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MACERATA

Martedì, 18 luglio 2017

Mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

Tornare al libro: scelta controcorrente, di autentica libertà, per sottrarsi alla dittatura delle immagini imposta dai nuovi media. Fa crescere l’umanità e alimenta la fede

Estate, è tempo di letture Le pagine di un’opera classica della letteratura o del pensiero arricchiscono sempre la personalità e la sensibilità. Va combattuto l’alibi del «non abbiamo tempo» DI

Esercizi spirituali nella cornice della montagna

NAZZARENO MARCONI *

DI FABRIZIO

L’

estate è tempo propizio per pensare e magari interrogarsi su cose importanti alle quali però non diamo normalmente attenzione. È ormai un dato consolidato: le nuove generazioni, attirate dalle immagini, leggono sempre meno. Questo fatto sembrerebbe ininfluente per la fede: «La fede viene dall’ascolto», non dalla lettura. «Converte più l’esempio che la parola». Sono tutte frasi note e giuste. La prima ha addirittura l’autorità dell’”apostolo delle genti”, san Paolo (Rom 10, 17). Ma un cristiano che non legge è come un suonatore di chitarra che non conosce la musica: suonerà ad orecchio, magari anche piuttosto bene, ma non raggiungerà mai l’eccellenza, perché non può far tesoro della tecnica e dell’esperienza degli altri suonatori. I vescovi francesi, ben 15 anni fa, quando l’invasione di Facebook e YouTube era ancora fantascienza, scrissero una lettera intitolata: “Ritrovare il tempo di leggere” rivolgendosi a una comunità di fedeli che si erano accorti essere sempre meno abituata a coltivare la vita interiore, per invitarla a leggere almeno un po’. La Parola di Dio, per convertire il cuore, deve risuonare nell’intimo della persona, e questo spazio interiore si amplia solo coltivando il silenzio, la riflessione, l’ascolto dei nostri sentimenti e desideri più veri e profondi. Non a caso definiamo “superficiale” una persona che manca di questo spessore interiore. Un primo passo nella direzione giusta è ricominciare a leggere. Non necessariamente un libro devoto, ma anche un’opera classica, che trasmette sempre un arricchimento della nostra

«L

umanità e sensibilità. «Leggere le opere che ci vengono dal passato vuol dire accogliere una tradizione vivente, arricchirla a nostra volta con la nostra partecipazione», scrivono i vescovi d’Oltralpe nel loro documento. «Noi guardiamo il mondo dopo essere saliti sulle spalle di coloro che ci hanno preceduto, e grazie ai loro sforzi. Tutta la nostra tradizione culturale e letteraria, quella che è stata oggetto dei nostri studi umanistici, vive su questi presupposti, che abbiamo ereditato direttamente dalla cultura cristiana del libro». È una vera sfida, perché l’alibi è sempre lì, pronto per essere estratto: «Non abbiamo tempo». Eppure il nostro tempo moderno è pieno di attese vuote: si attende in fila allo sportello, si attende l’autobus, si fa anticamera da un professionista, ci si ritrova con un tempo vuoto per un imprevisto… e soprattutto da anziani, c’è tanto tempo vuoto. Leggere, trovare il tempo per farlo, rappresenta un atto di scelta contro corrente, un vero gesto di libertà: «Attraverso il libro ognuno può costruirsi

in modo differente dagli altri e raggiungere una vita interiore autonoma». Se questo è vero per crescere una umanità matura, lo è ancora di più per la crescita della fede. Non dobbiamo dimenticarlo: «Il cristianesimo non è una religione del libro ma una religione della Parola. È Gesù Cristo, il Verbo venuto in questo mondo, che rivela l’uomo a se stesso e lo conduce a Dio. Eppure i libri della Bibbia (ta biblia) occupano un posto importante nella strutturazione della persona credente». Se dovessi ridurre al minimo, a ciò che è indispensabile, la vita spirituale di un cristiano serio, indicherei tre cose: la lettura quotidiana del Vangelo del giorno seguita da qualche momento di meditazione, la Messa domenicale vissuta con vera partecipazione del cuore, la confessione ben fatta una volta al mese. La lettura quotidiana del Vangelo, l’aiuto di un buon libro di meditazione o comunque di un libro spirituale, sono per me i mattoni con cui si costruisce la vita spirituale. In questo tempo di terremoto abbiamo

terremoto Agevolazioni su gas, luce, acqua ntro settembre saranno applicate le agevolazioni stabilite dall’AutoE rità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico il 18 aprile in favore dei residentei nei comuni terremotati. Oltre alla dilazione dei pagamenti, già in atto, saranno così azzerati per 36 mesi dalla data del terremoto i costi relativi a tariffe di rete e oneri di sistema (valori che incidono per più della metà sull’importo totale dovuto); verrà inoltre applicata la rateizzazione su due anni degli importi. Tutte le bollette finora emesse saranno ricalcolate.

visto che le case costruite semplicemente, mattone su mattone, sono quelle che hanno resistito meglio. Buona lettura e buona estate. * vescovo

bioetica

Cingoli, mongolfiere valdostane in volo per il decimo anno sul cielo del Balcone delle Marche

Charlie. Cancellare la sacralità della vita ci impoverisce tutti DI

ELIDE SALVATORI

L’

opinione pubblica è stata colpita dalla decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo di sospendere le cure al piccolo Charlie, di dieci mesi, affetto da una malattia genetica molto rara e inguaribile. Alla Corte Europea si erano appellati i genitori, dopo la sentenza della Corte suprema della Gran Bretagna, per ottenere il permesso di condurre il figlio negli Usa, per sottoporlo a cure sperimentali. Ma il permesso è stato negato con la motivazione che tali cure equivarrebbero a un accanimento terapeutico che prolungherebbe le sue sofferenze. La nostra civiltà sta così iniziando a rinnegare i propri principi. Negare il diritto alla vita, non solo violandola ma opponendosi ai genitori, è affermare una cultura di morte, che svela la degenerazione e l’arroganza di uno Stato fondato sul rispetto della vita e della libertà del cittadino. Ed è altrettanto inquietante constatare che la cultura scientifica e tecnologica esalta i miracoli della scienza e i successi della medicina, ma nega ogni possibilità all’imprevedibile e alla speranza, rifiutando in questo caso la possibilità di una terapia sperimentale, importante sia per la ricerca, sia per un possibile miglioramento delle condizioni di Charlie. A questo riguardo colpisce la testimonianza della mamma di Emanuele, un bambino italiano di 9 anni affetto dalla stessa patologia: «Uccidere – dice – non è la soluzione; i bambini quando sono malati vogliono solo stare nelle braccia dei loro genitori e godono di essere accarezzati… da oggi sappiamo che la Corte Europea dei diritti non ci tutela. È un errore credere che Charlie sia l’eccezione, tutti noi un giorno saremo disabili e quando toccherà agli anziani con la demenza senile, ai neonati prematuri, alle vite “inutili”, dove saranno i diritti dell’uomo?» Smarrire la sacralità della vita, pensare di essere i detentori del bene e del male, lentamente ci perverte e ci disumanizza, allontanandoci dalla fonte del vero Bene.

PERINI *

Famiglie e curiosi giunti a Cingoli da tutta la regione hanno atteso la partenza delle mongolfiere dalla frazione di Borgo San Lorenzo col naso all’insù, emozionati dalla velocità con cui queste si sono alzate in volo. Grazie al bel tempo, l’inusuale esperienza ha offerto ai fortunati viaggiatori un irripetibile colpo d’occhio su tutte le Marche. Per chi è invece rimasto a terra, lo spettacolo è stato garantito dalla presenza di un drone che ha immortalato i volti dei viaggiatori e la varietà dei colori del paesaggio Maceratese. L’annuale

appuntamento è stato promosso dall’Ascat, l’associazione dei commercianti del Balcone delle Marche, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, ma soprattutto grazie alle quattro mongolfiere messe a disposizione dall’azienda valdostana Charbonnier. L’evento, giunto

alla sua decima edizione, si è svolto dal 30 giugno al 2 luglio, e ha coinvolto tutto il Centro storico della città, all’interno del quale i turisti hanno potuto gustare prodotti tipici e visitare i mercatini aziendali. Andrea Mozzoni

a vocazione presbiterale come frutto di una libera iniziativa da parte del disegno salvifico di Dio per diventare parte integrante del sacerdozio di Gesù Cristo partecipando all’offerta del suo corpo a servizio della sua Chiesa e per la salvezza degli uomini del nostro tempo»: queste parole per me racchiudono il senso e significato più profondo degli esercizi spirituali che abbiamo vissuto lo scorso mese di giugno col nostro vescovo Nazzareno Marconi, insieme a un gruppo di presbiteri maceratesi. A guidarci, con semplicità, discrezione e parole animate da un carisma profondo il vescovo Angelo De Donatis da poco nominato dal Papa suo Vicario per la diocesi di Roma. Quest’anno una novità di rilievo è stato il luogo in cui abbiamo tenuto il ritiro, non più come gli anni precedenti alla Domus Laetitiae di Frontignano, devastata dal terremoto, ma nella splendida cornice alpina di Soraga, nella Val di Fassa in Trentino. Ho sperimentato l’occasione di un incontro personale con Gesù Cristo, da una parte mediante le meditazioni del vescovo Angelo, dall’altra attraverso la riflessione personale sulla parola di Dio, insieme alla preghiera personale alternata a quella comunitaria, come un dialogo a tu per tu con il Signore. Il bilancio è stato una parola di luce per la mia vita di cristiano e poi a sostegno del mio ministero presbiterale che il Signore mi ha donato e affidato come atto del suo immenso amore per me, in modo unico, in quanto tutti noi siamo unici e irripetibili davanti a lui. Lo stare insieme agli altri fratelli presbiteri e al nostro vescovo Nazzareno donandoci momenti di comunione specie nella celebrazione dell’Eucaristia, e condividendo momenti di fraternità durante qualche passeggiata o specie quando ci ritrovavamo a tavola… tutto questo io l’ho vissuto come un’ulteriore grazia, come segno di attenzione e dell’amore di Dio per la vita di ciascuno di noi. Infine un ringraziamento va anche all’accoglienza e ospitalità riservataci dal gruppo mariano Maria Regina dell’amore, nella loro casa di spiritualità “La Lum de Roisc” (cfr gli articoli a pagina 4, ndr): la disponibilità nell’accompagnarci nei trasferimenti nei vari luoghi visitati e la qualità del servizio di accoglienza sono stati eccellenti, anche questo un riflesso dell’Amore di Dio che si irradia nei momenti straordinari come nella quotidianità della vita di ogni giorno. * sacerdote

vacanze. Occasione propizia per favorire l’incontro con Dio DI

GABRIELE PEDICINO *

L’

estate è il tempo degli spettacoli, dei meeting, del riposo, dei grandi eventi! Lo prova per esempio il mio profilo di Facebook dove, come non mai, arrivano inviti e segnalazioni di eventi. Dalle sacre culinarie, alle gare sportive, dai congressi culturali ai ritiri spirituali, ce n’è per tutte le età e per tutti i gusti. L’estate d’altronde è il tempo per eccellenza delle vacanze, in cui prevale l’evasione e il vagare, nella quale è di casa lo straordinario! Ma negli anni, soprattutto vedendo come a volte investono questo tempo i giovani, mi sono accorto che può essere anche un tempo pericoloso, un tempo sprecato! Infatti, quando le vacanze diventano vacanze da noi stessi e da Dio, non possono mai essere un ricrearsi e ritrovarsi ma conducono spesso a smarrirsi. Sì, il tempo delle ferie può essere un autentico

In alternativa allo sballo, bisogna creare momenti in cui riflettere anche sulla dimensione religiosa

“evento”! Ma dobbiamo interrogarci a chi ne affidiamo l’organizzazione! A chi affidiamo il nostro tempo? L’esperienza vissuta in questi anni a Tolentino con tanti ragazzi e giovani mi ha portato a ripetere loro e a ripetermi tante volte: a chi affidiamo il nostro tempo? Ma non basta creare o indicare il problema, bisogna anche trovare soluzioni. E la Chiesa, in questo tempo, si è prodigata per i giovani, e non solo, proponendo “spazi di tempo” in cui diventi possibile l’evento dell’incontro con Dio. Parafrasando sant’Agostino con la sua celebre frase delle Confessioni potremmo dire che l’incontro con Dio è “l’evento della nostra vita”, perché Dio ci ha fatti per sé e il nostro cuore non ha quiete se non riposa in Lui!

È Lui il riposo, è Lui la quiete, è Lui la nostra Vacanza! Così negli anni la Chiesa si è industriata a proporre campi scuola, settimane di spiritualità, pellegrinaggi. Io personalmente da anni adotto la modalità del “M&M”: mare e meditazione. Propongo ai ragazzi una o più settimane in un luogo di mare, dove però le giornate vengono anche intervallate da momenti di catechesi, deserto e preghiera. Questo a riprova che il cristiano sa anche divertirsi, sa riposare, ma lo fa in Dio e senza mai dimenticare Dio; senza fare l’errore di perdere di vista l’origine e la meta di ciò che siamo. Che grande errore quando viviamo le vacanze come distrazione da ciò che siamo! È una sventura quando ci

dimentichiamo o vogliamo nascondere a noi stessi “di chi siamo” e così viviamo da smarriti e, vorrei anche dire, da “disconessi”! Quanto ci si stanca, quando quello che facciamo e desideriamo non ha connessione con la realtà. Quando accade questo, anche le ferie meglio organizzate e costose non arrivano mai a donarci quel refrigerio del corpo dello spirito che ci promette Gesù quando ci invita nel Vangelo: «Venite, riposatevi un poco!». C’è da augurarci allora una buona vacanza, da persone “ritrovate”! Bisogna saper organizzare il nostro tempo e soprattutto imparare a viverlo in Dio; allora non ci sarà più bisogno dello sballo perché la nostra vita sarà piena in Dio! Non dobbiamo privare le nuove generazioni del divertimento e del riposo, ma educarle all’autenticità di questa esperienza! Una bella sfida! Ne siamo capaci? * agostiniano


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