Emmaus e avvenire 20 dicembre 2016

Page 1

iniziativa

Aiutare la diocesi

www.emmausonline.it

a nostra Chiesa locale ha avuto tante chiese colpite pesanteL mente dalle scosse sismiche ed è

A cura della redazione EMMAUS Via Cincinelli, 4 62100 Macerata tel. 0733.234670

impegnata nel sostegno a chi ha bisogno di aiuto. Chi desidera contribuire alla sua azione può effettuare un versamento a: Diocesi di Macerata-Tolentino-RecanatiCingoli-Treia. Causale: Offerta pro terremoto Iban IT61Q0605513401000000011753

e-mail: redazione@emmausonline.it facebook: emmausmacerata twitter: emmausmacerata

MACERATA

Martedì, 20 dicembre 2016

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

I timori per il terremoto non soffocano la letizia delle feste natalizie in chi è sfollato e in chi è protagonista dell’accoglienza. Con i sacerdoti sempre in prima linea

la parola del vescovo

Gesù rinasce sul «cratere» Il nostro Natale eccezionale pieno di speranza

Il bisogno di rinsaldare i legami di vicinanza porta a rimodellare le celebrazioni delle festività, rispondendo in modo creativo alle condizioni imposte dal sisma

DI NAZZARENO MARCONI *

Q

DI ANDREA MOZZONI

S

tretti in una sorta di mangiatoia raccolta nel “cratere” del terremoto, i maceratesi si apprestano a vivere il Natale dopo il dramma iniziato nella notte dello scorso 24 agosto. In questo territorio, dove le prospettive di ricostruzione si alternano alla ripetizione delle scosse, la stella cometa è rappresentata da reali segni di accoglienza. Una ricerca condivisa e costantemente accompagnata dalla preghiera. Rimane indelebile, infatti, il dolore dei legami spezzati, così come la sofferenza di quanti ancora oggi sono costretti arestare lontani dalla propria casa. Sfollate le persone e inagibili i luoghi, il vaso comunicante della Carità genera solidarietà solida, che si sta sostituendo, giorno dopo giorno, all’abbandono e allo sconforto. Il Crocifisso ligneo del Santuario dei frati minori, a Treia è un emblema di questo bisogno di riparo, dello stringersi, se possibile, in modo più forte a un luogo tanto caro alla comunità locale. «Come ormai avviene da settimane, anche le festività natalizie saranno celebrate in una tensostruttura – conferma padre Luciano Genga – poco distante dalla cappellina dove ora è riposto il Crocifisso. Andiamo avanti e guardiamo al Natale e al futuro con la fede nel Signore». Il sigillo a tali sentimenti lo porranno i tanti presepi, in mostra come ogni anno e realizzati da alcuni appassionati. Una possibilità invece rimandata a Colmurano, con la rinuncia al grande presepe francescano meccanizzato, data l’inagibilità della chiesa di San Donato e dell’attiguo teatrino, dove l’installazione negli anni scorsi richiamava numerosi visitatori durante le festività. Se lo sguardo di tutti è rivolto con timore alla montagna, ai martoriati Sibillini, sarà

Un dettaglio dell’Adorazione dei Magi del Tintoretto, una delle opere d’arte tratte in salvo dalla chiesa delle Vergini di Macerata

un Natale diverso anche per chi ha trovato alloggio lungo la costa. «Siamo veramente più vicini di quanto dicano i chilometri al nostro entroterra – afferma padre Roberto Zorzolo, parroco a Porto Recanati –, il giorno dell’Epifania ospiteremo a pranzo l’Anffas dei Monti Azzurri, attualmente senza sede, per condividere questo momento di difficoltà». Padre Zorzolo racconta come l’atmosfera natalizia si stia diffondendo anche nei campeggi, dove attualmente alloggiano oltre 600 persone: «I miei genitori alloggiano qui ma io non posso abbandonare Bolognola – spiega, tra questi, Giuliano, un giovane agricoltore –; per questo sarà un periodo davvero particolare, con la paura che la neve faccia ulteriori danni, ma cercheremo di viverlo insieme». Nei centri di Porto Recanati non sarà però possibile celebrare la Messa di mezzanotte: «Ma a Natale saremo presenti per gli auguri e per officiare la liturgia nel pomeriggio – aggiunge ancora padre Roberto – , tutto ciò grazie anche alla disponibilità di alcune corali che rallegreranno la funzione».

L’esperienza di Porto Recanati è simile a quanto vissuto anche a Tolentino. Diego e Letizia, residenti in una delle vie più danneggiate dal terremoto, genitori da poche settimane, si preparano al loro primo Natale in tre: «Nostra figlia rappresenta una speranza per noi e, allo stesso tempo, soprattutto in questo periodo di festa, noi vogliamo rappresentare per lei la fiducia in un futuro migliore anche dopo il terremoto». Prospettiva su cui ha “investito” concretamente anche parrocchia dello Spirito Santo, dove sono ancora ospitate alcune famiglie in attesa di una sistemazione più consona. «Per tale ragione, durante le festività l’obiettivo è garantire un’apertura più ampia dell’oratorio per i giovani – dichiara don Sergio Fraticelli –; stiamo cercando di essere presenti, inoltre, in altri due luoghi: il centro di accoglienza realizzato nel padiglione del centro commerciale “Tolentino 815” e in una zona della città adibita alla sosta dei camper. Finora abbiamo assicurato la celebrazione della liturgia domenicale e, almeno per ciò che riguarda chi alloggia presso il centro com-

celebrazione Messa di Mezzanotte a Fiastra atale doppiamente gioioso, perché la felicità per la venuta del Salvatore vieN ne celebrata in una delle chiese più amate della nostra terra, vittima al pari di tantissime altre della violenza del terremoto: l’abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra. L’antico edificio cistercense, chiuso per precauzione dopo la scossa del 26 ottobre e colpito, sia pure lievemente, da quella del 30 ottobre, potrà riaprire i battenti proprio in occasione della Messa della Notte di Natale, celebrata dal vescovo Marconi, con inizio alle ore 24.

merciale, questo si ripeterà anche il 25 dicembre e il giorno di Santo Stefano». Una parrocchia dalle porte aperte, quella dello Spirito Santo, secondo quanto indicato da papa Francesco, come tante altre della diocesi, vicina a quanti vivono un momento di difficoltà.

appuntamento

«La tua Betlemme»: un concorso di sacre raffigurazioni mobilita famiglie ed esercenti nella vicaria di Treia

8 gennaio. La Stella di san Giuliano salirà ancora in alto eppur di datazione non antichissima, come racconta Libero Paci, uno dei maggiori custodi della cultura locale, nel testo “La tradizionale stella di san Giuliano”, uno degli eventi ai quali i maceratesi sono particolarmente legati avviene, ogni anno, la seconda domenica di gennaio, come buon auspicio per la nuova stagione appena inaugurata. Nel 1848, infatti, i conti del capitolo “Cattedrale” annotano spese per la confezione di una stella luminosa da innalzare nel duomo in data 14 gennaio. Un appuntamento che, nel corso del tempo, ha assunto il nome di “San Giuliano d’inverno”, affiancandosi così alle celebrazioni estive, il 31 agosto, in onore del Patrono della città di Macerata. La tradizione è oggi mantenuta viva dal Centro italiano femminile (Cif). Questo si è già proposto con l’iniziativa dedicata al mondo dell’infanzia dello scorso 10 dicembre, durante la quale il pittore “chiarista” e artista del recupero Silvio Craia ha coinvolto i bambini in un laboratorio per la realizzazione di piccoli presepi da vendere per beneficienza. Ora, però, l’attesa è rivolta all’8 gennaio, quando, grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco, la “Stella di San Giuliano” sarà ancora una volta posta, nella riproposizione moderna dell’evento, sulla facciata del Palazzo comunale, subito sotto l’immagine della Madonna a protezione della “Civitas Mariae”. Un appuntamento che vedrà la consueta presenza del vescovo Nazzareno Marconi, del sindaco Romano Carancini e di tutte le autorità cittadine. «Nel pomeriggio del 14 gennaio – scriveva ancora Libero Paci – durante il canto del vespro, il pio canonico con pazienza certosina accendeva tutti i lumi. Poi il meccanismo si metteva in moto e la stella ascendeva verso la conca dell’abside fra le meraviglie popolari». Uno spettacolo unico che si appresta a rinnovarsi. (A.Moz)

S

In famiglia, in chiesa o tra amici, la festa dell’Immacolata rappresenta da sempre un appuntamento speciale in vista del Natale. La tradizione del presepe domestico, infatti, ricorda il ritrovarsi attorno al focolare, ma anche i molti concorsi che, lungo la Penisola, mettono in mostra, oltre alla fede, l’estro degli italiani. Famose nel mondo, le statuine di San Gregorio Armeno, a Napoli, sono quindi in buona compagnia, grazie ai tanti premi promossi durante il periodo natalizio. Dopo alcuni anni di pausa, la vicaria di

Treia ha deciso di rilanciare questa iniziativa che stimola la creatività sia dei privati, che degli esercizi pubblici con le loro vetrine. “La tua Betlemme”, questo il nome del concorso, vuol essere anche un segno di speranza e di ripresa per una zona anch’essa ferita dal sisma. Con la

collaborazione dell’Arche Treia “Luigi Lanzi” e il patrocinio del Comune, gli elaborati potranno essere ammirati dal 2 all’8 gennaio presso la chiesa della Natività di Passo di Treia, dove avverranno anche le premiazioni con la partecipazione di artisti locali. (A. Moz.)

uest’anno, la mia lettera di auguri natalizi è particolare, la faccio giungere anche dalle pagine di Avvenire a tanti amici che si tengono in contatto con noi attraverso questo appuntamento mensile. Queste feste di Natale hanno per la nostra Diocesi un carattere particolare: alcune famiglie vivono in situazioni di fortuna, cacciate fuori casa dalla violenza del terremoto. Il numero degli sfollati è difficile da calcolare, perché i controlli stanno procedendo lentamente per i tanti edifici coinvolti. Molte persone hanno trovato ospitalità da amici e parenti, svuotando i ricoveri improvvisati dei primi giorni, ma sono tanti quelli che non potranno tornare a casa in tempi brevi. Dai dati raccolti come Chiesa, nella zona più colpita, che comprende circa 35.000 abitanti, abbiamo più del 20% di sfollati. Questi numeri diventano evidenti quando parlando tra noi, tutti sono in grado si indicare nomi di persone amiche in questa condizione. In varie strutture ospitiamo persone della nostra Diocesi o di Diocesi vicine duramente colpite. Molti celebrano la Santa Messa in situazioni provvisorie. Qualche parrocchia rimasta intatta ospita le celebrazioni delle parrocchie vicine più danneggiate. Le parrocchie della costa sono coinvolte nell’assistenza a quanti sono ricoverati nei campeggi o nelle strutture alberghiere. Tutti più o meno direttamente siamo toccati da questa situazione. La fede ci insegna che «tutto concorre al bene per quelli che amano Dio» (Rm 8,28) cioè: da ogni situazione, per quanto negativa, possiamo con la forza della fede trarre del bene, senza lasciarci solo sopraffare dal male. La sofferenza che viviamo offre l’occasione di donare e di ricevere un amore concreto, fatto di ascolto, di accoglienza, di piccoli gesti di bene. La mancanza di tante cose inutili con cui spesso riempiamo la vita, ci fa riscoprire l’essenziale, ciò che è davvero prezioso. Una coppia di sposi abbastanza maturi mi ha detto sorridendo: «Sa Vescovo, quando c’è stata la scossa forte, ci siamo abbracciati per la paura… ma anche perché ci vogliamo bene… ci voleva il terremoto per abbracciarci stretti come quando eravamo fidanzati!». Buon Natale allora vuol dire soprattutto: «Buona Nascita!». Chiediamo a Dio di far nascere di nuovo in noi il desiderio del bene e la luce della speranza. Guardando al Bambino nella capanna di Betlemme, anche Lui «sfollato in un rifugio di fortuna con la sua famiglia», ci stringiamo con affetto profondo a quanti vivono un po’ «al freddo e al gelo», come canta un inno di Natale. So bene che non è facile essere accoglienti. L’ospite dopo qualche giorno ci chiede una generosità più grande e spesso almeno altrettanta pazienza di quanta lui ne ha con noi. Il nostro patrono, san Giuliano ospitaliere, anche lui sfollato dalla nostra Cattedrale inagibile, ci aiuti a ospitare gli altri, prima di tutto nel nostro cuore. Su tutti: amici, ospitanti ed ospitati, scenda la benedizione di Dio in questo Natale e ci conservi nella pace e nel bene. * vescovo

tradizione. Presepi viventi, una storia di evangelizzazione DI

M. NATALIA MARQUESINI

N

ella notte di Natale del 1223 a Greccio, non c’erano statue e neppure raffigurazioni, ma unicamente una celebrazione eucaristica sopra una mangiatoia, tra il bue e l’asinello che San Francesco volle per vedere con “gli occhi del corpo” il modo in cui il bambino Gesù si è “abbassato” sulla terra. Come il Santo, ogni uomo e donna sente il bisogno dei segni e la raffigurazione della Sacra Famiglia affascina nella sua semplicità. Anche oggi, nel presepe si cela un grande segno di evangelizzazione che mette in evidenza la centralità del Cristo. La tradizione dei presepi viventi ha concorso nei secoli alla diffusione del messaggio evangelico e anche oggi viene vissuta con trasporto in molte comunità, rappresentando un forte momento di aggregazione. Ecco quindi che durante il perio-

Treia, Montefano e Macerata ospitano «piccole mangiatoie» per annunciare la venuta del Signore

do delle vacanze natalizie sono tante le famiglie che trascorrono molto tempo assieme “vivendo” una raffigurazione della nascita di Gesù. È un Natale segnato dal terremoto quello che la diocesi di Macerata si accinge a vivere. Anche la “messa in scena” della nascita di Gesù ne ha patito le conseguenze. Nel convento di San Giacomo a Cingoli, ad esempio, quest’anno non sarà allestita la rappresentazione. L’inagibilità della chiesa e le tante necessità imposte dalla situazione di emergenza hanno difatti impedito l’organizzazione che da qualche anno univa drammatizzazione teatrale e preghiera. Altro caso emblematico è quello del presepe vivente di Treia, che si svolge da ben venticinque anni, ma che per questo Na-

tale avrà una caratterizzazione diversa. A sostituire l’ormai tradizionale scenario, il prossimo 6 gennaio, sarà la casetta “terremotata” posta davanti al sagrato della chiesa della Natività della Beata Vergine Maria nella frazione di Passo di Treia che in questi giorni ospita le statue della sacra famiglia. Saranno invece tre le giornate del presepe vivente di Montefano che quest’anno giunge alle decima edizione. Nei giorni 1, 6 e 8 gennaio 2017 dalle ore 16 alle 20, le vie del centro storico si trasformeranno in una piccola Betlemme per dare vita a una manifestazione che si ispira ai valori della tradizione. Decine di figuranti in abito d’epoca rievocheranno mestieri antichi e, corollario sempre apprezzato, ci sarà occasione di assaggiare vin brulè, po-

lenta, crescia, biscotti e formaggio. Dal 2014 anche la città di Macerata ha il proprio presepe vivente che si snoda nel suggestivo quartiere borgo Ficana, fatto interamente di case di terra. I vicoli rimessi a nuovo di recente e che sono parte attiva della rete museale del Comune, offrono un percorso suggestivo, pieno di scorci suggestivi, dove le casette e i loro cortili accolgono gli artigiani al lavoro: falegname, fabbro, macellaio, pastaia, fornaio, oste. Anche gli animali sembrano a loro agio tra i personaggi e la narrazione che si diffonde nell’aria ricorda ai visitatori i momenti più significativi raccontati nel Vangelo. L’evento è organizzato dalla parrocchia di Santa Croce in collaborazione con gli esercizi commerciali che non faranno mancare nemmeno quest’anno degustazioni e assaggi gastronomici. L’appuntamento è per domenica 8 gennaio dalle ore 15.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.