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Martedì, 16 febbraio 2021
MIGRANTI
Emergenza rotta balcanica
sempre gravissima l’emergenza umanitaria per i migranti bloccati in Bosnia Erzegovina. Caritas ÈItaliana, in collaborazione con altre realtà non pro-
Inserto mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata
Telefono 0733.231567 E-mail: redazione@emmetv.it Facebook: : emmetvmacerata Twitter: emmetvmacerata
fit, è impegnata nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi. Questi aiuti sono resi possibili grazie alla solidarietà mostrata da molte persone e organizzazioni che stanno contribuendo alla raccolta fondi necessaria proprio per l’acquisto di beni essenziali per la sopravvivenza di queste persone. Le Caritas delle diocesi marchigiane hanno lanciato una raccolta fondi che verrà fatta confluire su Caritas Italiana per l’acquisto in loco di quanto necessario. Si può contribuire con un bonifico a Caritas diocesana Macerata - causale: Rotta balcanica -IBAN IT24W0311113401000000019866
Inserto di
Tolentino, è morto il diacono Sandro Ciarapica
Fra Michel, tornato dalle Marche nel suo Benin
Luigi Accattoli: la fede in ospedale con il coronavirus
L’8 marzo non una festa ma una svolta
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La Quaresima è tempo per costruire una comunione più vera con gli uomini e con Dio
Tornare a casa, rinnovati DI
Quaranta è simbolo di un tempo di maturazione Deserto significa prova, lavoro su di sé. Il tema del cammino ci orienta a essere liberi e costruttori di nuova convivenza civile
NAZZARENO MARCONI *
I
Uno scatto del deserto, utilizzato nella copertina del libretto per la Quaresima 2021 del vescovo Marconi
mia si risolva con un semplice colpo di spugna. Se però leggiamo attentamente la Bibbia, l’esodo è certo un tornare a casa, ma per costruire una novità: la prima Gerusalemme. Anche Elia torna al Sinai e da qui in Israele, ma per dare inizio a una nuova storia, con nuovi re da nominare e nuovi profeti da
consacrare. Il popolo ebraico torna in patria dopo l’esilio a Babilonia, ma per costruire una nuova e più bella Gerusalemme, con un tempio ancora più grande. E anche Gesù torna a Nazareth dopo il deserto, ma per dare inizio in quella terra della sua infanzia all’annuncio della novità evangelica. Infine anche il fi-
glio prodigo torna a casa, ma per vivere col Padre in modo nuovo e più vero e giusto. La storia, nella Bibbia, non torna mai semplicemente indietro! Il cammino con Dio dei singoli e dell’umanità è sempre di maturazione e crescita, come simboleggia il numero 40. Le prove e gli errori del passato, rap-
SUSSIDIO Verso la Pasqua
uest’anno non verrà stampato l’oramai Qtradizionale fascicolo
che negli anni scorsi accompagnava i giorni della Quaresima. Il vescovo Marconi l’ha predisposto come sempre, ma verrà diffuso solo in formato elettronico. Lo si potrà scaricare integralmente in formato PDF e leggerlo o stamparlo autonomamente. Sarà anche possibile leggere quotidianamente le riflessioni nel sito diocesano o su www.emmetv.it. L’argomento sarà la preghiera dei salmi. Ogni giorno sarà proposta la meditazione di un salmo, commentato con una sintesi delle Catechesi del mercoledì che san Giovanni Paolo II dedicò proprio alla spiegazione dei salmi.
Anche l’abbazia di Fiastra è pronta per lo streaming DIRETTA ONLINE
l tempo quaresimale ha uno sfondo biblico che lo caratterizza: i quaranta giorni della Quaresima evocano i 40 anni dell’esodo di Israele nel deserto del Sinai verso la terra promessa, i 40 giorni di Elia nello stesso deserto verso il monte Oreb ed infine i 40 giorni di Gesù nel deserto di Giuda verso l’inizio della sua vita pubblica. Tre episodi genericamente definibili di esodo, con tre elementi sempre presenti: il numero quaranta che evoca gli anni per diventare adulto, maturo, responsabile di sé e degli altri. Quaranta è quindi simbolo di un tempo di maturazione. Il tema del deserto che significa prova, lavoro su di sé per vincere le sfide della vita. Ed infine il tema del cammino verso un luogo nuovo ed un tempo nuovo, verso un modo nuovo di stare al mondo e di stare con Dio: non più schiavi, impauriti, minacciati, ma liberi e costruttori della nuova convivenza civile. Lo schema esodico di questi racconti indica un percorso chiaro: dalla terra d’esilio alla propria terra. L’esodo sarebbe perciò un ritorno a casa. È questo un tema narrativo presente in tutta la cultura antica a partire dall’Odissea: il ritorno avventuroso di Ulisse ad Itaca, la sua casa, come simbolo dell’intero cammino dalla vita umana. Per certi versi anche la Divina Commedia, così spesso evocata in questo anno del centenario di Dante, è la storia del ritorno a casa del suo autore che si era smarrito «nel mezzo del cammin di nostra vita». Dante, un po’ contorto e misterioso come tutti i toscani, per tornare a casa l’ha presa un po’ lunga… passando per inferno, purgatorio e paradiso. Di fatto la vita con i suoi errori e i suoi percorsi tortuosi ci porta lontano da casa. Lo narra anche la parabola del figliol prodigo. Quando uno “rientra in sé stesso” e prende coscienza dell’errore, la cosa più saggia da fare è ritornare, rimettere le cose a posto. C’è uno schema chiaro nella vita, che va restaurato tornando indietro. Anche la Quaresima sembrerebbe perciò un semplice tornare indietro, alla vita di prima, alla vita prima che il peccato la rovinasse? Un tema che oggi potrebbe essere molto attraente: chi non spera e non attende ardentemente che tutto torni come prima, che la pande-
a chiesa abbaziale di Fiastra è diventata la sostituta del duomo di San Giuliano, inagibile dal terreLmoto, per le celebrazioni liturgiche più solenni. Per la
trasmissione finora ogni volta era necessario approntare le postazioni di ripresa e di regia, oltre a stendere decine di metri di cavi. Ora tutti i segnali arrivano a una postazione e la telecamera già presente è stata collegata alla Rete. È stato inoltre creato il canale YouTube “Parrocchia S. M. Annunziata - Abbadia di Fiastra”.
presentati dal deserto e dalle sue tentazioni, non vengono solo cancellati, ma sono occasione di maturazione di un amore nuovo e più vero. La liberazione dal male, a partire da quello che abbiamo dentro di noi, non è per fare quello che si vuole, ma per costruire una convivenza, una comunione più intensa e vera con gli uomini (la nuova Gerusalemme) e con Dio (il nuovo tempio). Una Quaresima da vivere una seconda volta in tempo di pandemia deve perciò misurarsi con questa immagine complessa e stimolante di un cammino di ritorno a casa, ma con un nuovo stile di vita. È questo un tema di meditazione che tocca non solo i singoli, ma tutta la comunità diocesana e che è giusto nutrire di silenzio, di ascolto e di preghiera. Ogni anno scrivo un libretto, che viene stampato e diffuso nelle parrocchie per sostenere il cammino spirituale della Quaresima. In questo tempo di internet e cellulari super tecnologici, il Libretto della Quaresima 2021 verrà invece diffuso solo in formato elettronico. Lo si potrà scaricare integralmente in formato PDF e leggerlo o stamparlo in proprio. Oppure lo si potrà leggere ogni giorno nel sito diocesano o su www.emmetv.it. Quest’anno è dedicato alla preghiera dei salmi, una preghiera bellissima, che si può fare da soli, ma anche insieme, come fanno i monaci. Ogni giorno sarà proposta la meditazione di un salmo, commentato con una sintesi delle Catechesi del mercoledì che san Giovanni Paolo II dedicò proprio alla spiegazione dei salmi. È un piccolo aiuto per compiere un cammino spirituale in questa Quaresima, che ci faccia davvero maturare nel bene, rendendoci capaci di camminare verso il futuro. * vescovo
ANNIVERSARIO
Cent’anni fa nasceva Dante Cecchi
E
sattamente cento anni fa, il 16 febbraio 1921, nasceva a Macerata Dante Cecchi. Personalità poliedrica, con molteplici interessi culturali, ha legato il proprio nome alla città e all’intero territorio maceratese con un costante impegno nella società civile, lasciando testimonianze tuttora vive nel campo storico-culturale, in quello politico-amministrativo e nella formazione dei giovani. Il suo metro d’azione è racchiuso nella dedica con la quale padre Agostino Gemelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 1942 gli consegnò il diploma di laurea in Lettere e Filosofia: «…ricorda pure che l’Alma Mater alla quale hai appartenuto, ti ha insegnato come nella vita, nella professione e negli studi devi servire il Regno di Cristo Signore Nostro». Questo è stato «il suo impegno di vita fino alla morte», ha scritto il figlio Giovanni (suo un articolo a pagina 4) in un volume di ricordi a cura di Alberto Meriggi, edito dal Consiglio regionale delle Marche. Credente cattolico e fine intellettuale, Dante Cecchi è stato un educatore non comune. Nei suoi cinquantaquattro anni d’insegnamento, prima nei licei (dove è stato anche preside), poi all’università di Macerata come docente di Storia dell’amministrazione pubblica, ha saputo trasmettere, con «animo sempre sorridente» – di cui anche chi scrive è stato testimone – non solo metodo di studio e di ricerca, ma anche passione, coraggio, ideali. L’impegno civile, evidentemente germogliato in famiglia e negli anni di scuola, era maturato in lui durante la Seconda guerra mondiale e la Resistenza. Già nel 1944 è tra gli iscritti più attivi della Democrazia Cristiana. Consegue una seconda laurea, in Giurisprudenza, e assume incarichi di responsabilità nell’amministrazione cittadina, dove fino al 1970 ricopre ruoli di consigliere comunale e assessore alla cultura. Negli anni ’80 è stato anche presidente dell’allora Cassa di risparmio della provincia di Macerata. Costantemente impegnato nelle maggiori istituzioni ed associazioni culturali (in primis Accademia dei Catenati e Centro studi storici maceratesi), Cecchi è stato un prolifico scrittore, lasciando oltre duecento monografie e saggi, soprattutto di storia locale, che spaziano dal Medioevo al periodo post unitario. Ha scritto anche alcune brillanti commedie dialettali. Scomparso nel 2015, riposa nel cimitero di Urbisaglia, accanto alla moglie Catterina Bonservizi, che lo aveva lasciato vedovo alla fine degli anni Novanta. Alessandro Feliziani
Fraternità, l’altro vaccino di cui abbiamo bisogno L
Fissare lo sguardo nei coni d’ombra nei quali i poveri e gli immigrati sembrano scomparsi, in questo tempo di pandemia
e tue giornate iniziano sempre di corsa. Ti alzi dal letto e sei già in ritardo. Puoi anticipare il risveglio quanto vuoi: niente da fare, hai già perso. C’è sempre un appuntamento che preme, sgradevole come una pacca sulle spalle data da qualcuno di cui sai di non poterti fidare. L’idea di passare al supermercato prima di recarti al lavoro si è dimostrata una pessima idea. A quest’ora non ci sarà nessuno, hai pensato, e invece… Il collo di bottiglia, si sa, è rappresentato dal passaggio alle casse. È qui che fanno naufragio le strategie più affinate per decidere dove posizionarti: scegliere la fila più corta, o quella con i carrelli meno pieni? Oppure confi-
dare nella cassiera che ti sembra più rapida? Mentre friggi di fronte all’evidenza della sconfitta, l’uomo che ti precede pensa bene di intavolare con la cassiera una discussione sul valore dei punti guadagnati con gli ultimi acquisti. Volgi lo sguardo rassegnato, e vedi con la coda dell’occhio una donna che ti fa cenno di avvicinarti alla cassa n.1. Non ci credi, eppure ti sta proprio cedendo il posto. In fondo devi pagare solo un filone di pane e dodici litri di acqua minerale. Ha i capelli tirati indietro, carnagione scura, abiti dimessi. Indossa un giaccone nero con una peonia di pannolenci appuntata all’occhiello, di un bel rosso sentimentale. Ha voglia di parlare: «Io non so se c’è o no la
pandemia – dice con accento sudamericano – però la gente muore, e muoiono anche i giovani. Dobbiamo aiutarci. Bisogna che ci teniamo insieme con le pinze». Usa proprio questa espressione, tenerci insieme con le pinze. Mentre esci dopo averla ringraziata, ripensi alle sue parole e inizi a friggere un po’ meno. Se ne verremo fuori, in qualche modo, sarà perché avremo conservato un briciolo di fraternità. Di fronte all’ingresso del supermercato c’è un uomo anziano che hai visto altre volte, quasi sempre con una birra accanto a sé. Una mano nella tasca del giubbotto, l’altra appoggiata al bastone, le gambe leggermente flesse e divaricate. In te-
sta un berretto di lana verde militare calzato male. Ha lo sguardo perso in un altrove che non riesci ad immaginare. È appoggiato al Locker di Amazon, il punto di ritiro dei pacchi con la freccia a forma di sorriso. Chissà quanto lavoro precario, quante catene di distribuzione si nascondono dietro questo armadio dei desideri. Il telefono inizia a squillare, non te ne curi. E pazienza se arriverai in ritardo. Almeno per una volta vorresti un po’ di tempo per pensare, per raccogliere quelle che papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, ha definito «le suggestioni della realtà». Respirare a fondo, uscire dalla presunzione del già
saputo, mettersi in movimento. Fissare lo sguardo nei coni d’ombra nei quali i poveri e gli immigrati sembrano scomparsi, in questo tempo di pandemia che sta svuotando ogni spazio di relazione. E allora fissa lo sguardo, e racconta. Hai a disposizione la rete, i canali social, strumenti formidabili di partecipazione attiva che ti consentono di descrivere ciò che accade sotto i tuoi occhi. Se avessi un giorno di ferie, andresti in riva al mare, o nelle praterie di alta montagna dove in estate fioriscono le peonie. Oppure nei luoghi di frontiera percorsi da reporter immaginari, con i vestiti sgualciti e la valigia sempre pronta, che tanto di questi tempi si può viaggiare solo con il cuore.