all’università «Comunicare Dio»
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tamattina alle 9.30, nell’Aula magna dell’Università di MaceS rata, il giornalista Rai Vincenzo Va-
Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia
ragona presenterà il volume Comunicare Dio. Dalla Creazione alla Chiesa di Papa Francesco (Ecra – Edizioni del Credito Cooperativo). Dopo i saluti del magnifico rettore Luigi Lacchè e del vescovo Nazzareno Marconi, il cardinale Edoardo Menichelli arcivescovo di Ancona-Osimo terrà la Lectio magistralis. (P.C.)
A cura della redazione EMMAUS Via Cincinelli, 4 62100 Macerata tel. 0733.234670 e-mail: redazione@emmausonline.it facebook: emmausmacerata twitter: emmausmacerata
MACERATA
Martedì, 19 aprile 2016
L’effigie della patrona si sposta dal suo santuario e fa tappa per una settimana in tutti i Comuni della diocesi per «restituire» la visita dei pellegrinaggi dalle zone pastorali
la parola del vescovo
La «peregrinatio» di Maria La Vergine accolta nei municipi e nelle chiese. L’incontro con le comunità che si riuniscono per riflettere e pregare in tanti Centri di ascolto che si tengono nelle famiglie DI
Quell’immagine che accompagna la Chiesa in uscita
LUIGI TALIANI
DI
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ompletati i pellegrinaggi giubilari delle venti unità pastorali alla Basilica della Misericordia di Macerata, si riparte con rinnovato entusiasmo per una nuova esperienza, quella della Peregrinatio Mariae che coinvolge i tredici comuni della diocesi e alcune frazioni. L’immagine della Madonna della Misericordia, patrona della diocesi, ha cominciato a visitare per una settimana ciascun Comune, accolta nel municipio e ospitata poi in chiesa. Durante la sua permanenza alcune famiglie aprono la loro casa che diventa “centro d’ascolto”, luogo in cui riflettere e pregare, insieme ai vicini, sulla Parola di Dio. Quello della Madre della Misericordia non è un viaggio turistico, ma la visita discreta e premurosa di una mamma alle comunità dei suoi figli. Lo stile è quello di Maria di Nazareth, attenta e sollecita alle esigenze, ai problemi e alle aspirazioni di chi si accosta a Gesù, come a Cana di Galilea quando prima di tutti gli altri si accorge che gli sposi non hanno più vino e rischiano che la festa finisca male e il matrimonio inizi con un’ombra. Lei prontamente interviene e rimanda con autorevolezza la soluzione del problema a Gesù. Le poche parole che pronuncia sono di piena e completa fiducia nell’operato del Figlio. Per parte nostra, noi ci accorgiamo che sulle tavole delle nostre famiglie manca frequentemente il vino che dà la gioia e spesso, pur vivendo sotto lo stesso tetto, si sperimenta la solitudine di persone separate. Manca spesso il “vino” anche quando non c’è il lavoro che dà sicurezza e speranza alle persone mature ma anche ai più giovani. La Madonna si accosta al nostro “banchetto domestico” come ha fatto a Cana, con la sua presenza attenta e amorevole. Una vicinanza vissuta
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L’immagine della Mater Misericordiae accolta nel Municipio di Appignano (Mc)
anche nei Centri di ascolto, dove si tenterà di farsi sollecitare dall’armonia della comunità degli apostoli, che vivevano con «un cuor solo e un’anima sola». Solo così la misericordia è sperimentabile nel rapporto con Dio che si sente Padre quando è messo in condizione di perdonare rinnovando il cuore e la mente. Il cardinale Walter Kasper, intervenuto lo scorso 1 aprile al Congresso apostolico europeo della Misericordia, ha affermato che «La misericordia ci apre la strada per la nuova evangelizzazione» e «ci porta all’aggiornamento dell’annuncio del Vangelo». «Con la sua misericordia Dio è fedele – e cioè giusto – a se stesso. Dio non è legato alle nostre regole di giustizia, Egli è legato solo a se stesso e alla sua carità». «Senza la misericordia la somma giustizia può diventare somma ingiustizia. Dove non c’è misericordia vivono i demoni, ha detto Dostoevskij». La Peregrinatio Mariae vuole ripercorrere oggi quella stessa esperienza umana ricca di segni e di volti cari. Questo è il senso di andare di casa in casa dell’immagine della Vergine, quasi a voler incrociare il suo sguardo con quello di quanti vivono nel
territorio della diocesi. Il suo è un condividere le difficoltà con uno sguardo misericordioso per spingere chi incontra a incamminarsi impegnandosi in azioni positive, come fece Lei quando si recò a trovare la cugina Elisabetta bisognosa di aiuto. Il percorso di Maria durante la sua vita terrena è parallelo a quello di Gesù lungo le strade della Palestina. Dalla fuga in Egitto alla bottega di Nazareth, fino al sacrificio supremo della Croce, Maria sperimenta la fatica, le speranze e il dolore di suo figlio partecipando fino in fondo a tutta la sua vicenda umana. Oggi attraversando i sentieri, le vie e le piazze dei nostri paesi Lei si ferma a sostenere discretamente le difficoltà degli anziani, resi più soli e fragili dal tempo che passa, ridona una speranza al dolore dei malati e infonde senso agli interrogativi di giovani spesso smarriti e disorientati dagli scossoni e dalle delusioni sopportate. Tanti lamentano l’assenza in questa epoca della figura del padre e forse anche della madre, ma la nostra Chiesa locale che “ospiterà” Maria di Nazareth potrà sperimentare concretamente una presenza
l’itinerario Le prossime tappe n questi giorni l’immagine della Mater Misericordiae fa tappa nel Comune di PolIlenza, dove resterà fino a sabato prossimo, 23 aprile. Alle ore 19 di quel giorno avrà luogo la cerimonia di congedo e la partenza del quadro alla volta del Comune di Montecassiano. Sabato 30 aprile, alla stessa ora e con le stesse modalità, il quadro da Montecassiano raggiungerà Recanati, dove resterà per due settimane. Il 14 maggio l’immagine della Mater Misericordiae si sposterà a Montefano e il 21 da qui arriverà a Montelupone.
che dà senso a tutta la comunità ecclesiale. Attendiamo e accogliamo Maria nella nostra quotidianità che spesso può apparire arida, ripetitiva e priva di slancio vitale, nella speranza che Lei ci doni quegli elementi che rendano più dignitosa e gioiosa la nostra esistenza.
l’iniziativa
Formazione a scuola La Caritas: «Il cibo, un diritto per tutti» nche per il 2016 la Caritas di Macerata promuove il progetto “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, per sensibilizzare i giovani delle scuole della Diocesi verso la campagna mondiale lanciata da Caritas Internationalis per il diritto universale al cibo. Avviato da settembre 2015, il percorso è stato finora condiviso con 15 Istituti tra Macerata, Treia, Recanati, Cingoli, Tolentino, Montecassiano e Montelupone, intercettando circa 900 studenti. Un progetto che ha strette connessioni con i temi della buona finanza e della pace. Non c’è diritto al cibo se non si regola la finanza; non c’è buona finanza se non si promuovono relazioni rivolte al bene comune e alla pace. Viceversa, non può esistere una pace durevole se non è fondata sulla giustizia sociale e sul rispetto dei diritti delle persone, tra cui quello essenziale al cibo. Inoltre, non si può trascurare l’importanza della custodia e della salvaguardia del pianeta, Volontari a Roma principio tante volte evocato da papa Francesco. Articolato in tre tappe, il percorso prevede due momenti in classe per la conoscenza, e un terzo da realizzarsi attraverso un’”uscita”, facendo incontrare i ragazzi con il “mondo del cibo”. Insieme di esperienze che i giovani, in alcuni casi, già conoscono, oppure che incontrano per la prima volta: dal supermercato alla Bottega del commercio equo e solidale, dalla fattoria didattica all’azienda biologica del Progetto Policoro. L’obiettivo è coinvolgere sempre più studenti verso stili di vita improntati a solidarietà e sobrietà. I giovani sono «i primi possessori del cambiamento da apportare alla società» ed è loro diritto conoscere ciò che lì circonda per rendere la casa comune degli esseri umani un luogo migliore. Andrea Mozzoni
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NAZZARENO MARCONI*
All’Abbazia di Fiastra preghiera ecumenica per la cura del Creato assieme alle confessioni cristiane delle Marche Una prima volta che i partecipanti, per rimarcarne l’importanza, hanno voluto subito onorare con l’apposizione di una targa commemorativa. Questo è stato “CamminiAmo insieme”, l’appuntamento di preghiera ecumenica promosso dal Consiglio delle Chiese cristiane delle Marche, svoltosi domenica 10 aprile all’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra. L’incontro ha visto la partecipazione di più di 200 persone provenienti da tutte le Marche e appartenenti all’Arcidiocesi d’Italia e Malta del Patriarcato di
Costantinopoli, alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno, alla Chiesa Ortodossa romena, alla Chiesa Metodista, alla Chiesa Battista, oltre che, ovviamente, alla Chiesa cattolica. Tre tappe di lettura e meditazione con preghiere sul tema della “custodia del creato” lungo i sentieri della Riserva
naturale che contorna l’abbazia, seguite da una preghiera insieme alla Comunità cistercense nella chiesa. In conclusione un semplice momento conviviale. Piccoli gesti e parole sobrie per un evento che ha fatto nascere o rinsaldato legami e, soprattutto, amicizia cristiana autentica. (P.C.)
ella nostra diocesi l’immagine fondamentale di questo Anno Santo è certamente quella della nostra Patrona: la Mater Misericordiae. Custodita nell’omonimo santuario maceratese è un’opera pregevole, anche se di autore ignoto, databile agli inizi del XVI secolo. Per la sua composizione il pittore si è ispirato a una tipologia iconografica dell’arte medievale che ha avuto grandissima diffusione, la Madonna “Genitrice della Chiesa”, che custodisce sotto il suo mantello il popolo di Dio. È anche chiaro il riferimento all’antifona Sub tuum presidium, “Ci rifugiamo sotto la tua protezione…”, forse la più antica preghiera devozionale cristiana a Maria, usata in tutti i principali riti liturgici cristiani. Il grande araldo di questa devozione è stato san Bernardo, che attraverso i monasteri cistercensi, presenti fin dal 1142 nella vicina Abbadia di Fiastra, l’ha sparsa in tutta la cristianità. L’immagine si ispira a una usanza medievale detta “protezione del mantello”, che solo le nobildonne potevano concedere per misericordia ai bisognosi e perseguitati. Questa difesa simbolica consisteva appunto nell’offrire, a chi si trovava in difficoltà o era minacciato, un riparo sotto il proprio mantello, considerato inviolabile. Dopo la peste della metà del ’300 questa immagine si amplia: è tutto il popolo che si raccoglie sotto il manto di Maria al cui fianco, come nel nostro caso, compaiono i santi protettori contro la peste san Sebastiano e san Rocco e i santi patroni come il nostro san Giuliano. Nella nostra immagine il secondo patrono è sant’Andrea, patrono della confraternita degli Schiavoni; erano chiamati così gli abitanti delle isole dalmate e in generale della Croazia emigrati nelle nostre terre. Il modello artisticamente più alto della Madonna della misericordia, a cui anche la nostra opera si ispira, è certo il Polittico della Misericordia di Piero della Francesca, datato attorno al 1464 a Sansepolcro. Come nella nostra Madonna, l’esterno del mantello è blu come il colore del cielo, l’interno è verde come il colore della terra: la misericordia celeste grazie a Maria abbraccia e protegge tutta la Terra. Il nostro pittore si è anche ispirato all’opera di Piero collocando alla sommità delle colonne in due medaglioni san Giovanni Battista e san Francesco, i grandi evangelizzatori di Cristo misericordioso, che dal Giordano alla Croce è venuto a togliere il peccato del mondo. La nostra Mater Misericordiae è poi contornata da una architettura che ricorda come Maria è al tempo stesso Madre e Figlia della Chiesa, è tutta la Chiesa in preghiera, sia quella trionfante, sia quella terrena che con Maria attende il dono dello Spirito nel corso della storia. È significativo che questa chiesa, che architettonicamente tutti racchiude, si presenti come la desidera papa Francesco: «La Chiesa “in uscita” è una Chiesa con le porte aperte» (EG 46). *vescovo
l’evento. Giubileo dei ragazzi, da Macerata in 260 a Roma DI FRANCESCA
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CIPOLLONI
imanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino!». All’invito del Papa per il Giubileo a loro dedicato, in programma a Roma dal 22 al 24 aprile, i ragazzi della diocesi non hanno esitato a rispondere, per «crescere misericordiosi come il Padre», come esorta Francesco. I nati dal 2000 al 2003, che per ragioni di età non potranno partecipare al grande evento di luglio a Cracovia, si metteranno dunque in cammino, in perfetto “stile Gmg”, per vivere questo appuntamento assaporando le emozioni che ogni Giornata mondiale della gioventù regala. «La Chiesa sta vivendo l’Anno della Misericordia, un tempo di grazia, di pace, di conversione e gioia che coinvolge tutti: piccoli e grandi, vicini e lontani – scrive il Santo Padre nel
Dal 22 al 24 aprile incontreranno gli adolescenti di tutto il mondo. «Sarà un “assaggio” di Gmg»
messaggio per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze – e questo tempo prezioso coinvolge anche voi, a cui mi rivolgo a voi per invitarvi a prenderne parte, a diventarne i protagonisti. Vi vorrei chiamare uno a uno, vi vorrei chiamare per nome, come fa Gesù ogni giorno, perché lo sapete bene che i vostri nomi sono scolpiti nel cuore del Padre che è il Cuore Misericordioso da cui nasce ogni riconciliazione e ogni dolcezza». Parole che coinvolgono e che le parrocchie della diocesi hanno fatto proprie, permettendo a 260 giovanissimi di vivere un’esperienza destinata a rimanere impressa nella loro memoria. «Dalle zone pastorali di Cingoli partiamo con circa venti ragazzi: per loro sarà un “assaggio” della Gmg e l’emozione
dei preparativi è palpabile», spiega l’educatrice Annamaria Tittarelli, che ha già partecipato agli incontri mondiali di Parigi, Roma e Madrid e accompagnerà i ragazzi che già hanno fatto la Cresima e altri che devono ancora riceverla. L’entusiasmo è lo stesso che condividono anche Teresa Mariani e Francesco Cantarini, animatori dei giovani cresimandi e di un gruppo che ha già ricevuto il sacramento della Confermazione nella parrocchia Santa Maria della Pietà di Recanati. Per loro si tratterà senza dubbio di un’occasione speciale. «Sono passati quasi otto anni dalla Gmg di Sydney, un momento che ha segnato le nostre vite. Durante quei giorni in Australia infatti – racconta la coppia – ci
siamo ri–conosciuti ed è così iniziato il nostro cammino di fidanzamento, culminato nel matrimonio, nell’ottobre scorso. Sarà quindi una doppia gioia poter seguire i nostri giovani, prima nel Giubileo dei ragazzi e poi in Polonia, certi che queste esperienze – aggiungono i neo sposi – potranno arricchire la loro vita spirituale. Sarà un’occasione per incontrare altri coetanei che hanno nel cuore le loro stesse domande e per trovare risposte certe che li porteranno a sperimentare la felicità, quella vera, che viene da Cristo». Sensazioni che rappresentano senz’altro il giusto passo per proseguire il cammino di crescita appena intrapreso, imparando, come esorta Francesco «ad essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato, a diventare grandi tanto nel fisico, quanto nell’intimo, come cristiani capaci di scelte e gesti coraggiosi, in grado di costruire ogni giorno, anche nelle piccole cose, un mondo di pace».