REPORTAGE
Foto Massimo Zanconi e Stefano Salvucci
Un Anno Santo da vivere Dall’Africa a Macerata ”si “spalanca”” il cuore della Misericordia Prima l’Africa, poi Roma, l’8 dicembre in San Pietro e il 13 in San Giovanni in Laterano, quindi le Diocesi italiane e di ogni “periferia” del mondo. Il tempo del «grande perdono», come l’ha definito papa Francesco, da vivere nel Giubileo straordinario della Misericordia, è ufficialmente iniziato e anche la Chiesa di Macerata, domenica scorsa, con una celebrazione solenne (nelle foto in questa e nelle pagine 12 e 14) ha aperto la sua Porta Santa, quella più significativa, del prezioso santuario intitolato proprio alla Mater Misericordiae. Adoperando le parole del cardinal Gianfranco Ravasi quale fine teologo, nel sottolineare che «questo Anno Santo ricorda anche a chi non crede in Dio che esistono dei valori supremi e che la misericordia cristiana è molto più della filantropia», appare già evidente come sia forte, nelle comunità del nostro territorio, il desiderio di vivere pienamen-
te questo cammino giubilare così fortemente voluto dal Santo Padre. Al di là delle massicce misure di sicurezza messe in campo dalle Forze dell’Ordine per coordinare una folla di oltre 3mila fedeli, provenienti da tutti i Comuni della Diocesi – il Comune, la Questura e la Prefettura di Macerata, assieme alle Confraternite e alle parrocchie hanno lavorato con impegno per la riuscita dell’iniziativa -, a rimanere fermamente impresso è il “cuore” con cui la gente ha inteso accogliere l’invito del Vescovo Nazzareno Marconi. Dopo il ritrovo, nel pomeriggio, davanti alla centralissima chiesa dell’Immacolata, il corteo, a cui hanno preso parte anche Unitalsi e Cavalieri di Malta, oltre ai numerosi sacerdoti, diaconi e consacrati, animato da un momento di preghiera e sulle note dell’inno del Giubileo, si è diretto verso la Basilica intitolata alla principale Patrona della Diocesi, passando per le
vie del centro storico attraverso le 14 stazioni della Via Crucis. Poi, l’arrivo della processione con in testa la gran croce - presenti anche i rappresentanti di diverse Amministrazioni comunali e molte autorità - in piazza della Libertà, già gremita di persone che hanno potuto seguire la cerimonia attraverso il maxischermo, posizionato anche in piazza Strambi. Alle 17.40, nel silenzio emozionato della folla, l’apertura da parte del Pastore della piccola, “straordinaria” Porta Santa, con lo sguardo rivolto verso l’immagine della Vergine che, con il suo manto, da secoli protegge la Civitas che le è devota: quindi, la lettura della preghiera che monsignor Marconi ha composto per l’Anno Santo: in mattinata, inoltre, il Papa ha inviato a lui, come a tutti i Vescovi, il permesso straordinario per impartire a tutti i partecipanti alla Liturgia la solenne Benedizione Papale, estesa anche ai
malati ed anziani, che hanno seguito l’evento. Un evento culminato con la Santa Messa nella Cattedrale di San Giuliano. «Che cosa dobbiamo fare, per prepararci ad accogliere il Signore? Che cosa dobbiamo fare, per vivere bene il Giubileo della Misericordia? La gente è concreta e comprende che la fede non è fatta solo di parole, ma di gesti fortemente simbolici, come quello che abbiamo appena compiuto: passare una porta per entrare nella casa di Dio», ha detto il Vescovo durante l’omelia, precisando che «il pellegrinaggio giubilare ha bisogno di incarnarsi nella vita di ogni giorno. Il Giubileo è iniziato, ma deve durare almeno un anno: deve essere un anno in cui ci sforziamo di dare concretezza alla nostra fede». Questo l’impegno, con l’auspicio che possa “rispecchiarsi” davvero in ogni «volto» della misericordia.
Il direttore
emmaus 47 | 19 dicembre 2015
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