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Settimanale online delle Marche - Direttore Elpidio Stortini

Anno II - N. 16 Venerdì 11 Aprile 2014

giornale

CASELLO FANO NORD APPELLO AL MINISTRO

SERVIZIO A PAGINA 29

ESPORTAZIONE RECORD DEL VINO MARCHIGIANO

SERVIZI ALLE PAGINE 2-3-4-5-7-8-9


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LA REGIONE

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Il Premio Cangrande assegnato alla Cantina Di Ruscio di Fermo Malaspina: “Tradizione e innovazione sono alla base del successo della vitivinicoltura regionale” VERONA Un riconoscimento alla tradizione e all’innovazione che sa legarsi al territorio. Sono le motivazioni alla base del conferimento del Premio Cangrande 2014 alla Cantina Di Ruscio: un’azienda nota da più di cinquant’anni, nella provincia di Fermo, per la produzione e la commercializzazioni di vini locali. Il riconoscimento è stato conferito oggi, a Verona, in apertura della 48a edizione del Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e dei distillati che richiama, nella città scaligera, i principali operatori del settore a livello mondiale. Le Marche hanno segnalato l’azienda di Campofilone, alla quale lavorano tutti i componenti del nucleo familiare. L’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina, ha consegnato il premio nel corso della cerimonia di conferimento presso il Centro congressi di Verona Fiere. “La motivazione del premio Cangrande – sottolinea l’assessore Malaspina - sta proprio nel continuo percorso di inserimento delle giovani generazioni che, all’interno della storia cinquantennale

della stessa, ha caratterizzato il percorso dell’azienda, promuovendo un continuo cambiamento e una crescita costante dell’attività, senza mai dimenticare la tradizione e il territorio. Da questo punto di vista i Di Ruscio rappresentano un esempio della vitalità della vitiviticoltura marchigiana che sa crescere ed espandersi guardando al futuro, partendo dalla salda esperienza delle tradizioni e del passato per migliorare la qualità e la genuinità del prodotto”. L’azienda Di Ruscio ha una capacità produttiva annuale che varia tra i 15.000 e i 20.000 ettolitri di vino, valore mutevole per via del rispetto rigoroso della filosofia aziendale: fornire un vino di qualità a un prezzo compatibile con le esigenze del mercato. Sin dalla produzione, la Cantina si differenzia da molte altre realtà locali: il titolare ed enologo Mario Di Ruscio, infatti, segue in maniera capillare la fase di coltivazione delle uve in vigne di alta qualità che producono frutti accuratamente selezionati da vari viticoltori

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della zona. Produttori che negli anni sono fidelizzati e stimolati all’accrescimento dei valori enologici grazie alle nozioni fornite dalla famiglia di riferimento. In bottiglia o sfusa, la produzione aziendale spazia dal Pecorino alla Passarina, dal Verdicchio al Rosso Piceno. Il premio “Cangrande per i Benemeriti della Vitivinicoltura” dal 1973 premia i grandi interpreti del mondo enologico italiano. È un prestigioso riconoscimento che viene assegnato seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura che segnalano quanti, con la propria attività professionale o imprenditoriale, abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese. I nomi di questi professionisti e imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.


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Visitatori da record allo stand delle Marche. Sono loro a dettare la linea del gusto Vincono i bianchi e i rossi giovani freschi d’annata VERONA Boom di visitatori a Vinitaly nello stand della Regione Marche, con una forte affluenza di buyer, professionisti, ma anche di appassionati e curiosi, che di fatto tratteggiano la linea del gusto del grande pubblico. Tra i vini marchigiani privilegiati sulla terrazza del mega stand con 198 etichette, i bianchi (Verdicchio su tutti, seguito da Offida Pecorino e Bianchello del Metauro, ribattezzato “il vino in jeans”, e particolarmente apprezzato dai consumatori più giovani), ma anche i rossi giovani freschi d’annata (come Lacrima di Morro d’Alba, Rosso Conero e Rosso Piceno). Complessivamente il Salone internazionale del vino e dei distillati ha visto per la 48^ edizione 155mila presenze in 4 giorni di manifestazione, con un aumento degli operatori del 6% e dei buyer esteri del 36% sul totale. La maggiore affluenza di operatori nello stand della Regione Marche secondo gli espositori è stata registrata nei giorni di lunedì 7 e martedì 8 aprile, con una nota estremamente positiva data da un risveglio del mercato interno e dalla conferma di un mercato estero frizzante. “Le buone performance dei vini marchigiani all’estero, trascinate dal boom del Verdicchio con il +46,1% in

valore - ha commentato Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) – sono state confermate dalla presenza di buyer esteri, provenienti da tutto il mondo, a partire dai mercati di maggiore respiro

per le nostre produzioni: Usa, Giappone, Scandinavia, Germania, Olanda”. “E’ altrettanto rinfrancante ha rilevato Mazzoni – il segnale che arriva sul versante nazionale dagli operatori dell’Horeca alla

Gdo, dalle enoteche alla normal trade, e dalle molte persone che si sono avvicinate al vino da poco e che hanno sentito parlare della nostra terra e della nostra qualità. Tutto ciò grazie anche al tam tam mediatico

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realizzato, che ha fatto centro”. Premio inoltre al food made in Marche: all’interno dell’Agorà di Sol&Agrifood è stato infatti consegnato ieri il Premio Golosario per il ciauscolo al salumificio Nerino Mezzaluna di Marco e

Paolo Mezzaluna. Una micro azienda di Fermo, la cui alta qualità sulle produzioni artigianali con un bassissimo utilizzo di conservanti è stata riconosciuta dalla guida Papillon di Paolo Massobrio.


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Cresce ancora l’export (+36%) del vino marchigiano Boom per il Verdicchio (+41%) Mentre soffre il mercato interno VERONA È boom per l’export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012: su un fatturato complessivo del pianeta vino che nelle Marche supera i 136 milioni (+8,8%), le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50% del totale. A fare da traino è il Verdicchio – il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane 2014 e ambasciatore delle Marche nel mondo – che con 17 mln di euro assorbe circa il 25% delle esportazioni e fa un balzo sorprendente nel 2013: +41,6% in valore e +10% in quantità (8 milioni e mezzo le bottiglie all’estero). Merito di politiche promozionali vincenti e di una riconosciuta qualità, a partire dalla crescita del prezzo medio del Verdicchio a ettolitro, aumentato del 17,6% rispetto all’anno precedente (dati Ismea). Ma anche della versatilità dell’offerta, sia in termini di varietà – dal Verdicchio al Rosso Piceno, dall’Offida Pecorino al Falerio, dalla Lacrima all’Igt Marche – che di rapporto qualità-prezzo, con bottiglie dai 3 ai 10 euro e oltre. Un boom dell’export che è andato a compensare il 9,4% in valore del mercato interno rispetto al 2012. Fondamentale perciò è stato il sostegno della Regione

Marche, che negli ultimi quattro anni ha investito attraverso Ocm e Psr 11.159.000 euro per i viticoltori. A sottolineare la vocazione export oriented dei vini marchigiani è stata l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina, intervenuta oggi nella giornata inaugurale del Vinitaly in rappresentanza del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, assieme ai direttori dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e del Consorzio Vini Piceni, Armando Falcioni. Tra i Paesi di riferimento della regione vitivinicola più collinare e più longeva d’Italia, Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell’export), Canada e Giappone. Nel Vecchio Continente la parte da leone la fa l’Europa del Nord: Belgio, Olanda, Germania, Svezia e Inghilterra, con un mercato che vale circa 13 milioni di euro sui 20 milioni

dell’Ue-28. Buone performance extra Ue anche in Svizzera e in Norvegia, destinazione sulla quale si stanno concentrando molte cantine marchigiane. Sul fatturato totale dei vini marchigiani, l’accelerazione maggiore (+10,3%) la porta la qualità delle produzioni a marchio Doc, Docg e Igt, che passano da 80 a 88,2 milioni di euro. Significativa la linea degli spumanti (il cui simbolo regionale, oltre al Verdicchio, è la Vernaccia di Serrapetrona, unico vino italiano che subisce tre fasi di spumantizzazione), che incide complessivamente per 36,2 milioni e registra un +15% sul 2012. Tra i segmenti emergenti, in linea col dato nazionale, c’è anche il biologico. Con circa 3.278 ettari di superficie vitata bio (fonte: Sinab), pari al 19% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), le Marche sono la sesta regione d’Italia più votata alla viticoltura bio (dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Umbria e Abruzzo). Un interesse verso il settore che ha portato alla nascita di un’associazione di ‘vignaioli bio’ sul territorio. Si chiama Terroir Marche, con 8 produttori che su 93 ettari hanno sposato la filosofia biologica, per una produzione complessiva di 338mila bottiglie.

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Giù la maschera al vino falso E’ una bevanda fermentata a base di sciroppi e bustine

VERONA “Il kit è nudo”: polifenoli praticamente nulli e zero aromi. Un vino che non è vino ma “solo una bevanda idroalcolica (alcol + acqua) che nulla ha a che vedere con il nettare di Bacco e in special modo con il Verdicchio”. Il professore di industrie e tecnologie alimentari dell’Università Politecnica delle Marche, Natale Giuseppe Frega, ha per primo analizzato scientificamente uno dei famigerati kit per ‘autoprodurre il vino’ – in questo caso un fantomatico Verdicchio proveniente dai “Castelli Canadesi”, con tanto di foto del Colosseo e della immancabile bandiera italiana. E l’analisi presentata al Vinitaly nello stand della Regione Marche è impietosa e per molti versi inquietante, con il professore che è stato netto nel descrivere il mostro: “È un intruglio fermentato che del Verdicchio scimmiotta solo il nome. E’ un prodotto con bassissimi polifenoli, che ha perso tutti gli antiossidanti ed è quindi

privo di tutte le proprietà benefiche e salutari del vino. Inoltre al tracciato della frazione aromatica – ha continuato il professor Frega – il Verdicchio canadese ha un profilo totalmente piatto: zero aromi rispetto ai numerosissimi contenuti nel Verdicchio dei Castelli di Jesi, che lo rendono unico e inimitabile. Questo non ha nulla ha a che vedere con il vino e con il Verdicchio: è solo una bevanda idroalcolica”. Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), Alberto Mazzoni, che ha commissionato l’analisi: “È bene che tutti sappiano che il ‘bricolage del vino’ da fare in 4 settimane a 1 euro a bottiglia non può esistere. E l’abbiamo voluto dimostrare portando qui l’analisi di una bevanda fermentata a base di sciroppi e bustine, che sfrutta il nostro brand a tutto danno dei produttori e dell’immagine del Verdicchio. È proprio dell’altro giorno il richiamo dei Nac sull’escalation preoccupante degli episodi di sounding, etichette illegali,

contraffazione dei prodotti, pirateria. E il kit dei “Castelli Canadesi” contiene tutti questi ingredienti mentre non ha nulla del nostro Verdicchio”. Il Kit incriminato al Vinitaly, in presenza del marchigiano Neri Marcorè, è stato acquistato un paio di mesi fa su Amazon da Imt a 41,35 dollari per una ‘capacità produttiva’ promessa di 30 bottiglie da 0,75litri in 28 giorni. L’azienda, che scimmiotta il made in Italy in ogni lato del kit, è la canadese Paklab e propone altri kit di grandi vini Italiani. A tutto vantaggio di un mercato del falso che nel nostro agroalimentare vale quasi il doppio dell’originale: 60mld di euro contro 33,4. Con 17 milioni di euro di fatturato in esportazioni, il Verdicchio registra un autentico boom sul fronte dell’export (+41% sul 2012), confermandosi ambasciatore delle Marche nel mondo. Tra i mercati chiave, gli Usa, che assorbono il 60% dell’export, seguiti da Canada e Giappone.

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La Coldiretti: “Sei marchigiani su dieci bevono vino I giovani sognano un lavoro nel settore, nella regione vi sono 300 produttori under 40” VERONA Sei marchigiani su dieci consumano vino, con una percentuale largamente superiore alla media nazionale, anche se la stragrande maggioranza lo fa con moderazione. A sottolinearlo è la Coldiretti Marche, sulla base di dati Istat, in occasione dell’apertura del Vinitaly di Verona. Con il 58,3 per cento di persone che dichiarano di consumare vino, la nostra regione si colloca ben sopra la media italiana (51,9 per cento) e al terzo posto dietro ai liguri (58,8 per cento) e ai veneti (58,4 per cento), anche se oltre il novanta per cento del totale non beve più di uno-due bicchieri al giorno. Ciò, secondo Coldiretti, dimostra il fatto che il vino è divenuto l'espressione di uno stile di vita "lento", attento all'equilibrio psico-fisico e ai dettami della dieta mediterranea. Merito soprattutto dell’impegno delle aziende vitivinicole marchigiane portato avanti in questi anni attraverso degustazioni e momenti di sensibilizzazione dei consumatori. “Una svolta verso la qualità che ha messo in moto un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale – sottolinea Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti

Marche -, anche grazie a una sempre maggiore integrazione con il turismo”.

Non deve stupire se il settore del vino è uno dei più ambiti dai giovani per fare una

esperienza lavorativa, come dimostra un sondaggio presentato da Coldiretti-Ixè in

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o c c a s i o n e dell’inaugurazione. Nella nostra regione sono quasi

trecento le imprese specializzate in vitivinicoltura condotte da under 40.


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Ecco il segreto della longevità Vino nei pasti, niente superalcolici Parola dei centenari marchigiani VERONA Durante i pasti bevono un paio di bicchieri di vino, non fanno diete particolari, non bevono superalcolici. E godono di ottima salute psicofisica. Al Vinitaly la Regione Marche ha voluto indagare sull’elisir di lunga vita che sta contagiando molti suoi cittadini, primi in Italia per speranza di vita (i maschi) e primi in assoluto - dopo sorpasso alla Sardegna anche per numero di centenari, che in vent’anni si sono quintuplicati passando da 99 a 507. L’indagine, condotta su un campione stocastico di 3.121 individui ‘over 60’ dal professor Gabriele Micozzi, docente di marketing all’Università Politecnica delle Marche, restituisce risultati sorprendenti sulle abitudini eno-alimentari della terza età marchigiana a confronto con quelle dei pari età nazionali. E il vino è un protagonista principale di un modello che vede 9 anziani marchigiani su 10 bere vino quasi tutti i giorni, con un paio di bicchieri per ogni pasto. Un dato ben superiore alla media nazionale (69%) che rimane alto anche se si considerano le fasce di età più avanzate: il 95,6% dei maschi tra i 75 e gli 80 anni consuma infatti ancora vino, dato che ‘fisiologicamente’ scende – ma di poco – per gli ultraottantenni (68%) che comunque dichiarano di bere tutti i giorni o 5 volte alla settimana. La tendenza si inverte se si considera la percentuale di ‘over 60‘ marchigiani che consumano superalcolici: solo l’1% delle donne e l’11% degli uomini (7%), contro una media italiana che si attesta al 16%. “Questa è un’analisi scientifica dei comportamenti sociali e delle abitudini di vita che

evidenzia nelle Marche una unicità di stile di vita – ha detto il professor Gabriele Micozzi, che ha svolto l’indagine per conto di Imt – lo scopo non era rilevare da un punto di vista medico il grado di salute dei marchigiani ma cogliere dai comportamenti preziosi indizi sulla longevità. E in questo caso di indizi ne abbiamo trovati così tanti da

farne quasi una prova”. Restando alle differenze di abitudini su terza età e vino, emergono altre rivelazioni sorprendenti: solo un marchigiano su tre - contro il 48% della media nazionale ha cominciato a consumare vino dopo i 18 anni; con addirittura l’8% che ha confessato di aver bevuto il primo bicchiere a meno di 14

anni. Per l’iniziazione – quasi sempre in famiglia – i gusti e l’acquisto, ancora una volta si scopre nel campione regionale una tradizione culturale difficile da smantellare, nonostante le sollecitazioni della modernità, con l’uomo che preferisce il vino rosso e la donna di gran lunga il bianco, con i vini da tavola a farla da

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padroni e soprattutto con la stragrande maggioranza che al contrario della media nazionale preferisce di gran lunga acquistare vini – ovviamente regionali - in azienda agricola (63%) rispetto al supermercato (18%), all’enoteca (10%) o alla produzione propria (9%), mentre nessuno acquista ancora on line.

ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA Ma il senso dei marchigiani per una buona (e lunga) qualità della vita non si ferma qui. Secondo l’indagine, gli anziani della regione sono meno sedentari (27% contro il 38% nazionale), e soprattutto hanno praticato o praticano maggior attività fisica, che non è la pratica sportiva (38%), quanto il lavoro in campagna o in altre attività che obbligano al movimento; qui il campione regionale si stacca di molto rispetto alla media del Paese, con l’84% degli anziani marchigiani in movimento contro il 54%. Anche sull’alimentazione le differenze sono molte e ci riportano ad antichi usi e consumi. Nove marchigiani su dieci consumano carne, verdura e frutta di ‘produzione propria’ o comunque di ‘produzione e/o coltivazione diretta’: un dato altissimo in confronto alla media nazionale si ferma al 36%. L’alimentazione è principalmente mista (74%) e quasi mai il modello marchigiano adotta una dieta costante (7%, contro il 21% degli italiani). SALUTE Infine, un focus sul grado di soddisfazione psicofisica dei ‘ragazzi del boom’, autentici testimonial del nuovo ‘modello Marche’: oltre la metà degli abitanti (53%) non ha mai avuto problemi di salute (34% la media italiana), con l’84% che gode di buona salute (contro il 61%) e il 78% che si dichiara ‘felice’ (contro 60% degli anziani del Paese), evidentemente anche grazie al vino, che ‘ha influenzato positivamente sulla salute’ per il 78% (contro il 46% in Italia) e alla propria regione, definita ‘serena’ quasi da tutti.


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LA REGIONE

IL RISULTATO

Le regioni tedesche della Baviera e di Hessen aderiscono alla Rete Ogm Free durante l’incontro di Bruxelles presieduto dall’assessore Maura Malaspina BRUXELLES Il comitato direttivo dello Steering Committee della Rete delle Regioni Europee OGM-Free ha approvato a Bruxelles l’adesione alla rete OGM FREE delle regioni tedesche della Baviera e di Hessen. L’incontro è stato presieduto dall’assessore all’Agricoltura e Ambiente, Maura Malaspina, che proprio lunedì scorso ha avuto l’investitura anche a coordinare le regioni Italiane per l’OGM FREE. Dopo aver ricevuto il Ministro dell’agricoltura della Baviera, Marcel Huber, Malaspina ha riaffermato l’importanza della Rete delle Regioni Europee OGM-Free quale “esperienza unica e di grande collaborazione in Europa”. “Quando nel 2003 è sorto il problema OGM, gli Stati e l’Unione Europea hanno reagito tardi e male – ha detto l’assessore – Solo alcune Regioni, su iniziativa della Toscana e dell’Alta Austria, hanno avvertito il problema OGM in tutta la sua portata e sono state capaci di unirsi. Tra queste le Marche e altre nove, in una rete nata per far sentire la propria voce all’Unione Europea. La forza delle Rete è nella sua flessibilità organizzativa, che va mantenuta, e nella convergenza di propositi e di obiettivi”. Oggi, con l’allargamento della Baviera e dell’Assia, la rete conta 62

Regioni su 9 Stati e rappresenta circa 180 milioni di abitanti su oltre 1.200.000 Kmq di superficie. “La presenza e l’azione della Rete – ha detto Malaspina - è necessaria per raggiungere l’obiettivo principale sancito dalla Carta di Firenze del 2005 che è quello di consentire agli Stati membri di vietare in tutto

o in parte la coltivazione degli OGM sul loro territorio; di far sentire il nostro peso istituzionale per affiancare l’approvazione della modifica della Direttiva 2001/18 in tal senso; di premere per avere un’etichettatura positiva a livello europeo anche per i prodotti a base di carne, latte e uova e quindi dare la

massima informazione trasparente ai cittadini consumatori”. La Presidenza della Regione Marche, iniziata a novembre 2011 con la Conferenza di Vienna, ha voluto allargare la Rete con l’ingresso delle regioni della Germania e coinvolgere le associazioni dei consumatori. La

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Conferenza di Erfurt nel novembre 2012 ha visto protagoniste e attive le Regioni tedesche. Ora la Regione Nord Reno Westphalia ha presentato la sua candidatura per assumere la Presidenza della Rete per i prossimi due anni. “La Regione Marche - ha aggiunto l’assessore - ha da

tempo rappresentato la necessità di fare una rotazione della Presidenza per coinvolgere nuove realtà e dare nuova energia alla Rete”. L’assessore ha quindi chiesto alla rappresentanza delle 62 regioni UE di accettare la disponibilità della Regione Nord Reno Westfalia ad assumere la Presidenza della Rete con un arretramento delle Marche che nel prossimo direttivo assumerà l’incarico di Vice Presidente. Sono stati poi programmati altri incontri per la realizzazione di un evento pubblico in cui verrà ufficializzato il nuovo assetto presidenziale e la piattaforma di proposte regolamentari per rafforzare il concetto ribadito dall’assessore: “I consumatori italiani ed europei non vogliono alimenti che contengono OGM e nemmeno gli agricoltori italiani li vogliono perché preferiscono valorizzare la biodiversità e le produzioni di qualità, le denominazioni e le coltivazioni biologiche. Coltivare OGM comporterebbe una desolante uniformità di territorio, normalmente orientato alla coltivazione di monocolture, che costringerebbe gli agricoltori a non disporre liberamente delle loro produzioni, sementi, diversità e anche della loro storia e tradizioni”.


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LA REGIONE

LA PROMOZIONE

Venticinque operatori turistici russi in visita nelle Marche Presentata l’offerta e mostrate le bellezze del nostro territorio

GROTTAMMARE Tour nelle Marche per 25 operatori turistici russi. Ai tour operator sono state mostrate le bellezze del territorio ed è stata illustrata l’offerta turistica regionale. Ad accoglierli, a Grottammare, il presidente della Regione e assessore al Turismo, Gian Mario Spacca. “Le Marche e la Federazione russa vantano un rapporto di amicizia di lunga data – ha detto Spacca – Il turismo è uno dei veicoli che hanno consolidato tale rapporto. Non è un caso che il ministro russo del Turismo trascorra le proprie vacanze nella nostra regione, a San Benedetto del Tronto. Merito della bellezza del territorio, dell’offerta culturale, delle tipicità enogastronomiche, ma anche delle strette relazioni che ci legano. Quest’anno – ha annunciato Spacca - ci sarà un’offerta particolare. Siamo la regione della lirica, dei teatri. Chi acquisterà il biglietto per la stagione dello Sferisterio avrà quindi gratuitamente il visto della nostra Ambasciata”. LA SCHEDA Nel 2013 i turisti russi nelle

Marche sono aumentati del 70%, grazie al nuovo volo aereo Ancona–Mosca: forte di questo risultato la Regione Marche e gli operatori incoming si sono presentati a Mosca in occasione della Fiera MITT (che quest’anno si è svolta dal 19 al 22 marzo 2014). Tra le novità che sono state presentate: · la nuova guida alla vacanza al mare 2014 in lingua russa edita dalla Regione “Marche Mare. Marche in blu”; · la nuova guida delle Marche in lingua russa edita dalla Regione Marche “Discovery Marche”; · il nuovo flyer “Marche. L’eccellenza al centro dell’Italia”; · il nuovo sito http:// ru.turismo.marche.it/ ; · il rinnovo dei voli aerei per il 2014 da Mosca ad Ancona; · la possibilità di ottenere il visto gratuito per l’Italia per chi si reca al Macerata Opera Festival Per il 2014 sono previste le edizioni in lingua russa delle app Mare. Marche in blu e Made in Marche. Gusto a km0 e shopping di qualità.

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LA PROVINCIA DI ANCONA

L’INIZIATIVA

La ricetta ufficiale del Brodetto all’Anconitana sbarca per la prima volta al Fortino Napoleonico di Portonovo ANCONA Il Brodetto all'Anconitana, nella ricetta ufficiale codificata lo scorso febbraio, sbarca per la prima volta a una conviviale dell'associazione culturale "RE STOCCO" e Accademia dello Stoccafisso all'Anconitana, sotto l'egida dell'Ordine Cultore della Cucina di Mare. Al Fortino Napoleonico di Portonovo, i soci dell'Ordine dei Culturi della Cucina di Mare – Associazione Re Stocco e dell'Accademia hanno potuto assaggiare la ricetta nata da un'attenta ricerca del maestro sommelier Gualberto Compagnucci e preparata per l'occasione dagli chef del Fortino. Una serata all'insegna del gusto e della tradizione. La ricetta storica rischiava di scomparire dalla ristorazione dorica, modificata da interpretazioni errate nel tempo. Per la scelta degli ingredienti, messo da parte il criterio delle 13 specie ittiche, si è premiata la stagionalità. Il brodetto annoverava seppie, scorfano rosso, pesce prete, tracina, pesce lira, palombo, razza, rana pescatrice, triglie, scampetti, pannocchie, vongole e moscioli. L'illustrazione della ricetta è stata anche proiettata su slide e spiegata ai presenti. Tra gli oltre 130 commensali

presenti, il “padrone di casa” Aldo Roscioni, il vicesindaco del Comune di Ancona Pierpalo Sediari, il maestro

sommelier Gualberto Compagnucci, Bernardo Marinelli e Michele Maccione, rispettivamente presidente e

vice dell’Ordine Cultori della Cucina di Mare "RE STOCCO", Pietro Recchi ex presidente e Gilberto Graziosi

segretario dell’Accademia dello stoccafisso all’anconitana, Titti Carloni ristoratore storico conosciuto

per una delle migliori interpretazioni della ricetta nel lungo periodo trascorso ai fornelli del suo ristorante.

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LA PROVINCIA DI ANCONA

LA PROPOSTA

La baia di Portonovo è un bene di tutta la Riviera del Conero Adesso serve un progetto generale per la riqualificazione di ANDREA RASCHIA* ANCONA - A quanto si legge a proposito di Portonovo, “l'affaire” ombrelloni dello stabilimento Capannina continua a tenere banco. Come fosse l'argomento principale, l'unico. Non c'è dubbio che la questione sia d'attualità soprattutto in ragione della stagione ormai imminente. Credo però che Portonovo meriti di più: rientra, infatti, a pieno titolo tra quei Beni Comuni da preservare e rendere pienamente disponibili per la collettività. C'è un interesse che va oltre a quello legittimo degli anconetani e degli operatori. Si tratta di un patrimonio senza eguali: una perla incastonata in uno splendido territorio da valorizzare ancor più e adeguatamente. Invece, colpisce il disinteresse, il crescente degrado, e -al solito- l'assenza d’interventi coerenti rispetto a un disegno complessivo. Non si comprendono le ragioni per le quali il Consiglio Comunale non decida di dedicare finalmente una sessione dei propri lavori all'argomento: occasione preziosa per coinvolgere, assieme a tecnici e studiosi, tutte le Istituzioni in grado di concorrere a un grande progetto di riqualificazione e d’intervento. Gli argomenti non mancherebbero. Invece, al solito, siamo a Pasqua e tutto è in alto mare. Lunedì conosceremo l’esito del bando di gara per la gestione dell'area e dei servizi. Un appalto annuale al

minimo ribasso. Il rischio di un impatto inefficace sulle problematiche è assai concreto Come si può pensare, con quest’arco temporale, a piani d’investimenti e programmazione? Torniamo al punto: rispetto alla marea di chiacchiere su progetti faraonici (che non vedranno mai luce) per rivitalizzare la città, tra le carte da giocare, Portonovo è sicuramente una risorsa disponibile, oltre che strategica. Unica. Eppure,

alcuni cambiamenti -già avvenutidovrebbero consigliare qualche riflessione. Si pensi a quanti -testardamentehanno creduto nella salvaguardia del “mosciolo selvatico”: un presidio la cui valorizzazione ha certamente ripagato in termini di presenze sempre più rilevanti. Ecco un fatto che deve suonare d’esempio. L’area marina protetta, in questo senso, vale più di cento bandiere blu. Ovviamente, senza

carrozzoni, gestita dal Parco, in una sede naturale: l’area dei “mutilatini”, oggi invece a serio rischio di privatizzazione. Una prospettiva che sa tanto di ritorno indietro, da evitare assolutamente, con ogni mezzo! Invece di far cassa con i pezzi migliori, forse un progetto di riqualificazione della piazzetta, l’ingresso naturale, potrebbe portare anche risorse fresche. Così come una rivalutazione della gestione del campeggio “la

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torre” -questa sì, affidata al miglior offerente!- potrebbe tornare utile al nobile scopo. Nessuno dimentichi l’altra meta turistica di grande interesse e rilievo, la chiesetta romanica: un bene straordinario dello Stato, all’interno di una proprietà privata! Col paradosso che quest’ultima, come in realtà avviene, decida orari di accesso, apertura e chiusura del cancello… Infine, a proposito di accesso: questione auto e parcheggi “a monte”, servizi di trasporto

pubblico efficienti - risolvendo l’affollamento degli autobus con linee di transito anche da aree limitrofe, problema “frane” -da non sottovalutare!sia lungo la strada che in spiaggia (in particolare la messa in sicurezza della zona verso Mezzavalle consentirebbe un passaggio pedonale in uno scenario davvero fantastico!), sicurezza antincendio, passaggi d'emergenza, molo da rivedere -ostacolo al ripascimento naturale della baia. Insomma, ce ne sarebbe per tutti, con il Comune a fare da indispensabile punto di riferimento nella definizione di un progetto organico, sollecitando il contributo di quanti, a cominciare dall’Università, possono suggerire idee valide e proposte sostenibili. Il Comune, dunque; il consiglio comunale in particolare deve tornare ad assumere un ruolo centrale sottraendolo a quanti, anche in modo improprio, in alcuni casi hanno surrogato la carenza di una seria iniziativa. A questo proposito verrebbe da chiedere cos’altro si attende per sbloccare l’area del campeggio “Adriatico”, dopo anni ancora sotto sequestro. Rischio inquinamento prove? Non saranno mancati rilievi di ogni genere… Adesso è tempo che l’azione della giustizia rilevi eventuali responsabilità e abusi, ma si restituisca al più presto quell’area alle autonome decisioni dell’istituzione cittadina. *FP Cgil Ancona


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LA POSIZIONE

L’assessore Simone Ceresoni: “Nel centro storico nessuna speculazione edilizia” SENIGALLIA Decisa presa di posizione d e l l ’ a s s e s s o r e all’Urbanistica del Comune di Senigallia, Simone Ceresoni, sul futuro (ed anche sul presente…) del centro storico. Lo fa con una lettera inviata al professor PierLuigi Cervellati, in risposta ad alcune sue recenti dichiarazioni. “Illustre Professore, il Suo intervento sulle politiche di governo del territorio attuate nella nostra città, sul centro antico , e in particolare sul progetto che sta interessando l’area dell’ex Arena Italia, mi ha sorpreso non poco. Ho partecipato insieme ai colleghi amministratori con entusiasmo alla rigenerazione urbana del centro antico della nostra città, iniziato nell’estate del 2004 quando come Assessore alla mobilità introdussi con forza l’allargamento dell’area pedonale del cuore di Senigallia e che poi proseguì con l’approvazione del piano particolareggiato. Oggi il centro antico della nostra città, per chi ha memoria storica e onestà intellettuale, è più vivibile, valorizzato e attrattivo di allora, sebbene il processo di rigenerazione non sia ancora concluso. Ora siamo nella fase attuativa del piano, che stiamo conducendo con un lavoro instancabile e quotidiano della macchina amministrativa comunale, dei professionisti e degli operatori di settore e con il coinvolgimento dei cittadini che abitano, che lavorano e che trascorrono il proprio tempo libero nel centro antico . Per avere un ulteriore arricchimento da un confronto con Lei, l’abbiamo cercata, insieme al Sindaco

Mangialardi, all’inizio di questo mandato amministrativo, ma nonostante il Sindaco e io fossimo venuti a Bologna all’appuntamento che ci aveva concesso, non siamo tuttavia riusciti ad incontrarLa, sicuramente per un semplice contrattempo o un malinteso. “Dopo questa necessaria premessa credo di dover entrare nel merito, caro Professore, poiché reputo che Lei abbia rilasciato alcune dichiarazioni senza conoscere in modo approfondito le politiche di governo del territorio di Senigallia, né il percorso attuativo del piano particolareggiato del centro storico della città che mi

onoro di amministrare con dedizione e impegno quotidiano. Forse indotto all’errore dall’aver analizzato materiali e documenti parziali. “Innanzitutto non risponde a verità la questione secondo cui la bonifica da materiale contenente amianto avvenuta nel mese scorso sull’area ex Arena Italia sia stata pagata dal Comune di Senigallia. I costi sono stati infatti tutti a carico della proprietà privata. Non risponde a verità neanche la questione secondo cui le colline di Senigallia sono in attesa di essere cementificate. Infatti l’unico atto di pianificazione che ha interessato le nostre colline in questo mandato

amministrativo, il Piano del centro antico di Scapezzano, non ha previsto un metro quadro in più di espansione e cementificazione delle colline e della campagna, ma solo rigenerazione urbana dell’esistente in armonia con l’ambiente, il paesaggio e la storia dell’antico borgo. Inoltre durante questo mandato amministrativo sono state approvate in modo definitivo due varianti al piano regolatore volte al risparmio nell’uso dei suoli, che hanno trasformato, nelle colline senigalliesi soprattutto, oltre 100 ettari di terreno da edificabile in agricolo, eliminando 168.000 metri quadrati di superficie utile

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realizzabili e 886.503 metri cubi di volumi di cementificazione. “Non credo poi si possa dire che il progetto di rigenerazione urbana che interessa l’area della cosiddetta ex Arena Italia sia meschina e violenta speculazione edilizia. Nel progetto dell’ex Arena Italia, rispetto al quale abbiamo “ ridotto i volumi e il cemento” previsti dal piano originario (si è passati da 1600 metri quadri di sul a 1400 metri quadri di Sul), non c ‘è speculazione edilizia poiché, se solo avesse potuto visionare tutti gli allegati alla delibera del progetto, avrebbe notato come buona parte del plusvalore derivante dalla trasformazione dell ‘area verrà impiegato dal Comune per realizzare la Città Pubblica. “Nessun regalo alla proprietà privata dunque, ma un progetto capace di essere realizzabile in quanto sostenibile economicamente e capace di promuovere opere pubbliche di sicuro interesse per il quartiere Porto, per i suoi abitanti e per tutti i cittadini. Inoltre, non credo si possa dire che le mura storiche non siano messe nel giusto risalto dal progetto specifico sull’area ex Arena Italia e non siano tenute in debita considerazione dall ‘amministrazione comunale locale. Al contrario è in corso di redazione un piano strutturale delle mura storiche cittadine, considerate bene culturale di assoluto valore. “Non credo poi che si possa dire che il centro antico di Senigallia sia sfregiato: se solo fosse tornato nella nostra città e l’avesse visitata, passeggiando per le vie e le piazze, si sarebbe reso conto che dopo pochi

anni è più bella e vivibile, apprezzata da migliaia di turisti che frequentano la nostra città e dai nostri cittadini. Certo non mancano criticità da gestire o aspetti su cui intervenire, ma sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. “Forse la Sua sommaria analisi, resa alla stampa locale, può valere per altre città del nostro paese o europee, ma non per Senigallia: a Senigallia questo “post - it” non si addice. Credo invece di poter dire che rispetto al progetto dell ‘area ex Arena Italia (contro cui si sono saldati interessi locali diversi, di natura anche speculativa e a volte anche contrapposti) la questione che va meglio indagata sia quella della qualità del paesaggio urbano del centro antico. “Lavorando di più e meglio sull’altezza dell’edificio, i suoi volumi, il disegno architettonico e l’allineamento e la distanza rispetto alle mura urbiche e alla strada, credo che si potrà arrivare ad una qualità migliore. Su questo stiamo operando per apportare le giuste modifiche, dopo un confronto pubblico, anche aspro, con chi ha portato in queste settimane un contributo volto a cancellare un buco nero della città, insicuro, in degrado e inquinato, trasformandolo in una parte di città restituita alla vivibilità pubblica e anche privata. “La stima nei Suoi confronti rimane immutata e per questo La invito a visitare presto Senigallia: con l’occasione potremo prendere da Lei nuovi spunti di riflessione culturale utili alla comunità locale per un città sempre più vivibile e bella”.


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LA SCELTA

Svolta epocale per il territorio Le politiche europee saranno programmate tutti insieme Si incomincia a fare squadra SENIGALLIA Da Dario Romano (Vivi Senigallia), consigliere comunale delegato alle politiche per l’Unione Europea riceviamo: “Dopo un lungo percorso, partito diversi mesi fa e promosso dalla Provincia di Ancona e altri comuni della zona (Jesi e Fabriano, con Ancona nel ruolo di capofila), la Giunta ha approfondito e approvato la pratica relativa all’approvazione di uno schema di Convenzione (Senigallia, Ancona, Jesi, Fabriano, Provincia di Ancona) per la costituzione e gestione del Servizio Associato Politiche Europee (S.A.P.E.). “Avere messo d’accordo quattro municipalità con culture, persone, rapporti ed esperienze politiche diverse, è per noi motivo di grande orgoglio. Come consigliere delegato alle questioni attinenti all’Unione Europea,

ritengo questo un passaggio fondamentale per costruire le nostre politiche europee nei prossimi anni. Un particolare ringraziamento va al Comune di Ancona e alla Provincia, che metteranno a disposizione risorse e conoscenze dedicate all’obiettivo.

Il S.A.P.E., che sarà attivo dopo l’approvazione in Commissione e Consiglio comunale da parte dei quattro comuni, avrà tra le sue funzioni quella di studio e analisi delle opportunità di finanziamento sui Fondi Strutturali 2014-2020, con un

focus particolare su cultura, turismo, innovazione, energia, ambiente, sociale, mobilità sostenibile e altri settori strategici delle politiche pubbliche. “Una struttura che sarà praticamente a costo zero da un punto di vista dei costi e

delle spese, che saranno rendicontati annualmente insieme ad una valutazione qualitativa e quantitativa degli obiettivi prefissati. Nessuna spesa inutile, solo investimenti –pochi ed oculati- per il futuro. Le potenzialità di questa struttura, composta da dipendenti delle singole amministrazioni che lavoreranno in sinergia tra loro, sta nell’elaborare e realizzare progetti comuni che, potendo contare su una massa critica più vasta, possano con maggiori probabilità di successo intercettare risorse pubbliche derivanti dai bandi europei. Inoltre, al S.A.P.E. competeranno altri ruoli, tra cui il fundraising per i servizi alla collettività; la gestione di progetti, finanziamenti e partenariati comunitari (assistenza tecnica ed a m m i n i s t r a t i v a , rendicontazione di progetti

finanziati, monitoraggio e valutazione); la funzione di supporto tecnico ad una stazione appaltante nel caso in cui il contributo erogato dai bandi preveda l’attivazione di una specifica gara. “Questa è la risposta a chi fa della demagogia e del populismo le proprie armi di campagna elettorale. L’Europa va cambiata, non possiamo sopravvivere con le politiche di austerità e rigore imposte dai soliti noti. D’altro canto, distruggere è sempre più facile che costruire. Rispondendo alle parole con i fatti, questo strumento ci permetterà di immaginare il futuro dell’area vasta e di Senigallia, una città da sempre a forte vocazione europea. Come dimostrano, in caso non bastassero le parole, la Rotonda a Mare e la Biblioteca Antonelliana, ristrutturate con fondi europei e fiori all’occhiello della nostra città”.

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IL CONTENZIOSO

Per Alca Costruzioni una nuova vittoria nei confronti di Unicredit Il Tribunale di Ancona conferma l’ordinanza del 26 novembre ANCONA La Sezione prima del Tribunale di Ancona conferma l’ordinanza emessa dal Tribunale di Ancona, seconda sezione civile che nel procedimento n.400317/2013 RG emesso il 26 novembre 2013 ha sostenuto che non si possono ipotecare terreni e beni per un valore di oltre 20 milioni di euro a fronte di un debito di 99.000 •. Questa seconda sentenza è definitiva e inappellabile. Con l’ordinanza dello scorso novembre il Tribunale aveva sostenuto in particolare che “attesa la sussistenza dei requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora”. Il ricorso effettuato dalla società Alca Costruzioni Srl nei confronti della banca Unicredit era stato accolto. Unicredit aveva promosso il reclamo all’ordinanza dello scorso novembre che adesso il Tribunale di Ancona ha integralmente respinto ponendo a carico di Unicredit le spese della presente fase del procedimento. Alca è una società che da tempo opera nel comune di Senigallia e nel tempo aveva chiesto alla locale filiale di

Unicredit aperture di credito e di conto corrente bancario. Nel dicembre 2012 la banca ha chiesto alla Alca di rientrare e ha ottenuto dal Tribunale di Ancona, sezione staccata di Senigallia un decreto. Per un valore di appena 99.000 euro venivano ipotecati terreni per oltre 2 ettari di estensione molti dei quali aventi natura edificabile, 19 fra appartamenti, uffici e locali ad uso commerciale ed industriale, per un totale di 57,5 vani, già costruiti, svariate centinaia di mq di immobili in corso di costruzione ad uso residenziale e svariate migliaia di mq di immobili ad uso commerciale; ad abundantiam venivano anche sottoposti a ipoteca giudiziale 27 garage e uno stabile adibito a casa di cura. Il valore di questi beni supera di gran lunga i 10 milioni di euro. Come se non bastasse Unicredit ha proseguito nel suo furore ipotecario, in data 25 marzo procedeva ad iscrivere ipoteca giudiziale anche i beni dei fideiussori. Venivano ipotecati ulteriori 64 immobili (per un totale di 101 immobili). E quindi almeno altri 10 milioni di Euro di

valore. Com’è possibile questa sproporzione? Lo stesso ricorrente sostiene che i diritti dei creditori sono giusti, ma l’ipoteca non può superare 1/ 3 della somma iscritta (artt 2874-2875 del codice civile). Risulta evidente - dice il legale di Alca, l’avvocato Corrado Brancati di Pesaro per la sproporzione dell’azione posta in essere, che l’intento della banca non era quello di cautelare un credito, ma di mettere in difficoltà il debitore per costringerlo (con abuso dei diritti concessi dalla legge) ad adempiere il suo debito. Se da parte di Alca Costruzioni c’è soddisfazione per l’ordinanza del Tribunale, molte perplessità suscita l’atteggiamento della Conservatoria. “Ad oggi – afferma Paolo Alessandroni - dopo più di un mese e mezzo non ci hanno accolto l’istanza, nonostante l’ordinanza sia inappellabile e con formula esecutiva hanno voluto una ulteriore dichiarazione dalla cancelleria del Tribunale che attestasse che non vi fosse un ulteriore procedimento, cosa impossibile per

procedura in un cautelare ex art 700, hanno voluto la copia conforme della nostra memoria ove si evince la lista degli immobili dove andare a cancellare l’ipoteca perché il giudice nell’ordinanza ha menzionato i soli immobili rimasti a garanzia. Tutto ciò costituisce un esempio di burocrazia e di incapacità di chi opera in quell’ufficio”. Malgrado tutto è corretto il giudizio dell’imprenditore Paolo Alessandroni: “non siamo su parti opposte della barricata: noi e le banche dobbiamo collaborare anche in momenti difficili come questi. Basterebbe poco e che cioè ciascuno facesse la sua parte per continuare a sviluppare la nostra economia e creare lavoro. Se, invece, il sistema creditizio non ci ascolta come conseguenza ci sarà la chiusura forzata di tutte le attività, a partire da quelle piccole, ma anche le banche alla lunga non se la passeranno bene. Quindi, mi chiedo: a chi giova questo atteggiamento? Non è ora di cambiare e cercare di collaborare?”. -------------------Nella foto: l’imprenditore Paolo Alessandroni

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LA CONFERENZA

“Virgilio Gentilini - l’uomo il professore, il poeta” Un prezioso testo presentato da Donato Mori al Liceo Perticari di VINCENZO PREDILETTO SENIGALLIA Nell’aula magna del Liceo Perticari presieduta dal dirigente prof. Alfio Albani, alla presenza dell’assessore alla cultura prof. Stefano Schiavoni, di alcuni docenti e studenti del prestigioso Istituto e di un pubblico selezionato di cultori di poesia e d’arte, si è svolta – nel pomeriggio di giovedì 3 aprile – la presentazione del prezioso e bellissimo volumetto “Virgilio Gentilini – l’uomo, il professore, il poeta” a cura dello storico d’arte Donato Mori. La presentazione s’è aperta con una calorosa lettera del sindaco di Senigallia, dr. Maurizio Mangialardi, seguita dagli interventi del preside prof. Alfio Albani, che ha sottolineato il valore linguistico degli scritti di questo docente poeta e della dott.sa Graziella Gentilini (figlia di Virgilio) che ha descritto la genesi del libro e declamato a memoria la suggestiva poesia “Tramonto”. Poi il microfono è passato all’autore che ha descritto a grandi linee la figura di Virgilio Gentilini (Urbino 1875-1952), professore ginnasiale di lettere, amato da colleghi, alunni e genitori, che partecipava attivamente come conferenziere e poeta alla vita culturale delle città dov’era inviato ad insegnare e anche al Perticari (1916-23 e 1929-31) della città misena, dove nel 1921 dettò la lapide agli ex studenti caduti nella prima guerra mondiale. “Un vero missionario del valore educativo e

consolatorio della Letteratura - come ha detto Mori - per il quale la scuola è la maestra che insegna a navigare nel mare tempestoso della vita”. Amava trascorrere le vacanze estive a Senigallia (era sposato dal 1920 con una senigalliese conosciuta nel 1915), pubblicando poesie sui giornaletti balneari e coltivando l’amicizia con alcune personalità della cultura cittadina (Alessandro

Baviera, Nello Zazzarini, Giovanni Monti Guarnieri, Pio Emilio Vecchioni e il mitico fotografo Giuseppe Cavalli, fondatore della Scuola Fotografica del Misa insieme al grande Mario Giacomelli), indipendentemente dalle loro idee politiche (egli era un fiero socialista, ammiratore di Garibaldi, del quale teneva la foto- ritratto sulla scrivania); inoltre, è tra i fondatori nel 1922 degli “Amici dell’Arte e

della Cultura”. Infine, il pubblico ha potuto gustare numerose poesie, alcune finora inedite, di Gentilini, piene di spunti ideali, di sentimento e talvolta di ironia, lette dallo stesso Mori e dal liceale Luigi Bettini, appositamente istruito da Donato Mori nella declamazione. Piacevoli e appropriati alcuni brani dei marinai inglesi dell’Ottocento (in memoria dell’amore di

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Gentilini per Shelley) suonati all’arpa celtica da un’altra allieva del Liceo, Federica Tomassini. La pubblicazione, che presenta in copertina un magnifico acquerello del maestro – pittore Franco Fiorucci, ispirato alla poesia “Tramonto” dedicata alla natìa Urbino, è stata realizzata nel 2013 grazie al generoso contributo della figlia dr.ssa Graziella Gentilini, del Ministero per i Beni e le Attività

Culturali della Regione Marche – Assessorato alla Cultura della Provincia di Pesaro e Urbino e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Come ben attesta nella prefazione Giorgio Cerboni Baiardi, prof. di Letteratura Italiana presso l’università “Carlo Bo” di Urbino,Presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino, “Di Virgilio Gentilini, accolto nella nostra famiglia accademica sin dal 1911, le pagine di questo agile volumetto di Donato Mori sollecitato dalla fedele e affettuosa memoria della figlia Graziella – disegnano e ricostruiscono con garbo e misura, a distanza di oltre mezzo secolo dalla morte, le linee della sua generosa vicenda umana, l’impegnato profilo dello studioso e dell’educatore e originalmente documentano le luci, gli accenti, gli umori del suo lavoro di poeta: ne ricordano il legame appassionato e profondo con la nostra Urbino (quel legame che visivamente ha voluto evocare, in copertina, il fiammeggiante acquarello del maestro Franco Fiorucci)”. Donato Mori, nato a Pesaro ma residente a Senigallia, è autore di diverse opere d’argomento storico-artistico ed iconografico nonché del volume “Vicende e personaggi del Liceo Perticari dal 1861 alla seconda guerra mondiale”, in corso di stampa nell’annuario del liceo classico di Senigallia. Notevole successo ha riscosso anche la replica serale nella sede del Rotary all’Hotel City.


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LA CONVENZIONE

Corinaldo ospiterà una mostra permanente di Giancarlo Bojani grazie ad una significativa collaborazione tra Comune e Banca di Credito Cooperativo

CORINALDO L’Amministrazione comunale ha confermato una volta di più di credere fermamente nel rapporto di collaborazione con le associazioni del territorio e anche, con le attività da tempo consolidate nel panorama produttivo corinaldese, in particolare con il prestigioso e storico istituto di credito locale, ovvero la Banca di Credito Cooperativo di Corinaldo.

Così, il sindaco Matteo Principi e il presidente della Bcc Felice Saccinto, alla presenza del direttore della Bcc stessa Mauro Tarsi, del r e s p o n s a b i l e dell’organizzazione dell’Istituto Gianluca Pettinari e del responsabile dell’Ufficio Cultura comunale Paolo Pirani, hanno congiuntamente sottoscritto una convenzione per la concessione, a uso

totalmente gratuito, di alcuni locali di proprietà dell’Istituto di Credito Cooperativo (situati, per l’esattezza, all’ultimo piano dell’edificio dove è ubicata pure la stessa banca). I suddetti locali saranno utilizzati per accogliere una mostra permanente di Giancarlo Bojani, indimenticato maestro, a livello internazionale, della ceramica (tra gli altri prestigiosi incarichi effettuati

durante la sua vita, Bojani vanta pure quello di direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, nella cui biblioteca sono catalogate oltre 500 pubblicazioni a sua firma). L’esposizione, infatti, contemplerà alcuni dei più affascinanti reperti appartenuti allo stesso Bojani il quale ha intrattenuto da sempre con Corinaldo un rapporto di riservata ma

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a p p a s s i o n a t a frequentazione. D’altra parte, tiene a sottolineare il sindaco Principi, questa ulteriore iniziativa è significativa sia perché riconferma e rinsalda il rapporto di collaborazione tra il comune e lo storico istituto di credito di cui si è appena celebrato il centenario di fondazione, sia perché consente a Corinaldo di avere nella propria faretra dei beni storico – artistici e

paesaggistici un altro importante dardo da impiegare nella campagna a tutto tondo a favore della valorizzazione e promozione di Corinaldo, borgo d’Italia e d’Europa. ----------------------Nelle foto: il sindaco di Corinaldo Matteo Principi e il presidente della Banca di Credito Cooperativo Felice Saccinto prima e durante la firma della convenzione


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LA MOSTRA

Pubblico delle grandi occasioni al Palazzo del Duca per l’omaggio della città alla scultura di Giò Fiorenzi

SENIGALLIA Per salutare Giò Fiorenzi e rendere omaggio alla sua lunga e coraggiosa vicenda creativa sono convenuti veramente in tanti al Palazzo del Duca. C’erano l’annunciatrice televisiva Rosanna Vaudetti, l’on. Giuseppe Orciari, Mauro Mangialardi, artisti e collezionisti, estimatori, giunti anche da lontano. Il vicesindaco Maurizio Memè e l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni hanno aperto ufficialmente l’evento, anche loro un po’ emozionati e soddisfatti dal notevole successo dell’iniziativa, organizzata dal Comune con la sinergia di vari enti, come la Biblioteca Comunale Luca Orciari, la Filodrammatica La Sciabica, l’ Associazione Montimar, il Centro Sociale

Adriatico, la Parrocchia S.Antonio di Marzocca, la Banca di Suasa. La mostra ripercorre più di 60 anni di esperienze plastiche e si deve ad un impegno infaticabile di ricerca delle opere e delle documentazioni messo in campo dalla famiglia Fiorenzi, a partire dalle figlie Adriana ed Irene. Per l’allestimento l’assessore Schiavoni ha ringraziato i molti che hanno collaborato, in particolare l’artista Alfonso Napolitano. L’itinerario espositivo dedicato a Giò Fiorenzi proposto a Palazzo del Duca si iscrive utilmente nel percorso di conoscenza e valorizzazione delle esperienze storiche della scultura del Novecento a Senigallia. Un percorso che ha il suo fulcro documentario

nell’imponente raccolta di scultura del Musinf esposta nelle sale della Rocca Roveresca dove si possono ammirare le testimonianze plastiche di Alfio Castelli, Enrico Mazzolani, Silvio Ceccarelli, Romolo Augusto Schiavoni. Si tratta di testimonianze che dimostrano la presenza significativa degli scultori senigalliesi nell’evoluzione del linguaggio della plastica italiana del Novecento. In merito il prof. Bugatti, che dirige il museo comunale, ha fatto notare che la mostra di Giò Fiorenzi riveste una molteplice valenza, infatti la mostra costituisce una festa ed un omaggio all’artista, ma anche un rigoroso strumento finalizzato a mettere in risalto il valore storico dell’opera plastica di una autrice, che, come ebbe modo di segnalare Pericle Fazzni, si è segnalata fin dagli esordi per “autentica vocazione e vivace talento”. Sabato a Palazzo del Duca, in o c c a s i o n e dell’inaugurazione il programma ha previsto anche la proiezione di una video intervista a Giò Fiorenzi, realizzata da Jonathan Compagnucci. Molti in chiusura gli applausi per la scultrice senigalliese. La mostra, che allinea opere molto belle, tra cui alcuni significativi ritratti, consente anche di conoscere documentazioni sulle tante realizzazioni monumentali di Giò Fiorenzi, sarà aperta a Palazzo del Duca fino al 2 maggio nei giorni di giovedi’, venerdi’, sabato e domenica dalle ore 16,30 alle 19,30.

Sarà aperta anche a Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile e 1 Maggio con lo stesso orario.

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L’assessore Schiavoni ha preannunciato che sarà presentato prossimamente

anche un catalogo della mostra, che raccoglierà immagini e documentazioni.


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PATTINAGGIO

Ai campionati su pista ancora titoli, nuovi primati e medaglie per il Team Roller

SENIGALLIA Risultati esaltanti ai campionati su pista dello scorso weekend sia per i più piccoli che per i più grandi. Il Team Roller Senigallia schierava a Pollenza di Macerata, ben 22 atleti compresa parte del settore giovanile. Sul podio e vincenti i mini atleti di Guenci, a partire dall’età di sette anni. I primi posti di Federico Mencarelli, Asia Luciani, Gaia Girorimetti, esaltano ed occupano tutto il podio assieme a Federica Grilli e Filippo Moroni, al secondo posto; Greta Pasquinotti e Benedetta Scarfagna terze, Andrea Pistillo, Sofia Bocconi, al quarto posto. Ottimi anche gli altri come new entry che occupano le posizioni dal quinto al 10º posto: Selvetti Sara, Catalani Giorgia, Lenci Giovanna. Non smentiscono certamente i campioni più blasonati e più grandi del

calibro di Linda Rossi pluri campionessa mondiale che fa tutto suo con tre ori, nelle tre specialità. Vince per la categoria Master anche Andrea Guenci. La terna Linda Rossi-Chiara Mesturini-Sofia Marchetti si laurea nuovamente campioni, nell’americana staffetta a squadre. La giovanissima Martina Ferretti al primo anno della categoria ragazzi, sfiora per due millesimi il primo posto nella gara di velocità. Gli strepitosi Michele Santarelli e Fabrizio Latini rispettivamente al secondo e terzo posto. Ottimi anche i quarti posti di Chiara Mesturini e delle sorelle Agnese e Sofia Marchetti. La terna giovanile Michela Pasquinotti-Martina FerrettiVirginia Cesaretti vincono il bronzo nella staffetta a squadre pur essendo al primo anno. Prossimo fine settimana a Bologna per la Coppa Europa.

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L’INIZIATIVA

Incredibile successo a Venezia per la mostra dedicata al percorso artistico di Giò Ross Fino al 27 aprile presentate 30 opere del pittore urbinate

VENEZIA Paul Klee scriveva che “l’arte non ripete le cose visibili”. In queste poche condensate parole sta l’espressione estetica e l’opera di scavo di Giò Ross. Presso lo spazio espositivo “Manica Lunga”, all’isola di San Servolo di Venezia, la personale dell’artista urbinate, “Uno sguardo verso di noi”, curata in modo esemplare da Rodolfo Battistini e patrocinata dalla Provincia della città lagunare, sta avendo un successo inverosimile. Si protrarrà fino al 27 aprile e forse oltre stando aperta ad orario continuato, 24 ore su 24. Ben 30 opere che riflettono il

percorso artistico di Giò Ross: la ricerca delle strutture profonde che sono rappresentative della vita e del quotidiano che solo l’arte può far riaffiorare. L’esperienza della natura e del civettuolo ciondolare umano è per Giò Ross la decantazione di idee stilistiche che si approfondiscono nel corso degli anni e delle sperimentazioni. Le 30 opere permettono di trovare le varie anime dell’artista. Ci è particolarmente piaciuto come è riuscito, in questo momento, a colmare le insicurezze nei confronti del colore ed a confermare, per certi tratti davvero singolari, la

vocazione alla grafica di avanguardia. Ben donde vista la culla di Urbino e della maestria di firme grafiche stellari. Talvolta Giò Ross prova anche ad avvicinarsi al classicismo. Se ne serve per favorire la modernità. Basti osservare attentamente la visione di alcuni tessuti urbanistici visti dalla finestra della scuola dove insegna o durante viaggi in treno. Giò Ross li interpreta come relazioni tra le linee su uno spazio, espressione tipica del movimento. Come se l’idea pittorica debba partire principalmente da un punto, si sviluppa su tratti e si estende su una superficie. E’ bravo Giò Ross ad intuire i

paesaggi. Che siano quelli di oggi e quelli che verranno. Vedute che colgono i movimenti intimi della natura per restituirne le forme. Sono paesaggi vissuti ed elaborati con uno spirito astratto ma spontaneo e di estremo rigore personale con punte di crescita ascensionali. Giò Ross, cioè, ricerca la struttura antropologica per portare alla luce il fondo più lontano della coscienza dell’uomo e l’astrazione ne diventa la risorsa possibile per arginare il dolore della condizione di noi esseri caratteristici. Una mostra da non mancare. Trovarci davanti a qualcosa di veramente speciale non è da tutti i giorni. (e.g.)

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LA PROVINCIA DI PESARO E URBINO

L’APPUNTAMENTO

Moda, zumba ed un concerto Domenica si presenta la collezione primavera-estate della stilista pesarese Laura Signoretti PESARO Moda, ballo e musica si uniscono in un evento, aperto a tutti, in programma per domenica 13 aprile, alle ore 18 a Pesaro, nel locale “Dalla Cira”, in viale Trieste 244 (zona porto). L’iniziativa è della giovane stilista pesarese Laura Signoretti, che ha creato la linea di abbigliamento donna e accessori “Locas” e che darà dimostrazione del proprio

talento in una sfilata di moda primavera - estate 2014, ispirata alla stagione della luce e dei colori, sullo sfondo della spiaggia e del mare (in caso di maltempo all’interno del locale). Ad aprire la serata sarà un momento di animazione con l’insegnante di zumba Omar Rodriguez, per proseguire con la sfilata di moda ed infine un concerto pop – rock di Roberta Cartisano, offerto

dal locale “Dalla Cira”. Dopo aver partecipato, nel 2013, alla sfilata “Notte in moda” di Fano, conquistando uno dei premi messi in palio dalla rivista “Life & People International”, Laura Signoretti presenta ora la sua prima collezione, in collaborazione con “Vidaglam” di Vida Giorgini. “Ho immaginato – spiega la 27enne pesarese – un total look per ragazze e donne che

ricercano la differenza: da accessori colorati e innovativi a capi di abbigliamento grintosi e femminili. In alcuni casi si tratta di pezzi unici, in altri di abiti e accessori personalizzabili. Inoltre, ho introdotto un materiale particolare, che renderà ancora più originali e colorate le mie proposte”. L’evento artistico metterà in scena anche la creatività della fotografa Eleonora

Panicali (Elenoir), della truccatrice Michela Panicali (Beauty Planet) e dei parrucchieri Andrea Campisi

e Laura Buiani (Ok Capelli). Per saperne di più, visitare la pagina ed il profilo facebook Locas Occasioni Moda.

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LA PROVINCIA DI PESARO E URBINO

LA NOVITA’

Ora ci si avvicina al mondo del lavoro anche attraverso l’impresa formativa simulata in un contesto scolastico

URBINO “Fare impresa Formativa Simulata, in un contesto scolastico – sottolinea Alberto Di Capua, referente per i corsi pomeridiani all’IIS ‘Raffaello’ di Urbino - è un modo nuovo e stimolante di avvicinarsi al mondo del lavoro in modo interattivo e divertente, grazie ad un pratico ambiente di simulazione che riduce la distanza tra l’esperienza teorica e quella pratica”. Il progetto si è svolto in cinque scuole tesniche della Regione (Fermo, Falconara, Fano, Pesaro, Urbino e Piobbico), in collaborazione con il Cescot di Ancona, ha coinvolto circa 200 studenti

delle scuole secondarie superiori, IV e V anno, nella trattazione di tre materie: la C o m u n i c a z i o n e interpersonale ed organizzativa, il Fare Impresa e il Web Marketing. La Qualità degli interventi formativi è andata via via crescendo anche grazie alla continuità didattica tra off-line (lezioni in classe) ed on-line (creazione di spazi di condivisione su Facebook). “Proprio la creazione di gruppi su FB – evidenzia Di Capua - ci ha consentito di trasferire materiali di approfondimento, di condividere il lavoro svolto in classe e di postare, da parte dei ragazzi, contenuti relativi

ai compiti da svolgere fuori le lezioni. Tra le attività off-line più interessanti da annoverare vi è quella svolta dal gruppo di Urbino che ha progettato e realizzato un’indagine aziendale su una decina di attività commerciali del centro città. “L’indagine, realizzata con il metodo dell’intervista, era centrata sull’azienda in generale, i clienti, i prodotti e la comunicazione. Alla fine – conclude Di Capua - il gruppo ha presentato il lavoro con un report e alcune slides; l’impressione alla fine è stata che l’esperienza raccontata da parte dei titolari li abbia arricchiti molto per almeno due motivi. Il primo è che

hanno conosciuto dal di dentro tante attività e tanti settori merceologici e il secondo che hanno toccato con mano la passione e la dedizione che questi titolari riversano ogni giorno nel loro lavoro”. Certo l’attività di stage successiva consentirà a questi ragazzi di sperimentare meglio l’attività lavorativa ma l’ambiente di simulazione in classe, se adeguatamente animato, risulta così stimolante sia per i gruppi di studenti che per il corpo docente, fortemente coinvolto in tutto il percorso didattico.La forza di questo progetto sta anche nello svelare agli studenti il proprio

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potenziale comunicativo spesso inespresso o mal conosciuto. In particolare ci riferiamo alla capacità di comunicare ed esprimere la propria personalità attraverso un colloquio di lavoro oppure nel fare una presentazione aziendale corredata di mezzi multimediali. In ogni caso, l’estrema capacità di maneggiare i comuni social media ed essendo continuamente connessi con la rete (nativi digitali), agevola la possibilità per il mondo degli adulti di entrare facilmente in contatto con loro

stabilendo un dialogo costante e produttivo. In definitiva, l’esperienza è molto positiva ma va comunque migliorata e sviluppata ulteriormente, soprattutto nella collocazione oraria del progetto all’interno delle ore normali di scuola, nella aumento delle ore impiegate per alcune materie come il web marketing e la comunicazione e nella scelta degli studenti che mostrino in partenza una giusta motivazione ed entusiasmo per l’iniziativa formativa. (e.g.)


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LA MANIFESTAZIONE

Passaggi Festival 2014 elegge Fano cittadella letteraria Nella seconda edizione triplicano gli eventi e gli ospiti FANO Anteprime e novità dell'edizione 2014 di PASSAGGI FESTIVAL DELLA SAGGISTICA, presentate al Patty's Bar, dal presidente dell'associazione PASSAGGI, Cesare Carnaroli, e dall'ideatore e direttore generale dell'evento Giovanni Belfiori. Il Festival, presieduto dal professor Nando dalla Chiesa, quest'anno, si svolgerà nel mese di giugno, da mercoledì 18 a domenica 22, per favorire la promozione turistica, poiché si tratta di un grande evento culturale e Fano è uno dei posti ideali per coniugare mare e cultura. Il periodo estivo permetterà di sfruttare gli spazi aperti del centro storico cittadino. “Abbiamo fatto richiesta, e speriamo in una risposta positiva - fanno sapere Carnaroli e Belfiori - sia per il Chiostro delle Benedettine sia per gli spazi interni ed esterni della Memoteca Montanari” “Quest'anno - spiega Belfiori - ci saranno il triplo delle presentazioni e degli incontri dello scorso anno, quindi abbiamo lasciato la pur bella e funzionale struttura del San Michele per organizzare gli incontri in spazi aperti e per favorire senza problema l'afflusso di pubblico: l'anno scorso, nonostante prendessimo sedie dalle classi universitarie, e stipassimo persone anche sull'ingresso, molti se ne andavano perché non c'era posto a sedere”. Un accenno anche al futuro del Festival a Fano da parte

di Belfiori: “Sotto questo aspetto vogliamo essere estremamente chiari, il Festival rimane a Fano finché ci sono le risorse, perché noi i miracoli li abbiamo fatti il primo anno, li faremo quest'anno, ma anche i santi si stancano. Stiamo organizzando un altro evento che si chiama “Festival Libri in Campo” proposto qui in provincia, è stato spostato, proprio per maggiori risorse, nella vicina Romagna. È un festival in collaborazione con un grande gruppo televisivo e porta con sé un valore aggiunto di almeno 350-400 mila euro in termini di comunicazione”. Per quanto riguarda i partner di questa seconda edizione di PASSAGGI FESTIVAL, gli organizzatori sono in attesa delle risposte degli enti

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pubblici: “Stiamo cercando risorse anche da aziende private e da gruppi nazionali, anche se il lasso di tempo ristretto dalla prima alla seconda edizione (circa 6 mesi) non aiuta certamente. Chi sostiene, collabora, sponsorizza il Festival sa di stare in una vetrina nazionale di primaria importanza. Normalmente ci vogliono alcune edizioni prima di raggiungere il livello degli ospiti che avremo anche quest'anno”. TEMI DEL FESTIVAL PASSAGGI FESTIVAL celebrerà tre ricorrenze particolari: I 100 anni della prima guerra mondiale; i 60 anni della RAI e i 20 anni dall'assassinio di Ilaria Alpi. GLI OSPITI Tra i politici parteciperanno al Festival, tra gli altri, l'ex ministro Claudio Martelli, l'ex presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e l'ex vice presidente del Consiglio Marco Follini. Tra i giornalisti, volti noti al grande pubblico come Maurizio Torrealta, il vaticanista Marco Politi, Alessandra Longo, Attilio Bolzoni, Mario Giordano, Vittorio Feltri, ma anche gli economisti Giulio Sapelli e Giovanni Moro, un grande nome dell'enologia Daniele Cernilli, l'attore Giulio Scarpati, lo psichiatra Vittorino Andreoli. Come lo scorso anno non mancheranno gli eventi collaterali, dai giochi al cibo, e nella giornata conclusiva il premio ad personam che, nella prima edizione, era stato attribuito al Maestro Sergio Zavoli.


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LA RICHIESTA

Appello al ministro Maurizio Lupi per il casello A14 di Fano Nord Mirco Carloni: “L’opera ritenuta strategica per la viabilità e Fano non può perderla” FANO Il casello autostradale di Fenile è un’infrastruttura troppo importante perché Fano vi possa rinunciare. Con questa convinzione il consigliere regionale Mirco Carloni, candidato sindaco della coalizione “La scelta giusta per Fano”, ieri si è recato a Roma per incontrare il ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi al fine di caldeggiare la realizzazione dell’opera superando l’impasse determinata dalla bocciatura del progetto da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle Marche. “Ho rappresentato al ministro Maurizio Lupi il problema della cancellazione del casello di Fano Nord – afferma Mirco Carloni dopo l’incontro -, casello previsto e finanziato da Società autostrade ma bloccato da un parere contrario dalla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici. L'opera è strategica per Fano, non può passare sotto tono il danno causato dal blocco di un’infrastruttura che risolverebbe diversi problemi di viabilità. Il ministro Maurizio Lupi ha preso l'impegno di verificare e intervenire sul tema”. La tegola cadde sul capo dell’amministrazione comunale, e quindi della città di Fano, oltre un anno fa allorché la Soprintendenza rilevò che il progetto del

casello violava un vincolo posto trent’anni prima dalla Regione (col Ppar), su proposta dello stesso Comune di Fano, a tutela delle “singolarità faunistiche e

geomorfologiche del territorio” in vista della creazione di un parco fluviale nella valle dell’Arzilla. Il casello di Fano Nord, in combinazione con il casellino

di Pesaro Sud ridotto a una sola direzione, è ritenuto anche dagli ambientalisti fondamentale per alleggerire la statale Adriatica e la rete viaria di Fano di buona parte

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del traffico di scorrimento, in particolare di quello pesante, spostandolo sull’A14 e sulle opere viarie accessorie. Ma dopo la bocciatura del casello da parte della

Soprintendenza, a Fano sono rimaste solo le opere compensative, in particolare una bretella di dieci chilometri che devierà il traffico della statale Adriatica da Fano Sud (Tombaccia) a Belgatto per poi farlo confluire, non potendolo indirizzare sull’A 14, nella rete urbana, in via della Giustizia, rischiando inevitabilmente per farla collassare. Perciò nel programma della coalizione “La scelta giusta per Fano” è previsto il recupero di quest’importante infrastruttura, insieme alla verifica della possibilità di finanziare con fondi straordinari il completamento dell’interquartieri, con il terzo tratto fino a Gimarra ormai a c c a n t o n a t o dall’amministrazione comunale per i costi di realizzazione proibitivi. Una via d’uscita dall’impasse può essere la revisione del progetto del casello di Fano Nord. “Secondo me si può anche ridurre l'impatto ambientale dell'opera – sottolinea Mirco Carloni – progettandola in una zona di paesaggio non vincolata. Tuttavia per i fanesi questo investimento è importantissimo, non possiamo perderlo". Le speranze sono affidate al ministro Lupi. ---------------------Nella foto: il candidato sindaco di Fano Mirco Carloni con il ministro Maurizio Lupi


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LA POLEMICA

“L’eccezionalità di Marotta non è mai esistita! Dopo Petrolini Trilussa”. Da Fano e Mondolfo arrivano nuove prese di posizione MONDOLFO Dal Comitato Cittadino Mondolfese e dal Comitato Fano Unita, riceviamo: “Dove sta l’eccezionalità di Marotta? Di abitati sviluppatesi accidentalmente al di qua ed al di là di un confine in Italia ce ne saranno migliaia. Pensiamo forse di spostare tutti questi confini? Non è affatto vero che Marotta non abbia legami con Fano. I senigalliesi ed i mondolfesi hanno ignorato per secoli il toponimo Marotta, mentre i fanesi lo usavano già nel ‘200. Oggi Marotta, che non appartiene al bacino del Cesano, è collegata con Fano meglio che con Mondolfo. Le differenze dialettali sono molto sfumate, senza una vera cesura linguistica, del resto nell’ambito del Fanese vi sono parecchie sfumature dialettali. Bisognerebbe chiedersi cos’hanno in comune con Mondolfo i marottesi di Fano. Questi in sentesi sono i termini del problema. Ma c’è di più. Tanto per scendere nel pratico esiste da anni una grossa differenza tra i redditi dichiarati. In base alle dichiarazioni dei redditi 2012, disponibili in rete, risulta che il Comune di Fano ha una media di • 13.500 annui per residente, il Comune di Senigallia • 13.600, il Comune di Mondolfo • 10.600. Forse il Comitato Pro Marotta Unita pensa di risolvere tutti questi problemi con la statistica di Trilussa? “Le informazioni che spargono, quelli di Pro Marotta Unita, sono errate. Non c’è proprio, per ora, nulla di “ultimo ed inappellabile”.

Difatti dopo l’incontro di venerdì 4 aprile con i legali del Comune di Fano e quelli del Comitato Cittadino Mondolfese si è concordato il seguente comunicato: “apprendiamo con notevole stupore le dichiarazioni esternate dal difensore del Comitato Pro Marotta Unita in merito alla definitività dei

ricorsi avanti il TAR nei confronti della Legge – Provvedimento istitutivo del referendum. Nulla di più errato!!! Il difensore del ridetto comitato sa benissimo che il provvedimento emesso da ultimo dal TAR per le Marche è un provvedimento cautelare e come tale provvisorio. Sa benissimo che siamo in

attesa della discussione nel merito in base al tenore dell’ordinanza stessa emessa dal TAR il quale ha tenuto a specificare che “…ritenuto che, impregiudicata la discussione nel merito della controversia e considerato il carattere consultivo del referendum…”.

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“L’esternazione della difesa del Comitato Pro Marotta Unita tende a rappresentare all’opinione pubblica una situazione completamente diversa e fuorviante perché i ricorsi sono tuttora pendenti e da decidere nel merito. Non a caso il Comune di Fano ed il Comitato Cittadino Mondolfese provvederanno

nel prossimo futuro a depositare presso la segreteria del TAR istanza di prelievo dei ricorsi al fine di far fissare l’udienza di discussione degli stessi. Salvo ed impregiudicata ogni altra iniziativa di impugnazione di altri provvedimenti della Regione Marche sulla vicenda”.


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LA PROTESTA

Sulla costa continuano a decidere per i cittadini dell’interno anche il futuro della E78 Entroterra sempre più penalizzato URBANIA E78, sulla costa decidono per i cittadini dell’entroterra. Lunedì 31 marzo, mentre all’Università di Sofia veniva presentato lo studio sul Paesaggio del Montefeltro, sulle sue bellezze, sulla sua unicità e su come sia indissolubilmente legato alla magnificenza della storia dell’arte italiana, a Pesaro (paradossalmente, presso la sala ‘Montefeltro’ del quartiere fieristico Campanara, alle ore 10.00, il vice Ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, assieme al presidente della Regione, Gian Mario Spacca, e a quello della Provincia, Matteo Ricci, hanno confermato la loro volontà di distruggerlo. “In una sorta di incontro ‘pubblico segreto’ organizzato dalla Camera di Commercio di Pesaro e Urbino – ha scritto il M5S di Urbino e di Saltara si è fatto il punto sul completamento della superstrada E78, reiterando la volontà di proseguirne, anzi, di accelerarne le procedure per l’inizio dei lavori. La scelta del luogo dell’incontro, lontano dai territori interessati e vicino, invece, al bacino elettorale numericamente più interessante per il PD; la

scelta del giorno e dell’orario, capace di garantire esclusivamente la presenza dei professionisti della politica, e non certo quella della gente comune che respirerà per il resto della propria vita le conseguenze delle decisioni ‘scellerate’ di

Spacca e Ricci; le modalità con cui è stato pubblicizzato l’evento, comunicato alle amministrazioni comunali tramite lettera, nemmeno pubblicato sul sito web dell’organizzatore e, tantomeno, via mail e sui social media, non ci colgono

– continuano imperterriti i penta stelle - minimamente di sorpresa. Infatti si tratta di tecniche oramai bene note, anche se ‘stomachevoli’, proprie della filiera amministrativa targata PD della Regione Marche. Evitare – scrive il M5S - in tutti

i modi il confronto, ma preoccupandosi di poter formalmente sostenere di aver creato occasioni d’incontro, è il leitmotiv di questa amministrazione. Un confronto pubblico, vero, renderebbe chiaro e manifesto a tutte le persone

di buon senso che il completamento della E78 sarebbe l’ennesimo inutile scempio di uno dei più bei territori del mondo e un vero e proprio furto ai danni della collettività dal momento che esistono alternative ben più economiche, altrettanto efficaci e non distruttive. Tutti devono sapere che con un decimo dei soldi previsti per il completamento della E78 sarebbe possibile avvicinare i ‘due mari’, potenziando la Flaminia con un collegamento alla E45 OrteCesena attraverso la Contessa – Gubbio”. “E’ doveroso, inoltre, aprire immediatamenteil Traforo della Guinza al traffico locale, è un obbligo morale che la comunità ha nei confronti dell’alta Valle del Metauro. Quei territori – conclude il M5S - per oltre vent’anni, hanno subito il danno ambientale e morale della famosa incompiuta della Guinza, proprio perché non hanno avuto la forza, o peggio, perché hanno creduto a quella politica scellerata, la stessa che ancora oggi pretende di dire ai cittadini quello che si deve fare, e che ci impone ancora, unilateralmente, il completamento della E78". (e.g.)

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L’APPUNTAMENTO

Oggi una giornata di eventi a Fermignano per celebrare degnamente Donato Bramante illustre figlio di questa terra

FERMIGNANO Fermignano si prepara al meglio per l’inizio dell’anno bramantesco. Oggi, venerdì 11 aprile, data esatta della morte di Donato Bramante, architetto, pittore e letterato rinascimentale originario di Ca’ Melle, è in programma una giornata di eventi dedicati al più illustre cittadino fermignanese. Si inizia la mattina alle ore 10.30 con la cerimonia per l’annullo filatelico che si terrà all’interno della torre medievale, in pieno centro storico. Per l’occasione verrà allestito un ufficio postale distaccato dentro le sale della

torre dove con due timbri dedicati avverrà l’annullo del francobollo, raffigurante Cristo alla colonna, unica opera su tela di Bramante, emesso dalle Poste Italiane il 22 marzo. Una vera e propria chicca per gli appassionati di filatelia, infatti il francobollo verrà annullato non da un sigillo ma da due rendendo questo pezzo unico nel suo genere. Saranno due le cartoline stampate per ospitare il francobollo, una emessa dal Comune, raffigurante la medaglia del Caradosso, l’altra dalla Pro Loco con una veduta della casa di Cà Melle

ripresa da un’incisione del ‘700. La sera nel salone comunale ci sarà la prima della commedia “Dunin de Che Mell” (Donato di Ca’ Melle), presentata dalla compagnia tutta al femminile ‘Emma da 8 Nasi’. “Siamo onorate di mettere in scena una commedia dedicata a Bramante - dicono le attrici - che parte dalle letture di opere storiche sull’artista e da una buona dose di fantasia. La commedia ripercorrerà la vita dell’architetto e lo farà tornare ai nostri giorni ad immergersi nelle strade di Fermignano.

La storia che abbiamo scritto parte da Ca’ Melle per arrivare al ducato di Milano e a Roma. La rappresentazione avverrà in due serate, l’11 e il 12 aprile e tutto l’incasso sarà devoluto in beneficenza alle famiglie con membri diversamente abili e agli istituti presenti nel territorio. Siamo una compagnia popolare e ci auguriamo di far passare delle ore di sano divertimento lanciando anche degli spunti di riflessione sul nostro tempo”. Ad anticipare gli eventi martedì 8 aprile alle ore 21 presso la sala Monteverdi si terrà la conferenza di Matteo Giardini

dal titolo “Bramante Poeta, dritto e rovescio delle calze”. Infatti l’architetto nella sua vita ha prodotto anche 25 sonetti burleschi e di amore, che danno una rappresentazione satirica della sua vita. I sonetti verranno letti e commentati dal letterato Matteo Giardini, che ripropone per tutta la cittadinanza le sue letture, dopo il grande successo avuto nella giornata all’Unilit. “E’ un grande onore poter omaggiare un così grande artista - dice il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri - sono molto orgoglioso di quello che il

Comitato sta preparando. Abbiamo una grande responsabilità perchè il genio bramantesco merita un’attenzione particolare con una serie di iniziative non banali. Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la sensibilità di aiutarci a livello economico, in particolare il mondo imprenditoriale che ha capito l’importanza dell’evento”. Tra gli altri si contraddistingue il contributo della ditta Imab che ha donato 110 sedie completando così il lavoro di ristrutturazione della Sala Monteverdi. (e.g.)

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LA DECISIONE

La Crescia di Stacciola entra nell’elenco dei prodotti tipici regionali. C’è grande soddisfazione a San Costanzo

SAN COSTANZO Calici alzati tra i cittadini del borgo di Stacciola! E’ di questi giorni infatti la notizia che il servizio agricoltura della Regione Marche ha inserito la famosissima e gustosissima “CRESCIA D’LA STACCIOLA” nell’elenco dei prodotti tipici regionali. Ma non finisce qui perché è data quasi per certa la collocazione nell’elenco nazionale tenuto dal Ministero delle Politiche Agricole. E’ del tutto motivata quindi la

grande soddisfazione del Presidente del Comitato Cittadino Paolo Gioacchini che, attraverso il certosino lavoro dello storico collaboratore Sergio Montanari, è riuscito ad ottenere questo prestigioso risultato che premia il trentennale lavoro di tutti i “volontari-fornai” della Crescia! E’ tanta la gioia anche da parte dell’Amministrazione comunale. “Questo riconoscimento regionale e nazionale riempie di orgoglio

tutto il Comune nella sua interezza – interviene emozionata il sindaco Margherita Pedinelli – Ora più che mai la Crescia d’la Stacciola diventa prezioso veicolo di promozione turistica per il nostro territorio ricco di prodotti di altissimo livello”. E gli ingredienti per ottenere questo favoloso prodotto? Eccoli: forno a legna, tralci di vite, sapienti mani, rasagnol (mattarello), sale, pepe, strutto, cipolla, rosmarino e olio. Testimonianze dirette locali tramandate nel tempo e raccolte dal Comitato Cittadino, attestano l’utilizzo del forno pubblico per la cottura del pane e della crescia già dai primi anni del 700! ---------------------Nelle foto: scatti delle passate edizioni

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LA PROVINCIA DI MACERATA

LA RASSEGNA

Da sabato Potenza Picena dedica un’ampia retrospettiva all’illustre fotografo marchigiano Ferruccio Ferroni POTENZA PICENA Potenza Picena dedica la più ampia retrospettiva che si sia mai realizzata all’illustre fotografo Ferruccio Ferroni (Mercatello sul Metauro, 1920 – Senigallia, 2007). L’inaugurazione sarà sabato 12 aprile 2014 alle ore 17.30, dove ci sarà un intervento critico del filosofo e storico della fotografia Diego Mormorio, presso l’Auditorium Ferdinando Scarfiotti in via Silvio Pellico n. 4/a Potenza Picena. Le sedi espositive dove vedremo le stampe d’autore originali fino al 4 maggio 2014, sono: la Chiesa di Santa Caterina, dove si vedranno gli anni Cinquanta, e la Sala Boccabianca dove sarnno esposte le fotografie del secondo periodo, realizzate da Ferroni dal 1984 al 2005. È emblematico che l’omaggio arrivi da qui, poiché Ferroni ha nobilitato gli istanti lenti e ciclici che caratterizzano proprio la vita in provincia, immortalando la poesia che traspare dalle piccole cose. La mostra è ideata e organizzata dal Fotoclub di Potenza Picena, con il patrocinio della Regione Marche, del Comune di Potenza Picena e della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), ed è curata da Marcello Sparaventi, Presidente dell’Associazione culturale Centrale Fotografia di Fano, il quale da circa otto anni studia l’opera fotografica di Ferroni; con Sparaventi hanno collaborato strettamente la figlia del fotografo Annalisa Ferroni che vive a Parigi, la moglie Lidia Barucca Ferroni,

Alberto Masini e Cristian Vescovi di Centrale Fotografia. “Nel silenzio / Ferroni a colori” è il titolo scelto dal curatore della mostra per rappresentare la poetica di Ferroni: una descrizione dal sapore enigmatico, nel suo essere duplice e velatamente ossimorica (è più facile immaginare il silenzio monocromatico, ed è evidente come il silenzio sia uno dei leit motiv che attraversano la produzione in bianco e nero di Ferroni), in cui s’invita il visitatore alla contemplazione delle sintesi estetiche e compositive di Ferroni, che squarciano il reale per giungere a nuovi – e più profondi – significati. La volontà di rendere pubblico un inedito e – per chi ne conosce l’opera fotografica, così metodica e seriale – sorprendente “Ferroni a colori” sottolinea le scelte personali del fotografo, che non smette di fotografare, come molti critici pensano, nel 1958, ma prosegue il suo percorso autonomamente, diffidando sempre più dei frequenti atteggiamenti di autocompiacimento e dell’arrivismo di alcuni protagonisti dei circuiti fotografici. Così, saranno per la prima volta in assoluto mostrate in un video curato da Luca Della Martera e Marcello Sparaventi, e pubblicate in un libro edito da Omnia Comunicazione, le fotografie a colori di Ferroni, così intime e delicate: una produzione straordinaria che conta più di tremila immagini create dal 1955 al 2000. La prova che il fotografo, che aveva evitato il mondo

“ufficiale” della fotografia e la stampa in camera oscura, a causa di impegni lavorativi e familiari, non ha abbandonato l’atto di fotografare, sostituendo la pellicola in bianco e nero con le diapositive: l’uso della diapositiva permetterà un’ulteriore spontaneità e una maggiore serenità in Ferroni nella continua ricerca sulla materia, sui contrasti, sulle

ombre, sulle forme. Senza annoiare il lettore con inutili tecnicismi, diremo semplicemente che, utilizzando le diapositive a colori, Ferroni controlla il risultato finale solo in fase di ripresa – e non in fase di sviluppo (come accadeva nella sua produzione in bianco e nero): non ci saranno tagli di porzioni della scena inquadrata né cambiamenti di

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tono o di contrasto (come avviene in camera oscura) per cui la fase di ripresa sarà estremamente accurata. Nello specifico, Ferroni utilizza una fotocamera Hasselblad 6x6, caricata con pellicole per diapositive a colori (Ferroni utilizza l’italiana Ferrania per poi sostituirla con l’americana Kodak nel 1960), che sarà la fedele compagna con cui immortalerà i

numerosi viaggi di piacere con la famiglia, sia in Italia che all’estero, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. Oltre alle fotografie, magistralmente eseguite, che s’inseriscono nel filone “turistico” (in cui è spesso protagonista la figlia Annalisa), sono particolarmente rilevanti i ritratti e i dettagli della materia, soggetti che ritroviamo anche nelle stampe in bianco e nero degli anni Cinquanta, e che, insieme alla visione ricorrente di Senigallia, sono il “marchio di fabbrica” di Ferroni. “Nel silenzio / Ferroni a colori” è un evento straordinario per le Marche, regione di fatto emblema della ricerca fotografica autoriale in bianco e nero: da oggi, le fotografie di Ferroni – creando una piccola eresia in luoghi che hanno fatto del bianco e nero quasi una “religione” – ci regalano un’esperienza fatta di cromatismi delicati e di toni impalpabili, che in un certo senso anticipano di alcuni decenni le vedute della cosiddetta Scuola di paesaggio e del maestro e padre putativo Luigi Ghirri. Come il fotografo emiliano, Ferroni – anche nella sua produzione a colori – ha la capacità quasi alchemica di vedere oltre le cose quotidiane, immortalando quel “qualcosa” che va oltre l’immanenza della realtà: citando l’amico Giacomelli, Ferroni è in grado di creare "frammenti poetici, immagini formali squisitamente composte che contengono l'essenzialità d'una energia che porta con sé l'anima delle cose".


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LE RUBRICHE

IL RILANCIO

Arriva “Momenti del Gusto” MACERATA Dall’azzurro del mare al marrone delle montagne, passando per il giallo e il verde delle colline. Arriva il marchio “Momenti del Gusto” ad esaltare ancora di più, attraverso una programmazione coordinata di manifestazioni con il bollino di qualità, i “Gusti e sapori della Terra delle armonie”. Lo ha approvato la Giunta provinciale e verrà rilasciato a tutti quegli eventi che puntano a valorizzare i prodotti agroalimentari locali, coinvolgendo i consumatori e lo stesso territorio con una serie di iniziative mirate. A suggerirle è uno specifico disciplinare messo a punto dalla Provincia di Macerata,

con la collaborazione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, della Camera di Commercio, di Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, Agrimercato, Cna, C o n f a r t i g i a n a t o , Confesercenti, Unione Pro

Loco d’Italia, Arga Marche e Accademia Italiana della Cucina, in seguito all’intesa formalizzata l’anno scorso in occasione della Rassegna Agricola del Centro Italia. “Il marchio - spiega il presidente Antonio Pettinari -

potrà essere accordato non solo a eventi prettamente enogastronomici ma anche culturali, storici, rievocativi o turistici a patto che sia presente uno spazio gestito con prodotti agricoli locali”. Pettinari ricorda anche come

questa iniziativa sia uno dei buoni frutti scaturiti dal progetto europeo “Green Mountain” per il rilancio delle aree interne e montane, che ha visto la Provincia di Macerata capofila degli Enti provenienti da 10 Paesi del

Sud-Est Europa. Il trampolino di lancio di “Momenti del Gusto” sarà proprio la Raci 2014, in programma al Centro Fiere di Villa Potenza il 9, 10 e 11 maggio, ma già da adesso chi è interessato può farne richiesta, rivolgendosi alla Provincia di Macerata, 5° Settore “Attività produttive, Cultura e Turismo”. I modelli per richiedere l’attribuzione del marchio ed il relativo disciplinare sono scaricabili dalla pagina di Economia del sito istituzionale della Provincia, come pure possono essere richiesti ai sottoscrittori del protocollo d’intesa. --------------------Nella foto: il marchio “Momenti del Gusto”

IL LIBRO

A Rimini, verso la deriva per l’eternità MASSIMO CARLOTTO IL MONDO NON MI DEVE NULLA E/O Edizioni di TIBERIO CRIVELLARO Ritorno alla prosa di Massimo Carlotto con “Il mondo non mi deve nulla” (E/ O Edizioni), una prosa a fosche tinte gialle. Nessun paragone sembra calzare con lo scrittore della fortunata serie dell’Alligatore, con altre opere noir o a sfondo politicosociale. Qui, una diversa dinamicità; rallentata. Quasi

l’Altro giornale settimanale online di informazione attualità e cultura www.laltrogiornale.it Anno II Venerdì 11 Aprile 2014 Numero 16 Direttore responsabile: Elpidio Stortini Redazione Via Cesanense n. 50/A - Marotta (Pu) Telefono: 338.7899882 e-mail: redazione@laltrogiornale.it Editore Marche free press Via Cesanense n. 50/A - Marotta (Pu) Telefono: 338.7899882 e-mail: marchefreepress@laltrogiornale.it

estiva data la sceneggiatura. Cento pagine esatte che scorrono su un falsopiano, pagine singolari dato il tema esistenziale che si intreccia alla rassegnazione. Non si coglie subitaneamente una certa raffinatezza nel testo nascosta da una stesura quasi minimalista che a tratti sussulta alle “rasoiate” della protagonista. Dunque, questo il soggetto: Adelmo, per necessità, che diventa un ladruncolo. La Carlina, sua sciatta moglie che pensa alle bollette da

pagare. E Luise, una misteriosa ex croupier tedesca, che non è propriamente in vacanza a Rimini... “Il ladro si sedette sulla panchina e sospirò di sollievo…La massa dei turisti doveva ancora arrivare, ma a Rimini, gente in arrivo e in partenza ce n’è sempre, prima o poi qualche pollo pronto a farsi alleggerire l’avrebbe trovato…” Davanti a se, la palazzina da ricchi ha una finestra aperta. Che richiamo, che invito per lo sventurato Adelmo! Scavalca

il balcone. Dentro è buio pesto. Poi la luce che si accende all’improvviso materializzando l’avvenente “Frau” che così gli gela le vene: “Mi scusi, Lei è un ladro o soltanto un inquilino molto distratto?”…(o la donna era deficiente, o era una tale rompicogl…che neanche di fronte a un criminale in azione non poteva esimersi dal fare la puntigliosa…) E qui, tutti gli alimenti e i condimenti per un rosé-noir saprebbero d’inventario per usuali macellerie letterarie.

LA NOSTRA STORIA

l’Altro giornale è stato registrato presso il Tribunale di Pesaro in data 7 gennaio 2013 con numero 1/2013

Due giovani agricoltori al lavoro in un’aia delle nostre campagne agli inizi del secolo scorso (Foto Archivio Ivo Serra) redazione@laltrogiornale.it

Potrebbe? Potrebbe l’alchimia tra un ladro nativo spiantato e l’elegante ex croupier sessantenne dare senso a una qual certa e fantasiosa pièce teatrale? Potrebbero insieme duettare una drammatica storia nella ancor sonnolente Rimini che, in apnea, attende la torba vacanziera? Qui una indolente ironia tra il serio e il faceto del racconto (vagamente) carlottiano. L’inesplicabile comicità nella crudezza del reale si ingroppa al provincialismo del loco sviluppando un giallo spigoloso ai margini della letterarietà estiva poco festiva. Ma sarò serio. Nel mare riminese nessun “Alligatore” si sorbe Calvados, niente pallottole o musi rotti. Un foulard di seta azzurro potrebbe piuttosto diventare l’arma per chiudere un’esistenza brillante vissuta ai margini del successo. Una storia quasi irreale dai miscugli paradossali tra nichilismo, violenza e comicità; bizzarri sentimenti se amalgamati tra loro. Qui, Massimo Carlotto, varca il sentiero della rimozione riappropiandosi di un terreno da tempo incolto. Con una certa dignità. Indubbiamente.


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