Pellegrinaggio Macerata Loreto

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reportage

FOTO CICO

PELLEGRINI «ACCAREZZATI DALLA MISERICORDIA»

Sui passi di uno stupore che si rinnova

C

’è l’operaio della Whirlpool di Fabriano, che probabilmente perderà il suo posto di lavoro ma è altrettanto sicuro del fatto che «malgrado tutto, nessuno può toglierci la speranza». Ci sono le parole dei ragazzi che, attraverso l’aiuto della Pars, lottano per uscire dal tunnel della tossicodipendenza. C’è la mamma che ringrazia la Vergine per aver salvato sua figlia da un male, e altre donne che quella stessa Madonna la pregano perché si possa realizzare il desiderio di una maternità. C’è la testimonianza di don Aldo Buonaiuto, a tener viva la memoria di don Benzi, in difesa di quella società «dello scarto» ai bordi delle «periferie esistenziali». Ci sono queste e altre centomila voci silenziose a camminare tra le cam-

pagne marchigiane nella notte tra il 6 e il 7 giugno. Non è un rituale che si ripete questa 37^ edizione del pellegrinaggio da Macerata a Loreto proposto da Comunione e Liberazione, cari lettori, bensì il compiersi di un evento capace, anno dopo anno, con numeri importanti e provenienze diverse, di rinnovarsi di uno stupore speciale. A ricordarcelo, allo Stadio Helvia Recina, durante la Santa Messa che, come sempre, anticipa il peregrinare, è stato mons. Giancarlo Vecerrica, l’”anima” di questa iniziativa ideata nel 1978 come segno di ringraziamento a conclusione dell’anno scolastico: «Finché vivrò, farò il pellegrinaggio», ha dichiarato sul sagrato della Santa Casa, dopo aver instancabilmente incoraggiato il “suo” popolo nelle fatiche della

notte. A dar senso alla meraviglia è stato poi il Vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, stupito nel vedere come tanti giovani abbiano preferito questo momento al cruciale agone calcistico, per «fermarsi nella vita normale e camminare verso il giorno della risurrezione». E lo ha ribadito anche il cardinale George Pell, prelato australiano e primo Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, che ha presieduto l’Eucaristia e, nell’omelia (vedi servizio a pagina 12), ha ricordato i «Luoghi Santi, come Loreto», invitando tutti a pregare per i cristiani che, in Medio Oriente e nel resto del mondo, «ogni giorno devono lottare per praticare e vivere la loro fede»: quest’anno, infatti, il pellegrinaggio era dedicato a coloro che sono perseguitati per il proprio

Vangelo. Infine, a rendere «accarezzati dalla misericordia» i presenti e quanti hanno seguito questo gesto con il cuore oltre che con i piedi, non poteva mancare papa Francesco, che ha rinnovato la promessa («L’ho fatto nei due anni scorsi e sono rimasto contento della vostra forza, della vostra fede, del vostro amore a Gesù Cristo»), affidando un messaggio audio, mentre l’aereo che lo riportava da Sarajevo a Roma sorvolava le nostre terre. «Il pellegrinaggio è un simbolo della vita, ci fa pensare che la vita è camminare, è un cammino. Se una persona non cammina e rimane ferma, non serve, non fa nulla», ha detto il Santo Padre, come se realmente parlasse a ciascuno dei pellegrini giunti da ogni parte d’Italia e non solo. Accarezzandoli, con quello stile

familiare a cui ci ha ormai abituati. «Può accadere – ha aggiunto -, tutti abbiamo avuto nella vita cadute, sbagli, ma se tu hai fatto uno sbaglio alzati subito e continua a camminare. Canta e cammina, diceva Sant’Agostino ai suoi fedeli; camminare nella gioia e anche camminare quando il cuore è triste, ma sempre camminare. Canta e cammina! Sempre. Canta e cammina! Se tu sbagli strada, torna. Torna, perché c’è la misericordia di Gesù.Canta e cammina e se sei caduto, alzati, c’è la carezza della misericordia di Gesù che perdona tutto e lì è la gioia, la gioia di quell’incontro con Gesù». Un incontro destinato a proseguire, alba dopo alba: l’appuntamento per il 2016 è già fissato per l’11 giugno.

Il direttore

emmaus 23 | 13 giugno 2015

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