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Martedì, 21 dicembre 2021
CARITÀ
Un’offerta per un’iniziativa di concreta solidarietà ome ogni anno nel tempo di Avvento, in preparazione al Natale, viene proposta Call’intera comunità diocesana un’iniziativa di
Inserto mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata
Telefono 0733.231567 E-mail: redazione@emmetv.it Facebook: : emmetvmacerata Twitter: emmetvmacerata
carità. Quest’anno, con lo slogan «Una “prima pietra” per una concreta opera di carità e di speranza», si è scelto di sostenere con i fondi che verranno raccolti «l’acquisto e il restauro di una fattoria per future progettualità della Comunità Papa Giovanni XXIII». L’offerta può essere conferita nella propria parrocchia o attraverso bonifico bancario, indicando i dati che riportiamo di seguito. IBAN: IT 75 K 06150 13400 CC032 01057 10 Intestato a: Diocesi Macerata Causale: Avvento 2021
Inserto di
Antonio Pettinari: in provincia è tempo di bilanci
Il prefetto Ferdani: impegno per sisma, droga e sicurezza
Pastorale giovanile: la ripartenza è presenza e ascolto
Letture e film per accompagnare il riposo delle feste
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Il perdurare del Covid ci fa scoprire fragili e apprezzare la vita che ogni giorno è un dono
Buon Natale, a voce alta DI
Il messaggio della Natività è che solo una società fraterna a dimensione universale è la base su cui costruire una cultura veramente umana. Vergognarsene o giudicarlo offensivo è segno di insipienza
NAZZARENO MARCONI *
I
Il vescovo Marconi alla Messa della notte di Natale del 2020
veri panni che lo proteggono dal freddo della notte palestinese? Dio che si fa uomo rivela all’uomo che per vivere abbiamo bisogno degli altri, come gli altri hanno bisogno di noi. La fraternità umana, l’essere ciascuno «custode del suo fratello» (Gn 4) come insegna la Bibbia, l’es-
sere «tutti noi sulla stessa barca» come insegna Papa Francesco, non possono essere definiti semplici opinioni o visioni di parte. La civiltà occidentale si è costruita sulla coscienza di questa inderogabile necessità della fraternità, ma si è poi sviluppata soprattutto nell’ulti-
mo secolo sui binari di un crescente individualismo che cantava l’indipendenza dell’Io dal Noi come una grande conquista di libertà, come base per la rivendicazione infinita dei diritti dell’individuo, potendo mettere tra parentesi i doveri verso gli altri. Le varie e periodi-
FESTIVITÀ Messe presiedute dal vescovo abato 24 dicembre 2021, ore 22.30 - San Giuseppe S(Sforzacosta), Messa di Na-
tale Domenica 25 dicembre 2021, Natale, ore 11.00 San Giorgio (Macerata) Venerdì 31 dicembre 2021, ore 18.30 - San Giorgio (Macerata), Messa con Te Deum Sabato 1 gennaio 2022, ore 11.15 - Santa Maria Assunta (Troviggiano di Cingoli) Domenica 2 gennaio 2022, ore 10.30 - Preziosissimo Sangue (Porto Recanati) Domenica 2 gennaio 2022, ore 17 - San Flaviano (Recanati) Giovedì 6 gennaio 2022, Epifania, ore 11.15 - San Catervo (Tolentino) Giovedì 6 gennaio 2022, Epifania, ore 18 - San Filippo (Treia)
Bandiera arancione del Touring per il Balcone delle Marche ingoli ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della “Bandiera arancione” del Tci. Questa la motivazione: «Il Ccentro storico, in posizione panoramica, esteso, complessi-
CINGOLI
l cuore del messaggio cristiano sul Natale, Dio che si è incarnato in Gesù, determina per noi un particolare rapporto con il tempo. Credere che l’Eterno è entrato nel tempo e nello spazio degli uomini impedisce di pensare il tempo solo come lo scorrere meccanico di secondi tutti uguali e tutti misurabili. Un grande saggio biblico come Qoelet confessa che non è indolore accettare una fede in cui Dio non sia solo il creatore lontano di tutte le cose, ma anche l’attore nella storia umana accanto a noi. Questa fede infatti dà valore al tempo che viviamo, rende significativo ogni istante e ci responsabilizza. Se nel tempo si dispiega l’azione di Dio e dell’uomo, allora «Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato» (Qo 3,1-2). Da cristiani perciò dobbiamo abitare il tempo che ci è dato in modo vigile e responsabile. Dobbiamo riconoscere “i segni dei tempi” da intendere secondo la saggia lezione conciliare: «Il popolo di Dio, mosso dalla fede… cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio» (Gaudium et Spes, 11). Non ci sarà dato di vivere un altro Natale 2021, per questo dobbiamo vivere in pienezza e da credenti questo Natale che sta giungendo. Il perdurare della pandemia richiama anche il nostro mondo occidentale al tema della fragilità, della vita che ogni giorno è un dono. Ci ricorda il bisogno inderogabile dell’aiuto degli altri, per poter entrare nella vita e per continuare a vivere. A ben vedere questi temi di meditazione sono profondamente natalizi. Quale annuncio dalla strutturale fragilità umana è più convincente di un Dio che per farsi veramente uomo deve diventare bambino: in tutto dipendente da un grembo che lo accoglie, un seno che lo nutre, una mangiatoia che lo sostiene e po-
vamente ben tenuto e vivace, per il servizio di informazioni turistiche efficiente, per il valore e la varietà degli attrattori ben promossi e valorizzati e per i servizi per i camperisti». «Questa assegnazione – ha detto il sindaco Michele Vittori - è motivo di gioia e orgoglio, frutto del lavoro fatto per la tutela culturale e per la promozione turistica». (G.Gr.)
che crisi di questo modello culturale egoistico ci ammoniscono, e ora la società dell’Io ha sbattuto duramente il muso contro il muro di gomma di questa pandemia che si ritira e ritorna, come l’onda del mare e al pari dell’onda erode le certezze “di sabbia” del mondo tecnocratico, egoistico, materialista. C’è una paura sorda che oggi scorre nelle vene della gente, perché la canzoncina «andrà tutto bene», intesa da tanti: «andrà tutto bene per te… degli altri non ti curare», non suona più. Le cose stanno andando sì meglio dell’anno scorso, tuttavia la zona gialla ci ricorda che la pandemia è ancora di là dall’essere sconfitta, mentre si conferma sempre più che: «se ne esce solo se ne usciamo insieme» (papa Francesco, 7 ottobre 2020). E non solo noi italiani o noi europei, ma un Noi ampio come l’umanità. Nel mondo di oggi è infatti scomparsa una parola: “antipodi”, l’altra parte del mondo. Per millenni l’umanità ha potuto disinteressarsi di ciò che accadeva dall’altra parte del mondo. Oggi una pandemia cinese, poi una variante australiana o sudafricana bussa alla tua porta a pochi giorni dalla sua genesi e cambia la vita di tutti. La sfida di questo Natale 2021 è recuperare la coscienza che solo una società fraterna a dimensione universale è la base su cui costruire una cultura veramente umana. Questo è il messaggio del Natale, di Dio che si è fatto nostro fratello nell’umanità; vergognarsene o peggio considerarlo pericoloso o offensivo per qualcuno, mi sembra un esempio lampante di particolare insipienza. * vescovo
ONORIFICENZA
Michelangelo fatto “Alfiere” da Mattarella DI LEONARDO
GIUSTI
L
a Presidenza della Repubblica dal 2010 premia ogni anno 30 giovani: «che si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà, Quest’anno tra i premiati con il titolo di “Alfiere della Repubblica” c’è Michelangelo Melchiorri di diciannove anni. Durante l’emergenza Covid-19 si è particolarmente distinto come giovane volontario della Croce Verde di Macerata per aver prestato servizio in un momento così delicato. Michelangelo ha anche partecipato all’addestramento per diventare volontario dei Vigili del Fuoco superando il corso e gli esami a pieni voti. Da quando aveva sei anni Michelangelo fa parte del Gruppo Scout Macerata 2 con sede ai Salesiani. Fin da piccolo ha sempre partecipato alle attività insieme ai suoi tre fratelli con entusiasmo e dedizione, riuscendo fino ad oggi a dedicarsi al prossimo cogliendo a pieno il motto “servire” della branca Rover. Nel metodo educativo scout, già da otto anni con la “buona azione”, i ragazzi assaporano la bellezza del donarsi con piccoli gesti e arrivano poi a 19 anni maturando il pensiero di Baden Powell che afferma come «il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri». Gli Alfieri della Repubblica non sono eroi, ma semplici ragazzi che hanno maturato un alto senso civico e lo dimostrano nella loro vita con lo studio, lo sport e il tempo che dedicano al prossimo. In questi ultimi 2 anni molti gruppi scout hanno continuato le attività con i ragazzi cercando di mantenere un livello di sicurezza adeguato, privilegiando le attività all’aria aperta; purtroppo per alcuni, la pandemia ha lasciato un senso di chiusura e di vuoto rendendo le relazioni sempre più difficili. Nella Casa salesiana di Macerata circa trenta giovani come Michelangelo hanno aiutato diverse famiglie impossibilitate ad uscire portando loro la spesa e medicinali. È stato un servizio semplice ma molto apprezzato, che ha coinvolto giovani che nella loro vita non hanno mai fatto esperienze di volontariato. «Fatelo perché è una cosa bella!», è la frase che in questi giorni sentiamo sempre da Michelangelo rivolta a tutti ragazzi. Cogliamo il suo invito e gli facciamo ancora una volta i complimenti per questa onorificenza.
Il presepe è solo accoglienza: abbraccia tutti DI
GIANCARLO CARTECHINI
A
Presepe illuminato di verde
Ogni vicenda umana ha titolo per stare al cospetto della Natività Celebrarla oggi comporta sentirsi coinvolti dal dramma dei migranti
lle sei di mattina la casa è ancora al buio. Davanti alla capanna del presepe non c’è nessuno: i led verdi del modem lampeggiano, la caldaia è ripartita da poco, il compressore del frigo scarica in un borbottio la sua stanchezza. Forse non è un caso che la luce del Natale si accenda nel periodo più freddo dell’anno, quando ogni fioritura sembra una remota anomalia, suggerisce la scrittrice polacca Olga Tokarczuk – premio Nobel della letteratura nel 2018 – all’inizio del racconto “Il presepe di Bardo”. Proprio il Natale, nei giorni scorsi, è stato al centro di una polemica nata dalla pubblicazione
di alcune linee guida della Commissione Europea, finalizzate alla diffusione di un linguaggio inclusivo e non discriminatorio. In una parte del documento si sottolinea che non tutti celebrano le festività cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nella stessa data. Da qui l’invito a sostituire frasi del tipo «Il periodo natalizio può essere stressante» con «I momenti delle vacanze possono essere stressanti per coloro che celebrano il Natale o Hanukkah» e altri esempi del genere. La diffusione del documento, in seguito ritirato, ha aperto un dibattito le cui posizioni principali possono essere riassunte in questo modo: il Natale è un simbolo ingombrante, da edulcorare il più possibile in nome di
quella cancel culture che tende a rimuovere tutto ciò che potrebbe risultare offensivo nei confronti della pluralità di etnie e culture che caratterizza le nostre città. Al contrario, hanno detto altri, Natale deve restare un simbolo identitario forte, da utilizzare, se necessario, come strumento di polemica politica. La posizione più significativa, tuttavia, è venuta da coloro che hanno proposto di dare nuova vita al Natale, presentandolo come simbolo impegnativo di accoglienza e valorizzazione di ogni lingua e di ogni cultura. Il presepe nasce come nascono le città, per aggiunte successive, dice Olga Tokarczuk. La protagonista del suo racconto è la custode infedele di un presepe monu-
mentale: percepiva, dice la scrittrice, che qualsiasi cosa venisse inserita nel presepe sarebbe stata al posto giusto; tutto il mondo doveva essere condotto all’ingresso della capanna. Per questo motivo aggiungeva di nascosto statuine di uomini imbrattate di sangue, torri di vedette, carabine, macerie di città. Angeli e filo spinato. Estrazioni del carbone, banche, elezioni, psicoanalisi, fisica nucleare, violenze in famiglia: tutto, conclude la scrittrice polacca alla fine del racconto, deve essere presentato al cospetto della Natività. Accanto alla Natività, probabilmente, dovrebbero trovare posto anche i profughi bloccati ai confini tra Polonia e Bielorussia. «Natale lo avete cancellato ogni
volta che li avete respinti, perseguitati, cacciati», ha scritto in un post il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo, da sempre in prima linea nel raccontare il dramma dei migranti. A commento di questo post, qualcuno ha aggiunto: «Se l’Europa si preoccupa di promuovere valori di inclusione, perché non aiuta le persone che vivono come dannati ai confini di casa nostra?». Alcune famiglie polacche hanno acceso lanterne verdi alle finestre per lanciare un segnale di accoglienza. Nel loro piccolo, anche i led verdi del mio modem continuano a lampeggiare davanti alla capanna del presepe; testimoni discontinui di resistenza, compagni di tutte le storie che implorano un largo perdono.