Emmaus avvenire aprile 17

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dopo sisma Una mano alla comunità

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a Chiesa locale ha avuto la Cattedrale e tantissime altre chiese gravemente ferite dalle scosse di agosto e ottobre 2016, ed è impegnata nell’aiuto a quanti sono stati colpiti. Chi desidera contribuire sostenendo la diocesi, può farlo effettuando un bonifico a: Diocesi di Macerata– Tolentino–Recanati–Cingoli–Treia Causale: Offerta pro terremoto Iban: IT61Q0605513401000000011753

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMAUS Via Cincinelli, 4 62100 Macerata tel. 0733.234670 e-mail: redazione@emmausonline.it facebook: emmausmacerata twitter: emmausmacerata

MACERATA

Martedì, 18 aprile 2017

Missione della Chiesa e di ogni cristiano è creare le condizioni perché tutti possano conoscere Cristo

Nessuno escluso dall’incontro con il Risorto to del villaggio” canta: «Or la squilla dà segno / Della festa che viene; / Ed er questa Santa Pasqua sono ana quel suon diresti / Che il cor si ridato a rileggermi alcune pagine di conforta». La gioia serena del sabato è un autore che amo, don Giusepdeterminata, secondo il poeta, dalla pe Dossetti, che in una omelia paprospettiva di futuro, dal fatto che ci squale del 1972 scriveva: «Ciò che è attende la festa. Questa è la prospettiavvenuto in questo giorno di Pasqua va che dona l’incontro con il Signore è avvenuto per tutti gli uomini e non Risorto, perché apre la vita a una eterc’è nessuno che sia escluso da questo nità che ci attende, che non è vuota e dono, da questa grazia, da questa salvaga sopravvivenza di anime, ma pievezza; nessuno è escluso dal timore e nezza di vita quale il Risorto testimodalla gioia grande, dall’estasi del senia a quanti lo incontrano. Questo è l’annuncio pasquale che polcro vuoto, nessuno è escluso dalDossetti continuava a commentare col’incontro col Signore Risorto...». Il senso della mia vita e della vita di tutsì: «E questa Parola cammina. Camta la Chiesa sta da sempre rinchiuso in mina per le vie del mondo, con sucquesta convinzione: siamo mandati a cessi o insuccessi, con creduti succestutti per realizzare questo, perché tutti si che talvolta sono in realtà delle veincontrino Gesù risorto e vivo. Costruire re sconfitte, che pesano sul cammino le condizioni più favodella Chiesa per centinaia revoli perché questo indi anni e con insuccessi contro possa realizzarsi che sono invece delle veIl «successo di per tuti gli uomini, è la re grandi vittorie che la lipubblico» può missione della Chiesa e berano, la spiritualizzadi ogni cristiano, il senno, la fanno vincitrice vetrasformarsi in so primo e ultimo del ra». Perché se la prospetinsuccesso agli nostro esistere. tiva di eternità spinge alIl mondo non si divide la fuga dal reale, in una occhi di Dio in bianchi e neri, né in vita da credenti che non La spiritualità uomini e donne, né in cambia in meglio la storicchi e poveri o potenria, ma consola e coccola mai fuga dalla ti ed espropriati di tutgiustificando il disimpefatica del vivere to; la grande differenza gno, questo “successo di tra gli uomini la segna pubblico” diventa insucla fede. La fede che è un cesso agli occhi di Dio. Il grande rischio che oggi corriamo è dono gratuito e sempre immeritato, di assecondare una ricerca di spirituaperché è frutto di un incontro: l’inlità come fuga dalla fatica del vivere, cocontro con Gesù Signore vivo nella vime consolazione a buon mercato, cota di chi gli apre le porte. Questo camme alibi di fronte alla necessità di imbia tutto, perché prima di tutto campegnarsi a costruire il bene possibile. bia lo sguardo, su di te, sugli altri e sul La fede nel Risorto spinge quanti lo inmondo. Guardare la vita con gli occhi contrarono a mettersi in cammino. Il della fede che sgorga dall’incontro con martirio di santo Stefano è stato tra i il Risorto, è vederla sulla prospettiva primi frutti dell’annuncio della risurdell’eternità. Il tempo non ci fugge più, rezione e non a caso è il martiro di un non dobbiamo più rubare al tempo i uomo scomodo, di un testimone delminuti per spremerne tutto il piacere la carità, di un credente impegnato. Un che possono darci, ma che è sempre martirio su cui è germogliata poi la fepoco. Ci è promessa e mostrata una de di San Paolo perchè i veri credenti vita vera e piena. Un grande della nonella risurrezione sono fortunatamente stra diocesi, Giacomo Leopardi, demolto contagiosi. scrive con toni lirici la nostalgia di que* vescovo sta fede nella risurrezione. Nel “SabaDI

Benedizione dell’acqua durante la Veglia pasquale all’abbazia di Fiastra

NAZZARENO MARCONI *

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Augurio rivolto dal vescovo durante la Veglia pasquale

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onsignor Marconi ha concluso l’omelia della celebrazione svolta all’abbazia di Fiastra con questo augurio: «Questa notte il Kerygma proclama la nostra fede che: se Trump si crede potente perché ha la bomba più grossa, solo “il Risorto è il Signore”. Se l’Isis pensa di terrorizzarci perché possono toglierci

questa vita che muore, il Signore può farci risorgere. Se Xi Jinping comanda a 1 miliardo e 375 milioni di cinesi, il Risorto è Signore del creato e della storia e parla al cuore di tutti gli uomini di buona volontà. Questa è la nostra fede, che possono credere solo i grandi con un cuore da bambino, ma fortunatamente nel mondo ci sono ancora tantissime persone così e con l’aiuto di Dio potremo esserlo anche noi. Buona Pasqua».

Una nuova pala d’altare per l’eremo di San Michele

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na tradizione che si rinnova ogni anno nella terza domenica di Quaresima, il pellegrinaggio all’eremo di San Michele, in località Rio Laque, ad Avenale di Cingoli, ha visto in questo 2017 la benedizione della nuova pala d’altare per la chiesa risalente al XIII secolo. Ne è autore il parroco di Chiesanuova di Treia, don Peter Paul Sultana. L’opera (2,1x1,4 metri) è stata realizzata con la tecnica del “semi affresco”, con pigmenti e olio su un pannello di legno, e raffigura l’Arcangelo Michele, protettore della Polizia nel mondo, tratto dalla tradizione bizantina. La pala d’altare è stata benedetta domenica 2 aprile dal vescovo Nazzareno Marconi nel corso della cerimonia alla quale hanno partecipato numerosi fedeli intervenuti dai paesi e dai Comuni limitrofi. Tra le autorità, erano presenti il sindaco di Cingoli (finanziatore dell’opera), Filippo Saltamartini, i componenti della Confraternita del Santissimo Sacramento di Avenale, responsabili della tutela del luogo, e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, tra i quali il questore di Macerata Giancarlo Pallini. (A.Moz.)

Da sin. don Peter, Pallini, mons. Marconi e Saltamartini

Al via il Consiglio pastorale DI

EGIDIO TITTARELLI

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na Chiesa che sceglie lo stile della sinodalità e della ministerialità ha bisogno di luoghi di confronto e di partecipazione, ecco perché mercoledì 5 aprile si è riunito il nuovo Consiglio Pastorale diocesano. Dentro al processo di ristrutturazione della Curia e della pastorale della Diocesi, il vescovo Nazzareno ha convocato il nuovo Consiglio formato dai rappresentanti delle 20 unità pastorali. Da subito abbiamo capito che il criterio con cui lavorare insieme è quello del collegamento tra il territorio e il centro della Diocesi attraverso una paziente opera di comunione, per cui le proposte pastorali vengono elaborate non a tavolino, ma con il contributo delle realtà locali e vengono poi concretizzate con la presenza di persone che cercano di tessere relazioni tra le varie realtà e costituiscono uno stimolo a camminare insieme su linee comuni e condivise. Il lavoro più prezioso e necessario è proprio quello della comunione, perché altrimenti corriamo il rischio di pro-

cedere o per imposizione dall’alto di linee pastorali che poi non trovano concretizzazione nel vissuto delle nostre comunità, oppure per una certa “anarchia” per cui ciascuno procede a modo proprio e secondo la propria sensibilità, senza un collegamento con tutto il corpo ecclesiale della Diocesi. Comprendiamo che si tratta di una sfida impegnativa, ma anche bella. Attraverso la via del dialogo, dell’ascolto, del confronto possiamo vivere quella esperienza di sinodalità che ci aiuta a sentirci parte di una comunità, che ci sfida ad un lavoro di discernimento comunitario per cercare insieme la volontà di Dio e il bene della comunità a partire dalla vita e dalla storia in cui ci troviamo a vivere. Lo stile del nostro lavoro sarà quello di un “laboratorio”, dove si cerca, sotto la guida del Vescovo, di pensare insieme, di confrontarci, di aiutarci a capire la realtà in cui viviamo per annunciare, celebrare e vivere il Vangelo della Misericordia, per sperimentare la fatica e la bellezza dell’essere il popolo di Dio che è chiamato a rendere presente e visibile l’Amore del Signore nella storia.

Volontario nei luoghi dove visse Gesù Antonio Tarducci, raggiunta la pensione, va una o due volte l’anno in Terra Santa ad aiutare i frati francescani DI

GIUSEPPE LUPPINO

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ntonio Tarducci è un fiume di parole. Classe 1940, vitalissimo, piccolo imprenditore recanatese in pensione, sposato con Maria, padre di due figli e nonno di cinque nipoti stupendi, è partito per la prima volta per la Terra Santa nel 2009. Da allora una o due volte l’anno vola a Gerusalemme per mettersi a disposizione dei Francescani della Custodia di Terra Santa.

Tutto ebbe inizio a Rimini al Meeting. Lì l’incontro con i volontari dell’Associazione riminese “Romano Gelmini per i popoli della Terrasanta” con i quali poco dopo parte alla volta della Terra Santa, per fare che ha sempre fatto: l’idraulico. Gli viene subito chiesto di sistemare una cucina, mentre gli altri si dedicano alla raccolta delle olive, a opere di manutenzione, alla sistemazione della biblioteca... Intorno fervono attività, crescono amicizie, si vivono momenti in comune con gli amici di Cl, con altri volontari, con frati e suore clarisse, con cristiani di altre confessioni, con ebrei e musulmani. Così anno dopo

anno, fino a oggi. Si lavora durante la settimana mentre la domenica è dedicata alle gite: Cafarnao, Nazaret, Grotte di Qumran, Masada, il Monte delle Beatitudini, il fiume Giordano dove a un check point Tonino fa suonare l’allarme e i soldati lo prendono di mira, salvo poi scoprire che la causa erano le sue scarpe antinfortunistiche. Tra i volontari che si alternano nel portare aiuto in Terra Santa ci sono altri maceratesi: Paolo ex impiegato Inps, Alberto elettricista, Lauro ex tecnico Telecom, con la moglie Maria. «Non è solo il gesto del volontariato che conta, ma – rac-

conta Antonio – condividere un’amicizia che ci accomuna tutti e che testimonia un’appartenenza… Il contraccolpo che mi ha cambiato, che mi ha come paralizzato, è stato il sapere che stavo calpestando le stesse pietre dov’era passato Gesù! Dove ha vissuto la sua passione, morte e risurrezione! Tale consapevolezza, suscitata da un’affermazione apparentemente scontata di un sacerdote che ci guidava – eravamo nell’Orto degli ulivi – mi ha sconvolto». Da quel momento, di cui ricorda ancora l’attimo – come accadde per i primi apostoli: Giovanni e Andrea – il cambiamento lo esprime nei gesti

Volontari con padre Pizzaballa

quotidiani: fa l’elemosina a chi altri evita, fa l’autista per l’Avulss, consegna i pacchi alimentari alle famiglie bisognose... In lui è cambiato lo sguardo, e la vita. «Non vedo l’ora di ripartire, nonostante il sacrificio, per imparare di più ad aiutare chi ha bisogno, non solo a Recanati, ma anche là», e per rinascere continuamene a vita nuova.

EmmeTv parte con Emmaus nella sede ristrutturata DI

PIERO CHINELLATO

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avolta il passo è definitivo; si può solo guardare avanti. Alle spalle infatti non è rimasto nulla. Dopo avere sostituito il logo di èTV Macerata sul canale 89 del digitale terrestre, ora si è passati a una nuova fase. Il punto di riferimento operativo della Tv maceratese oggi è in via Cincinelli. Apparecchiature, arredi e persone stanno prendendo confidenza con la nuova sede di EmmeTv che ingloba anche gli spazi che erano appartenuti a Emmaus. Le due redazioni sono diventate una. Dagli accordi di collaborazione su questa o quella iniziativa, dagli scambi cordiali ma estemporanei, siamo oramai alla piena integrazione dei media, cosicché non c’è più divisione nelle operazioni tra web e tv, ma un’unica presenza che, a seconda del tema, potrà uscire sul Web attraverso emmausonline.it oppure nell’etere sui canali 89 e 605 del digitale terrestre. La tv si è già associata al “Corallo” che raggruppa 199 radio e 62 televisioni di ispirazione cattolica con presenze in tutte le regioni italiane, due Consorzi radio, una Agenzia di inforIl logo di EmmeTv mazione a diffusione nazionale; è in stretto rapporto con l’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali della Cei. In un momento di grande difficoltà economica per la diocesi, alle prese con le gravose conseguenze del terremoto, per la sede si è scelto di sfruttare al meglio spazi già occupati, realizzando solo i lavori strettamente necessari a renderli funzionali per svolgere le nuove funzioni. I mesi che abbiamo di fronte dovranno vedere poco alla volta, ma senza esitazioni o retromarce, crescere i frutti del progetto. Chi è competente in un settore, sia web o tv, diventerà capace (a dire il vero, questo processo è già iniziato) di operare sempre meglio anche nell’altro; la tv vedrà ramificarsi il suo palinsesto per renderla sempre più e meglio portavoce e interlocutrice del nostro territorio, avendo ben chiaro che non intende accontentarsi di essere “la tv del vescovo” o “dei preti”, delle Messe e dei rosari… Ci saranno anche gli appuntamenti liturgici, ma non ci candidiamo a “tv delle devozioni”; per nostra fortuna, nonostante le ferite inferte dal terremoto, i nostri sacerdoti assicurano un servizio religioso capillare e assiduo che non necessita di supplenze. Vogliamo essere voce della gente, dei timori e delle speranze ramificate in questo tempo complicato; raccontare storie, presentare personaggi ed esperienze, trasmettere saperi… Non siamo presuntuosi e quindi sappiamo che con le nostre povere forze, nonostante il generoso supporto del vescovo e della diocesi, possiamo fare poco, per questo confidiamo di riuscire a creare una rete larga di amici volontari collaboratori che funzioni da antenna fin nei più remoti e piccoli borghi della diocesi. Se ci sono giovani, agili nelle tecnologie (e magari anche nella scrittura), che trovano interessante il progetto, si facciano avanti. Il via è già stato dato.


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