Emmaus e Avvenire - Maggio 2019

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Tolentino 1 giugno, Rosario solenne

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ppuntamento alle 20.15 alla concattedrale di San Catervo. A Alle 20.30 inizierà la recita del Ro-

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

sario, mentre si avvierà la processione che percorrerà le vie del centro cittadino, fino a raggiungere la Basilica di San Nicola. Qui il vescovo Nazzareno Marconi presiederà la Celebrazione eucaristica nel corso della quale consacrerà Tolentino al Cuore immacolato di Maria. (Contatti 335.6078584)

A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 62100 Macerata telefono 0733.231567

Martedì, 21 maggio 2019

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MACERATA

liturgia. Si chiude l’anno pastorale. Lectio divina del vescovo

Celebrare edifica la Chiesa Dopo il primo quinquennio di episcopato si apre ora in diocesi un biennio dedicato alla Visita pastorale che toccherà tutte le parrocchie DI

NAZZARENO MARCONI *

A

nche quest’anno il cammino pastorale della nostra diocesi giunge a compimento nella sua parte fondamentale, prima del lungo tempo estivo. Negli ultimi giorni di maggio la diocesi è chiamata, nelle sue varie articolazioni, a vivere questo momento di consuntivo. Il 27 maggio proporrò una Lectio divina sul tema pastorale dell’anno: “Celebrare la nostra speranza”, una riflessione cioè sull’arte di celebrare come comunità cristiana e sul fatto che è proprio a partire dalla celebrazione, in modo particolare la celebrazione eucaristica, che si edifica la Chiesa e la si apre alla speranza della vita eterna. Il testo di questa Lectio divina sarà tratto dal Vangelo di Luca, il Vangelo che ci ha accompagnato in questo anno pastorale e presenterà il momento in cui Gesù sulla croce offre la sua vita al Padre. Il racconto del Calvario nel Vangelo di Luca ha una struttura eucaristica: infatti Gesù sulla croce celebra la sua eucaristia, prima con l’offerta di perdono rivolta a tutta l’umanità, poi con l’offerta al Padre della sua vita per la salvezza del mondo e infine con il dono di questa vita come germe di eternità a tutti gli uomini disposti ad accoglierla. Al centro sta la scena dei due ladroni: chi accoglie e chi rifiuta il dono della salvezza, due sguardi sulla vita e la morte, la porta che se siamo uniti a Cristo ci conduce in paradiso. Dopo questo incontro vivremo due serate di riflessione e dialogo sul cammino fatto. La prima che si svolgerà in Aula Sinodale il 29 maggio sarà un incontro dei componenti di tutti i Consigli Pastorali delle 20 Unità Pastorali della nostra diocesi. Ci confronteremo a partire da uno schema elaborato dal Coordinamento Pastorale, per identificare i “piccoli passi possibili” che daranno concretezza e futuro al lavoro di quest’anno. Sarà anche un momento prezioso per condividere le “buone pratiche”, che sono state vissute come sperimentazione pastorale durante questo anno, perché l’esperienza di ciascuno possa diventare ricchezza per tutti. È questa la nostra modalità diocesana di interpretare, in maniera semplice ma concreta, quel cammino sinodale che il Papa propone come stile

pastorale alla Chiesa di oggi. Accanto alla riflessione dei laici vivremo il 30 maggio l’incontro del clero diocesano, presbiteri e diaconi, che insieme con il Vescovo si confronteranno sugli stessi temi e con le stesse metodiche del confronto fatto dai laici. Il risultato di tutto questo lavoro sinodale verrà consegnato al Vescovo perché ne elabori una sintesi sapienziale con cui riaprire il cammino pastorale del prossimo anno. L’ultimo giorno del nostro convenire insieme, sarà il 31 maggio con una celebrazione di chiusura del mese mariano, che vivremo all’abbadia di Fiastra e nella quale la riflessione sullo stile di celebrare, l’ars celebrandi, diventerà esperienza celebrativa concreta di tutta la comunità diocesana. Questo incontro concluderà non solo il cammino di questo anno, ma un tempo più ampio costituito dai miei primi 5 anni di servizio in diocesi, iniziati con la nomina episcopale del 3 giugno 2014. È stato un percorso che ha seguito, pur con tutti i limiti naturali, una discreta continuità. Come suggerisco sempre ad ogni nuovo parroco, anch’io ho vissuto il mio primo anno di ministero 2014–2015 come un tempo di ascolto, di incontro, di comprensione della realtà diocesana. Per fare sintesi di questo primo anno di ascolto e riflessione pastorale, scrissi la “Lettera ad un giovane parroco”, ispirata alla

Una celebrazione nell’Aula sinodale

appuntamenti

Una settimana di incontri

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Giovedì 30 maggio, ore 9.30, Domus San Giuliano Incontro di sacerdoti e diaconi

Mercoledì 29 maggio, ore 21, Aula sinodale Incontro degli operatori pastorali

Venerdì 31 maggio, ore 20.30, Abbazia di Fiastra Celebrazione di chusura dell’Anno pastorale e del Mese mariano presieduta dal vescovo

unedì 27 maggio, ore 21, Abbazia di Fiastra Lectio divina di conclusione d’anno Il vescovo guiderà la preghiera e la riflessione

Evangelii Gaudium. Vi si articolava un percorso triennale di rinnovamento dei fondamenti della nostra pastorale secondo tre grandi temi: la Carità, la Fede, la Speranza. Per introdursi in maniera corretta e concreta in questo Cammino pastorale, abbiamo vissuto il grande

Giubileo della misericordia 2015–2016 che ci ha messo tutti in un atteggiamento giusto: l’abbandono alla misericordia di Dio e la costante offerta di misericordia uni agli altri. Senza Misericordia infatti non si può scrivere nessuna storia comune veramente Cristiana.

Arriva in sala il docufilm sul Battista tutto girato nelle Marche

Monsignor Dario Edoardo Viganò, assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede ha partecipato venerdì e sabato scorsi, a Loreto e Macerata, ai due eventi di presentazione de “Il Precursore”, docufilm sulla vita di San Giovanni Battista prodotto dalla Fondazione vaticana S. Giovanni XXIII, Officina della Comunicazione in collaborazione Vatican Media (nella foto un

fermo immagine). Le riprese sono state effettuate fra Ancona, Loreto, Cingoli Treia e Macerata e hanno goduto del supporto della Fondazione Marche Cultura–Marche Film Commission, di UBI Banca e del Pigini Group. Il regista Omar Pesenti ha mescolato il linguaggio della fiction e quello del documentario in un’opera che ha impiegato 17 attori e circa 50 comparse. (P.Chin.)

Nel 2016–2017 Abbiamo vissuto poi l’anno dedicato alla Carità, indirizzato dalla lettera pastorale “Ri–farsi Prossimo” che si ispirava agli insegnamenti del Card.Martini. Nel 2017–2018 è seguito l’anno dedicato alla riflessione sul tema della trasmissione della fede, cioè l’evangelizzazione e la catechesi, aperto dalla lettera pastorale “Annunciatelo dai tetti”, che rilanciava il documento Cei del 2014 “Incontriamo Gesù”. Infine in questo 2018–2019 stiamo completando la riflessione sinodale guidato dalla lettera “Celebrare la Speranza” che invita a rileggere insieme la Costituzione Conciliare Sacrosanctum Concilium. Giunti così al compiersi del mio quinquennio episcopale, secondo le norme della Chiesa, inizieremo la Visita pastorale. Questo è il grande appuntamento che ci attende e che ci impegnerà per i prossimi due anni. Sarà un vero pellegrinaggio del Vescovo in tutto il territorio della nostra diocesi, per verificare, incoraggiare e correggere questo cammino di pastorale fondamentale che abbiamo finora tracciato insieme. * vescovo

Macerata-Loreto. Pronti per l’8 giugno DI

GIUSEPPE LUPPINO

a mesi ferve a Macerata la preparazione della 41ª edizione del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, che si svolgerà sabato 8 giugno sotto il vigile coordinamento dell’ideatore del gesto, nonché instancabile guida, il vescovo Giancarlo Vecerrica e del presidente del Comitato Ermanno Calzolaio. Il tema conduttore proposto quest’anno è: «Non sarai più solo, mai». È pretesa, provocazione, oppure una promessa che si può verificare? «Il Mistero si è fatto uomo per noi, e non ci lascia mai soli di fronte alle paure e agli imprevisti della vita» è la risposta di chi propone il Pellegrinaggio. Punto di riferimento è papa Francesco il quale a Panama nel gennaio scorso, rivolgendosi ai “giovani privati della libertà”, ha affermato: «Dio non ti abbandona mai. Dio non abbandona nessuno. Dio ti dice: “Vieni”. Dio ti aspetta e ti abbraccia, e se non sai la strada viene a cercarti. [...] La gioia e la speranza del cristiano nascono dall’aver sperimentato qualche volta questo sguardo di Dio che ci dice: “Tu sei parte della mia famiglia e non ti abbandonerò alle intemperie, non ti lascerò a terra sulla strada, no, non posso perderti per strada” – ci dice Dio, ad ognuno di noi, con nome e cognome – “io sono qui con te”. Qui? Sì, qui» (25 gennaio 2019). Un’esortazione rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio, con l’annuncio rinovato di un Padre che ci ama, vivo oggi, contemporaneo. Lo stadio Helvia Recina di Macerata sarà aperto ai pellegrini nel pomeriggio di sabato 8 giugno, mentre l’inizio è previsto alle 19,30. Dopo l’ascolto di alcune testimonianze e l’ingresso della Fiaccola della Pace benedetta da papa Francesco nell’Udienza di mercoledì 5 giugno, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, celebrerà la Santa Messa alle ore 21; al termine inizierà il cammino verso la Santa Casa di Loreto. Il gesto che renderà esplicito il mandato missionario, sempre fortemente a cuore del Pellegrinaggio, sarà la consegna del crocifisso a ogni pellegrino alla presenza di monsignor Giampietro Dal Toso, presidente delle Pontificie Opere Missionarie. Il Pellegrinaggio di quest’anno sarà così non solo memore del Sinodo sui giovani, ma anche introduttivo al Mese missionario straordinario indetto da papa Francesco per l’ottobre prossimo sul tema “Battezzati e inviati”. La Santa Messa, le testimonianze, i flambeaux, i fuochi d’artificio, rappresentano i momenti salienti dell’intero gesto e scandiscono il cammino. Mentre i canti – come sempre – sostengono i pellegrini sin dall’accoglienza allo Stadio, li guidano lungo il percorso durante la notte, e accompagnano tutti alla grande festa dell’arrivo a Loreto nella mattina di domenica 9 giugno. Ma vero motore del cammino restano le preghiere, dal Rosario alle intenzioni personali: aiutano a domandare, supplicare, ringraziare. Nel frattempo stanno pervenendo numerosissime intenzioni di preghiera, come pure le iscrizion. La segreteria del Comitato Pellegrinaggio situata in piazza Strambi, 4 – Macerata, tel. 0733.236401, è sempre attiva, disponibile e pronta ad accogliere le adesioni dei pellegrini e dei gruppi organizzati, e a fornire indicazioni e materiali promozionali (dépliant, manifesti, etc.). Tutte le informazioni sul sito https://www.pellegrinaggio.org.

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Europa, il 26 maggio c’è un voto da non disertare Le mancate risposte a migrazioni e crisi economica, frutto degli egoismi nazionalisti DI

GIANCARLO CARTECHINI

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e volete comprendere quale sia l’effettiva posta in gioco alle prossime elezioni del Parlamento europeo, accettate questo consiglio: lasciate stare i sondaggi, evitate le analisi dei politologi. Spegnete smartphone e tablet. Sedetevi comodi, e iniziate a leggere l’ultimo libro di Paolo Rumiz, “Il filo infinito”: è il resoconto di un viaggio nel cuore del nostro

continente. L’itinerario ha inizio lungo il crinale del monte Vettore, al confine tra Marche ed Umbria, tra i paesi ridotti in macerie dal terremoto del 2016, e si sviluppa lungo una rete di monasteri benedettini. Attraversa l’Europa e torna infine nella nostra regione, per concludersi a Venezia. Un viaggio nel corso del quale l’autore si interroga più volte sulle tensioni che caratterizzano i nostri giorni, e paragona il tempo presente a quello ricco di guerre, migrazioni e rovine, in cui san Benedetto iniziò l’opera di ricostruzione che salvò l’Europa. «Mai nella storia – afferma – abbiamo avuto tanti problemi in comune, eppure l’Europa invece di compattarsi litiga, alza reticolati, mette in discussione la democrazia. Dimentica di essere la terra delle regole».

Ora abbandonate per un attimo il libro, e cercate una carta geografica dell’Europa: osservate i confini esterni dell’Unione, e le frontiere tra i Paesi membri. Se la cartina fosse sufficientemente dettagliata, vi meravigliereste dei tanti muri innalzati negli ultimi anni: muri a Ceuta e Melilla, al confine con il Marocco; il grande muro di Calais, in Francia; muri tra Bulgaria e Turchia, tra Macedonia e Grecia, tra Ungheria e Serbia. Per quanto odiose possano essere queste strutture, con il richiamo sinistro del filo spinato e della corrente elettrica che spesso le attraversa, si può seriamente affermare che rappresentino una difesa efficace? La verità è che i muri non possono fermare nessuno. La nostra società è profondamente interconnessa, ramificata, solcata da

scambi ininterrotti di merci, informazioni, flussi finanziari, persone. Cosa può fare l’ottusità greve di un muro, di fronte alla malizia tentacolare di una rete? Eppure una propaganda assillante vuole farci credere che innalzare muri e sbattere i pugni sui tavoli delle istituzioni europee sia l’unico modo per difendere i nostri interessi: respingere, litigare, fregarsene degli altri. Ecco, forse avete capito perché le prossime elezioni europee sono così importanti. Seguite il ragionamento di Mario Ricciardi, direttore della rivista “Il Mulino”: a scontrarsi sono due visioni del mondo. La prima, quella di chi vuole difendere l’Unione Europea, si basa sui principi del pluralismo liberale: apertura al mondo, rispetto dei diritti individuali, precedenza del

principio di legalità su quello dell’autorità personale. La seconda, quella di chi vuole erodere le fondamenta dell’Unione per indebolire la democrazia liberale, si alimenta di vecchi pregiudizi e di nuove paure. L’incapacità di fornire risposte efficaci ai problemi che ci assillano – la gestione delle migrazioni e la lunga coda della crisi economica – non è stata causata dagli europeisti, ma dai detrattori delle istituzioni comunitarie, dall’incrociarsi dei loro egoismi. «Continuare a dividersi – è ancora Paolo Rumiz a parlare – sarebbe una follia, smantellare le nostre conqui-

ste farebbe il gioco dei nostri nemici. Esiste un’altra Europa, di cui poco si parla. Un’Europa giovane e appassionata che sogna, viaggia, lavora, resiste, combatte. Un’Europa che si fa carico del proprio destino e non scarica sugli ultimi le colpe della crisi. È venuto il tempo di darle voce». Sì, il 26 maggio non possiamo disertare.


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