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IL POTENZIALE ENERGETICO DEL CONTINENTE AFRICANO
di Michela Viola
Africa, terzo continente per superficie; vanta una grande varietà di ecosistemi, molti dei quali unici al mondo. Africa: continente dalle grandi potenzialità, che se solo fossero correttamente sviluppate e indirizzate darebbero vita a grandi risultati. Africa, terra ricca di risorse naturali, con una capacità energetica derivante da energie rinnovabili che si stima possa arrivare sino a 24.000 TWh di elettricità all’anno. Una grande capacità energetica, che purtroppo non viene valorizzata! Infatti, solo il 2% dell’energia utilizzata in Africa proviene da fonti rinnovabili. Se solo questo potenziale fosse correttamente sfruttato, permetterebbe a questa meravigliosa terra e alla sua popolazione di fare grandi passi in avanti in termini di sviluppo energetico sostenibile, consapevoli di quanto esso sia poi strettamente connesso a quello economico.
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ENERGIA PER UNA BUONA QUALITÀ DELLA VITA
Il continente africano è caratterizzato da una popolazione in costante crescita e sempre più urbanizzata. Si stima che entro il 2025, l’Africa supererà Cina e India per numero di abitanti, rappresentando il 25% della popolazione mondiale: assisteremo alla crescita di una popolazione sempre più giovane e intraprendente, che si concentrerà sempre più nei centri urbani. Questo, aumenterà ancora di più la necessità di poter fare affidamento su un sistema energetico profittevole, ma soprattutto sostenibile.
Si pensi che ad oggi, su un totale di 1.4 miliardi di persone attualmente residenti nel continente africano, circa il 42% non ha accesso all’elettricità. Nello specifico, la percentuale più alta la ritroviamo nell’est dell’Africa, in cui su un totale di 458 milioni di persone, 242 milioni non hanno accesso all’elettricità (fonte: PWC, Africa Energy Review 2021). Una percentuale spaventosa, pari al 58% della popolazione africana, che non può usufruire dell’energia elettrica e di tutti i benefici che essa comporta, nella vita di tutti i giorni. Un vero e proprio lusso quindi, a cui non tutti hanno accesso. E questo significa non avere la possibilità di svolgere azioni quotidiane che per noi sono normali o scontate, come potersi riscaldare, poter avere illuminazione nelle proprie case e via dicendo. Lo stesso vale per servizi “aggiuntivi”, non strettamente necessari per la sopravvivenza ma i quali possono avere una forte incidenza sulla qualità della vita, e che per noi occidentali sono la normalità: l’accesso a internet in primis, ma anche l’utilizzo di elettrodomestici o tecnologie che permettano anche di potenziare, tra le altre cose, il sistema sanitario nazionale. Soprattutto nelle zone rurali e meno urbanizzate del continente, per vivere (e sopravvivere), pratiche come bruciare legna, rifiuti o tutto quello che possa risultare utile a tal fine, è pratica diffusa per assicurarsi un po’ di calore che permetta di scaldarsi o di cucinare, però con costante produzione di CO2 e fumi tossici, dannosi per la salute, e per l’ambiente.
BARRIERE ALLO SVILUPPO VS ESEMPI VIRTUOSI
Un potenziale energetico immenso quindi, ma non sfruttato. Perché? Mancano innanzitutto azioni governative mirate per sviluppare questo settore, e soprattutto, mancano i fondi. Ma è chiaro che per raggiungere questo importante obiettivo, sono necessari ingenti investimenti. A tal proposito, ad oggi la maggior parte degli investimenti (circa la metà), oltre a derivare da fonti estere, sono concentrati solo in determinate zone dell’Africa (es. Etiopia, Kenya, Zambia…), e sono comunque pochi se confrontati con investimenti in altre zone del mondo, questo soprattutto a causa di limiti a livello normativo che rendono l’Africa un continente poco attraente su cui investire.
Ci sono però anche alcuni progetti degni di nota sviluppati su suolo africano, che costituiscono sicuramente esempi virtuosi da cui trarre ispirazione. In Etiopia, per esempio, troviamo la Grand Ethiopian Reinassance Dam (6 GW), la più grande centrale idroelettrica costruita sul Nilo Azzurro. Nel deserto di Dubai, è invece presente il parco solare Mohammed bin Rashid Al Maktoum, il più grande parco solare a sito singolo del mondo, ad opera della Dubai Electricity and Water Authority, che si estende su una superficie di circa 44 kmq. L’obiettivo di questa centrale è quello di arrivare a produrre, entro il 2030, un totale di 5GW di energia su una superficie di circa 214 km quadrati. Il Kenya punta invece sull’energia eolica: grazie alla centrale Turkana Wind Power, costruita nel 2019, può ad oggi vantare il 90% di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili.
Nonostante ad oggi le non rinnovabili rappresentino la principale fonte di energia, l’International Energy Agency (IEA), stima che l’altissimo potenziale energetico in termini di rinnovabili dei paesi dell’Africa, in particolare a sud del Sahara, porterà nei prossimi vent’anni a un forte incremento della produzione energetica rinnovabile, pari a oltre il 60% entro il 2040. Con i giusti investimenti e infrastrutture adeguate, l’Africa potrebbe davvero raggiungere importanti obiettivi in termini di produzione di energia green e di conseguente crescita economica, in un importante percorso di sviluppo sostenibile, da valorizzare e incoraggiare.