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Settimanale online delle Marche - Direttore Elpidio Stortini

Anno II - N. 12 Venerdì 14 Marzo 2014

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PER MAROTTA UNITA IL REBUS DEL VOTO

SERVIZI ALLE PAGINE 33-34-35-36-37

LE IMPRESE INVESTONO MA NON BASTA PER RIPARTIRE

SERVIZI ALLE PAGINE 8-9


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LA REGIONE

SANITA’

Raggiunto l’accordo con le Case di cura private Spacca: “Adesso il sistema sanitario regionale è più coeso” ANCONA Maggiori servizi ai cittadini e riduzione della mobilità passiva, con un consistente recupero di risorse da destinare al miglioramento dell’offerta sanitaria sul territorio. Muove in questa direzione la sottoscrizione degli accordi con le Case di cura e le Strutture di riabilitazione private che la Giunta regionale ha siglato con i centri aderenti all’Aiop (Associazione italiana ospitalità privata) e all’Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari), accreditati dalla Regione Marche. Un’intesa che sana il pregresso, azzera i contenziosi e programma l’attività del prossimo biennio, introducendo, anche per il privato, modalità operative e di programmazione identiche a quelle già previste nelle strutture sanitarie pubbliche. Vengono definite le linee di indirizzo per regolamentare la mobilità attiva e contrastare quella passiva attraverso il coinvolgimento della riabilitazione ospedaliera, di adeguati percorsi assistenziali e la continuità di cura, utilizzando appieno le potenzialità delle strutture private che si affiancheranno a quelle pubbliche. “Con questa firma – ha dichiarato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca – rendiamo ancora più coeso il sistema sanitario regionale che si avvale anche del contributo privato. Finalità dell’accordo: aggredire le liste di attesa e la mobilità passiva, attraverso un’azione sinergica che ha come obiettivo il miglioramento dei

servizi per i cittadini. Per affrontare con strumenti adeguati la mobilità passiva occorre, infatti, tra le altre azioni, una più efficiente riorganizzazione delle strutture pubbliche e private. Ciò va fatto nel rispetto degli standard scientifici di qualità e sicurezza che sono alla base della riforma sanitaria: riduzione della f r a m m e n t a z i o n e , razionalizzazione dei posti letto, avvio di strutture dedicate alle cure intermedie, riforma delle reti cliniche, q u a l i f i c a z i o n e dell’emergenza. Un percorso che deve trovare compiuta definizione anche nel settore privato accreditato, in una logica di rete complessiva dei servizi offerti. L’accordo segna l’avvio di una funzione di committenza da parte della Regione che, in tal modo, chiede al privato di eseguire, entro il budget assegnato, le attività che maggiormente servono al sistema”. “La necessità di affrontare il problema della crescente mobilità passiva interregionale, che incide pesantemente sulla quantificazione del Fondo sanitario regionale fa sì che le strutture ospedaliere private accreditate, opportunamente riorganizzate in logica di rete e in virtù dell’elasticità organizzativa che le contraddistingue, possano essere coinvolte nell’erogazione di prestazioni mirate a ridurre i flussi di mobilità passiva interregionale per particolari patologie. L’accordo prevede di remunerare le prestazioni

effettuate in mobilità attiva con le tariffe TUC (Tariffa unica convenzionale), riducendo l’impatto economico finora sostenuto e consentendo, quindi, di incrementare l’attività entro tetti di spesa programmati”, ha rilevato l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani. “La regolamentazione della mobilità attiva e i programmi di recupero di quella passiva favoriscono un miglioramento del saldo di mobilità interregionale con effetti positivi sul finanziamento del Fondo sanitario regionale e, soprattutto – ha affermato il dirigente del servizio Sanità, Piero Ciccarelli garantiscono ai cittadini residenti un’adeguata offerta sul proprio territorio regionale. Tale disponibilità comporta sia il miglioramento del saldo di mobilità, sia la riduzione di costi indiretti che i cittadini

sono costretti a sobbarcarsi a causa dei viaggi verso regioni limitrofe. Va poi considerato il miglioramento dei tempi di attesa per alcune prestazioni critiche. Tutte le Case di cura hanno sottoscritto l’accordo, comprese le strutture che non avevano sottoscritto l’ultimo del 2010". “Soddisfatti per i risultati raggiunti con gli accordi: un punto di partenza per definire tutte le questioni rimaste aperte, come quella dei posti letto e dei budget”, si sono dichiarati i presidenti dell’Aiop, Antonio Romani e dell’Aris, Mario Ferraresi. “La definizione dei posti letto nelle strutture private – ha detto Romani – ha una ripercussione evidente sul mantenimento dei posti di lavoro. Siamo impegnati con la Regione per ridurre la mobilità passiva e rafforzare la sanità marchigiana”. Con

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l’intesa “si chiude il pregresso e si apre uno spiraglio nuovo – ha detto Ferraresi – Si è instaurato un clima diverso per collaborare insieme, ad esempio sul fronte del contenimento delle liste di attesa e della mobilità passiva. In questi campi il potenziale delle case di cura riabilitative risulta fondamentale per dare una mano alle strutture pubbliche”. Gli accordi disciplinano la produzione e la remunerazione delle prestazioni erogate in regione di attività ospedaliera svolta a favore di cittadini di altre regioni da parte dei privati. Per l’abbattimento della mobilità passiva viene avviato un programma sperimentale di potenziamento delle prestazioni che consente di migliorare l’offerta assistenziale per i cittadini del territorio regionale e di ridurre

i costi di produzione attraverso l’incremento dell’offerta presso strutture in grado di assicurare le prestazioni agli utenti provenienti dai territori che hanno generato maggiore mobilità passiva. Sul fronte della riabilitazione, l’accordo disciplina, in particolare i settori dell’ortopedia e degli anziani. L’Aiop occupa, complessivamente, oltre 1.200 addetti (medici e infermieristici) e assicura circa 500 mila prestazioni (tra ambulatoriali e ospedaliere), mentre l’Aris rappresenta circa 10 enti con 20 strutture marchigiane e 2000 dipendenti. Aderiscono all’Aiop: Casa di Cura Villa San Marco; Casa di Cura Villa Pini; Casa di Cura Dott. Marchetti; Casa di Cura Stella Maris; Casa di Cura Villa Anna; Casa di Cura Villa Verde; Casa di Cura Villa Serena, Villa Igea.


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LA REGIONE

LA SCELTA

Busilacchi è il nuovo presidente della Commissione Salute Alla vice presidenza confermato Giancarlo D’Anna ANCONA La V commissione Salute ha eletto il suo nuovo presidente. Si tratta del consigliere regionale del Pd, Gianluca Busilacchi. Alla vice presidenza è stato confermato Giancarlo D’Anna. Busilacchi succede a Francesco Comi (Pd), dimessosi lo scorso 19 febbraio dopo aver assunto l’incarico di segretario regionale del suo partito. “Ringrazio i commissari per avermi eletto. Ha detto Busilacchi - Sento la responsabilità di questo compito. C’è molto lavoro da fare in questo ultimo anno di legislatura a partire dalla legge che affronta la questione degli ambiti sociali e tutti gli aspetti riguardanti l’attuazione della riforma sanitaria rispetto alla quale proporrò alla Commissione delle sedute itineranti in tutte le province marchigiane in modo da poter verificare e confrontare con i territori le esigenze e le criticità esistenti.” La seduta, come previsto da

Regolamento, è stata convocata dal Presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi e si è svolta al termine dei lavori assembleari. Per l’elezione del presidente ciascun consigliere può esprimere un solo nome, a scrutinio segreto. Vengono eletti presidente e vicepresidente, nell’ordine, i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti. Il numero dei Consiglieri componenti la Commissione è stato modificato dall’Ufficio di Presidenza e portato a 11. Ne fanno quindi parte Gianluca Busilacchi (Pd), Giacomo Bugaro (Pdl - Ncd), Valeriano Camela (Udc) Francesco Comi (Pd), Fabio Badiali (Pd), Paolo Eusebi (Idv), Elisabetta Foschi (Fi), Giancarlo D’Anna (misto), Giulio Natali (Cdm), Paolo Perazzoli (Pd), Moreno Pieroni (Psi). ------------------------Nella foto: il nuovo presidente della Commissione Salute Gianluca Busilacchi insieme al vice presidente Giancarlo D’Anna

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LA REGIONE

AMBIENTE

Marche, Emilia e Abruzzo insieme per presentare al Ministero un progetto condiviso di salvaguardia di tutto il litorale condivisa anche dal punto di vista della gestione. Puntiamo a un accordo di programma con il Ministero, per condividere, ad esempio, su base interregionale, i giacimenti marini di sabbia da utilizzare per i ripascimenti e la loro protezione con adeguati interventi di difesa. Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse si intendono gestire le procedure di gara con stazione appaltante condivisa. Si tratta di interventi innovativi, che le Regioni sapranno valorizzare nella maniera migliore, in quanto già promuovono percorsi comuni, come quelli europei della Macroregione Adriatico Ionica e della Carta di Bologna sulle buone pratiche per la protezione della costa Adriatica”. Anche per l’assessore dell’Emilia Romagna, Paola Gazzolo, si è trattato di un “importante vertice tra le Regioni per prefigurare un intervento unitario che consenta di accedere alle risorse pubbliche nazionali. L’esperienza delle tre Regioni adriatiche è in grado di mettere a frutto una proposta integrata che può risultare vincente nei prossimi anni, in quanto si basa su esperienze comuni consolidate e su economie di scala da applicare anche nel settore della difesa della costa. La nostra proposta si basa su una protezione sostenibile del litorale, perché l’Adriatico è un mare da tutelare che assicura una quota consistente del Pil (Prodotto interno lordo) nazionale, grazie alla rilevanza del turismo balneare”.

ANCONA Le Regioni Marche, Emilia Romagna e Abruzzo lavorano insieme per presentare al ministero dell’Ambiente un progetto condiviso di salvaguardia del litorale Adriatico. Gli assessori alla Difesa della Costa, insieme ai responsabili regionali delle strutture tecniche e dell’Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche), si sono riuniti, ad Ancona, per concordare strategie e modalità operative: sono pronte a incontrare il neo ministro all’Ambiente, Gianluca Galletti, al quale proporranno un documento comune. L’Abruzzo era rappresentato del direttore generale dei Lavori Pubblici, Pierluigi Caputi, per un impegno istituzionale dell’assessore Angelo Di Paolo. Dalla riunione “è emersa una strategia comune e condivisa tra le tre Regioni – ha sottolineato l’assessore Giorgi - La priorità è la difesa delle nostre spiagge. Abbiamo individuato delle linee tecniche d’intervento che verranno messe a punto a breve. “Lavoriamo per un incontro presso il Ministero entro il mese: noi siamo già pronti per difendere le nostre spiagge e il lavoro delle nostre imprese balneari attraverso la programmazione strutturale di difesa delle coste”. Giorgi ha delineato alcune strategie d’intervento che verranno definite in sede tecnica dalla strutture regionali: “Sarà una proposta innovativa, strategicamente

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LA REG

IL PROGETTO

Da Pescara a Rimini, le Marche al centro della metropolitana della Città Adriatica per una mobilità davvero integrata

ANCONA Disporre da Pescara a Rimini di un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee che colleghi i 237 chilometri, ed i 20 centri principali, con treni moderni a orari cadenzati, abbonamenti integrati e coincidenze con autobus locali, treni e pullman verso collegamenti interni e nazionali, ma anche il sistema di porti (commerciali e turistici) e aeroporti (Rimini, Ancona, Pescara). È questa

l’idea di base della “metropolitana della Città Adriatica”: una sfida per rendere le Marche più desiderabili, competitive e contemporanee”. E la Regione Marche può farsi fin da subito promotore di questo progetto vista la necessità di dover rinnovare a breve il Contratto di Servizio per i trasporti ferroviari. È questa la proposta che arriva dal Treno Verde 2014 di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane,

storica campagna dedicata al rilevamento dell’inquinamento atmosferico e acustico (in sosta fino a domani al binario 1 ovest della stazione di Ancona), presentata alla presenza di Maura Malaspina, assessore all’Ambiente della Regione Marche; Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale Legambiente; Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona; Danilo Antolini, direttore Regionale Trenitalia; Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche; Francesca Pulcini, vice

presidente Legambiente Marche. “Pochi territori in Italia sono cambiati come quelli costieri della fascia adriatica tra Abruzzo, Marche e l’EmiliaRomagna. Eppure, a fronte di questi cambiamenti, la risposta in termini di possibilità di spostamenti attraverso il trasporto pubblico ferroviario o su gomma, nazionale o locale, è ancora organizzato come se niente fosse successo spiega Eduardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - Pensiamo che sia arrivato il momento di avere un disegno per il

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futuro del trasporto su ferro per dare la possibilità a oltre un milione di persone che vivono lungo questo tratto di costa (e almeno il doppio durante il periodo estivo) di poter ripensare i propri spostamenti potendo contare su un affidabile ed efficiente servizio di trasporto ferroviario. La metropolitana della città adriatica è il sogno di poter disporre da Pescara a Rimini di un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee. Chiediamo alla Regione Marche di farsi promotore di questo progetto, perché al centro

della città adriatica e perché ha la possibilità di fare del nuovo contratto di servizio ferroviario (che scade nel 2014) l’occasione per iniziare il progetto”. L’idea di base della proposta è quella di facilitare e aumentare l’uso dei trasporti pubblici, usare mezzi a risparmio energetico e a basso impatto ambientale, potenziare le connessioni fra le città marchigiane della costa: un’occasione innanzitutto per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rispondere all’esigenza sempre crescente di un servizio di trasporto pubblico


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GIONE

più efficiente. L’infrastruttura c’è, tutti i 237 km sono a doppio binario, serve invece un salto di qualità negli investimenti per l’acquisto di treni ed il potenziamento e riorganizzazione del servizio. “Una vera priorità per la nostra Regione, dove la maggior parte degli abitanti vive e si riversa sulla costa – commentano Luigino Quarchioni e Francesca Pulcini, rispettivamente presidente e vicepresidente di Legambiente Marche -. Ottimizzare e potenziare il trasporto pubblico significa, quindi, liberare le città dal

traffico e dallo smog, migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere le nostre città più moderne e competitive. “Per questo chiediamo alla Regione Marche e a tutti gli enti locali di chiamare a raccolta i migliori cervelli per definire un proposta per la linea adriatica e aprire al contempo un tavolo di confronto con le aziende di trasporto e tutte le forze sociali per arrivare quanto prima alla realizzazione di questa infrastruttura così importante per il nostro territorio”.

Le attuali criticità del trasporto ferroviario nelle Marche emergono chiaramente dal rapporto “Pendolaria 2013” di Legambiente e tracciano ancora una volta il quadro di una mobilità su rotaia ridotta ai minimi termini nel territorio regionale: pochi passeggeri, 26.469 al giorno, pochi investimenti, 2,1 euro per abitante e servizi inadeguati per i pendolari di lunga tratta, come quelli che si spostano tra Marche ed Emilia Romagna o sulla tratta Ancona-Roma. C’è da sottolineare che nel bilancio regionale del 2014 è

stato fortunatamente risparmiato dai tagli il settore dei trasporti. E del resto non era possibile togliere ulteriori risorse a quelle già irrisorie e inadeguate che erano state destinate al trasporto ferroviario pendolare nel bilancio precedente: 3,06 milioni per il servizio e 1,25 per il materiale rotabile. Eppure L’84,95% delle risorse impiegate in mobilità sono state destinate alla costruzione di strade. Un dato ancora più alto di quello nazionale, del 71,9%; soldi per muovere cemento e grandi opere, a scapito delle

necessità dei pendolari. Mentre è appena del 15,5% la percentuale di risorse finanziarie destinate alle ferrovie. Tagli di treni e linee: dal 2011 al 2013 i tagli ai servizi sono stati del 14,3%. È stata mantenuta l’estensione della rete, di 341 km, ma resta da verificare se nel 2014 ci sarà un aumento delle tariffe: si avvicina infatti la scadenza del Contratto di Servizio tra la Regione e il gestore dei treni, ovvero Trenitalia, prevista per il 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda gli

investimenti per il materiale rotabile, particolarmente importanti per i pendolari perché sono quelli per l’ammodernamento e l’acquisto dei treni, le Marche sono agli ultimi posti in Italia con 1,25 milioni a bilancio. Peggio solo l’ Umbria (0,5 mln) e la Sicilia che non ha fatto alcun investimento. Le Marche sono inoltre la regione che meno ha investito in Italia per i servizi aggiuntivi ed il materiale rotabile nel periodo 2003 – 2013, con appena 31,5 milioni stanziati (la provincia di Bolzano ne ha spesi 570).

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AZIENDE

Il motore del sistema produttivo marchigiano ancora non riparte Ma nel 2013 il 26% delle imprese ha effettuato degli investimenti

ANCONA Sistema produttivo marchigiano, il motore ancora non riparte. Dall’indagine trimestrale “Giuria della congiuntura”, realizzata dal Centro Studi di Unioncamere Marche, emergono dati positivi soltanto per il settore del mobile, per il fatturato e gli ordinativi dall’estero e per le imprese con più di cinquanta dipendenti. Per il resto del comparto manifatturiero è ancora recessione. In particolare per le calzature

che nell’ultimo trimestre del 2013 hanno registrato un calo di tutti gli indicatori, con l’eccezione del fatturato estero (+0,4), e sperano nel traino del Micam per una inversione di tendenza. “La situazione di crisi” spiega il presidente di Unioncamere Marche Adriano Federici, “che trova conferma nei drammatici dati sulla disoccupazione resi noti dall’Istat, continua a mettere a dura prova le basi del sistema imprenditoriale di una regione, come le Marche,

che ha fatto della piccola industria manifatturiera la spina dorsale della propria economia. Per fortuna continuano a tenere le esportazioni, con il fatturato estero che è aumentato anche nell’ultimo trimestre del 2013 dello 0,9 per cento, mentre ancora meglio è andata per gli ordinativi, in crescita del 2,5 per cento. Un risultato ottenuto anche grazie all’impegno del sistema camerale marchigiano e delle aziende speciali delle Camere di commercio, che in collaborazione con la Regione e le associazioni di categoria, promuovono le nostre imprese all’estero e nei principali eventi fieristici.” Il Centro Studi Unioncamere Marche ha reso noti anche i dati sulle imprese marchigiane che hanno investito nel 2013. Sono state il 26 per cento del totale. Tra queste, il 65 per cento ha aumentato i propri investimenti rispetto al 2012. “Questo significa” precisa Federici “da un lato che le aziende marchigiane vogliono reagire alla crisi, dall’altro che si rendono conto che soltanto investendo si può creare quel valore aggiunto in grado di far elevare le nostre aziende rispetto alla concorrenza del mercato globale. Il 52 per cento ha investito per l’acquisto di impianti e macchinari, di cui il 28 per cento per introdurre processi innovativi. L’11 per cento per migliorare i prodotti esistenti e l’8 per cento per introdurre nuovi prodotti. Il resto per brevetti, distribuzione,

informatica, capannoni.” Le previsioni? Le imprese marchigiane intervistate dal Centro Studi Unioncamere Marche restano prudenti. La stragrande maggioranza (57 per cento) si aspetta una produzione sostanzialmente invariata per la fine del mese di marzo e poco meno (55 per cento) sono quelli che manterranno stabile il fatturato. Ordinativi in “stand by” per il 60 per cento delle imprese. A prevedere un aumento di produzione e fatturato sono 19 imprese su 100 mentre il 16 per cento si aspetta un incremento degli ordinativi. Produzione, fatturato e ordinativi previsti in ulteriore calo per una impresa marchigiana su quattro. Esaminando i dati del Centro

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Studi Unioncamere Marche nel dettaglio, emerge un calo della produzione e degli ordinativi, tra settembre e dicembre 2013, del 4,2 per cento, mentre il fatturato flette del 3,6 per cento. Anche nell’ultimo trimestre del 2013, la crisi ha colpito più pesantemente l’artigianato (produzione –6,1 per cento) e le imprese con meno di dieci dipendenti (-6,3 per cento), mentre la produzione aumenta nelle imprese con più di cinquanta dipendenti (+2,3 per cento). Tra i settori soltanto il mobile registra un aumento della produzione (+1 per cento), del fatturato (+0,9) e degli ordinativi (+0,5). Per gli altri settori manifatturieri i cali di produzione e fatturato oscillano tra il 3 e il 5 per

cento, con il picco negativo delle calzature che vedono la produzione calare dell’8,2 per cento, il fatturato del 6,7, gli ordinativi del 7 per cento e gli ordinativi esteri dell’1 per cento. Per quanto riguarda il territorio marchigiano, le difficoltà del distretto calzaturiero si ripercuotono sul sistema produttivo del fermano (produzione meno 7,3 per cento) e del maceratese (-4,7) mentre Ascoli Piceno perde il 4,2 per cento, Ancona il 3,2 e Pesaro Urbino il 3 per cento. Le imprese manifatturiere marchigiane, secondo la “Giuria della Congiuntura” possono contare su 4,6 settimane di produzione assicurata. Per soddisfare le richieste del mercato, gli


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impianti vengono utilizzati al 77,1 per cento della loro capacità produttiva. Infine i dati sulla cassa integrazione. Nell’ultimo

trimestre del 2013 ha superato, nelle Marche, i 9 milioni di ore di cui 3,7 milioni straordinaria, 2,9 milioni ordinaria e 2,5 in deroga.

-----------------Nelle foto: il presidente di Unioncamere Marche Adriano Federici ed alcune tabelle esplicative

Negli ultimi quattro anni la vendita all’estero dei nostri prodotti è stata costante

Marche prima regione in Italia per crescita dell’export. Spacca: “Tornati ai livelli pre-crisi” ANCONA “Le Marche confermano anche nel 2013 la leadership in Italia per crescita dell’export. L’incremento delle vendite all’estero dei nostri prodotti è stata costante negli ultimi quattro anni, che sono stati di vera e propria recessione a livello generale. Un segnale di fiducia per l’intero sistema economico regionale che si avvia a recuperare ormai completamente il profilo precedente gli anni di crisi “. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, commenta il dato Istat dell’export 2013. Le Marche, con una crescita del +12,3% rispetto all’anno precedente, si posizionano al primo posto in Italia. “E’ di grande rilievo, in particolare – aggiunge Spacca – che il dato medio italiano registri nuovamente un segno meno (-0,1%) e che la seconda regione dopo le Marche, il Piemonte, sia ferma al +3,8%. Nel confronto con l’andamento generale delle esportazioni, l’affermazione dei prodotti italiani all’estero è ancora più significativa. Credo sia

soprattutto da sottolineare il fatto che l’export marchigiano sia tornato ai livelli pre-crisi e che sia aumentata la quota delle esportazioni dalla nostra regione sul totale nazionale. Il sostegno della Regione alle politiche di internazionalizzazione delle imprese – conclude – prosegue dunque con sempre maggiore convinzione, alla luce degli eccellenti risultati raggiunti dal sistema produttivo marchigiano”. Tutto questo anche grazie ai continui contatti internazionali degli amministratori regionali. Legno, mobile ed edilizia, cantieristica e turismo, agroalimentare. Sono, ad esempio, solo alcuni dei campi di possibile collaborazione tra le Marche e la Regione russa di Irkutsk analizzati ieri nel corso di un incontro tra il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, e il Governatore della Regione di Irkutsk, Serghey V. Yaroshenko. In visita istituzionale nelle Marche, il governatore russo è stato ricevuto insieme alla Presidente della

R a p p r e s e n t a n z a Commerciale della Federazione Russa in Italia, Natela Scengheliya, e una consistente delegazione composta anche dal ViceGovernatore Zabrodskaya Larisa, tre Consiglieri e il Presidente di un’importante Holding commerciale multisettoriale che opera nella regione. Al tavolo istituzionale hanno partecipato i maggiori rappresentanti del sistema produttivo ed economico marchigiano, Confindustria (con il presidente regionale Nando Ottavi), Confartigianato (con il segretario generale Marche Giorgio Cippitelli), Cosmob, Isa Group, Consulta agroalimentare e Tour Operator. “L’incontro – ha detto Spacca – rappresenta un’occasione preziosa di collaborazione e opportunità per il sistema produttivo regionale. Cooperazione economica, industriale e turistica sono le tematiche di comune interesse che aprono interessanti prospettive da sviluppare. Oggi si confermano e consolidano gli

storici rapporti con le Federazione russa, uno dei mercati di maggiore interesse nello scenario internazionale e tra i principali mercati di riferimento delle Marche con circa il 7 per cento delle esportazioni”. Irkutsk è una delle regioni economicamente più sviluppate della Russia e ricca di materie prime. E’ situata nella Siberia dell’Est,

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quasi nel centro della continente asiatico, sulle principali vie di trasporto che uniscono l’Europa con le zone russe dell’estremo Oriente e i paesi asiatici sul Pacifico. Tra le tematiche discusse, focus particolare sul settore legno, dal momento che la regione di Irkutsk, coperta per l’86% del territorio da foreste, è il maggiore produttore al mondo di legname e di

trasformazione in cellulosa. Un’opportunità preziosa per il distretto del mobile e per lo sviluppo dell’attività edilizia con la costruzione di case in legno e semilavorati. La delegazione russa si è mostrata particolarmente interessata a sviluppare progetti e partnership in questo campo, dimostrando attenzione per quanto la Regione Marche, in collaborazione con Cosmob, ha già realizzato in Brasile nelle regioni di Parà e Amazonas dove sono state coinvolte 50 imprese marchigiane del mobile e create 650 piccole imprese brasiliane. Si è quindi parlato di transfer know how, nuove tecnologie e linee produttive. Altro focus sul settore navalmeccanico con la costruzione e il design di yacht (carene di plastica, know how, nuove tecnologie). Molto interesse poi al turismo su cui si è sviluppato un vivo confronto per conoscere l’esperienza marchigiana e la sua capacità di creare cluster, oltre a definire progetti congiunti per lo sviluppo di infrastrutture turistiche nella zona di Baikal.


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L’APPUNTAMENTO

Tornano dal 22 al 23 marzo le Giornate Fai di Primavera Nelle Marche 50 beni aperti previste 32 iniziative collaterali ANCONA È l’appuntamento che ormai da ventidue anni gli italiani si danno all’inizio della primavera. Una festa di partecipazione popolare per tutti coloro che - sempre più numerosi - ricercano nei tesori del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico non solo le radici della propria identità, ma anche quella particolare emozione che offre la visione partecipata del bello. Chiese, archivi storici, aree archeologiche, giardini, palazzi, torri, archeologia industriale, carceri, ipogei, eremi e sedi dell’informazione aspettano l’invasione pacifica che caratterizza le Giornate FAI di Primavera. E così sarà anche nelle Marche come è stato illustrato oggi in una conferenza stampa dall’assessore alla Cultura Pietro Marcolini e dalla Presidente regionale del FAI Marche e Capo Delegazione di Ascoli Piceno, Alessandra Stipa Alesiani. Erano presenti anche i capi delegazioni provinciali FAI Manuela Francesca Panini, di Ancona; Patrizia Marini, di Fermo; Maria Paola Scialdone, di Macerata. “Il turismo culturale nelle Marche – ha affermato l’assessore Marcolini - e’ in continua crescita tanto che nel 2013 ha sfiorato il 30%: la Regione crede che le Marche possano diventare una metà imperdibile per gli amanti della cultura e questo e’ possibile nella misura in cui si favorisce in modo sistematico la valorizzazione culturale del territorio. Per

questo siamo lieti di aprire la stagione del turismo culturale 2014 con le Giornate del Fai: un grande week end di Primavera nella cultura e nell’arte che prevede la visita di luoghi spesso sconosciuti al grande pubblico, l’apertura di

nuovi musei come nel caso di Ascoli Piceno, visite guidate nelle città d’arte. Prossimo appuntamento ad aprile gli itinerari robbiani di Arcevia , la mostra delle maioliche di Senigallia e il Grand Tour musei del 17 e 18 maggio promosso dalla Regione

Marche.” Quest’anno la più grande festa dedicata alla cultura e all’ambiente - che fino a oggi ha coinvolto più di sette milioni di persone - si svolge sabato 22 e domenica 23 marzo “ed è dedicata ad Augusto – ha spiegato la

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Presidente Alessandra Stipa - nel secondo millenario della sua morte. I numeri sono in crescita e così anche la sensibilità degli amministratori locali. Infatti c’è sempre più domanda di aprire borghi interi. Ci fa piacere che si sia instaurata

una virtuosa sinergia tra pubblico e privato che funziona realmente e in maniera soddisfacente dentro linee ferree di ruoli e regole. Le Marche, disseminate di un patrimonio ricchissimo, dimostreranno anche quest’anno tutta la loro


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GIONE

vitalità culturale.” Saranno aperti infatti 50 beni culturali, si svolgeranno 32 iniziative collaterali, coinvolti 1.300 Apprendisti Ciceroni®, 350 volontari, 5 delegazioni, 2 gruppi FAI, 1 gruppo FAI Giovani e 6 aperture “sulle tracce di Augusto”:ad Ancona: presso il Museo Archeologico nazionale, l’esposizione di teste di età giulio-claudia; Ad Ascoli: Museo Archeologico statale; A Fermo: Cisterne romane in via degli Aceti e Piazza del Popolo;A Fabriano: Parco archeologico ;A Cagli: Cantiere Ponte Mallio e via Flaminia. Questo omaggio ad Augusto è a oggi l’unica manifestazione nazionale che avrà al centro l’opera di rifondazione dello stato imperiale nei suoi vari aspetti. “E per la prima volta – ha ricordato Alessandra Stipa - sarà esposta nelle Marche, al Museo Archeologico di Ascoli Piceno, la Tabula Militaris Peutingeriana dove sono ben riconoscibili anche le Marche e le principali città romane. “ La Regione Marche ha contribuito alla ristampa della mappa e di un volume di studio finanziando con 20 mila euro il progetto presentato dall’Associazione culturale Giovane Europa. Ne hanno parlato in conferenza stampa i proprietari della Tabula, la famiglia Brandozzi ricordando la storia di questo straordinario documento. La Tabula Peutingeriana medievale è costituita da undici fogli di pergamena che uniti formano una lunghezza di 682 cm per un’altezza di 34 cm. Vi è rappresentato il mondo conosciuto dagli antichi romani (Europa, Asia e Africa) che si estendeva presumibilmente dalle colonne d’Ercole fino alle estreme regioni orientali, ben oltre il confine dell’Impero (India, Birmania, isola di Ceylon). Le Giornate FAI di Primavera sono aperte a tutti, ma naturalmente un trattamento privilegiato viene riservato agli iscritti FAI. A loro saranno dedicate visite esclusive, corsie preferenziali, eventi speciali . Tra le aperture speciali riservate agli iscritti: Ascoli Piceno- Museo Archeologico Statale Venerdì 21, ore 11.30: Presentazione di una stampa all’acquaforte (fine ’700) della

Tabula Peutingeriana, voluta dall’Arcivescovo di Loreto Bellinio. Orto Urbano privato Sabato 22, ore 10.00 - 13.00 / 15.00 – 18.30; Domenica 23, ore 10.00 - 13.00 / 15.00 18.30 Grottammare alta (AP) Casa Pazzi - residenza privata Sabato 22, ore 15.00–18.30; Domenica 23, ore 10.00 13.00 / 15.00 - 18.30 Palazzo Palmaroli – residenza privata Domenica 23, ore 10.00 13.00 / 15.00 - 18.30 Villa Sgariglia e giardino – residenza privata Domenica 23, ore 10.00 13.00 / 15.00 - 18.30 Fermo Palazzo Grisostomi (proprietà Grisostomi) Sabato 22 ore 10.00 – 12.30 / 15.00 – 17.30; Domenica 23, ore 10.00 – 13.00 / 14.30 – 17.30 Macerata Sala Giovannetti, Palazzo degli Studi Domenica 23, ore 18.30. “Aspetti di vita ebraica nelle Marche”, conferenza di Paola Magnarelli Cinema Teatro Italia Giovedì 20 ore 17.30. “Il Novecento italiano nelle Marche da Anselmo Bucci a Diego De Minicis”, conferenza di Roberto Cresti. ore 18.30. Omaggio a Diego De Minicis scultore (1913-1942), mostra a cura di Roberto Cresti e Maria Paola Scialdone. Inaugurazione della mostra e visita guidata con i curatori. Sabato 22, ore 16.00 - 17.00 e Domenica 23, ore 11.00 12.00. “Architettura di regime: Cesare Bazzani a Macerata”, passeggiata tematica a cura di Angela Montironi. Tra i 50 siti visitabili nelle Marche segnaliamo: Ï% ad Ancona: le ex officine Squadra Rialzo di Falconara Marittima, meraviglioso esempio di archeologia industriale, giunto intatto sino ai nostri giorni e, per il suo grande valore storico-tecnico, sottoposto a vincolo di tutela dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche, come sono parimenti vincolati i rotabili ferroviari conservati al suo interno. E l’Eremo dei Frati Bianchi a Cupramontana (AN), situato in una profonda gola naturale, caratterizzato da grotte scavate nella ripida parete di arenaria alla fine del 1200 dai primi monaci che decisero di viverci. Ï% a Pesaro e Urbino: il Museo Diocesano di Fano, dove visitare un

raffinatissimo pastorale interamente intagliato in avorio, dono fatto da Pio V nel 1567 al vescovo fanese Francesco Rusticucci; due meravigliosi Crocifissi scolpiti in legno e dipinti, l’uno del tempo di Giotto e di Dante, l’altro rinascimentale; e ancora sei stupende tele di Francesco Pittoni, pittore veneto attivo a cavallo dei secc. XVII/XVIII. C’è poi l’Accademia delle belle arti di Urbino ospitata nella chiesa dedicata alla Vergine Annunziata, consacrata nel 1757 dall’arcivescovo Guglielmi. Ï% a Fermo: le Cisterne romane e Villa Brancadoro. Le Grandi Cisterne, con una superficie di circa 2.200 mq, costituiscono la principale testimonianza di epoca romana della città di Fermo. Come le Piccole Cisterne, anche le Grandi facevano parte del complesso sistema di approvvigionamento idrico della città romana. Oppure Villa Brancadoro (o Belluco), l’edificio, posto in una posizione strategica, su una collina che sovrasta il fiume Tenna, proprio nel punto in cui la vallata si apre verso il mare, è un luogo misterioso, legato a leggende come quella del telaio d’oro ed alla presenza di cavalieri, che occupavano il loro tempo libero in battute di caccia nei boschi che ancora lo circondano; la presenza di un labirinto fa correre la nostra fantasia verso storie d’amori e di amanti. Ï% a Macerata: Palazzo Floriani Carradori. Proprietà privata dei conti degli Azzoni, normalmente non accessibile al pubblico, palazzo Floriani-Carradori è di particolare interesse storico-artistico. Pregevoli sono la sua imponente struttura cinquecentesca, attribuita all’architetto Pellegrino Tibaldi, che nelle Marche ha firmato anche la Loggia dei Mercanti e Palazzo Ferretti di Ancona, e la sua collocazione urbanistica, che preserva tuttora l’aspetto della Macerata del XVI-XVII secolo, sorta a ridosso del più tardo complesso di S. Giorgio. Ï% ad Ascoli Piceno il Museo Archeologico, il Museo dell’Alto Medioevo e la Tabula Peutingeriana. Una mappa con le stazioni di posta , le indicazioni di oltre 3000 toponimi. Terra e mare sono

visivamente ben riconoscibili. Roma è al centro della mappa e la penisola italiana ha un’importanza rilevante. Le strade sono molto suggestive ed appaiono dritte. Le città sono contrassegnate con una vignetta. Malgrado la rete stradale romana fosse molto più ampia rispetto a quella visualizzata sulla mappa, la Tabula è una vera e propria road map nella quale le strade e le distanze tra le città sono i dati principali. Nel 2007 la Tabula Peutingeriana è stata inserita dall’UNESCO nell’Elenco delle Memorie del Mondo. La Tabula Militaris Itineraria et Theodosiana di Cristianopoulo Podocataro è stata realizzata per volontà dell’archeologo, arcivescovo di Loreto, Bellino, nobile osimano, che la correda con un volume pubblicato nel 1809, nel quale riassume i suoi ultimi studi sulla Tabula,

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integrando e correggendo il lavoro degli studiosi dei secoli precedenti. Su carta di cotone, stampata a Jesi nel 1793, la mappa è formata da dodici fogli stampati all’acquaforte, tratti dall’edizione medievale di Vienna in rapporto uno a uno. L’opera, conservata fino ai giorni d’oggi dagli eredi del Vescovo Bellinio, è oggi nella collezione Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno che ne cura la conservazione e la valorizzazione. Anche in questa edizione inoltre il FAI propone in tutta Italia itinerari culturali, visite a borghi e aree naturalistiche, oltre a escursioni e biciclettate. Inoltre, visto il successo del progetto “Arte. Un ponte tra culture”, verranno riproposte le visite guidate in lingua, ideate per dar modo ai cittadini di origine straniera di servirsi della cultura come ulteriore strumento di integrazione

sociale. Per l’elenco completo delle aperture delle Giornate FAI consultare il sito www.giornatefai.it oppure telefonare al numero 02.87119115. Con un touch si potrà inoltre scaricare gratuitamente sugli store di Google e Apple la App delle Giornate FAI di Primavera: pochi secondi per visualizzare la mappa con tutte le aperture, l’App riconoscerà la vostra posizione e vi saprà indicare i luoghi più vicini. Chiunque può partecipare iscrivendosi alla Fondazione, o con un contributo libero durante le visite o mandando un SMS da 1 euro fino al 23 marzo al 45595*. Una raccolta fondi essenziale, un piccolo grande gesto nei confronti degli oltre 7.000 volontari che in questi anni hanno scritto un’importante pagina di storia sociale e artistica del nostro Paese.


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L’INTERVENTO

La Cna sulla manovra di Renzi: “Il verso è giusto ma la strada è lunga, sconnessa e qualcuno è rimasto indietro” di MASSIMILIANO SANTINI* ANCONA Se ieri eravamo seduti in panchina, oggi stiamo scaldando i muscoli per scendere in campo. Dalle mie parti si dice “forza e coraggio che dopo aprile viene maggio”. Ancora siamo a marzo, ma con questo governo che promette un maggio radioso, i primi segnali di fiducia primaverile pare ci siano tutti, non solo meteorologici. Doveva essere uno shock, è diventato uno spot e mercoledì scorso si è tradotto in un pacchetto di provvedimenti e riforme che vanno nella direzione giusta, ma che per ora coinvolge solo marginalmente il grosso del nostro mondo. Ad onor del vero va detto che le misure annunciate sono ossigeno puro per la ripresa dei consumi interni, compresi gli incentivi per investimenti e ristrutturazioni: 10miliardi in busta paga per i dipendenti; 1,7miliardi per agevolare il lavoro dei giovani; 1,7miliardi

per agevolare affitto ed edilizia popolare; 3,5miliardi per la sicurezza e l’edilizia scolastica; 2,4miliardi per il taglio del 10% dell’Irap (con un risparmio medio ad impresa di 750 euro); tagli di 1miliardo per i premi Inail; sblocco entro luglio dei 68miliardi residui per i pagamenti e i debiti della PA; 500milioni per il fondo di garanzia per il credito alle pmi; incentivo fiscale per le imprese edili che affitteranno le case rimaste invendute. In attesa che ad aprile si intervenga sulle PA, a maggio sul fisco e a giugno sulla giustizia, con tagli e riduzioni di privilegi per pensioni di bronzo e alta burocrazia, accorpamenti (forze di polizia) e semplificazione (titolo V), il nostro giudizio non può essere pienamente positivo. Lo è con riserva, perché restano esclusi direttamente dalle misure gli incapienti (coloro che hanno redditi così bassi da non pagare l’Irpef), i pensionati e soprattutto il 70% dei nostri

lavoratori autonomi, che non beneficeranno del tandem Irap-Irpef e questa è un’ingiustizia inaccettabile che inoltre riduce di molto l’efficacia del provvedimento sull’economia italiana. L’obiettivo da perseguire deve essere invece quello di una riduzione dell’imposta sulle persone fisiche senza discriminazioni. Certo, la scure europea è sempre lì, le risorse sono limitate, e per rimuovere le incrostazioni sedimentate nell’apparto pubblico bisognerà insistere, ma dato per acquisito che il forziere dei 95miliardi di copertura per gli interventi totali previsti sia vero e reale (e non è scontato), l’interrogativo che molti di noi si pongono è, visti i precedenti: c’è da fidarsi? Direi di sì, più per necessità che per virtù ma senza abbassare la guardia e premendo sull’acceleratore, perché il 2015 e il terribile fiscal compact incombono. *Direttore Cna Provincia di Ancona

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AZIENDE

Per la Fipill di San Paolo di Jesi fatturato in crescita del 17% e progetti per le auto elettriche con l’Università La Sapienza SAN PAOLO DI JESI Fipill, azienda leader in Italia nel settore della produzioni in lega leggera, festeggia 40 anni di attività. L’azienda è guidata da Claudio Ricci che segue la Progettazione e da Luciano Cervigni che si occupa del Controllo della produzione. 16 le persone impiegate tra proprietà e dipendenti. Lo stabilimento di circa 2.500 metri quadri è sito a San Paolo di Jesi e nel 2012 l’azienda ha investito sull’ambiente e sul risparmio energetico demolendo il tetto in amianto e sostituendolo con un impianto fotovoltaico. Ciò, oltre che costituire un miglioramento per l’ambiente, ha consentito all’azienda un risparmio sui costi dell’energia elettrica di circa il 30%. Il fatturato 2013 sui attesta a 1,3 mln di euro in crescita del 17% rispetto al 2012 quando si aggirava sui 1,08 mln di euro. Il fatturato è equamente diviso tra Estero e Italia. Diversi i settori produttivi: automotive, agricolo, condizionamento, sanitario, ultraleggeri e anche industria aeronautica (Boeing). Recentemente ha espanso la sua attività anche nei settori delle energie rinnovabili: soprattutto eolico e fotovoltaico. La clientela è al 60% in Italia, il 25% in Nord Europa (Germania, Svizzera, Belgio, Norvegia, Danimarca), il 10% Francia e Spagna e il 5% nel resto del mondo come ad esempio in Sud Africa (Johannesburg) e a Washington; in particolare in quest’ultimo caso si tratta dell’American Metric per i quali

l’azienda realizza delle pulegge secondo il sistema metrico. L’azienda ha un portafoglio di 1.380 clienti, di cui circa 350400 attivi ogni anno. Tra gli ultimi progetti dell’azienda l’esportazione del supporto pulegge tramite un’azienda italiana che assembla macchinari in Russia, Germania, Svezia e Francia con componentistica totalmente Made in Europe. Fipill lavora da circa 10 anni con il leader mondiale Brammer che negli ultimi anni ha ulteriormente aumentato gli ordinativi. I motivi

fondamentali per questa scelta sono la qualità del prodotto FIPILL e la solidità dell’azienda in un mercato che vede la chiusura di molte aziende storiche. La materia prima arriva da Brescia, il principale polo di produzione per l’alluminio e le leghe leggere. Normalmente la lega di alluminio utilizzata nella produzione di pulegge ha una durezza di 40-50 HRC. Quella di Fipill arriva a 65-70 HRC, per la materia prima impiegata e per la lavorazione nella fusione. Caratteristica del metodo di

lavoro di Fipill è l’attenzione alle esigenze del cliente, il quale trova in Fipill velocità di esecuzione e personalizzazione del prodotto. L’azienda è in grado di partire dal disegno fino alla realizzazione del pezzo finito, passando attraverso la scelta del materiale, la preparazione dello stampo, la fusione e la lavorazione finale. Dall’ideazione alla realizzazione passano solo 810 giorni. Propria la caratteristica della personalizzazione del prodotto ha fatto sì che l’azienda sia stata scelta da

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Fast Charge, team di Formula Student Electric dell’Università di Roma la Sapienza, fondato nel 2012. Il team, composto da studenti universitari, ha progettato e realizzato una monoposto da competizione con propulsione totalmente elettrica. Fipill ha contribuito a tale progetto fornendo due pulegge in alluminio realizzate secondo le specifiche richieste dai progettisti. La disponibilità e la professionalità dell’azienda è stata molto apprezzata ed ha permesso lo sviluppo della vettura nei tempi stabiliti.

Fipill in breve Nata nel 1973, la produzione dell’azienda comprende: pulegge trapezoidali in alluminio; pulegge trapezoidali in acciaio con alesaggio per bussola taperlock; pulegge variabili; pulegge a fascia piana con bussola conica di serraggio taper-lock; pulegge poly-v in alluminio con alesaggio per bussola taper-lock; slitte tenditrici e pulegge dentate. Le pulegge possono essere fino a 1 metro di diametro. Per quanto riguarda la produzione di slitte tenditrici l’azienda ne possiede il brevetto.


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L’APPELLO

Dar vita subito all’Area marina protetta del Conero Una vera opportunità per rilanciare tutto il territorio ANCONA Subito l’Area Marina Protetta del Conero. È questo l’appello con cui si presenta il Comitato Promotore a sostegno dell’immediata costituzione del parco marino. Legambiente Marche, Lega Pesca Marche, Cooperativa dei Pescatori di Portonovo e Slow Food sono i fondatori del neonato gruppo di lavoro che da oltre dieci anni si stanno impegnando con le istituzioni e le forze sociali per arrivare alla costituzione di questa nuova area protetta, la prima nelle Marche. L’Area Marina Protetta del Conero è stata prevista nella legge 394/91 ma i lavori per la sua istituzione non sono andati oltre gli studi scientifici necessari. Nell’ultima legge di stabilità sono stati previsti, invece, i fondi destinati a due parchi marini, quello del Conero e di Capo Milazzo in Sicilia, per andare avanti e arrivare, finalmente dopo oltre 20 anni, alla definizione. Una opportunità che tutto il territorio non può e non deve perdere visti gli enormi benefici che l’Area Marina Protetta del Conero potrebbe portare alle Marche. Benefici e vantaggi che non sono solo ambientali ma anche sociali ed economici che in questo momento così delicato rappresenterebbero un’occasione per dare speranza ai cittadini e al territorio. Il Comitato, aperto alle adesioni di tutti i soggetti che ne condividono gli obiettivi, lavorerà con le istituzioni per arrivare in tempi brevi all’istituzione dell’area marina protetta e incontrerà cittadini e forze sociali per fare sensibilizzazione e dare informazioni. All’iniziativa, che si è tenuta presso l’Aula del Mare di Ancona, hanno partecipato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale Legambiente; Simone Cecchettini, presidente Lega Pesca Marche; Roberto Rubegni, Fiduciario Slow Food Ancona; Franco Frezzotti, Slow Food Ancona; Massimo Mengarelli, Cooperativa Pescatori Portonovo; Nino Lucantoni, Legambiente Marche e Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche. Sono intervenuti anche il consigliere regionale Adriano Carogna, il presidente del Consiglio Comunale di Ancona Marcello Dilani, il vice presidente del Parco del Conero Gilberto Stacchiotti e in rappresentanza del Comitato Mezzavalle Libera Andrea Fantini.

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SANITA’

La Regione razionalizza l’attività amministrativa, tecnica e logistica per avere maggiore efficienza e minori costi FABRIANO Inaugurata, a Fabriano, la nuova sede amministrativa dell’Area Vasta 2. Una struttura che punta alla riorganizzazione dei servizi amministrativi dell’Asur, con particolare riferimento alle aree Tecnica e Logistica. La riorganizzazione dell’area ATL (Amministrativa, Tecnica e Logistica) ha come finalità il raggiungimento di una maggiore concentrazione dei livelli decisionali e strategici a dimensione di Area Vasta; infatti il nuovo modello garantisce la necessaria integrazione tra i processi produttivi, la committenza e l’autonomia dei professionisti all’interno di percorsi fortemente responsabilizzati. Nella nuova sede centrale sono già operative le funzioni di Governo delle seguenti Unità Operative Complesse: Segreteria, Personale, Provveditorato, Bilancio, Affari Generali, Controllo di Gestione. Le altre funzioni (Gestione Servizi Informatici, Gestione Graduatorie Regionali, Nuove Opere ed Attività Tecniche, Direzione Amministrativa Ospedaliera, Direzione Amministrativa Territoriale), pur governate dalla Sede centrale, avranno una maggiore articolazione sul territorio. “Uno degli aspetti utili della riforma sanitaria regionale – dice il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – riguarda l ’ o t t i m i z z a z i o n e dell’organizzazione amministrativa del servizio sanitario. Razionalizzare l’attività tecnica, logistica e

dell’amministrazione, concentrando le funzioni, significa avere più efficienza ed efficacia. Si generano così risorse a vantaggio dei servizi più autenticamente sanitari per i cittadini. Proprio oggi il commissario per la spending review nazionale, Carlo Cottarelli, pone l’accento sulle spese per i canoni di locazione, che indica come l’area su cui intervenire maggiormente per ridurre sensibilmente la spesa pubblica. L’operazione che riguarda la sede centrale dell’Area Vasta 2 ha anticipato questa filosofia: anziché pagare un canone di locazione, si è acquistato l’immobile con i fondi per le aree sottoutilizzate e, in tempi non

troppo lunghi, si riesce a ottenere un risparmio che si scarica sul lungo periodo. Questo consente di liberare risorse a favore dei servizi sanitari ai cittadini. La struttura che si inaugura oggi – prosegue Spacca rappresenta un passaggio importante nel completamento del processo di costruzione dell’Area Vasta 2. Il percorso di riorganizzazione complessiva dell’Asur, avviato nel 2011, ha ridisegnato l’Area Amministrativa, Tecnica e Logistica dell’Azienda sanitaria unica, insieme a quella delle Aree Vaste. Grazie a esso è stata ottimizzata l’articolazione organizzativa del settore, migliorando la

qualità delle attività di s u p p o r t o . L’omogeneizzazione degli standard dell’attività amministrativa, che si presentava come un processo difficile e lungo, è stata invece facilitata e conseguita grazie al proficuo e costante lavoro che viene svolto dai diversi team operativi nell’unica sede che viene oggi inaugurata. Il nostro Sistema sanitario regionale si è caratterizzato, a livello italiano, per la sua affidabilità economica e la qualità delle prestazioni, in virtù di scelte coraggiose che la Regione Marche ha operato negli ultimi anni, come l’Asur e le Aree Vaste”. Spacca ha sottolineato che la scelta di Fabriano per la sede

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centrale dell’AV2 risponde al modello policentrico della nostra regione, che punta a distribuire i servizi su tutto il territorio regionale e non a concentrarli in poche aree metropolitane. “Difendere un modello policentrico, in un momento di crisi, è un segnale forte di attenzione verso il territorio – ha rimarcato l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – L’inaugurazione odierna costituisce una rappresentazione concreta della riforma in atto. È il segno evidente di come sia possibile contenere i costi amministrativi, per destinare maggiori risorse ai servizi per i cittadini, puntando su una razionalizzazione dell’organizzazione

burocratica”. Pur in un momento difficilissimo per ogni settore, ha continuato l’assessore Mezzolani, “il nostro Servizio sanitario ha mantenuto in equilibrio i conti, senza ridimensionare i servizi ai cittadini. Merito di tutti, anche e soprattutto degli operatori che, con grande spirito di sacrificio, hanno svolto il loro ruolo con il massimo impegno. Da oggi questa struttura diventa ufficialmente il punto di riferimento della regia per le attività dell’Area Amministrativa, Tecnica e Logistica (ATL). Dopo la già avvenuta individuazione delle funzioni dirigenziali, ora il sistema si sta assestando per ricoprire le carenze e riequilibrare l’assetto complessivo della sede amministrativa. La Regione Marche non ha assistito passivamente ai grandi cambiamenti che le società del terzo millennio stanno attraversando, anzi, li ha anticipati, con l’orgoglio di accettare la sfida e realizzare oggi sistemi stabili per le future generazioni”. L’assessore si è quindi soffermato sulla questione dell’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale: “Nel 2013 siamo stati l’unica Regione che è riuscita a sterilizzare i tagli dell’anno precedente, grazie al meccanismo della premialità che è scattato nel moneto in cui il Fondo nazionale è stato ripartito per costi standard, cosa che noi auspicavamo. Adesso dovremmo imboccare, se non una strada in discesa, almeno di pianura, visto che se si


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A DI ANCONA

mantengono gli stanziamenti del Fondo sanitario nazionale per il 2014-2016, che dovrebbero essere in aumento, il meccanismo della premialità dovrebbe metterci in sicurezza e dare certezza per la tenuta finanziaria del nostro sistema”. “Il compito di guidare il percorso dell’Area Vasta – dice il direttore dell’Asur, Gianni Genga - spetta alla Direzione, supportata dal tessuto dirigenziale dell’AV2. Il management, accanto alle azioni istituzionali previste, ne ha anche un altro, importantissimo e decisivo: la valorizzazione delle persone. Se le organizzazioni sono indispensabili e i ruoli vanno definiti con chiarezza, il tutto però si concretizza grazie alla componente umana”. I dipendenti complessivi dell’Area AmministrativaTecnico-Logistica (ATL) dell’Area Vasta 2 sono 720, di cui 203 per l’amministrazione e 517 addetti agli sportelli e ai servizi per i cittadini. “Di questi 720 – rileva il direttore dell’AV2 Giovanni Stroppa –

105 sono quelli destinati alla sede centrale. Per i servizi che qui sono già attivi, sono già oggi operativi, tra dirigenti e comparto, 80 unità. Nell’ottica del c o m p l e t a m e n t o dell’organizzazione, i dirigenti stanno articolando i rispettivi organigrammi ed individuando le necessità di personale nel rispetto delle relative funzioni, delle professionalità, definendo l’organico della sede centrale e disegnando le possibili articolazioni sul territorio delle stesse funzioni. Allo scopo sarà attivata la mobilità per ricoprire le unità mancanti e riequilibrare l’assetto delle varie strutture. Mobilità che, è bene sottolinearlo, sarà di natura volontaria”. LA SCHEDA / Area ATL – Sede direzionale Area Vasta n. 2 L’organizzazione dell’Area Amministrativa-tecnicalogistica (ATL) dell’ASUR è definita dalla determina ASUR n. 1112 del 14 dicembre 2011 (“Regolamento di organizzazione Area ATL Aziendale – Determinazioni”) approvata dalla Giunta

Regionale delle Marche con sua Deliberazione n. 2 del 9 gennaio 2012. L’area ATL svolge funzioni di supporto a tutte le strutture organizzative aziendali, con particolare riguardo a quelle aventi come fine primario l’erogazione di assistenza sanitaria. In relazione al disegno complessivo del servizio sanitario regionale attuato con l’adozione della Legge 17/2011 che ha eliminato le Zone Territoriali e istituito le Aree Vaste come unico livello t e r r i t o r i a l e amministrativamente autonomo, si è resa necessaria la riorganizzazione delle attività amministrativo-tecnicologistiche. Attraverso l’area ATL di Area Vasta, si esplicano alcune funzioni strategiche proprie e quelle delegate dalla Direzione Generale, finalizzate allo sviluppo e al miglioramento dei servizi erogati e al conseguimento dell’equilibrio economicofinanziario. Le aree ATL di Area Vasta, con una sede amministrativa unica come da L.R. n. 17/2011, con

capacità operativa e autonomia gestionale predeterminate, avranno il compito di supportare le prestazioni incluse nei LEA (Livelli essenziali di assistenza), l’equo accesso ai servizi e alle funzioni di tipo sanitario, sociale e di elevata integrazione sanitaria. Nell’Asur l’Area ATL è articolata in Aree Dipartimentali che hanno il compito di indirizzare e coordinare l’attività amministrativa di Area Vasta nel senso di: Un utilizzo efficiente e razionale delle risorse disponibili; Promuovere e sviluppare percorsi di accrescimento delle competenze professionali e della qualità dei risultati. Le strutture operative ATL di Area Vasta, sono quelle individuate secondo le indicazioni normative regionali e svolgono funzioni proprie e delegate, a supporto dei processi tipicamente di governo clinico, territoriali e ospedalieri. La struttura ATL dell’Area Vasta n. 2 situata a Fabriano

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presenta la seguente organizzazione: Segreteria di direzione: svolge funzioni di supporto alla Direzione di Area vasta, ha competenza in merito ad Affari Generali e Contenzioso. Supporto al controllo di Gestione: svolge funzioni di supporto alla Direzione di Area Vasta, definizione del budget e funzioni di reportistica riguardante l’andamento della gestione Aziendale. Monitoraggio dei costi e della contabilità analitica, dei processi e procedure. Libera professione e recupero crediti prestazioni sanitarie: il processo di lavoro libera professione va riferito a tutte le attività sanitarie siano esse ambulatoriali che di ricovero svolte in regime di libera professione dal personale della dirigenza medica e veterinaria del SSN, nonché dal personale della Dirigenza Sanitaria che non abbia espresso opzione per l’attività libero professionale extramuraria. Provvede inoltre al recupero di tutti i crediti da prestazioni sanitarie. Ufficio relazioni con il pubblico: garantisce l’informazione e la comunicazione sia all’interno che all’esterno dell’A.V. n. 2. Gestione graduatorie regionali: svolge funzioni per la medicina convenzionata e per la gestione di graduatorie regionali. Gestisce la segreteria del Comitato Zonale Specialistico della Provincia di Ancona e la liquidazione borse di studio e Polo Didattico della Provincia di Ancona. Sistema informativo: garantisce la gestione della infrastruttura tecnologica dell’ICT, attività di supporto ai sistemi gestionali sia sanitari che amministrativi. Formazione: svolge funzioni per la gestione delle attività di formazione ed aggiornamento del personale Area Vasta 2. Direzione amministrativa territoriale: gestione giuridica, economica e previdenziale della specialistica ambulatoriale e della medicina convenzionata; rapporti con le strutture private accreditate, residenze protette; gestione anagrafe assistiti; adempimenti privacy; archivi distrettuali; coordinamento attività di segreteria di distretto; gestione Front Office

territoriali; supporto amministrativo Screening; gestione assistenza sanitaria integrata e protesica. Direzione amministrativa ospedaliera: gestione amministrativa dei presidi ospedalieri; gestione, monitoraggio e rilevazione tempi di attesa prestazioni specialistiche ospedaliere secondo la normativa regionale vigente; gestione, accettazione segreterie servizi – dipartimenti ospedalieri; gestione casse ticket–CUP ospedaliere; gestione portinerie e centralino; gestione e programmazione trasporti sanitari. Acquisti e Logistica: raccolta, rilevazione, razionalizzazione e coordinamento dei fabbisogni beni e servizi; espletamento delle procedure di gara; programmazione strategica ed elaborazione di piano di approvvigionamento; acquisizione beni e servizi; gestione centralizzata ed operativa dei servizi logisticoeconomali esternalizzati Patrimonio nuove opere e attività tecniche: svolge attività inerenti il patrimonio disponibile ed indisponibile immobiliare in raccordo con la corrispondente articolazione centrale; gestisce l’iter realizzativo del settore nuove opere/appalti; gestisce processi connessi alla gestione e manutenzione degli impianti, delle utenza e attività correlate. Gestione personale: gestione giuridica, economica e previdenziale delle risorse umane operanti in Area Vasta n. 2; gestione della dotazione organica e definizione delle politiche di reclutamento del personale; relazioni sindacali. Nelle sedi amministrative centrali saranno operative tutte le UU.OO. Complesse. Segreteria di Direzione, Personale, Provveditorato, Bilancio, Controllo di Gestione saranno completamente centralizzate con possibili articolazioni sul territorio. Le altre funzioni (Gestione servizi informatici, Gestione graduatorie regionali, Nuove opere ed attività tecniche, Direzione amministrativa ospedaliera, Direzione amministrativa territoriale) pur governate dalla sede centrale avranno una maggiore articolazione sul territorio.


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L’APPUNTAMENTO

Sport come cultura, si presenta un fine settimana incredibile al Teatro delle Muse ed al Palaindoor di Ancona

ANCONA Fine settimana incredibile: sabato 15 mattina (8,3012,15) tutti al Teatro delle Muse - Ancona con Andrea Lucky Lucchetta che farà riflettere gli oltre mille presenti attraverso il suo film d’animazione sulla disabilità e lo sport IL SOGNO di BRENT e sarà coadiuvato dal Comandante della Polizia stradale delle Marche Alfredo Catenaro con insegnamenti pratici inerenti il concetto “Tenersi stretta la vita”. I giovani studenti della 3° media e 1° 2° 3° superiore

potranno ricevere una maglietta celebrativa dell’evento e valutare anche i Campionati Italiani Paralimpici di Atletica Leggera che verranno presentati in pompa magna con atleti di livello internazionale cui i ragazzi potranno rivolgersi per meglio comprendere cosa significa fare sport ed amare lo sport.I partecipanti alla conferenza stampa in sala giunta del Comune di Ancona hanno parlato attorno ai valori dello sport ed alla parità di diritti di fare sport, dell’importanza del

fare sport senza pensare alle differenze “. Fantastico evento (Assessore allo Sport Andrea Guidotti) che toccherà questioni molto importanti e che vedrà la forte promozione di temi assai rilevanti come quello dello sport praticato da diversamente abili e della sicurezza stradale”. “Eventi come questi sono preziosi (Assessore alla Cultura Paolo Marasca) anche perché parlano direttamente ai giovani sensibilizzandoli su questioni di primaria importanza”. “Un evento epocale rivolto al movimento sportivo per disabili (Luca Savoiardi Presidente Cip Marche) l’abbinamento dei Campionati Italiani Paralimpici ad altre

manifestazioni di straordinario interesse come * Il Sogno di Brent * e siano partecipati in modo così massiccio dal mondo della Scuola”. “Gli indoor sono diventati una piacevole consuetudine per Ancona (Fabio Luna -Delegato Prov. CONI Ancona) è molto importante per la parità nello sport. Da diversi anni stiamo lavorando con il Comitato Paralimpico per alimentare la giusta cultura sportiva e sensibilizzare giovani e meno giovani”. “La decisone (Michelangela Ionna - Ufficio Scolastico Regionale) di coinvolgere il Mondo Scuola rappresenterà un importantissimo punto di partenza per … comprendersi”.

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“Grazie all’organizzazione di questo evento (dirigente Polizia stradale Ancona Alfredo Catenaro) avremo la possibilità di parlare davanti a mille ragazzi sensibilizzandoli sulla sicurezza e prevenzione stradale e soprattutto far comprendere l’importanza di tenersi stretta la vita”. Infine “La manifestazione (Presidente dell’Anthropos Nelio Piermattei) è diventata un momento nevralgico della stagione di atletica: basta osservare che si è superato il tetto dei 200 atleti iscritti (226 le iscrizioni, 112 Fisdir e 114 Fispes) e tra essi ci saranno molti atleti reduci dai fasti di Londra 2012, dai Campionati Mondiali IPC di Lione 2013 e dai campionati del mondo di

Reims in Francia, dove si è laureato bi-campione del Mondo Ruud Koutiki, atleta dell’Anthropos, nei 60 m e 200 m indoor”. “Avete detto tutto e desidero solo sottolineare (Simone Forani, delegato Fispes regionale) che i partecipanti quest’anno saranno ancora più numerosi degli anni scorsi: voglio fortemente farvi comprendere che questo fatto per noi tutti rappresenta già un grandissimo successo”. Il tutto gestito con la solita maestria del conduttore Andrea Carloni coadiuvato dalla ottima cooperazione dello staff comunicazione del Comune di Ancona. (t.p.) -----------------Nella foto: i partecipanti alla conferenza in Comune


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IL SUCCESSO

Elisa Di Francisca incanta l’Ariston La Boutique Coltorti ancora protagonista nell’esaltare la bellezza dell’atleta jesina SANREMO Esattamente a un anno di distanza, la straordinaria Elisa Di Francisca è tornata al Teatro Ariston di Sanremo portando con sé tutto l’orgoglio made in Marche. L’atleta jesina, dopo aver vinto la nona edizione della fortunata trasmissione Ballando con le stelle, ha trionfato di nuovo al 54esimo premio regia televisiva. La serata è stata presentata da Fabrizio Frizzi e Ballando con le stelle è stato uno dei programmi premiati visto il grandissimo successo in special modo dell’ultima edizione. A ritirare l’ambito “Ripetitore d’oro” la conduttrice Milly Carlucci accompagnata da Paolo Belli e dai finalisti della nona edizione. Sul palco quindi anche una sinuosa Elisa Di Francisca, che ancora una volta ha scelto l’eleganza delle boutique Coltorti per un evento così importante. «Sanremo con i miei amici di Ballando con le stelle. Total

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look Maurizio Coltorti» ha scritto l’olimpionica sulla propria pagina Facebook poco prima di salire sul palco. Così come aveva fatto per l’edizione del Festival di Sanremo 2013, l’atleta ha scelto la classe e la consulenza del multibrand jesino, che ha composto per lei un outfit con abito, calzature e gioielli che ben si abbinavano al prestigioso trofeo. E così come lo scorso anno, è stato il rosso il colore scelto per esaltare le splendide forme di Elisa Di Francisca. Insomma, Jesi ancora una volta protagonista: con una delle atlete che più ci hanno fatto sognare alle Olimpiadi, jesina D.O.C., e con l’eleganza di Coltorti che riesce ancora una volta a superare i confini del territorio ammaliando milioni di telespettatori. --------------------Nelle foto: Elisa Di Francisca sul palco del Teatro Ariston di Sanremo


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LA MANIFESTAZIONE

Giada Toni e Alessandro Pucci si aggiudicano il premio e il pass per la finale nazionale del format scientifico Famelab

ANCONA Sono due studenti di medicina, Giada Toni e Alessandro Pucci, i finalisti della tappa anconetana di Famelab che accedono alle finali nazionali italiane del format scientifico del 3 maggio 2014 a Perugia. Giovedì 13 marzo 2014 si è svolta ad Ancona, presso l’aula magna dell’Università Politecnica delle Marche la semifinale di Famelab, il talent show della scienza

patrocinato dall’Assemblea Legislativa delle Marche, che in tre minuti e con una buona dose condensata di concetti scientifici si sono aggiudicati il pass e il premio per Perugia. Una sessione, quella di Ancona, che dal mattino al pomeriggio ha visto sfidarsi ben 13 candidati tra studenti e ricercatori dai più svariati argomenti presentati alla giuria e al pubblico intervenuto alla Politecnica di

Ancona: dalla fecondazione alla sequenziazione del Dna, dalla meccanica alla matematica, dalla gestione dell’ansia ai riflessi istintivi, dalla dilatazione dei vasi sanguigni grazie alla cioccolata fino alla luminescenza del mondo animale. Tre minuti e una manciata di parole per comunicare al pubblico, con la tensione di dover concentrare in 180 secondi un argomento

scientifico e l’impossibilità di sfruttare slides o materiali di studio: questa è la sfida che Giada Toni (1° classificata) e Alessandro Pucci (secondo) hanno vinto aggiudicandosi, oltre al pass per la finale nazionale di Perugia anche un premio in denaro (rispettivamente 400 e 200 euro). Il vincitore nazionale si confronterà poi con i vincitori della competizione che si svolge in contemporanea in

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altri 24 paesi del mondo. La finale internazionale sarà a giugno nel Regno Unito durante il Cheltenham Science Festival di giugno. In giuria c’erano alcuni esperti provenienti dal mondo della scienza e della comunicazione: l’attore Mauro Pierfederici, il preside della facoltà di ingegneria della Politecnica Dario Amodio e il prof. Silvio Cardinali, delegato alla comunicazione dell’Univpm

che hanno ammesso di aver faticato molto per valutare i 13 ragazzi. Il premio è stato consegnato dal rettore prof. Sauro Longhi. Tutte le informazioni sull’evento promosso da Ancona grazie allo staff di fosforo – la festa della scienza di Senigallia – sono su: www.famelab-italy.it o p p u r e www.fosforoscienza.it e tramite posta elettronica ancona@famelab-italy.it.


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L’INCONTRO

Paola Maria Minucci delizia il pubblico con le poesie di Kavafis e chiude alla grande il ciclo della Biblioteca di Moie di VINCENZO PREDILETTO MOIE Appena arrivati nello splendido complesso restaurato dell’ex Fornace eFFeMMe23 di Moie trasformato in una funzionale ed accogliente Biblioteca, prima di accomodarci al piano nobile per partecipare –giovedì 6 marzo- all’incontro conclusivo del ciclo “Scrittori leggono Scrittori” dedicato quest’anno ai poeti e curato in maniera impeccabile da Massimo Raffaeli e Francesco Scarabicchi, siamo stati quasi catturati dal pannello d’ingresso dal titolo “Astrazioni Naturalistiche 1976-1979” che introduceva all’originale mostra di Giannetto Magrini nei suggestivi spazi in laterizi al pianterreno della struttura originaria. Completata l’emozionante visita alle composizioni innovative e sperimentali realizzate negli anni ’70 dal poliedrico artista jesino ( ci hanno particolarmente colpito alcuni oli ed acrilici su tela come “Natura-lizzata” del 1977,”Fantastico pesce” del ’78 e soprattutto “Grande utero materno” del ’79), ci siamo ben predisposti alla presentazione magistrale del poeta greco –alessandrino Costantinos Kavafis da parte di Paola Maria Minucci, appositamente giunta da Roma su invito dei due curatori della bellissima rassegna. Massimo Raffaeli, critico letterario e co-curatore, ha ringraziato il numeroso pubblico per la presenza all’ultimo appuntamento dedicato ad un poeta straordinario, autore di

relativamente poche poesie, ma la cui grandezza è inversamente proporzionale alla produzione di appena 154 liriche pubblicate postume nel 1936. A parlarci di Costantinos Kavafis è oggi la voce per antonomasia, Paola Maria Minucci, insigne grecista che insegna all’Università La Sapienza di Roma. Passa subito la parola a Francesco Scarabicchi, il quale afferma che “ l’ultima candela che accendiamo è oggi per un poeta che Pasolini, al pari di Saba, riteneva uno dei 3 grandi del Novecento insieme ad Apollinaire e a Machado per intensità lirica e verità di pensiero. E per fare un omaggio a Kavafis, legge la struggente poesia “Candele”, in cui si possono avvertire lontane consonanze con Leopardi (analogia tra le candele spente e la fugacità del tempo che passa). La Minucci, felice d’incontrare i due colleghi curatori, li ringrazia dell’invito e definisce “bellissima” la

poesia letta come introduzione da Scarabicchi. Lei dichiara di occuparsi di poesia neogreca dal lontano ’73; Kavafis fu il primo poeta letto e subito avvertì un fortissimo desiderio di trovare testi su Kavafis ed approfondirne gli studi. Lei è in effetti la nona traduttrice, fedele nel riportarne l’essenzialità classica, attenta alla rima e sacrificando a volte la linearità dell’autore nel suo testo “POESIE D’ AMORE e DELLA MEMORIA”( dedicato alla memoria del grande poeta Alfonso Gatto per l’amore che lo legò alla poesia di Kavafis) dato alle stampe nel 2006,presto esaurito,dalla Newton Compton nella collezione Grandi Tascabili Economici ed in corso di ristampa, con le 154 poesie da lui riconosciute, alcune rifiutate ed altre incompiute ed inedite, oggi ricostruite. Kavafis è un poeta greco particolare, della diaspora; nato nel 1863 ad Alessandria d’Egitto, ultimo di nove figli da genitori greci discendenti da ricche famiglie

aristocratiche di Istanbul. Morto il padre nel 1870, la famiglia si trasferì per 7 anni a Londra, ove prese la cittadinanza inglese e poi per tre anni nella casa del nonno materno a Costantinopoli, ove approfondì gli studi di storia greca e bizantina. Nel 1885 tornò ad Alessandria, prese la cittadinanza greca rinunciando con coraggio a quella inglese, lavorando per tutta la vita come impiegato precario al Ministero dell’irrigazione alle dipendenze inglesi, quindi senza prospettive di carriera perché cittadino greco. Pur essendo stato appena 3 volte in Grecia, la sua è in sostanza una Grecia interiore. Paola legge la poesia “Cesarione”del 1918,in cui l’ispirazione storica s’intreccia con quella erotica, affettiva,sentimentale. L’eccezionalità di Kavafis sta nel fatto fenomenale che anche oggi si legge come un contemporaneo,pur essendo contemporaneo di D’Annunzio ed appena 4 anni più giovane di Pirandello,

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benché nato in un’Alessandria colonizzata dopo l’apertura del Canale di Suez. Lì conobbe Marinetti, Pea ed Ungaretti, ma fu emarginato non solo culturalmente. In Alessandria, città cosmopolita e vivacemente plurilingui sta come la Trieste di Saba, Kavafis adoperò una lingua più arretrata rispetto alla madrepatria, una lingua mista tra dotta e popolare; nondimeno,seppe modulare i due registri con tale saggezza compositiva che nessuna traduzione può mai rendere. Paola legge “Mura”-1897-, poesia di dolente emarginazione e “Le finestre”, con cui si chiude il punto morto del suo pessimistico mondo poetico. L’attore Giorgio Sebastianelli nel primo intermezzo interpreta un brano tratto dalle prose di Kavafis e successivamente la relatrice legge “Un vecchio” del 1894, dove s’avverte la paura d’immaginarsi già vecchio benché trentenne. Si coglie il nucleo della visione poetica di Kavafis nella produzione giovanile: poesia della memoria e del desiderio, poesia come sentimento del “tempo perduto” e come trasposizione drammatica. Egli stampava poesie su foglietti volanti che poi spediva agli amici ed ai suoi lettori, spesso le correggeva, rielaborava e rispediva. E per concludere l’excursus su uno dei maggiori rappresentanti della letteratura neoellenica, interprete raffinato ed originale del decadentismo

europeo, la relatrice riserva un altro omaggio al pubblico, “Miris- Alessandria ,340 d.c.” del 1929, che rappresenta la vetta massima dell’opera kavafiana,con tutte le voci della memoria, le immagini d’amore ed i motivi tematici che ispirarono la sua produzione lirica. Massimo Raffaeli, quindi, ringrazia la gentile ospite ed osserva che è davvero difficile leggere e parlare di Kavafis così bene ed in modo stimolante e coinvolgente. Dà poi appuntamento al pubblico che ha molto gradito l’incontro ed agli appassionati d’arte e poesia per giovedì 13 per l’inaugurazione della mostra di incisioni di Nicola Montanari e per la presentazione dell’ultimo testo del collega Scarabicchi, “Nevicata, con un forte “grazie a tutti di cuore” ed un ringraziamento speciale a chi ci ospita in questa magnifica struttura, peraltro pubblicamente lodata ed apprezzata anche dalla Minucci, esempio di come la politica- se ben usata- è fonte di ricchezza per tutti. Invitato al tavolo da Raffaeli, prende alla fine la parola l’assessore alla cultura di Moie, Sandro Grizi, il quale- seppure alla fine del suo mandato amministrativo- sottolinea “ con orgoglio d’aver creduto in quest’avventura, facendo qualcosa di buono e di validoperché è il nostro compito- in questa struttura che è stata riempita di bello in questi anni, facendoci gustare e vivere emozioni vere. La cultura non è un lusso, è un diritto. La cultura è il nostro sentimento e nessuno ce lo può togliere”.


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LA PROPOSTA

Abbattere la ciminiera significa cancellare un pezzo di storia della città La riqualificazione funzionale resta ancora possibile SENIGALLIA A quanto pare l’Amministrazione comunale è sempre più decisa ad abbattere la ciminiera dell’ex Sacelit-Italcementi, simbolo della produttività della città. Ed avrebbe già trovato anche i fondi necessari (che poi erano quelli che davvero mancavano) per l’intervento di cancellazione di un manufatto che fa parte della storia di Senigallia. Fondi che provengono dall’escussione di una parte delle polizze fidejussorie, dopo un accordo con Banca Marche. In arrivo un milione di euro (la fidejussione era per venti milioni), denaro che sarà utilizzato per l’abbattimento della ciminiera (300.000 euro), per il completamento del sottopasso di via Mamiani, da anni realizzato dalle Ferrovie e mai entrato in funzione, e per la realizzazione di un parcheggio da 500 posti. Ma è davvero giustificabile tanta fretta? E, soprattutto, è giusto, spendere tanto denaro? Quando invece si potrebbe trovare un’intesa per il recupero della ciminiera, facendola, per giunta, diventare un nuovo simbolo della Senigallia turistica? Dell’argomento ci siamo occupati in più circostanze, dicendo chiaramente che la decisione per la conservazione della ciminiera della Sacelit-

Italcementi deve passare attraverso una sua utilizzazione fruibile, capace di produrre redditività, altrimenti prevarrà l’opinione favorevole alla demolizione, giustificata dai pesanti oneri di manutenzione, senza finalità, necessari a

garantirne la stabilità. Queste considerazioni, ad esempio, sono implicite nella proposta progettuale dell’ingegner Paolo Landi che la immagina come nuovo monumento urbano, sulla cui sommità è realizzata una piattaforma panoramica con

punto ristoro, che ambisce a divenire salotto e ritrovo urbano, che apre dall’alto con una visuale di 360 gradi, ad una straordinaria focalizzazione sul centro storico e sulle parti significative della città. Rappresenterebbe

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l’elemento dominante della darsena Bixio, la futura piazza d’acqua, in un’ottica di riqualificazione urbana, come luogo naturalmente vocato a diventare cuore pulsante della città e cerniera d’unione tra il centro storico, il porto e i lungomare che in

essa realizzerebbero una perfetta e ottimale congiunzione. L’ipotesi progettuale prevede il consolidamento della ciminiera con il rinforzo della fondazione e con una camicia di calcestruzzo che la riveste e che sostiene a sbalzo una scala elicoidale che dà accesso alla nuova piattaforma collocata in sommità, raggiungibile anche da una coppia di ascensori panoramici, collocati su una seconda torre attigua aperta e, unita alla ciminiera anche a livelli intermedi su alcuni pianerottoli dello scalone. Architettonicamente si intende trasmettere il messaggio simbolico della smart city con una dotazione di pale eoliche orizzontali a cipollotto e di pannelli fotovoltaici sulle coperture delle torri, con questi ultimi posizionati anche sulla copertura del locale pubblico da realizzare alla base, infine una vegetazione rampicante avvolgerà le torri secondo la filosofia emergente del bosco verticale. Il costo stimato dell’intervento è inferiore ai 2 milioni di euro che, con una simulazione di fattibilità economica basata su una previsione di 130.000 visitatori annui, su un tiket d’accesso di 3 euro e su un costo annuo di gestione di 150.000 euro, fa prevedere un comodo e completo


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LE SUE VALLI Nel 2009 l’allora presidente (ed ora commissario straordinario) della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande Esposto, scrisse: “Secondo alcuni, nell'ambito del progetto urbanistico di riqualificazione dell'ex area Sacelit, che creerà nel cuore di Senigallia un polo di eccellenza turistica, la ciminiera del complesso industriale dovrebbe essere abbattuta perché - sostengono - "ci ricorda un periodo che tutti vogliamo dimenticare". Non sono d'accordo. E lo dico, prima che da rappresentante istituzionale, da cittadina senigalliese, da figlia di chi, in quella fabbrica, ha trascorso una vita tra sudore e cemento, da donna che rivendica pienamente l'appartenenza a una storia politica e sindacale alla quale si deve ciò che oggi Senigallia è e si appresta a divenire”

ammortamento dei costi entro 10 anni. Il soggetto attuatore dell’intervento viene identificato nell’attuale proprietà, ma potrebbe essere rappresentato anche dall’amministrazione comunale o da un investitore terzo, con la ciminiera concessa nelle condizioni attuali ad un valore simbolico, compensato da una riduzione effettiva degli oneri complessivi per l’urbanizzazione competente

all’intervento della SacelitItalcementi. Alla sostenibilità economica che andrebbe a muovere l’intervento non può essere sottaciuto il beneficio intangibile che andrebbe ad aggiungere un nuovo elemento di identità per la città in grado di contribuire alla costruzione di un’immagine di eccellenza. Ma per ribadire che sono tanti i senigalliesi contrari alla demolizione della ciminiera, ultimo baluardo di una

Senigallia che non c’è più, desideriamo, in questa circostanza, riportare quanto ha scritto il 20 luglio 2009 l’allora presidente (ed ora commissario straordinario) della Provincia di Ancona, la senigalliese Patrizia Casagrande Esposto. “Secondo alcuni, nell'ambito del progetto urbanistico di riqualificazione dell'ex area Sacelit, che creerà nel cuore di Senigallia un polo di eccellenza turistica, la ciminiera del complesso

industriale dovrebbe essere abbattuta perché sostengono - "ci ricorda un periodo che tutti vogliamo dimenticare". Non sono d'accordo. E lo dico, prima che da rappresentante istituzionale, da cittadina senigalliese, da figlia di chi, in quella fabbrica, ha trascorso una vita tra sudore e cemento, da donna che rivendica pienamente l'appartenenza a una storia politica e sindacale alla quale si deve ciò che oggi Senigallia è e si appresta a divenire. “Una storia di progresso che forse alcuni vorrebbero iniziata oggi o m a t e r i a l i z z a t a s i all'improvviso, di punto in bianco, priva di ogni ancoraggio con il passato. Chissà, forse è proprio così, è quello stretto legame con quel passato poi non così lontano, il destinatario della spallata con la quale si vorrebbe abbattere la vecchia ciminiera. “Un simbolo che quella storia la rappresenta e sta lì fiero a ricordarcela. Ci ricorda sì anni difficili, ma anche anni di intensa passione sociale e civile in cui si usciva dalla guerra con la rinnovata speranza di costruire un modello di società fondato sulla giustizia e la dignità del lavoro. Gli anni delle lotte operaie per i diritti, per il salario, per la sicurezza. “Gli anni del dopoguerra, del riscatto sociale del movimento operaio e di quello contadino che, compatto, sosteneva le vertenze dei lavoratori dell'Italcementi e della Sacelit (e viceversa). Gli anni degli imponenti scioperi,

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come quello del 1961, durato ben 39 lunghissimi giorni, che seppe coinvolgere nella partecipazione e nella realizzazione di una rete solidale a sostegno dei lavoratori tutta la città. Gli anni del declino e della chiusura, che non costerà solo centinaia di posti di lavoro ma, con il drammatico emergere del problema della sicurezza, anche molte vite. “I lavoratori e le loro rappresentanze sindacali, a Senigallia sono stati artefici di un contributo che, interpretando i bisogni, le sofferenze e i sogni di larga parte della popolazione, ha consentito una crescita e uno sviluppo non solo economico che oggi distingue nei valori la nostra comunità da altre

realtà. Ecco perché trovo giusto che la vecchia ciminiera possa restare lì al suo posto: un topos architettonico che testimoni ai cittadini di oggi e di domani, come ai turisti di passaggio, la memoria delle nostre origini e della nostra identità”. Basterebbe solo questo per far riflettere gli amministratori della città. Anche perché un’intesa per il recupero della ciminiera potrebbe essere trovata in pochi mesi. Con un doppio risultato: risparmio (notevole) di soldi pubblici e riqualificazione. ------------------Nelle foto: la ciminiera della Sacelit-Italcementi vista da varie angolazioni e il progetto di recupero e riqualificazione firmato dall’ingegner Landi


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URBANISTICA

Occorre rivisitare il progetto dell’ex Arena Italia per renderlo economicamente valido e far partire l’intervento di riqualificazione dell’area SENIGALLIA Sono state diverse, nelle ultime settimane, le osservazioni presentate al progetto, adottato dalla Giunta comunale, per il recupero dell’ex Arena Italia. Osservazioni che verranno ora valutate con attenzione, volte soprattutto a mitigare l’impatto dell’edificio sul paesaggio urbano del centro (altezze e volumi), a rendere l’architettura più sobria e a d i m i n u i r e l’impermeabilizzazione del terreno (aumentando l’area verde). Alcune osservazioni mirano a valorizzare ulteriormente la valenza estetica del progetto che, del resto, non preclude le attuali prospettive visuali su Porta Lambertina e contribuisce sicuramente a dare nuovo impulso al centro della città. Ma resta il problema, non secondario, al di là delle discussioni, spesso in stretto linguaggio politichese, della insufficiente sostenibilità economica. Il che – diciamolo chiaramente – difficilmente potrà portare alla luce il progetto, tanto che, al momento, non vi sarebbero imprenditori disposti ad intervenire. E c’è quindi chi, con specifiche osservazioni, ha ritenuto di dover presentare delle proposte di riordino progettuale per riportare alla luce le mura, onde soddisfare alle prescrizioni della scheda tecnica, mantenendo

inalterata la scatola volumetrica, riuscendo inoltre a recuperare un piano, a parità di altezza complessiva, e a raddoppiare la superficie

commerciale del piano terra con l’eliminazione del porticato e con una diversa collocazione della rampa di accesso ai garage. Una

rivisitazione progettuale che, senza dover aumentare l’altezza dell’edificio, porterà ad una superficie utile lorda di 2026 metri quadrati, a

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fronte degli attuali 1298, con un sensibile aumento (58,5%) che ripristinerebbe appieno un’operatività sostenibile. Nella stessa

osservazione viene anche indicato il vantaggio derivante dalla rampa alternativa, che consentirebbe anche l’accesso ad un ulteriore livello interrato, per una capacità complessiva, tra garage e posti macchina, di 53 unità, quindi superiori alle esigenze della palazzina, con una parte residuale proponibile ai residenti del quartiere. Ed è chiaro che, aumentando la superficie lorda, il progetto diverrebbe più interessante anche dal punto di vista della fattibilità. E, nonostante la grave situazione economica del Paese, si potrebbe procedere in tempi relativamente brevi, al recupero ed alla riqualificazione di una delle aree più importanti del centrocittà. Secondo l’assessore all’Urbanistica Simone Ceresoni “il progetto, così come studiato, non soffoca né offusca la Porta Lambertina, monumento che rimane nella sua centralità, in asse con via Carducci, in quanto il nuovo edificio progettato è fortemente arretrato e nella sua posizione di quinta urbana copre, semmai, i palazzoni multipiani eretti nel quartiere tra gli anni ’60 e ’70 e mette al centro del progetto il restauro delle mura settecentesche sia quelle fuori terra, che quelle ad oggi invisibili in quanto i resti sono posti nel sottosuolo”.


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VERSO IL VOTO

Il candidato sindaco Becci: “A Montemarciano serve un’amministrazione vera”

MONTEMARCIANO Una gestione più oculata del patrimonio immobiliare pubblico, abbattimento degli sprechi, una vocazione turistica per rilanciare l’economia e l’integrazione dei quartieri. Risparmi e maggiori entrate che consentiranno di avere una manutenzione puntuale del territorio (strade, marciapiedi, verde, corsi d’acqua, fossi, costa), un paese con livelli più alti di sicurezza urbana. Bernardo Becci ha condiviso e discusso i punti principali del programma con i cittadini di Montemarciano ieri sera nella sede del movimento civico durante un’assemblea molto partecipata.

Dopo gli incontri di Marina, Cassiano e Gabella, un altro importante e partecipato momento di confronto e dialogo. “Abbiamo condiviso anche con i cittadini di Montemarciano la nostra idea di cambiamento – spiega Becci - Il turismo è un obiettivo strategico di lungo periodo. Questa vocazione consentirà di costruire identità, senso di appartenenza e sarà artefice di un forte rilancio dell’economia”. Tra le richieste dei cittadini, quella di una diversa viabilità del centro storico. La chiusura di un senso di marcia in via IV Novembre, nel 2007, decisione portata

avanti dall’attuale amministrazione, ha causato disagi a cittadini e attività economiche, svuotando il centro del paese e creando ingorghi in prossimità dei plessi scolastici. Lasciando inevase, tra l’altro, le legittime richieste di sicurezza da parte dei residenti. La giunta in questi anni ha lavorato per acuire le divisioni tra i cittadini e, proprio in settimana, ha ribadito questa politica incontrando i soli residenti della via. Si tratta una problematica comune a tutti come fosse un argomento per pochi intimi.

Noi pensiamo che la via d’accesso principale vada riqualificata ma questo non deve andare a discapito del resto del borgo che, prima di tutto, deve essere liberato dal traffico pesante. Solo così si potrà coniugare una viabilità migliore con la sicurezza stradale richiesta. Altro tema emerso e messo al centro del dibattito quello della scuola e dell’edilizia scolastica. Senza dubbio una tra le sfide più impegnative della prossima legislatura, tenuto conto che nel 2019 scade l’agibilità dell’edificio monumentale di via Marotti

che oggi ospita elementari e medie. Gli attuali amministratori hanno perso 5 anni tra indirizzi contraddittori e mancanza di una visione unitaria. Secondo Progetto Montemarciano la soluzione sta nell’intervenire sull’edificio monumentale ampliandolo e legandolo a una riqualificazione che coinvolga anche l’area della palestra. Questo consentirà di risparmiare consistenti risorse economiche, migliorare la qualità della struttura, eliminare il degrado dell’area retrostante ed

evitare ulteriore consumo di suolo con nuove edificazioni. “Ci presentiamo – ha concluso Becci - come il cambiamento. Abbiamo avuto una grande risposta dai cittadini e questo ci dà entusiasmo ed energia per andare avanti. Continueremo a incontrare le persone e a condividere con loro le nostre proposte. A Montemarciano serve un’amministrazione vera. Voltiamo pagina”. -------------------Nelle foto: il candidato sindaco di Montemarciano, Bernardo Becci, ed un’assemblea pubblica

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L’INCONTRO

Alex Britti autografa la nuova chitarra elettrica del Cag Bubamara E’ tutto pronto per la sala prove del Centro di aggregazione giovanile SENIGALLIA I virtuosismi di Alex Britti hanno entusiasmato sabato scorso il Teatro La Fenice dove il bravo e talentuoso chitarrista romano ha fatto tappa con il suo "Bene così" Tour. Britti è un vero talento artistico, un musicista che per amore della musica non ha mai mollato ed ha sempre inseguito il suo sogno e la sua passione per la chitarra. E dunque il musicista Alex Britti, il chitarrista di talento, diventa una sorta di testimonial e di esempio positivo per i tanti ragazzi che inseguono un sogno: ecco perchè dopo il concerto di sabato scorso i ragazzi della Consulta dei Giovani e del Centro di Aggregazione Giovanile Bubamara (Via Abbagnano), insieme all'operatore, hanno incontrato il musicista e cantautore romano che ha lasciato la sua firma sulla nuova chitarra elettrica

appena acquistata per la sala prove del Bubamara. Un gesto importante ed un'esortazione ai giovani perchè seguano sempre le loro passioni e i loro sogni. La musica è infatti passione, aggregazione e opportunità per tanti giovani che al CAG Bubamara potranno trovare una nuova sala prove completamente rinnovata e che verrà inaugurata nei prossimi giorni. Oltre alla chitarra elettrica autografata da Alex Britti, la sala prove dispone di specifiche attrezzature professionali che saranno presto presentate e messe a disposizione dei tanti ragazzi della città appassionati di musica. ----------------------Nelle foto: accanto al titolo Alex Britti mentre autografa la nuova chitarra elettrica del Centro di Aggregazione giovanile di Senigallia; qui accanto foto di gruppo, presente l’assessore Gennaro Campanile

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L’APPUNTAMENTO

Cemak col suo mare d’inverno ha aperto a Palazzo del Duca gli incontri con l’autore

SENIGALLIA E’stato l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni ad aprire il Workshop di fotografia dell’evento d’arte, che ha interessato allievi e docenti del corso di fotogiornalismo del Musinf, coordinato da Giorgio Pegoli. Ospite della serata al palazzo del Duca è stato Leonardo Cemak. “Poniamo come premessa della fotografia dell’evento d’arte”, ha spiegato il professor Carlo Emanuele Bugatti, direttore del Musinf, “lo studio della personalità dell’artista e del significato delle sue opere, anche se nell’evento confluiscono altri elementi caratterizzanti, come l’interazione con l’ambiente espositivo, la relazione tra il pubblico e l’opera d’arte, tra il pubblico e l’artista”. Per un fotogiornalista la via più immediata per conoscere l’artista è porgli delle

domande sulla sua vita e sulla sua esperienza artistica. A titolo manifestamente didattico, usando la loro esperienza giornalistica, Elpidio Stortini, direttore di Altro giornale Marche e Carlo Emanuele Bugatti hanno proposto a Leonardo Cemak, uno degli artisti senigalliesi, di rilievo nazionale, un fuoco di fila di domande sulla sua formazione artistica, sulla sua poetica e sui suoi successi. Al centro dell’attenzione i grandi dipinti dell’Oceano Adriatico, che costituiscono la pagina attuale dell’esperienza di un artista, profondamente legato alle sue radici senigalliesi. Cemak ha risposto raccontando molto di sé, del suo linguaggio, del suo specifico di artista, legato ad una coerenza espressiva senza cedimenti. Il fatto che

l’artista avesse concesso di essere accompagnato da alcuni suoi grandi dipinti ha consentito anche ai fotografi presenti la ripresa fotografica di alcune azioni, che sono proprie dell’allestimento di una mostra, quando il rapporto fisico tra artista ed opere, azione e movimento nello spazio dell’evento espositivo, chiedono al fotografo prontezza nello scatto e interpretazione istantanea delle situazioni. Varie anche le domande a Cemak da parte degli allievi del corso di fotogiornalismo, che hanno seguito l’incontro con autentico interesse. Molti gli applausi. “Di Cemak conoscevo bene,

come penso tutti, la testimonianza grafica e l’azione nell’ambito della satira politica, ma questo approfondimento critico sui grandi dipinti dell’Oceano Adriatico di Cemak , che con il pretesto della didattica sono stati voluti dal prof. Bugatti e dal Musinf , sono risultati anche per me la segnalazione per una proposta espositiva, che metterò al più presto in calendario, perché i grandi dipinti di Cemak sul mare Adriatico forniscono davvero l’ampio respiro di una lettura inusuale e poetica di Senigallia”. Leonardo Cemak è nato a Senigallia da padre

marchigiano e da madre polacca, Maria Cemak, pittrice. Ha studiato alla Scuola d’Arte di Ancona e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Mostre recenti: Oceano Adriatico,Reggio Emilia 1997; Dipinti e disegni, Milano 1998; Dieci Opere, Homino Sapiens, Morale della favola, Urbino 19992000-2001; Sguardi, Milano 2001; Cemak, istruzioni per l’uso, Ancona 2004; Attraverso lo specchio, Milano 2004; Due misure, Reggio Emilia 2005, Sequenze, Macerata 2006; Presagi, Milano 2007; Dottor Cemak e Mister Hide, Camerino 2007; Opere decenti, Tolentino

2008, Le stanze nel bosco, Jesi 2009; Non portarmi nel quadro di sera, Arcevia 2011; Atterrare, Aereoporto di Ancona 2011, Sogno e confine, Piacenza 2012; Gate, Milano 2013. Nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia nel Padiglione Italia, iniziativa speciale per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. -----------------Nelle foto: Cemak davanti ad una delle sue opere e, durante la conferenza, insieme al direttore del Museo d’Arte Moderna di Senigallia professor Carlo Emanuele Bugatti e all’assessore alla Cultura professor Stefano Schiavoni

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LA PROVINCIA DI PESARO E URBINO

VERSO IL VOTO/1

Il professor Piero Demitri spara di tutto e di più, mentre continua il duello a distanza con i vertici del Pd di Urbino URBINO Continua il duello a distanza tra il docente dell’Accademia di Belle Arti, Piero Demitri, candidato sindaco, e l’établissement dell’intero Pd urbinate. Il professore cerca di aprire gli occhi ai suoi concittadini partendo da quella che Lui stesso definisce “la farsa delle primarie” dei democrat ducali. “Certo, una farsa ben orchestrata per ricompattare le fila del partito che era alla deriva per il totale fallimento di queste ultime amministrazioni. E’ già tutto deciso: Londei, sindaco, Gambini, Muci, Sestili, Scaramucci e Crespini assessori. I Verdi avranno un loro consigliere come tutti quei partitini finti nati per far sparire la controparte”. Questa ci sembra davvero grossa. “Le dirò di più: altre liste si formeranno (l’avevo già annunciato lo scorso anno): quella dell’imbufalito solitario, quella della Festa del Duca, della Festa dell’Aquilone, della Cicloturistica… che minacceranno la sparizione degli eventi se non saranno votati”. Non ha aggiunto Sgarbi. “Giusto. Poi c’è Sgarbi che minaccia sfaceli”. Praticamente? “Tutto come prima, come previsto da

Pesaro”. E cioè? “Urbino deve morire”. Perché è così critico? “Ma siamo tutti accecati? Gli stessi che sono al governo della città ora e che sono la

causa diretta dell’attuale e completo fallimento si ripropongono. Pazzesco. Altrove sarebbero cacciati. Dando ancora più potere a personaggi come Londei e

Gambini saranno possibili peggiori devastazioni alla città ed al suo territorio. Già il PRG è praticamente carta straccia da quando è stato approvato, ora gli daranno

fuoco”. Lei ha elogiato la decisione presa ad Urbania di formare un’ampia lista civica sostenuta anche da tutti i partiti di centrosinistra. “Certo! E con primarie aperte

a tutti i cittadini, la stessa cosa che avevo proposto, un anno e mezzo fa ad Urbino”. Lei sottolinea sempre che in Urbino ci sono interessi di altro tipo. “Se i candidati arrivano a spendere decine di migliaia di euro e ad offrire ripetuti galà e buffet e offrendo la luna pur di impedire, agli elettori, di potersi liberare dal vincolo da cui sono prigionieri da 50 anni, Lei che direbbe?”. Lei, un anno e messo fa, ha annunciato la formazione di una lista civica apartitica… “Giusto ed invece di unirsi tutti intorno ad una persona Normale ed incorruttibile si è scatenata la contraerea fatta di sinistri individui che girano casa per casa ad esigere l’obolo per il favore distribuito in passato come se, le cose che spettano a tutti i cittadini in eguale misura, siano un dono esclusivo del politico di turno”. La soluzione, sempre secondo Lei? “Solo un moto d’argoglio da parte di tutti i cittadini potrà liberarli dal ricatto decennale cui sono sottomessi. Unirsi ad una lista fatta di soli cittadini che potranno governare senza i vincoli dei politici e dei costruttori e speculatori senza scrupoli potrà salvare Urbino dal completo tracollo”. (e.g.)

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VERSO IL VOTO/2

Urbino, una giovane mamma Emilia Forti è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle URBINO Presentato ufficialmente il candidato sindaco per Urbino del “Movimento 5 Stelle”. Si tratta di Emilia Forti, 41 anni. Sopraggiunta da Cernusco sul Naviglio da diplomata si è laureata in Sociologia con il massimo dei voti e la lode presso la locale Università “Carlo Bo”. Abilitata all’insegnamento nelle scuole primarie ma ancora precaria. Due bambine. Da due anni presente al Meet Up di Beppe Grillo. Alla conferenza stampa due citazioni ci hanno colpito: “a riveder le stelle” e sarebbe anche un buon auspicio visto che le luminarie cittadine cominciano ad impedircelo ed una frase ripresa dal “Costituto Senese” del 1309: “Chi governa, deve avere a cuore massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”. Datate più di 700 anni fa sono di una attualità pazzesca. “Ad uno sguardo attento – si legge in una nota del M5S la simbiosi fra città e paesaggio diventa evidente e si intuisce come i moderni confini amministrativi abbiano, da sempre, sottratto la città a quel rapporto sinergico con le terre del Ducato che per secoli le hanno garantito splendore e prosperità. Partecipazione, condivisione e sinergia sono le parole d’ordine con cui

riscrivere la storia di Urbino e del suo entroterra. Sono parole che per troppo tempo, forse da sempre, sono mancate alla politica urbinate ma che oggi costituiscono, probabilmente, l’unico filo conduttore capace di invertire quella tendenza involutiva che permea la città sotto ogni suo aspetto: demografico, economico, culturale, sociale e politico. Sono gli strumenti

attraverso i quali sosterremo i valori ed i principi che ispirano il nostro impegno politico completamente rivolto al conseguimento ed al mantenimento del bene comune”. Ricostruire, ordunque, il senso di comunità che, per il M5S, “si è perso e che invece è il presupposto per innescare quelle sinergie necessarie, le uniche, capaci

di risollevare la nostra città da questa crisi profonda”. Quali strumenti concreti ed operativi, rappresentativi della comunità e capaci di esprimere posizioni politicamente vincolanti? “Il buonsenso e l’espressione degli interessi della collettività non debbono restare soltanto dei buoni propositi ma trovare realistica applicazione. In

questa direzione va intesa, ad esempio, l’istituzione della ‘Commissione Natura e l’istituzione dell’istituto del referendum propositivo’. La sostanziale integrità dei nostri territori è un patrimonio che dev’essere a s s o l u t a m e n t e salvaguardato accanto a quello storico e culturale che è tra i più significativi del mondo. Paesaggio, cultura,

tradizione, costituiscono la nostra ‘miniera d’oro’ per il rilancio delle nostre economie ed allo stesso tempo sono un bene preziosissimo per la gente che abita il Montefeltro”. Si parla anche, per la prima volta in assoluto, di ‘rete ducale’. “L’interazione va ricostruita, sensibilizzando, coinvolgendo e promuovendo le frazioni ed i comuni vicini per assegnargli una collocazione precisa in modo da valorizzare il singolo nodo ed il sistema. E così, ad esempio, l’offerta turistica, spogliata dalle logiche di campanile, viene rafforzata nei contenuti e nel significato. Le iniziative culturali possono respirare spazi nuovi, più ampi, organizzate senza creare sovrapposizioni ma, al contrario, complementarietà. Le stesse infrastrutture commerciali potranno essere ripensate ed ottimizzate. Sarà un Urbino nuova, aperta, accogliente”. Intanto i punti programmatici individuati dal Movimento seguiranno strade segnate dalla costante e continua interazione con i cittadini. Un programma, quindi, frutto della partecipazione, capace di garantire flessibilità e di restituire ai cittadini la gestione della cosa pubblica. Lo voglia il cielo… a riveder le stelle. (e.g.) ------------------Nella foto: Emilia Forti, 41 anni, candidato sindaco a urbino per il Movimento 5 Stelle

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LA POLEMICA

Si accentua lo scontro sull’outlet di Marotta Anche Lucchetti contro Porto, Rossi e Seri: “Ecco perché la gente non crede più nella classe politica” MAROTTA Non indietreggia di un millimetro l’azione dell’amministrazione modolfese sul progetto dell’outlet di Marotta, previsto davanti al casello autostradale, affiancata e sostenuta dalla ditta Expandia che vuol con determinazione realizzare il progetto e far valere i propri diritti su tale questione. L’assessore all’urbanistica Massimiliano Lucchetti che insieme al sindaco Pietro Cavallo, ha seguito la variante relativa al comparto PP15 a destinazione d’uso N3B terziario, non usa mezzi temini per controbattere agli assessori provinciali Porto, Rossi e Seri che in giunta hanno espresso voto contrario. Ecco quanto scrive Lucchetti: ‘’Con l’azione espressa in Provincia si ha l’esempio classico per cui la gente non ha più alcuna fiducia nella classe politica e da politico, in questo caso, sono d’accordo! Abbiamo una situazione lavorativa della nostra provincia che gli assessori auspicano ‘Felice’, ma che in realtà ha subito in questi anni una perdita incredibile di posti

lavoro. Circa 3-4 anni fa una ditta privata ci propone di fare un percorso per aprire un outlet davanti al casello autostradale di Marotta, prospettando un importante investimento sul territorio di circa 60-80 milioni di euro, prevedendo nuovi posti di lavoro e l’auspicabile riattivazione economica di tutta la vallata del Cesano. Da amministratori coscienziosi, almeno credo, ci siamo messi al lavoro per raggiungere questo incredibile risultato e quindi abbiamo messo in atto, supportati dal nostro ufficio

urbanistica, tutte le delibere di consiglio comunale, sostenute anche dalla minoranza. Nel frattempo non abbiamo mai cessato di relazionarci con la Provincia e con i nostri riferimenti all’interno dell’esecutivo, per condividere questo progetto, che, vista la portata, poteva e potrà dare una svolta a questa crisi che ancora non accenna a diminuire. Io mi domando se questi assessori hanno riflettuto bene prima di esprimersi: sono sicuro che con il loro stipendio annuale, 51.564,49 euro Rossi e

44.689,24 euro Porto e Seri – (dati tratti dal sito provinciale) - non sentono molto le angosce come i loro cittadini che hanno perso il posto di lavoro. A mio avviso queste scelte politiche non mettono certo in difficoltà chi le prende, ma solo i cittadini senza lavoro. Analizzando le motivazioni della loro scelta si evince che sono contrari all’aumento di superficie edificatoria, perché nella zona scelta l’attuale PTC non prevede una grande struttura di vendita, ma la prevede a monte dell’auto-strada. (più o meno 300 metri di distanza). “A parte che il PTC da solo un’indicazione, ma credo che l’impatto della struttura ad ovest o ad est dell’autostrada non cambi affatto. La cosa più anomala è che l’ufficio urbanistica della Provincia esprime un parere favorevole anche al PTC e quindi non credo che le conoscenze urbanistiche di questi tre assessori siano superiori a quelle di un dirigente che gestisce da anni l’ufficio urbanistica della Provincia. L’altra cosa assurda è che la stessa Provincia all’approvazione del nostro piano regolatore ci ha

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imposto di prevedere un’area commerciale di 13mila metri quadri e adesso che si è trovato il sistema di sviluppare questa previsione imposta da loro, si cambiano le carte in tavola. Vale la pena sottolineare che in questa variante la capacità edificatoria passa da 0,7 a 0,21 e questo indice é molto al disotto dello standard minimo di 0,30, questo per cancellare il minimo dubbio di eccessivo sfruttamento del territorio o cementificazione. “La cosa poi che mi fa arrabbiare di più - aggiunge Lucchetti - è la seguente affermazione dei tre assessori: ‘Occorre capire se gli eventuali nuovi posti di lavoro possono andare a discapito di quelli esistenti’. Ma come, sono quasi quattro anni che parliamo di questo progetto e ancora si deve capire qualcosa, ma secondo voi, il mondo fuori dalla provincia a questi ritmi, secondo voi le opportunità di questo genere aspettano voi, il vostro ‘ bisogna valutare... ‘ Cari assessori, il vostro voto contrario è grave ma ancor più grave è la rinuncia ad un’occasione che non si ripeterà. Se un domani l’outlet sarà fatto a Rimini o a

Cattolica, forse credete che la provincia riminese perderà questa occasione e i cittadini del nostro territorio non andranno oltre confine? I commercianti di Pesaro e di Fano avrebbero l’outlet comunque vicino, ma i posti di lavoro e lo sviluppo connesso sarebbero solo per i riminesi!! “In tutta questa storia però forse c’è una novità, che per la prima volta chi è conivolto in questa deliberazione sarà chiamato a risarcire eventuali danni, in quanto talmente attenti alla questione che hanno prodotto una delibera che fa acqua da tutte le parti e per questo noi ci adopereremo per tutelare gli interessi della nostra comunità e con noi anche i proprietarì dei terreni oggetto della variante. “Vorrei dare un ultimo appello ai signori assessori, alcuni dei quali si approcciano ad altre elezioni, spiegate ai vostri concittadini - conclude Lucchetti - cosa avete fatto per il lavoro, cosa avete fatto per ripopolare i centri storici e soprattutto vorrei sottolineare una cosa, una provincia è felice se ha lavoro e sviluppo, se no sono solo parole al vento”.


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DOPO IL REFERENDUM/1

Marotta unita, vincono i sì Ma l’unificazione non sarà semplice (a Fano hanno detto no) Un altro rebus per la Regione Diotallevi: “Scritta una pagina indimenticabile, vittoria dedicata ai giovani”

MAROTTA Si è svolto, con una buona partecipazione, il referendum consultivo per l’unificazione del territorio di Marotta sotto il Comune di Mondolfo. Hanno vinto, come del resto era prevedibile, i favorevoli all’unificazione. Risultato finale: 67,01% SI’, 32,56% NO. E subito sono iniziati i festeggiamenti in piazza da parte dei sostenitori dell’unificazione che, da anni, aspettavano questo momento. Dopo lo spoglio, il consigliere comunale e componente del

Comitato Pro Marotta Unita, Carlo Diotallevi, ha affermato: “Il 9 Marzo abbiamo scritto una pagina indimenticabile nella storia di Marotta. Un sogno inseguito da oltre 70 anni che finalmente è diventato realtà grazie ad una mobilitazione popolare straordinaria…senza precedenti. Finalmente Marotta avrà un’amministrazione unitaria che le permetterà di crescere e svilupparsi maggiormente ed in modo omogeneo e che darà nuovo impulso al turismo del nostro territorio

con benefici anche dal punto di vista economico per tutto il nostro Comune. Nonostante una vittoria schiacciante (67% si 33% no) alcuni esponenti del fronte del NO continuano a dire che non abbiamo vinto…gli consiglio qualche ripetizione di matematica. Oltre a Raffaele Tinti e al presidente Vitali un ringraziamento particolare va a tutti i giovani, una vera e propria squadra, che in queste settimane si sono adoperati giorno e notte anche sotto la pioggia per Marotta Unita: Samuele

Mancini, Francesco Galanti Nicola Barbieri, Lele Manna, Marco Bianchetti, Francesco Gambini, Davide Caporaletti, Simone Silvestrini, Michela Pulejo, Mattia Leonardi, , Danilo Costieri, Alessandro Grossi, Greta Grestini, Enrico Vergoni, Matteo Garofoli, Enrico Battisti, Alessandro Cerioni e tanti altri ancora (mi scuso se ho dimenticato qualcuno). Senza il loro fondamentale apporto tutto questo non sarebbe stato possibile. Grazie!” Ma, come si potrà evincere, leggendo gli interventi che

pubblichiamo nelle pagine seguenti, non c’è solo chi festeggia. Le polemiche continuano ad essere all’ordine del giorno. E, a parer nostro, la decisione finale, che spetterà alla Regione, non sarà semplice, in quanto nel territorio che dovrebbe essere accorpato (quello di Fano) a prevalere sono stati i NO (1.250, contro i 1.165 sì). E non va neppure dimenticato, nell’analisi finale, che i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi per un referendum consultivo. Per la Regione si

prospetta quindi un vero e proprio rebus. Ma, unificazione sì, o unificazione no, non è meglio incominciare a pensare già ad un possibile accorpamento tra Comuni (magari Mondolfo, San Costanzo e Monte Porzio) per poter arrivare a dare vita ad una comunità capace veramente di incidere nel contesto regionale? O i nostri amministratori preferiscono continuare a pensare unicamente ai loro spazi che, oltretutto, rischiano di divenire sempre più ristretti?

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DOPO IL REFERENDUM/2

Il Comitato Cittadino Mondolfese “Adesso occorre far prevalere la ragione piuttosto che l’emozione” finanze mondolfesi. “Bene, paradossalmente la situazione uscita dalle urne “ridotte” ci rende più forti perché saranno altri ad avere l’onere di dimostrare che ci stiamo sbagliando. Sarà un compito difficilissimo! “Noi continuiamo a sostenere che una fusione dei comuni di Mondolfo, San Costanzo e Monte Porzio sia necessaria ed urgente, in modo da superare il “patto di stabilità” che ci strangola ed ottenere i finanziamenti regionali. “Sosteniamo anche la realizzazione dell’outlet a Marotta con la rivisitazione dell’impatto ambientale e la creazione di un impianto sinergico che coinvolga tutti i Comuni della Vallata. Sosteniamo infine la necessità di prepararsi con efficacia, in modo da drenare più risorse possibili, in vista della istituzione della “macro regione adriatico-jonica”, e dare la possibilità alle iniziative pubbliche e private di attivare imprese collegate, possibilmente delocalizzate lungo la vallata e non concentrate in un solo posto, in modo da creare il maggior numero di posti di lavoro. La Marotta unita è sempre stata “fumo negli occhi”, speriamo che si sveglino!”

MONDOLFO Dal Comitato Cittadino Mondolfese riceviamo: “Prendiamo atto dei risultati del referendum del 9 marzo, ma non li riconosciamo. Non li riconosciamo perché gli “arbitri” hanno fatto anche i giocatori ed hanno infine segnato. In un sistema complesso e democraticamente consolidato come è l’attuale esistono moltissimi mezzi per far sentire la propria voce e soprattutto far prevalere la “ragione” piuttosto dell’ “emozione”. Se è un fatto “democratico” ridurre la platea degli elettori, come ha deciso il Consiglio regionale, è altrettanto democratico non rinunciare alle proprie tesi e continuare la battaglia. Abbiamo sempre sostenuto che l’aggregazione di Marotta di Fano con il Comune di Mondolfo avrebbe appesantito la situazione finanziaria dell’Ente, il quale già da ora è impedito alla realizzazione di medie infrastrutture necessarie alla comunità per effetto del patto di stabilità. Abbiamo altresì sostenuto che fosse necessario far votare anche i restanti contribuenti del Comune perché saranno chiamati tutti in solido a sostenere le

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DOPO IL REFERENDUM/3

FanoUnita: “E’ soltanto il primo round: chi ha detto no sarà tutelato in tutte le sedi” FANO Dal Coordinamento FanoUnita, riceviamo: “Il Coordinamento FanoUnita ringrazia tutti gli elettori del Comune di Fano che domenica 9 marzo con il loro voto hanno dato, in maniera chiara ed inequivocabile, un forte risposta a tutti coloro che vogliono separarli dal proprio territorio per portarli sotto il Comune di Mondolfo. “Infatti i cittadini di Torrette, Pontesasso e Marotta di Fano con una percentuale netta del 52%, hanno votato NO alla secessione dal proprio Comune. “Questo è l’unico risultato che a noi del Coordinamento interessa e al quale guardiamo con soddisfazione per continuare a giocare questa partita che non è finita domenica notte, ma che andrà ben oltre i tempi supplementari. Durante tutta la campagna referendaria, abbiamo sempre pensato che gli unici giudici-attori di questo trasloco dovevamo essere noi diretti interessati e non terzi delegati da non si sa quale paventato diritto, tanto che, con tutto il rispetto per

gli amici di Mondolfo non abbiamo mai preso in considerazione di estendere la propaganda fuori dal nostro Comune. E’ comprensibile che i marottesi di Mondolfo abbiano manifestato di volersi unire e trarre tutti i benefici, ma è altrettanto

chiaro oltre che sacrosanto che i cittadini del territorio di Fano hanno deciso di non voler assolutamente cambiare amministrazione. Precisiamo anche che siamo stati costantemente accusati di diffondere falsità, inganni, terrorismo, mentre in realtà abbiamo sempre operato

nella legalità e verità, con toni pacati ed educati. “A proposito di mala informazione noi sostenitori del No abbiamo dovuto spiegare ai nostri cittadini, fino all’ultimo giorno, che non si trattava di unire tutto il territorio di Marotta, che il centro abitato di Pontesasso

veniva tagliato in due da un confine che ancora oggi molti residenti non sanno dove verrà posto e che soprattutto, con questo referendum non si sarebbe formato nessun Comune a Marotta. “Quindi ad alta voce diciamo a tutti i nostri sostenitori che per noi, il risultato nato dai seggi di Marotta di Mondolfo, non ha alcuna valenza in sede decisionale ma conta solo la volontà di chi cambia territorio e di chi non troverebbe più tutto ciò che ha usato fino a ieri. “Ribadiamo anche che la natura del referendum è consultiva e come tale sarà seguita da una attenta analisi dei risultati da parte della Regione a tutela di ciò che semplici numeri o percentuali possono nascondere. “A tal proposito ci rincuorano le parole del presidente della Giunra regionale Gian Mario Spacca il quale personalmente, prima della consultazione, ci ha rassicurato dicendoci che il voto degli estremi territoriali, specie quelli sotto Mondolfo, avrebbero avuto un peso decisamente inferiore e che,

seppur non fosse previsto il quorum, il dato dell’affluenza, (poi dimostratosi palesemente basso, solo il 57%) non sarebbe stato trascurato. “Concludiamo rassicurando i nostri sostenitori che per quanto ci riguarda, questo è solo il primo round di un match ancora lungo che ci vedrà protagonisti di una battaglia attraverso tutte le sedi istituzionali. “Il Sindaco Stefano Aguzzi, che già all’indomani dell’esito referendario ha ribadito che venderà cara la pelle per difendere il suo territorio e i diritti dei suoi cittadini, ci appoggia caldamente e sarà nostro attivo alleato fino all’ultimo giorno del suo mandato. I prossimi giorni saremo sempre presenti nei giornali, e su tutti i mezzi di comunicazione per aggiornarvi costantemente sull’evoluzione della vicenda. “Di nuovo GRAZIE a tutti voi perché il vostro appoggio e sostegno che avete dimostrato, ci riempie di entusiasmo e ci carica per lottare e portare a termine il nostro… il Vostro progetto”.

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DOPO IL REFERENDUM/4

La Fano dei Quartieri denuncia: “Consultazione priva di consistenza, fortemente viziata nella forma e nella sostanza” FANO Da Gianluca Cespuglio, portavoce de La Fano dei Quartieri, riceviamo: "Interveniamo sulla vicenda che vedrebbe il passaggio del quartiere Marotta al comune di Mondolfo per evidenziare come il referendum appena concluso sia da considerarsi privo di consistenza, di presupposti, fortemente viziato nella forma e nella sostanza. A tale proposito poniamo alcune considerazioni in merito alle quali chiediamo agli organi tecnici ed amministrativi chiamati ad esprimersi di garantire trasparenza ed i diritti dei cittadini TUTTI: 1) Sono stati chiamati a votare, giustamente, i cittadini delle frazioni Marotta, Torrette e Ponte Sasso ma, incomprensibilmente, anche quelli di Mondolfo. A nostro giudizio, mentre i nostri concittadini sono legittimati ad esprimersi in quanto nel quartiere Marotta trovano una serie di servizi primari, ad es. scuola ed altro, erogati dal proprio Comune di Fano e che rischiano di vederli persi causa il referendum; quelli di Mondolfo, a nostro giudizio, sono privi di legittimità se non da un punto puramente formalistico previsto dalla sentenza del TAR Marche sulla quale permangono le nostre più forti perplessità. Altresì dal punto di vista della coerenza ci attendiamo da parte dei 1628 cittadini di Mondolfo che hanno votati SI e che usufruiscono dei servizi erogati dal Comune di Fano l’immediata rinuncia ovvero da parte del Comune l’immediata revoca dei servizi

concessi ai cittadini di Mondolfo al fine di evitare l’ulteriore sperpero di risorse economiche di noi fanesi. 2) Supponiamo che un cittadino di Fano, o di altro comune, sia proprietario di un immobile nel quartiere Marotta e che, come seconda casa, l’abbia locata. Chiamati a votare i residenti accade l’assurdo che il proprietario dell’immobile si vede esautorato dal poter determinare ed esprimere la propria volontà in merito ad un sua proprietà consapevole che le decisioni assunte, si badi bene dal suo inquilino (sic!), andranno ad incidere sulla fiscalità nonché sul valore dell’immobile stesso. Ciò ci pare contro ad ogni logica di fatto e di diritto tant’è che troveremmo legittimo da

parte del proprietario impugnare detta consultazione, e/o il suo risultato, in quanto privato del legittimo diritto di determinazione ed espressione. 3) È noto a tutti che nel quartiere Marotta abbiano posto residenza molte persone provenienti dall’entroterra, molti di Mondolfo, che hanno deciso di risiedere, anche quale investimento immobiliare, nelle vicinanze del mare ed ai quali noi cittadini di Fano abbiamo dato diritto ed ospitalità accogliendo la domanda di residenza. Ora questi soggetti forti delle loro origini/interessi, non riconoscendosi cittadini fanesi benché l’abbiano richiesto, ci vogliono sottrarre quello che è, in tutto e per

tutto, il nostro territorio da diverse centinaia di anni. Estremizzando e come se una comunità di croati insediatisi e residenti, per più del 50%, in un quartiere a ridosso del mare, esempio Torrette, dopo aver avuto la nostra ospitalità chieda un referendum (magari ad un primo ministro italiano di origine croata) per l’annessione di Torrette alla Croazia oppure cittadini di Pesaro che abbiano scelto di risiedere, ad esempio a Gimarra, nel nome di una non meglio precisata identità chiedano (magari ad un sindaco di Fano di origine pesarese) l’annessione del quartiere al Comune di Pesaro … e così valga per ogni quartiere confinante con altro comune. Ciò ci pare grottesco e quantunque si

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voglia garantire la democrazia e il diritto al voto ci pare evidente che questo debba essere, eventualmente, concesso a chi almeno sia nato nel quartiere come pure le sue due precedenti generazioni. 4) Inoltre sappiamo che molte persone provenienti dall’entroterra hanno acquistato un immobile, spesso seconda casa, in tale quartiere per la villeggiatura ponendovi, in modo spesso fittizio, la residenza ai fini di ottenere sgravi e facilitazioni fiscali senza dimenticare che tali immobili spesso vengono affittati, in nero, nei periodi estivi. Pertanto ci chiediamo, se il Comune Fano, avendone il diritto e gli strumenti di legge, abbia mai posto le verifiche del caso,

sopralluoghi, verifica dei consumi delle utenze ecc. volte a smascherare i soliti furbetti divenuti arroganti. “Dunque nella evidente inconsistenza ed inefficacia di questa amministrazione comunale sempre più allo sbando che non ha saputo, e che non sa, garantire l’integrità territoriale chiediamo al candidato Sindaco della coalizione di Centro Sinistra, Massimo Seri, ed alla coalizione tutta, di prendere una ferma posizione certi che, forse in pochi oppure in tanti, noi de La Fano dei Quartieri lotteremo con manifestazioni, anche eclatanti, affinché a noi cittadini non venga letteralmente sottratto un nostro territorio, un nostro quartiere di Fano”.


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DOPO IL REFERENDUM/5

Per il Comitato Pro Marotta Unita “Vittoria schiacciante dei sì, il risultato non è in discussione”

MAROTTA Dopo il referendum consultivo per l’unificazione di Marotta, continuano le interpretazioni del risultato. Dal Comitato Pro Marotta Unita riceviamo: “Abbiamo seguito il vostro servizio in merito al risultato referendario di domenica 9 marzo. Riteniamo di dover evidenziare alcune precisazioni per il modo in cui è stato riportato il suddetto risultato che non dà una esatta indicazione di quanto emerso dai seggi elettorali. Premesso che in una prima delibera del Consiglio

regionale erano stati chiamati al voto i soli residenti nella frazione Marotta di Fano (seggi n° 55 – 63 – 64 ) che comprendono i residenti nell’area indicata nella proposta di legge oggetto di spostamento del confine. (att.— Il seggio 64 comprende una parte di residenti oggetto di spostamento ed altrettanti che resterebbero nel Comune di Fano). A seguito di un ricorso al Tar del Comune di Fano, in una successiva delibera del Consiglio regionale, sono stati aggiunti, verso Fano, i

seggi 48 e 47 che comprendono i residenti di Ponte Sasso – Torrette ed, in parte, Metaurilia, verso Marotta di Mondolfo i seggi 9 – 10 – 11 - 12 con un numero quasi paritario di residenti. “Il risultato totale non è in discussione 67,01 % - SI 32,56 % - NO “Se si vogliono togliere le parti aggiunte nella seconda delibera del Consiglio regionale, ovviamente bisogna togliere sia la parte di Mondolfo sia la parte di Ponte Sasso – Torrette Metaurilia. La Marotta di Fano oggetto dello spostamento di

confine ha dato come dichiarazione di voto: su 1699 votanti - 973 - SI - e 719 - NO - PARI AD UN 57,27 % FAVOREVOLE (sempre tenendo conto che nel seggio 64 hanno votato circa 250 residenti a Ponte Sasso che possono aver influenzato per un 3 – 4 % in negativo il risultato) Nei seggi di Marotta di Fano 55 c’è stato un parere favorevole per il 64,89 %; 63 c’è stato un parere favorevole per il 67,69 %. “Come si puo’ dire che a Marotta di Fano ha vinto il no”.

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L’ATTIVITA’

Domenica 23 riparte a Urbania con la Fiera di San Giuseppe la nuova stagione degli eventi Attesi tanti visitatori e turisti URBANIA Sarà la Fiera di San Giuseppe ad aprire la stagione degli eventi del Comune di Urbania. La Fiera, anche detta “di fine inverno”, si svolge nel centro storico dalle 8 alle 20 e rappresenta il benvenuto alla primavera. Saranno presenti oltre 150 espositori e nei ristoranti e negozi della città durantina sarà possibile trovare tutti i prodotti tipici di fine inverno, molti dei quali biologici e a km zero. <Le fiere di Urbania sono 4 spiega il vicesindaco Frederic Briaud-. Un tempo erano cinque ma le due a fine di ottobre sono state unite in una unica (Fiera di San Luca e delle donne). Oltre a quella di S.Giuseppe, c’era quella di San Marco a fine aprile, proprio nella primavera inoltrata mentre a Luglio la fiera di San Cristoforo patrono della città: proprio a metà estate quando non c’erano vacanze ma si era in mezzo alla battitura del grano, il raccolto più importante per la vita di ogni famiglia che garantiva il pane. Venivano poi le due fiere di autunno che un tempo venivano fatte a differenza di una settimana l’una dall’altra. La prima era la fiera del bestiame dove si facevano buoni affari. Dopo una settimana la fiera delle donne serviva per spendere i soldi guadagnati la settimana prima, acquistando suppellettili e provviste per prepararsi per l’inverno>. Oggi di quel calendario sono rimaste le date, le fiere sono simili tra loro e incentrate

sulla promozione del territorio. Si punta a creare un angolo tematico nelle fiere dove vengono esposte le tipicità e i prodotti agroalimentari legati alle stagioni. Una specie di piazza tematica dove tanta gente potrà trovare una fiera che insieme alle tradizionali bancarelle offrirà i prodotti

tipici della città e del territorio. Urbania propone inoltre un ricco programma di eventi in tutto l’arco del 2014. Ad aprile sarà la volta di Primavera Nostrana, una rassegna enogastronomica dedicata ai prodotti e ai piatti tipici della stagione primaverile, e di Lumachef, concorso culinario per ristoratori sulla

cucina della tradizione durantina. Punta e Cul, il caratteristico gioco con le uova sode, una delle più antiche e popolari tradizioni durantine, e le rinomate colazioni saranno le protagoniste del periodo pasquale, mentre per il mese di Maggio avrà luogo Happy Family con

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appuntamenti a tema per adulti e bambini presso il CEA San Martino e il Bosco dei Folletti, per conoscere e riscoprire la natura che ci circonda. Luglio prende vita con GiovedìNotte, appuntamento serale a base di animazione, musica, aperitivi, cene a tema e negozi aperti nel Centro storico. Il 24

luglio in programma le celebrazioni per il patrono di Urbania, San Cristoforo, con il concerto della banda cittadina e la benedizione delle auto. Ad agosto sotto le luci dei riflettori va il bel canto con il Gran Concerto Lirico di Ferragosto, tradizionale rassegna lirica con cantanti italiani e internazionali.


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L’APPUNTAMENTO

Domenica San Costanzo ospita la 199.a Sagra Polentara E’ la più antica rassegna gastronomica delle Marche

SAN COSTANZO L’Associazione Turistica Pro Loco di San Costanzo, in collaborazione con il Comune di San Costanzo, organizza per domenica 16 marzo a partire dalle ore 15,00 la 199^ SAGRA POLENTARA, la più antica sagra delle Marche.

Come da antica tradizione, nei grandi caldai immersi nel fuoco di legna in tipiche “fornacelle” di mattoni e creta, verrà cotto il tradizionale piatto dei “polentari” condito con una antica ricetta dei carrettieri che, da oltre cento anni, i polentari custodiscono segretamente.

Degustazioni di vini locali all’osteria “La Bettola”, stand dei dolci della tradizione del carnevale alla “Bottega della Bettola”. Ad intrattenere il pubblico: i “The Semifred Little Orchestra”, gli “Aqustica” e “dj Rallo”. Il laboratorio dei bambini

della scuola primaria dell’infanzia di San Costanzo con la sfilata in maschera “Il Gufo racconta”. Esposizione, in piazza Perticari, degli arazzi realizzati dai ragazzi dell’Oratorio. Mostra fotografica di Alessandro Giovagnoni a

Palazzo Cassi. Mostra di pittura Lucia Rossi e Martina Santinelli sotto le mura castellane. Stand gastronomici della polenta Mercatino degli artigiani e degli hobbisti Presentazione del libro: “ Le Marche in poltrona” di

Rolando Ramoscelli e Gianfilippo Centanni presentato dal giornalista enogastronomo Alfredo Tarachini Antonaros a Palazzo Cassi ore 17,00. Ampio parcheggio con servizio gratuito di bus navetta. Ingresso libero.

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LA PROVINCIA DI MACERATA

AUTO STORICHE

A fine mese la rievocazione della Sfercia-Camerino una gara in auge dopo la metà degli anni ‘50

CAMERINO Per la “Sfercia-Camerino”, una gara in auge dopo la metà degli anni’50 del secolo scorso, è arrivato il momento della rievocazione storica che si terrà domenica 30 marzo ad opera, ancora una volta, della Scuderia Marche di Macerata. La manifestazione, riservata a non più di quaranta auto d’epoca, viene dedicata ai fratelli Battibocca (di

Camerino) che ebbero un ruolo importantissimo nella “vecchia società” sia come dirigenti che come piloti. E’ questa la prima uscita della Scuderia Marche dopo il rinnovo della dirigenza che ha portato Adalberto Beribè a succedere a Pino Nardi ai vertici del club. Il programma prevede il raduno delle auto in località Piediripa di Macerata alle ore 9.00 per poi, costeggiando il

fiume Chienti, attraverso la vecchia strada statale 77, raggiungere Sfercia. Il tempo necessario per ricompattare i partecipanti e incamminarsi alla volta di Camerino dove, a partire dalle ore 10.45, nel piazzale di accoglienza della protezione civile “Vallicelle A” (via Conti di Statte) al cospetto di una vista meravigliosa sul profilo sud-est della città, si disputeranno le prove di

abilità cronometrate rivolte a determinare le graduatorie di fine giornata. Il successivo passaggio vedrà il lungo carosello di auto, arrivare nel centro storico di Camerino, parcheggiare i mezzi in una piazza appositamente dedicata allo scopo e proseguire a piedi alla scoperta di una parte dei luoghi più caratteristiche che si scorge dall’alto delle mura.

E’ questa l’unica fase ancora oggetto di studio degli organizzatori in quanto non si esclude in un intervento da parte di un’associazione cittadina al fine di portare il nome della Corsa alla Spada, la manifestazione più importante che si svolga nell’alto maceratese, in un ambiente altrimenti irraggiungibile. Il lungo serpentone di auto (non più di quaranta, quelle

ammesse, tutte immatricolate prima del 1980) una volta messa Camerino alle spalle, si dirigerà alla Fattoria di Cignano per il pranzo a base di prodotti tipici locali e per le premiazioni che si terranno al termine dell’incontro conviviale. ---------------------Nelle foto: il conte Francesco Maria Battibocca durante una gara e visto da Virgì

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LE RUBRICHE

IL LIBRO D’ARTE

Armonie e Contrappunto di Iacomucci

MACERATA Sabato 15 marzo alle ore 17 presso la Libreria Del Monte di Macerata(via XXIV Maggio 2, angolo Corso Cavour) si svolgerà la presentazione del libro d’arte di Carlo Iacomucci “Armonie e Contrappunto”, edizione a tiratura limitata curata dallo Studio Grafico A. Acerbotti in 15 esemplari stampati più 5 prove d’autore. Ciascuna copia è impreziosita da un’opera originale firmata dall’artista. Urbinate di nascita e formazione, Iacomucci vive ed opera a Macerata dove è stato per molti anni docente di Discipline Pittoriche presso l’Istituto d’Arte (oggi Liceo Artistico) e dove approdò nel 1985 dopo aver maturato

l’Altro giornale settimanale online di informazione attualità e cultura www.laltrogiornale.it Anno II Venerdì 14 Marzo 2014 Numero 12 Direttore responsabile: Elpidio Stortini Redazione Via Cesanense n. 50/A - Marotta (Pu) Telefono: 338.7899882 e-mail: redazione@laltrogiornale.it Editore Marche free press Via Cesanense n. 50/A - Marotta (Pu) Telefono: 338.7899882 e-mail: marchefreepress@laltrogiornale.it

importanti esperienze artistiche e didattiche in Puglia e Lombardia, come docente rispettivamente all’Accademia di Belle Arti di Lecce e al Liceo Artistico di Varese, e dopo aver affinato la sua maestrìa nella frequentazione di ambienti e studi artistici a livello nazionale e internazionale. Da oltre quarant’anni accompagna la sua intensa attività di incisore e pittore con quella di illustratore di testi poetici e narrativi e autore di libri d’arte. Sue opere sono inserite in prestigiose collezioni pubbliche e private e autorevoli centri di documentazione artistica. “Armonie e Contrappunto”, introdotto da un testo del

LA NOSTRA STORIA

l’Altro giornale è stato registrato presso il Tribunale di Pesaro in data 7 gennaio 2013 con numero 1/2013

Il duro lavoro dei campi nei primi anni ‘50 (FotoArchivio Ivo Serra) redazione@laltrogiornale.it

critico parmense Mauro Carrera, contiene le riproduzioni su pregiata carta patinata opaca di 22 opere realizzate con tecniche diverse (olio, acrilico, acquacrilico, acquerello), alternate a focalizzazioni di dettagli che marcano stilemi peculiari dell’artista. Una sequenza di opere pittoriche (precedenti libri d’arte erano stati dedicati alle incisioni) che compendia i motivi di qualità e originalità distintivi della produzione artistica di Carlo Iacomucci e che indica, come afferma Mauro Carrera, la “terza via” di Iacomucci tra la “concettosità neobarocca” e la “tautologia minimalista” entro cui sembra risolversi l’arte contemporanea: “una terza via fatta di esperienza, ricerca e immaginazione”. Un libro d’artista, dunque, che illustra efficacemente il percorso artistico di Carlo Iacomucci offrendo nel contempo stimolanti argomenti di riflessione e dibattito sulle tendenze dell’arte contemporanea nel cui complesso orizzonte l’opera dell’artista si colloca con inconfondibile carattere e riconosciuto rilievo. Alla presentazione di “Armonie e Contrappunto” saranno presenti l’autore, il grafico editore Augusto Acerbotti, Nazzareno Gaspari e Annalisa Del Monte. Per info: tel. 334.1388889 320.0361833 www.carloiacomucci.it


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LO SP

ATLETICA

Tanti record e primati decretano al Palaindoor il successo della rassegna dei tricolori master ANCONA La trentunesima edizione dei Campionati italiani master indoor, disputata nel weekend al Banca Marche Palas di Ancona, quest’anno è stata abbinata ai Campionati italiani master di lanci lunghi, svolti nell’adiacente campo Italico Conti. Assegnate in tutto 348 maglie tricolori, stabilite 34 nuove migliori prestazioni nazionali di categoria, con 3 record mondiali e un primato europeo. Di seguito l’elenco completo. TUTTE LE MIGLIORI PRESTAZIONI ITALIANE 60 SM50: Mario Longo (Atl. Marano) 7.14 200 SM50: Alfonso De Feo (Romatletica) 23.53 400 SM50: Alfonso De Feo (Romatletica) 53.20 Triplo SM55: Giancarlo Ciceri (Atl. Sandro Calvesi) 12,57 Pentathlon SM55: Hubert Indra (Südtirol Team Club) 3998 4x200 SM55: Romatletica (Enrico Sisti, Piero Campennì, Enzo Proietti, Alfonso De Feo) 1:42.77 4x200 SM60: Sef Macerata (Giulio Mallardi, Livio Bugiardini, Roberto Masi, Alessandro Tifi) 1:49.96 400 SM65: Vincenzo Felicetti (Athlon Bastia) 1:00.58 Alto SM75: Giorgio Bortolozzi (Silca Ultralite Vittorio Veneto) 1,36 Asta SM75: Galdino Rossi (Atl. Ambrosiana) 2,70 Pentathlon SM75: Sergio Valente (Libertas Valpolicella Lupatotina) 3187 4x200 SM75: Liberatletica (Renzo Petricola, Natale Scaringi, Vincenzo Vanda, Maurizio Pace) 2:25.53 Alto SM80: Luigi Ebraico (Arca Atl. Aversa Agro Aversano) 1,13 4x200 SM80: Amatori Masters Novara (Ernesto Minopoli, Luigi Carnevale, Francesco Paderno, Antonio Nacca) 2:47.33 800 SM90: Antonio Nacca

(Amatori Masters Novara) 4:16.83 (record mondiale M90) 1500 SM90: Antonio Nacca (Amatori Masters Novara) 8:33.37 (record mondiale M90) 3000 SM90: Antonio Nacca (Amatori Masters Novara) 18:06.97 (record mondiale M90) 60 SF45: Maria Ruggeri (Atl. Villafranca) 8.12 200 SF45: Maria Ruggeri (Atl. Villafranca) 26.96 Alto SF45: Chiara Ansaldi (Atl. Canavesana) 1,56 eguagliata 4x200 SF45: Trieste Atletica (Alessandra Grasso, Paola Capitanio, Betina Prenz, Tiziana Brezzoni) 1:54.44 Alto SF50: Rossella Zanni (Mollificio Modenese Cittadella) 1,45 eguagliata Alto SF50: Rossella Zanni (Mollificio Modenese Cittadella) 1,46 Pentathlon SF50: Rossella Zanni (Mollificio Modenese Cittadella) 3812 60 SF55: Graziella Cermaria (Atl. Santamonica Misano) 9.14 eguagliata Asta SF55: Carla Forcellini (Atletica dei Gelsi) 3,00 4x200 SF55: Assi Giglio Rosso Firenze (Daniela Aldrovandi, Maria Beatrice Passani, Susanna Giannoni, Gianna Lanzini) 2:06.14 4x200 SF65: Atletica Aviano (Maura Perin, Jole Sellan, Maria Cristina Fragiacomo, Erminia Furegon) 3:11.82 Peso SF70: Maria Luisa Finazzi (Atl. Sandro Calvesi) 8,77 Martello m.c. SF75: Maria Luisa Mazzotta (Running Club Lecce) 7,79 60 SF80: Emma Mazzenga (Atl. Città di Padova) 11.55 Lungo SF80: Maria Luigia Belletti (Atl. Sandro Calvesi) 1,86 Martello SF85: Anna Flaibani (Nuova Atletica dal Friuli) 21,06 (record europeo W85) Martello m.c. SF85: Anna

Flaibani (Nuova Atletica dal Friuli) 7,53 TUTTI I CAMPIONI ITALIANI MASTER INDOOR E DI LANCI LUNGHI 2014 UOMINI SM35 – 60: Giovanni Pau (Sulcis Atl. Carbonia) 7.20; 200: Andrea Marinoni (Us San Vittore Olina 1906) 23.64; 400: Francesco Tino (Atl. LeccoColombo Costruzioni) 52.89; 800: Alessio Menonna (Gs Splendor Cossato) 2:06.22; 1500: Felice Dell’Aquila (Atl. Casone Noceto) 4:12.63; 3000: Luigi Del Buono (Sef Stamura Ancona) 9:06.84; 60hs: Stefano Longoni (Atl. Lecco-Colombo Costruzioni) 8.65; alto: Federico Nettuno (N. Atl. Fanfulla Lodigiana) 1,75; asta: Giorgio Giachetti (La Galla Pontedera Atl.) 4,10; lungo e triplo: Francesco Alborè (Biancoverde Giovinazzo) 6,17 e 14,59; peso: Alessandro Valsecchi (Atl. Lecco-Colombo Costruzioni) 11,85; disco, martello e martello m.c.: Pellegrino Delli Carri (Amatori Atl. Acquaviva) 43,03, 61,92 e 19,76; marcia 3000: Vincenzo Magliulo (Arca Atl. Aversa Agro Aversano) 13:41.40; pentathlon: Paolo Citterio (Daini Carate Brianza) 3231; 4x200: La Fratellanza 1874

Modena (Pasquale Dongiacomo, Alessandro Alquati, Alessandro Bianchi, Simone De Luca) 1:40.41 SM40 – 60 e 200: Andrea Benatti (Atl. Lecco-Colombo Costruzioni) 7.29 e 23.36; 400: Giuseppe Poli (Intesatletica) 52.57; 800: Alessandro Bianchi (La Fratellanza 1874 Modena) 2:05.34; 1500 e 3000: Manuel Dalla Brida (Atl. Clarina Trentino) 4:21.08 e 9:03.77; 60hs e pentathlon: Giorgio Badin (Atl. Gorizia Ca.Ri.Fvg) 9.05 e 3026; alto: Stefano Salso (Atl. Gran Sasso) 1,93; asta: Gianpaolo Bolondi (Sintofarm Atletica) 4,20; lungo: Marco Tremigliozzi (Libertas Amatori Benevento) 6,54; triplo: Luca Tonello (Gs Tortellini Voltan Martellago) 12,26; peso: Vincenzo Tarallo (Amatori Atl. Acquaviva) 13,27; disco: Francesco Acquasanta (Pol. Rocco Scotellaro Matera) 44,49; martello e martello m.c.: Massimiliano Remus (Master Athletics Team Biella) 44,71 e 11,23; giavellotto: Massimiliano Lion (Atletica Estense) 30,45; marcia 3000: Ernesto Croci (Atl. Grosseto Banca della Maremma) 14:13.48; 4x200: Trionfo Ligure (Paolo Macaluso, Luca Amerio, Fabrizio Lanzuisi, Riccardo Durando) 1:38.37

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SM45 – 60 e 200: Walter Comper (Atl. Virtus Castenedolo) 7.31 e 23.89; 400: Francesco D’Agostino (Atl. Virtus Castenedolo) 53.77; 800 e 1500: Ugo Piccioli Cappelli (Atl. Paratico) 2:08.73 e 4:28.54; 3000: Fabrizio Adamo (Colleferro Atletica) 9:14.38; 60hs: Renzo Romano (Atl. Pistoia) 9.24; alto: Daniele Pagani (Atl. Virtus Castenedolo) 1,81; asta: Daniele Caporale (Atl. Udinese Malignani) 3,90; lungo: Antonio Boldrini (La Fratellanza 1874 Modena) 6,24; triplo: Simone Sbaragli (Edera Atl. Forlì) 13,15; peso e disco: Antonio Pietrangelo (Us Aterno Pescara) 13,13 e 40,82; martello: Francesco De Santis (Athlon Bastia) 53,13; martello m.c.: Gianmario Castaldi (Pro Patria Arc Busto Arsizio) 11,77; giavellotto: Nicola Lodi (La Fratellanza 1874 Modena) 42,21; marcia 3000: Pasquale D’Orlando (Sef Virtus Emilsider Bologna) 14:25.37; pentathlon: Roberto Marzolo (Athletics Promotion L’Aquila) 3326; 4x200: Liberatletica Roma (Michele Donnarumma, Gianluigi Pala, Paolo Leoni, Massimiliano Scarponi) 1:40.20 SM50 – 60: Mario Longo (Atl. Marano) 7.14 MPI; 200 e 400:

Alfonso De Feo (Romatletica) 23.53 MPI e 53.20 MPI; 800: Giuseppe Romeo (Daini Carate Brianza) 2:09.93; 1500: Pierangelo Avigo (Atl. LonatoLem Italia) 4:37.24; 3000: Domenico Caporale (Runners Chieti) 9:31.34; 60hs: Thomas Oberhofer (Südtirol Team Club) 8.89; alto: Marco Segatel (Olimpia Amatori Rimini) 1,88; asta: Declan Goretti (Assi Giglio Rosso Firenze) 3,80; lungo: Fabrizio Boggi (Atl. Virtus Cr Lucca) 5,52; triplo: Paul Zipperle (Sportclub Meran) 12,43; peso: Marco Giacomini (Atl. San Giovanni Sassari) 14,56; disco e martello m.c.: Valtere Rocchi (Centro Atl. Piombino) 48,92 e 15,43; martello: Giuseppe Duskovic (Atl. Canavesana) 39,97; giavellotto: Roberto Bencivenni (Acquadela Bologna) 40,49; marcia 3000: Andrea Naso (Atl. Lonato-Lem Italia) 14:07.97; pentathlon: Antonio D’Errico (Arca Atl. Aversa Agro Aversano) 3546; 4x200: La Fratellanza 1874 Modena (Alberto Martignani, Paolo Barchi, Alessandro Manfredi, Ciriaco Minichiello) 1:43.97 SM55 – 60 e 200: Massimo Clementoni (Olimpia Amatori Rimini) 7.85 e 26.02; 400: Zaccaria Facchini (Olimpia Amatori Rimini) 59.02; 800: Luigi Ferrari (Olimpia Amatori Rimini) 2:13.47; 1500: Alfredo Bonetti (Atl. Virtus Castenedolo) 4:38.48; 3000: Paolo Bertazzoli (Atl. Clarina Trentino) 9:46.53; 60hs: Armando Capucci (Gpa Lughesina) 10.53; alto: Emanuel Manfredini (Olimpia Amatori Rimini) 1,69; asta e pentathlon: Hubert Indra (Südtirol Team Club) 3,60 e 3998 MPI; lungo e triplo: Giancarlo Ciceri (Atl. Sandro Calvesi) 5,48 e 12,57 MPI; peso: Edmund Lanziner (Südtirol Team Club) 13,29; disco: Giulio Dondi (Olimpia


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PORT

Amatori Rimini) 40,38; martello: Riccardo Innocenti (Atl. Pistoia) 36,75; martello m.c.: Marin Mileta (Olimpia Amatori Rimini) 14,05; giavellotto: Roman Zublasing (Südtirol Team Club) 47,53; marcia 3000: Gabriele Caldarelli (Atl. Firenze Marathon) 15:25.79; 4x200: Romatletica (Enrico Sisti, Piero Campennì, Enzo Proietti, Alfonso De Feo) 1:42.77 MPI SM60 – 60 e 200: Enzo Proietti (Romatletica) 8.03 e 26.77; 400: Mario Soru (Atl. Selargius) 1:00.63; 800: Rinaldo Gadaldi (Atl. Virtus Castenedolo) 2:24.04; 1500: Giovanni Finielli (Gs Tortellini Voltan Martellago) 4:54.85; 3000: Rolando Di Marco (Atl. Di Marco Sport) 10:09.61; 60hs: Stefano Scalia (Atl. Prisma Spedizioni) 11.38; alto: Natale Prampolini (Masteratletica) 1,45; asta: Claudio Lazzari (Athlon Bastia) 2,80; lungo: Gabriele Valle (Shardana) 4,84; triplo: Alberto Zonta (Nuova Atletica dal Friuli) 9,31; peso: Antonio Maino (Atl. Virtus Castenedolo) 13,18; disco: Ugo Coppi (La Fratellanza 1874 Modena) 45,42; martello: Sandro Sangermano (Pol. Roma XIII) 37,79; martello m.c.: Angelo Moiraghi (Atl. Rovellasca) 15,22; giavellotto: Ciro D’Angelo (Arca Atl. Aversa Agro Aversano) 41,95; marcia 3000: Graziano Morotti (Us Quercia Trentingrana) 14:26.94; pentathlon: Roberto Napoli (Olimpus Kerkent Runners) 3372; 4x200: Sef Macerata (Giulio Mallardi, Livio Bugiardini, Roberto Masi, Alessandro Tifi) 1:49.96 MPI SM65 – 60: Vincenzo Barisciano (Cus Molise) 8.15; 200: Livio Bugiardini (Sef Macerata) 27.49; 400: Vincenzo Felicetti (Athlon Bastia) 1:00.58 MPI; 800, 1500 e 3000: Dario Rappo

(Masteratletica) 2:26.69, 5:03.31 e 10:57.57; 60hs: Antonio Montaruli (Road Runners Club Milano) 10.80; alto, lungo e triplo: Giuliano Costantini (Gs Atl. Effebi Fossombrone) 1,48, 4,78 e 10,36; asta: Arrigo Ghi (La Fratellanza 1874 Modena) 3,00; peso: Luciano Occhialini (Us Quercia Trentingrana) 12,35; disco: Roberto Sagoni (Giovanni Scavo 2000 Atl.) 41,58; martello: Francesco Bettucci (Sef Macerata) 35,20; martello m.c.: Calogero Scordino (Olimpus Kerkent Runners) 13,68; giavellotto: Roberto Dugatto (Masteratletica) 35,76; marcia 3000: Guido Battistin (Masteratletica) 15:01.48; pentathlon: Aldo Del Rio (Road Runners Club Milano) 3197; 4x200: Road Runners Club Milano (Marco Coccato, Aldo Cambiaghi, Aldo Del Rio, Antonio Montaruli) 1:55.73 SM70 – 60: Giuseppe Dessardo (Trieste Atletica) 9.24; 200 e 400: Filippo Zanardo (Gs Tortellini Voltan Martellago) 30.61 e 1:09.36; 800: Luigi Filisetti (Pool Alta Valseriana) 3:06.03; 1500: Bruno Manzetti (Athlon Bastia) 6:00.53; 3000: Giancarlo Raggi (Atl. Mameli Ravenna) 12:13.82; 60hs: Ugo Vogliotti (Vittorio Alfieri Asti) 12.67; alto e lungo: Silvano Giavara (Sportclub Meran) 1,33 e 4,02; asta: Gastone Chiarini (La Fratellanza 1874 Modena) 2,35; triplo: Natale Scaringi (Liberatletica Roma) 8,52; peso: Lamberto Boranga (Olimpia Amatori Rimini) 11,66; disco: Umberto Benevenia (Atl. Sandro Calvesi) 32,24; martello: Giorgio Schiavoni (Acquadela Bologna) 34,16; martello m.c.: Italo Cartechini (Sef Macerata) 15,18; giavellotto: Vincenzo Cappella (Sef Macerata) 32,79; marcia 3000: Gianfranco De Lucia (As Kronos Roma Quattro)

19:32.90; pentathlon: Francesco Bruni (Collection Atl. Sambenedettese) 2650; 4x200: Sportclub Meran (Hans Laimer, Konrad Geiser, Silvano Giavara, Rudolf Frei) 2:06.47 SM75 – 60: Tristano Tamaro (Trieste Atletica) 9.20; 200 e 400: Filippo Torre (Atl. Leggera Portici) 31.00 e 1:12.49; 800: Maurizio Pace (Liberatletica) 3:15.94; 1500 e 3000: Giuseppe Parenti (Cus Urbino) 6:24.47 e 13:40.67; 60hs e pentathlon: Sergio Valente (Libertas Valpolicella Lupatotina) 11.84 e 3187 MPI; alto, lungo e triplo: Giorgio Bortolozzi (Silca Ultralite Vittorio Veneto) 1,36 MPI, 4,08 e 9,66; asta: Galdino Rossi (Atl. Ambrosiana) 2,70 MPI; peso: Giovanni Groppi (Brc Castiglione d’Adda) 9,42; disco, martello e martello m.c.: Franco Bechi (Assi Giglio Rosso Firenze) 31,86, 36,91 e 14,69; giavellotto: Luigi Angelo Brolo (Atl. Ambrosiana) 31,53; marcia 3000: Romolo Pelliccia (Atl. Libertas Orvieto) 18:12.69; 4x200: Liberatletica (Renzo Petricola, Natale Scaringi, Vincenzo Vanda, Maurizio Pace) 2:25.53 MPI SM80 – 60: Luciano Mazzetto (Vittorio Alfieri Asti) 10.37; 200 e 400: Vincenzo Vanda (Liberatletica Roma) 38.65 e 1:32.61; 800, 1500 e 3000: Bruno Baggia (Atl. Valli di Non e Sole) 3:30.12, 6:45.07 e 13:46.91; 60hs, asta e pentathlon: Ernesto Minopoli (Amatori Masters Novara) 13.48, 1,90 e 3134; alto: Luigi Ebraico (Arca Atl. Aversa Agro Aversano) 1,10 (spareggio 1,13 MPI); lungo e peso: Aldo Zorzi (Sportclub Meran) 3,09 e 8,61; triplo: Armando Righi (Podistica Pontelungo Bologna) 5,18; disco e giavellotto: Angelo Cuzzocrea (Atl. Amatori Reggio Calabria) 21,77 e 24,52; martello: Giorgio Bracco (Cus Roma) 24,24; marcia 3000: Alfredo Tonnini (Italia Marathon Club) 21:48.90; 4x200: Amatori Masters Novara (Ernesto Minopoli, Luigi Carnevale, Francesco Paderno, Antonio Nacca) 2:47.33 MPI SM85 – 60: Mario Ferracuti (Podistica Valtenna) 24.15; peso, disco e giavellotto: Virgilio Colombo (Road Runners Club Milano) 7,62, 21,90 e 20,11 SM90 – 800, 1500 e 3000: Antonio Nacca (Amatori Masters Novara) 4:16.83 MPI (record mondiale M90), 8:33.37 MPI (record mondiale M90) e 18:06.97 MPI (record mondiale M90) SM95 – 60, lungo e triplo: Giuseppe Ottaviani (Gs Atl. Effebi Fossombrone) 14.49, 1,50 e 4,23; peso e martello

m.c.: Giuseppe Rovelli (Daini Carate Brianza) 4,78 e 4,87 DONNE SF35 – 60: Amy Fabé Dia (Aristide Coin Venezia 1949) 7.71; 200: Daniela Di Luzio (Atl. Insieme New Foods Verona) 27.21; 400: Donatella Faedda (Cus Cagliari) 59.49; 800 e 1500: Sabrina Boldrin (Atl. Silca Conegliano) 2:20.68 e 4:56.54; 3000: Antonella Faiola (Rcf Roma Sud) 10:35.35; alto: Antonia Tofalo (Cus Salerno) 1,44; lungo: Nicoletta Dessì (Sg Amsicora Cagliari) 4,17; triplo: Viola Brontesi (Atl. Virtus Castenedolo) 10,86; peso e martello m.c.: Maria Danzi (Gs Matera) 9,98 e 13,49; giavellotto: Cristina De Felice (Atl. Osimo) 12,41; marcia 3000: Anna Dipace (Athletic Team Barletta) 17:13.82; 4x200: Cus Salerno (Roberta Greco, Katarzyna Kalczuga, Carla Sessa, Antonia Tofalo) 2:04.27 SF40 – 60 e 200: Cristina Sanulli (Self Atl. Montanari & Gruzza) 8.17 e 26.96; 400 e 800: Emanuela Baggiolini (Cus Cagliari) 59.63 e 2:15.12; 1500 e 3000: Paola Tiselli (Tirreno Atl. Civitavecchia) 4:56.48 e 10:35.21; 60hs: Elisabetta Dodi (Trieste Atletica) 10.34; alto e pentathlon: Rebecka De Luca (Atl. Roma Acquacetosa) 1,41 e 2985; asta: Gioia Ferrari (Assi Giglio Rosso Firenze) 3,00; lungo: Tiziana Bignami (Atl. Cinque Cerchi Piacenza) 4,83; triplo: Alessandra Spadini (Atl. Santamonica Misano) 9,86; peso: Arianna Toppi (Giovanni Scavo 2000 Atl.) 10,60; martello m.c.: Anna Maria Garofoli (Edera Atl. Forlì) 8,43; giavellotto: Nely Mery Greceanu (Atl. Ambrosiana) 25,61; marcia 3000: Valeria Pedetti (Atl. Libertas Arcs Cus Perugia) 15:28.43; 4x200: Atletica dei Gelsi (Loredana Ballistreri, Lucia Maggio, Barbara Mancini, Serena Caravelli) 1:56.29 SF45 – 60 e 200: Maria Ruggeri (Atl. Villafranca) 8.12 MPI e 26.96 MPI; 400: Barbara Martinelli (Us San Vittore Olona 1906) 1:02.41; 800: Barbara Mancini (Atletica dei Gelsi) 2:26.39; 1500 e 3000: Laura Avigo (Atl. Lonato-Lem Italia) 5:05.91 e 11:09.90; 60hs: Barbara Ferrarini (Atl. Virtus Castenedolo) 10.21; alto e triplo: Chiara Ansaldi (Atl. Canavesana) 1,56 =MPI e 10,26; asta: Daniela Parenti (Mollificio Modenese Cittadella) 2,90; lungo: Susanna Tellini (Atl. Ambrosiana) 5,07; peso, disco e martello m.c.: Alzbeta Cechova (Pro Patria Arc Busto Arsizio) 9,47, 33,70 e 8,89; giavellotto: Paola Fornasari

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(Atl. Bondeno) 19,86; marcia 3000: Roberta Mombelli (Atl. Lonato-Lem Italia) 17:02.38; pentathlon: Giusy Lacava (Assi Giglio Rosso Firenze) 2426; 4x200: Trieste Atletica (Alessandra Grasso, Paola Capitanio, Betina Prenz, Tiziana Brezzoni) 1:54.44 MPI SF50 – 60: Marinella Signori (Atl. Virtus Castenedolo) 8.57; 200 e 400: Gianna Lanzini (Assi Giglio Rosso Firenze) 28.97 e 1:06.52; 800: Perlina Fusi (Atl. Virtus Castenedolo) 2:36.98; 1500: Elena Giovanna Fustella (Atl. LeccoColombo Costruzioni) 5:09.60; 3000: Alba Vitale (Enterprise Sport & Service) 11:32.55; 60hs, alto e pentathlon: Rossella Zanni (Mollificio Modenese Cittadella) 10.17, 1,46 MPI e 3812 MPI; lungo: Paola De Santi (Idealdoor Libertas San Biagio) 4,34; triplo: Francesca Juri (Vittorio Alfieri Asti) 9,73; peso e giavellotto: Lina Frontini (Atl. Osimo) 10,13 e 23,76; disco: Waltraud Mattedi (Südtirol Team Club) 35,30; martello: Marzia Zanoboni (Liberatletica Roma) 37,71; martello m.c.: Anna Magagni (Acquadela Bologna) 11,26; marcia 3000: Paola Bettucci (Atl. Avis Macerata) 17:29.97; 4x200: Romatletica (Patrizia Buracchia, Anna Micheletti, Sonia Trombetta, Lucilla Fiori) 2:02.51 SF55 – 60 e 200: Graziella Cermaria (Atl. Santamonica Misano) 9.14 =MPI e 31.02; 400 e 800: Rosanna Barbi Lanziner (Südtirol Team Club) 1:12.37 e 2:42.82; 1500 e 3000: Francesca Barone (Amatori Atl. Casorate Sempione) 5:29.83 e 11:30.74; 60hs e asta: Carla Forcellini (Atletica dei Gelsi) 10.75 e 3,00 MPI; alto: Sandra Dini (Atl. Sandro Calvesi) 1,29; lungo: Angela Bellomi (Atl. Lonato-Lem Italia) 2,77; triplo: Loredana Turreni (Romatletica) 8,56; peso e martello: Rosanna Rosati (Romatletica) 9,26 e 34,73; disco e giavellotto: Serena Paci (Atl. Alma Juventus Fano) 25,39 e 17,86; martello m.c.: Paola Melotti (Cus Lecce) 9,18; marcia 3000: Daniela Ricciutelli (As Kronos Roma Quattro) 16:23.84; 4x200: Assi Giglio Rosso Firenze (Daniela Aldrovandi, Maria Beatrice Passani, Susanna Giannoni, Gianna Lanzini) 2:06.14 MPI SF60 – 60, 200 e 400: Anna Micheletti (Romatletica) 9.51, 31.38 e 1:14.52; 800: Renata Solmi (Mollificio Modenese Cittadella) 2:55.15; 1500: Rosa Pattis (Südtirol Team Club) 6:00.54; 3000: Waltraud Egger (Sportclub Meran) 12:49.20; 60hs: Maura Vignali (Atl. Pistoia) 13.28; alto:

Roberta Montanari (Assi Giglio Rosso Firenze) 1,17; lungo e triplo: Maria Grazia Rafti (Liberatletica Roma) 3,71 e 8,58; peso, martello e martello m.c.: Rosanna Grufi (Sef Macerata) 8,78, 30,71 e 13,04; disco: Rossella Bardi (Atl. Borgo a Buggiano) 22,46; giavellotto: Marirosa Auteri (Vittorio Alfieri Asti) 20,52; marcia 3000: Natalia Marcenco (Assindustria Sport Padova) 17:23.84; 4x200: Atl. Lonato-Lem Italia (Angela Bellomi, Laura Avigo, Maria Vecchi, Rosa Barberini) 2:48.32 SF65 – 60 e 200: Giusy Sangermano (Trieste Atletica) 9.95 e 33.60; 400: Anna Di Chiara (Atl. Amatori Sangiustese) 1:38.16; 800, 1500 e 3000: Fiorella Fretta (Romatletica) 3:34.91, 7:03.49 e 14:22.55; alto, lungo e pentathlon: Ingeborg Zorzi (Sportclub Meran) 1,17, 3,35 e 3710; triplo e peso: Elvia Di Giulio (Romatletica) 7,04 e 7,98; disco: Gilda D’Ambrosio (Atl. Virgiliano) 19,90; martello e martello m.c.: Maria Pia Luchetti (Sef Macerata) 18,19 e 8,00; marcia 3000: Rita Del Pinto (Liberatletica Roma) 20:08.85; 4x200: Atletica Aviano (Maura Perin, Jole Sellan, Maria Cristina Fragiacomo, Erminia Furegon) 3:11.82 MPI SF70 – 60 e lungo: Maria Lategana (Cus Lecce) 12.01 e 2,26; 200: Erminia Furegon (Atl. Aviano) 46.74; 800 e 3000: Rosa Barberini (Atl. LonatoLem Italia) 4:15.97 e 15:55.54; 1500: Jole Sellan (Atl. Aviano) 8:10.35; alto: Liana Calvesi (Atl. Sandro Calvesi) 0,90; peso e disco: Maria Luisa Finazzi (Atl. Sandro Calvesi) 8,77 MPI e 16,53; martello, martello m.c. e giavellotto: Brunella Del Giudice (Nuova Atletica dal Friuli) 29,69, 11,61 e 17,05; marcia 3000: Maria Vecchi (Atl. Lonato-Lem Italia) 23:49.78 SF75 – 60 e 200: Maria Cristina Fragiacomo (Atl. Aviano) 16.68 e 54.73; alto: Giulia Lucia Perugini (Sef Macerata) 0,98; peso: Amalia Micozzi (Sef Macerata) 6,52; disco, martello e martello m.c.: Maria Luisa Mazzotta (Running Club Lecce) 11,31, 17,32 e 7,79 MPI SF80 – 60, 200 e 400: Emma Mazzenga (Atl. Città di Padova) 11.55 MPI, 39.94 e 1:34.26; lungo: Maria Luigia Belletti (Atl. Sandro Calvesi) 1,86 MPI; peso, martello e martello m.c.: Nives Fozzer (Nuova Atletica dal Friuli) 6,22, 18,03 e 8,22 SF85 – disco, martello e martello m.c.: Anna Flaibani (Nuova Atletica dal Friuli) 11,77, 21,06 MPI (record europeo W85) e 7,53 MPI


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LO SP

BOCCE

L’Ancona pareggia ma resta in vetta Sconfitte Montegranaro e Colbordolo Fontespina passa a Castelfidardo SERIE A: L’ANCONA 2000 RESTA A +6, SCONFITTE MONTEGRANARO E COLBORDOLO L’Ancona 2000 non va oltre lo 0-0 interno con il Montegridolfo, ma conserva sei punti di vantaggio su La Pinetina, bloccata in casa dal Montecatini, quando allo striscione d’arrivo mancano sei giornate. Turno negativo per le altre marchigiane: il Montegranaro incappa a L’Aquila nella quinta sconfitta consecutiva (2-1, per i veregrensi a segno la terna Santone - Angrilli - Ombrosi), il Colbordolo esce sconfitto (2-0) dal confronto casalingo con i modenesi dell’MP Rinascita e vede allargarsi a 5 punti il gap con la terz’ultima. Risultati 12ª giornata: Ancona 2000 – Montegridolfo 0-0, Fashion Cattel – Boville 1-1, La Pinetina – Montecatini 11, Virtus L’Aquila – Montegranaro 2-1, Colbordolo – MP Rinascita 02. Classifica: Ancona 2000 30 punti, La Pinetina 24, MP Rinascita Mo 23, Boville Rm 21, Montecatini Avis 16, Virtus L’Aquila 15, Montegranaro 12, Fashion Cattel Tv 11, Montegridolfo 9, Com. Colbordolo 6. SERIE B: IL FONTESPINA PASSA A CASTELFIDARDO, RISCATTO MONTESANTO Il Fontespina cala il poker (di vittorie consecutive) e passa (2-1) anche a Castelfidardo. I civitanovesi, avanti 2-0 a metà gara con i punti della terna Macellari - Bartoli Sabbatini e del singolo Agostini, respingono il ritorno della Cofer Metal (a bersaglio con la coppia Michele Magnaterra Gianni Magnaterra) e con la coppia Bartoli - Sabbatini (1° set Sabatini) conquistano il set della vittoria. Torna al successo, dopo tre sconfitte

consecutive, il Montesanto che travolge (3-0) i perugini del Sant’Erminio con i punti della terna Micucci - Luca Petrelli - Sauro Petrelli, dell’individualista Renzi e della coppia Luca Petrelli – Saura Petrelli. Risultati 9ª giornata: Eretum Bocce – Colata d’Oro 0-1, Cofer Metal Castelfidardo – Fontespina 1-2, Tritium Pagnoncelli – Europlak Mosciano 1-1, Montesanto – Sant’Erminio 3-0. Classifica: Colata d’Oro Va punti 21, Fontespina 20, Europlak Mosciano 18, Sant’Erminio Pg 14, Cofer Metal Castelfidardo e Eretum Bocce Rm 8, Montesanto P.Picena 7, Tritium Pagnoncelli 5. SERIE C: GLI ACCOPPIAMENTI DEI PLAYOFF Saranno Framasil Pineto e Aper Segn. Ind. Stradali Perugia gli avversari de La Sportiva e Oikos Fossombrone nelle semifinali playoff. Gare di andata il 22 marzo a Castel di Lama e in Umbria, ritorno a campi invertiti il 12 aprile. Le vincenti si sfideranno nella finale per la promozione in serie B il 3 e il 10 maggio. CIATTAGLIA E TEODORI TERZI A RICCIONE

Gianluca Conigli e Franco Corinaldesi (Borgo Catena Senigallia) conquistano il terzo posto nel 34° G.P. Città di Riccione (Rn), gara nazionale che ha visto chiudere al quarto posto Mario Ciattaglia e Luciano Teodori (E. Campanelli Moie), al quinto Fabio Marcucci e Adamo Panfili (Jesina), al sesto Giuliano Rossetti e Michele Marcuccini (Oikos Fossombrone). Al 13° Trofeo Città di Sansepolcro (Ar), appuntamento del circuito Fib, settimo posto per Michele Agostini (Fontespina), ottavo per Gianluca Manuelli (Ancona 2000). A MACERATA IL 15° TROFEO SFORZACOSTA La Bocciofila Sforzacosta ha organizzato la 15ª edizione dell’omonimo torneo, gara regionale serale a coppia diretta da Athos Volpini che ha visto la partecipazione di 256 formazioni. Nella categoria A1-A-B, successo di Giovanni Torresi e Leonardo Stacchiotti (Sambucheto) al termine della finale vinta 103 e condotta fin dall’inizio contro Mario Tartabini e Graziano Pettinari (Tolentino). Al terzo posto Giuseppe Chiarastella e Marco Caimmi (Bar Cardelli Monsano), al

quarto Claudio Malizia e Laura Erbaccio (Città di Recanati). Nella categoria CD la vittoria è andata a Mario Moretti e Marco Bolis (Porto Potenza Picena): in finale, dopo un’iniziale parità (4-4) si sono arresti (10-4) Gerardo Cicaré e Lanfranco Mari (Maceratese); terza piazza per Franco Savi e Remo Giganti, quarta per i padroni di casa Graziano Vagni e Giordano Mogetta. A MONDAVIO IL 13° TROFEO BANCA SUASA Sulle corsie de La Bocciofila San Michele al Fiume è andata in scena la 15ª

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edizione del Trofeo Banca Suasa, gara regionale serale a coppia diretta da Giuliano Molinari. Nella categoria A1A-B (88 formazioni al via) successo di Andrea Muratori (Lucrezia) che in finale hanno superato (10-3) Giordano Saltarelli e Marcello Ercolani (Durantina); terza posizione per Maurizio Carburi e Loriano Giorgi (Rinascita Pesaro), quarta per Mezio Tonti e Maurizio Cimarelli (Marotta). Nella categoria CD (104 squadre impegnate) si sono imposti Pierino Livi e Marco Mariotti (San Cristoforo Fano) che in finale hanno avuto la meglio (10-2) su Corrado Ferretti ed Enzo Foligna (Cesanella Senigallia); terzo posto per Silvano Gabrielli e Celestino Mariotti (Barbara), quarti Luigi Esposto e Luciano Alimenti (Acqualagnese). AD ASCOLI IL MEMORIAL SANDRO E MARIO CINAGLIA Con l’organizzazione della Bocciofila Città di Ascoli si è disputato il Memorial intitolato a Sandro e Mario Cinaglia, gara regionale a coppie diretta da Giulio Zampetti che ha visto la presenza nel capoluogo piceno di 254 formazioni

provenienti da sette comitati provinciali di Marche, Abruzzo e Umbria. Nella categoria A1A-B, vittoria di Piero Bonfigli e Domenico Dari (Helvia Recina Villa Potenza), davanti ad Andrea Cerusico e Gianni Coppari (Castelfidardo), Luca Capponi e Leonardo Stacchiotti (Sambucheti), Giovanni Angrilli e Lino Spaletra (Grottammare). Nella categoria C-D successo di Emidio Capriotti e Gino Ruffini (Sambenedettese) che in finale hanno superato Franco Morichetti e Marino Montali (Montesanto); terzo gradino del podio per Marino Macci e Vittorio Tavoletti (Valtronto Spinetoli), quarta posizione per Cesare Pierantozzi e Giovanni Innocenzi (Valtronto). CAMPIONATI PROVINCIALI AD ANCONA E PESAROURBINO Settimana di campionati provinciali ad Ancona e Pesaro-Urbino dove si sono assegnati i titoli della terna categoria A. Sulle corsie della Bocciofila Passo Ripe (direttore di gara Giuseppe Veneruso) Maurizio Ascani, Manuel Gattari e David Torresi (Castelfidardo) si sono lauretati campioni di Ancona superando i compagni di club Daniele Zazzarini, Gabriele Franceschetti e Franco Sampaolo. Per la provincia di Pesaro-Urbino il titolo è andato a Paolo Giovannelli, Riccardo Giacomini e Adrio Orazi (Colbordolo) che ad Acqualagna (direttore Athos Volpini); secondo posto per Maurizio Carburi, Loriano Giorgi e Fabrizio Cardellini (Rinascita Pesaro), terzo per Stefano Desideri, Andrea Tonelli e Alberto Tonelli (Metaurense), quarto per Orfeo Aureli, Giuseppe Ricci e Giorgio Allegrezza (Colbordolo).


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i t s i n o g a t i pro

In questa pagina proponiamo alcune immagini dei protagonisti delle ultime manifestazioni organizzate nei bocciodromi della nostra regione dalle societĂ marchigiane redazione@laltrogiornale.it


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