dopo sisma Una mano alla comunità
www.emmetv.it
e ferite inferte dalle tante scosse sismiche al nostro territorio L sono lungi dall’essere sanate e con-
Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia
tinuano a pesare sulla vita di molte comunità. Chi desidera contribuire sostenendo le iniziative della diocesi, può farlo effettuando un bonifico a: Diocesi di Macerata– Tolentino– Recanati–Cingoli–Treia Causale: Offerta pro terremoto Iban: IT61Q0605513401000000011753
A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 62100 Macerata telefono 0733.231567
Martedì, 22 maggio 2018
e-mail: redazione@emmetv.it facebook: emmetvmacerata twitter: emmetvmacerata
MACERATA
la riflessione. Andare verso l’altro per prendersene cura
Umani perché più fraterni NAZZARENO MARCONI *
N
ella Bibbia il popolo di Israele diventa adulto nella vita e nella fede attraverso l’esperienza dell’Esodo. È un lento, faticoso e progressivo cammino di uscita dalla schiavitù dell’Egitto, in cui gli ebrei imparano la libertà. La libertà non è fare ciò che si vuole, seguendo le proprie voglie. Infatti quando il popolo fa così, volendo tornare indietro verso l’Egitto di cui rimpiangeva le cipolle e la carne, sperimenta la morte. Lo stesso accade nella via della fede, quando gli israeliti cercano di stabilire da soli la strada del futuro, non attendendo che Dio tracci il giusto cammino con i suoi Comandamenti. Essi costruiscono un vitello d’oro, un Dio comodo che ti conduce dove vuoi tu, perché è sordo e muto e quindi non ha nessuna indicazione da dare; ma anche questa falsa libertà conduce alla morte. L’immagine dell’Esodo, dell’uscita da noi stessi per incontrare il Signore, per incontrare gli altri come fratelli dello stesso popolo, è un potente simbolo biblico che indica la differenza tra l’immaturità, il bambineggiare dentro i limiti del proprio egoismo e il diventare finalmente e veramente grandi. All’inizio del libro della Genesi c’è un’altra potente immagine simbolica: quella di Caino. L’uomo che uccide suo fratello offendendo Dio con la colpa più grave di tutte: il primo omicidio. A Dio che lo invita a capire la gravità del male commesso chiedendogli: «Dov’è Abele tuo fratello?», Caino risponde: «Non lo so, sono forse il custode di mio fratello?». In questa interrogativa sospesa, la Bibbia lascia intuire quale potrebbe essere la risposta di Dio: «Certamente! Se vuoi davvero essere un uomo, un uomo retto e maturo, devi sentirti il custode di ogni uomo tuo fratello, in particolare dei più deboli e fragili, che a me, loro Creatore e Padre, sono i più cari». L’accento del testo è tutto sull’essere custode, shomer in ebraico, che significa essere vigilante, custodire, aver cura, è il verbo del buon pastore. Andare verso l’altro per prendersene cura è perciò nel pensiero biblico la via migliore per crescere nel bene, per giocare al meglio la propria libertà, per
diventare davvero adulti e grandi. Questo è vero nella vita di relazione tra gli uomini ed ancora di più in quella della fede, della relazione con Dio. Questo Esodo verso l’altro minuscolo è la misura e la verifica di quello verso l’Altro maiuscolo, che è Dio. Lo dice con chiarezza cristallina la prima lettera di Giovanni: «Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Sono reduce dalla lettura di un saggio recente sull’evoluzione degli uomini primitivi, in cui l’autore, tra l’altro ateo e materialista, sostiene con varie prove che il successo della specie Homo Sapiens, di cui tutti facciamo parte, è stato determinato non dalla capacità cerebrale, che forse altri primitivi come i Neanderthal avevano più significativa assieme ad una maggiore robustezza fisica, ma dalla capacità di comunicare, collaborare, prendersi cura gli uni degli altri in gruppi più numerosi. Nel “progetto uomo”, che per chi crede ha scritto Dio e per chi non crede deriva dal caso, è dunque scritto a chiare lettere: l’uomo migliore è quello che si apre all’altro sentendosene custode. Forse il nostro mondo che guarda tanto al futuro, dovrebbe percorrere con più attenzione e riflessione i sentieri del passato. Se nel futuro c’è la crescita della conoscenza tecnica, non sempre si incontra la crescita della sapienza di vita. Di questa scarsa sapienza di vita abbiamo fatto esperienza a Macerata in questi ultimi tempi: affrontando problemi complessi e interconnessi come la crescita del traffico di droga, l’accoglienza degli extracomunitari, il caso di Pamela e quello di Luca Traini, in una logica di scontro, di contrasto sia nelle diagnosi che nelle ipotesi di soluzione. Restando ognuno chiuso “nella schiavitù egiziana” delle proprie idee ed appartenenze, senza fare Esodo gli uni verso gli altri in un clima di vera accoglienza. Non ha giovato il fatto che sono venuti qui da noi a confrontarsi tanti Neanderthal da tutta Italia. Spero che sempre più in futuro, sia tra noi che tra gli ospiti, sempre graditi, prevalgano di gran lunga gli Homo Sapiens. * vescovo
Pubblichiamo un estratto della comunicazione del vescovo relativa a spostamenti di sede e mutamenti di incarico per numerosi sacerdoti diocesani. settembre 2018 rispetto all’anno precedente avremo almeno 15 preti in meno su cui contare per un servizio pastorale stabile. Ciò comporta un necessario cambiamento del lavoro nelle parrocchie, una riduzione della celebrazione di Sante Messe, soprattutto la domenica negli orari di punta, e della disponibilità di confessori durante tali celebrazioni. Si potranno mantenere alcune celebrazioni, ma cambiando gli orari e sarà necessario aumentare le celebrazioni penitenziali o la disponibilità alle confessioni in altro orario, per permettere comunque ai fedeli di accostarsi alla confessione. Tutto ciò comporta una indispensabile ridistribuzione del clero. Se ciò non avvenisse equamente su tutto il territorio diocesano, alcune zone sarebbero ulteriormente penalizzate. Tre settori pastorali necessitano comunque, anche se abbiamo meno forze di prima, di una attenzione più grande che in passato: Il primo settore è quello della Pastorale familiare. Il numero di coppie in crisi o di giovani da guidare e sostenere spiritualmente a scegliere il matrimonio è in significativa crescita ogni anno. Va migliorata ed aumentata la formazione umana e soprattutto spirituale. Dobbiamo pensare a strutture e persone che vi si dedichino in maniera centralizzata ed efficiente. Il secondo settore è quello del Ministero della Consolazione, chiamo così il servizio di accoglienza, discernimento ed aiuto spirituale per “consolare gli afflitti”, sia da vere che da supposte vessazioni dello spirito del male. Sono comunque persone che soffrono, che rischiano di finire in mani sbagliate e il cui numero cresce ogni anno. Anche qui serve preparazione, maturazione, disponibilità di forze. Il terzo settore è quello della Pastorale del turismo, che ogni estate fa passare Porto Recanati da 13.000 abitanti a una media di 150.000 presenze (dati regionali 2016). La partenza di alcuni sacerdoti da Porto Recanati richiede di ripensare questo servizio estivo e anche la pastorale ordinaria della cittadina in forma unitaria, anche per tenere conto delle altre sue emergenze. Per tutto ciò, con l’accordo del Collegio dei Consultori e la collaborazione piena dei preti interessati, comunico il quadro degli spostamenti con alcune indicazioni. Il tempo, da ora a settembre, permetterà di coordinare gli spostamenti ed attuare il passaggio delle consegne da concordare con il nuovo Vicario Generale e il Segretario Generale: Don Juan Carlos Munoz Caceres nuovo parroco della S. Madre di Dio; don Egidio Tittarelli nuovo parroco del Buon Pastore (Collevario); padre Nöel Anselme Achi nuovo parroco di San Francesco; don Gennaro De Filippi nuovo parroco del Sacro Cuore; don Andrea Leonesi nuovo parroco dell’Immacolata; don Diego Di Modugno, che resta parroco della Santa Famiglia di Tolentino, diventa anche parroco dello Spirito Santo; don Ariel Veloz Mendez nuovo parroco di San Francesco, le Grazie, Cappuccini, San Giuseppe; don Gabriele Crucianelli nuovo parroco nelle parrocchie del Preziosissimo Sangue e di San Giovanni di Porto Recanati; don Fabio Olano nuovo parroco di Castelnuovo, Bagnolo ed Addolorata di Recanati; padre Roberto Zorzolo nuovo parroco a San Domenico e Montemorello di Recanati; don Alejandro Parrilla Gonzales nuovo parroco a Treia e Passo Treia. Don Roberto D’Annibale sostituisce don Gianfranco Ercoletti come Assistente spirituale della Caritas diocesana. Nazzareno Marconi, vescovo
A
Tragedia di Pamela, scorreria di Luca Traini, droga, accoglienza degli extracomunitari: i problemi di Macerata non si risolvono puntando ciecamente allo scontro DI
La diocesi di fronte a grandi novità
Macerata, 3 febbraio 2018 (foto G. Cartechini)
Cambiamenti: il grazie del vicario ei Vespri dei giorni di Quaresima ci viene proposta una preghiera al Signore in cui si N chiede che non manchi mai al gregge la sollecitudine dei pastori e ai pastori la docilità del gregge. Io credo che il Signore, nella vicenda dei cambiamenti di incarico e degli spostamenti che stiamo vivendo, abbia ascoltato questa preghiera, perché – come il vescovo ha riconosciuto – la docilità del gregge c’è stata, ed è stato bello costatare tanta disponibilità da parte dei sacerdoti. Penso che tra questi un ringraziamento speciale vada rivolto al Collegio dei Consultori, composto da sei sacerdoti che sono un po’ i più stretti collaboratori del Vescovo, anche per la loro disponibilità a vedersi spesso, perché il vescovo ci convoca frequentemente. Una realtà composta da persone molto diverse, però alla fine su queste nomine, sui cambiamenti, sui trasferimenti, abbiamo respirato una grande sintonia di intenti, una grande comunione di spirito.
Il grazie principale che dobbiemo rivolgere al Signore, in particolare io come vicario, è perché al gregge non sta mancando affatto la sollecitudine del Pastore. Sono solo da qualche mese il suo più stretto collaboratore e toccare con mano la passione e anche la pazienza certosina con cui il vescovo Marconi cura queste relazioni è per me esempio e stimolo alla crescita. L’esito cui siamo giunti, con profondi cambiamenti che investono realtà e persone, ha comportato un grande lavoro: non tutti i sacerdoti vanno bene per tutte le parrocchie; bisogna capire il profilo più giusto per quella parrocchia, e poi bisogna verificare col sacerdote disponibilità, eventuali problemi, desideri... Fare sintesi di tutto ciò è operazione complessa: la sollecitudine del pastore è stata un esempio per noi, un aiuto. Quindi il ringraziamento principale va a lui. Andrea Leonesi
Macerata, 34ª Raci, la Best in show è «Bella»
La Best in Show della 34ª di Raci è “Bella” dell’azienda Gianni e Fabio Vissani di Macerata, scelta tra i 4 campioni assoluti della manifestazione, che si è aggiudicata il premio intitolato a Valtiero Sangiorgi, fondatore della Nuova Veterinaria. La mostra, alla quale erano iscritti a catalogo 170 bovini di razza marchigiana, provenienti dalle migliori aziende
di Macerata, Ancona, Ascoli Piceno, Perugia e Pescara, si è conclusa domenica 13 maggio al Centro fiere di Villa Potenza. L’evento è stato organizzato dall’Associazione nazionale allevatori bovini italiani carne (Anabic) che, dal 1961, si occupa della valorizzazione della razza marchigiana, la quale conta 2.167 allevamenti, per un totale di 52.700 capi. (A.M.)
La Rete, strumento di partecipazione. Ma c’è chi bara Internet, da mezzo per la democrazia “diretta” e “immediata” a megafono del rancore DI
GIANCARLO CARTECHINI
S
ono convinto che inventeranno, prima o poi, una forma di realtà aumentata grazie alla quale, inquadrando sullo smartphone il volto di uno sconosciuto, avremo accesso ai suoi profili “social”: potremo sapere come la pensa, leggere i suoi post. La trasparenza sarà considerata una virtù, e chi sceglierà di non condividere nulla sarà guardato
con sospetto, come il proprietario di un Suv dai vetri oscurati che continui ad aggirarsi dalle parti di casa nostra... Proprio la diffidenza nei confronti degli “altri” sembra essere la cifra del nostro tempo. Non solo nei confronti degli stranieri, ma di tutti coloro che incontriamo quotidianamente. Secondo una indagine elaborata dall’Istituto Demos, oltre sei persone su dieci sono convinte che gli “altri”, se si presentasse l’occasione, approfitterebbero della loro buona fede. L’indagine è citata da Ilvo Diamanti nel suo recente libro “Popolocrazia”. Secondo il professore di Urbino, una delle cause principali della affermazione dei movimenti populisti, al di là degli effetti ben noti della crisi
economica, è la crisi della democrazia rappresentativa. Ogni forma di mediazione è guardata con sospetto. La delega attribuita agli eletti attraverso il voto non basta più. I corpi intermedi tendono a scomparire, e le istituzioni sono spesso criticate, al di là dei loro stessi demeriti. A sua volta, la crisi del principio di rappresentanza nasce proprio all’interno del clima di diffidenza che abbiamo appena ricordato, e che coinvolge pesantemente il mondo della politica. Per questo motivo la principale risorsa attraverso cui ottenere consenso, da parte di alcuni partiti, è diventata la diffusione della sfiducia. La partecipazione alla vita politica è vissuta sopratutto come una attività
di sorveglianza e di denuncia. Giustamente il politologo Sergio Fabbrini ha sottolineato come negli ultimi anni si sia registrato un degrado del dibattito pubblico nel nostro Paese. I media tradizionali, combinandosi con la rete dei social, hanno contribuito alla formazione di una opinione pubblica faziosa, approssimativa, e soprattutto provinciale. Invece di puntare l’attenzione verso le priorità nazionali, come la riforma dell’Eurozona o la modernizzazione dello Stato, si è indirizzata la rabbia popolare verso i “privilegi della casta”… E infatti proprio la rete, che della democrazia “diretta” e “immediata” dovrebbe essere il principale strumento, è diventata
megafono di rancore, collante identitario di piccole realtà chiuse in se stesse: basta pensare a tutti i gruppi del genere “Sei di Macerata se”, in cui ci si esprime in dialetto e si dà voce ad ogni recriminazione. Che valore aggiunto può offrire, alla vita politica, una realtà di questo genere? Eppure, proprio un uso appropriato delle piattaforme di social media potrebbe consentire alle nostre comunità arroccate in difesa di aprirsi agli “altri” di tutto il mondo, di farsi attraversare da una salutare
circolazione di idee. La rete può essere un formidabile strumento di partecipazione politica, ci ricorda il politologo indiano Parag Khanna, a patto che siano presenti due presupposti indispensabili: una società istruita, e un governo incentrato sulla democrazia sociale inclusiva.