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I LUOGHI DI LAVORO NEGLI ULTIMI ANNI

di Davide Tremante

Ad oggi stiamo attraversando una delle più grandi evoluzioni del mondo del lavoro mai viste. Queste evoluzioni arrivano in un periodo storico e sociale molto particolare caratterizzato dalla quarta rivoluzione industriale, dalla pandemia e da un approccio al lavoro più scientifico e ragionato. Di fatti siamo arrivati a teorizzare nuovi modi per lavorare in modo più efficiente e meno stressante che vadano a favorire sia l’imprenditore che il lavoratore! Il nuovo modo di lavorare più diffuso è sicuramente lo smart working che, seppure possa sembrare controintuitivo, ha dimostrato in più occasioni di aumentare la produttività e i risparmi delle aziende che ne fanno uso: Al 2022 il 91% delle aziende italiane fa uso dello smart working in una forma ibrida che alterna giorni in presenza a giorni in sede, ed è interessante notare come la percentuale sia aumentata dal 2021 quando la percentuale di aziende che ne faceva uso era “solo” dell’81%, questo dato ci fa capire come anche al di fuori dell’emergenza pandemica (non ci sono stati lockdown nel 2022) le aziende continuino a voler usufruire di quello che è un modello testato ed apprezzato un po’ in tutto il mondo.Basti pensare che grazie allo smart working un’azienda arriva a risparmiare 500 euro l’anno per postazione in media mentre il dipendente arriva a risparmiare 600 euro, al netto delle bollette, l’anno grazie al lavoro a distanza. Questo modo di lavorare, inoltre, ha dimostrato che se unito con altri metodi che vedremo più avanti non solo è in grado di eguagliare i numeri pre-smart working ma addirittura di superarli! Secondo diversi studi lo smart working porterebbe ad aumenti del 10% nella produttività, che sarebbe già di per se un buon risultato ma non finisce qui perché nelle aziende che hanno adottato questo modello è stato dimostrato come il controllo sul lavoro dei dipendenti sia più monitorabile (+8%) e come per il dipendente sia più facile interfacciarsi con il proprio responsabile, diminuendo il “timore” nei confronti di quest’ultimo del 18%, portandolo quindi a sentirsi più libero di proporre nuove idee o avviare nuovi progetti. Infine non possiamo non nominare il fattore ambientale che diventa sempre più importante: Uno studio ci informa che col lavoro da remoto ogni persona arriverebbe a risparmiare 450kg di CO2 l’anno, che possono sembrare pochi ma, se li moltiplicassimo per il numero di persone attualmente in smart arriveremmo a 1.500.000 tonnellate di CO2 risparmiate all’anno pari all’assorbimento di una superficie boschiva grande 8 volte Milano! Abbiamo appurato che lo smart working è un’ottima miglioria per un’azienda, ma deve essere integrata con altre innovazioni per esprimere il suo massimo potenziale, una di queste potrebbe essere il lavoro ad obiettivi, che non si basa più sugli orari di lavoro, ma sul completamento di obiettivi e micro-obiettivi. Ma facciamo un esempio così da capire meglio il concetto: Il nostro obiettivo è quello di costruire una casa, con il lavoro ad orari, io ogni giorno lavorerò un determinato numero di ore e, indipendentemente da quanto lavoro avrò svolto, finite quelle ore, riceverò una paga ed andrò a casa. Questo si traduce in una minore efficienza, non per pigrizia ma per la mancanza di motivazione a finire quel lavoro nel minor tempo possibile. Invece, se noi decidessimo di lavorare per obiettivi, dovremmo dividere il proposito principale in tanti micro-traguardi: Fondamenta, Struttura, Infissi, Collegamenti ognuno dei quali avrà un tempo massimo da non sforare. Così facendo il lavoratore sarà invogliato a terminare il compito nel minor tempo possibile così da avere più tempo per sé (che si traduce in un dipendente più

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felice e quindi più efficiente) anche perché se si implementa anche un “premio” al termine di ogni sotto-progetto e progetto il lavoratore sarà ancora più invogliato ad iniziarne un altro! Questo metodo garantisce risultati per l’azienda e più gratificazione per il dipendente. Ovviamente questo tipo di lavoro non ha sempre gli effetti desiderati, è un modello nuovo che necessita di grandi capacità organizzative. Ma è un modello che le grandi aziende adoperano perché appunto si è dimostrato uno dei modelli più efficaci. Un’alternativa al lavoro per obiettivi può essere l’autogestione del lavoro dove il dipendente mantiene comunque le 8 ore giornaliere ma può decidere come farle: ovviamente le modalità e la flessibilità spettano all’azienda ma anche questo modello ha dimostrato un netto miglioramento delle prestazioni lavorative e dell’umore generale. Ovviamente questo si lega molto bene al concetto dello smart working ma non solo. Con lo smart working trova particolare affinità proprio per la sua natura più libera che permette al lavoratore di vivere al meglio la sua giornata lavorativa e privata ma anche in un ambiente di lavoro più tradizionale trova una buona collocazione. Questo modello tra le sue varianti vede anche quello della settimana breve, che permette ai lavoratori di lavorare 9 ore al giorno per quattro giorni a settimana (36 ore in totale) a parità di paga. La settimana breve ormai è diffusissima in tutta Europa ed ha risultati interessanti sulla produttività: a fronte di una diminuzione delle ore del lavoro fino al 20% si sono registrati aumenti nella produttività dal 10 al 40 percento! D’altronde non è nulla di nuovo: In Italia abbiamo avuto l’onore di ospitare una delle più grandi aziende innovatrici in questo ambito nonché una delle più grandi imprese d’Europa all’epoca. Loro compresero che un lavoratore felice è un lavoratore che produce abbassarono le ore di lavoro e il numero di giorni lavorativi settimana, il risultato? Questa divenne una delle più grandi imprese al mondo nel suo settore con un primato assoluto in Europa e nell’America del sud, anche negli Stati Uniti ebbe un enorme successo nonostante la concorrenza fosse delle più agguerrite! Al nostro modo di lavorare però si stanno aggiungendo anche molte altre novità: tra tutte le innovazioni tecnologiche che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante. Basti pensare ai robot tuttofare che entro pochi anni, si spera, potranno essere tanto avanzati da sostituirci in molti ambiti. Probabilmente i lavori più stressanti e pericolosi saranno sostituiti da macchine ben più prestanti ed economiche. Non solo robot però, il mondo si muove sempre più verso la tecnologia ormai abbiamo IA che gestiscono il traffico aereo e ferroviario, altre che si occupano di monitorare le condizioni vitali dei pazienti o altre ancora che gestiscono le spedizioni di pacchi tutto con una percentuale di errore infinitesimale rispetto ad un umano. Pensiamo per esempio alle auto con guida autonoma. Se tutte le auto fossero a guida autonoma avremmo un numero limitatissimo di incidenti ed ingorghi che sarebbero perlopiù dovuti a problemi di natura diversa dalla guida in sé. Inoltre, se tutte le auto potessero “comunicare” tra loro anche il traffico cittadino sarebbe limitato al minimo perché si andrebbe ad evitare l’errore umano. L’avvento di queste tecnologie sta poi generando nuovi lavori e nuovi metodi di lavoro, da qualche tempo ormai è possibile recarsi in un ufficio virtuale comodamente seduti sul divano di casa grazie ai visori in realtà virtuale. In questo momento storico stiamo davvero assistendo ad alcune delle più grandi innovazioni mai viste talvolta possono apparire bizzarre talvolta addirittura controproducenti ma ricordiamoci che per quanto noi possiamo pensare di avere una verità non potremo che vedere il mondo attraverso i nostri occhi ma esistono dati, che ci dimostrano che non sempre i nostri occhi ci dicono il vero. Nella società odierna bisogna sapersi mettere in discussione perché è lecito essere dubbiosi o addirittura contrari a qualcosa ma è necessario cercare di comprenderla a pieno prima di rifiutarla perché altrimenti ci si ritrova a far parte del passato in un’epoca in cui addirittura vivere nel presente sembra non essere abbastanza.

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