Emmaus e Avvenire 18 maggio 2021

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Martedì, 18 maggio 2021

MESE DI MAGGIO Rosario in famiglia con EmmeTv

è per tradizione preghiera che nel medi maggio vedeva raccogliersi l’intera famiIglialserosario nell’invocazione alla Madonna.

Inserto mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata

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La tradizione si rinnova anche oggi, ma dovendo confrontarsi con le limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19, l’appuntamento per molti si sposta sui media e soprattutto in tv. Anche su EmmeTv, tutti i giorni fino alla fine del mese di maggio, alle 18.30 va in onda il Rosario. Le decine sono recitate e registrate in famiglia, negli ambienti della vita domestica (il salotto, la cucina, la sala da pranzo...); la redazione di EmmeTv provvede alla confezione e alla trasmissione. Chi desiderasse partecipare, può candidarsi telefonando al 339.8325243 (numero dedicato esclusivamente a questa iniziativa).

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Avanza la causa di beatificazione di padre Matteo Ricci e parte quella di fra Mario Gentili

Santi, anche qui tra noi I «santi della porta accanto», come ama definirli papa Francesco, non si sono moltiplicati oggi per un “calo della qualità”, ma per una migliore comprensione di cosa significhi la santità

DI NAZZARENO MARCONI *

Q

Un momento dell’apertura della fase diocesana del processo di beatificazione di fra Mario Gentili

te conosciuto e quelli che ha proclamato durante il suo pontificato. Si devono a lui ben 83 santi. Con questa scelta, ampiamente sottolineata dal Concilio Vaticano II, san Paolo VI voleva proprio portare la Chiesa alla consapevolezza dell’universale vocazione di ogni battezzato alla santità. Un recente studio delle sue omelie per le feste dei Santi e le Bea-

tificazioni, mostra come intendesse fin dagli inizi del suo ministero la santità in maniera nuova. Leggeva le loro vite notando come questi cristiani-modello non avessero per nulla cercato l’eccezionalità. Il suo racconto della santità, innovativo rispetto agli agiografi del passato, voleva differenziarsi perché, come diceva il vescovo Montini già nel novembre

1957, i narratori delle vite dei santi accentuavano troppo «gli aspetti singolari e miracolosi nella vita dei santi, e ne tessevano la storia con narrazioni piene di fatti, leggendari spesso, prodigiosi e stupefacenti. (…) Il mondo dei santi era descritto come un mondo di meraviglie. (…) Questo è vero perché la vita di un cristiano che veramente sia animato dalla

L’ESORTAZIONE

Rellegratevi ed esultate questa la traduzione italiana di Gaudete et Èexsultate, il titolo della ter-

za esortazione apostolica di papa Francesco. Il testo porta la data del 19 marzo 2018, solennità di san Giuseppe, ed è stato pubblicata il 9 aprile successivo. Reca il sottotitolo «Sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Nell’introduzione il Papa sottolinea che il suo «umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità». La potete leggere sul sito della Santa Sede a questo indirizzo: https://tinyurl.com/ gaudetexsultate

La preghiera rivolta a Maria si alza anche dalle campagne ABBADIA DI FIASTRA

uesto mese di maggio dedicato alla preghiera mariana si sta caratterizzando in diocesi come tempo di riflessione sulla santità per due notizie importanti. Il 9 maggio con l’apertura diocesana della Causa di Beatificazione di fra Mario Gentili e la fine di aprile con la notizia che il Processo di Beatificazione di padre Matteo Ricci ha fatto un passo avanti, per l’unanime voto positivo sulle virtù eroiche da parte della specifica Commissione vaticana. Due cristiani del nostro territorio si avviano a essere beatificati: padre Matteo Ricci morto a Pechino nel 1610 e fra Mario Gentili morto a Tolentino nel 2006. Questo fa pensare: la santità è di tutte le epoche, si realizza in tutti i luoghi e nelle forme più diverse, dalla profondità teologica e culturale di un uomo giunto ai vertici della società cinese come padre Matteo, alla semplicità evangelica di fra Mario, un agostiniano con la licenza elementare, vissuto sempre all’ombra del Santuario di San Nicola nell’umile servizio ai fedeli e ai pellegrini. Questo contrasto aiuta a mettere in luce la maturazione ecclesiale nella comprensione della santità, che ha avuto uno scatto significativo con il Concilio. Santi “grandi”, come padre Matteo e santi “piccoli” come fra Mario ci sono sempre stati nel calendario cristiano, ma quello che la Lumen Gentium (39-42) ha messo in luce è che la santità “piccola”, i “santi della porta accanto”, come ama definirli papa Francesco, non si sono moltiplicati oggi per un “calo della qualità”, ma per una migliore comprensione di cosa significhi essere santi. Diceva papa Francesco in una udienza del novembre 2014 che «Un grande dono del Concilio Vaticano II è stato quello di aver recuperato una visione di Chiesa fondata sulla comunione, e di aver ricompreso anche il principio dell’autorità e della gerarchia in tale prospettiva. Questo ci ha aiutato a capire meglio che tutti i cristiani, in quanto battezzati, hanno uguale dignità davanti al Signore e sono accomunati dalla stessa vocazione, che è quella alla santità». La santità è per tutti e se un santo lo si riconosce perché ha vissuto le virtù cristiane in maniera esemplare, non sono richiesti luoghi, tempi e modalità straordinarie. Il magistero sulla santità dopo il Concilio mostra una straordinaria continuità da Paolo VI fino alla Esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate dedicata proprio a questo tema. San Giovanni Battista Montini è vissuto sempre in amicizia con i santi, quelli che ha studiato e quelli che ha direttamen-

ese di maggio, martedì, ore 20.30: appuntamento a Villa Magna, alla cappellina cui padre Giovanni FrigeM rio aveva ridato vita. Il meteo non favorevole frena la partecipazione, ma una quindicina di fedeli uniscono comunque la propria voce a quella di don Rino Ramaccioni e don Alberto Forconi, che si alternano nella guida del Rosario, la più tradizionale e sentita delle preghiere mariane. Non manca l’accompagnamento musicale con canzoni tratte dalla Sinfonia Mariana di padre Armando Pierucci ofm.

fede e dalla grazia, non può non essere meravigliosa». Ma la meraviglia non è nell’eccezione o nello straordinario, insegnava monsignor Montini, ma nel Vangelo stesso. Dirà poi da pontefice: «La vocazione alla santità è per tutti, anzi è possibile a tutti. E la Chiesa non si è stancata di ripetere questo invito nel corso dei secoli, e ancora l’ha ribadito fermamente a noi. La vita cristiana deve e può essere vissuta in santità». In piena sintonia ha agito san Giovanni Paolo II che nel corso del suo lungo pontificato ha proclamato ben 482 santi, quando dalla fine del 1500 la Chiesa ne aveva elevati agli onori degli altari in tutto circa 800. Lo stesso papa Benedetto XVI in meno di 8 anni ne ha proclamati ben 45. Non deve stupire perciò la continuità con cui papa Francesco dice che: «Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati a essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno». Sempre san Paolo VI, già negli anni 40, proponeva un “manuale della santità quotidiana” come vita in amicizia con Dio, scrivendo alcune meditazioni per fare della propria esistenza una vita di sequela di Gesù, dentro le vicende e le sfide del tempo. Secondo la sua limpida visione la via della santità è tracciata: dalla scoperta della vocazione che Dio ci dà, dal mettere in ordine la propria vita secondo le giuste priorità indicate dei valori evangelici, da un intenso e fedele impegno nella preghiera e nell’ascolto della parola di Dio, cercando di essere pienamente se stessi nella relazione con la propria storia, con gli altri e con Dio. Una sintesi che il Suo “devoto alunno”, papa Francesco, sviluppa nella bella Esortazione apostolica di tre anni fa Gaudete et exultate che merita di essere riletta in questo mese. * vescovo

BEATIFICAZONE

Tolentino: al via il processo per fra Mario

«M

ia sorella è libera dal tumore per il quale, secondo i medici, non sarebbe più dovuta stare con noi. Io sono certa dell’aiuto di fra Mario e confido in lui …». Questa parole, scritte da una monaca domenicana in una lettera a padre Marziano Rondina, sono tra i tanti segni di devozione popolare che hanno spinto la Congregazione per le Cause dei Santi ad autorizzare il vescovo Nazzareno Marconi ad aprire la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Mario Gentili, a quindici anni dalla scomparsa, avvenuta il 2 maggio 2006 nel convento di San Nicola a Tolentino. Il processo di beatificazione si è aperto domenica 9 maggio 2021, con l’insediamento del tribunale diocesano che dovrà verificare, attraverso l’ascolto di decine di testimonianze, come fra Mario abbia vissuto eroicamente il Vangelo, cercando sempre il bene, esercitando le virtù teologali, umane e morali. La cerimonia introduttiva – «un gesto pubblico e solenne, che unisce fede e ragione», ha detto il vescovo – si è svolta nella Basilica di San Nicola, proprio dove fra Mario nel 1948 aveva emesso la Professione temporanea e nel 1951 quella solenne. Lì, nella comunità agostiniana di Tolentino – vi era entrato appena quattordicenne – fra Mario è rimasto per tutta la vita, operando con spirito di servizio quale “fratello converso”, cioè religioso senza il compito di amministrare i sacramenti. Con semplicità e gioia, egli ha sempre accolto i pellegrini al Santuario di San Nicola e per questo servizio, che lo ha reso celebre, è stato soprannominato il “frate del sorriso e dell’accoglienza”. Il primo atto del tribunale è stato il giuramento dello stesso monsignor Marconi e dei giudici: don Gianni Compagnucci (delegato episcopale), don Giacomo Pompei (promotore di giustizia), Maria Antonietta Germondani (notaio), Maria Federici Fenati (cursore). Hanno prestato giuramento anche il postulatore generale dell’Ordine Agostiniano, padre Josef Sciberras e la commissione storica presieduta da padre Marziano Rondina e composta da Rossano Cicconi e Paolo Paoloni. Alla cerimonia – coordinata dal vicario generale don Andrea Leonesi – hanno assistito il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il Provinciale degli Agostiniani d’Italia padre Giustino Casciano e il priore conventuale padre Gabriele Pedicino, nonché alcuni parenti di fra Mario giunti da Colmurano, dove il Servo di Dio era nato nel 1928, secondo di cinque figli di una famiglia di agricoltori. Alessandro Feliziani

Adolescenti maschi sfidati a superare gli stereotipi DI

GIANCARLO CARTECHINI

I Clint Eastwood, il modello del “macho”

Un uomo deve essere capace di comportarsi partendo da se stesso, da ciò che è buono per lui, non seguendo un modello astratto

l campo da basket è circondato da una rete metallica sfondata in più punti. Oltre la recinzione un prato infestato da graminacee, contro sole. Il cestino dei rifiuti è pieno di lattine, cartoni per la pizza, qualche bottiglia di birra. Un gruppo di ragazzi è seduto a chiacchierare. Ce n’è uno in piedi, di corporatura robusta; indossa un paio di bermuda a cavallo basso che lasciano bene in vista i polpacci pieni di tatuaggi; una saetta dietro l’orecchio sinistro. Si muove in continuazione mentre parla, spostando il peso da una gamba all’altra. Poco lontano, nell’area fitness, due giovani stanno facendo esercizi di oscil-

lazione del tronco, servendosi di maniglioni e barre da trazione. Bicipiti, pettorali, addominali a pieno regime. L’adolescenza è una stagione di discrepanze, di debolezze inconfessabili e di provocazioni lanciate a brutto muso. Un cerchio che non si chiude mai. Mi sono spesso chiesto, ascoltando notizie di violenze sessuali compiute da giovani nei confronti di loro coetanee, con quale modello di mascolinità devono fare i conti i nostri figli. Un bel problema. Come afferma Maria Giuseppina Pacilli, docente di psicologia sociale, nel suo saggio “Uomini duri - il lato oscuro della mascolinità”, gli uomini sembrano chiamati a un compito paradossale: sbarazzarsi delle credenze

sessiste riguardanti le donne, senza però abbandonare un modello di mascolinità tradizionale, caratterizzato da antifemminilità nei comportamenti, dominanza, inespressività emotiva, propensione al rischio, vocazione al successo. Non a caso nella copertina del libro campeggia il volto di Clint Eastwood, il duro che tutti, da ragazzi, ammiravamo: poche parole, sguardo tagliente, mozzicone di sigaro tra le labbra. Essere veri uomini è proprio un bel problema, soprattutto nel corso dell’adolescenza, quando i coetanei dello stesso sesso assumono un ruolo disciplinatore nel punire le espressioni inadeguate di emozioni. Ed è proprio questo il punto: perché a forza di essere rigettati all’interno della gabbia

della mascolinità tradizionale, gli uomini sono portati a rendere invisibile il proprio mondo interiore, condannati a vivere emozioni silenziose, estranee persino a loro stessi. Un capitolo del saggio riguarda il mondo della politica. Oltre al riferimento scontato ai maschi alfa (gli esempi abbondano), un approfondimento interessante riguarda il tema della cura dell’ambiente, tema snobbato dagli uomini duri: infatti, negli stereotipi di genere, il prendersi cura è affare da donne. Mi ha colpito questa sottolineatura, perché esprime lo stesso concetto approfondito da Alessandra Smerilli, suora ed economista, nella sua introduzione alla enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”: non ab-

biamo imparato l’alfabeto e la semantica della cura, perché da sempre l’abbiamo relegata alla sfera privata riservata alle donne. Insomma, cari compagni uomini, abbiamo molta strada da fare per superare stereotipi che, oltre ad essere dannosi, finiscono per ingabbiarci. Un uomo – il libro si conclude con queste parole – deve essere capace di comportarsi non aderendo a ciò che viene considerato maschile o femminile, ma partendo da se stesso, da ciò che è buono per lui. Uomini e donne dovrebbero avere entrambi la possibilità di esprimere sensibilità senza andare incontro a sberleffi, così come dovrebbero avere entrambi la possibilità di dare mostra di determinazione e coraggio.


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