3 minute read

Scuola: un anno di bilanci, scossi dalla pandemia

DI FABIOLA SCAGNETTI *

L’anno scolastico appena fi- nito è un anno di bilanci. È stato l’anno del ritorno della didattica in presenza e anche quello della rendicontazione del Piano dell’offerta formativa per il triennio 2019-2022. Tre anni fa i docenti e i dirigenti di ogni scuola hanno strutturato l’offerta didattica dal 2019 al 2022 con progetti, laboratori, lezioni, attività: tutto consultabile nel portale Scuola in chiaro (www.miur.gov.it//scuola-in-chiaro). Nelle nostre analisi iniziali però la variabile pandemia non era contemplata e ora, se ripensiamo a ciò che abbiamo vissuto, sappiamo che nel bilancio di questo triennio la voce imprevisti è certamente quella che pesa di più e for-

Advertisement

Il cammino sinodale in cui tutta la Chiesa è impegnata vuole affrontare le difficoltà che l’annuncio del Vangelo incontra oggi, cercando di coinvolgere quante più persone possibile se, più che elencare iniziative e progetti realizzati, è interessante prendere consapevolezza di ciò che abbiamo imparato per rinnovare il nostro essere e fare scuola.

In questi anni siamo stati capaci di rispondere a una sfida enorme; abbiamo ricevuto più attenzioni e risorse da parte dallo Stato; le nostre azioni e il destino della scuola sono stati al centro dell’interesse dei media e dei social, come non accadeva da tanto tempo. Gli stessi alunni e alunne, con le loro famiglie, hanno riconsiderato il valore della relazione educativa. Ora sarebbe un grave errore sperare che tutto torni come era nel “pre-Covid”. Dobbiamo invece fare tesoro delle esperienze di questi anni e non disperdere ciò che abbiamo appreso nell’emergenza, anche dagli errori commessi.

Le dimensioni di “tempo e spazio” della scuola sono state le prime ad andare in crisi in tempo di pandemia e abbiamo imparato a renderle flessibili, superando la tradizionale rigidità dell’orario scolastico e dell’aula. Abbiamo scoperto quant’è bello fare lezione all’aperto nelle aule verdi e con l’outdoor education (attività educative svolte all’aperto, ndr) e, grazie al all’assegnazione di più insegnanti e collaboratori per emergenza Covid, è stato possibile svolgere più attività trasversali in piccoli gruppi, superando la stretta corrispondenza tra il docente, la “sua” disciplina e la “sua” ora di lezione. In alcuni casi, in particolare dove è stato necessario utilizzare spazi della comunità (ad esempio le biblioteche) per favorire il distanziamento, abbiamo superato la disposizione dell’aula con la cattedra di fronte ai banchi e scoperto nuove possibilità di collaborazione con altri soggetti del territorio. Sarebbe ottimale poter contare su queste risorse e su queste opportunità anche per il prossimo triennio. La necessità di ricorrere alla Dad, al di là dei giudizi sui suoi punti di forza e di debolezza, ha comportato un investimento importante da parte del Ministero dell’Istruzione per ampliare la do- tazione tecnologica delle scuole e per formare i docenti all’uso del digitale nella didattica. Inoltre tante scuole hanno colto le opportunità offerte in questi anni dai fondi europei per ridurre il divario di accesso alla comunicazione e alle risorse in rete. Molti edifici scolastici (ma ancora non tutti!) sono stati finalmente dotati di impianti di aspirazione e di climatizzazione per un maggiore benessere in tutte le stagioni. Vale la pena continuare a lavorare per una didattica a classi aperte, magari anche in estate, che si svolga dentro e fuori la scuola, con una organizzazione flessibile tra presenza e distanza, con l’attenzione ai bisogni degli studenti, delle famiglie e dei docenti. * dirigente scolastica

Sentirsi parte della società dà forza alla democrazia

Oratorio di Urbisaglia durante uno degli incontri di animazione della comunità sulla Carità

DI GIULIA MARZIONI

LaCaritas diocesana, accogliendo l’invito del vescovo Nazzareno Marconi, sta lavorando al sogno pastorale di una Carità sempre più intrecciata a tutte le azioni delle Unità Pastorali. Si è scelto per prima cosa di ascoltare le comunità, mettendosi al loro fianco e con cura e dedizione, accompagnandole a riconoscere i propri talenti e la propria vocazione.

A Macerata con l’Unità Pastorale Immacolata-Santa Croce si iniziato ad accompagnare le due parrocchie a una transizione, perché le due Caritas parrocchiali trovassero l’unità sia sul piano dell’ascolto, sia su quello degli aiuti. Stesso lavoro di unità e di accompagnamento è stato avviato a Recanati, aiutando i sacerdoti e i volontari dei Centri di Ascolto parrocchiali a unirsi mettendo insieme risorse e forze, affinché si costituisca un Centro di Ascolto Unitario, il più possibile in rete con i servizi del Comune e quelli forniti da altre realtà associative. Attraverso formazioni pratiche e fornendo strumenti e materiali, la diocesi si è fatta vicina e ha cercato di far capire che l’essenziale non è cambiare le cose, la novità fine a se stessa, ma immettere nuova linfa nelle esperienze che già esistono.

Nell’ultimo anno, invitati anche da Caritas Italiana a investire sull’nimazione alla Carità, si stanno realizzando progetti di accompagnamento a tre Unità Pastorali (Porto Recanati; Urbisaglia-Colmurano-Abbadia di Fiastra; Treia-Passo Treia), per facilitare i processi di trasformazione da

This article is from: