come Vinted o Wallapop. Ognuna di queste piattaforme, poi, ha uno specifico target di destinazione. E ci aiutano a salvaguardare il nostro Pianeta, ma anche a donare al prossimo, o a recuperare alcune delle spese effettuate. E tu le conosci? Le utilizzi?

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BIODIVERSITÀ E PROGRESSO MEDICO: UN LEGAME A FORTE RISCHIO di Leonardo Tiene

La biodiversità è alla base della vita sul nostro pianeta e ha un ruolo fondamentale non solo per gli ecosistemi, ma anche per il progresso scientifico e medico. Molti dei farmaci più innovativi e rivoluzionari della storia derivano da organismi naturali, eppure la crescente perdita di specie minaccia seriamente il futuro della ricerca farmaceutica. Se non si interviene per arrestare il declino della biodiversità, potremmo perdere opportunità cruciali per sviluppare nuove cure contro malattie attualmente incurabili.

LA NATURA COME LABORATORIO DELLA MEDICINA

Gran parte delle scoperte mediche più importanti ha avuto origine dal mondo naturale. Le piante, i funghi, i batteri e persino gli animali marini contengono composti chimici che sono stati sfruttati per la produzione di farmaci. Alcuni esempi chiave dimostrano quanto la biodiversità sia stata determinante nella storia della medicina:

• la penicillina, scoperta nel 1928 da Alexander Fleming, deriva dal fungo Penicillium notatum ed è stata la prima vera rivoluzione nella lotta contro le infezioni batteriche, salvando milioni di vite.

• Il taxolo, una delle più efficaci sostanze utilizzate nella chemioterapia, è stato estratto dalla corteccia del tasso del Pacifico (Taxus brevifolia). La sua scoperta ha aperto nuove strade nel trattamento dei tumori.

• L’aspirina, uno dei farmaci più usati al mondo, ha origine nella corteccia del salice e viene utilizzata come analgesico e anticoagulante.

• La morfina, isolata dal papavero da oppio (Papaver somniferum), è ancora oggi uno degli analgesici più potenti nel trattamento del dolore acuto e cronico.

Oltre alle piante, anche gli oceani si sono rivelati una risorsa pre-

ziosa. Alcuni composti estratti da spugne marine e microrganismi presenti negli abissi hanno dimostrato un enorme potenziale terapeutico, specialmente nel trattamento delle malattie neurodegenerative e dei tumori.

LE MINACCE ALLA BIODIVERSITÀ E ALLA MEDICINA DEL FUTURO

Purtroppo, la biodiversità sta diminuendo a un ritmo allarmante. Secondo il rapporto 2019 dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), circa un milione di specie animali e vegetali è a rischio di estinzione a causa dell’attività umana. Le cause principali di questa perdita sono molteplici:

• deforestazione e distruzione degli habitat. L’espansione agricola, l’urbanizzazione e la conversione di foreste in terreni coltivabili stanno portando alla scomparsa di numerose specie vegetali e animali. Questo è particolarmente preoccupante nelle foreste tropicali, dove risiedono migliaia di specie ancora sconosciute, che potrebbero contenere composti chimici utili alla medicina.

• Cambiamento climatico. L’aumento delle temperature globali sta alterando gli ecosistemi, causando la scomparsa di molte specie adattate a climi specifici. Inoltre, l’acidificazione degli oceani sta mettendo a rischio la vita marina, compresa quella di organismi da cui potrebbero derivare nuovi farmaci.

• Inquinamento chimico e plastico. Le sostanze tossiche disperse nell’ambiente, come pesticidi, metalli pesanti e microplastiche, stanno alterando la biodiversità terrestre e marina, danneggiando le catene alimentari e compromettendo l’equilibrio degli ecosistemi.

• Sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Molte specie di piante medicinali sono a rischio di estinzione a causa

della raccolta intensiva per scopi commerciali, spesso senza un’adeguata regolamentazione.

Se questa tendenza non verrà invertita, il mondo scientifico rischia di perdere organismi fondamentali per la ricerca medica prima ancora di averne studiato le potenzialità.

CONSEGUENZE PER LA RICERCA FARMACEUTICA

L’impoverimento della biodiversità riduce drasticamente il pool di risorse naturali disponibili per lo sviluppo di nuovi farmaci. Molte malattie emergenti, come infezioni resistenti agli antibiotici e patologie neurodegenerative, richiedono nuove strategie terapeutiche. Tuttavia, senza l’accesso a un’ampia varietà di composti naturali, la ricerca rischia di trovarsi in una fase di stallo. Ad esempio, la crescente resistenza agli antibiotici è una delle più gravi minacce per la salute globale. Gli attuali antibiotici derivano principalmente da batteri e funghi presenti nel suolo e in ambienti marini. Se questi ecosistemi vengono distrutti, diventa sempre più difficile trovare nuove molecole in grado di contrastare i batteri resistenti.

Inoltre, molti farmaci sperimentali contro il cancro e le malattie autoimmuni sono stati isolati da specie selvatiche. La perdita di questi organismi potrebbe significare l’impossibilità di sviluppare trattamenti efficaci per patologie ancora oggi incurabili.

COME PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ PER GARANTIRE IL PROGRESSO MEDICO?

Salvaguardare la biodiversità non è solo una questione ambientale, ma una necessità per il futuro della medicina e della salute umana. Alcune strategie chiave per contrastare questa crisi includono:

• protezione degli habitat naturali. Creare e ampliare aree protette per preservare ecosistemi cruciali come le foreste tropicali e gli oceani profondi, evitando il degrado delle aree ad alta biodiversità.

• Regolamentazione dell’uso delle risorse naturali. Limitare la raccolta eccessiva di piante medicinali e promuovere la coltivazione sostenibile delle specie a rischio.

• Ricerca e sviluppo di biotecnologie alternative. Investire in biotecnologie capaci di sintetizzare in laboratorio molecole presenti in natura, riducendo così la necessità di prelevare organismi selvatici.

• Riduzione dell’inquinamento. Regolamentare le emissioni industriali e il rilascio di sostanze chimiche nocive per evitare il degrado degli ecosistemi.

• Educazione e sensibilizzazione. Informare la popolazione sull’importanza della biodiversità per la salute umana e promuovere pratiche di consumo sostenibili.

L’IMPORTANZA DEL PRESENTE

Il legame tra biodiversità e medicina è indissolubile. La natura è stata la fonte di molte delle più grandi innovazioni farmaceutiche della storia, e potrebbe ancora offrirci cure per malattie che oggi sembrano impossibili da trattare. Tuttavia, la distruzione degli ecosistemi e la perdita di specie stanno riducendo drasticamente le opportunità di nuove scoperte scientifiche.

Se non agiamo ora per proteggere la biodiversità, rischiamo di compromettere non solo l’equilibrio del pianeta, ma anche il nostro stesso futuro in ambito medico. La conservazione della natura deve diventare una priorità, non solo per gli ambientalisti, ma per tutta la società, perché la prossima grande scoperta medica potrebbe trovarsi proprio in una specie a rischio di estinzione.

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vero?

L’ERA DELLA SOLITUDINE DIGITALE

COME LA TECNOLOGIA HA CAMBIATO LE RELAZIONI UMANE di Margherita Ingoglia

Viviamo nel periodo di massima connessione digitale della storia, eppure la solitudine sembra essere diventata un’emergenza sociale. Il paradosso della nostra epoca è che, pur avendo strumenti che ci permettono di essere sempre in contatto con gli altri, ci sentiamo sempre più soli.

Ma cosa ha portato a questa situazione? E come possiamo riscoprire il valore delle relazioni reali?

SOCIAL MEDIA E RELAZIONI: CONNESSIONE O ALIENAZIONE?

I social media sono nati con l’intento di avvicinare le persone, abbattendo le barriere geografiche e facilitando la comunicazione. Tuttavia, con il tempo, hanno trasformato la nostra interazione sociale in una versione digitale delle relazioni, spesso più superficiale e filtrata.

Le interazioni sono diventate brevi e poco autentiche. Le chat rapide, le reaction e i commenti veloci hanno sostituito le conversazioni profonde e significative, creando un senso di connessione illusoria.

Inoltre, l’effetto vetrina dei social ci spinge a mostrare solo la parte migliore della nostra vita, alimentando paragoni costanti e generando insicurezze.

Seguire la vita di qualcuno attraverso post e storie non equivale a conoscerlo davvero o a instaurare un rapporto reale. Questa distanza emotiva contribuisce a un senso di solitudine, nonostante la percezione di essere sempre connessi.

SMART WORKING E ISOLAMENTO: IL LATO

NASCOSTO DEL LAVORO DA REMOTO

Lo smart working ha portato indubbi vantaggi, come maggiore flessibilità e una migliore gestione del tempo. Tuttavia, ha anche amplificato l’isolamento sociale.

La mancanza di interazioni spontanee con i colleghi, come le pause caffè o i momenti informali di confronto, ha reso il lavoro più individualista e meno stimolante dal punto di vista sociale. Senza un ambiente lavorativo condiviso, molti si sentono meno

coinvolti e più distaccati dal team, con il rischio di una maggiore alienazione.

Le call virtuali, seppur funzionali, non riescono a sostituire la profondità delle conversazioni dal vivo, riducendo la possibilità di costruire legami autentici.

RISCOPRIRE IL VALORE DELLE RELAZIONI REALI

Per contrastare questa solitudine digitale, è fondamentale ritrovare un equilibrio tra vita online e connessioni reali. Un primo passo è riscoprire il tempo di qualità offline, riservando momenti della giornata a interazioni autentiche, come una cena con amici senza telefoni sul tavolo o una passeggiata in compagnia. Limitare l’uso dei social media può aiutare a ridurre la dipendenza da interazioni virtuali e favorire un maggiore coinvolgimento nella vita reale. Impostare un tempo massimo di utilizzo giornaliero o concedersi periodi di detox digitale sono strategie efficaci per riconnettersi con il mondo esterno.

Un altro aspetto essenziale è la valorizzazione delle conversazioni profonde. Chiedere “come stai?” con sincero interesse e ascoltare attivamente le risposte può fare la differenza nel costruire rapporti più significativi. Allo stesso modo, partecipare ad attività sociali dal vivo, come eventi, concerti, sport di gruppo o incontri culturali, permette di stringere legami più autentici e duraturi. Investire in relazioni faccia a faccia, anziché affidarsi esclusivamente a quelle virtuali, aiuta a creare una rete di supporto emotivo più solida e gratificante.

La tecnologia è un mezzo straordinario, ma non deve sostituire il calore delle relazioni reali.

In un’epoca in cui tutto è digitale, il vero lusso potrebbe essere proprio il tempo trascorso insieme, senza filtri né schermi.

Riscoprire il valore della connessione umana significa migliorare il nostro benessere emotivo e quello della società intera.

La sfida non è demonizzare la tecnologia, ma imparare a utilizzarla con consapevolezza, dando priorità ai legami autentici e alla presenza reale nella nostra vita quotidiana.

FONTI ENERGETICHE: QUALI SONO LE PIÙ SICURE?

di Leonardo Tiene

L’energia è un pilastro della società moderna, ma il modo in cui viene prodotta e utilizzata ha implicazioni enormi per l’ambiente e per la sicurezza umana. Alcune fonti sono state protagoniste di disastri devastanti, mentre altre sono considerate affidabili ma meno efficienti. Il dibattito sulla transizione energetica non riguarda solo la sostenibilità, ma anche la sicurezza: quale fonte di energia presenta i minori rischi per la salute e l’ambiente?

ENERGIA NUCLEARE: TRA PAURA E REALTÀ

L’energia nucleare è una delle più discusse. Eventi come Chernobyl (1986) e Fukushima (2011) hanno segnato l’immaginario collettivo, alimentando la paura di catastrofi incontrollabili. Tuttavia, i dati dimostrano che, in termini di mortalità per unità di energia prodotta, il nucleare è tra le fonti più sicure. Grazie alle nuove tecnologie, i reattori di quarta generazione offrono standard di sicurezza avanzati, riducendo il rischio di incidenti gravi. Il problema principale resta lo smaltimento delle scorie radioattive, che richiede soluzioni a lunghissimo termine per evitare contaminazioni ambientali.

FONTI FOSSILI: UNA MINACCIA INVISIBILE

Petrolio, carbone e gas naturale sono ancora le fonti energetiche più utilizzate al mondo, ma anche tra le più pericolose. Se da un lato il rischio di incidenti come esplosioni o fuoriuscite di petrolio è reale, dall’altro il pericolo maggiore è meno visibile: l’inquinamento atmosferico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che milioni di persone muoiano ogni anno a causa di malattie legate alla qualità

dell’aria, aggravate dalle emissioni di CO2 e particolato prodotte dai combustibili fossili.

LE ENERGIE RINNOVABILI SONO DAVVERO SICURE?

Sole, vento e acqua sono spesso visti come le alternative più sicure. Tuttavia, anche le energie rinnovabili hanno le loro criticità: • le dighe idroelettriche, se mal progettate, possono collassare e causare disastri ambientali.

• La produzione di pannelli solari e turbine eoliche richiede materiali rari, con impatti sull’ambiente se non gestiti in modo sostenibile.

ESISTE L’ENERGIA “SICURA” QUINDI?

Non esiste una fonte di energia perfetta, ma il nucleare e le rinnovabili appaiono oggi come le alternative più sicure rispetto ai combustibili fossili. La sfida sarà sviluppare nuove tecnologie che minimizzino i rischi senza compromettere l’efficienza energetica globale, e come sempre sta a noi come supervisionare al meglio il loro funzionamento con buon senso.

ENERGIE IN FIORE:

COME COMBATTERE IL MAL DI PRIMAVERA E RITROVARE VITALITÀ!

di Martina Campanelli

La primavera è finalmente arrivata, con il suo profumo di fiori e le giornate più lunghe, ma c’è un piccolo dettaglio che molti di noi (non) dimenticano: il mal di primavera, quel mix di stanchezza, irritabilità e voglia di dormire che sembra farsi strada insieme ai primi raggi di sole. Ma niente paura! Prima che il cambiamento di stagione ti faccia crollare sul divano, ecco qualche trucco per trasformare questa stagione in un’occasione di rinascita ed energia.

I sintomi fisici e psicologici più comuni, che molte persone accusano con l’arrivo della stagione primaverile come conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’allungarsi delle giornate e della maggiore esposizione alla luce solare, sono:

- stanchezza e affaticamento

- sbalzi d’umore (come irritabilità o lieve tristezza)

- mal di testa o emicranie

- disturbi del sonno (dovuti alla variazione dell’orario)

- allergie stagionali (come rinite allergica, prurito agli occhi e congestione nasale)

- difficoltà di concentrazione

Di seguito dei consigli pratici che possono aiutare a gestire i sintomi e adattarsi meglio al cambiamento stagionale: regolare il sonno: l’ora solare che cambia e l’allungarsi delle giornate possono alterare i ritmi del sonno. Si deve perciò:

- mantenere una routine regolare, cercando di andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno, anche nei weekend (questo aiuta a stabilizzare il ritmo circadiano).

- Evitare stimoli prima di dormire limitando l’uso di dispositivi elettronici (come smartphone e computer) almeno un’ora prima di dormire, per non alterare la qualità del sonno.

- Creare un ambiente rilassante usando luci soffuse, evitando rumori fastidiosi e cercando di mantenere la stanza fresca e si-

lenziosa.

Attività fisica regolare: fare passeggiate, jogging o attività sportive all’aria aperta può aiutare a migliorare l’umore e aumentare i livelli di energia; la luce solare stimola la produzione di vitamina D, che è utile per combattere la stanchezza.

Gestire lo stress: prendersi del tempo per rilassarsi e fare attività che piacciono può aiutare a ridurre l’ansia e lo stress. Tecniche come la meditazione, il respiro profondo o anche l’ascolto di musica rilassante possono essere efficaci.

Idratazione: bere molta acqua aiuta a combattere la stanchezza e a mantenere il corpo in equilibrio, soprattutto durante il cambiamento di stagione.

Alimentazione sana: per combattere la stanchezza primaverile, è importante seguire una dieta equilibrata che fornisca al corpo i nutrienti necessari per affrontare i cambiamenti stagionali e mantenere alta l’energia. Alcuni cibi sono particolarmente utili per contrastare la stanchezza, migliorare l’umore e sostenere il sistema immunitario, che può essere più vulnerabile durante i cambi di stagione. Per contrastare la stanchezza primaverile, è importante consumare cibi ricchi di vitamine (soprattutto vitamina C e D), minerali (come ferro e magnesio), proteine di alta qualità e carboidrati complessi. Questi alimenti aiuteranno a mantenere stabili i livelli di energia, migliorare l’umore e rafforzare il sistema immunitario, favorendo un passaggio più sereno alla nuova stagione.

Su questo punto quindi spenderemo qualche riga in più, elencandovi cibi consigliati per contrastare la stanchezza primaverile.

1. FRUTTA FRESCA

- Agrumi (arance, limoni, pompelmi): ricchi di vitamina C, gli agrumi rafforzano il sistema immunitario e aiutano a combat-

tere la fatica. La vitamina C è anche utile per contrastare i cambiamenti di temperatura e stimolare la produzione di energia.

- Banane: contengono potassio, che aiuta a mantenere l’equilibrio idrico e a prevenire la stanchezza muscolare.

- Frutti di bosco (mirtilli, fragole, lamponi): sono ricchi di antiossidanti, che proteggono il corpo dallo stress ossidativo e favoriscono un buon funzionamento del sistema nervoso.

2. VERDURA A FOGLIA VERDE

- Spinaci, bietole, cavolo riccio: questi vegetali sono ricchi di ferro, folati e vitamine del gruppo B, che sono fondamentali per la produzione di energia e per combattere la stanchezza. Il ferro è particolarmente importante per evitare l’anemia, che può peggiorare la sensazione di affaticamento.

- Broccoli e cavoletti di Bruxelles: contengono anche vitamina C e calcio, che rafforzano le ossa e il sistema immunitario.

3. LEGUMI

- Lenticchie, fagioli, ceci: i legumi sono una fonte eccellente di proteine vegetali, fibre e carboidrati complessi. Forniscono energia a rilascio lento, mantenendo stabili i livelli di zucchero nel sangue e prevenendo picchi di stanchezza improvvisa.

- Fagioli neri: ricchi di ferro e magnesio, aiutano a combattere la fatica e a migliorare la funzione muscolare.

4. CEREALI INTEGRALI

- Avena, quinoa, riso integrale, farro: i cereali integrali contengono carboidrati complessi che rilasciano energia lentamente nel corso della giornata. Sono anche ricchi di fibre, che migliorano la digestione e mantengono stabili i livelli di zucchero nel sangue, evitando picchi e cali di energia.

- Orzo e segale: questi cereali sono anche una buona fonte di vitamine B, che sono essenziali per il metabolismo energetico.

5. PESCE AZZURRO

- Salmone, sgombro, sardine: questi pesci sono ricchi di omega-3, che sono essenziali per il benessere cerebrale e per combattere l’affaticamento mentale. Inoltre, sono ricchi di vitamina D, che può essere carente durante i mesi invernali, e aiuta a sostenere l’energia e l’umore.

- Tonno: ottima fonte di proteine e vitamine del gruppo B, che

contribuiscono a mantenere alta l’energia.

6. NOCI E SEMI

- Mandorle, noci, semi di chia, semi di girasole: questi alimenti sono ricchi di grassi sani, vitamine E e magnesio, che contribuiscono alla produzione di energia e al miglioramento del tono muscolare.

- Semi di zucca: ricchi di ferro e zinco, sono ideali per combattere la stanchezza fisica e mentale.

7. UOVA

- Uova: fonte eccellente di proteine di alta qualità, vitamine del gruppo B (come B12 e acido folico) e colina, che favorisce la funzione cerebrale e aiuta a combattere la stanchezza mentale.

8. YOGURT NATURALE

- Yogurt greco o naturale: ricco di probiotici, che migliorano la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, e di proteine. Può anche fornire un buon apporto di calcio, che aiuta a mantenere l’energia e a prevenire la stanchezza muscolare.

9. MIELE

- Miele: dolcificante naturale che fornisce un rapido aumento di energia grazie ai suoi zuccheri naturali (glucosio e fruttosio), ed è anche ricco di antiossidanti che aiutano a combattere lo stress ossidativo.

10. ACQUA E TISANE

- Acqua: restare idratati è fondamentale per evitare la stanchezza, poiché la disidratazione può portare a sensazioni di affaticamento. Bevi molta acqua durante la giornata.

- Tisane di erbe: tisane come camomilla, menta o zenzero possono aiutare a rilassarsi, migliorare la digestione e dare una sensazione di freschezza e vitalità.

Con i giusti accorgimenti, è possibile vivere la primavera con vitalità e serenità, affrontando al meglio ogni sintomo di stanchezza o irritabilità. Ricorda, la primavera può essere una stagione di rinascita, e con un po’ di cura personale, sarà facile godere dei suoi numerosi benefici!

REVAMPING FOTOVOLTAICO

NUOVA VITA AI VECCHI IMPIANTI di Margherita Ingoglia

Negli ultimi anni, l’energia solare ha vissuto un’evoluzione straordinaria, con tecnologie sempre più efficienti e accessibili. Tuttavia, molti impianti fotovoltaici installati più di cinque anni fa oggi non sono più in grado di garantire le prestazioni ottimali per cui erano stati progettati.

Il revamping fotovoltaico, ovvero l’aggiornamento e l’ottimizzazione di impianti datati, sta diventando una soluzione sempre più strategica per chi desidera migliorare l’efficienza energetica senza dover sostituire completamente il sistema esistente.

PIÙ POTENZA NELLO STESSO SPAZIO

Uno dei principali vantaggi del revamping è la possibilità di installare moduli fotovoltaici di ultima generazione, più performanti rispetto a quelli di vecchia concezione.

A parità di superficie, oggi è possibile ottenere una maggiore produzione di energia grazie all’evoluzione tecnologica dei pannelli e all’ottimizzazione degli inverter, che gestiscono in modo più efficiente la conversione dell’energia solare in elettricità utilizzabile.

Questo significa che chi ha installato un impianto anni fa può oggi aumentarne notevolmente la potenza occupando lo stesso spazio, migliorando così l’efficienza senza dover intervenire sulla struttura di supporto o sugli allacciamenti elettrici preesistenti.

ACCUMULO E BACKUP: ENERGIA SEMPRE DISPONIBILE

L’incremento della produzione di energia apre anche la possibilità di integrare sistemi di accumulo, che permettono di immagazzinare l’energia in eccesso e utilizzarla nei momenti di maggiore necessità, come la sera o durante giornate nuvolose.

Inoltre, grazie all’introduzione di soluzioni avanzate come il Backup Box, è possibile garantire continuità energetica anche in caso di blackout, assicurando un approvvigionamento costante e affidabile di energia. Questo non solo riduce la dipenden-

za dalla rete elettrica, ma aumenta l’autosufficienza energetica, rendendo l’investimento ancora più vantaggioso a lungo termine.

SOSTENIBILITÀ E IMPATTO AMBIENTALE: PERCHÉ IL REVAMPING È LA SCELTA GREEN

Oltre ai benefici economici, il revamping rappresenta una scelta sostenibile: in un’epoca in cui la transizione energetica è una priorità globale, valorizzare al massimo gli impianti esistenti significa contribuire in modo concreto alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso responsabile delle risorse.

Sostituire singoli componenti senza smantellare l’intero impianto riduce la produzione di rifiuti elettronici e minimizza la necessità di nuove materie prime.

Inoltre, un impianto più efficiente significa una produzione energetica più elevata a parità di condizioni ambientali, riducendo la necessità di fonti fossili e diminuendo ulteriormente l’impronta ecologica complessiva.

Investire nel revamping significa prolungare la vita dell’impianto, aumentandone l’affidabilità e riducendo la necessità di interventi di manutenzione straordinaria.

L’adozione di tecnologie più avanzate e la sostituzione dei componenti obsoleti permettono di mantenere alte le prestazioni nel tempo, garantendo un rendimento costante e un migliore ritorno economico.

Recuperare l’efficienza di un impianto già esistente, senza la necessità di smantellarlo, rappresenta un’opportunità concreta per chi vuole ridurre i costi energetici e fare la propria parte nella transizione ecologica.

Il revamping fotovoltaico è la soluzione ideale per chi desidera un impianto più potente, più sicuro e più sostenibile, garantendosi energia pulita e indipendenza energetica per molti anni a venire.

IL CARNEVALE: LA MASCHERA DELLA LIBERTÀ

Ogni anno, quando le strade si colorano di maschere e coriandoli, il Carnevale torna a farci sognare: un’esplosione di suoni, luci e tradizioni che risveglia l’allegria e ci invita a liberarci dalle convenzioni quotidiane. Che si tratti delle famose maschere veneziane, delle danze brasiliane o delle colorate parate che hanno luogo in molti paesi, il Carnevale ci invita a guardare il mondo con occhi diversi, attraverso l’arte, la musica e il gioco. Non è una semplice festa: è una celebrazione della libertà, della creatività e delle radici storiche che ogni cultura porta con sé.

ORIGINI

Le prime forme di Carnevale risalgono a tradizioni pagane, in particolare ai riti di fine inverno e inizio primavera, che celebravano il ritorno della fertilità e il passaggio alle stagioni più calde. Le popolazioni antiche, come i Romani e i Greci, organizzavano feste per onorare divinità come Saturno (Dio dell’agricoltura) o Bacco (Dio del vino e della fertilità), diventando occasione di abbondanza, trasgressione e inversione delle gerarchie sociali.

Nelle culture greche e romane, infatti, i “Saturnali” o i “Lupercalia”, erano caratterizzate da libertà e trasgressioni, spesso con maschere e travestimenti, come nel Carnevale moderno. Durante i Saturnali, le persone si scambiavano ruoli, i padroni diventavano servi, i servitori godevano di libertà e si usavano maschere; durante i “Lupercalia”, celebrati a febbraio, venivano

organizzati sacrifici e festeggiamenti per purificare la città e prepararla alla primavera. Le danze, i travestimenti e il tema del ribaltamento delle convenzioni sociali sono aspetti che il Carnevale ha conservato.

Con l’affermarsi del Cristianesimo, i riti pagani vennero gradualmente adattati e trasformati in festività cristiane. Il Carnevale, in particolare, si legò alla preparazione alla Quaresima, un periodo di penitenza che precede la Pasqua: il nome deriva dalla locuzione latina “carnem levare” che significa “eliminare la carne”, facendo riferimento al divieto di mangiare carne durante il periodo di Quaresima. Il Carnevale diventava quindi una sorta di “ultima occasione” per dedicarsi ai piaceri carnali (cibo, bevande, divertimenti) prima del digiuno e della penitenza. Esso rimane occasione di svago per tutte le classi sociali, con il suo carattere di ribellione contro l’ordine sociale; il travestimento e l’uso delle maschere divennero simboli di anonimato e di uguaglianza. Il Carnevale, quindi, ha una lunga storia che spazia dalle feste pagane di primavera ai riti cristiani di penitenza, arricchendosi nel corso dei secoli di significati sociali, religiosi e culturali.

SIGNIFICATI LETTERARI

1. L’Inversione e la sovversione delle gerarchie Sociali Uno dei significati letterari più evidenti del Carnevale è l’idea di inversione: durante il Carnevale, le gerarchie sociali e le conven-

zioni vengono temporaneamente rovesciate, creando un “mondo parallelo” in cui le norme abituali vengono annullate. In questo periodo, ogni individuo, indipendentemente dalla sua posizione sociale, può esprimere liberamente sé stesso senza temere il giudizio o le conseguenze. Si assiste a un rovesciamento dei ruoli, in cui i servi diventano padroni, i bassi diventano alti. In alcuni casi, per esempio, nelle celebrazioni medievali, il “Re del Carnevale” veniva scelto tra i più poveri o tra i servitori, e durante questo periodo poteva esercitare il potere simbolico o anche reale, almeno temporaneamente, sui nobili e sui ricchi. Chi normalmente non avrebbe diritto di parola o di espressione in pubblico, indossando una maschera, può agire liberamente, mettere in discussione l’autorità e i costumi. Così, la festa carnevalesca diventa una sorta di “livellamento” temporaneo delle disuguaglianze sociali. Questo concetto trova espressione in molte opere letterarie che esplorano l’idea di rovesciare l’ordine stabilito. Ad esempio Bakhtin, filosofo russo, sottolinea come il Carnevale rappresenti una sorta di “ribellione simbolica” contro la società, un periodo in cui la libertà espressiva è illimitata. La letteratura, in particolare quella rinascimentale e barocca, riflette spesso questo rovesciamento delle norme sociali, come nelle commedie di Ruzzante o nelle opere di Shakespeare, in cui la discesa in basso dei personaggi, o il loro travestimento, è simbolo di una riflessione sulla natura delle convenzioni sociali.

Nella commedia dell’arte i servi e i contadini, per esempio, sono spesso i protagonisti delle commedie e non i nobili, che invece vengono ridicolizzati: i travestimenti e le maschere sono strumenti per ridurre la distanza tra i ruoli sociali, e il pubblico può riconoscersi in questa completa rottura delle convenzioni sociali.

2. La Maschera come Metafora dell’identità

Il tema della maschera è uno degli elementi centrali del Carnevale e ha una valenza simbolica forte nella letteratura. Essa rappresenta non solo il travestimento fisico, ma anche un tema filosofico ed esistenziale, che invita alla riflessione sull’identità e sulla natura dell’essere umano. Giovanni Boccaccio, nel Decameron, affronta il tema dell’inganno e dell’apparenza attraverso personaggi che indossano “maschere” non solo fisiche, ma anche morali e psicologiche; il Carnevale è un momento in cui si esplorano identità nascoste, sotterfugi, inganni e trasformazioni. Shakespeare, nelle sue commedie, come La dodicesima notte o Molto rumore per nulla, gioca con i travestimenti e le identità confuse: i personaggi si mascherano per mettere in discussione la loro vera natura e per esplorare ruoli sociali più fluidi, il che suggerisce una critica alla rigidità dei ruoli sociali stessi.

3. Il Carnevale come Rappresentazione del Caos e della Libera Espressione

Il Carnevale è spesso descritto come una festa del caos, dove l’ordine viene temporaneamente annullato e le regole sociali e morali sono sospese. Questo “caos festoso” è una manifestazione di libertà e vitalità, in cui la società può esprimere le sue pulsioni più profonde, spesso nascoste durante il resto dell’anno. Esso diventa un momento di evasione dalla realtà quotidiana, uno spazio simbolico in cui si può liberare l’immaginazione. Nella

letteratura, questa evasione è spesso utilizzata come mezzo per esplorare temi universali come la fuga dal dolore o dalla routine della vita quotidiana, ma anche come una forma di catarsi, che permette al personaggio di liberarsi temporaneamente dalle sue preoccupazioni. In alcune opere di Goethe o Schiller, la rappresentazione del Carnevale è vista come un mezzo per esprimere emozioni nascoste, per fare esperienze di trasgressione che poi porteranno a una crescita emotiva e spirituale. La festa diventa un momento di catarsi, un’esperienza che porta alla purificazione delle emozioni e delle tensioni accumulate. Secondo la concezione aristotelica di catarsi, che si riferisce alla purificazione delle emozioni attraverso l’arte, il Carnevale offre una sorta di liberazione emotiva che consente agli individui di “sfogare” le loro emozioni represse. Spesso è associato alla “risata liberatoria”: la satira e la parodia nei confronti delle istituzioni politiche, religiose e sociali consentono di ridere delle contraddizioni e delle ingiustizie, creando uno spazio dove il dolore e la tensione sociale vengono esorcizzati attraverso il riso.

4. Simbolo della Temporaneità della Vita e della Morte

Il Carnevale è spesso visto come un simbolo della vita effimera, che si riflette nel suo carattere di festa che precede il periodo della Quaresima, che rappresenta invece un tempo di riflessione e di penitenza; la consapevolezza della morte e del transitorio viene esplorata attraverso il contrasto tra l’euforia della festa e la sobrietà della riflessione. Ad esempio nelle riflessioni di Verga sulla vita popolare, il Carnevale diventa una rappresentazione della fugacità della gioia, che si consuma rapidamente prima di un ritorno alla realtà più dura.

5. Il Carnevale come Critica Sociale e Politica

Nella letteratura, il Carnevale è anche utilizzato come strumento di critica sociale e politica. Poiché esso mette in discussione l’ordine sociale e le convenzioni, spesso diventa un mezzo per esprimere il malcontento popolare e la critica verso l’autorità. Rabelais, nel suo celebre lavoro Gargantua e Pantagruele, utilizza il Carnevale per criticare la rigidità delle istituzioni, la chiesa e il sistema feudale. Anche nelle commedie dell’arte, come quelle di Goldoni e Molière, il Carnevale si fa veicolo di satira sociale, esplorando le ipocrisie delle classi dominanti e il desiderio di liberazione delle classi inferiori.

Letterariamente il Carnevale si presenta come un evento poliedrico che esplora molti temi: l’aspetto della maschera e del travestimento non è solo un gioco di apparenze, ma una riflessione profonda sulla condizione umana, sulla tensione tra l’essere e l’apparire, tra ordine e disordine. Con la sua inversione delle gerarchie sociali, è un momento di rottura con le strutture di potere e di rigidità sociale, uno spazio di libertà temporaneo, in cui i ruoli si mescolano, le disuguaglianze vengono annullate, e le convenzioni morali e sociali vengono messe in discussione. Le maschere, i travestimenti e le parodie sono gli strumenti attraverso i quali il Carnevale non solo celebra l’ironia e il gioco, ma anche la possibilità di pensare criticamente alle strutture che regolano la società.

POMPE DI CALORE A PROPANO: REFRIGERANTE «VERDE» PER LA PROTEZIONE DEL CLIMA

Le pompe di calore a propano funzionano fondamentalmente come le pompe di calore finora in uso. Sono sistemi di riscaldamento ambientali che traggono l’energia per il riscaldamento dal calore ambientale. L’uso del propano, refrigerante naturale e «verde» (R290) rende questo sistema di riscaldamento rispettoso del clima ancora più ecocompatibile. Con l’ultima generazione di pompe di calore funzionanti con R290 si è riusciti a produrre acqua tecnica per il riscaldamento a 75° praticamente queste pompe di calore sono pari in rendimento alle caldaie a gas. Nel seguente articolo spiego perché il refrigerante è necessario, quali vantaggi offre e quando conviene utilizzarlo.

PASSAGGIO DAI REFRIGERANTI SINTETICI AL PROPANO ECOCOMPATIBILE

Per molto tempo sono stati utilizzati come refrigeranti idrocarburi fluorurati (i cosiddetti F-gas), come l’R134a o l’R410A. Si tratta di refrigeranti sintetici che oggi sono stati riconosciuti come dannosi per il clima. La loro riduzione è regolata dal cosiddetto Regolamento F-Gas (Regolamento UE n. 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra). Le normative su cui si basa rendono costoso e antieconomico l’uso di refrigeranti dannosi per il clima con un elevato GWP. I refrigeranti con un potenziale di riscaldamento globale molto elevato sono ora completamente vietati. Infatti, al più tardi quando il refrigerante deve essere smaltito, la nocività di questi refrigeranti sintetici per il clima diventa del tutto evidente.

GLOBAL WARMING POTENTIAL» (GWP) – COSA SIGNIFICA?

Il potenziale di riscaldamento globale, (ingl. Global Warming Po-

tential, GWP) indica le conseguenze di un gas a effetto serra (ad esempio un refrigerante) sul clima. Più alto è il valore, peggiore è l’impatto. La CO2 con un GWP di 1 serve come valore di riferimento. Il propano (R290), refrigerante rispettoso del clima, ha un GWP pari a 3. I refrigeranti in uso da molto tempo, come l’R410A, hanno un valore GWP superiore a 2000.

IL REFRIGERANTE R290 E LA SICUREZZA NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI

Il propano, come qualsiasi refrigerante, è soggetto a particolari requisiti di sicurezza. Nel caso del gas propano, la sicurezza è stata testata in modo molto approfondito. Con l’aiuto di un prototipo, il rinomato Fraunhofer Institut è riuscito a progettare nel 2019 una pompa di calore R290 che richiede pochissimo refrigerante. Contesto: con una capacità di riscaldamento di cinque-dieci kilowatt (kW), necessaria per le case monofamiliari, la quantità di refrigerante per una pompa di calore è solitamente di circa 8090 grammi. Non si deve superare una quantità massima di 150 grammi, perché in tal caso vengono imposti requisiti di sicurezza più elevati. Il prototipo del Fraunhofer Institut richiedeva solo 20 grammi di R290 per ogni kilowatt di potenza.

VANTAGGI DEL PROPANO COME REFRIGERANTE PER LE POMPE DI CALORE

I nuovi requisiti per i refrigeranti basati sul Regolamento F-Gas hanno reso l’R290 (propano) un refrigerante molto vantaggioso. Questo perché le pompe di calore che utilizzano il propano come

refrigerante non sono interessate dal Regolamento F-Gas. Grazie al suo GWP pari a 3, è significativamente meno dannoso per l’ambiente e il clima. In termini di proprietà termodinamiche, alta efficienza e costi, non ha nulla da invidiare ai refrigeranti precedenti. Inoltre, è disponibile a basso costo in tutto il mondo.

I VANTAGGI DELLE POMPE DI CALORE A PROPANO:

• Bassi costi operativi grazie all’elevata efficienza e affidabilità.

• Temperature di mandata di 75 °C a temperature esterne di -15 °C.

• È possibile continuare a utilizzare i termosifoni esistenti; non è necessaria la conversione in riscaldamento a pavimento.

• Design accattivante e di alta qualità dell’unità interna ed esterna.

• Advanced Acoustic Design per una bassa rumorosità di funzionamento.

• Solo 0,52 m² di area di installazione.

• Refrigerante ecologico R290 con GWP = 3.

• Combinazione vantaggiosa con il sistema di condensazione esistente (caldaia).

• Facile funzionamento intuitivo.

• Circuito di refrigerazione chiuso: non è necessaria una certificazione di refrigerazione per l’installazione.

POMPE DI CALORE MONOBLOCCO E SPLIT PER TUTTE LE GAMME DI POTENZA

Oggigiorno non ci sono praticamente limiti all’uso del gas propano come refrigerante per le pompe di calore. Le pompe di calore a propano sono disponibili per uso privato in tutte le gamme di potenza, da quattro a 25 kilowatt. È possibile anche un’applicazione commerciale a partire da una capacità di riscaldamento di 80 kW.

RISANAMENTO DEL RISCALDAMENTO: POMPE DI CALORE CON PROPANO IN EDIFICI ESISTENTI

Quando si tratta di ristrutturare il riscaldamento, l’uso dell’R290 come refrigerante per le pompe di calore non è un ostacolo, ma un forte argomento. Almeno per quanto riguarda la nuova gene-

razione di pompe di calore aria/acqua il risanamento del riscaldamento non è un problema. Le pompe di calore monoblocco raggiungono facilmente temperature di mandata di 75 gradi Celsius, anche con temperature esterne di -15 gradi Celsius. Ciò significa che i termosifoni esistenti possono continuare a essere utilizzati in modo semplice ed efficiente. La conversione al riscaldamento a pavimento, o ad altro non è necessaria.

Le pompe di calore a propano non hanno nulla da invidiare ai sistemi di riscaldamento ambientali con altri refrigeranti. Tuttavia: occorre valutare le condizioni del sito per stabilire se il funzionamento economico ha senso in vecchi edifici. Un isolamento energetico sufficiente e la combinazione con grandi superfici riscaldanti sono sempre vantaggiosi quando si tratta di pompe di calore. Ma le nuove pompe di calore, il cui refrigerante ecologico propano è solo uno dei tanti vantaggi, offrono la possibilità di essere utilizzate efficacemente anche senza una ristrutturazione completa e in combinazione con vecchi termosifoni.

L’importante è una buona progettazione e un’attenta ispezione da parte di un professionista. Quest’ultimo chiarisce tutte le dipendenze in loco e raccomanda le misure di ottimizzazione necessarie, durante la cui attuazione si occupa naturalmente delle operazioni importanti.

LA QUESTIONE DEI COSTI: IL PROPANO NON FA DIFFERENZA IN TERMINI DI PREZZO

Se il propano viene utilizzato come refrigerante in una pompa di calore non fa differenza in termini di costi di acquisto per questo sistema di riscaldamento. Guardando agli sviluppi futuri, è più probabile che si verifichi il contrario: se in futuro si utilizzeranno refrigeranti con un elevato potenziale di riscaldamento globale (valore GWP), ciò comporterà maggiori costi e burocrazia per le richieste a fronte del Regolamento F-Gas e alla cosiddetta «Phase Down» - la prevista riduzione di questi agenti. Il refrigerante a prova di futuro da scegliere per le pompe di calore è quindi l’R290.

PILLOLE DELL’AVVOCATO

LE AZIENDE SONO PRONTE (GIURIDICAMENTE) AL GRANDE SALTO?

dell’Avv. Simone Facchinetti

Il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale, approvato il marzo scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 luglio come Reg. n. 1689/2024, rappresenta una svolta per il settore tecnologico. Paragonato al GDPR per il suo prevedibile impatto, esso mira a garantire un uso responsabile dell’IA.

Le aziende, in particolare quelle operanti in settori ad alto rischio come sanità, finanza e sicurezza, dovranno adeguarsi a requisiti più stringenti in termini di trasparenza e controllo. L’AI Act impone un’accurata valutazione dei sistemi IA per verificare la conformità, con sanzioni analoghe a quelle previste per il GDPR in caso di non adempimento (per esempio, il mancato rispetto delle disposizioni può comportare sanzioni molto pesanti, con multe fino al 7% del fatturato totale annuo mondiale dell’esercizio precedente dell’azienda).

I tempi di attuazione delle nuove regole variano dai 6 ai 36 mesi, con priorità per i settori ad alto rischio, offrendo alle aziende un arco temporale sufficiente per adattarsi.

CONSIGLIO PRATICO: è opportuno iniziare subito a mappare i sistemi di IA in uso nella propria azienda, identificando potenziali rischi e pianificando le modifiche necessarie per rispettare le nuove normative. Coinvolgere legali esperti in AI compliance sarà cruciale per evitare sanzioni e garantire una transizione fluida verso la piena conformità alla normativa europea.

REATI E TECNOLOGIA: IL CASO TELEGRAM E LE CONTROMISURE FRANCESI

Il recente caso che ha coinvolto Telegram ha sollevato rilevanti

questioni giuridiche riguardanti la cooperazione delle piattaforme digitali con le autorità. Il 26 agosto scorso, il Procuratore della Repubblica di Parigi ha annunciato l’arresto e la custodia di Pavel Durov, fondatore della piattaforma, accusato di dodici gravi reati, tra cui complicità nella distribuzione di contenuti illeciti e rifiuto di fornire informazioni richieste dalle autorità.

Questa accusa ha riaperto il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme digitali. Telegram è accusata di non aver collaborato adeguatamente con le autorità, in particolare riguardo alla protezione dei dati degli utenti, come previsto dalle normative francesi e europee. La legge francese, infatti, consente alle autorità di richiedere documenti e dati digitali alle aziende considerati necessari per le indagini.

Nel contesto specifico, stando al diritto francese, il concetto di complicità, sancito dall’art. 121-7 del Codice Penale francese, richiede che la partecipazione all’illecito sia consapevole e diretta. Tuttavia, la semplice creazione di una piattaforma che, in ipotesi, potrebbe essere utilizzata in modo illecito non può essere considerata automaticamente complicità, a meno che non vi sia prova di consapevolezza e assistenza diretta nel reato.

CONSIGLIO PRATICO: per le aziende tecnologiche, è essenziale stabilire procedure chiare e conformi alle normative legali interne ed internazionali riguardanti la gestione dei dati e la cooperazione con le autorità. Le aziende devono adottare un approccio proattivo e ben strutturato per garantire la conformità alle normative. La trasparenza nelle procedure di cooperazione possono prevenire problematiche legali e proteggere la reputazione aziendale.

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