Atlas Magazine - Il mondo sulle nostre spalle

BIMESTRALE N. 08 USCITA DEL 11/21

BENEFICI DELLA ZUCCA,

VENEZIA,

B CORPORATION:

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regina delle tavole autunnali

capitale mondiale della sostenibilità

lavorare nel rispetto di tutti

GRAZIE ALLE GUIDE DI

EDITORIALE

«CHI HA IL CORAGGIO DI RIDERE È PADRONE DEL MONDO»

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«C

hi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo». Così scrive Giacomo Leopardi nel suo celebre Zibaldone. E il poeta del pessimismo cosmico, con questa affermazione, non sbagliava affatto. Anzi, dimostra che già nell’Ottocento aveva capito l’importanza di una semplicissima azione, (quasi) abitudinaria per tutti noi, ma che davvero può cambiare la nostra vita.

Ridere. Un fenomeno naturale, che non sempre necessita di uno stimolo comico. Un sentimento di allegrezza spontanea, improvvisa, che modifica il nostro ritmo respiratorio e la nostra mimica facciale, facendoci apparire – come spesso ci sentiamo dire – più belli!

Ci aiuta a stare bene. Produce endorfine che ci consentono di raggiungere uno stato di relax e tranquillità, oltre che encefaline che ci aiutano a contrastare alcune malattie. Ridere fa bene al nostro organismo. E apporta numerosi benefici alla nostra salute: migliora la salute cardiaca, aumentando la frequenza cardiaca, il flusso sanguigno e la quantità di ossigeno nel sangue; abbassa la pressione sanguina e, di conseguenza, riduce il rischio di ictus e infarto; allevia la tensione fisica e lo stress, rilassando i muscoli di tutto il nostro corpo; riduce gli ormoni dello stress, in particolare il cortisolo, aumenta l’assunzione di ossigeno e stimola la circolazione in tutto il corpo: bastano 10 minuti di risate per ripristinare i normali livelli di cortisolo nel sangue; aiuta a vivere più a lungo; aumenta il rilascio di linfociti T, un tipo di globuli bianchi specializzati nel riconoscimento delle cellule infettate da virus e sono una parte essenziale del sistema immunitario; aumenta le endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante, in grado di aumentare i livelli di felicità e di farci sentire bene; brucia calorie, aiutandoci a perdere peso; diminuisce il senso di rabbia e frustrazione; aumenta il senso di benessere in generale.

Ridere, insomma, aiuta a guarire la nostra mente e il corpo, ed è

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tra le migliori medicine naturali che possiamo utilizzare!

Aiuta a rilasciare le emozioni bloccate e a vedere le cose da un’altra prospettiva, ed è un linguaggio universale. Un toccasana per il nostro organismo sotto tanti punti di vista. Un atteggiamento sereno e positivo, d’altronde ve lo abbiamo già detto in un editoriale di qualche numero fa, aiuta il nostro fisico a mantenersi in salute. Influendo anche sul nostro stato psicologico.

Ridere ci fa bene, dovremmo allora impegnarci a introdurre questa piacevole abitudine nella nostra quotidianità, anche in modo non spontaneo, attraverso, ad esempio, la disciplina dello yoga della risata: una vera e propria forma di yoga basata sulla risata autoindotta.

La risata autoindotta di questa tipologia di yoga si trasforma difatti in autentica risata e favorisce un maggiore apporto di ossigeno al corpo e al cervello, nonché tutti i benefici già citati. È una disciplina che può essere utile anche con i malati di Alzheimer perché, essendo la risata autoindotta, il paziente non deve per forza capire il motivo dell’ilarità. È invitato a “ridere e basta” e questo potrebbe migliorare il suo umore e di conseguenza le sue relazioni sociali.

Ma come funziona? Le sessioni di yoga della risata iniziano con semplici esercizi di riscaldamento, che comprendono stretching, vocalizzazioni, battito delle mani e movimenti del corpo. Questi, quando si combinano con le dinamiche di gruppo, portano a una risata incondizionata, prolungata e sostenuta. Oltre ai benefici già noti sulla salute, lo yoga della risata apporta benefici nella vita personale, professionale e sociale. Ridere aiuta a stare più in forma, a essere felici – e lo stato dell’umore determina la qualità della nostra vita -, a creare buone relazioni con gli altri.

Le sessioni durano in genere 30 minuti e sono suddivise in tre parti: riscaldamento, sessione di risata e rilassamento finale.

Una straordinaria attività!

INDICE

GREEN BUILDING – ABITARE LA SOSTENIBILITÀ

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YOGA DELLA RISATA: “QUANDO RIDI CAMBI E QUANDO CAMBI, CAMBIA IL MONDO INTORNO A TE”

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AUTUNNO: RIMEDI E BUONE ABITUDINI PER PROTEGGERE LA PROPRIA SALUTE

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BONUS RISTRUTTURAZIONE AL 50% POSSIBILE PROROGA AL 2022

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B CORPORATION – LAVORARE NEL RISPETTO DI TUTTI

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BENEFICI DELLA ZUCCA, REGINA DELLE TAVOLE AUTUNNALI

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VENEZIA, CAPITALE MONDIALE DELLA SOSTENIBILITÀ

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RUBRICA - PILLOLE DELL’AVVOCATO LA TUTELA DEI MINORI “ONLINE”

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AWORLD: L’APP ITALIANA CHE DISPENSA TANTISSIMI CONSIGLI SOSTENIBILI

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RUBRICA - DETTO TRA NOI...

IL PADRONE E L’OPERAIO

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RUBRICA - LE RICETTE DI ATLAS TARTARE DI MANZO MEDITERRANEA

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RUBRICA - DOS AND DON’TS TARTARE: 5 ERRORI DA NON FARE E ALTRETTANTE ACCORTEZZE A CUI BADARE

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LEGENDA SANO

SOCIALE

SOSTENIBILE

PROGETTA INSIEME A NOI GLI INTERVENTI DEL SUPERBONUS 110% PREVISTO DAL DECRETO RILANCIO. VUOI RICEVERE INFORMAZIONI? info@energying.it

095/8168696

GREEN BUILDING – ABITARE LA SOSTENIBILITÀ di Leonardo Tiene

C

ome ogni nuovo numero di Atlas Magazine, non può mancare un approfondimento sul tema della sostenibilità ma soprattutto dell’innovazione sostenibile.

Una delle chiavi centrali, infatti, per garantire un futuro prosperoso e sereno al nostro pianeta è quella dell’evoluzione tecnologica in ogni ambito della nostra vita quotidiana.

Per quanto, infatti, le aziende si impegnino a cambiare le loro abitudini lavorative, bisogna cambiare anche quelle delle vite personali: mangiare, viaggiare, vivere.

Entriamo quindi nel mondo dell’innovazione ma più di preciso nel mondo dell’edilizia: il Green Building.

Quale posto migliore per iniziare a cambiare le nostre giornate e le nostre abitudini se non da dove viviamo ogni giorno?

Ma partiamo dalle basi: di cosa stiamo parlando?

COS’È IL GREEN BUILDING? Un edificio Green si definisce tale perché dalle fasi di progettazione e, successivamente, a quelle esecutive e costruttive, viene concepito come modello di performance e sostenibilità, tanto dal punto di vista del benessere di chi lo abita che da quello dell’impronta ecologica.

In buona sostanza, i Green Building, o edifici verdi, sono pensati per inquinare meno e garantire una qualità della vita superiore per i loro abitanti.

In termini più generici, il concetto Green Building racchiude al proprio interno anche un serie di protocolli per la cosiddetta “edilizia sostenibile”, il cui obiettivo sia a breve che a lungo termine è quello non soltanto di misurare l’impatto ecologico di un manufatto edilizio, ma anche di ridurlo in modo sensibile durante il suo intero ciclo di vita.

LE APPLICAZIONI DEL CONCETTO DI GREEN BUILDING In ogni momento assistiamo ad un nuovo avanzamento dell’innovazione sostenibile, dalle auto alla produzione di energia, per finire anche alla costruzione di edifici, permeando completamente il nostro modo di vivere la vita. Il concept che sta alla base della filosofia legata al Green Building si basa sulla presa di coscienza dell’alto livello di inquinamento che caratterizza il nostro pianeta, così come delle sue scarse risorse idriche e della problematica dei cambiamenti climatici. A questo si accompagna una sempre più marcata consapevolezza da parte delle aziende di costruzioni, che sposano ora approcci sinergici nei quali si sperimenta la fusione di eccellenza tecnologica, sostenibilità ambientale, innovazione, design e qualità costruttiva.

Il settore edile nella sua totalità è dunque il vero protagonista del Green Building, attraverso l’intera filiera progettuale, produttiva e manutentiva. Questo nuovo approccio alle costruzioni coinvolgerà dunque progettisti, architetti, ingegneri, interior designer e outdoor designer, ma anche imprese edili e di manutenzione.

A livello applicativo, pressoché qualunque edificio può essere “verde”: • residenze private; • capannoni industriali; • strutture logistiche e commerciali; • edifici professionali; • edifici pubblici; • luoghi di aggregazione o di hospitality.

Alla base della progettazione di ciascuno di questi edifici, dovran-

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no esservi sempre i principi guida sui quali il concetto di edilizia verde si fonda.

CHE VANTAGGI PORTA IL GREEN BUILDING? Essere sostenibili oggigiorno è una prerogativa, per necessità chiaramente, ma vuole avere con sé anche dei vantaggi per chi ci abita e per chi vive nello stesso luogo o paese. I vantaggi di un’edilizia sempre più verde e orientata a un maggiore rispetto dell’ambiente, ma al contempo sempre più tarata sulle esigenze di vivibilità degli abitanti, sono innegabili e numerosi.

Non soltanto la concezione di assoluto rispetto che sta alla base di questa nuova modalità del costruire porta con sé un approccio più cautelativo nei confronti dello sfruttamento delle risorse nella loro interezza, ma anche concrete prospettive di risparmio: fabbricati generati da un ciclo virtuoso sono infatti meno dispendiosi per loro natura, perché comportano un abbattimento degli sprechi, un’ottimizzazione delle attività e un riciclo sempre più marcato di elementi e materiali.

In ogni caso, tra i principali vantaggi del Green Building vanno annoverati: • un maggiore rispetto per il pianeta, poiché un edificio più sostenibile si inserisce meglio non soltanto nel contesto naturale che lo circonda, ma anche in quello urbano senza produrre danni.

Il Green Building si basa infatti sull’armonia con elementi naturali come aria, acqua, sole e suolo.

• un incrementato valore commerciale, facilmente spendibile anche sul lungo periodo. Gli edifici Green sono considerati sempre più appetibili dal mercato immobiliare, grazie all’elevato comfort abitativo e all’eccellente efficienza energetica che li contraddistingue.

• un risparmio economico concreto per gli abitanti. Una casa ecosostenibile è, per sua natura, meno energivora e questo significa che il fabbisogno energetico che richiede è decisamente inferiore rispetto a quello di un edificio tradizionale. L’impiego di impiantistica di nuova generazione e di tecnologie rinnovabili permette un’armonizzazione fluida degli investimenti iniziali in tempi relativamente brevi, a fronte di un risparmio concreto sui consumi e di un incrementato benessere abitativo.

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Concludendo possiamo certamente affermare che il pianeta necessita di ogni soluzione possibile per tornare a farlo respirare, nonostante l’essere umano.

Grazie alla tecnologia moderna della Green Building possiamo costruire sul Mondo e in modo sostenibile, innovativo, in grado di far fare il salto di qualità alla vita quotidiana e al futuro che ci aspetta.

YOGA DELLA RISATA: “QUANDO RIDI CAMBI E QUANDO CAMBI, CAMBIA IL MONDO INTORNO A TE” di Martina Campanelli

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l nostro editoriale abbiamo letto esser incentrato sulla risata e sui suoi effetti. È stato fatto cenno ad una pratica che mi ha incuriosito, lo Yoga della risata, alla quale abbiamo voluto dedicare qualche riga di approfondimento.

Nato nel 1995 a Mumbai, in India, dalla dottoressa Madan Kataria, lo Yoga della risata consiste nel compiere una risata liberatoria indotta. La pratica prende questo nome perché agli esercizi fisici per innescare la risata alterna anche esercizi di respirazione derivanti dallo Yoga; inoltre, a livello fisiologico, la risata non è altro che un’espirazione profonda che permette di ripulire i polmoni eliminando anidride carbonica e permettendo un’ossigenazione profonda di corpo e cervello.

Essa si basa sugli studi scientifici di Paul Ekman che testimoniano che il nostro corpo non distingue tra risata spontanea ed autoindotta. Entrambe mandano lo stesso segnale al cervello attraverso gli impulsi neuronali legati ai nostri muscoli e attivano una produzione biochimica molto intensa: endorfine, serotonina, abbassamento del colesterolo, ormone dello stress, con un conseguente aumento delle difese immunitarie.

Tutto questo se si pratica la risata per almeno 10/15 minuti in maniera continuata, che è l’obiettivo della parte centrale di una sessione tipo di Yoga della risata (meditazione della risata); l’incontro si chiude poi con una fase di rilassamento, utile per rimettere in equilibrio il sistema e permettergli di giovare al massimo di tutta l’energia e la produzione biochimica prodotta nella fase precedente.

Il movimento Yoga della risata oggi conta più di otto mila club in tutto il mondo, sparsi in tutti i cinque continenti.

I maggiori e, direi, sorprendenti benefici di questa pratica si possono così riassumere: - ridere per migliorare le funzioni respiratorie: la respirazione con la risata diventa più profonda provocando maggiore ossigenazione del sangue dando benefici a chi soffre di bronchite, asma ed enfisema; - ridere contro l’arteriosclerosi ed i problemi cardiaci: una risata ha l’effetto di rilassare le arterie e di aumentare il flusso sanguigno come durante un esercizio aerobico; - ridere per ridurre lo stress: la risata diaframmatica potenzia il lavoro polmonare e stimola l’apparato respiratorio, aumentando la nostra capacità polmonare e migliorando notevolmente il nostro umore; - ridere per migliorare il lavoro del sistema linfatico: attraverso il corretto lavoro del diaframma, potenzia il sistema di espulsione delle tossine e l’aumento delle nostre difese immunitarie; - ridere per migliorare il sistema nervoso: con l’attivazione

del sistema nervoso parasimpatico migliora la gestione del dolore grazie alla produzione di endocrine; - ridere per migliorare la connessione tra le persone: ci si rende più inclini a sentimenti di cura e condivisione e rompe il ciclo della negatività psicologica aiutandoci a relativizzare i pensieri negativi ed a focalizzarci sul positivo. Lo Yoga della risata promuove un’attitudine mentale positiva aiutandoci a rapportarci con persone e situazioni difficili nella maniera migliore.

La radice del termine Yoga è legata al termine Yuj: unire, integrare, e ben rappresenta il valore della risata come strumento per connettere le persone a livello di cuore. Il grande sogno della dottoressa Kataria è la pace nel mondo attraverso la risata, un mondo dove la stessa diventa linguaggio comune al di là di ogni differenza e che trova la sua celebrazione ogni prima domenica di maggio dal 1998 (anno della sua istituzione, proprio grazie alla fondatrice del movimento dello Yoga della risata).

La risata è un’emozione positiva e potente, attraverso la quale gli individui riescono a conquistare il pieno controllo su se stessi e, come una sorta di effetto domino, arrivano a cambiare il mondo.

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La Piattaforma Regalgrid® e SNOCU consentono a chiunque di entrare in una Comunità Energetica, una rete di utenti in cui singoli produttori e consumatori di energia rinnovabile possono produrre, accumulare e distribuire energia pulita fra di loro, con benefici ambientali, sociali ed economici.

Grazie a una tecnologia e algoritmi brevettati, permettono: • la disaggregazione, il monitoraggio e l’ottimizzazione dei consumi dell’abitazione • il monitoraggio, l’ottimizzazione e lo scambio energetico dell’energia prodotta dagli asset dell’abitazione con la Comunità Energetica • l’accesso ad APP e Portali dedicati, per comprendere e analizzare il proprio profilo di consumo attraverso grafici e report con dati energetici ed economici in tempo reale e storici SNOCU è disponibile nelle versioni DIN e Plug&Play oppure nel KIT BMS, un sistema che dà la possibilità di sincronizzare la generazione fotovoltaica al generatore termico e alla domotica intelligente.

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AUTUNNO: RIMEDI E BUONE ABITUDINI PER PROTEGGERE LA PROPRIA SALUTE di Leonardo Tiene

A

h l’autunno, la stagione delle piogge, dell’umidità, delle mattine brinose e della nebbia...

Ma bisogna dire che ha anche i suoi pro: i suoi colori caldi e avvolgenti, un mite compagno che ci accompagnerà verso la stagione più fredda.

L’estate è appena trascorsa e ormai è solo un fresco ricordo, nonostante ci siano ancora sprazzi di bel tempo e temperature tutto sommato piacevoli.

Ma ovviamente, il freddo sta guadagnando sempre più terreno, comincia seriamente a farsi avanti l’umidità e in un attimo arrivano i primi dolori articolari, il naso chiuso e la sensazione mai passata di moda di stanchezza cronica. Ma ci siamo noi di Atlas Magazine a raccontarti i migliori rimedi per poterti proteggere dai primi malanni stagionali. Cominciamo!

RIMEDI NATURALI Partiamo dalle basi, dalla Natura! Quale rimedio migliore per poter proteggere sé stessi?

Con l’autunno ritorna preponderante la necessità di prendersi cura del proprio benessere personale, attraverso l’impiego di una serie di prodotti e rimedi naturali, perfetti per proteggere il corpo dai primi freddi. Andiamo a scoprire quelli più gettonati ed efficaci!

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• Ginkgo biloba: dalle grandi potenzialità antinfiammatorie, è utile a contrastare la produzione eccessiva di muco, la tosse, le allergie e il raffreddore. Inoltre, supporta il benessere della memoria e della concentrazione; • Rhodiola rosea: ottima per sollecitare il sistema immunitario, aumentare la serenità e il buon umore. Ricca di polifenoli e glucosidi, aumenta anche la vitalità personale. Si può acquistare in formato compresse e tintura madre; • Echinacea: aumenta le difese dell’organismo, supporta le funzionalità delle vie urinarie e svolge un’azione emolliente e lenitiva sulle prime vie respiratorie; • Cipresso: dall’alto potenziale disinfiammante ed emolliente, migliora la respirazione sciogliendo il muco in eccesso. Presente sia come estratto, come tintura madre e come olio essenziale, lo si utilizza anche per il benessere della circolazione. Qualche goccia nel bagno serale migliora la respirazione e il sistema linfatico, basta immergersi, rilassarsi e poi sdraiarsi dopo l’asciugatura classica.

DIETA Il cibo autunnale è una vera ricarica di benessere e di colore, un toccasana sia per il corpo che per la mente, grazie alle tonalità vivaci che rallegrano l’umore. Meglio assumere alimenti di stagione, perfetti per migliorare le difese immunitarie e per ricaricare il corpo di energia, come castagne, zucche, uva, cavoli, barbabietole e molto altro.

Un’anteprima della stagione invernale che offre la possibilità di

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creare pietanze corroboranti, dal gusto intenso, saporito e molto calde. Spazio a zuppe, minestre, passati, vellutate, da insaporire con spezie e aromi di stagione, da intervallare con verdura e frutta fresca, tisane e tanta acqua. Un mix di alimenti necessari per agevolare la circolazione, depurare l’organismo, proteggerlo dall’azione dei radicali liberi, ricaricarlo di vitamine, sali minerali e fibre. L’idratazione non può mancare: è un elemento di continuità tra tutte le stagioni, in grado di dissetare il corpo e la pelle eliminando le scorie.

DIFESE IMMUNITARIE Per aumentare le difese immunitarie è importante assumere frutta e verdura di stagione, meglio se in versione succo e spremuta, con l’aggiunta di zenzero e curcuma. Ma anche l’intestino deve poter contare su una regolarità costante, con il supporto di cibi ricchi di fibre, di alimenti contenenti probiotici e tanta acqua.

Se la stitichezza è un problema, si può chiedere supporto al medico o all’erborista, privilegiando prodotti che agevolino il transito intestinale. A questi si aggiungono semi di Chia, semi di lino e aloe vera, ma anche kiwi, cachi e cereali integrali.

Insomma, avete capito? L’autunno insieme ai suoi bellissimi colori, frutti e festività porta purtroppo anche qualche insidia che potrebbe nuocere i vostri weekend, lavoro e vita quotidiana. Perciò mi raccomando, seguite questi consigli, iniziate a coprirvi bene e godetevi questa splendida stagione!

BONUS RISTRUTTURAZIONE AL 50% POSSIBILE PROROGA AL 2022 di Margherita Ingoglia

I

l disegno di legge di Bilancio 2022 proroga i bonus di riqualificazione edilizia, a partire dal Superbonus 110%, anche se con scadenze differenziate a seconda della tipologia di beneficiario, fino ad arrivare ai lavori al 50%, che resterebbero confermati fino al 2024.

A oggi, tuttavia, ancora nulla di certo.

Laddove la suddetta proroga non dovesse essere confermata, la detrazione fiscale per i lavori di ristrutturazione non scomparirebbe del tutto, ma si potrebbe ritornare alla situazione antecedente al 2020: una detrazione pari al 36% da applicare su un limite massimo di 48.000 Euro per unità immobiliare (contro i 96.000 Euro per unità con la detrazione al 50%).

Il mancato prolungamento non farebbe quindi venir meno il diritto all’agevolazione, ma si abbasserebbe la percentuale di bonus fiscale riconosciuta, così come il limite massimo di spesa per i lavori di ristrutturazione ammessi.

Inoltre, l’eventuale conferma della proroga non garantirebbe automaticamente la possibilità di applicare le formule della Cessione del Credito e dello sconto in fattura.

Diventa quindi importante, qualora ce ne fosse la possibilità, ap-

profittare di questa grande opportunità. Soprattutto per coloro i quali stanno portando avanti interventi di riqualificazione energetica degli edifici con le agevolazioni previste dal Superbonus 110%, per quei lavori che non vi rientrano, come ad esempio la riqualificazione di ambienti non riscaldati, modifiche interne come spostamento di muri e chiusura/apertura di fori (finestre), impermeabilizzazioni, ringhiere e molto altro.

Cosa si rende ad oggi necessario fare per accedere a tali agevolazioni entro i termini a oggi confermati?

• Sostenere le relative spese entro il 31/12/2021, effettuando i pagamenti mediante bonifico parlante.

• Presentare la comunicazione di eventuale Cessione del Credito all’Agenzia delle Entrate entro il 16/03/2022.

Rispettate tali scadenze, i lavori potranno essere effettuati nell’arco dell’intero 2022.

Siamo comunque fiduciosi che la proposta di legge, per quanto riguarda i lavori al 50%, venga approvata, così da consentire a più famiglie possibili di usufruire di tale agevolazione.

[Aggiornamento al 29/10/2021]

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RISTRUTTURA LA TUA CASA CON LA

DI

B CORPORATION – LAVORARE NEL RISPETTO DI TUTTI di Leonardo Tiene

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gni anno, sempre più aziende sono chiamate al loro comportamento etico anche in ambito lavorativo: il loro dovere è creare un ambiente sereno sia per il dipendente sia per l’ambiente e ridurre l’impatto sull’ambiente esterno.

Si parla quindi di B Corporation, l’organizzazione che stabilisce dei parametri sui diversi ambiti, che vede coinvolta qualsiasi azienda nel mondo: ambiente lavorativo, impatto ambientale, salari e crescita, ma in realtà copre moltissimi altri aspetti interessanti.

DI COSA SI TRATTA Con il termine B Corp (ossia Certified B Corporation) si identifica quelle aziende che rispettano determinati standard, appunto, (performance, trasparenza e responsabilità) e operano in modo tale da ottimizzare il loro impatto positivo verso i loro dipendenti, le comunità nelle quali operano e l’ambiente.

Attenzione, con B Corp non si intendono le aziende no-profit, almeno non solo quelle, anzi. Il profitto con le B Corp diventa uno dei tanti scopi, l’altro è appunto quello di un impatto positivo sulla società e quindi, in ultima analisi, sul nostro pianeta. È, essenzialmente, un modo di conciliare l’economia con l’etica, cosa che non sempre è possibile dare per scontata. In altri termini, si tratta di aziende che contemplano, accanto al profitto, il benessere e la sostenibilità.

Al movimento B Corp, perché di questo ormai si tratta, sembra credere ciecamente l’economista statunitense Robert James Shiller, premio Nobel per l’economia nel 2013; convintamente l’economista americano ha dichiarato: “Le B Corp hanno un doppio scopo e avranno risultati economici migliori di tutte le altre aziende”.

Della stessa idea sembrano essere alcuni economisti dell’Università di Harvard secondo i quali è il modello B Corp l’unico in grado di “creare un futuro prospero e che abbia la forza di trasformare il corso del capitalismo”.

NASCITA E CRESCITA Nel 2006 il modello delle B Corp è stato introdotto negli USA, sviluppandosi poi molto rapidamente in tutto il mondo, compreso nel nostro Paese, fino ad arrivare ad oggi nel 2021, anno in cui ancora adesso la crescita sembrerebbe essere inarrestabile.

Nell’ultimo report infatti stilato le aziende che si contano essere parte della rete B Corp sono oltre 3000 in più di 50 Paesi e in 130 settori. Quelle italiane sono circa un centinaio e vogliamo riportarvene alcune: Banca Prossima (settore bancario), DLM Partners (psicologia del lavoro), Emmerre (coperture e bonifica amianto), Facile Aiuto (welfare aziendale), Fratelli Carli (produzione olio e specialità alimentari), Fratelli Damiano (trasformazione industriale di mandorle biologiche), Nativa (design company; dal 2012 ha introdotto nel nostro Paese le B Corp e le società Benefit), e Perlage DOCG (cantina biologica).

LA CERTIFICAZIONE B CORP Come viene rilasciata questa certificazione? Chi è l’ente che si occupa di stabilire la validità della suddetta? B Lab! B Lab è un ente no-profit statunitense con sede a Wayne, una città della Pennsylvania, e attesta l’impegno dell’azienda verso le tematiche sociali e ambientali. Superfluo dire che non è esattamente facile mantenere sempre gli stessi standard rigidi imposti dall’ente.

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L’azienda, infatti, deve riempire il questionario BIA (Business Impact Assessment), uno strumento di analisi strutturato in cinque aree: • governance (responsabilità e trasparenza); • persone (salari e benefit, formazione, qualità dell’ambiente lavorativo, proprietà ecc.); • comunità (politiche di fornitura e logistica, creazione di posti di lavoro, azioni di supporto per la comunità ecc.); • ambiente (efficienza energetica, riduzione rifiuti e riduzione dell’impatto ambientale lungo tutta la filiera lavorativa ecc.); • clienti (impatto positivo dei prodotti e/o servizi sul cliente).

Una volta riempito il questionario sarà assegnato un punteggio; se questo è uguale o superiore a 80/200, l’azienda viene sottoposta a un’ulteriore verifica attraverso un processo di validazione.

Ovviamente l’azienda è tenuta a produrre la documentazione di supporto a quanto affermato sul questionario.

Una volta superati tutti i vari step, l’azienda può raggiungere lo status B Corp ed utilizzare, sui prodotti e sulle proprie comunicazioni, il brand Certified B Corp. La certificazione è valida per tre anni, periodo dopo il quale deve essere eventualmente rinnovata.

Essere B Corp consente, fra le altre cose, di avere accesso a vari servizi e strumenti per la misurazione dell’impatto sociale delle aziende (il già citato Business Impact Assessment).

LE SOCIETÀ BENEFIT L’Italia in tutto questo ha auto il merito di essere stato il primo Paese ad aver provveduto nel proprio ordinamento il riconoscimento della forma giuridica di Società Benefit (vedasi legge 28 dicembre 2015, n. 208 commi 376-384

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entrata in vigore a partire dal primo gennaio 2016).

Con la Società Benefit viene introdotta una nuova tipologia di società che continua a perseguire lo scopo di lucro, ma – per statuto – affianca allo stesso uno o più scopi sociali o di pubblica utilità.

Le Società Benefit, dunque, perseguono gli stessi obiettivi delle aziende certificate B Corp ma, a differenza loro, sono chiamate ad agire in conformità a specifiche norme di legge. Tale condizione impone conseguentemente controlli e verifiche da parte di istituzioni ed entri preposti, con il rischio di sanzioni nel caso di inadempienti alle disposizioni di legge.

Riassumendo: una B Corp è un’azienda che ha ottenuto la certificazione rilasciata da B Lab; una Società Benefit (o “Benefit Corporation”) è un’azienda che, assumendo tale forma giuridica, prevede per statuto determinati elementi in conformità alla normativa nazionale.

Un’azienda dunque può essere: • certificata B Corp ed essere Società Benefit (o “Benefit Corporation”); • certificata B Corp, ma non essere Società Benefit (o “Benefit Corporation”); • essere Società Benefit (o “Benefit Corporation”) ma non avere certificazione B Corp.

Insomma, fare parte del network delle B Corporation, diventa un presupposto per porre finalmente una regolamentazione e raggiungere finalmente ambienti lavorativi sereni, un passo ulteriore in avanti assieme alle molte altre certificazioni per garantire al lavoratore un luogo che salvaguarda la sua posizione e quella dell’ambiente circostante.

BENEFICI DELLA ZUCCA, REGINA DELLE TAVOLE AUTUNNALI di Debora Bizzi

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limento simbolo della stagione e regina delle tavole autunnali, la zucca è un ortaggio dal gusto unico e dalle proprietà eccezionali. Decorativa – sappiamo tutti che è il simbolo per eccellenza della festa di Halloween – ma soprattutto benefica, appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae: piante angiosperme appartenenti all’ordine Cucurbitales, caratterizzate da fusti angolosi, ruvidi, striscianti o rampicanti, con viticci ramosi posti accanto alle foglie. Una delle famiglie vegetali con il più alto numero di specie utilizzate nelle nostre cucine, come la zucchina, il cetriolo, il cocomero ed il melone. La sua diffusione nel nostro continente si deve ai coloni spagnoli, i quali la importarono dalle Americhe nel XVI secolo. Nel nostro Paese, poi, viene coltivata soprattutto in alcune regioni settentrionali, anche se diffusa ed amata dai cittadini di tutto lo stivale.

Ideale per ricette dolci e salate, è un ortaggio ricco di proprietà antiossidanti e di fibre, povero di calorie ma ricco di nutrienti. Uno degli ortaggi più leggeri che si possano consumare. Proprio come gli altri ortaggi di colore arancione, la zucca è ricca di caroteni, ovvero sostanze che il nostro organismo utilizza per produrre vitamina A e, inoltre, contiene anche molti minerali e altre vitamine, tra cui il calcio, il potassio, il sodio, magnesio, fosforo e vitamina B ed E. La sua polpa è composta per oltre il 90% da acqua, i suoi semi, invece, contengono amminoacidi e sali minerali, in particolare la cucurbitina, che aiuta a contrastare patologie dell’apparato urinario maschile e femminile, anche a prevenire la cistite, e sono piuttosto calorici per cui è meglio non esagerare con il consumo.

Preziosa in cucina in quanto molto versatile e gustosa, è ideale per realizzare buonissime portate, dagli antipasti ai dolci. È un ortaggio multiuso: oltre alla polpa si possono consumare foglie,

semi, buccia e fiori, e per questo è uno speciale alimento in grado di contribuire alla riduzione degli sprechi.

Ne esistono molte varietà, che si distinguono per forma, dimensione e per il colore della polpa; tra le più diffuse troviamo: • Marina di Chioggia, dalla buccia verdognola e polpa giallastra, asciutta e utile per preparare gli gnocchi • Mammoth, dalla forma tipicamente rotonda e il cui peso può arrivare fino a 100 chilogrammi • Piena di Napoli, di forma allungata e consumabile sia cotta che cruda • Zucca d’Albenga, di origine ligure, ha forma a “trombetta” ed è insolitamente estiva • Hubbard, prevalentemente consumata negli USA e dal colore arancione intenso Molto utile per l’azione diuretica e calmante (aiuta al rilassamento muscolare ed è utile a combattere l’insonnia, la fame nervosa e la depressione), e in grado di contrastare la ritenzione dei liquidi, la zucca possiede davvero tantissimi benefici. Il suo buon contenuto di antiossidanti, la rende uno straordinario alleato per il cuore e arterie, in quanto aiuta a ridurre il colesterolo; è povera di zuccheri, pertanto, è un alimento valido nelle diete ipocaloriche e in quelle diabetiche. Favorisce inoltre il corretto funzionamento del transito intestinale, riequilibrando la flora intestinale e combattendo la stitichezza.

Ma non solo… è un fantastico alleato anche per la nostra pelle e la cosmesi in generale. Le vitamine e gli antiossidanti presenti nella sua polpa consentono di nutrire e proteggere la nostra pelle, i nostri capelli e le unghie. È anche in grado di lenire le infiammazioni cutanee e viene utilizzata per realizzare creme e maschere viso fai da te.

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VENEZIA, CAPITALE MONDIALE DELLA SOSTENIBILITÀ di Martina Campanelli

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enezia, la città lagunare conosciuta per la sua ricchezza artistica e di atmosfere, punta a diventare un centro di rilievo mondiale per il dibattito scientifico accademico e culturale sui temi della Sostenibilità e Esg (Ambiente, Sociale e Governance), anche attraverso l’organizzazione di una “Biennale della Sostenibilità”.

La Giunta regionale del Veneto ha approvato una delibera, presentata dal presidente Luca Zaia, in cui promuove lo sviluppo del progetto “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”, un piano di interventi funzionali allo sviluppo sostenibile del territorio, con fulcro la città capoluogo. Fra i promotori, le Università cittadine (Ca’ Foscari, Iuav, Conservatorio Benedetto Marcello, Accademia Belle Arti) e quella di Padova, la Fondazione Giorgio Cini, Snam, Generali, Eni, Confindustria Veneto e Boston Consulting Group mentre la sede operativa della fondazione sarà le Procuratie Vecchie in piazza San Marco, di cui è prossima la fine dei lavori di ristrutturazione.

I protagonisti del progetto si impegnano a sviluppare un’azione condivisa e integrata con impatti positivi per tutta la regione in termini di sviluppo sostenibile, crescita occupazionale, miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione, transizione industriale ed energetica.

Per la realizzazione del programma si stima un importo dai 2,5 ai 4 miliardi di Euro (fondi e finanziamenti sia pubblici sia privati). I promotori prevedono la capacità del progetto di generare importanti benefici economici, sociali e ambientali per la città di Venezia e per tutto il Veneto e sottolineano come la visione di sviluppo contenuta nelle linee dell’intervento sia coerente non solo

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con la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile ma anche con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che consentirà di utilizzare le risorse finanziarie del Fondo Next Generation EU per la ripresa dalla pandemia.

Le principali linee di intervento, infatti, sono: • transizione energetica e sostenibilità ambientale che comprendono interventi come la creazione di un Polo dell’Idrogeno, la decarbonizzazione e la circolarità, la promozione di VeniSIA (Venice enterpreneurial international Sustainability Innovation Accelerator) quale centro di innovazione e accelerazione sui temi della sostenibilità, la promozione di Venezia quale sede di Fondazioni e Centri di Ricerca sulla sostenibilità, il potenziamento della formazione accademica e post universitaria sulla sostenibilità, la manutenzione e la difesa della laguna, nonché la candidatura della città ad ospitare un evento annuale sul tema della sostenibilità; • rilancio dell’offerta formativa, servizi e residenzialità per studenti, per fare di Venezia una città Campus di livello internazionale; • evoluzione verso un modello turistico sostenibile; • piano per il commercio e il contrasto alle attività illegali.

Zaia spiega con parole efficaci perché la scelta è su Venezia: “…è una città che sorge dal mare, unica per storia ultra millenaria e patrimonio artistico, meta turistica per milioni di persone da tutto il mondo, centro universitario ma anche artigianale e industriale, cuore di una delle regioni più avanzate in Europa per innovazio-

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ne, ricerca, studi, livello dei servizi sanitari. Ma è anche al centro di un ecosistema, di un patrimonio paesaggistico e naturalistico che dalle Alpi all’Adriatico si è sempre conservato convivendo con l’uomo, le sue opere e le necessità del progresso. È, quindi, la città ideale per riconoscersi in un laboratorio che meriti il titolo di Capitale Mondiale della Sostenibilità”.

Si aprono quindi nuove opportunità che si traducono in miglioramento delle condizioni ambientali e della qualità della vita, incremento dell’occupazione e del PIL. Venezia, proprio nell’anno in cui celebra i 1600 anni dalla sua fondazione, guarda al futuro e dimostra la sua volontà di essere luogo di innovazione e d’avanguardia culturale e tecnologica. Un bagaglio di esperienza e sperimentazione, come dice Zaia, che si vuole mettere a disposizione del mondo intero.

LA TUTELA DEI MINORI “ONLINE” dell’Avv. Simone Facchinetti

È

del 21 gennaio 2021 il provvedimento del Garante della Privacy che ha imposto al noto social network “TikTok” la limitazione provvisoria del trattamento ai sensi dell’art. 58, par.2 lett. f) Reg. UE 2016/679 (c.d. “GDPR”), mediante divieto di utilizzo dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi sia certezza assoluta dell’età, con l’obiettivo di impedire l‘apertura o il mantenimento dei profili di utenti di età non accertata, in questo modo tutelando i minorenni.

Il provvedimento, infatti, è stato conseguenza diretta del tragico fatto di cronaca che ha visto una bambina di soli 10 anni perdere la vita a causa di una sfida emulativa lanciata proprio su “TikTok”.

Questo triste caso rappresenta un’ottimo spunto per riflettere sul delicato tema della tutela dei minori che compiono attività online.

Come noto, infatti, Internet rappresenta innanzitutto un potente mezzo di informazione e ricerca, tramite il quale il minore può soddisfare la sua curiosità e la sua sete di apprendimento; al contempo, tuttavia, la rete presenta anche moltissime insidie per i soggetti più deboli, che vanno dalla possibilità di concludere contratti, al rischio di incorrere in fake news o di essere vittima di cyber-bullismo.

Innanzitutto, si evidenzia che la facoltà del minore di accedere alle notizie e di condividere contenuti online rappresenta una manifestazione della sua libertà di espressione, di pensiero e di coscienza, libertà tutelata dagli articoli 13 e 14 della “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, approvata il 20 novembre 1989.

L’art.15 della medesima Convenzione, inoltre, riconosce al fan-

ciullo anche la libertà di associazione e di riunione pacifica, che può essere esercitata anche sul web, ad esempio mediante l’iscrizione a piattaforme social.

L’esercizio delle suddette libertà non è, tuttavia, illimitato: infatti, non è ammissibile ledere i diritti e la reputazione altrui, né causare un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico.

In tal senso, i genitori – e solo secondariamente la scuola – hanno il compito di insegnare al bambino il modo corretto di far uso di queste libertà, nel rispetto dei diritti e delle opinioni altrui. È la stessa Convenzione ONU, all’articolo 14, a richiamare l’attenzione sull’importanza primaria del ruolo genitoriale, sancendo che è diritto e dovere dei genitori (o, se del caso, dei tutori legali) quello di “guidare il fanciullo nell’esercizio del summenzionato diritto in maniera che corrisponda allo sviluppo delle sue capacità”.

I genitori hanno dunque un essenziale ruolo educativo ed istruttivo, che, se correttamente esercitato, rappresenta certamente il più potente strumento di tutela preventiva rispetto ai rischi che il minore potrebbe incontrare navigando nel web.

A ciò, si aggiungano altri metodi di prevenzione, quali l’utilizzo di sistemi di parental control che consentono l’accesso del minore ai soli siti autorizzati dai genitori, oppure l’organizzazione nelle scuole di appositi corsi volti a consapevolizzare i bambini e i ragazzi circa i pericoli della rete.

Ovviamente, nonostante l’adozione di tutte le necessarie precauzioni, è comunque sempre possibile che il minore online possa concludere contratti oppure commettere o essere vittima di un illecito e, dunque, occorre analizzare come il nostro ordinamento disciplina tali eventualità e quali tutele offra.

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Innanzitutto, occorre considerare che, in Italia, il minore di anni 18 è soggetto legalmente incapace di agire e, dunque, di porre in essere atti giuridici vincolanti: in tal caso, la tutela è offerta dall’art.1425 c.c., il quale prevede che gli eventuali contratti conclusi dal minore – dunque anche quelli conclusi online – siano annullabili, ma occorre precisare che l’azione per l’annullamento si prescrive laddove non venga esercitata entro il termine di 5 anni dal raggiungimento della maggiore età.

Si tenga, però, presente che il D. Lgs. 101/2018 (c.d. “Codice Privacy”) stabilisce una capacità “speciale” per la valida prestazione del consenso al trattamento dei dati personali, anticipata ai 14 anni, con la conseguenza che la necessità del consenso del genitore permane solo per i minori infraquattordicenni.

Al minore, in quanto incapace di agire, non potrà nemmeno essere imputata la responsabilità per gli eventuali illeciti civili compiuti: la responsabilità dovrà essere dunque addebitata ex art. 2048 c.c. ai genitori, che potranno andarne esenti solo dimostrando di aver fatto tutto il possibile per impedire il fatto, adempiendo ai propri doveri educativi e di vigilanza.

Diversa ancora è la disciplina della responsabilità per gli illeciti penali commessi dal minore: in tal caso, gli artt. 97 e 98 c.p. sanciscono che il minore di anni 14 non sia imputabile (ciò non toglie che, laddove se ne ravvisino i presupposti, possano essere applicate misure di sicurezza come il riformatorio giudiziario o la libertà vigilata) e che il minore tra i 14 e i 18 anni possa essere imputato solo se capace di intendere e di volere. Inoltre, a differenza della responsabilità civile, la responsabilità penale è personale e dunque il genitore non potrà essere imputato per il fatto del figlio, potendo essere soltanto chiamato a rispondere delle eventuali conseguenze civili ai sensi del summenzionato art. 2048 c.c..

Può dunque accadere che il minore divulghi delle fake news, ovvero delle notizie false, oppure ne sia oggetto. Fermo restando che in base al contenuto della notizia potrebbero essere integrati, ad esempio, i reati di diffamazione ex art. 595 c.p. o di calunnia ex art. 368 c.p.c., la diffusione di fake news è senza dubbio un illecito

civile che dà diritto al soggetto leso di ottenere il risarcimento del danno: in tal caso, il D.Lgs.70/2003, recependo la Direttiva n.2000/31/CE, ha potenziato la tutela del soggetto leso, prevedendo, affianco alla responsabilità dell’autore materiale, anche la responsabilità oggettiva del provider che, pur a conoscenza del contenuto illecito, non abbia fatto nulla per disabilitarlo.

Può anche succedere che il minore ponga in essere o divenga vittima di atti di cyber-bullismo, definito dalla L.71/2017 come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la loro messa in pericolo”.

Gli atti di cyber-bullismo configurano un illecito civile e, al ricorrere dei presupposti previsti dal legislatore, possono anche integrare reati quali, a titolo esemplificativo, la diffamazione ex art.

595 c.p., la minaccia ex art. 612 c.p. e lo stalking di cui all’art. 612 bis c.p..

L’art.2 della L.71/2017 attribuisce sia al genitore sia al minore ultraquattordicenne il diritto ad inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social network un’istanza volta ad oscurare o comunque rimuovere i contenuti dannosi.

Nel caso in cui il titolare o il gestore non siano identificabili, oppure nel caso in cui il soggetto responsabile non abbia comunicato entro 24 ore di aver assunto l’incarico ed entro 48 ore non vi abbia provveduto, il genitore potrà inviare una segnalazione o un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali.

Permane, in ogni caso, la possibilità di agire anche direttamente avanti l’autorità giudiziaria al fine di ottenere l’inibitoria dei comportamenti lesivi, eventualmente promuovendo ricorso cautelare d’urgenza ex art. 700 c.p.c., nonché il risarcimento dei danni patiti.

da sinistra verso destra: Dott.ssa Federica Suma, Avv. Monica Lunardi, Dott.ssa Zainab Bougataya, Avv. Simone Facchinetti, Sig.ra Loredana Biffi, Avv. Eleonora Busnelli, Dott.ssa Alice Dondina

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AWORLD: L’APP ITALIANA CHE DISPENSA TANTISSIMI CONSIGLI SOSTENIBILI, SELEZIONATA DALL’ONU PER SUPPORTARE LA CAMPAGNA GLOBALE ACTNOW di Debora Bizzi

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ducare alla sostenibilità. È questo l’obiettivo dell’app AWorld, ideata da tre imprenditori italiani per permettere a ogni utente di fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico.

Fondata da Alessandro Armillotta, Marco Armellino e Alessandro Lancieri, AWorld ha sviluppato una modalità di incentivo al miglioramento delle abitudini basata su tecniche di gamification.

Una startup per fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico, selezionata dalle Nazioni Unite come app ufficiale a supporto della campagna mondiale contro il climate change ActNow: campagna per preservare un clima vivibile, sostenendo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Perché ognuno di noi può fare la differenza.

Con sede a Torino e New York, AWorld ha lanciato a fine 2020 un’omonima app, disponibile su tutti i principali dispositivi mobile: un’applicazione alla portata di tutti, scaricabile su smartphone e tablet Android, tramite il Google Play Store, e su iPhone e iPad, tramite l’Apple App Store, invita a compiere azioni sostenibili concrete. Studiata e realizzata con l’obiettivo di creare consapevolezza nei singoli utenti, AWorld ci guida a compiere azioni pratiche, ci permette di monitorare i miglioramenti nelle nostre azioni e visualizzare metriche precise dei risparmi generati in termini di litri di acqua, chili di CO2 e chilowatt di elettricità.

Come? Ad esempio, suggerendoci di ridurre il tempo della doccia da 10 a 5 minuti! Se lo facciamo, l’app ci avvisa di aver risparmiato 47,3 litri d’acqua e ci suggerisce come farlo più facilmente, magari creando una playlist con una sola canzone lunga (o due

brevi) da ascoltare durante la doccia.

Oppure creando delle challenges tra più utenti, supportate da aziende e istituzioni, con un obiettivo da realizzare entro un intervallo di tempo, coinvolgendo partner e richiedendo loro premi in palio.

Contenuti interattivi e stimolanti per invitarci a cambiare le nostre abitudini, sfide e suggerimenti per compiere scelte migliori nella nostra vita quotidiana. AWorld offre, infatti, contenuti educativi (Journey), presentati in episodi, per introdurti alla sostenibilità, obiettivi di sviluppo sostenibile e storie di persone impegnate a preservare il nostro pianeta; consigli su azioni divertenti E SOSTENIBILI quotidiane, e per ogni azione intrapresa, il tracker di impatto misurerà se stai risparmiando acqua, CO2, energia o rifiuti; challenge, per coinvolgere amici e creare una vera e propria community; tips, ovvero, facili letture giornaliere per motivarci a vivere una vita più sostenibile; misurazione dell’impatto per tenere traccia delle nostre azioni e scoprire esattamente quanto stiamo migliorando il nostro stile di vita.

E come (quasi) ogni gioco, i punti misurano i progressi verso uno stile di vita sostenibile e possono essere utilizzati come indicatore dei nostri progressi: è inoltre necessario accumulare punti per passare al livello successivo, così è possibile vedere come le nostre abitudini e azioni impattano sul nostro pianeta.

Per ricordarci che le nostre azioni contano… stai ancora aspettando? Agisci ora!

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FORMAZIONE PER IL SUCCESSO MANAGERIALE E PROFESSIONALE • MIGLIORARE LE PERFORMANCE AZIENDALI • CRESCITA PERSONALE • CRESCITA PROFESSIONALE • CREDITI FORMATIVI PROFESSIONALI

DETTO TRA NOI... di Sergio Grifoni

IL PADRONE E L’OPERAIO

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tavo riflettendo sul fatto che la mancanza di formazione, se generalizzata e permanente, si trasforma in una piaga sociale.

La povertà, l’emarginazione, la sopraffazione, sono spesso frutti di piante radicate nel terreno dell’ignoranza. Si può essere o meno d’accordo su questa tesi portata all’estremo, ma sta di fatto che l’ignoranza, intesa come non conoscenza, porta alla stasi mentale, fisica ed operativa. A volte non faccio perché non so. I popoli più emarginati, infatti, sono quelli meno istruiti.

I popoli più evoluti, non sono quelli più istruiti, ma quelli la cui istruzione perdura nel tempo.

Ogni giorno il mondo si evolve e cambiano anche le problematiche che l’uomo deve affrontare per viverlo appieno. Non basta quindi che si riceva un sostegno formativo durante la scuola dell’obbligo. Diventa indispensabile che la formazione venga costantemente aggiornata, sia per quanto riguarda la conoscenza generale della cultura e della scienza, sia per quanto concerne i contenuti di istruzione necessari alla sua produttività lavorativa e sociale.

La cosiddetta “formazione permanente” da mettere in campo attraverso i mezzi di comunicazione di massa e gli strumenti più idonei per la propagazione della cultura e conoscenza, è l’unico mezzo utile per il raggiungimento della piena educazione.

Perché tutto ciò è indispensabile? Perché la piena educazione significa pieno sviluppo della personalità umana e rafforzamento dei propri diritti e della fondamentale libertà.

Da non sottovalutare poi il fenomeno per cui la continua evoluzione dei vari modelli di comportamento e del sistema dei valori di riferimento determinano per le persone la necessità di rivedere e rifondare in continuazione le proprie categorie culturali, per controllare la realtà in mutamento, per evitare l’emarginazione sociale. Se non si persegue questa strada cognitiva permanente, si rischia di rimanere imbottigliati e strumentalizzati nelle spire dei condizionamenti sociali, del consumismo disordinato, degli strumenti di comunicazione di massa. Si vanifica cioè la prospettiva di essere protagonisti nella partecipazione alla costruzione del futuro in maniera attiva e cosciente. Da considerare poi che il lievitare degli strumenti di comunicazione sociale, utili a far conoscere sistemi di vita e opportunità presenti al di fuori del proprio ambito immediato, hanno creato una tendenza alla mobilità professionale, sociale e geografica, alimentando di riflesso la ricerca di nuova educazione per soddisfare ed assicurare la mobilità

stessa.

L’evoluzione tecnologica e organizzativa che investe il mondo del lavoro fa emergere il gap fra il sapere teorico e il fare pratico.

Mai come ora sono messi in crisi i rapporti tra il sistema scolastico e l’attività professionale, soprattutto nei casi in cui il primo è strutturato in maniera rigida e standardizzata.

A volte mi chiedo se chi insegna sta al passo con i tempi rispetto a chi impara. Ovvero, vista la velocità di trasformazione della suddetta evoluzione tecnologica, la scienza che progressivamente arricchisce chi impara, è la stessa che possiede chi insegna?

Un vecchio filosofo amava ripetere che ogni granello del nuovo sapere è una nuova invenzione, un atto autonomo e creativo della conoscenza di cui ognuno ne è protagonista.

Occorrerà cioè formare persone con la consapevolezza che non tutti potranno essere possessori di uguali porzioni e forme del sapere, ma capaci di una cultura e di un sapere costruito secondo la propria identità, nell’affrontare in modo originale e creativo l’evoluzione della realtà.

La crescita di ogni individuo sarà più felice nella misura in cui potrà spaziare adeguatamente nel recinto della propria creatività.

La possibilità di essere diversi è una condizione fondamentale per crescere e forgiare la propria personalità.

L’importante però è conoscere il più possibile e, soprattutto, non smettere mai di farlo.

Detto fra noi: a volte il non far sapere viene utilizzato per non far fare.

Dario Fo amava ripetere che il padrone conosce mille parole e l’operaio dieci: ecco perché uno è padrone e l’altro operaio.

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Le ricette di Atlas Magazine

TARTARE DI MANZO MEDITERRANEA di Domiziana Coracci

Piatto a cura di Domiziana Coracci

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i seguito la lista degli ingredienti per la mia versione “vegan-free” di carne di manzo (impiattamento e inquadratura per lo scatto compresi: non è stato mio solo il dito che ha pigiato la reflex!!!): ATLAS MAGAZINE | 27

La tartare di carne è una preparazione antica, la cui origine si perde nel tempo dei Tartari, i guerrieri nomadi dell’Asia centrale, che facevano a pezzi le carni degli animali e le sistemavano sotto le selle dei loro cavalli perché si macinassero durante il viaggio e fossero mangiabili al termine dei lunghi tragitti.

Oggi per tartare si intende una preparazione di carne o di pesce crudo tritata finemente a coltello. No tritacarne, no macinato, no fettine, no listarelle. Tritata a coltello: Punto! Il risultato è diverso, come il sapore, la superficie e la consistenza. Tutto il resto potete chiamarlo crudo, carpaccio, trito ma non tartare!!!

INGREDIENTI (dose per una persona) • 80/120 gr. di manzo (taglio scamone o lombata magra); • 4/6 olive (SECCHE!!!) nere di Kalamata (INTERE!!!); • succo (qualche goccia) e zeste di limone; • erba cipollina; • olio extra vergine d’oliva; • sale maldon affumicato; • sale; • pepe nero; • noce moscata; • 30/45 gr. di quinoa soffiata.

Pulire il taglio di carne dalle parti grasse e filamentose, tagliarlo a fettine molto sottili e poi ulteriormente in tocchetti ancora più piccoli. Tritare il tutto nuovamente. Sminuzzare l’erba cipollina e ricavare dalla scorza del limone dei ricciolini molto sottili facendo poca pressione sul frutto con la grattugia. Denocciolare le olive e tritarne la polpa finemente.

In una terrina unire il trito di carne, le olive, l’erba cipollina, le zeste di limone (NIENTE SUCCO SULLA CARNE: ne cambia la struttura molecolare e la “cuoce”, alterandone irrimediabilmente il sapore), il pepe nero appena macinato, il sale maldon integrale e l’olio extravergine d’oliva. Mescolare affinché tutti gli ingredienti si distribuiscano uniformemente e procedere con l’impiattamento, tramite il coppapasta, che ha già alla base una sorta di “cialda” di quinoa.

Guarnire con un filo d’erba cipollina, delle zeste di limone e qualche spicchio d’oliva. Un ultimo giro d’olio e una macinata di pepe a sporcare!

PROCEDIMENTO Condire la quinoa soffiata con qualche goccia di limone, l’olio, il sale, la noce moscata (appena grattuggiata) e impiattarla con l’aiuto di un coppapasta, senza sformarla, così da ultimare poi il piatto quando la carne sarà stata preparata a dovere!

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Dos and Don’ts di Atlas Magazine

TARTARE: 5 ERRORI DA NON FARE E ALTRETTANTE ACCORTEZZE A CUI BADARE!!! di Domiziana Coracci

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el preparare una tartare di carne o pesce tanti sono gli errori che si possono commettere quante le attenzioni che andrebbero seguite. Prima su tutte la scelta degli alimenti, in quanto crudi, che non si limita solo ad un discorso di sapore, ma arriva alla questione ben più importante dei rischi per la salute.

Il cibo crudo non rientra propriamente nella tradizione italiana, eccezion fatta per i pescati delle regioni marittime del sud; eppure non l’abbiamo mai consumato come negli ultimi anni, merito in particolare di locali innovativi, ma anche della “semplicità” con cui si prepara.

Ecco allora una breve guida per godersi una tartare fatta a modo evitando errori e spiacevoli sorprese.

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Dos & Don’ts 1) NON CHIAMATELA TARTARE!!! Non tutto il crudo è tartare: facciamo chiarezza!

La tartare è una preparazione di carne o di pesce crudo sminuzzata finemente a coltello. Il risultato del mezzo tramite il quale si taglia la polpa è completamente diverso in termini di sapore, superficie e consistenza. Tutto il resto è trito, carpaccio, crudo, ma non tartare!!!

2) RISPETTATE LE NORME IGIENICHE: analizziamo i complementi di modo, tempo e luogo…

Che siano di carne o pesce, i piatti crudi hanno bisogno di ESTREMA attenzione per evitare le intossicazioni. Niente di particolare in realtà, solo piccoli accorgimenti nel rispetto di alcune norme igieniche.

Rivolgersi ad un negoziante di fiducia è fondamentale: quando si passa da un tipo di carne ad un’altra ad esempio andrebbero cambiati coltelli e taglieri! Mario della “Bottega del Pesce” lo fa?!?! Chiedo per un’amica…

Controllare che i frigoriferi o le vetrine refrigerate funzionino a dovere e che la carne o il pesce non presentino segni di ossidazione, ammaccature, colori troppo scuri e opachi.

I rivenditori sono obbligati a dichiarare la provenienza dei loro prodotti, per non sbagliare va controllata sempre.

Tutti i cibi devono rispettare la catena del freddo, ridurre quindi lo stazionamento a temperatura ambiente avendo sempre a portata di mano una borsa termica per il trasporto dal negozio a casa.

3) TARTARE DI VITELLO La carne di manzo, essendo teoricamente controllata lungo tutta la filiera, dall’allevamento al punto vendita, non dovrebbe causare problemi di sicurezza.

Riguardo alla scelta, torniamo sempre alla fiducia che riponiamo nell’operatore: nello specifico vi consiglio di ascoltare il macellaio e optare per l’acquisto di carne magra e di animali giovani. Filetto, girello, scamone, noce e fesa, con diverse caratteristiche di consistenza e di sapore, sono i tagli più indicati per queste preparazioni.

Se avete scelto bene la carne, limitarsi a condirla solo con qualche fiocco di sale grosso integrale o maldon e un filo di olio extravergine è la cosa migliore. Il succo di limone personalmente invece andrebbe bandito poiché, oltre a cambiare la struttura molecolare della carne e a “cuocerla”, ne altera irrimediabilmente il sapore…

4) TARTARE DI PESCE A differenza della carne il consumo di pesce crudo è soggetto a norme di legge ben precise. Tutto il pesce consumato crudo deve essere abbattuto, cioè portato a una temperatura di -20 gradi per almeno 24 ore oppure a -18 gradi per minimo 96 ore. Il procedimento elimina eventuali parassiti che potrebbero compromettere il funzionamento del vostro apparato digerente con conseguenze anche letali. La presenza del parassita non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto che potrebbe anche essere ottima. Di contro, l’abbattimento non elimina batteri e agenti patogeni dovuti alla modesta qualità o alla cattiva conservazione della materia prima, per cui comprate dal vostro negoziante di fiducia, informatevi su provenienza e trattamento e comprate solo i prodotti migliori. Tra i pesci più adatti alle preparazioni a crudo troviamo tonno rosso e salmone, come pure palamite, pesce spada, seppie, polpi, gamberi rossi, astici, trote e rombi e tante altre varietà.

Il segreto sta nella scelta del condimento, che dovrebbe esaltare il sapore delicato del pesce senza coprirne la fragranza naturale. Se volete lasciare a bocca aperta gli ospiti vi suggerisco di vaporizzare davanti a loro un mojito leggero direttamente nel piatto…

5) TARTARE DA EVITARE Non tutti gli alimenti possono essere mangiati crudi, nonostante l’impressione contraria che si ricava guardando i programmi di cucina in TV. Partiamo dal pollo, protagonista di numerose preparazioni a crudo sia in Italia che all’estero. Le carni avicole sono da evitare non solo crude, ma anche cotte al punto rosa. Gli uccelli hanno un’alta tolleranza a determinati patogeni pericolosi per la salute umana, il consumo delle loro carni senza un adeguato trattamento termico potrebbe trasmettere malattie come la salmonella.

Anche il maiale, nonostante sia meno pericoloso del pollo, è poco adatto al consumo a crudo.

Consumare crudi molluschi bivalvi come cozze, ostriche e vongole è considerato normale, ma gli esperti suggeriscono di cuocerli per almeno 3 minuti a temperatura di ebollizione per scongiurare il rischio di intossicazioni da microorganismi pericolosi. Che si voglia farlo oppure no, vanno scelti solo frutti di mare provenienti da acque sicure, controllate e certificate per scongiurare la presenza di tossine prodotte da alcune alghe o da contaminanti chimici.

Infine, che si tratti di carne, pesce o verdura, mai dimenticare che il succo di limone, così come l’aceto non sostituiscono l’abbattimento, visto che, al contrario di quanto dicono le credenze popolari, non hanno alcun potere disinfettante.

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