Emmaus 17 dicembre 2019

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appuntamento Concerto a San Giorgio

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abato 21 dicembre 2019, alle ore 21, nella chiesa San Giorgio S a Macerata avrà luogo un concerto

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

organizzato dal Gruppo musicale Figli della Luce di Macerata, composto da una ventina di giovani diretti dal maestro Loretta Vecchione. Testi, musica e arrangiamenti dei Figli della Luce. Sarà eseguito un repertorio natalizio con canti riarrangiati, o scritti e musicati da zero, introdotti da riflessioni in tema.

A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 62100 Macerata telefono 0733.231567 e-mail: redazione@emmetv.it facebook: emmetvmacerata twitter: emmetvmacerata

MACERATA

Martedì, 17 dicembre 2019

Il vescovo: è il nostro san Nicola di Bari, origine da rivalutare

Ben venga Babbo Natale Con il passare del tempo si è dimenticata la fonte cristiana di tanti valori, fino ad arrivare a considerarli addirittura opposti alla fede DI

NAZZARENO MARCONI *

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onostante l’invito di papa Francesco a festeggiare il Natale realizzando il presepe, chi facesse un giro lungo le vetrine dei negozi nei centri cittadini di oggi, troverebbe una fortissima preponderanza dell’immagine di Babbo Natale. Ho sentito tessere l’elogio di Babbo Natale da una signora “profondamente laica”, tutta felice di avere un simbolo del Natale “laico e libero” da proporre anche ai bambini islamici, tra l’altro di un bel colore rosso, che non guasta per chi soffre di “intolleranza al clero ed affini”. Il mio “Don Camillo”, cioè quella parte del mio intimo che non perderebbe mai occasione per una bella zuffa con questo particolare tipo di persone, mi ripeteva nella testa: «Dille le verità… vedrai che figuraccia le facciamo fare!». Ma per fortuna ho dato ascolto all’angelo custode; mi sono morso la lingua e ho lasciato la “signora” gioire, crogiolandosi beata nella sua ignoranza. Ora però, visto che “istruire gli ignoranti” è un’opera di misericordia, vorrei evitare ad altri simili figure. Babbo Natale infatti, o come lo chiamano nei paesi del Nord Santa Claus, è tutt’altro che un simbolo “laico”, infatti è un Vescovo, per giunta Santo, e per somma ironia patrono di Bari,

di un sacco di città in Europa e nel mondo e soprattutto per la Chiesa Ortodossa, che lo venera anche più di noi, Patrono dalla Santa Russia. Tutto comincia da un personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, in Turchia) dove morì il 6 dicembre del 343. Fu particolarmente amato per la sua carità: fin da laico impegnava i suoi beni per sfamare i bambini poveri e soprattutto gli orfani, così da impedire che venissero sfruttati in lavori massacranti. In seguito divenne presbitero e fu scelto dal popolo come vescovo, confermando e ampliando il suo impegno per l’assistenza ai bisognosi. Oggi il suo corpo si venera nell’antichissima Basilica di San Nicola a Bari dove fu trasportato nel 1087. Presto si sarebbe sviluppato l’uso di travestirsi da San Nicola per fare dei doni ai bambini poveri in occasione

Raffigurazione moderna di san Nicola, vescovo di Myra

festività Le celebrazioni 24 dicembre, ore 24 – Basilica della Madonna della Misericordia – Macerata 25 dicembre, ore 10 – Centro di Comunità– Osteria Nuova, Montefano 31 dicembre, ore 18 – Chiesa di San Giorgio – Macerata, con canto del Te Deum 1 gennaio, ore 11 – Chiesa Sacro Cuore – Macerata

Ordinati quattro nuovi diaconi permanenti

Nella chiesa dell’Abbazia di Fiastra, nel pomeriggio di sabato 7 dicembre il vescovo Nazzareno Marconi ha ordinato quattro diaconi permanenti: Denis Marini, Renzo Mazzieri, Carlo Migliorelli, Mario Torregiani: persone con un lavoro e una famiglia che hanno scelto di consacrarsi al servizio della comunità cristiana. Hanno concelebrato il vescovo emerito Claudio Giuliodori e molti

sacerdoti. Nell’omelia il vescovo ha sottolineato come: «Oggi per voi e per noi è un traguardo, il compiersi di un Ministero nella Chiesa che vuol rinnovarsi e testimoniare che Dio guida la nostra storia al bene. Non siamo però semplicemente arrivati, dobbiamo anche ripartire. Il vostro diaconato ha il compito speciale di tracciare i passi di una nuova storia di Chiesa». (P.Chin.)

della sua festa il 6 dicembre. In Olanda, dove l’usanza antica è meglio conservata, un personaggio vestito da vescovo con mitria e pastorale, porta doni ai bambini proprio il 6 dicembre ed era chiamato Sint Nicolaas poi Sinterklaas, tradotto in ambito anglofono Santa Claus, il famoso Babbo Natale. Fino all’Ottocento il suo abito era verde, che era anche l’antico colore dell’abito dei vescovi, poi divenne rosso, come quello che ancor oggi caratterizza

vescovi e cardinali. Se guardiamo oggi alla rappresentazione standard di Babbo Natale, si può riconoscere nel suo cappello triangolare, il ricordo di una mitria vescovile, così nella pelliccia bianca che esce ai polsi e alla vita, il ricordo della trina bianca che decora i polsi e il bordo inferiore della mantella nella talare rossa dei vescovi di oggi. Mi sembra più che chiaro: il buon Babbo Natale, con buona pace di certe “signore”, è tutt’altro che laico e magari anticlericale… D’altra parte questo capita spesso. Quando il cristianesimo ha diffuso dei valori, come l’uguaglianza in dignità tra tutti gli uomini, in un mondo come quello antico romano che invece lodava la schiavitù, con il passare del tempo si è dimenticata l’origine di questi valori, fino ad arrivare all’assurdo di innalzarli come valori laicamente umani, magari in nome dei quali era necessario cancellare il cristianesimo. Sono le stranezze della storia umana, che capitano soprattutto nei popoli con la memoria corta. Cosa vorrei regalare alla nostra Italia, imitando il mio confratello vescovo “Babbo Natale”? Non so se la producono più, ma quando ero piccolo c’era una medicina che si chiamava “Memoserin fosforo”. Buon Natale. * vescovo

città. Mostra di presepi agli Antichi Forni DI LUIGI TALIANI

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Betlem nasce un Dio inaspettato e sorprendente. Forse gli uomini lo attendevano dentro le mura della città, magari in un palazzo regale e sontuoso, degno di un re potente e trionfante. Ma Lui sceglie di nascere in una periferia di Gerusalemme dove nessuno lo attende. È un Dio che non esclude, ma è inclusivo di ogni uomo e di ogni cosa, come sottolinea anche papa Francesco nella lettera apostolica sul valore del presepe, dove evidenzia che «il Dio che si fa bambino tende le braccia a tutti». Il Santo Padre auspica quindi che si torni a realizzare presepi nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nella carceri, nelle piazze... Ma soprattutto tra le mura domestiche. Grande o piccolo che sia, il presepe appartiene alla nostra vita perché se da una parte esprime il calore della famiglia, dall’altra viene a creare relazioni più rispettose della dignità dell’uomo, là dove egli vive ed opera. Noi siamo andati a verificare l’attualità e la contemporaneità del presepe a casa di un “maestro” creatore di presepi in miniatura: Maurizio Piergiacomi che ci ha accompagnato nel cuore di casa sua, dove ci ha fatto da guida nella visita a decine di piccoli presepi contestualizzati in oggetti di uso comune. Tanti gioielli in miniatura che ci hanno portato a contemplare la nascita del Salvatore magari dentro la cornetta e la base di vecchio telefono, volendo evocare un Dio che comunica e crea relazioni tra gli uomini. Cristo luce del mondo è situato anche all’interno del fanale di un’auto d’epoca, che illuminava la strada. Un grammofono a manovella ospita la Natività come simbolo della festa e della gioia che l’evento dell’incarnazione genera nell’umanità. Ma Dio non ha confini, né di razza né di culture, e per questo fa bella mostra di sé un’adorazione dei Magi realizzata con statue lignee provenienti dalla Russia. Una vecchia cassa di bibite dal marchio famoso ospita una collezione di statuine del presepe napoletano che raffigurano in ventiquattro piccole nicchie situazioni di vita quotidiana, ad indicare che Cristo pone la sua “casa” in mezzo alle notre, nella ferialità del lavoro e delle preoccupazioni che accompagnano la vita di tutti. Comunità che si ricompongono e tornano a condividere insieme dopo gli eventi sismici, sono rappresentate da una ricostruzione in miniatura della chiesa del Sacro Cuore di Macerata col coro dei Pueri Cantores che esegue un canto natalizio diPiergiacomi retto dal maestro Gianluca Paolucci. Mostrandoci un presepe realizzato all’interno di una vecchia scatoletta di latta portasigari, risalente all’inizio del XX secolo, Maurizio ci ha raccontato come è nata in lui la passione per il presepe e soprattutto l’idea di combinarlo con oggetti e situazioni del presente. La scatoletta apparteneva a uno dei nonni, che ogni anno si impegnava nella preparazione del presepe – meccanizzato – in famiglia; ci lavorava in segreto, giorno e notte, e sempre risuciva a far scattare la meraviglia dei parenti quando la vigilia di Natale la sua creazione veniva svelata. Dopo la morte del nonno, ritrovata per caso la famosa scatoletta, Maurizio ha pensato di rendergli omaggio, realizzando in essa il numero 0 della sua ricca collezione, una creazione che egli conserva con amore geloso. Dal 21 dicembre al 6 gennaio questi veri capolavori di artigianato, insieme a molti altri della collezione, saranno esposti presso gli Antichi Forni di Macerata.

Quel canale social inquietante tra politica e adolescenti Attraverso Facebook è facile arrivare ai più giovani facendo leva su ingenuità e insicurezza DI

GIANCARLO CARTECHINI

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elpa e cappuccio. Zaino in spalla. Una ravviata ai capelli, lo sguardo obliquo, occhi socchiusi. Si radunano, uno dopo l’altro, nel piazzale antistante la scuola. Il passo è spedito, perché a questa età non ci si può mica permettere distrazioni. Almeno fino a quando un compagno si avvicina. Allora sì che è possibile un sorriso complice, o una pacca. Si cre-

sce insieme, che diamine, coltivando amicizie traverse che un adulto non potrà mai comprendere. Ci si muove tra spigoli e strappi, e continui incidenti di percorso. Simon Blackburn, nel suo libro “Specchio delle mie brame. Pregi e difetti del narcisismo” sottolinea come gli adolescenti siano concentrati sulla propria vita, non per arroganza ma per insicurezza. Con una consapevolezza di sé così intensa da risultare perfino dolorosa. Il filosofo britannico suggerisce, seppure indirettamente, un parallelo tra il mondo degli adolescenti e quello della politica. In questo caso, tuttavia, l’arroganza di alcuni leader non trova alcuna giustificazione. Si credono carismatici. Tendono ad auto– esaltarsi. Hanno una preoccupazione smisurata per l’apparire. Ma alla fine

sono incapaci di portare a compimento le loro idee. Ora qualcuno potrebbe chiedersi cosa accadrebbe se i protagonisti di questa politica narcisista e incoerente tentassero di penetrare nel mondo degli adolescenti. Quale canale dovrebbero scegliere se non quello ovvio degli smartphone e dei social? La trasmissione televisiva “Report” ha rivelato che uno degli uomini politici che in Italia va per la maggiore, ha speso dall’inizio dell’anno 140 mila euro per diffondere contenuti su Facebook. Alcuni di questi interventi erano rivolti proprio alla fascia di età degli adolescenti. Sì, perché la piattaforma di Zuckerberg consente di differenziare il target di riferimento degli inserzionisti sulla base di alcuni parametri: età, orientamento sessuale, livello di i-

struzione, affinità di etnia. Normale, quando si deve promuovere un cosmetico. Inquietante, invece, quando si tratta di diffondere propaganda politica, soprattutto se questa propaganda è indirizzata a minori. Selfie, dirette “live”, monologhi senza contraddittorio, ritmi e inquadrature da youtuber di professione. Ragionamenti che esaltano l’intolleranza e la paura nei confronti dei diversi. Il tono usato è goliardico, come se si potesse ridere di ogni cosa. “Account marionetta” utilizzati per rendere virali alcuni contenuti, accumulare “like”. Non è più il tempo di grandi narrazioni, di pensieri unificanti. La coerenza si giudica su un arco temporale sempre più breve. Proliferano in rete frantumi di politica che fanno leva sull’insicurezza, e vedono proprio negli

adolescenti i loro fruitori ideali. Sdraiati sul divano o sul letto, luce spenta, smartphone in mano. È ancora Blackburn a ricordarci come alcuni politici siano molto bravi a controllare quali concetti debbano essere promossi ed esibiti, martellando nella testa della gente la più deprimente delle idee politiche: «TINA – There is no alternative». Invece no, l’alternativa esiste. È vero: si è diffusa, anche tra i banchi di scuola, una cultura che inneggia al “forte” di turno, che disprezza gli stranieri, le persone diversamente abili, e gli “sfigati” di ogni colore. Ma ci sono anche segnali di spe-

ranza: la sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali, la richiesta di una politica che abbandoni i toni dell’odio e del rancore. Diamo fiducia ai nostri adolescenti, facciamo maturare in loro adeguati strumenti di giudizio. Saranno i primi ad escludere dalla loro cerchia i politici narcisi che giocano a fare i ragazzini.


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