Pagine Avvenire/Emmaus 16 febbraio 2016

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Quaresimali Meditazioni itineranti

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nche quest’anno il vescovo Marconi proporrà nei lunedì di A Quaresima, alle ore 21, “quaresi-

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

mali” su «Il sacramento della Misericordia», facendo tappa in cattedrale e nelle concattedrali di Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia. È possibile seguire gli appuntamenti su èTv Macerata o Radio Nuova, oppure in streaming dal sito www.diocesimacerata.it, da cui è pure scaricabile il programma degli incontri.

a cura della redazione EMMAUS via Cincinelli 4 62100 Macerata tel. 0733.234670 e-mail: redazione@emmausonline.it https://www.facebook.com/emmausmacerata https://twitter.com/emmausmacerata

Martedì, 16 febbraio 2016

Anno della Misericordia, al posto di grandi eventi le unità pastorali in cammino verso la Porta Santa

Ogni comunità si fa pellegrina DI FRANCESCA

CIPOLLONI

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In centinaia ogni volta hanno preso parte ai pellegrinaggi giubilari

Per i sacerdoti una vera occasione di fraternità ella giornata in cui si celebra la festa dell’incontro tra Gesù e san Paolo sulla via di Damasco, il 25 gennaio i sacerdoti della Diocesi maceratese hanno vissuto il “proprio” Giubileo della Misericordia, compiendo il pellegrinaggio per le vie della città fino alla basilica dedicata alla Madonna. Un’occasione di fraternità in questo Anno di grazia, perchè la conversione è un desiderio del cuore che tocca anche i presbiteri. «Talvolta anche noi preti facciamo fatica a “camminare insieme”, a uscire dagli individualismi, ad accoglierci nelle diversità», afferma don Egidio Tittarelli, vicario episcopale e parroco a Macerata. Da qui, l’esigenza di vivere pienamente il Giubileo «prendendo sempre più coscienza di essere non solo a servizio del popolo di Dio, ma anche di abitare dentro la storia della gente» e cercando di concretizzare il ministero «non come individui, ma come presbiterio». È un clero, quello diocesano, proveniente da formazioni, età e sensibilità diverse, tuttavia, sottolinea il sacerdote «siamo consapevoli che le differenze possono essere una ricchezza e non motivo di divisione». Sul compito di ciascuno, nelle parrocchie che animano la vita comunitaria di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia, veglia lo sguardo paterno del vescovo Nazzareno Marconi che, per spiegare il senso del servizio presbiterale, nella Messa conclusiva del pellegrinaggio ha ricordato come «Gesù, attraverso il ministero, invia a convertire il mondo gli 11 apostoli. È un numero imperfetto, Giuda non è stato ancora sostituito». Questo elemento, spiega Marconi «è significativo per indicare che il ministero sarà sempre consegnato a una realtà imperfetta: il presbiterio perfetto, con tutte le caratteristiche ideali, non esiste. Gesù lo sa e consegna la missione agli apostoli. Quindi, non piangiamoci addosso dei nostri limiti. Siamo un presbiterio imperfetto, come il primo». Inoltre, ad “illuminare” i passi dei sacerdoti nell’Anno Santo per una Chiesa sempre più missionaria, non mancano le parole del Papa, che ribadisce come «l’evangelizzazione, oggi, sembra chiamata a dover nuovamente percorrere la via della semplicità. Semplicità di vita, semplicità di linguaggio: non predicatori di complesse dottrine ma annunciatori di Cristo». Un incoraggiamento impegnativo ma fondamentale, in tutto il mondo come a Macerata.(F. Cip.)

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on solo un grande evento, ma un cammino vissuto, come «Chiesa in uscita», da ogni singola parrocchia, dalle zone pastorali per vivere il Giubileo straordinario della Misericordia nelle “periferie” della nostra diocesi. L’aveva preannunciato, il vescovo Nazzareno Marconi, in occasione dell’apertura del nuovo Anno Pastorale, e il desiderio di quel pellegrinaggio a Macerata «per ottenere da Dio i preziosi doni spirituali della indulgenza giubilare» si è fatto realtà, grazie all’impegno delle Unità Pastorali che hanno subito accolto l’invito, coinvolgendosi in un’esperienza di tangibile condivisione, secondo lo stile indicato da papa Bergoglio. «Si apre un tempo di grazia sotto il segno della misericordia, l’“architrave che sorregge la vita della Chiesa”, come lo definisce Francesco»: così commentano l’Anno Santo don Attilio Marinsalti e don Egidio Pietrella, rispettivamente rettore ed ex rettore del piccolo e preziosissimo santuario della Mater Misericordiae. Lì, si trova la Porta Santa della nostra diocesi, aperta il 13 dicembre scorso con un solenne e partecipato evento di popolo. Lì, fino al 19 aprile prossimo, le 20 Unità Pastorali – in cui sono state raggruppate, sperimentalmente, le parrocchie delle cinque vicarie – nei fine settimana predisposti dal calendario si stanno recando con devozione, passo dopo passo per le

Un cammino vissuto dalle parrocchie come «Chiesa in uscita»: i fedeli verso il Santuario Mater Misericordiae di Macerata vie cittadine, non per rispettare un programma, bensì per testimoniare la propria fede, invocando la protezione della Vergine “dal manto aperto”. Hanno inaugurato i pellegrinaggi giubilari le parrocchie di Tolentino, poi è stata la volta del centro storico di Treia (è stato rinviato a data da destinarsi quello dell’Unità che comprende le frazioni, Appignano e Grottaccia), per poi passare il testimone a Porto Recanati (con Bagnolo), Recanati (con Chiarino), Montefano e Montefiore: le comunità di Colmurano, Urbisaglia e dell’Abbadia di Fiastra vivranno la propria esperienza a marzo, dato che l’appuntamento previsto a gennaio è saltato per maltempo. Quindi, Montecassiano, Montelupone, le numerose parrocchie di Macerata (comprese quelle di Sforzacosta, Villa Potenza e Piediripa) e quelle di Cingoli, oltre a Pollenza: in ogni data, la connotazione diocesana è ben precisa e, attraverso il coordinamento dei sacerdoti, laici e religiosi, consacrati, giovani e anziani, famiglie e ragazzi del catechismo meditano sulle stazioni

Il 13 dicembre anche Macerata ha aperto la Porta Santa Una folla di oltre 3mila fedeli, provenienti da tutti i Comuni. Massicce misure di sicurezza messe in atto in città e la presenza delle massime autorità – presenti il Prefetto e il Questore – e delle istituzioni locali. Quello di domenica 13 dicembre 2015 rimarrà scolpito senza dubbio nella memoria come un grande “evento” di popolo per Macerata, grazie alla eccezionale partecipazione con cui le parrocchie, le famiglie, le Confraternite, i gruppi Unitalsi hanno risposto all’invito del vescovo per l’avvio dell’Anno giubilare in diocesi. Dopo la processione per le vie del centro

storico, alle 17.40 in punto, nel silenzio emozionato e composto di piazza Strambi, l’apertura da parte del Pastore della piccola, “straordinaria” Porta Santa della chiesa dedicata alla Patrona della diocesi, ad invocare dalla Vergine, che con il suo manto da secoli veglia sulla Civitas che le è devota, protezione in questo Giubileo verso ogni “volto” bisognoso di misericordia. (F. Cip.)

State collegati

I sindaci: «Esperienza di fede» I rappresentanti delle Amministrazioni comunali presenti ai pellegrinaggi giubilari l termine che li accomuna tutti è «emozione». Nel domandare, infatti, ai sindaci e ai rappresentanti delle amministrazioni locali dei Comuni che, assieme alle Unità pastorali, hanno condiviso il pellegrinaggio giubilare o il momento dell’apertura della Porta Santa, trapela il medesimo

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messaggio: una comunità civile non può esistere senza tradizioni religiose. Lo pensa il sindaco di Macerata, Romano Carancini, che, da credente, sostiene che «l’Anno Santo ci fa sentire tutti partecipi di un cammino di misericordia» e dello stesso avviso è il sindaco Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, nell’affermare che «si è trattato di un’esperienza di fede autentica, che fa parte della nostra storia e che va tramandata alle future generazioni ». Dello stesso avviso il Primo cittadino di Recanati, Francesco Fiordomo, che ha provato «una gioia unica», per un evento «non

della Via Crucis riflettendo sulle opere di misericordia. Il Vescovo accompagna il peregrinare dei fedeli, li accoglie sulla soglia del santuario e presiede la Messa in Duomo, sottolineando sempre il clima di gioiosa partecipazione che accompagna ogni tappa. Pensati come occasioni di forte aggregazione spirituale volta ad approfondire e riscoprire il senso più autentico della misericordia, i pellegrinaggi che le parrocchie stanno compiendo insieme, preceduti da un momento strutturato in parrocchia con la liturgia penitenziale, rappresentano un segno concreto di quello spirito di collaborazione e servizio capace di animare la vita comunitaria, cercando di attuare in maniera piu decisa le indicazioni del Sinodo diocesano pubblicato quindi anni fa. Questo Giubileo, pertanto, può costituire, come affermato da monsignor Marconi, «un primo banco di prova per mettere a regime il funzionamento delle Unità Pastorali» e far sviluppare le sinergie pastorali già esistenti negli ambiti parrocchiali, per evitare doppioni e sovrapposizioni. Se dunque è vero che «dove è presente la Chiesa, là deve essere evidente la misericordia del Padre», come si legge nella bolla di indizione giubilare Misericordiae Vultus, nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti chiunque può quindi farsi pellegrino e trovare un’oasi di misericordia in cui rafforzare la propria, autentica fede cristiana.

solo spirituale, in cui ritrovare le nostre radici cristiane». Il commissario prefettizio di Porto Recanati, Mauro Passerotti, «porterà sempre nel cuore il ricordo di questo pellegrinaggio» in cui è stata anche “benedetta” la città di cui ha la gestione, mentre la guida istituzionale di Montecassiano, Leonardo Catena, sostiene che «la presenza dei sindaci è importante, come segno di vicinanza alla devozione popolare». «Unione e fraternità» sono i sentimenti espressi da Montefano, per voce della vice sindaco Alessandra Silvestroni, che ha

na nuova avventura ha preso il via. Non siamo però all’anno zero: c’è continuità con il buon lavoro fatto da Emmaus in questi 30 anni e abbiamo al fianco amici che operano in radio e tv con uguale passione e con un identico punto di vista. In più, ci muoviamo con il sostegno affettuoso e deciso del nostro pastore. Certo, il cambiamento c’è: siamo su carta solo una volta al mese, qui con Avvenire, mentre quotidianamente l’appuntamento è sul sito www.emmausonline.it. Qualcuno forse storcerà ancora un po’ il naso perché non ha confidenza con Internet e magari pensa di essere troppo vecchio per imparare questo nuovo alfabeto. Non ci ragioni troppo: basta un nipote in circolazione per farsi dare una mano e con pochi click il gioco sarà fatto.

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partecipato al pellegrinaggio della sua Unità pastorale. Come il primo cittadino di Montelupone, Rolando Pecora, che non ha dubbi: «Il Giubileo rappresenta uno stimolo e un’occasione di "revisione" delle relazioni umane del nostro vivere sociale». Francesca Cipolloni

La parola del vescovo

Un Giubileo per cercare vie di dialogo DI

NAZZARENO MARCONI *

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er organizzare e vivere il Giubileo della Misericordia mi sono ispirato a due temi su cui Papa Francesco insiste spesso: privilegiare l’inizio di percorsi piuttosto che la realizzazione di singoli eventi e cercare vie di dialogo che aiutino la Chiesa a vivere il suo servizio al mondo arrivando a contatto con tutte le periferie della vita sentendosi ricca del solo Vangelo. Per questo ho proposto una celebrazione del pellegrinaggio giubilare alla Porta Santa, nel santuario della Patrona della Diocesi, la Mater Misericordiae, che invece di svolgersi attraverso eventi per categorie (il giubileo degli sportivi, quello del mondo del lavoro...), favorisse ill percorso di coordinamento e collaborazione tra parrocchie che abbiamo chiamato Unità Pastorali. Prima con una celebrazione penitenziale comune, poi con l’organizzazione e animazione condivisa del pellegrinaggio. È una esperienza dello Spirito e della fraternità che sta dando un impulso prezioso a un processo di cui abbiamo grande bisogno. Abbiamo già vissuto quasi la metà di questi pellegrinaggi, sempre segnati da una partecipazione molto numerosa ed attenta, sia alla Via Crucis sul tema delle opere di misericordia che alla celebrazione in Cattedrale sempre presieduta dal Vescovo. Abbiamo avuto una media di circa 400 partecipanti ogni volta. Si è trattato di una testimonianza di fede e di fraternità fra parrocchie che sta dando già frutti di bene incoraggianti e che gli stessi parroci valutano molto positivamente. La nuova sfida che ci attende riguarda la seconda parte del Giubileo, che inizierà subito dopo la Pasqua, il 2 aprile, e si protrarrà fino a ottobre con una Peregrinatio Mariae dell’immagine della Mater Misericordiae in tutti i Comuni della Diocesi. È un segno di “Chiesa in uscita verso la società civile” che ha trovato spontanea collaborazione da parte di tutte le Amministrazioni locali. L’immagine sarà infatti accolta nelle Case comunali, luoghi che rappresentano l’unità civica del nostro popolo. Poi passerà nelle Parrocchie più importanti di ogni Comune. Nella logica di avviare percorsi di fede e di dialogo, durante questa Peregrinatio, i laici impegnati animeranno in ogni parrocchia dei Centri di Ascolto. Piccoli gruppi di fedeli si riuniranno in una casa ospitante per pregare e ascoltare la Parola di Dio, ma anche per ascoltarsi tra loro, per condividere da cristiani, come dice il Concilio: «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono» (GS 1). Spero vivamente che l’esperienza dei Centri di Ascolto sul Vangelo della Misericordia possa dare inizio a percorsi di incontri e catechesi a dimensione familiare, con piccoli gruppi che camminano insieme nella fede, valorizzando la spontaneità e l’inventiva del nostro popolo, per una Chiesa che veda tutti sempre più protagonisti. Sarebbe un’eredità preziosa che questo Anno Giubilare consegna al futuro. * vescovo

Il nostro stile non cambia: non puntiamo a essere i primi con le foto degli incidenti d’auto o le notizie di cronaca nera; da noi incontrerete parole oneste sulle cose buone come sui problemi della nostra terra, sulle speranze che danno colore alle nostre giornate e sulle difficoltà che le appesantiscono. Cercheremo di dare a ciascuno il suo, nell’apprezzamento o nella critica, senza essere cortigiani, ma anche senza invettive. Mai offenderemo, né lasceremo spazio per farlo. Racconteremo soprattutto la vita, le storie, i progetti, le iniziative che nascono dalla comunità cristiana per offrirli a tutti. Confidiamo che quanto scriveremo sia il primo passo di un dialogo a cui ci auguriamo seguano tanti commenti. Online sotto ogni articolo c’è spazio per scrivere: vi invitiamo a sfruttarlo, usando verso gli altri lo stesso rispetto con cui desiderate essere trattati voi. State collegati! (P.C.)

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