Atlas Magazine - Luglio 2024

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LA RISPOSTA È NEI LIBRI:

Il simbolismo del mare

pag. 21

PILLOLE DELL’AVVOCATO:

Space Economy e la prima legge italiana sullo spazio pag. 10

ENERGIA VERDE:

il nuovo oro per le aziende italiane pag. 15

DIREZIONE:

Debora Bizzi

REDAZIONE:

Martina Campanelli

Simone Facchinetti

Mario Gnocchi

Sergio Grifoni

Laura Ingoglia

Margherita Ingoglia

Leonardo Tiene

AT DIRECTION E IMPAGINAZIONE GRAFICA: Giuseppe Di Benedetto

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VACANZE ITALIANE 2024 di Debora Bizzi
Cinque Terre - Liguria

Finalmente è arrivato quel periodo dell’anno che tutti adoriamo: benvenuta estate 2024!

La stagione calda, luminosa, spensierata. La stagione delle vacanze e della tintarella. Quel periodo dell’anno in cui uscire e stare all’aria aperta è tendenzialmente più piacevole, quel periodo dell’anno che ci spinge a viaggiare per ammirare le bellezze del nostro Paese, ma anche di altri luoghi. La stagione del relax e della felicità.

E la nostra bella Italia ci offre tantissime mete stupende, per trascorrere le nostre vacanze all’insegna del benessere, del divertimento, per ammirare e scoprire luoghi nuovi ed affascinanti. Ecco a voi una check list delle mie mete preferite, per suggerirvi dove trascorrere le vostre ferie, con luoghi che attraversano lo stivale da Nord a Sud.

Al primo posto, la mia bellissima Sicilia e, nello specifico, la meravigliosa Riserva dello Zingaro: un’area protetta caratterizzata da una natura selvaggia e scenari da favola. Un vero e proprio paradiso a due passi dalla rinomata San Vito Lo Capo, sulla costa occidentale dell’isola. La Riserva dello Zingaro è un’oasi naturale visitabile percorrendo tre differenti sentieri di diversa difficoltà: il sentiero costiero, il percorso di mezza costa e il sentiero alto, quest’ultimo il più impegnativo, per appassionati ed esperti di trekking. Sette chilometri di natura incontaminata, da San Vito Lo Capo a Castellammare del Golfo, con due ingressi - uno a Nord e uno a Sud, lato Scopello, Castellammare del Golfo, e sette calette, che caratterizzano la Riserva. Cala Tonnarella, Cala dell’Uzzo, Cala Marinella, Cala Berretta, Cala della Disa, Cala del Varo, Cala Capreria, gioielli incastonati tra grotte naturali, tra il verde della vegetazione, le trasparenze azzurro bianco del mare, che offre rifugio a una grandissima quantità di specie di flora e fauna. Al secondo posto, sempre al Sud d’Italia, nella provincia di Salerno, un luogo da visitare assolutamente, almeno una volta nella

vita, è Positano: connubio perfetto tra mare bellissimo, fascino tipico dei borghi e presenza di verde. Che dista pochi chilometri da uno dei gioielli del nostro Paese, la Costiera Amalfitana, patrimonio dell’UNESCO dal 1997. Cinquanta chilometri di tornanti e falesie a picco sul mare, in cui si susseguono località favolose della provincia di Salerno: Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri sul Mare.

Salendo su per lo stivale, al terzo posto, al centro Italia, tra le mete più affascinanti suggerite da noi di Atlas Magazine - Il mondo sulle nostre spalle troviamo sicuramente Porto Recanati e San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Porto Recanati è è una località pittoresca, adatta ad essere visitata in qualsiasi momento dell’anno ma a maggior ragione d’estate, nella parte più meridionale, invece, il lungomare di San Benedetto del Tronto è considerato uno dei più belli di tutta Italia, con i suoi sei chilometri e giardini lussureggianti, campi da tennis, panchine e zone relax lungo il percorso.

Al Nord, invece, tra le mie mete preferite per le vacanze estive (e non solo) ci sono le Cinque Terre, incantevoli borghi affacciati sul mare della Liguria. Patrimonio dell’UNESCO, attraversano la costa ligure rocciosa sovrastata da una catena di monti paralleli al litorale e arricchita da preziose spiagge, baie e fondali profondi, ma anche da terrazzamenti coltivati a vite e a olivo con i tipici antichi muretti a secco. Antichi villaggi di pescatori, caratterizzati da case colorate e da vigneti aggrappati ai ripidi terrazzamenti ricavati sulla costa. Cinque borghi, Monterosso al Mare, Corniglia, Vernazza, Manarola e Riomaggiore, situati lungo la Riviera di levante, tra Genova e La Spezia. Spiagge affascinanti, sentieri per gli amanti del trekking circondati da splendidi panorami.

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Riserva dello Zingaro - Sicilia

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IL COSTANTE PROGRESSO EUROPEO NELLE ENERGIE RINNOVABILI:

UN VIAGGIO VERSO L’INDIPENDENZA DAI COMBUSTIBILI FOSSILI di Leonardo Tiene

Negli ultimi anni, l’Europa ha fatto passi da gigante nel campo delle energie rinnovabili, e il vecchio continente sembra essere più determinato che mai a lasciarsi alle spalle i combustibili fossili. Ma come sta realmente cambiando il panorama energetico europeo? Scopriamolo insieme.

L’EUROPA E LA SUA VOGLIA DI VERDE

L’Europa ha capito una cosa: dipendere dai combustibili fossili non è solo dannoso per l’ambiente, ma anche per l’economia e la sicurezza energetica. Ecco perché sempre più paesi stanno investendo in tecnologie rinnovabili, cercando di sfruttare al massimo risorse come il sole, il vento e l’acqua. Per esempio, la Danimarca è ormai una veterana nel campo dell’eolico. Oltre il 40% della sua elettricità proviene dal vento, e l’obiettivo è arrivare al 100% di energia rinnovabile entro il 2050. Non male per un paese che ha una popolazione di poco più di 5 milioni!

La Germania, invece, ha puntato tutto sul fotovoltaico e sulle biomasse. Con il progetto “Energiewende”, il paese mira a ridurre drasticamente le emissioni di CO2, chiudendo tutte le centrali nucleari e sostituendole con impianti rinnovabili. E i risultati si vedono: nel 2020, la Germania ha generato il 46% della sua elettricità da fonti rinnovabili.

PROGETTI AMBIZIOSI E FUTURISTICI

Ma non sono solo i singoli paesi a spingere sull’acceleratore verde. L’Unione Europea nel suo complesso sta portando avanti una serie di iniziative ambiziose. Uno degli esempi più eclatanti è il progetto del “Green Deal Europeo”, che punta a rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Parte di questo piano prevede l’installazione di milioni di pannelli solari sui tetti delle case e degli edifici pubblici, la costruzione di nuove centrali eoliche offshore, e l’espansione delle reti di

trasporto elettrico. Insomma, un vero e proprio cantiere verde a cielo aperto!

IL FUTURO: SEMPRE PIÙ VERDE

Ma cosa ci aspetta nel futuro? La strada verso l’indipendenza dai combustibili fossili è ancora lunga, ma gli obiettivi sono chiari e la determinazione non manca. L’Europa sta anche esplorando nuove frontiere delle rinnovabili, come l’idrogeno verde, che potrebbe diventare un’arma segreta nella lotta contro il cambiamento climatico.

Inoltre, l’innovazione tecnologica continua a fare passi da gigante, rendendo le energie rinnovabili sempre più efficienti e accessibili. Le batterie di ultima generazione, per esempio, permetteranno di immagazzinare energia in eccesso prodotta da fonti rinnovabili, garantendo una fornitura costante anche quando il sole non splende e il vento non soffia.

La viabilità: le autostrade diventano sempre più verdi grazie a nuove tecnologie e intelligenze che favoriscono le auto elettriche in primis ma saranno anche in grado di rendere efficiente anche la guida con le auto tradizionali.

E questi sono solo alcuni esempi, ma potremmo andare avanti con la lista!

UN LIETO FINE?

In definitiva, l’Europa sta dimostrando che il cambiamento è possibile e che un futuro senza combustibili fossili non è solo un sogno, ma una realtà sempre più vicina. Grazie agli sforzi congiunti dei governi, delle aziende e dei cittadini, il vecchio continente sta tracciando la strada per un mondo più pulito e sostenibile. E chissà, magari un giorno racconteremo ai nostri nipoti di quando l’energia veniva dai combustibili fossili, e sembrerà loro una storia preistorica.

QUELLO CHE NON DICONO IN GRAVIDANZA: I NOSTRI CONSIGLI UTILI

PER RENDERE QUESTO PERIODO INDIMENTICABILE di Laura Ingoglia

Durante la gravidanza è comune provare ansia per ogni cosa e i miti trasmessi da generazioni non aiutano molto ma, anzi, generano spesso molta confusione.

Oltre a ciò, affrontare questo periodo durante i mesi estivi può presentare sfide specifiche: l’obiettivo di questo articolo è quello di sfatare alcuni dei miti più comuni sulla gravidanza e offrire reali consigli pratici su come gestirla con serenità.

1. “Non puoi fare esercizio fisico durante la gravidanza”: è doveroso specificare che è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio ma, contrariamente a quanto si crede, l’esercizio fisico moderato è sicuro e benefico per la maggior parte delle donne incinte. Salvo particolari controindicazioni, attività come camminare, nuotare o fare yoga non solo sono ottime per mantenere i valori sanguigni nella norma ma migliorano l’umore, riducono i disagi fisici e facilitano il parto.

2. “Devi mangiare per due”: la gravidanza richiede un aumento dell’apporto calorico, ma non significa raddoppiare le

porzioni. Come spesso consigliamo e ci sentiamo dire, è necessario agire con moderazione; pertanto, un’alimentazione sana e completa di proteine può solo che essere un benessere fisico e psicologico.

3. “Soddisfa le voglie alimentari”: questa leggenda sta in piedi da secoli ovvero che, quando si è incinta e si ha una voglia eccessiva di qualcosa in particolare da mangiare, è certo che il figlio nascerà con una macchia sulla pelle del colore dell’alimento a cui si ha rinunciato. Spoiler: se in gravidanza è frequente desiderare particolari tipi di alimenti e rigettarne altri, ciò non influirà minimamente sullo stato della pelle del nascituro.

4. “Non puoi tingerti i capelli”: molti ritengono che tingere i capelli durante la gravidanza sia pericoloso. Tuttavia, la maggior parte degli studi suggerisce che i trattamenti per capelli, se usati in modo appropriato, sono sicuri. Se sussiste ancora preoccupazione in materia, si può optare per colorazioni naturali o evitare il trattamento durante il primo trimestre.

5. Non puoi dormire sulla schiena: dormire sulla schiena può essere scomodo nelle fasi avanzate della gravidanza, ma non è pericoloso. È consigliabile dormire su un fianco (preferibilmente il sinistro per migliorare la circolazione sanguigna) ma trovare

una posizione confortevole è sempre la priorità.

VEDIAMO, INVECE, QUALI SONO I REALI CONSIGLI DA SEGUIRE PER AFFRONTARE IL PERIODO PIÙ BELLO DELLA VITA CON SERENITÀ.

1. Mantenersi idratati: specie durante l’estate, il rischio di disidratazione aumenta. È prioritario bere molta acqua per avere la giusta idratazione per sé stessi e per il nascituro: il nostro consiglio è quello di portarsi una bottiglia d’acqua ovunque si vada e di considerare l’assunzione di bevande elettrolitiche se si suda molto.

2. Indossare abiti leggeri e traspiranti: optare per abbigliamento in tessuti naturali come il cotone o il lino che permettono alla pelle di respirare. Il consiglio opportuno è quello di evitare abiti stretti che possono causare maggiore disagio.

3. Evitare le ore più calde: è ottimale rimanere al chiuso durante le ore più calde della giornata, solitamente tra le 11:00 e le 16:00. Se non si può fare a meno di uscire, è consigliato indossare un cappello e usare una crema solare sicura per la gravidanza.

4. Fare bagni rinfrescanti: un bagno fresco o una nuotata pos-

sono aiutare a ridurre la temperatura corporea. Le piscine sono un ottimo modo per fare esercizio senza surriscaldarsi.

5. Riposarsi adeguatamente: la fortuna del congedo di maternità consiste nel poter ascoltare maggiormente le esigenze del proprio corpo concedendosi frequenti pause. Se si riscontrano difficoltà a dormire in estate, un ventilatore o un condizionatore acceso nelle ore diurne aiuta a mantenere la stanza fresca e confortevole durante la notte.

6. Alimentazione leggera: è preferibile scegliere pasti leggeri e frequenti piuttosto che grandi pasti distanziati durante la giornata. Frutta, verdura e pasti sani ed equilibrati possono aiutare a mantenere l’energia senza appesantire il sistema digestivo.

In conclusione, sfatando falsi miti sulla gravidanza e fornendo alcuni consigli pratici speriamo di supportarvi nel vivere questo periodo non solo in modo più sereno e piacevole, ma anche come il momento più bello della vostra vita: i consigli dei nostri cari sono sempre ben accetti, ma ricordiamoci anche di consultare i medici per cancellare qualsiasi dubbio o preoccupazione al fine di vivere la gravidanza in modo sano, sereno e consapevole.

SPACE ECONOMY E LA PRIMA LEGGE ITALIANA SULLO SPAZIO

dell’Avv. Simone Facchinetti

Il 20 giugno 2024, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato la prima legge completa riguardante lo spazio e l’economia spaziale. Questa legge, composta da 31 articoli, pone l’Italia tra i primi Paesi europei a dotarsi di una legislazione completa per regolamentare tutte le attività spaziali. Vediamo i punti chiave:

• Regolamentazione dell’accesso allo spazio: la legge richiede un’autorizzazione per le attività spaziali condotte dal territorio italiano o per operatori italiani all’estero. Le attività autorizzate da altri Stati possono essere esenti se riconosciute in base ai trattati internazionali. L’autorizzazione è subordinata al possesso di requisiti oggettivi di idoneità tecnica e soggettivi di condotta e capacità finanziaria.

• Ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI): l’ASI sarà responsabile della vigilanza sugli operatori spaziali e potrà revocare autorizzazioni in caso di non conformità.

Questa legge è un passo importante per il settore spaziale italiano, favorendo l’ingresso dei privati nel settore e fornendo misure economiche di sostegno. L’Italia, inoltre, è responsabile per gli oggetti spaziali lanciati da aziende con sede nel Paese, anche se portati nello spazio con razzi e da spazioporti di altri Stati. Questa normativa chiarisce l’approccio e l’investimento nel settore spaziale italiano, aprendo nuove opportunità per la space economy.

Gli obiettivi della legge italiana sullo spazio sono molteplici e mirano a regolamentare e promuovere le attività spaziali nel Paese. Ecco alcuni dei principali obiettivi:

• Regolamentazione: la legge stabilisce norme chiare per l’accesso allo spazio, le attività spaziali e la responsabilità degli operatori. Questo crea un quadro giuridico per garantire la sicurezza e la conformità delle operazioni spaziali.

• Promozione della space economy: la legge incoraggia lo sviluppo di un settore spaziale competitivo in Italia. Favorisce l’ingresso di aziende private e promuove investimenti, ricerca e innovazione nel campo spaziale.

• Supporto alle imprese: la normativa offre incentivi fiscali e finanziari alle aziende coinvolte nello spazio. Ciò include agevolazioni per le startup, agevolazioni fiscali per gli investimenti e sostegno alla ricerca e sviluppo.

• Responsabilità internazionale: L’Italia si impegna a rispettare gli obblighi internazionali in materia di spazio, compresi i trattati e le convenzioni. La legge assicura che le attività spaziali italiane siano conformi agli standard globali.

In sintesi, la legge mira a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo del settore spaziale italiano, garantendo al contempo la sicurezza e la responsabilità.

L’Italia è attiva in diverse attività spaziali che generano opportunità economiche e coinvolgono un’ampia gamma di competenze. Tra queste:

• Agenzia Spaziale Italiana (ASI) fondata nel 1988, l’ASI è l’ente governativo responsabile di finanziare, regolamentare e coordinare le attività di esplorazione spaziale in Italia. Collabora con entità nazionali e internazionali attive nella ricerca e tecnologia aerospaziale. L’ASI gestisce anche il Centro per la Geodesia Spaziale a Matera e il proprio spazioporto, il Broglio Space Centre, in Kenya.

• Diplomazia spaziale: l’Italia partecipa alla “diplomazia spaziale”, promuovendo la cooperazione scientifica con attori globali. Nel 2020, l’Italia è stata uno dei primi Paesi a unirsi al programma Artemis della NASA, che mira a completare un nuovo allunaggio con equipaggio entro il 20252.

• Industria spaziale: l’Italia dispone di una catena di fornitura completa e di competenze specializzate nel settore spaziale. Le attività spaziali italiane generano 13 miliardi di eurodi ricavi e impiegano oltre 64.000 persone.

L’Italia è un membro esclusivo delle nazioni spaziali con una forte presenza nell’industria e nella ricerca spaziale.

Il settore aerospaziale italiano sta affrontando diverse sfide e opportunità mentre si evolve verso il futuro. Queste le tendenze e sviluppi:

• Esplorazione spaziale: l’Italia sta collaborando con altre nazioni per esplorare nuovi orizzonti. Partecipiamo a missioni come Artemis per tornare sulla Luna e stiamo sviluppando tecnologie per l’esplorazione di Marte.

• Satelliti e osservazione della Terra: l’Italia è un leader nella produzione di satelliti per l’osservazione della Terra. Questi satelliti monitorano il clima, l’ambiente, l’agricoltura e la gestione delle risorse naturali.

• Space economy: il settore aerospaziale italiano sta crescendo grazie a investimenti in startup, ricerca e sviluppo. Le aziende italiane partecipano alla produzione di razzi, veicoli spaziali e tecnologie avanzate.

• Sostenibilità: l’industria aerospaziale si sta impegnando per ridurre l’impatto ambientale. Ciò include sviluppare razzi più efficienti e ridurre i detriti spaziali.

• Collaborazione internazionale: l’Italia continua a collaborare con altre nazioni, partecipando a progetti congiunti e scambiando conoscenze e risorse.

In breve, l’Italia sta investendo nella ricerca, nell’innovazione e

nella collaborazione per guidare il settore aerospaziale verso un futuro promettente.

Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha adottato l’approccio “Zero Debris” per ridurre drasticamente i detriti spaziali entro il 2030. Questo impegno fa parte del più ampio Zero Debris Charter, un’iniziativa globale che invita le entità spaziali a promuovere un ambiente spaziale sostenibile.

Ecco alcune azioni specifiche intraprese dall’Italia e dall’ESA:

1. Disposizione sicura: le missioni ESA devono garantire la disposizione sicura degli oggetti spaziali attraverso il rientro atmosferico o il reorbitaggio a un’altitudine sicura con una probabilità di successo superiore al 90%. Le missioni dovrebbero anche includere interfacce che facilitino la rimozione dall’orbita in caso di fallimento dell’autodisposizione.

2. Riduzione del tempo in orbita: il tempo trascorso in orbita influenza la possibilità di collisioni e la creazione di ulteriori detriti. Le nuove missioni ESA devono limitare il tempo trascorso in orbite terrestri basse protette a soli cinque anni alla fine della loro vita operativa.

3. Evitare collisioni in orbita: la manovra di evitamento delle collisioni è diventata una pratica regolare per le missioni in orbita terrestre bassa. Con l’aumento delle attività spaziali e la crescita dei detriti in orbita, è essenziale sviluppare strategie di evitamento delle collisioni migliorate.

4. Prevenzione delle rotture interne: monitoraggio della salute dei satelliti e implementazione di tecniche robuste di passivazione per prevenire la rottura interna dei satelliti.

L’Italia sta collaborando attivamente con l’ESA per ridurre i detriti spaziali e garantire un futuro sostenibile nello spazio.

La Nuova Legge Italiana sullo Spazio si sofferma sui temi della regolamentazione e risarcimento dei danneggiamenti, infatti:

• La legge richiede un’autorizzazione per le attività spaziali condotte dal territorio italiano o per operatori italiani all’estero. Le attività autorizzate da altri Stati possono essere esenti se riconosciute in base ai trattati internazionali. L’autorizzazione è subordinata al possesso di requisiti oggettivi di idoneità tecnica e soggettivi di condotta e capacità finanziaria1.

• L’ASI sarà responsabile della vigilanza sugli operatori spaziali e potrà revocare autorizzazioni in caso di non conformità.

• La legge prevede che l’autorizzazione a operare nello spazio sarà negata a chi lavora per i governi di paesi non democratici. Questo vincolo mira a garantire la sicurezza e l’integrità delle attività spaziali italiane.

• Nel caso in cui oggetti spaziali causino danni a persone o proprietà sulla Terra, la legge stabilisce un limite massimo di risarcimento fino a 100 milioni di euro. Questo meccanismo protegge sia gli operatori spaziali che le vittime di eventuali incidenti.

Le conseguenze per chi viola la legge italiana sullo spazio possono variare a seconda della gravità dell’infrazione e delle circostanze specifiche. Ecco alcune possibili conseguenze:

• Revoca dell’autorizzazione: se un operatore spaziale viola le disposizioni della legge, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) può revocare l’autorizzazione concessa per operare nello spazio. Questo potrebbe impedire all’operatore di continuare le attività spaziali.

• Sanzioni finanziarie: l’ASI può imporre sanzioni finanziarie o multe all’operatore che ha commesso l’infrazione. L’importo della sanzione dipenderà dalla gravità dell’azione illegale.

• Responsabilità civile: se un oggetto spaziale causa danni a persone o proprietà sulla Terra, l’operatore potrebbe essere ritenuto responsabile e dovrà risarcire i danni fino a 100 milioni di euro, come previsto dalla legge.

• Penalità legali: in casi gravi, l’operatore potrebbe affrontare procedimenti legali e sanzioni penali, come multe più elevate o addirittura la reclusione, se la violazione è stata intenzionale o negligente.

È importante notare che la legge è stata introdotta per garantire la sicurezza, la regolamentazione e la responsabilità nel settore spaziale italiano. Gli operatori dovrebbero rispettarla per evitare conseguenze negative.

L’applicazione pratica delle normative sulla space economy e l’accesso allo spazio in Italia sarà affidata all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Ecco come verranno monitorate e applicate:

• Autorizzazioni e vigilanza: l’ASI sarà responsabile di rilasciare autorizzazioni per le attività spaziali e di monitorare gli operatori. Verificherà che gli operatori rispettino i requisiti tecnici, finanziari e di condotta.

• Collaborazione internazionale: l’Italia collaborerà con altre nazioni e organizzazioni spaziali per garantire la conformità alle norme globali. Ciò include scambi di informazioni e cooperazione per la sicurezza.

• Rapporti di conformità: gli operatori dovranno presentare rapporti periodici all’ASI per dimostrare la conformità alle normative. Questi rapporti saranno esaminati attentamente.

• Sanzioni e risarcimenti: In caso di violazioni, l’ASI può imporre sanzioni finanziarie o revocare l’autorizzazione. Se gli oggetti spaziali causano danni, l’operatore sarà responsabile fino a 100 milioni di euro.

L’ASI pertanto garantirà l’applicazione delle normative, promuovendo la sicurezza e la responsabilità nello spazio italiano.

La legge italiana sullo spazio prevede meccanismi per gestire controversie e incidenti legati alle attività spaziali e precisamente:

• Autorità di vigilanza: l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sarà responsabile della supervisione degli operatori spaziali. In caso di controversie o violazioni, l’ASI può revocare autorizzazioni o imporre sanzioni finanziarie.

• Risarcimento dei danni: se oggetti spaziali causano danni a persone o proprietà sulla Terra, gli operatori sono tenuti a risarcire fino a 100 milioni di euro. Questo limite massimo è stabilito dalla legge.

• Normative internazionali: l’Italia segue le normative internazionali, compresi trattati come la Convenzione sulla responsabilità internazionale per danni causati da oggetti spaziali. Questi accordi regolano la responsabilità e la gestione dei rischi.

• Prevenzione: la legge mira a prevenire incidenti e detriti spaziali, evitando la cosiddetta “Sindrome di Kessler”, in cui il volume dei detriti potrebbe rendere difficili le attività spaziali.

L’Italia si impegna a garantire la sicurezza, la regolamentazione e la responsabilità nello spazio, affrontando eventuali controversie o incidenti con rigore e trasparenza.

A sx: l’Avvocato Simone Facchinetti

In basso: lo staff dello Studio Legale Facchinetti

ENERGIA VERDE: IL NUOVO ORO PER LE AZIENDE ITALIANE.

LE IMPRESE LEADER STANNO SFRUTTANDO IL SOLE

PER SUPERARE LA CONCORRENZA di Margherita Ingoglia

Non è utopia, affatto.

Nell’attuale panorama economico, le aziende più di successo hanno fatto dell’efficienza energetica e della sostenibilità fattori chiave per la loro competitività sul mercato.

In questo scenario, il fotovoltaico emerge come una delle soluzioni più efficaci, consentendo non solo una significativa riduzione dei costi energetici ma anche un forte impatto positivo sull’immagine aziendale.

L’aspetto più potente, infatti, è che l’impegno verso l’energia pulita non solo aiuta a mitigare il cambiamento climatico ma rafforza anche la reputazione aziendale. Diverse indagini dimostrano infatti che, in Italia, i consumatori sono sempre più eco-responsabili e sono disposti a pagare di più per prodotti e servizi provenienti da aziende impegnate nella sostenibilità ambientale.

Una percentuale che è destinata solo ad aumentare. Perché la sostenibilità è un tema che si fa sempre più spazio nella mente delle persone. Perché il cambiamento climatico è già avvenuto... e ora dobbiamo fare il possibile per ridurne gli effetti.

Ed è questo l’unico motivo per il quale le migliori aziende italiane hanno scelto di installare un impianto fotovoltaico sui propri stabilimenti? Certo che no.

Un bravo imprenditore guarda oltre l’immagine aziendale e prima di fare un qualsiasi investimento, guarda soprattutto il ritorno economico.

Anche in questo caso, il fotovoltaico si è dimostrato una scelta vincente:

• RIDUZIONE DEI COSTI OPERATIVI: con il fotovoltaico, le

aziende vedono una drastica diminuzione delle spese per l’energia, liberando risorse che possono essere reinvestite per l’innovazione e la crescita.

• INCENTIVI E AGEVOLAZIONI: lo Stato Italiano e l’UE offrono un ventaglio di incentivi per le aziende che decidono di investire nel solare, rendendo l’investimento ancora più vantaggioso.

Le aziende italiane che hanno scelto di adottare il fotovoltaico, quindi, non hanno solo migliorato la propria immagine e reputazione, ma hanno ridotto significativamente i loro costi energetici. Essere “verdi” oggi significa essere avanti, pronti a guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile e resiliente.

PERCHÉ AGIRE ORA

Questo è il vero segreto: prima o poi, tutte le aziende opteranno per il fotovoltaico... perché sarà una scelta obbligata. A quel punto, la forza competitiva che si avrebbe in questo momento, sarebbe azzerata.

Diventa quindi più che mai strategico optare per questa soluzione ADESSO, iniziando subito a risparmiare, anche grazie agli incentivi a disposizione, acquisendo al tempo stesso quella fetta di mercato composta da consumatori attenti ai temi ambientali.

Con la giusta pianificazione e il supporto di partner affidabili, è possibile trasformare i costi energetici in un investimento produttivo, generando valore a lungo termine per l’azienda e per l’ambiente.

IL DECLINO DELLA SALUTE MENTALE DEI GIOVANI:

UN’URGENZA DA AFFRONTARE di Leonardo Tiene

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un preoccupante aumento dei problemi di salute mentale tra i giovani. Stress, ansia, depressione e altri disturbi sono sempre più comuni, influenzando profondamente la vita di ragazzi e ragazze. Ma cosa sta succedendo davvero? E come possiamo aiutare le nuove generazioni a ritrovare un equilibrio?

I GIOVANI E IL PESO DEL MONDO

I giovani di oggi affrontano pressioni enormi, molte delle quali erano impensabili per le generazioni precedenti. Il peso delle aspettative scolastiche e lavorative, la costante competizione, la paura di fallire e la necessità di essere sempre all’altezza sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono a questo declino della salute mentale.

Inoltre, il mondo digitale gioca un ruolo fondamentale. I social media, se da un lato offrono connessioni e intrattenimento, dall’altro possono alimentare sentimenti di inadeguatezza, isolamento e ansia. Il fenomeno del cyberbullismo è un altro aspetto oscuro della vita online, con effetti devastanti sulla psiche dei giovani.

SEGNALI D’ALLARME E STORIE VERE

I numeri parlano chiaro: secondo diversi studi, il tasso di depressione tra gli adolescenti è aumentato significativamente negli ultimi dieci anni. Ma dietro ogni statistica c’è una storia reale. Storie di giovani che faticano a vedere un futuro positivo, che si sentono sopraffatti e soli.

Ad esempio, un recente report ha evidenziato come i disturbi d’ansia siano raddoppiati tra i giovani durante la pandemia di COVID-19. La chiusura delle scuole, la mancanza di interazioni sociali e l’incertezza generale hanno creato un ambiente fertile

per l’aumento di questi problemi.

AFFRONTARE LA CRISI: SOLUZIONI E SPERANZE

La buona notizia è che la consapevolezza riguardo alla salute mentale sta crescendo. Sempre più scuole stanno implementando programmi di supporto psicologico e di educazione emotiva. Molti paesi stanno investendo in servizi di salute mentale accessibili e gratuiti per i giovani, riconoscendo l’urgenza della situazione.

Inoltre, la tecnologia, pur essendo una parte del problema, può anche offrire soluzioni. App di meditazione, piattaforme di supporto online e terapie digitali stanno emergendo come risorse preziose per chi cerca aiuto.

IL FUTURO: UN IMPEGNO COLLETTIVO

Guardando avanti, è chiaro che la salute mentale dei giovani deve diventare una priorità. Le scuole, le famiglie, le comunità e i governi devono lavorare insieme per creare un ambiente più supportivo e meno stressante. L’educazione emotiva deve essere integrata nel curriculum scolastico, insegnando ai ragazzi come gestire lo stress e le emozioni.

Inoltre, dobbiamo combattere lo stigma che ancora circonda i problemi di salute mentale. Parlare apertamente di queste tematiche, incoraggiando chi ne soffre a chiedere aiuto senza paura di essere giudicato, è fondamentale.

Il declino della salute mentale dei giovani è una sfida urgente e complessa. Tuttavia, con il giusto impegno e le risorse adeguate, possiamo invertire questa tendenza e garantire un futuro più sano e felice per le nuove generazioni. Ogni passo verso una maggiore comprensione e supporto può fare la differenza, trasformando storie di sofferenza in racconti di speranza e resilienza.

COS’È L’ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE?

Per alimentazione sostenibile si intende un approccio alimentare, un modello, rispettoso dell’ambiente, e dei lavoratori del settore. Si tratta di un modello che mira a contribuire alla sicurezza alimentare e alla salute delle generazioni presenti e future, e che ha un valore anche economico e sociale. È un’alimentazione a ridotto impatto ambientale, che si propone l’obiettivo di creare e ricercare costantemente l’equilibrio tra il rispetto del Mondo in cui abitiamo e la produzione alimentare, e promuove la consapevolezza delle scelte alimentari. Il cibo, infatti, è la leva più potente per migliorare la nostra salute e quella degli ecosistemi, e scegliere un approccio alimentare sostenibile vuol dire optare per delle singole scelte quotidiane, come evitare gli sprechi, preservare la biodiversità del Pianeta, rispettando le risorse e riducendo le emissioni di gas serra. L’alimentazione sostenibile ha infatti alcune, semplici, “regole”

alla base:

• consumare meno cibo

• sprecare meno

• preferire i prodotti vegetali

Scegliere alimenti sostenibili è fondamentale se intendi seguire questo approccio e preservare il Mondo in cui abitiamo, per te e per le generazioni future. Ma quali sono gli alimenti sostenibili?

Sono tutti quei cibi che hanno un impatto ambientale ridotto, che seguono la stagionalità e la territorialità delle risorse. Ecco alcuni esempi:

• prodotti locali e a km 0

• prodotti rigorosamente di stagione

• prodotti da aziende e allevamenti biologici

• prodotti sfusi o che comunque evitano l’utilizzo di imballaggi in

plastica, preferendo soluzioni meno inquinanti.

L’alimentazione sostenibile è parte anche dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel 2015 dai paesi membri delle Nazioni Unite. Presente in tre punti, tutti contenuti nell’obiettivo 2 “Fame zero” dell’agenda:

1. porre fine alla fame nel mondo garantendo a tutti un accesso al cibo che sia di qualità e sufficiente per tutto l’anno e combattendo le forme di malnutrizione in ogni angolo del pianeta

2. raggiungere la sicurezza alimentare

3. migliorare l’alimentazione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Diventa quindi fondamentale educarci ed educare ad un nuovo stile alimentare. E, secondo il WWF, sono otto i criteri per fare delle scelte alimentari sostenibili, migliorare il nostro regime alimentare e ridurre così il nostro impatto sul Pianeta.

1. Mangia vegetale

2. scegli BIO

3. acquista locale

4. paga il giusto

5. mangia sano

6. mangia vario

7. scegli il pesce responsabilmente

8. riduci gli sprechi

Lo spreco alimentare, infatti, rappresenta uno sfruttamento di risorse ambientali (già limitate) ed economiche, oltre che fonte di inquinamento e produzione di rifiuti. Lo spreco alimentare è parte di tutte le fasi della filiera, soprattutto in quella del consu-

matore finale. Per contribuire a ridurre gli sprechi, nella nostra vita quotidiana, potremmo programmare la spesa, conservare con attenzione gli alimenti in dispensa e in frigorifero, riciclare gli avanzi in nuove ricette oppure, quando possibile, congelarli, consumare prima gli alimenti a scadenza più ravvicinata. Non tutti i pesci che troviamo al mercato o supermercato sono pescati allo stesso modo e nel rispetto dell’ecosistema marino. Scegliamo prodotti provenienti da una pesca sostenibile: fa bene alla nostra salute, all’ambiente e all’economia locale. Come le verdure anche il pesce ha la sua stagionalità. Mangiare sano e mangiare vario, poi, sono due capisaldi della nostra dieta mediterranea, stiamo attenti a non dimenticarcene! La dieta mediterranea, infatti, privilegia il consumo di alimenti rispettando la stagionalità degli stessi. Così da ridurre le coltivazioni in serra e i relativi impatti ambientali, o ancora l’approvvigionamento e i costi di trasporto da paesi lontani. Prediligiamo quindi prodotti locali, freschi e genuini, per sostenere la filiera corta e quindi ridurre le emissioni di anidride carbonica prodotta dal trasporto dei beni alimentari, e per supportare i produttori del territorio. Stando attenti al prezzo! Scegliamo produttori responsabili e onesti. E prediligiamo il consumo di verdure e legumi, piuttosto che di carne. Lo sapevi che un vegetariano consuma tra i 1.500 e i 2.600 litri d’acqua per alimentarsi quotidianamente? Chi, invece, segue una dieta ricca di carne ne spende invece tra i 4.000 e i 5.000 litri. Inoltre, gli allevamenti intensivi producono il 14,5% dei gas serra nel mondo. Ridurre il consumo di carne, soprattutto rossa, è necessario, e se proprio non riusciamo a farne a meno cerchiamo di consumare carne proveniente da allevamenti estensivi e biologici.

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C’è una magia indefinita che avvolge epoche, uomini e stagioni, un perenne fascino e richiamo verso l’assenza di confini, verso il mare.

Il mare rappresenta il pericolo, l’ignoto che intimorisce l’uomo ma che allo stesso tempo lo attrae e lo sfida. Vive in molte opere letterarie, con il suo inarrestabile movimento di emozioni che genera nell’anima di scrittori e lettori che lo navigano. Amico, nemico, distruttore e creatore: il mare può essere tutto ed il suo opposto.

Migliaia sono le opere in cui il mare è protagonista indiscusso (anche se senza voce), sfondo delle stesse o almeno citato tra le righe e di volta in volte assume una diversa sfumatura; qui portiamo solamente alcuni degli esempi, tra i più famosi, del potente significato e simbolismo del mare.

IL MARE VIAGGIO: L’ ODISSEA (Omero)

Il primo mare ad essere raccontato è stato il Mediterraneo con l’Odissea, ricca di avventure, luoghi ignoti e che per la prima volta ha introdotto il tema del viaggio e del “nostos”, il ritorno. Questo tema è metafora della vita dell’uomo: il viaggio come fonte di conoscenza ed esperienze che l’uomo acquisisce, raggiungendo un più alto livello di crescita interiore e consapevolezza, proprio come il viaggio dell’esistenza. Il continuo ed imprevedibile viaggiare per mare di Ulisse racconta qualcosa sulla vita di ciascuno di noi.

L’acqua, il mare, sono il tramite tra l’uomo e l’ignoto, che Ulisse vuole colmare e conoscere, e per farlo deve riprendere la navigazione, cioè deve continuare a vivere. La stessa Itaca non è mai stata davvero un traguardo bensì, durante il lungo viaggio è semplicemente lo stimolo per andare avanti, un obiettivo da raggiungere. Il mare rappresenta qui il pericolo, la natura nel suo aspetto minaccioso ed imprevedibile; rappresenta le avversità in cui ci imbattiamo durante il nostro viaggio che è la vita e che ci porta alla conoscenza delle cose attraverso le scoperte e le esperienze, siano esse positive o negative.

Nel Canto XXVI dell’Inferno, Dante riprende la figura di Ulisse e del suo viaggio, utilizzando la metafora del naufragio come castigo per tutti coloro che vogliono superare i confini consentiti: lo scibile umano è delimitato dalle famigerate Colonne d’Ercole, al di là delle quali l’uomo subisce l’ira divina, rappresentando, in chiave cristiana, il destino dei peccatori di presunzione. Il monito dantesco viene superato nel Medioevo, quando al mare è attribuito il significato delle possibilità: l’esplorazione di nuove terre consente all’uomo di arricchire le sue conoscenze, affrontando le onde con la determinazione di superare l’ostacolo. Il mare diventa simbolo del principio romantico di libertà, metafora di espansione e potenza, di superamento delle barriere fisiche e spirituali (felice smarrimento nel quale naufraga con dolcezza negli ultimi due versi de “L’infinito” Leopardi).

IL MARE COME DUALISMO VITA/MORTE: I MALAVOGLIA (Verga, 1981)

Nei Malavoglia lo spazio del villaggio di Aci Trezza è dominato dalla presenza costante del mare, che sembra accompagnare come un sottofondo musicale le speranze e i dolori dei pescatori;

è nello stesso tempo, ragione di vita e di sopravvivenza economica e causa di sventura e di morte. Esso assume anche connotazioni antropomorfe, tipiche delle suggestioni e delle credenze popolari. Il mare sembra, a tratti, una presenza quasi umana: sensibile alle condizioni meteorologiche, dorme, russa, muggisce e urla. Nei Malavoglia, anch’esso è infatti parte della concezione verghiana della vita: è fonte di sopravvivenza ma anche portatore di rischio e sciagura. Già nella novella “Fantasticheria” Verga aveva parlato del mare come metafora del mondo dove i pesci grossi mangiano quelli piccoli e sopravvivono solo le ostriche che restano attaccate allo scoglio.

La famiglia di pescatori protagonista dell’opera deve fronteggiare il mare e la sciara che si tramutano in strumenti del fato per sopravvivere: questi due elementi sono al centro dei tre momenti cardinali della trama ovvero la rovina economica, il tentato riscatto e la sconfitta morale.

La prima lotta è quella contro il mare, quando la famiglia tenta la grande vendita del carico di lupini: questo episodio è un chiaro esempio della capacità umana di sfruttare la natura a proprio vantaggio (economico), capacità che, però, si rivela assai limitata in quanto la natura sconvolge all’ improvviso lo status di calma e il mare inizia ad agitarsi con l’alzarsi del vento, preludio di una sventura che si consuma per volere di una natura malevola e personificata. Il vento diventa il diavolo ed il mare è paragonato a un dio mutevole e noncurante che si diverte a cambiare il corso degli eventi. Sempre la distesa marina è protagonista del secondo importante momento del romanzo ossia il tentativo di riscatto economico: «è sul mare che i Malavoglia vanno a conquistare le quaranta onze di Zio Crocifisso e la casa del nespolo. Ed è sul

mare che essi subiscono una seconda sconfitta».

Ancora una volta la famiglia soccombe dinanzi alle forze del «mostro dai cento colori e dai mille occhi». Al centro dell’atto decisivo della sconfitta morale, infine, si trova la sciara che, imprigionando ’Ntoni nel suo fitto buio, gli impedisce la fuga.

In generale la concezione che Verga ha della natura nell’ opera è negativa, paragonabile alla matrigna leopardiana che osserva minacciosamente, tradisce, inganna e sembra voglia ‘mangiarsi’ gli uomini: il rapporto con l’uomo, conseguentemente, è spesso ostile.

IL MARE COME METAFORA DELLA VITA: LA LINEA D’OMBRA

(Joseph Conrad 1917)

La vicenda raccontata è quella di un giovane ufficiale che, a un certo punto, abbandona la nave sulla quale prestava servizio da molti anni aspettando fino a quando arriva un nuovo incarico, questa volta come capitano di un’altra nave, ed è su questa seconda nave che inizia la sua vera esperienza.

Questo libro racconta un viaggio in mare che a sua volta è la metafora del viaggio della crescita del protagonista e di tutti noi. Conrad ci racconta un vero e proprio passaggio, quello che le tribù primitive celebrano con un rito di iniziazione.

La linea d’ombra rappresenta un limite e superarla significa sfidare quel confine oltre il quale non ci siamo mai spinti prima. È l’andare oltre la dimensione di ciò che è noto per entrare in una realtà altra all’interno della quale diventiamo ciò che non siamo ancora. Per il protagonista del racconto di Conrad, del quale non conosciamo nemmeno il nome, superare le prove della vita significa crescere, diventare adulto: tutti noi abbiamo affrontato le tappe della crescita e tutti noi, a un certo punto, ci siamo trovati di fronte alla linea d’ombra. Crescere, diventare adulti, significa passare dalla giovinezza spensierata all’età matura, un periodo che di solito è più consapevole e quindi tormentato: essere giovani significa coltivare sogni, essere adulti significa assumersi responsabilità. Solcare le onde, attraversare il mare, navigare, sono tutte metafore dell’attraversamento delle fasi della vita e più la navigazione è tormentata, più la consapevolezza diventa grande. L’io narrante di questo romanzo, dopo essere entrato nella linea d’ombra e aver lasciato la nave presso cui era imbarcato con la voglia di farla finita e di tornarsene a casa, viene come prelevato a forza dalla vita e condotto a Bangkok con l’incarico di comandante di un equipaggio tutto suo.

Tuttavia c’è un maleficio che grava sulla nave e sull’equipaggio: è la maledizione del precedente capitano che è morto proprio sull’imbarcazione.

Per giorni la nave è vittima di una calma piatta e gli uomini dell’equipaggio sono in preda a una febbre che li consuma e li rende impossibilitati a svolgere le manovre necessarie per la corretta navigazione; tutti hanno dentro la misteriosa febbre tranne l’io narrante e Ransome, il cuoco tutto fare, che però porta la morte dentro, essendo malato di cuore.

Finalmente la nave giunge al porto da cui è partito l’io narrante e gli uomini vengono curati a terra, ma poi si deve ripartire, perché non c’è un momento di riposo nella vita, per nessuno.

Metafora delle vicissitudini dell’esistenza ci fa riflettere di come cedere alla linea d’ombra sia una grossa tentazione, ma l’istinto del marinaio che è in ognuno di noi sopravvive e ci porta oltre.

IL MARE PSICOLOGO

(Moby Dick di Herman Melville, 1851)

Finiamo questa breve incursione nel mondo della letteratura che parla di mare con Moby Dick, un libro che ha il mare dentro. Per Ismaele, la voce narrante, il mare è un imbattibile psicologo: “Considerateli tutti e due, il mare e la terra, e non scoprite una strana analogia con qualche cosa in voi stessi? Perché come questo oceano spaventoso circonda la terra verdeggiante, così nell’anima dell’uomo c’è un insulare Tahiti, piena di pace e di gioia, ma circondata da tutti gli orrori di questa semisconosciuta vita”. Achab, il capitano che vuole vendicarsi della balena bianca che lo ha reso privo di una gamba, conosce un solo modo per “cacciare la malinconia”: mettersi in mare. Quante volte anche noi ci siamo sentiti attirati dalla negatività di alcune situazioni, impauriti di fronte alla realtà e abbiamo trovato nel mare non solo rifugio, ma anche salvezza?

Mare è tutto ciò che percepiamo dell’esistenza: vita, morte, solitudine, nostalgia, amore, sofferenza. Oggi, in letteratura, il mare viene ancora considerato come un elemento oscuro, carico di significati allegorici, ma viene anche esaltato per la sensazione di pace e tranquillità che trasmette. Possiamo definirle due facce della stessa medaglia: calma e agitazione, amore e odio, vita e morte.

Per descrivere la vita umana non esiste metafora più potente e completa di quella del viaggio attraverso il mare: vele spiegate, un’imbarcazione mai sufficientemente robusta per solcare la spaventosa e irresistibile grandezza dell’oceano, il pericolo costante delle tempeste, il rischio dei naufragi, la consapevolezza di poter contare solo sulle proprie forze per ultimare la traversata.

I NUOVI SCHIAVI DELLE ABITUDINI

Partiamo dal valore etimologico delle parole che il titolo di questo mio scritto riporta. Innanzitutto la parola “schiavo” che, con sfumature idiomatiche tedesche, servendoci sempre del nostro caro latino, deriva da sclavus, ovvero prigioniero di. Se a questa prima parola aggiungiamo quella di “abitudini”, troveremo, come derivazione radicale, il termine habitus, che sta a significare modo di essere. Unendo i due significati, è semplice dedurre che andremo a parlare di chi è prigioniero del proprio modo di essere e, di riflesso, del proprio fare. Non si è liberi solo perché non ci hanno messo le manette ai polsi o la catena al piedi. Anzi, andando a disturbare il leader sudafricano Nelson Mandela, ricordiamo come abbia resistito alla tentazione di cedere fisicamente e psicologicamente, solo perché, pur rinchiuso ed incatenato, spaziava con la mente al di fuori di quelle pareti ammuffite e buie. Gustava cioè la sua esistenza con spirito di libertà, vivendo da prigioniero ma pensando da uomo libero. Oggi, purtroppo, avviene l’esatto contrario. Per sentirci a nostro agio, dobbiamo andare alla continua ricerca di certezze assolute che, quasi sempre, si possono trovare in ciò che già conosciamo e non in quello che dovremmo scoprire. Se sappiamo qualcosa, è perché l’abbiamo già vissuta e, ripeterla, non ci porterà sorprese, brutte o belle che siano. Siamo abituati a chiamarle abitudini. Siccome non possiamo farne a meno, le consideriamo come bisogni primari ai quali dare la massima priorità. Spezzarle ci creerebbe disagio, disarmonia, inquietudine, incertezza. L’incognito ci porterebbe alla destabilizzazione psicologica ed alla desertificazione degli stimoli, proprio perché viene a mancare il controllo di ciò che ci circonda. Chi non ha quindi la capacità di disporre appieno delle proprie azioni, è schiavo. Il ripetersi dei gesti quotidiani, degli atti scaramantici, degli accadimenti scontati, dei pensieri conservativi, delle aspettative incanalate, crea in noi una falsa parvenza di movimentismo ma, in realtà, ci immobilizza. Prendere il caffè sempre allo stesso bar, ci fa percorrere sempre la stessa strada e ci fa incontrare sempre le stesse persone. È una abitudine che ci fa ambiguamente muovere ma, in realtà, ci porta immobilismo: viviamo solo ciò che sta entro e non individuiamo nulla di ciò che sta oltre. È come se camminassimo con il pilota automatico. Ci viene a mancare cioè il piacere di scoprire, di svilupparci e, magari, anche di sbagliare. Se non sbagliamo, si voglia o no, non possiamo crescere come si dovrebbe, perché saremo sempre trascinati dalla piena della consuetudine. Ci abituiamo alle scontate positività ed alle temute negatività. Conoscete l’esempio della rana? Se la getti nell’acqua bollente, salta fuori d’impulso. Se la

DETTO TRA NOI... di Sergio Grifoni

immergi nell’acqua fredda che metti a riscaldare, pian piano l’animale si abitua, si circonda di assuefazione corporea e termica, non avverte l’istintivo bisogno di saltare e…muore. Tradita dalla schiavitù dell’essersi abituata. La società, con tutte le sue variabili ed i suoi fattori tentatori, non certo ci aiuta a sconfiggere la costumanza inattiva. Basti pensare allo smartphone, utilizzato più dell’orologio, del fazzoletto, dell’auto, del computer. Fa parte della nostra quotidianità, solo perché ci infonde sicurezza. Pensiamo che, utilizzandolo, ci farà conoscere il mondo. Poniamoci però una domanda: a che serve conoscere il mondo, se non va oltre quel piccolo schermo? La nostra vita diventa automatizzata per merito o per colpa di un crescente conformismo tecnologico che trionfa sulle nostre azioni. Quasi tutti adesso la chiamano rivoluzione digitale o rivoluzione informatica che, con irrefrenabile crescita, va a sostituire quella tecnica e meccanica. Il grave è che spesso e volentieri sostituisce anche il nostro cervello, il nostro pensare, la nostra capacità creativa ed espressiva, il nostro essere anima prima che corpo, la nostra reattività e, soprattutto, la nostra dinamicità. Questo sistema della facilitazione espressiva ed informativa, crea intorno a noi una cortina di indifferenza, di apatia, di smisurato lassismo. Quando manovriamo un telefonino, ci isoliamo da tutto ciò che ci circonda, assentandoci da ogni contesto discorsivo e riflessivo. Siamo con tutti restando soli. Chi ne risente poi sono i rapporti, soprattutto famigliari, perché viene a mancare quella naturale empatia e condivisione di pensieri, riflessioni, sentimenti, paure, aspettative, ragioni di vita. La schiavitù che si nasconde nell’abitudine di accendere quel maledetto telefonino appena si aprono gli occhi al mattino. Una volta si guardava fuori dalla finestra per verificare che tempo ci riservava la giornata. Oggi, da sotto le lenzuola, si accede alla specifica applicazione per verificare la situazione meteorologica. Magari è più semplice e comodo, ma non si guarda più il cielo!!! Navigo tra i numerosi social per conoscere i compleanni della giornata, inviando agli interessati costruite frasi augurali. Arriveranno a tanti, ma sono il frutto della memoria digitale, non di quella scaturita dal mio interesse interiore e, di riflesso, dai miei sentimenti. Il telefonino detta, la mano scrive. Una volta dettava il cuore. Si perdono le sincere dimostrazioni d’affetto, inaridite dall’abitudine di utilizzare meccanismi perfetti sotto il profilo tecnologico, ma perfettibili sotto quello umano. Cresce inoltre la paura di rimanere esclusi da tutto quello che avviene in rete, perché si è coscienti che, con l’esclusione, sparisce la sicurezza. Per il consolidamento dell’abitudine, smarrire lo smartphone, viene considerata una delle maggiori

disgrazie che possano capitare. Non posso messaggiare sui social per denunciarne lo smarrimento; non posso comunicarlo ad altri se non a quei pochi che incontro; non posso ricevere telefonate o informazioni; non posso scattare foto o accedere ad internet. Sto in mezzo ad una piazza affollata, ma sono isolato da tutto. In quel momento mi accorgo che quel telefonino non è altro che una protesi del mio braccio e della mia mente. Si diventa drogati di abitudine. Si perde di conseguenza la capacità di decidere ma, soprattutto, quella di decidere in fretta, perché, sino al momento

dello smarrimento, c’era chi decideva per me. Ed allora arriva il momento delle grandi riflessioni, del temporeggiamento, del rinvio. Un’altra insana abitudine. Asseriva lo scrittore gesuita, Anthony De Mello: chi pondera a lungo prima di fare un passo, passerà la sua vita su una gamba sola. Detto fra noi, con una sola gamba, non si va lontani e si rischia di essere presto catturati dalla inesorabilità degli eventi, sottostando alla loro imponderabilità. Si diventa cioè schiavi delle nostre abitudini. E finisce la libertà!

LE CASE DOTATE DI MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA

VENGONO VENDUTE A UN QUARTO DEL PREZZO IN PIÙ

RISPETTO A QUELLE MENO PERFORMANTI

Mitigare l’impatto negativo del cambiamento climatico implica l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra: il percorso verso l’obiettivo richiede, tra le altre cose, un drastico miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici residenziali, che rappresentano il 12,5% delle emissioni di gas serra in Italia e il 9% in Europa e sono per lo più obsoleti. Per incentivarlo e per attestarlo è stato sviluppato un sistema di etichettatura energetica che ha però anche un’altra implicazione: aumenta il valore degli immobili più virtuosi. Lo sostiene il report della Banca d’Italia, “la capitalizzazione delle etichette energetiche nei prezzi delle case. Dimostrazioni dall’Italia”.

L’IMPORTANZA DELLA CAPITALIZZAZIONE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA.

L’obsolescenza delle abitazioni italiane è un serio ostacolo alla completa decarbonizzazione dei consumi energetici delle fa-

miglie ed è anche una questione sociale. Il governo italiano da diversi anni eroga sussidi per migliorarne l’impronta energetica, ma in che misura l’efficienza energetica è effettivamente capitalizzata nei prezzi delle case?

La domanda è fondamentale per diverse ragioni. In primo luogo, a seguito di un investimento nell’efficienza energetica, il prezzo di una casa dovrebbe aumentare grazie alla garanzia di una minore spesa energetica futura. Insomma, i prezzi delle case potrebbero già di per sé rivelare i benefici futuri degli investimenti compiuti nell’efficienza energetica.

In secondo luogo, conoscere e raccontare il beneficio privato di questi investimenti è fondamentale per progettare politiche pubbliche ottimali per incentivare l’ammodernamento del patrimonio immobiliare. In terzo luogo, le case rappresentano una componente importante della ricchezza delle famiglie e una fonte primaria di garanzie a sostegno di prestiti

bancari. Pertanto, valutare l’impatto dell’efficienza energetica sui prezzi del mercato immobiliare ha implicazioni significative per la stabilità finanziaria delle persone. E dalla stabilità finanziaria dipende anche la qualità della vita.

VALORE DELLE CASE ED EFFICIENZA ENERGETICA.

Le case più efficienti dal punto di vista energetico – collocate nelle prime 4 classi energetiche – vengono vendute, a parità di caratteristiche, in media con un prezzo più alto del 25% rispetto a quelle meno efficienti. Un prezzo in crescita dal 2018 a oggi, al contrario di quello, in decrescita, delle case classe G. In realtà i prezzi variano molto tra le province italiane, probabilmente anche a causa dell’influenza delle condizioni climatiche sull’efficienza e sulla vivibilità degli edifici e a causa dei differenti quadri normativi regionali. Le case classe A sono più diffuse in aree con clima più freddo, probabilmente a causa dei maggiori costi di ristrutturazione per efficientare abitazioni site in aree con climi più caldi. La maggior parte è concentrata nel Nord Est della penisola.

L’impatto maggiore sui prezzi è comunque ascrivibile all’etichettatura energetica. Da una parte rende visibile e comprensibile agli acquirenti il livello di efficienza raggiunto da un’abitazione. Dall’altra sono utilizzate come punto di riferimento per diverse politiche e come strumento di misurazione del raggiungimento dei target di decarbonizzazione del settore immobiliare.

La ricerca della Banca d’Italia si basa sull’analisi di annunci pubblicati su Immobiliare.it e ha riscontrato come le case che possono vantare le prime quattro classi di efficienza energetica (A1-A4) siano solo il 10%, a fronte di un 65% di case classe F o G. Il prezzo delle prime al metro quadro, a parità di caratteristiche, è superiore addirittura del 40% rispetto alle seconde.

DECARBONIZZAZIONE ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO. Il fabbisogno energetico degli edifici residenziali italiani è il doppio di quello degli edifici del settore terziario. Rappresenta inoltre il 68% del consumo energetico dell’edilizia (dati dell’AIE risalenti al 2021). Ciò è dovuto sia all’obsolescenza degli edifici stessi, degli infissi, dell’involucro edilizio, sia all’adozione di abitudini poco attente da parte degli abitanti. Ma anche all’alimentazione dei sistemi di climatizzazione e riscaldamento dell’acqua sanitaria basata in gran parte ancora sui combustibili fossili. Il gas naturale alimenta ancora il 51% degli edifici, mentre l’elettricità soltanto il 27%.

L’efficientamento dell’edilizia residenziale non può perciò prescindere dalla sua decarbonizzazione. Le ristrutturazioni che vanno in tale direzione, con l’obiettivo di arrivare alle classi energetiche più alte, devono quindi intervenire sia sull’involucro edilizio, con l’eliminazione dei ponti termici, la sostituzione degli infissi, l’installazione di cappotti energetici sia sui sistemi stessi di climatizzazione.

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