Elisir di Salute - 2/25 - marzo/aprile

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VISTA AL FEMMINILE

Quale prevenzione?

TUMORE DELLA TIROIDE

Gli Screening da fare

cibo & salute

Carboidrati nella dieta, facciamo chiarezza

ORTODONZIA ESTETICA

Tutti i vantaggi

BAMBINI E DIABETE

Dai sintomi alla terapia

salute & benessere

Attività fisica in menopausa, quali benefici?

Anice verde e Anice stellato,

per la digestione

mente & corpo

Ansia ricorrente, impariamo a gestirla

Editore: DOCMED s.r.l. - Bologna

Direttore Responsabile:

Dott. Enrico Montanari - direzione.rivista@elisirdisalute.it

Direttore Editoriale:

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Collaboratori:

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Marketing:

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Segretaria di redazione:

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Sede legale, redazione e amministrazione:

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Pubblicazione a stampa: ISSN 2465-3039

Pubblicazione on-line: ISSN 2498-9401

Direttore Scientifico:

Dott. Enrico Montanari

Comitato scientifico:

Prof. Francesco Addarii, Medicina Interna e Cardiologia

Dott. Alberto Benati, Urologia

Prof. Guido Biasco, Gastroenterologia

Prof. Roberto Boccalon, Psichiatra, Direttore Istituto Psicoterapia Espressiva, Bologna

Prof. Pierfrancesco Buli, Urologia

Dott. Leonardo Calza, Ricercatore Istituto Malattie Infettive Università di Bologna

Dott. Franco Cantagalli, Presidente Ordine Farmacisti di Bologna

Dott. Claudio Caprara, Medicina Interna

Dott. Mauro Caputo, Radiodiagnostica

Prof.ssa Renata Caudarella, Responsabile U.S. Metabolismo Minerale Università di Bologna

Prof. Francesco Chiodo, Direttore Istituto Malattie Infettive Università di Bologna

Dott. Riccardo Cipriani, Chirurgia Plastica

Dott. Paolo Collini, Igiene e Tossicologia

Cari Lettori,

sono trascorsi ormai quasi vent’anni dall’uscita del nostro primo numero e la nostra motivazione e impegno a portare avanti un obiettivo di informazione corretta, su prevenzione e salute, sono più che mai validi e semmai accresciuti dal gradimento sempre crescente del pubblico.

Prof. Roberto Corinaldesi, Dir. Dip. Medicina Interna e Gastroenterologia Università di Bologna

Prof. Domenico Cucinotta, Geriatria - Presidente C.U.R.A.

Dott. Enrico Delfini, Medico di Medicina Generale

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Dott. Giampiero Di Tullio, Scienza dell'alimentazione e Dietetica

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Prof. Antonino Grasso, Medicina Interna e Cardiologia

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Dott. Aldo Nobili, Odontoiatria

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Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 6966 del 24/11/1999

Iscrizione R.O.C. n. 20066

La salute e il benessere sono temi di fondamentale importanza che rivestono un ruolo differente ma ugualmente importante nelle varie fasi della vita. Ho sempre pensato che l’attività di un medico non finisca una volta realizzata l’attività clinica e di aggiornamento ma che sia una nostra precisa responsabilità, anche e soprattutto, quella di rendere note le indicazioni e informazioni per evitare, quanto più possibile, il disequilibrio e la malattia, mantenendo invece uno stato di benessere sia fisico che mentale. Questo è ciò che abbiamo cercato e continuiamo a fare in questi anni, con l’aiuto prezioso di centinaia di Medici, Ricercatori ed esperti dei vari ambiti di cui ci occupiamo. A loro va un sentito ringraziamento perché senza la loro disponibilità e volontà di dialogo con il pubblico la nostra rivista non potrebbe esistere.

Il nostro concetto di salute è andato definendosi in modo sempre più ampio e completo nell’ottica di una visione olistica del benessere e della salute della persona. La prevenzione attraverso opportuni e periodici controlli, un’alimentazione corretta ed equilibrata, come quella mediterranea, a cui destiniamo sempre maggiore spazio, la pratica costante di un’adeguata attività fisica, ormai da ritenere vero e proprio “farmaco naturale” da “assumere” quotidianamente, l’equilibrio mentale ottenuto attraverso opportune scelte di vita e nuove discipline a cui attingere, l’attenzione all’ambiente e la limitazione dei fattori inquinanti, sono tutti aspetti ugualmente importanti.

È solo attraverso l’attenzione verso ognuno di questi elementi e comportamenti, in una parola lo “stile di vita”, che può nascere il nostro “stare bene”.

Buona lettura!

È vietata la riproduzione totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza il consenso dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questa pubblicazione sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle organizzazioni, delle istituzioni, delle imprese a cui essi appartengono e neppure riflettono necessariamente i punti di vista dei membri degli organi di direzione ed editoriali di questa pubblicazione. Nulla di quanto contenuto in Elisir di Salute intende rappresentare un consiglio, ovvero una raccomandazione, concernente una qualsiasi delle cure, dei metodi e dei rimedi descritti. Gli editori non danno, né espressamente né implicitamente, garanzie sul piano terapeutico o su quello della convenienza rispetto a pratiche o utilizzi specifici, né riconosceranno alcuna responsabilità, verso chi sosterrà di essere stato danneggiato in conseguenza della pubblicazione di Elisir di Salute o dell’utilizzo delle informazioni pubblicate.

n. 2 2025

marzo/aprile

cibo & salute

8 Cicoria, toccasana per la digestione

Oltre a favorire una buona digestione, questa pianta regola l’appetito, riduce il rischio di malattie gastrointestinali e possiede proprietà antitumorali...

Dott.ssa Silvia Lazzaris

16 Carboidrati nella dieta, facciamo chiarezza

Il nostro corpo ha bisogno di assumere tutti i tipi di carboidrati per ottenere energia, ma è fondamentale...

Dott.ssa Rebecca Marzocchi

medicina

20 La vista delle donne, quale prevenzione?

Alla base delle differenze di genere in Oculistica ci sono fattori ormonali, oltre a rilevanti aspetti socio-culturali

Dott.ssa Stefania Speranza

26 Tumore della tiroide, l’importanza degli Screening

Sebbene si tratti spesso di formazioni benigne, i Tumori della tiroide sono molto diffusi anche tra i giovani...

Dott.ssa Francesca Cavaliere

32 Ortodonzia estetica, tutti i vantaggi

L’Ortodonzia estetica e l’applicazione di Faccette dentali sono due possibili soluzioni in grado di migliorare l’estetica del sorriso e allineare i denti

Dott. Aldo Nobili

34 Se il bambino ha il Diabete

La gestione del Diabete nel bambino può essere complicata e deve essere personalizzata in base al livello di maturità psico-fisica

Dott.ssa Teresa Mazzone

40 Tumore alla prostata, quale terapia?

Le potenziali complicanze e la qualità di vita post-trattamento giocano un ruolo decisivo nella scelta della terapia più appropriata

Prof. Stefano Arcangeli

47 Medicina e informazione, attenzione alle fonti

Negli ultimi decenni la Medicina ha fatto enormi passi avanti ma è necessario accertarsi che le nuove scoperte in campo scientifico siano diffuse...

Dott. Enrico

piante medicinali

50 Anice verde e Anice Stellato, toccasana per migliorare la digestione

Sia l’Anice verde che quello stellato sono impiegati come carminativi, stimolanti, blandi spasmolitici, deboli agenti antibatterici ed espettoranti, ma non solo...

Dott.ssa Anna Rosa Magnano

psicologia

58 Adolescenza e relazioni sociali, quale supporto dagli adulti?

È fondamentale creare uno spazio sicuro in cui gli adolescenti possano porre domande senza timore di giudizi, ricevendo risposte chiare e rispettose

Dott.ssa Marina Farinelli

mente & corpo

62 Ansia ricorrente, impariamo a gestirla

Con l’aiuto della Mindfulness impariamo a prestare attenzione al presente in modo consapevole, senza lasciarci travolgere dal flusso dei pensieri

Dott.ssa Stefania Cicchiello

salute & benessere

66 Attività fisica in Menopausa, quali benefici?

Secondo alcune ricerche alcuni tipi di allenamento risultano particolarmente utili in questa fase della vita…

Dott.ssa Valeria Galfano

73 Maculopatia, la Riabilitazione possibile

La Riabilitazione può aiutare il Paziente a sfruttare al meglio il residuo visivo..

Dott.ssa Federica Aggio estetica & salute

78 Medicina Estetica Rigenerativa, le nuove metodiche

Questa nuova branca medica utilizza materiali di sintesi che favoriscono il ripristino di collagene, fibrina...

Dott. Placido Strano ecologia & salute

82 Inquinamento atmosferico, è tempo di agire

È necessario intervenire in maniera rapida, anche a livello legislativo, per limitare i gravi danni alla salute...

Dott. Francesco Romizi

Visite ed esami senza liste d’attesa.

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La prevenzione al centro della Medicina

La maggior parte delle malattie sono evitabili adottando e mantenendo nel tempo corrette abitudini di vita e soprattutto praticando attività fisica in modo regolare

La Medicina ha fatto grandi progressi mettendo a disposizione di tutti nuovi farmaci, nuovi trattamenti chirurgici e trapianti d’organo ma, al tempo stesso, è divenuta anche un grande mercato che si calcola ammonti in Italia a circa 200 miliardi di euro fra spesa pubblica del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e spesa privata. Qualsiasi mercato tende sempre ad aumentare ed a neutralizzare i suoi antagonisti. È invece molto importante realizzare una grande rivoluzione culturale che cambi l’attuale paradigma mettendo al centro della Medicina la prevenzione. La maggior parte delle malattie sono infatti evitabili e per evitarle sono molto importanti quelle che chiamiamo le “buone” abitudini di vita. Tutti sappiamo quali sono ma poi mettiamo in atto alibi e pregiudizi per non praticarle. Non fumare, non bere alcol, tanto meno usare droghe, ma anche adottare un’alimentazione varia e moderata, intrattenere molte relazioni sociali, mantenere un peso corporeo ideale, dormire almeno 7 ore e soprattutto è molto importante evitare la sedentarietà. Per questo è fondamentale l’attività fisica che richiede un dispendio energetico superiore rispetto al livello di riposo.

In generale si ritiene che si debbano praticare fra i 150 e i 300 minuti di esercizio fisico alla settimana

naturalmente in rapporto con la situazione di salute e con l’età. Per essere efficace, l’attività motoria deve richiedere un po’ di fatica e dovrebbe essere per quanto possibile giornaliera, evitando gli eccessi di attività senza allenamento durante il fine settimana. Occorre anche fare attenzione al fatto che determinati tipi di sport possono essere dannosi.

I dati a favore della attività fisica sono molto importanti, ad esempio l’esercizio fisico ha determinato una riduzione del 13% della mortalità con un effetto più marcato per le persone con malattie croniche cardiovascolari. In particolare il ruolo dell’attività fisica, insieme all’alimentazione, ha un effetto molto importante nella prevenzione del Diabete di tipo 2. Si pensi che in Italia abbiamo 4 milioni di diabetici dell’età adulta, ma il Diabete è una malattia evitabile. Si pensi alle complicazioni del Diabete per quanto riguarda la visione, le malattie cardiovascolari, le malattie renali e si avrà un’idea di quanto il SSN deve lavorare per svolgere attività che sono evitabili e che determinano le lunghe liste d’attesa di cui poi ci lamentiamo. Le liste d’attesa sarebbero completamente evitabili!

Prof. Silvio Garattini

Cardiopatia e problemi gastrici

Ho 70 anni, sono cardiopatico ma conduco una vita attiva e ho un’alimentazione equilibrata tuttavia sono tormentato da problemi gastrici che mi debilitano. Provo dolenzia e peso localizzati tra stomaco e pancia subito dopo i pasti e frequente nausea, tosse secca e stizzosa, maggiore sonnolenza diurna associata a un sonno notturno discontinuo, debolezza e stanchezza generale. Inoltre ho un costante leggero mal di testa e capogiri anche da seduto. Quali consigli?

email firmata

Risponde il Dott. Enrico Delfini

Federazione Italiana Medici di Medicina Generale

I sintomi sembrano indicare un quadro di Malattia da reflusso gastroesofageo. Se non ha ancora fatto esami e accertamenti, è il caso di eseguire un esame del sangue, una ricerca del sangue occulto nelle feci e una gastroscopia, non necessariamente con urgenza: è più importante che certi esami siano fatti bene, aspettando qualche settimana in più piuttosto che avere in pochi giorni referti non affidabili. Nel frattempo è possibile seguire alcuni consigli che potrebbero mitigare il disagio: mangiare lentamente, masticando bene, senza appesantirsi, evitando alcolici, cibi grassi, cioccolata e brodo di carne. Evitare vestiti stretti e cinture, non mettersi a letto o in poltrona subito dopo i pasti. Se ciò non bastasse, è possibile tentare con farmaci antiacidi o Inibitori di Pompa (PPI). Esistono decine di prodotti, alcuni con obbligo di ricetta che deve prescrivere un Medico, altri acquistabili in farmacia liberamente. Tuttavia, anche se risultano efficaci, è bene non rinunciare agli accertamenti consigliati. Eliminando i sintomi, si potrebbe mascherare la presenza di condizioni più gravi. Inoltre l’uso dei PPI, specie se senza controllo medico, non deve protrarsi più di qualche settimana perché il loro meccanismo d’azione può interferire con l’assorbimento di vitamine e altri nutrienti e possono esserci interazioni anche pericolose con altri farmaci assunti. Sempre meglio parlarne col Medico di famiglia.

Colon irritabile

Sono un ragazzo di 23 anni, da 3 anni soffro di Colon irritabile. Ho svolto tutti gli esami gastroenterologici del caso, anche una colonscopia che non ha rilevato anomalie, ma i sintomi sono sempre presenti. Quali accorgimenti adottare per limitare almeno il disturbo? email firmata

Risponde il Dott. Francesco Ferrara

Gastroenterologo AUSL Bologna

Consigliere Nazionale AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti digestivi Ospedalieri)

La Sindrome del Colon irritabile è un disturbo molto comune, non preoccupante ma di difficile risoluzione poiché non c’è un rimedio di sicura efficacia. Esistono comunque molti modi in cui è possibile intervenire. Ad esempio limitare o abolire gli stili di vita che lo favoriscono (in particolare fumo e caffè che aumentano i movimenti intestinali e quindi il dolore, se il Colon irritabile è legato a questi), mangiare lentamente, per evitare di ingerire aria che può aumentare la distensione dell’intestino e di conseguenza il dolore che questa provoca, ed evitare o limitare i cibi che aumentano la distensione addominale, e più in generale quelli che scatenano i sintomi, ferma restando la necessità di mantenere una dieta completa ed equilibrata. Può risultare utile l’impiego di integratori o farmaci disponibili eventualmente con un consulto medico. Il disturbo inoltre potrebbe derivare da un disagio psicologico che è possibile affrontare, ad esempio, con tecniche di meditazione e/o rilassamento. Quindi non c’è una soluzione unica e che valga per tutti ma, affrontando il problema con diversi approcci, è possibile stare molto meglio o eliminare il disturbo.

Sciatalgia e dolore alla gamba

Sono una donna di 65 anni e ho avuto forti dolori sciatici che mi hanno costretta a letto. Il mio Medico mi ha prescritto delle iniezioni ma vorrei sapere se posso migliorare la situazione e prevenire un’eventuale ricaduta anche con integratori ed esercizi mirati. email firmata

Risponde il Prof. Bernardo Misaggi

Direttore S.C. Chirurgia Vertebrale e Scoliosi

ASST Gaetano Pini

Non sono a conoscenza della storia clinica precedente ma, se si tratta solo di questo episodio isolato di Sciatica, consiglio di seguire la terapia prescritta dal Medico curante ed eventualmente pensare di fare ginnastica dolce posturale. Al persistere della sintomatologia o se dovesse ripresentarsi in futuro, è sicuramente utile fare una radiografia lombo-sacrale e valutare se inviarla ad un Ortopedico della colonna per le cure del caso.

Avete un problema particolare? Volete un consiglio o un semplice parere? Spedite le vostre domande a Elisir di Salute, via Degli Orti, 44 - 40137 Bologna, oppure inviate una e-mail alla redazione: info@elisirdisalute.it I nostri specialisti vi risponderanno direttamente sulla rivista.

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Ricorda l’importanza di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano. Prima dell’assunzione leggere le avvertenze riportate sulla confezione.

Cicoria, toccasana per

Oltre a favorire una buona digestione, questa pianta regola l’appetito, riduce il rischio di malattie gastrointestinali e possiede proprietà antitumorali e antiossidanti

per la digestione

Dott.ssa Silvia Lazzaris

Dietista

AOUI (Azienda Ospedaliera

Universitaria Integrata) - Verona

Grazie alla riscoperta delle sue numerose proprietà medicinali, culinarie e nutrizionali, il consumo di Cicoria è oggi in costante crescita. Si tratta di una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae. Utilizzata per secoli come foraggio per il bestiame in varie parti del mondo, attualmente le foglie e i fiori vengono consumati in insalata oppure cotte e cucinate in vari modi; in altri casi le radici sono impiegate come sostituto del caffè o per la produzione di integratori alimentari. Infine, gli estratti di Cicoria vengono talvolta aggiunti alle bevande alcoliche e analcoliche per migliorarne il sapore.

Un po’ di botanica

Il nome della comune pianta di Cicoria (“Cichorium intybus L”) deriva molto probabilmente da diverse

parole greche e latine: “Cichorium” in latino significa “campo”, mentre “intybus” trova una controparte in entrambe le lingue. In lingua greca significa “tagliare” e fa riferimento alla forma delle foglie. La Cicoria, infatti, è un’erba perenne legnosa con grandi foglie, alta circa un metro con una radice carnosa che può raggiungere la lunghezza di settantacinque centimetri. I suoi fiori possono essere di un intenso colore azzurro, lavanda o bianchi e si aprono solo nelle giornate di sole. È una pianta resistente che può sopportare temperature estreme sia durante la fase di crescita che riproduttiva, ma predilige ambienti in pieno sole e terreni asciutti e ricchi di sostanze nutritive. Queste caratteristiche la rendono una pianta che è possibile coltivare anche a casa, durante tutto l’anno.

Varietà e origini

Storicamente la Cicoria veniva coltivata dagli antichi egizi come pianta medicinale, sostituto del caffè e coltura vegetale e occasionalmente veniva utilizzata come foraggio per animali. Negli anni ‘70, è stato scoperto che la radice di questa pianta conteneva fino al 40% di inulina, una sostanza che ha un impatto trascurabile sulla glicemia ed è quindi adatta ai diabetici. Ad oggi, viene

La

Cicoria contiene fino al 40% di inulina, una sostanza che ha un impatto trascurabile sulla glicemia ed è quindi adatta ai diabetici

coltivata su scala industriale per numerose applicazioni e può essere suddivisa in quattro varietà principali in base all’utilizzo:

• Cicoria industriale, coltivata prevalentemente in Europa nord-occidentale, in India, in Sud Africa e in Cile, produce una radice carnosa impiegata per la produzione dei sostituti del caffè o per l’estrazione di inulina;

• Cicoria di Bruxelles o Witloof, comunemente coltivata in tutta Europa come Cicoria industriale;

• Cicoria da foglia, usata come verdura fresca o cotta;

• Cicoria da foraggio, inizialmente derivata dalla Cicoria selvatica comunemente presente lungo i bordi delle strade e nelle aree abbandonate.

Nel territorio italiano esistono ad oggi numerosissime varietà di questa pianta che variano per forma e colore delle foglie, sapore e forme del bulbo.

Dall’Italia al mondo

Grazie alla grande diffusione in Italia di questa pianta è possibile assaporarla attraverso ricette della tradizione locale, ognuna delle quali legata ad una differente varietà. Si passa così da Castelfranco con una Cicoria variegata color crema a quella rossa di Chioggia dal caratteristico sapore amarognolo. Scendendo fino alla capitale, la Cicoria ripassata alla romana si fa protagonista della cucina povera locale. Nondimeno in Puglia è

possibile assaporare la Cicoria con la famosa ricetta di “fave e Cicoria”.

Nel mondo i suoi utilizzi in cucina spaziano dal caffè fino alle preparazioni tradizionali. Le radici giovani possono essere bollite e servite con panna acida o salsa alle erbe. In alternativa, possono essere cotte e condite con olio di oliva extravergine o tagliate a cubetti e servite per esaltare il sapore di varie zuppe. Le radici mature, dopo la rimozione della parte centrale amara, vengono aggiunte a zuppe e piatti di carne. Le giovani foglie della varietà di Cicoria selvatica possono essere impiegate nella preparazione di insalate, da sole o con altre verdure a foglia. Le radici essiccate e tostate vengono utilizzate come colorante per la birra, nella preparazione di sciroppi e nella produzione di dolciumi o alcolici

Aspetti nutrizionali

La Cicoria è una pianta estremamente versatile in cucina e contiene rilevanti quantità di proteine, carboidrati e micronutrienti

La radice di Cicoria contiene anche alcuni composti fitochimici come: inulina (carboidrato simile all’amido), flavonoidi, tannini, vitamine e minerali. Tuttavia, il contenuto minerale delle foglie è risultato essere relativamente più alto di quello delle sue radici. Nelle foglie di Cicoria sono presenti micronutrienti come: calcio, potassio, sodio, magnesio, ferro, zinco e rame.

Nelle foglie di Cicoria sono presenti micronutrienti come: calcio, potassio, sodio, magnesio, ferro, zinco e rame

In generale si può concludere che la Cicoria è una buona fonte di minerali, in particolare di ferro, che appare elevato se confrontato con il fabbisogno giornaliero di uomini e donne, secondo la National Academy of Science. Oltre a numerosi minerali, questa pianta si caratterizza per un elevato contenuto vitaminico, in particolare contiene 22 milligrammi di vitamina C per 100 grammi di prodotto secco.

Caffè di Cicoria

Negli ultimi anni l’utilizzo più comune e diffuso delle radici della Cicoria è senz’altro la produzione di sostituti del caffè. Tuttavia, poiché le radici di Cicoria fresche hanno un sapore solo moderatamente amaro, si cerca di potenziare questa caratteristica tramite bollitura, essiccazione, cottura al forno o tostatura e ammollo in acqua o in una soluzione di acido citrico. A seguire il composto ottenuto viene macinato per essere utilizzato come miscela di caffè. Tuttavia, l’uso della radice di Cicoria come sostituto del caffè risale al XVI secolo e continuò fino al XVIII secolo, la scoperta è attribuita al giardiniere reale Timme di Turingia. L’inulina, presente nelle radici, viene convertita durante la tostatura in fruttosio e caramello, contribuendo quindi alla tonalità scura delle radici essiccate e a un sapore gradevole con una sfumatura amara. L’inulina, in quanto fibra alimentare non digeribile, sembra essere responsabile di effetti sulla regolazione della glicemia e sui livelli di lipidi presenti nella circolazione sanguigna, oltre a favorire la motilità intestinale.

Quali effetti sulla salute

Le piante hanno da tempo svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della Medicina, principalmente per la loro capacità di sintetizzare sostanze con attività biologica con un impatto positivo sulla salute. Nella Medicina tradizionale, le piante venivano utilizzate per curare molti disturbi diversi. Molte piante medicinali tradizionali sono state recentemente analizzate utilizzando metodi più moderni, portando alla scoperta di molti composti promettenti. Questi composti derivati dalle piante possono essere utilizzati nella modifica di farmaci esistenti o nella progettazione di farmaci completamente nuovi. La Cicoria, come la maggior parte delle piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, ha applicazioni

marzo/aprile 2025

terapeutiche e ha una lunga storia nella Medicina tradizionale. Alcune di queste piante sono state coltivate per oltre 3000 anni per scopi medici, oltre che come fonte di nutrimento.

La Cicoria industriale (Cichorium intybus var.sativum) nel tempo è stata studiata in ambito scientifico per i suoi vari effetti nutrizionali e medicinali. Tali indagini hanno permesso di individuare proprietà antitumorali e antiossidanti, ma anche di aiuto nella prevenzione di malattie croniche come il Diabete.

Inoltre, sembra favorire una buona digestione, regola l’appetito e riduce il rischio di malattie gastrointestinali.

Per queste sue proprietà, la radice di Cicoria è stata proposta come alimento funzionale, ossia un alimento naturalmente ricco di molecole che svolgono proprietà benefiche e protettive per l’organismo e atto a migliorare lo stato di salute o a ridurre il rischio di malattia. Tra i principali composti contenuti in questa pianta e in particolare nella sua radice, l’inulina è stata oggetto di molteplici studi riguardanti il suo effetto prebiotico.

La radice di Cicoria è stata proposta come alimento funzionale, ossia un alimento specificatamente sviluppato per migliorare lo stato di salute o ridurre il rischio di malattia

Essa funge da nutrimento per alcuni batteri presenti nell’intestino che, grazie alla fermentazione dell’inulina, producono energia per il proprio metabolismo e per la propria crescita, determinando così effetti favorevoli per l’organismo umano che li ospita. È probabile che vi siano nelle radici altre sostanze, oltre all’inulina, con effetti benefici, ma si conoscono solo in parte gli specifici meccanismi di azione.

Il contenuto di inulina varia da 11 a 20 grammi su 100 grammi di radici fresche, mentre tale contenuto sale al 44% nella radice secca. La quantità di inulina può cambiare a seconda della stagione ed è minore durante l’autunno. Questa pianta è considerata una delle fonti più rilevanti di inulina che è utilizzata nell’industria alimentare per la produzione di sciroppo di fruttosio per dolcificare bevande fredde, ma anche come sostituto dei grassi e stabilizzatore delle emulsioni nei prodotti alimentari.

Composti antiossidantifitochimici, naturali

L’uomo ingerisce quotidianamente con la propria alimentazione quotidiana circa 500 grammi di composti chimici di cui la maggior parte sono componenti presenti nelle piante, tra questi assumono importanza i composti fitochimici per il loro impatto positivo sulla salute dell’uomo. Questi comprendono un insieme estremamente variegato di sostanze per le quali studi recenti hanno dimostrato un effetto protettivo sulla salute umana, se assunti in quantità significative. Tali sostanze, infatti, esercitano numerose funzioni biologiche, quali l’attività antiossidante e detossificante, la stimolazione del sistema immunitario, la modulazione del metabolismo ormonale e molte altre.

Ad oggi, nella Cicoria sono stati individuati molti di questi composti tra cui i flavonoidi presenti in quasi tutte le parti della pianta. I flavonoidi sono un insieme di sostanze polifunzionali ad elevata attività biologica, che comprende più di 5000 composti. Possiedono proprietà di interesse funzionale nel campo nutrizionale e farmacologico. È stato dimostrato il loro ruolo protettivo per l’apparato cardiovascolare e per il declino cognitivo legato all’invecchiamento.

Tuttavia, il contenuto delle sostanze fitochimiche nella pianta della Cicoria è influenzato da molteplici fattori, quali la stagionalità, le differenze territoriali e le modalità di coltivazione e di conservazione. Oltre a ciò è da considerare che la presenza e la disponibilità delle sostanze fitochimiche è in funzione anche del trattamento eventualmente subito, sia esso domestico, artigianale o industriale.

TUTTO IN UN PIATTO Da Valfrutta la nuova linea di piatti pronti UHT, nutrienti, gustosi e subito pronti

Nati per soddisfare le esigenze di praticità, unite a quelle di un’alimentazione sana e corretta, i nuovissimi piatti pronti vegetali di Valfrutta uniscono bontà e benessere attraverso un mix di ingredienti naturali sapientemente combinati.

Il vantaggio del piatto unico

Le tre ricette ideate da Valfrutta offrono il notevole vantaggio di avere una composizione di ingredienti bilanciati fra loro, assicurando in modo completo il fabbisogno nutrizionale medio di una persona attiva in un solo piatto. Gli alimenti presenti comprendono infatti carboidrati (riso, frumento integrale), proteine vegetali (grano, legumi, soia), vitamine e minerali (peperone, melanzana, zucchina, ecc.). Ottimo anche l’apporto di fibre

100% vegetale

Tutti gli ingredienti della linea “Tutto in un Piatto” sono al 100% di origine vegetale e privi di conservanti per soddisfare i più recenti dettami di una nutrizione sana che prevenga l’invecchiamento cellulare e contribuisca alla prevenzione, in particolare delle malattie cardiovascolari e degenerative.

Più energia

Le proteine vegetali contenute nelle gustose ricette di “Tutto in un Piatto” forniscono una quota importante di energia e contribuiscono alla formazione della massa muscolare, oltre ad essere importanti per la formazione di enzimi e neurotrasmettitori.

Subito pronti

Grazie alle comode confezioni monoporzione “apri e gusta” che possono essere velocemente portate alla temperatura desiderata con il microonde, “Tutto in un Piatto” va incontro alle necessità di velocità e praticità della quotidianità di chi lavora o studia. Inoltre è pratico da conservare, in quanto ha una shelf life di 18 mesi.

Polpette vegetali con mix di risi

Ricco di sapori mediterranei, questo piatto vanta ottime proprietà nutrizionali. La preparazione comprende polpette con proteine del grano, semi di zucca e fibre di bambù, conditi con salsa al pomodoro, erbe aromatiche mediterranee e melanzane. Riso bianco lungo e riso rosso, cotto a vapore, completano il piatto.

Polpette vegetali con bulgur

Un piatto unico che fornisce tutte le sostanze nutritive necessarie al nostro benessere. Potremo gustare polpette a base di proteine del grano, semi di zucca e fibre di bambù in salsa al pomodoro dal sapore mediterraneo con peperoni rossi e olive. In aggiunta bulgur con carote, cotto a vapore e profumato alla curcuma.

Mix di legumi con riso nero

Gustosa combinazione di ingredienti ricca di proteine vegetali, carboidrati e un buon contenuto di fibre. I protagonisti sono fagioli bianchi e rossi ed edamame. A questi si uniscono peperone rosso e zucchine che bilanciano il piatto con i loro sapori mediterranei. Il riso nero completa il piatto con il suo sapore intenso.

Carboidrati nella dieta,

Icarboidrati sono molecole di zucchero costituite da carbonio, idrogeno e ossigeno. Insieme a proteine e grassi, sono uno dei tre principali macronutrienti che troviamo nel cibo e nelle bibite. Il nostro organismo trasforma i carboidrati che assumiamo con la dieta in glucosio, che rappresenta la principale fonte di energia per le cellule, i tessuti e gli organi del nostro corpo. Il glucosio può essere usato immediatamente o depositato sotto forma di glicogeno nel fegato o nei muscoli per essere usato in tempi successivi.

Tre tipologie di carboidrati

Esistono tre tipi diversi di carboidrati:

• zuccheri o carboidrati semplici (divisi in monosaccaridi, ossia glucosio, galattosio, fruttosio e disaccaridi, che possono essere saccarosio, lattosio e maltosio): si tratta di zuccheri nella loro forma più semplice; vengono assimilati velocemente dall’organismo e rilasciano energia pronta all’uso; sono caratterizzati da un elevato contenuto di zuccheri e una bassa presenza di fibre; se consumati in eccesso, possono contribuire all’aumento di peso e ai picchi glicemici; li troviamo aggiunti ai cibi, come lo zucchero, che troviamo nelle caramelle, nei dolci, nei cibi processati e nelle bevande dolci, ma possono anche trovarsi in natura nella frutta, nei vegetali e nel latte; biso-

Dott.ssa Rebecca Marzocchi Specialista in Scienza dell’Alimentazione - Bologna

gnerebbe limitarne l’assunzione giornaliera al 10% del fabbisogno calorico, escludendo dalla conta la frutta, importantissima per l’apporto di fibre, vitamine e sali minerali;

• amidi o carboidrati complessi (oligosaccaridi o polisaccaridi): sono zuccheri composti, ovvero dati dall’associazione di zuccheri semplici; il corpo, per utilizzarli, deve scinderli negli zuccheri semplici; hanno un’assimilazione più lenta, tempi di digestione più lunghi e rilasciano energia più lentamente; li troviamo nella pasta, nel pane, nei cereali, ma anche in natura nelle patate, nel mais e nei legumi; in essi troviamo anche minerali, vitamine e fibre, che favoriscono la sensazione di sazietà e una stabilità nei livelli di zucchero nel sangue;

• fibre: sono sempre zuccheri complessi; il nostro corpo non è in grado di utilizzare la maggior parte delle fibre, ma sono molto utili per dare una sensazione di sazietà, per allungare i tempi di assorbimento

Gli amidi o carboidrati complessi hanno un’assimilazione più lenta, tempi di digestione più lunghi e rilasciano energia più lentamente Il nostro corpo ha bisogno di assumere tutti i tipi di carboidrati per ottenere energia, ma è fondamentale fare le opportune scelte in merito a qualità e quantità

dieta, facciamo chiarezza

di zuccheri semplici e colesterolo e per aumentare la peristalsi intestinale, favorendo l’evacuazione; le fibre si trovano in frutta, verdura, noci, semi, legumi e cereali integrali; si raccomanda di assumere tra i 25-38 grammi di fibra al giorno per gli adulti, mentre per i bambini le indicazioni cambiano a seconda dell’età.

Il ruolo dei carboidrati

Come già accennato, il ruolo principale dei carboidrati è quello di essere fonte di energia per l’organismo, a rapido rilascio, sotto forma di glucosio, o a lento rilascio o come “riserva”, sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli; forniscono in media 4 kcal per grammo, anche se il loro valore energetico oscilla dalle 3,74 Kcal del glucosio alle 4,2 Kcal dell’amido. I carboidrati sono fondamentali per il funzionamento ottimale del cervello, tanto che esso dipende quasi esclusivamente dal glucosio come fonte di energia e ne necessita costantemente. Se presenti in eccesso, possono anche essere trasformati in grasso e in questo caso rappresentano una specie di “stoccaggio” di energia (tessuto adiposo). Altre funzioni dei carboidrati sono quelle di:

• intervenire nella formazione degli acidi nucleici e delle strutture nervose (funzione plastica);

• mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue;

• regolare la peristalsi intestinale, l’assorbimento dei nutrienti e il tempo di contatto di potenziali sostanze nocive con la mucosa intestinale. Quando non ci sono carboidrati a disposizione, il fegato riesce a produrre glucosio da altre fonti (proteine e grassi), utilizzando una via metabolica che si chiama gluconeogenesi, che porta alla produzione di corpi chetonici che a lungo andare possono essere dannosi per la salute. Non è bene infatti escludere o ridurre i carboidrati dalla dieta.

I carboidrati regolano la peristalsi intestinale, l’assorbimento dei nutrienti e il tempo di contatto di potenziali sostanze nocive con la mucosa intestinale

Alimenti che li contengono

Gli alimenti con una maggiore quantità di carboidrati

sono:

• cereali, come pane, pasta, riso, cracker, gallette, ecc.;

• frutta, come mele, banane, frutti di bosco, agrumi, pere, pesche, ecc.;

• latticini, come latte e yogurt;

• legumi, come piselli, lenticchie, fagioli, ceci, ecc.;

• dolci e snack, come caramelle, torte, biscotti e altri dessert;

• succhi e bevande dolci, come la soda, succhi di frutta con e senza zuccheri aggiunti, energy drink;

• vegetali amidacei, come le patate, i legumi, il mais. Alcuni cibi non hanno molti carboidrati, come per esempio il pesce, la carne, il pollame, alcuni tipi di formaggio, frutta oleosa e gli oli.

Quali scelte alimentari?

Il nostro corpo ha bisogno di assumere tutti i tipi di carboidrati per ottenere energia, ma è fondamentale fare delle scelte qualitative opportune.

Quando si mangiano i cereali, sarebbe sempre bene scegliere principalmente i cereali integrali e non quelli raffinati. I cereali integrali sono alimenti come pane integrale, riso integrale, farina di mais integrale e farina d’avena. Offrono sostanze nutritive di cui il nostro corpo ha bisogno, come vitamine, minerali e fibre. I cereali raffinati sono stati privati di alcune parti del chicco e sono pertanto privi di alcuni preziosi micronutrienti. Per capire se un prodotto confezionato contiene molti cereali integrali, è sempre bene controllare l’elenco degli ingredienti sulla confezione e vedere se la farina integrale è uno dei primi elementi elencati. Nella scelta dei carboidrati bisognerebbe sempre cercare di limitare gli alimenti che hanno zucchero aggiunto. Questi alimenti possono avere molte calorie a fronte di un basso valore nutrizionale. Mangiare

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troppo zucchero aumenta il livello di glicemia nel sangue, favorisce l’aumento di peso e l’instaurarsi di Malattie metaboliche (Diabete mellito, Dislipidemie, Fegato grasso), Malattie cardiovascolari (Ictus, Infarto) e Tumori. Anche in questo caso facciamo riferimento all’etichetta nutrizionale degli alimenti quando andiamo a comprare prodotti confezionati.

Le quantità consigliate

Non esiste una quantità unica di carboidrati che le persone dovrebbero mangiare. Indicativamente, su una dieta di 2000 Kcal, il valore giornaliero di carboidrati dovrebbe essere di 275 grammi, ma in realtà questa quantità potrebbe essere maggiore o minore a seconda del fabbisogno calorico, dell’età, dell’attività lavorativa e fisica svolta, della necessità di aumentare o calare di peso e dello stato di salute.

Per una dieta equilibrata, l’OMS consiglia di limitare l’assunzione di zuccheri semplici, di ridurre la quantità di grassi (soprattutto quelli di origine animale) e, a partire dai due anni di età, di prediligere cereali integrali, verdura frutta e legumi. Più precisamente, per gli adulti, l’OMS raccomanda di consumare almeno 400 grammi di verdura e frutta e 25 grammi di fibre alimentari naturali al giorno.

Per la frutta e la verdura, bambini e adolescenti invece dovrebbero attenersi alle seguenti indicazioni in base all’età:

• 2-5 anni, almeno 250 g al giorno;

• 6-9 anni, almeno 350 g al giorno;

• 10 anni o più, almeno 400 g al giorno (come gli adulti).

Queste invece le indicazioni per l’assunzione di fibra:

• 2-5 anni, almeno 15 g al giorno;

• 6-9 anni, almeno 21 g al giorno;

• 10 anni o più, almeno 25 g al giorno.

Attenzione a non abusarne

Se la dieta è equilibrata, i carboidrati non presentano svantaggi poiché sono nutrienti fondamentali per il nostro corpo e non bisogna privarsene. Il problema insorge invece quando la dieta è squilibrata, quando si abusa di carboidrati, perché il nostro corpo comincia a trasformali in tessuto adiposo che si deposita e innesca una seria di reazioni a catena che portano allo sviluppo di obesità, Diabete mellito, Fegato grasso, Ipertensione arteriosa, Dislipidemie, alterazioni della flora intestinale, infiammazione.

I carboidrati vanno assunti anche da chi desidera perdere peso o da chi è già affetto da Diabete mellito, sebbene nelle giuste quantità

Questi squilibri sono più accentuati se l’abuso riguarda prevalentemente i carboidrati semplici e se lo stile di vita non è attivo, ovvero se si è sedentari.

I carboidrati vanno assunti anche da chi desidera perdere peso o da chi è già affetto da Diabete mellito, sebbene nelle giuste quantità e consultandosi con il Medico di fiducia o con un Nutrizionista. Non c’è limitazione di orario per l’assunzione dei carboidrati, nel senso che sarebbe bene mangiarli ad ogni pasto. Al mattino abbiamo bisogno di energia dopo tante ore di sonno e di digiuno, energia pronta per iniziare la giornata e per arrivare al pranzo ancora prestanti: in questo caso possiamo concederci sia carboidrati semplici sia carboidrati complessi. Per pranzo e cena invece è meglio optare per i carboidrati complessi, limitando quelli semplici, a meno che non abbiamo in programma una sessione moderata-intensa di attività fisica. Via libera alla pasta anche a cena, anche per chi deve perdere peso, purché ci si attenga alle giuste quantità giornaliere. Non è vero che il primo mangiato di sera fa ingrassare più che se mangiato a pranzo, perché il peso è sempre la risultante di un bilancio energetico (giornaliero, settimanale, mensile) tra ciò che si consuma e ciò che si assume con la dieta. I carboidrati complessi consumati di sera possono avere anche dei vantaggi: sono più digeribili e stimolano la produzione di serotonina, favorendo il riposo di chi fa fatica a dormire la notte.

Ricordiamoci sempre di non escludere alcun nutriente dalla dieta, tanto meno i carboidrati, di seguire una dieta più varia possibile, di non abusare di alcun alimento e di praticare attività fisica con regolarità.

La vista delle quale

Alla base delle differenze di genere in Oculistica ci sono fattori ormonali, oltre a rilevanti aspetti socio-culturali

delle donne,

quale prevenzione?

Dott.ssa Stefania Speranza

Ufficiale Medico

dell’Arma dei Carabinieri

Consigliere GOAL

(Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi)

S.I.O.L.(Società Italiana di Oftalmologia Legale)

Esiste veramente una differenza di genere nelle malattie dell’apparato visivo per cui si può parlare di prevenzione della vista “al femminile”? Ebbene si! Gli occhi delle donne e degli uomini differiscono in quanto ad incidenza, evoluzione e prognosi delle malattie: parliamo di “Oftalmologia di genere” il cui scopo è rendere l’atteggiamento diagnostico-terapeutico il più possibile aderente alle nostre Pazienti. È facilmente intuibile come alla base delle differenze di genere in Medicina ci siano

fattori ormonali, tuttavia risultano rilevanti anche aspetti socio-culturali legati al sesso.

La Sindrome dell’occhio secco

Tra le patologie oculari più frequenti nel sesso femminile va annoverata la Sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Disease), che si caratterizza per un corredo molto variegato di sintomi che comprende senso di sabbia, bruciore, prurito, difficoltà visive, e che può diventare molto invalidante per le attività quotidiane della Paziente. Questa patologia è legata ad alterazioni del film lacrimale, una sottile pellicola fluida, composta da ben tre strati, che ricopre il nostro occhio e svolge importanti funzioni: lubrifica l’occhio evitando l’attrito delle palpebre, lo protegge da agenti nocivi atmosferici e infettivi, apporta nutrienti alla cornea e ne coadiuva la funzione visiva.

La produzione delle lacrime è soggetta a controllo da parte degli ormoni sessuali e in particolar modo è regolata da un delicato equilibrio fra ormoni maschili e femminili che viene meno in condizioni fisiologiche quali gravidanza e menopausa oppure in seguito ad assunzione di terapia ormonale. Non in ultimo, la Sindrome dell’occhio secco può associarsi alla presenza di Malattie reumatologiche molto più frequenti proprio nel sesso femminile.

Quali consigli?

Controlli oftalmologici periodici andrebbero innanzitutto programmati, anche in condizione di benessere oculare, ai fini della prevenzione o della diagnosi precoce e, comunque, una visita oculistica va tempestivamente effettuata all’esordio dei sintomi.

L’Oculista sarà in grado di stabilire la tipologia di Sindrome dell’occhio secco sofferta dalla Paziente mediante accurata visita ed effettuazione di eventuali test per lo studio del film lacrimale, in modo da prescrivere la terapia idonea, tenendo conto anche di un eventuale corredo sintomatico sistemico accessorio. Se, ad esempio, la Paziente lamenta anche secchez -

La produzione delle lacrime è soggetta a controllo da parte degli ormoni sessuali e in particolar modo è regolata da un delicato equilibrio fra ormoni maschili e femminili

za della bocca o dei genitali o dolori articolari, l’Oculista dovrà interfacciarsi con altri Specialisti come il Ginecologo o il Reumatologo per trattare una eventuale condizione patologica sistemica che genera la secchezza oculare. Sarebbe auspicabile creare sul territorio ambulatori per la salute femminile in cui la donna possa essere seguita a 360 gradi da diversi specialisti.

Durante la gravidanza

La gestione multidisciplinare diventa imprescindibile durante la gravidanza, quando le fluttuazioni ormonali causano modificazioni oculari sia fisiologiche che patologiche.

Le modificazioni oculari fisiologiche comprendono, tra le altre, alterazioni del film lacrimale associate a modifiche della curvatura e della sensibilità corneale che possono generare intolleranza alle lenti a contatto o modifiche transitorie della vista Possiamo tranquillizzare la nostra Paziente poiché sono tutte condizioni tipicamente reversibili che quindi si risolvono al termine della gravidanza. Per quanto attiene le manifestazioni oculari patologiche, esse possono essere legate ad un peggioramento di malattie preesistenti ovvero a patologie dell’occhio insorte durante la gestazione. Le manifestazioni oculari più importanti si associano

spesso a gravi complicanze metaboliche, dall’Ipertensione arteriosa fino alle temibili Gestosi, della gravidanza stessa.

Durante la gravidanza è pertanto necessario effettuare controlli oculistici periodici con particolare attenzione alle Pazienti che sono affette da patologie oculari già prima del concepimento o che sviluppano complicanze sistemiche associate alla gestazione. Oculista e Ginecologo devono quindi lavorare a stretto contatto e confrontarsi sulle scelte terapeutiche più idonee per ogni singola Paziente.

Miopia in adolescenza

Studi scientifici suggeriscono che il sesso femminile sia associato ad una maggior incidenza e progressione della Miopia durante l’adolescenza. La Miopia è un vizio refrattivo dovuto ad un ecces-

Numerosi studi suggeriscono che il sesso femminile sia associato ad una maggior incidenza e progressione della Miopia durante l’adolescenza

sivo allungamento del bulbo oculare che causa difficoltà nella messa a fuoco degli oggetti distanti. Anche in questo caso possiamo chiamare in causa le modificazioni ormonali tipiche dello sviluppo puberale, tuttavia un ruolo chiave è sostenuto da f attori ambientali e stile di vita. È noto infatti che l’attività all’aperto, che presuppone una messa a fuoco di oggetti lontani, contrasti l’insorgenza della Miopia mentre l’attività al chiuso, che presuppone messa a fuoco di oggetti vicini, la favorisca. È stato ipotizzato che le ragazze effettuino per consuetudine socioculturale meno attività all’aria aperta e più attività “indoor” rispetto ai coetanei, esponendosi quindi a maggior rischio di sviluppare Miopia.

Per tutelare la vista delle giovani adolescenti risulta quindi fondamentale un’azione di sensibilizzazione, sia in ambito scolastico che sportivo, sull’importanza all’attività all’aperto per la salute oculare delle adolescenti e della riduzione del tempo trascorso davanti a smartphone e tablet.

Degenerazione maculare

In ultimo, ma non meno importante, il genere femminile sembrerebbe essere un fattore di rischio per esordio e progressione della Degenerazione maculare legata all’età. In questa patologia la parte più nobile della retina, appunto la macula, si altera progressivamente, causando grave perdita visiva e alterazione centrale del campo visivo. Possiamo facilmente intuire quanto negativo sia l’impatto di questa patologia, spesso bilaterale, sulla qualità della vita di chi ne soffre. Si ipotizza che un ruolo fondamentale sia giocato dalle modificazioni metaboliche ormono-mediate, soprattutto a carico dell’assetto lipidico, tipiche della menopausa, associate alla maggior longevità del sesso femminile, tuttavia emerge un dato preoccupante riguardo la disparità di genere nell’accesso alle cure. Negli ambiti familiari, infatti, culturalmente la donna ricopre il ruolo di assistenza dei familiari anziani o malati, spesso a discapito della propria salute, sottoponendosi alle visite necessarie quando le eventuali patologie presenti sono già in fase avanzata.

marzo/aprile 2025 www.elisirdisalute.it • il

Microbiota e dieta alleati nella prevenzione

Una dieta basata su verdure e pesce allontana il rischio di Tumore al colon, la conferma arriva da uno studio coordinato dall’Istituto di Biologia e Biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ibba) assieme al Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) dell’Università di Firenze, pubblicato sulla rivista “Microbiome”. Lo sviluppo del Tumore al colon è strettamente legato alle abitudini alimentari e in particolare ad una maggiore assunzione di cibi come carne rossa e lavorata. Studi recenti suggeriscono che l’effetto della dieta possa

essere legato, almeno in parte, a come essa modula il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microorganismi che popolano il nostro intestino. Inoltre lo Studio conferma che il microbiota, modulato dalla dieta, può trasmettere i rischi così come i benefici legati alla dieta stessa. Comprendere come la dieta influisca sul microbiota intestinale e, di conseguenza, sul rischio di Cancro, consente a ognuno di noi di fare scelte alimentari consapevoli, scegliendo diete che favoriscono un microbiota “alleato”, così da ridurre attivamente il rischio di sviluppo di numerose patologie. Per approfondire: https://shorturl.at/dCewu

Nanoplastiche, gli effetti sulla salute

“Tutta la plastica che non vediamo” è il titolo del recente documento pubblicato che racchiude la prima ricognizione internazionale degli studi scientifici sull’impatto delle micro e nanoplastiche sul corpo umano, a cura di un gruppo di esperti dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Nell’indagine emerge con chiarezza che le quantità di micro e nanoplastiche presenti in molti organi del corpo umano sono rilevanti, soprattutto nel cervello. In alcuni casi è stata anche dimostrata l’incidenza di queste sostanze nelle Cardiopatie, nell’Ictus e persino nell’Alzheimer. Le micro e nanoplastiche più frequentemente rilevate provengono da materiali utilizzati nella vita quotidia-

na, come contenitori per bevande e alimenti, tubature per l’acqua e tessuti sintetici come nylon e poliestere. Questi materiali rappresentano fonti difficili da quantificare poiché sono presenti nell’aria, nell’acqua, nel cibo confezionato e nei prodotti per la cura della pelle. Come ha dichiarato il Prof. Raffaele Marfella è necessario che il tema “plastica”, nei prossimi anni, diventi centrale anche per il Ministero della Salute e non solo per quello dell’Ambiente; senza un intervento urgente e globale per ridurre la produzione di plastica e cambiare le abitudini di consumo, l’impatto sulla salute umana è destinato ad aumentare.

Per approfondire: https://shorturl.at/Z2vmj

Un team di ingegneri dell’Università di Bolzano, in collaborazione con Università di Modena e Reggio Emilia e Politecnico di Zurigo, ha progettato minuscoli robot tuttofare che, in futuro, potranno essere usati per somministrare terapie mirate ed eseguire piccole operazioni. Si tratta dei Flexibots, dispositivi biodegradabili in grado di navigare nel nostro corpo e rilasciare farmaci lì dove serve o effettuare biopsie per poi dissolversi. La base del minuscolo dispositivo è costituita da polimeri biocompatibili generati con tecnologie avanzate simili alla stampa 3D, integrati poi con componenti elettronici a film sottili, consentendo

al device di percepire l’ambiente circostante e valutare parametri come temperatura circostante e pH. L’impiego principale è quello diagnostico-oncologico: i piccoli “bots” potranno essere introdotti nel corpo con un’iniezione e sono in grado di rispondere a stimoli ambientali, elaborare informazioni su ciò che rilevano in tempo reale e comunicarle in modalità wireless. I microrobot per uso medico sono pensati con materiali al 100% naturali e non dannosi per l’organismo. Il progetto ha fatto grandi passi avanti e si conta di arrivare ai primi test in vivo nel giro di pochi anni.

Per approfondire: https://shorturl.at/97CJH

Curarsi con la Microrobotica

Per donne con Membrane mucose secche e sensibili

La secchezza vaginale e quella oculare sono alcuni dei disturbi che tendono a colpire le donne prima, durante e dopo la menopausa. BioAttivo Omega 7 di Pharma Nord è una formulazione sviluppata appositamente per aiutare a mantenere idratate e in salute le membrane mucose durante questa fase della vita.

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BioAttivo Omega 7 di Pharma Nord contiene l’estratto SBA24, ricavato sia dalle bacche che dai semi dell’olivello spinoso, in modo da garantire l’apporto ottimale dei principi attivi.

L’olivello spinoso è una delle fonti naturali più ricche di vitamina A, nutriente noto in particolare per la sua capacità di preservare la salute di pelle, vista e membrane mucose.

Tumore della tiroide,

DSebbene si tratti spesso di formazioni benigne, i Tumori della tiroide sono molto diffusi anche tra i giovani ed è importante sottoporsi alle campagne di prevenzione in presenza di fattori di rischio

Dott.ssa Francesca Cavaliere Medico Radiologo

Associazione metropolitana LILT di Bologna (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori)

a quando faccio parte delle realtà no profit impegnate in ambito sanitario, come l’Associazione

Metropolitana LILT di Bologna, con cui collaboro, ho imparato a consultare il Registro Tumori in cui, annualmente, vengono pubblicati i dati relativi alle Malattie oncologiche in Italia. Si tratta in effetti di uno strumento imprescindibile soprattutto perché rappresenta una fotografia delle diverse regioni, includendo le realtà intra-ospedaliere come quelle extra-ospedaliere, le zone centrali e quelle più periferiche o geograficamente isolate. Inoltre osservare i dati e come essi cambiano nel tempo, serve ad indirizzare e migliorare le attività di ricerca e prevenzione. Quando andiamo nelle scuole a incontrare i ragazzi e le ragazze delle classi di liceo per parlare di prevenzione oncologica e degli stili di vita salutari, partiamo necessariamente dalle tabelle più recenti del Registro Tumori. Ragionare sulla base dei dati osservabili è parte del metodo scientifico, e il primo antidoto alle malattie, a disposizione di tutti, è diffondere dati corretti e contestualizzati.

Un po’ di dati

Nel territorio italiano, negli ultimi vent’anni, si è registrata una forte riduzione, di circa il 50%, del

Tra tutti i tipi di Tumore, i Carcinomi tiroidei, nella popolazione giovanile, occupano la seconda e terza posizione per frequenza

numero dei nuovi Tumori che ogni anno sono stati rilevati (incidenza) per il colon-retto in entrambi i sessi, dei Tumori della prostata e del polmone negli uomini. Evidentemente questa tendenza dipende dai miglioramenti in ambito farmacologico ed è frutto dei programmi di Screening, a cui sempre più persone nel tempo aderiscono, e delle campagne di sensibilizzazione, in costante crescita sul territorio nazionale dal 2023, con il superamento dell’emergenza della pandemia da coronavirus. La partecipazione trasversale ai programmi regionali è condizione necessaria per l’ottimizzazione delle cure oncologiche.

Tiroide e Tumori, quale incidenza?

Tra i tipi di Tumore su cui è possibile fare prevenzione ci sono anche i Carcinomi della tiroide di cui, però, ci si occupa ancora molto poco, non perché essi siano

l’importanza degli Screening

rari, ma perché godono di una relativa buona prognosi se paragonati ai Carcinomi della mammella, del colonretto e del polmone in termini di guarigione e sopravvivenza dalla diagnosi.

Consultando i dati nazionali relativi ai Carcinomi tiroidei, scopriamo che sono abbastanza diffusi tra uomini e donne e che i nuovi casi annuali registrati di anno in anno sono stabili, per cui non sono né aumentati né diminuiti.

In particolare, nel 2023 in Italia, sono stati registrati questi andamenti:

• 12.200 le nuove diagnosi di Carcinoma tiroideo, di cui 8.700 donne, 3.500 uomini;

• 212.900 complessivamente le persone conviventi con questa diagnosi (166.900 donne, 46.000 uomini);

• la sopravvivenza a 5 anni dalla scoperta del Tumore, calcolata nelle donne e negli uomini, risulta essere rispettivamente del 96% e 92%.

Frequenti nei giovani

Per quanto i Carcinomi della tiroide siano relativamente frequenti tra giovani e anziani, risultano sconosciuti ai più. Inoltre, tra tutti i tipi di Tumore, sappiamo che proprio i Carcinomi tiroidei, nella popolazione giovanile, occupano la seconda e terza posizione per frequenza, rispettivamente nelle donne e negli uomini. Le persone di età inferiore ai 45 anni sono evidentemente escluse dai programmi di Screening regionali ed è anche a loro che le campagne di sensibilizzazione promosse dall’Associazione metropolitana LILT di Bologna sono rivolte.

Noduli tiroidei

I Carcinomi tiroidei rientrano nel più vasto gruppo dei noduli della tiroide, in termini di diffusione geografica ed eterogeneità di sottotipi.

Noduli benigni come gli Adenomi sono diffusi nella popolazione generale, con una percentuale stimata tra il 2 e il 6%. In particolare, la prevalenza di queste nodulazioni aumenta a tal punto da raggiungere la metà delle persone all’interno di due sottopopolazioni rappresentate dalle donne sotto i quarantacinque anni e dagli anziani sopra i settant’anni di età. In altre parole, un anziano su due e una giovane donna su due ha un nodulo della tiroide.

Questa massiccia presenza di noduli tiroidei può essere

Nelle regioni storicamente a carenza di iodio, come le zone alpine, lontane dal mare, la percentuale di Adenomi nella popolazione sale a valori compresi tra il 35 e il 50%

giustificata dal fatto che queste formazioni benigne, come gli Adenomi, possono essere l’esito di piccoli processi emorragici, di infiammazioni (dette Tiroiditi), di accumulo di sostanze normalmente presenti nella ghiandola, come la colloide, oppure possono essere espressione di una situazione di carenza di iodio.

Adenomi, l’importanza dello iodio

Nelle regioni storicamente a carenza di iodio, come le zone alpine, lontane dal mare, la percentuale di Adenomi nella popolazione sale a valori compresi tra il 35 e il 50%.

La quasi totalità dei noduli benigni della tiroide è rappresentata dagli Adenomi: si tratta di formazioni isolate all’interno di una ghiandola normale che originano per la proliferazione benigna di alcune cellule in contesti di carenza di iodio, componente essenziale per la fun-

zionalità della tiroide. Sono generalmente solitari e autonomi, ovvero, isolati e asintomatici. Tuttavia, se occasionalmente individuati tramite un esame radiologico effettuato per altri motivi, possono essere facilmente riconoscibili alla scintigrafia perché caldi (ipercaptanti il radiofarmaco rispetto alla ghiandola). Una volta scoperti, potrebbe essere sufficiente sostituire il sale iodato al sale normalmente adoperato come condimento nella dieta, in dosi adeguate, per sostenere la funzionalità della ghiandola e favorire l’eventuale riduzione, a volte completa risoluzione, degli Adenomi stessi.

In caso di più noduli

L’Adenomatosi, invece, è la coesistenza di più noduli, solitamente benigni, che vanno ad alterare il regolare aspetto della tiroide, che può presentarsi variabilmente bozzoluta e di dimensioni aumentate. Nei casi più importanti l’ingrandimento ghiandolare è apprezzabile a occhio nudo; questa patologia, nota come “Gozzo multinodulare”, in passato era molto diffusa nel nostro territorio e tipicamente si manifestava nelle giovani donne. Le donne che ancora oggi soffrono di gozzo nodulare devono periodicamente monitorare l’aspetto della ghiandola tiroidea con esame ecografico per escludere la comparsa di nuovi noduli sospetti.

Ipertiroidismo

In una minoranza di casi, questi i noduli tiroidei possono essere associati ad uno stato di Ipertiroidismo, documentabile laboratoristicamente tramite la riduzione, nelle analisi del sangue, dei valori basali dell’ormone che stimola la tiroide (TSH). In presenza di alterazioni ematiche dei valori ormonali, viene solitamente prescritta dal Medico curante l’ecografia della tiroide per approfondire la condizione del Paziente. L’ecografia tiroidea deve essere suggerita periodicamente dai Medici di riferimento anche nelle donne sotto i 45 anni, nei giovani uomini, con minor frequenza, e con cadenza annuale, negli anziani sopra i 70 anni di entrambi i sessi.

L’obiettivo è agire prima e sensibilizzare Medici e Pazienti sulla prevenzione di questi noduli, specialmente in presenza di fattori di rischio quali il sesso femminile, l’età avanzata, condizioni ambientali come l’esposizione a radiazioni ionizzanti e la carenza di iodio.

Intervenire con la Chirurgia

Fortunatamente, tra i vari noduli tiroidei, solo il 5% risulta poi maligno.

I Carcinomi della tiroide generalmente si trattano esclusivamente per via chirurgica, con un intervento che può essere più o meno esteso

I Carcinomi della tiroide generalmente si trattano esclusivamente per via chirurgica, con un intervento che può essere più o meno esteso in base alle dimensioni della lesione per cui, quando sono grandi, è necessario rimuovere tutta la ghiandola ed impostare una terapia sostitutiva con farmaci, programmando controlli periodici, effettuando analisi del sangue ed esami di diagnostica per immagini come l’ecografia. La prognosi è tendenzialmente buona ma, in una piccola percentuale di casi, può essere indicata una terapia aggiuntiva per esempio con somministrazione di farmaci di nuova generazione, a bersaglio molecolare, che possono essere necessari in presenza di una progressione di malattia oppure di una mutazione genetica accertata tramite test molecolare.

Attenzione a forma e dimensioni

A volte gli Adenomi, seppur più frequenti e benigni, possono risultare indistinguibili ecograficamente dai Tumori maligni della tiroide; in questi casi si consiglia un approfondimento diagnostico mirato, mini invasivo, tramite prelievo di una piccola quota di materiale (agoaspirato) per escludere la malignità. La diagnosi differenziale in ecografia tra un Adenoma e un Carcinoma, in realtà, è complessa perché tiene conto dell’integrazione di più informazioni che riguardano le caratteristiche ecografiche e che vanno considerate nel loro insieme, laddove non esiste, ad oggi, un singolo parametro ecografico riconosciuto come determinante nella distinzione tra Adenoma e Carcinoma, tra benignità e malignità. Pertanto, in presenza di un nodulo, è necessario monitorare tramite ecografie periodiche la velocità di crescita della formazione per un periodo di tempo in genere di circa tre anni ed escludere eventuali cambiamenti morfologici contestuali. Una lesione nuova o che si è modificata rispetto al controllo precedente può essere indicazione all’agoaspirato. Al contrario, la stabilità nel tempo di una formazione, che appare invariata per caratteristiche e per dimensioni, ne conferma la benignità. Il nodulo di aspetto non sospetto eventualmente può richiedere un approfondimento mirato solo se di grandi dimensioni prima di essere escisso chirurgicamente.

Progetto “D.A.Re”

La difficoltà a deglutire, la Disfagia, è una delle conseguenze che può manifestarsi dopo essere stati colpiti da Ictus cerebrale e può influire negativamente sulla qualità di vita, causando malnutrizione e disidratazione. Grazie al Progetto “D.A.Re.” (Disfagia Assistenza Remota), sostenuto da A.L.I.Ce. Italia Odv - Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, che ha coinvolto più di 75 Pazienti, è possibile consultare una piattaforma web che propone una lista di 26 video di facile comprensione, con istruzioni verbali semplici, brevi e facilmente accessibili tramite un singolo link o QR Code (uno per ogni partecipante iscritto). Gli Specialisti, in base alla propria

Educazione alla sostenibilità

Nato nel 2017 con l’obiettivo di diffondere e sostenere il contenuto dell’Agenda 2030, il programma d’azione per lo Sviluppo Sostenibile, il Festival dell’educazione alla sostenibilità si terrà quest’anno dal 10 al 13 aprile a Roma, nello splendido scenario di Villa Borghese, all’interno del Villaggio per la Terra e vedrà protagonisti imprese, settore pubblico, società civile, istituzioni filantropiche, Università, Centri di ricerca e Operatori dell’informazione e della cultura. Le 4 giornate saranno interamente dedicate alla Terra: natura e biodiversità, sport all’aria aperta, laboratori didattici, progetti scolastici, musica, arte e le 17

World Sleep Day

Il 14 marzo 2025 si celebrerà la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), iniziativa promossa in ogni parte del mondo dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’ Accademia Italiana di Medicina del Sonno - AIMS . La salute del Sonno svolge una parte fondamentale nel miglioramento della salute e del benessere umano e per questo è importante sensibilizzare le persone sui Disturbi del Sonno e sui relativi costi sociali di questa condizione per la collettività. Il messaggio principale che lancia la World Sleep Society, che promuove questo evento, è “Fai della Salute del Sonno una Priorità”, sostenendo che la promozione del sonno ed efficaci trattamenti dei Disturbi del Sonno, quando presenti,

valutazione clinica e funzionale, possono scegliere i contenuti adatti al singolo caso, costruendo così un progetto di counseling personalizzato. Il Paziente e/o il suo caregiver, direttamente da casa, utilizzando un PC o un semplice smartphone, può accedere in modo anonimo alla piattaforma, visualizzando solo i contenuti selezionati per lui dal team medico. A differenza di altri strumenti digitali, la piattaforma contiene indicazioni personalizzate che vengono attribuite al singolo Paziente solo dopo valutazione clinica in presenza da parte degli Operatori sanitari che lo hanno preso in carico.

Per approfondire: www.aliceitalia.org

“Piazze” dedicate all’Agenda 2030, che accoglieranno i vari progetti. L’obiettivo è evidenziare l’interdipendenza dei problemi e delle soluzioni, creando appuntamenti ed eventi che affiancano sensibilità ed esperienze differenti. L’evento promuove nuovi stili di vita rispettosi dell’ambiente e di tutte le popolazioni del mondo, i diritti umani, l’uguaglianza tra i popoli e le persone, una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale, l’innovazione sostenibile e la lotta alla povertà.

Per partecipare: https://shorturl.at/Y7kNT

possono contribuire significativamente a ridurre il rischio di altre patologie oltre che a migliorare complessivamente la qualità della vita. I membri della World Sleep Society, esperti del Sonno e i sostenitori della salute in circa 80 paesi, organizzeranno attività locali, regionali e nazionali per promuovere la salute del Sonno. L’AIMS intende promuovere un evento unico, nel quale tutti i principali esperti italiani della Medicina del Sonno faranno una staffetta ideale dalle 8.00 del mattino alle 20.30 della sera, con relazioni di 30 minuti, presentando al più largo pubblico un quadro articolato delle conoscenze sui Disturbi del Sonno nell’ambito della salute.

Per approfondire: https://shorturl.at/IkXHg

Indici e materialiGli spessori delle lenti

Il materiale scel to per la lente è di fondamentale importanza: esso ne condiziona il comfort e la nitidezza nella visione.

Nella convinzione comune, più aumenta la gradazione, più aumenta lo spessore della lente. Tuttavia non è proprio esatto affermarlo

Per essere sicuri di aver fatto la scelta giusta bisogna tener conto di vari fattori, come stile di vita, ambienti di lavoro, ambienti domestici e montatura dell’occhiale.

Le montature nel settore dell’ottica vengono suddivise in:

-Glasant: sono montature costituite da un ponte con appoggi nasali e delle aste con relative cerniere fissati alle lenti con delle viti o perni. Sulle lenti vengono effettuati fori o incastri.

-Nylor: sono una via di mezzo tra i Glasant e i Cerchiati. La parte superiore delle lenti è sostenuta da una montatura in metallo o materiale plastico, mentre la parte inferiore è tenuta da un filo di nylon posizionato all'interno di una scanalatura che viene ricavata nel bordo inferiore della lente.

-Cerchiato: sono le montature più classiche, costituite in vari materiali (acetato, metallo, leghe in titanio) e in diverse forme.

I principali materiali in cui vengono realizzate le lenti in commercio, tra cui quelle DIVEL ITALIA , sono:

- MINERALE: si tratta del classico “ vetro”. Oggi è meno diffuso rispetto a prima a causa del fatto che è un materiale molto delicato e f ragile, oltre ad essere più pesante rispetto alle lenti organiche.

- ORGANICO: sono le più diffuse tipologie di lenti in plastica.

I materiali organici disponibili di DIVEL ITALIA sono:

Ind. 1.50 (classico CR 39)

Il materiale 1.500 ha ottime qualità ottiche, grazie al numero di Abbe particolarmente alto (58). E’ adatto ad ogni tipo di colorazione e specchiatura ed è due volte più leggero rispetto ad una lente minerale.

Ind. 1.56

Our 1.560 material is 20% thinner than a standard lens (ind. 1.500 CR-39) and can be produced in any color tone or intensity up to a maximum of 75% . It is suited to low and mid-range prescription strengths. Also available in FOTOCOLOR and FOTOCHROMA version.

Ind. 1.60

Il materiale ind. 1.600 risulta essere il 30% più sottile rispetto a una lente standard (ind.1.500 CR 39). E’ colorabile in qualsiasi tonalità ed intensità fino ad un massimo del 75% . E’ il materiale più indicato per ogni tipo di montaggio ed avendo un numero elevato di Abbe, risulta confortevole in ogni situazione visiva.

Ind. 1.67

Il materiale ind. 1 670 Asferico è il 40% più sottile rispetto ad una lente standard (ind. 1.500). E’ possibile effettuare la colorazione su qualsiasi tonalità ed intensità fino ad un massimo del’ 75% . E’ adatto per qualsiasi tipo di montaggio, in particolare per le montature glasant

Ind. 1.70

1 710 Asferico SILKEN LASER-THIN è il nuovo materiale in indice 1 710 dal design asferico e super sottile. Esso si colloca tra i già esistenti indici 1.670 e 1.740, unendo le caratteristiche migliori di entrambi: versatilità, efficienza, economicità e resa estetica.

Ind. 1.74

Il materiale 1 740 Asferico è l’inf rangibile f ra i più sottili sul mercato. Nelle altre ipermetriopie riduce in modo netto l’effetto ingrandimento dell’occhio grazie all’altissimo indice della lente. E’ più sottile del 50% rispetto ad una lente standard (ind. 1.500) e tre volte più leggero rispetto ad una lente minerale ad alto indice. Colorabile fino al 70%

Infine Divel Italia utilizza alcuni materiali speciali che sono il Policarbonato, il Trivex e le lenti Fotocromatiche che reagiscono ai cambiamenti della luce.

CERCHIATO

Ortodonzia estetica, tutti i vantaggi

L’Ortodonzia estetica e l’applicazione di Faccette dentali sono due possibili soluzioni in grado di migliorare l’estetica del sorriso e allineare i denti

L’Ortodonzia estetica si occupa di correggere l’allineamento dei denti e le problematiche relative a una cattiva occlusione, utilizzando soluzioni discrete e minimamente invasive. È particolarmente indicata per Pazienti adulti e adolescenti che desiderano migliorare la funzionalità e l’estetica del proprio sorriso senza compromettere l’aspetto durante il trattamento. Le cure includono opzioni avanzate, progettate per integrarsi con lo stile di vita moderno e soddisfare esigenze estetiche e funzionali.

Discrezione e funzionalità

Le principali caratteristiche dell’Ortodonzia estetica sono la discrezione, in quanto gli apparecchi utilizzati sono progettati per essere poco visibili, realizzati con materiali che si mimetizzano con il colore dei denti, e la funzionalità, in quanto non solo migliora l’estetica del sorriso ma garantisce una corretta occlusione,

Gli apparecchi utilizzati sono progettati per essere poco visibili, realizzati con materiali che si mimetizzano con il colore dei denti

prevenendo problemi futuri come usura dentale o difficoltà nella masticazione. Inoltre l’uso di software di progettazione, scanner digitali 3D e simulazioni virtuali può migliorare la pianificazione del trattamento e garantire risultati prevedibili.

Le soluzioni

Tra i trattamenti ortodontici di tipo estetico troviamo:

• Allineatori Trasparenti (ad esempio Invisalign), Mascherine trasparenti, rimovibili e personalizzate: presentano i vantaggi di essere invisibili, rimo-

Dott. Aldo Nobili
(Associazione Nazionale Dentisti Italiani)

vibili per mangiare e lavarsi i denti, comodi per chi conduce una vita attiva; sono particolarmente indicati per allineamenti lievi o moderati ma possono essere utilizzati anche per casi più complessi, grazie agli sviluppi tecnologici;

• Apparecchi Ortodontici Fissi Estetici: Brackets in ceramica: hanno il vantaggio di essere più discreti rispetto ai Brackets metallici, resistenti e adatti per movimenti dentali più complessi; sono indicati per problemi ortodontici più avanzati che richiedono un controllo maggiore del movimento dentale;

• Ortodonzia linguale: Brackets posizionati sul lato interno dei denti; sono completamente invisibili, ideali per chi desidera un trattamento estetico senza alcuna visibilità ma necessitano di un periodo di adattamento più lungo e di una manutenzione più complessa.

I benefici

I vantaggi derivanti da trattamenti ortodontici di tipo estetico possono essere riassunti in:

• miglioramento estetico senza disagi visivi;

• maggiore comfort, grazie ai materiali avanzati;

• riduzione, al termine del trattamento, del rischio di Carie e Gengiviti, grazie a un miglior allineamento;

• prevenzione di problemi articolari derivanti da una cattiva occlusione;

• incremento della fiducia e dell’autostima, grazie a un sorriso più armonioso.

Faccette dentali

Si tratta di sottili lamine in ceramica o composito applicate sulla superficie anteriore dei denti per migliorarne l’aspetto. Rappresentano una soluzione ideale per correggere imperfezioni estetiche in tempi brevi e con risultati straordinari.

Possono essere realizzate in ceramica i cui vantaggi sono la resistenza, l’estetica naturale e la durata (1015 anni). La ceramica riflette la luce in modo simile allo smalto naturale, offrendo un aspetto realistico. Sono indicate per le discromie permanenti, i difetti di forma o dimensione, i denti consumati o scheggiati.

Le Faccette dentali sono sottili lamine in ceramica o composito applicate sulla superficie anteriore dei denti per migliorarne l’aspetto

In alternativa, è possibile utilizzare le Faccette in composito i cui vantaggi sono l’essere più economiche, applicabili in un’unica seduta e con la possibilità di riparazioni rapide. Hanno però una durata più limitata (5-7 anni) e sono maggiormente soggette a macchie e usura nel tempo. Le Faccette dentali permettono una correzione rapida di difetti estetici come discromie, scheggiature e spazi tra i denti, donando al viso un aspetto naturale e armonioso grazie ai materiali di alta qualità. Inoltre hanno maggiore resistenza rispetto a trattamenti di sbiancamento o ricostruzioni. Infine contribuiscono al miglioramento della fiducia personale e dell’immagine professionale.

Per un sorriso perfetto...

In conclusione le Faccette sono ideali per migliorare l’estetica in tempi rapidi, correggendo discromie, scheggiature o piccoli spazi tra i denti. Viceversa l’Ortodonzia estetica si rende necessaria per correggere disallineamenti significativi, problemi occlusali o malposizioni dentali. In alcuni casi, l’Ortodonzia estetica e le Faccette dentali possono essere utilizzate in combinazione per ottenere un sorriso perfetto. Ad esempio, in una prima fase, l’Ortodonzia viene utilizzata per allineare i denti e migliorare la funzionalità e successivamente le Faccette vengono applicate per perfezionare l’estetica finale, eliminando discromie o migliorando la forma dentale. Questa combinazione garantisce un risultato estetico e funzionale di altissimo livello.

Entrambe le soluzioni rappresentano opzioni avanzate e personalizzabili per migliorare il sorriso sia dal punto di vista estetico che funzionale. La scelta tra Ortodonzia estetica e Faccette dentali (o combinazione di entrambe) dipende dalle esigenze individuali del Paziente, dalle condizioni specifiche del sorriso e dai risultati desiderati. Una consulenza approfondita con un professionista esperto è fondamentale per identificare il trattamento più adatto e raggiungere un sorriso perfetto. ●

Se il bambino

La gestione del Diabete nel bambino può essere complicata e deve essere personalizzata in base al livello di maturità psico-fisica

bambino ha il Diabete

Dott.ssa Teresa Mazzone

Specialista in Pediatria

Specialista in Psicoterapia dell’età evolutiva

CIPe (Confederazione Italiana Pediatri)

Il Diabete è una malattia cronica caratterizzata da alti livelli di zucchero (glucosio) nel sangue a causa del fatto che l’organismo non produce quantità sufficienti di insulina, sostanza in grado di mantenerlo nella norma.

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas; il suo compito è controllare la quantità di glucosio nel sangue. Il glucosio è il principale zucchero che il corpo usa come fonte di energia; quindi la maggior parte degli

zuccheri che introduciamo con gli alimenti, ossia il lattosio e il saccarosio, durante e dopo l’assorbimento intestinale, viene trasformata in glucosio. In assenza di una quantità adeguata di insulina, il glucosio non arriva alle cellule e si accumula nel sangue; in questo modo inizia ad essere presente anche nell’urina, attirando così una maggiore quantità di acqua, con conseguente aumento della necessità di bere (polidipsia) e di urinare (poliuria).

Quali sono i sintomi?

I sintomi tipici del Diabete sono: sete eccessiva, diminuzione del peso corporeo e necessità di fare molto spesso la pipì. In mancanza di insulina e senza adeguata terapia, possono svilupparsi alterazioni degli elettroliti (sali minerali) e disidratazione, oltre a problemi della scomposizione dei grassi e delle proteine.

La gestione del Diabete nel bambino può essere complicata e deve essere personalizzata in base al suo livello di maturità psico-fisica, effettuata da Diabetologi, Pediatri di famiglia, dando le giuste indicazioni in merito all’apporto di cibo e alle modalità dell’attività fisica, tenendo anche conto del fattore stress.

Diabete tipo 1, quale frequenza?

È possibile distinguere un Diabete di tipo 1 e un Diabete di tipo 2. Il Diabete di tipo 1 è una delle più diffuse malattie croniche dell’età evolutiva; il numero dei bambini che ne soffre è in aumento, soprattutto nella fascia di età sotto i 5 anni. Il Diabete

tipo 1 o mellito si verifica ogni anno in 12,26 bambini su 100.000, con maggiore frequenza nei maschi (13,13) rispetto alle femmine (11.35). In genere compare tra i 4 ed i 6 anni o tra i 10 ed i 14 anni. Il pancreas non produce abbastanza insulina perché il sistema immunitario aggredisce e distrugge le cellule del pancreas che la producono. Quest’aggressione può essere scatenata da fattori ambientali in soggetti che hanno ereditato alcuni geni che predispongono alla malattia. Questi geni sono più comuni in alcuni gruppi etnici, ad esempio gli scandinavi e i sardi. I parenti stretti di un soggetto affetto da Diabete di tipo 1 hanno un rischio maggiore di sviluppare a loro volta la malattia; fratelli e sorelle hanno un rischio del 4-8% che aumenta al 30-50% nei gemelli identici. Il rischio di sviluppare il Diabete per un bambino con genitore affetto da questa patologia è di circa il 10%, se il genitore è il padre, il 4% se è la madre. I bambini affetti da Diabete di tipo 1 hanno un rischio più alto di sviluppare altre patologie autoimmuni, quelle in cui il sistema immunitario aggredisce se stesso, in particolare la Celiachia e le

I sintomi tipici del Diabete sono sete eccessiva, diminuzione del peso corporeo e necessità di fare molto spesso la pipì

Patologie della tiroide. I sintomi del Diabete di tipo 1 si sviluppano rapidamente, nel giro di diversi giorni o settimane. Alti livelli di glicemia causano un aumento della necessità di fare la pipì. I bambini possono bagnare il letto o perdere la capacità di controllare la vescica durante la giornata. La perdita eccessiva di liquidi comporta un aumento della necessità di bere. Circa la metà dei bambini perde peso ed ha problemi di crescita. Alcuni bambini si disidratano e presentano debolezza, affaticamento e polso accelerato.

I bambini possono presentare anche nausea e vomito a causa dei chetoni, ossia sottoprodotti della degradazione dei grassi nel sangue. Se non si comprende che i sintomi sono causati dal Diabete e non li si cura, il bambino può sviluppare Chetoacidosi diabetica.

Diabete di tipo 2,

diffuso negli adolescenti

Nel Diabete di tipo 2 le cellule non rispondono adeguatamente all’insulina. Questa condizione è detta anche insulino-resistenza. A differenza del Diabete

Nei bambini con Diabete di tipo 2 i sintomi sono più lievi rispetto a quelli del tipo 1 e si sviluppano più lentamente

di tipo 1, il pancreas è ancora in grado di produrre insulina, ma non in quantità adeguata a contrastare questa resistenza. Si parla anche di deficit relativo di insulina, laddove nel Diabete di tipo 1 si parla di deficit assoluto.

Questo tipo di Diabete è più comune tra gli adolescenti, ma stanno aumentando i casi nei bambini più piccoli in sovrappeso o francamente obesi. In passato la maggior parte di casi nuovi di Diabete in età evolutiva era del tipo 1; con l’aumento di sovrappeso e obesità nei nostri bambini /adolescenti, circa 1/3 delle nuove diagnosi di Diabete è del tipo 2.

Sebbene molti bambini sviluppino il Diabete di tipo 2 tra i 10 ed i 14 anni di età, l’incidenza massima si osserva nella tarda adolescenza tra i 15 ed i 19 anni di età.

Nel caso del Diabete di tipo 2 i soggetti affetti hanno una probabilità molto più elevata di avere un familiare di primo grado affetto (genitore, fratello/sorella, zio/zia, nonno/nonna).

I bambini a più alto rischio di sviluppare Diabete di tipo 2 sono sovrappeso (peso oltre l’85% in più rispetto ai bambini di pari età, sesso e altezza) o francamente obesi (peso oltre il 95% in più rispetto ai bambini di pari età, sesso ed altezza); hanno un genitore o un fratello/sorella, zia/zio, nonna/nonno con Diabete di tipo 2 (60-90%); non svolgono attività fisica; hanno una madre che ha sofferto di Diabete in gravidanza (Diabete gestazionale) o una storia personale di Diabete.

Nei bambini con Diabete di tipo 2 i sintomi sono più lievi rispetto a quelli del tipo 1 e si sviluppano più lentamente. Molti bambini non hanno alcun sintomo o solo sintomi lievi e la diagnosi viene fatta solo in seguito agli esami del sangue o delle urine effettuati per altri motivi. I genitori possono notare un aumento della sete e della quantità di urine, o solo sintomi vaghi come affaticamento. Questi bambini sono meno predisposti a sviluppare disidratazione grave o Chetoacidosi come nel Diabete di tipo 1.

La Chetoacidosi diabetica

È presente al momento della diagnosi in circa 1/3 dei bambini con Diabete tipo 1.

Senza insulina le cellule dell’organismo non sono in grado di utilizzare il glucosio presente nel sangue e utilizzano i grassi come fonte di energia alternativa, producendo i chetoni.

I chetoni rendono il sangue troppo acido (Chetoacidosi), provocando nausea, vomito, affaticamento, mal di pancia, Cefalea; l’alito del bambino odora

di acetone per le unghie, la respirazione diventa profonda e accelerata. Il bambino può essere confuso e meno vigile. Non riconosciuta e adeguatamente trattata, la Chetoacidosi può portare a coma e morte.

La diagnosi...

Per fare diagnosi di Diabete, si misura il livello di glucosio nel sangue. Un livello di glicemia a digiuno pari a 126 milligrammi per decilitro o superiore, misurato in due diverse occasioni è indicativo di Diabete. Si misura inoltre una proteina, chiamata emoglobina glicosilata, che impiega un tempo relativamente lungo a formarsi e rispecchia i livelli di glicemia in un periodo di 2-3 mesi. Livelli di emoglobina glicosilata pari o superiori al 6,5% sono indicativi di Diabete, in particolare il tipo 2 nei bambini che non presentano sintomi tipici. Per distinguere un Diabete tipo 1 da uno di tipo 2, si misurano gli anticorpi verso le proteine prodotte dalle cellule del pancreas. Questi anticorpi sono presenti nel Diabete tipo 1.

...e la terapia

Il trattamento del Diabete tipo 1 consiste nella terapia sostitutiva a base di insulina, con diversi regimi e modalità di somministrazione. L’insulina è sempre necessaria perché non esiste altra cura efficace. Nel Diabete di tipo 2 la terapia è a base di farmaci ipoglicemizzanti, che abbassano i livelli di glucosio. Sia i bambini con Diabete tipo 1 che tipo 2 necessitano di scelte alimentari sane, perdita di peso, se in sovrappeso, e attività fisica regolare. Ogni bambino deve essere seguito presso un Centro clinico per Diabete.

Lo Screening nazionale del Diabete

Oltre il 40% dei bambini diabetici giunge alla diagnosi tardivamente con il quadro clinico di Chetoacidosi diabetica che, se non adeguatamente riconosciuta, può avere un esito fatale. La percentuale sale fino al 60-70% nei bambini più piccoli.

Per questo motivo, in Italia è stata promulgata la legge 130 del 25 settembre 2023, per la definizione di un Programma diagnostico per l’individuazione del Diabete tipo 1 e della Celiachia nella popolazione pediatrica italiana. L’applicazione della legge è preceduta da un progetto propedeutico attualmente in corso, i cui risultati permetteranno di sviluppare il protocollo nazionale che è iniziato a fine 2024. È un Programma di Screening volontario,

In Italia è stata promulgata la legge 130 del 25 settembre 2023, per la definizione di un Programma diagnostico per l’individuazione del Diabete tipo 1

approvato dal Comitato Etico Nazionale. Si tratta di comunicare a famiglie e bambini sani che sono a rischio di sviluppare la malattia. Attraverso la ricerca dei 4 autoanticorpi (Screening) nella popolazione pediatrica è possibile ridurre la frequenza di Chetoacidosi diabetica fino al 3%. Poche gocce di sangue capillare sono prelevate dal dito del bambino nello studio del Pediatra. Sul sangue viene effettuato il dosaggio degli autoanticorpi specifici prodotti dall’organismo. Questi autoanticorpi saranno presenti nel bambino che svilupperà il Diabete di tipo 1. Gli autoanticorpi compaiono con un primo picco tra i 9 mesi e i 2 anni e mezzo, un secondo picco all’età di 6 anni. Entro i 10 anni di vita, l’80% dei casi che svilupperà il Diabete ha già gli autoanticorpi. I vantaggi auspicabili sono la riduzione della frequenza di Chetoacidosi diabetica e la possibilità di includere i bambini a rischio in studi di prevenzione. Attualmente il progetto pilota, guidato dall’Istituto Superiore di Sanità, frutto di una forte collaborazione con i Pediatri di famiglia, gli Specialisti di Diabetologia pediatrica e le Associazioni di Volontariato, coinvolge 4 regioni (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna), con 5.363 bambini di 3 fasce di età 2, 6 e 10 anni, ossia le fasce di età in cui compare il picco degli autoanticorpi. Tutti i casi positivi, ossia bambini con 1 o più autoanticorpi e quindi a rischio di sviluppare la malattia, sono indirizzati ai Centri regionali di riferimento di Diabetologia e richiedono cure e attenzioni particolari.

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Tumore alla prostata, quale terapia?

IPazienti con Tumore alla prostata (Carcinoma localizzato) a rischio basso o intermedio trattati con Prostatectomia radicale (asportazione totale della prostata) o Radioterapia hanno una probabilità di guarigione simile, e generalmente piuttosto alta. Pertanto, le potenziali complicanze e la qualità di vita posttrattamento giocano un ruolo decisivo nella scelta della terapia più appropriata.

Qualità di vita dopo il trattamento

Van As e collaboratori, in una recente pubblicazione su “European Urology”, hanno riportato i risultati a 2 anni dello Studio PACE-A, che ha confrontato, in una popolazione di Pazienti con queste caratteristiche, la qualità di vita dopo Prostatectomia robotica (RRP) e Radioterapia stereotassica (SBRT). Quest’ultima è risultata clinicamente vantaggiosa rispetto alla RRP riguardo a due aspetti fondamentali che concorrono a determinare la qualità di vita: la continenza urinaria e l’attività sessuale. Infatti, la proporzione di Pazienti che necessita di almeno un pannolino al giorno è stata del 50% dopo RRP e di circa 10 volte inferiore (6.5%)

Le potenziali complicanze e la qualità di vita posttrattamento giocano un ruolo decisivo nella scelta della terapia più appropriata

Prof. Stefano Arcangeli

Presidente Associazione Italiana

Radiobiologia (AIRB)

Coordinatore gruppo regionale

AIRO Lombardia

Direttore UOC Radioterapia

Fondazione IRCCS

San Gerardo dei Tintori

La Radioterapia stereotassica è risultata clinicamente vantaggiosa rispetto alla Prostatectomia robotica riguardo a continenza urinaria e attività sessuale

dopo SBRT. Meno eclatante, ma pur sempre significativa, la differenza tra i due gruppi riguardo all’incidenza della disfunzione erettile misurata allo stesso intervallo di tempo (2 anni): 75% nei Pazienti operati e 48% in quelli radiotrattati. La tossicità intestinale, sebbene di limitata rilevanza clinica, è invece risultata meno frequente nei Pazienti operati.

Lo studio PACE-A ha il merito di contribuire in modo determinante all’annosa discussione sul miglior approccio terapeutico locale per il Carcinoma prostatico. È particolarmente degno di nota che siano state utilizzate modalità terapeutiche moderne come la RRP e la SBRT, che esclude il rischio che i dati riportati possano non riflettere standard di trattamento contemporanei e qualitativamente elevati.

I risultati dello studio

La novità importante e la forza di questo studio clinico è la metodologia utilizzata (disegno prospettico randomizzato) che è stata la più appropriata a confrontare due trattamenti diversi: i risultati dimostrano inequivocabilmente che la Radioterapia stereotassica riduce significativamente il rischio di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile rispetto alla Prostatectomia robotica a fronte di un modesto aumento dei disturbi intestinali. Inoltre, valutando le diverse opzioni terapeutiche disponibili, la Radioterapia stereotassica ha mostrato di ridurre nettamente gli effetti collaterali rispetto ad altre tecniche di Radioterapia, e/o a schemi di frazionamento convenzionale della dose, sia pure in Pazienti selezionati, mentre la declinazione della Prostatectomia nella modalità robotica non ha comportato significativi vantaggi rispetto a quella tradizionale. Le conclusioni di questo studio evidenziano l’importanza di valutare attentamente le possibili complicanze associate a ciascuna delle due terapie, che è essenziale per definire una strategia terapeutica personalizzata, consentendo a Medici e Pazienti di scegliere il trattamento che meglio coincide con le aspettative individuali in termini di qualità di vita.

Quali limitazioni?

Esistono tuttavia alcune limitazioni che possono mettere in discussione la generalizzabilità di questi dati, e dunque di precludere la conclusione che la Radioterapia stereotassica rappresenti il miglior trattamento locale per il Carcinoma prostatico a rischio basso e intermedio. In primis, il tasso del 50% di utilizzo dei pannolini a 2 anni dalla Prostatectomia robotica registrato in questo studio è sostanzialmente più alto rispetto ai risultati di altre casistiche chirurgiche. È dunque singolare che in seguito all’introduzione della Prostatectomia robotica e del presunto ulteriore sviluppo di questa tecnica chirurgica, si siano ottenuti risultati significativamente peggiori nello Studio PACEA, con incontinenza quasi raddoppiata. È d’altronde vero che uno studio randomizzato controllato potrebbe rispecchiare meglio la credibilità dei risultati rispetto a quelli documentati in precedenti studi, poiché esclude errori di pubblicazione, così frequenti quando i Centri pubblicano i propri dati. Ciononostante, proprio allo scopo di minimizzare questi rischi, alcuni Centri rendono regolarmente accessibili i propri database e lasciano valutare i risultati da terze parti sulla base di questionari validati. Ad esempio, in un recente lavoro, sono stati valutati i risultati di un’analisi della Martini Klinik, uno dei più importanti Centri europei di Chirur-

gia urologica, che ha utilizzato la stessa definizione di incontinenza dello studio PACE-A (uso regolare di un pannolino al giorno), con tassi di continenza ad 1 e 2 anni, rispettivamente del 92.4% e del 93.4%.

Il ricorso alla

Tecnica NeuroSAFE

migliora l’incontinenza urinaria e facilita la preservazione dell’erezione dopo l’intervento

La Tecnica NeuroSAFE

In molti grandi Centri chirurgici la disponibilità di un riscontro istologico intraoperatorio tramite la Tecnica NeuroSAFE è di fondamentale importanza per guidare la decisione di preservare il fascio neurovascolare in base alla specifica estensione tumorale per lato. È stato ben documentato che il ricorso a tale tecnica migliora l’incontinenza urinaria e facilita la preservazione dell’erezione dopo l’intervento, oltre a ridurre il tasso di margini chirurgici positivi. Infatti, in una validazione esterna della tecnica NeuroSAFE presso il Centro sopra citato, nei Pazienti che erano potenti prima della Prostatectomia, la funzione erettile è stata conservata nel 74% di quelli in cui è stata adottata questa tecnica. Anche in questo caso i risultati sono ben diversi da quelli riportati nel PACEA, nel quale tecniche come queste non sono state utilizzate, destando l’impressione che gli approcci più all’avanguardia per ottimizzare i risultati chirurgici non siano stati completamente sfruttati. D’altra parte, dati provenienti da Centri così esperti non possono essere utilizzati con eccessiva disinvoltura e in maniera acritica nel counseling dei Pazienti propedeutico al trattamento.

In conclusione

Per gli uomini con Carcinoma prostatico localizzato il timore dell’incontinenza urinaria e della perdita dell’attività sessuale sono fattori che spesso determinano la scelta del trattamento. PACE-A è il primo studio che ha fornito delle stime affidabili delle tossicità relativa a ciascuno dei trattamenti, certamente utili ad indirizzare le decisioni terapeutiche e massimizzare la qualità di vita individuale. Questi dati devono essere accettati e riconosciuti dall’intera comunità uro-oncologica, perché hanno dimostrato con il massimo livello di evidenza possibile, che la Radioterapia stereotassica è la terapia che meglio ha risparmiato la qualità di vita nella coorte di Pazienti valutati. ●

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CIP- Liberati dallo stress

Travolti dalla routine quotidiana e abituati a considerare la salute come un concetto che riguarda solo il nostro corpo, dimentichiamo spesso di porre attenzione su un fattore determinante del nostro stare bene: il benessere psicologico e più in particolare lo stress che, a periodi alterni, ci coinvolge. L’equilibrio emotivo e lo Stress psico-fisico possono incidere sullo stato di benessere generale. Stress, qualità della vita, modo di relazionarsi con gli altri sono infatti tutti elementi che concorrono a determinare lo stato della nostra salute, elementi che in molti casi abbiamo la

possibilità di modulare in modo più vantaggioso per il nostro equilibrio.

Durante tutto il mese di marzo, il team scientifico della rivista Elisir di Salute attraverso il Circuito Informazione e Prevenzione (CIP) propone a tutte le persone afferenti alle strutture sanitarie aderenti al progetto, l’approfondimento di alcuni temi chiave di riflessione utili a porre maggiore attenzione al proprio benessere psico-fisico e ad attivarsi con opportune correzioni o ricorrendo ad un’adeguata consulenza e supporto psicologico. Per approfondire: www.elisirdisalute.it

Il Tumore al polmone è un killer silenzioso: ogni anno, in Italia, colpisce circa 44.000 persone, causando quasi 36.000 decessi. Attualmente solo 1 paziente su 4 è operabile al momento della diagnosi. Per questo la diagnosi precoce è fondamentale. Grazie al nuovo programma diagnostico dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini si tenterà di intercettare i soggetti più a rischio di sviluppare una neoplasia polmonare, in particolare, concentrandosi sui forti fumatori con più di 55 anni. Per verificare l’idoneità al programma è disponibile sul sito dedicato un semplice questionario, accessibile tramite link o codice QR. Il sistema, grazie a un algoritmo automatizzato, identifica i soggetti potenzialmente idonei, che riceveranno via email un

appuntamento per una visita specialistica presso il San Camillo. Un team multidisciplinare composto da Medici specialisti esaminerà non solo l’abitudine al fumo, ma anche altri fattori come familiarità, condizioni ambientali lavorative e sintomi pregressi. Grazie anche al supporto dell’intelligenza artificiale verrà elaborato un “identikit del rischio” personalizzato per ciascun Paziente, utile a prevedere con maggiore accuratezza la possibilità di sviluppare un Tumore polmonare. I soggetti con il più alto rischio saranno sottoposti a una tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio, effettuata con apparecchiature radiologiche all’avanguardia.

Per partecipare: https://shorturl.at/4Clld

È disponibile sugli app store e sul sito dedicato “NeoNat - Sostenervi in un abbraccio”, l’app sviluppata grazie all’ascolto di genitori e alle competenze di professionisti sanitari, con il coinvolgimento di un comitato scientifico della Società Italiana Neonatologia tra cui operatori certificati per il metodo NIDCAP (Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program) e specialisti di Terapia Intensiva Neonatale. L’obiettivo è di essere un ausilio per le mamme e i papà alle prese con le difficoltà emotive e le pratiche legate alla nascita prematura dei loro piccoli, a partire dalla difficile esperienza del ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e dalle paure le-

gate al ritorno a casa. All’interno dell’app è possibile accedere ai contenuti proposti, tra cui articoli di approfondimento curati da esperti, ed annotarsi tutte le informazioni relative al peso e alla crescita del bambino nell’apposito Diario. La funzione “calendario”, inoltre, consente ai genitori di registrare promemoria e consultare la lista dei vaccini dei primi anni di vita. Sono disponibili anche contatti di Associazioni e Centri di riferimento presenti sul territorio. NeoNat si rivolge anche ai professionisti sanitari che accompagnano i genitori dal primo giorno di ricovero in TIN al momento della dimissione. Per approfondire: www.neonat.it.

App per bimbi prematuri
Tumore al polmone e prevenzione

Il Fresco Spalmabile Nonno Nanni

Un formaggio versatile e ricco di qualità

Frutto di un lungo lavoro di ricerca e di un’accu rata lavorazione, il Fresco Spalmabile Nonno Nanni è un formaggio fresco e morbido dall’ir resistibile cremosità, caratterizzato da un gusto vivace ma delicato, fatto con solo latte 100% italiano. Tra i numerosi prodotti della famiglia Nonno Nanni, riscuote un particolare gradimento da parte dei consu matori per il suo gusto unico, per la sua versatilità in cucina e la conseguente possibilità di essere usato sia per sfiziosi antipasti, che per golosi dolci.

Formaggio naturale adatto ai vegetariani

Fatto solo con ingredienti naturali e senza glutine, il Fresco Spalmabile Nonno Nanni è particolarmente adatto alle esigenze di chi adotta una dieta vegetariana, perché senza caglio e realizzato con i migliori ingredienti.

Prodotto senza l’aggiunta di alcun conservante, questo formaggio porta in tavola il giusto equilibrio tra la nota dolce e quella salata, grazie ad un’attenta selezione dei fermenti lattici e delle migliori materie prime.

Bontà che nasce dalla tradizione

Fondamentale per la bontà del prodotto è l’esperienza del casaro, che in Nonno Nanni si tramanda di padre in figlio. La produzione del formaggio viene adattata giorno per giorno dalle mani del casaro che, nei decenni di esperienza, ha maturato modi e metodi che gli permettono di gestire la produzione in termini di tempi o temperature, per ottenere sempre un prodotto eccezionale.

Apporto nutrizionale

Apprezzati non solo per i sapori e i profumi che portano sulle nostre tavole, i formaggi possono vantare anche numerose qualità nutrizionali. In particolare, le proteine contenute nei formaggi freschi vantano

la crescita ma non solo, risultano per esempio utili anche alla corretta regolazione del ritmo sonno-veglia.

Versatile in cucina

Buonissimo da solo o spalmato sul pane, è apprezzato da tutti in famiglia.

In cucina può diventare protagonista di tantissimi piatti, aggiungendo una nota di freschezza a preparazioni dolci e salate, a sfiziosi finger food o ad antipasti a base di verdure.

Da oggi il fresco spalmabile è disponibile al banco frigo con un Nuovo formato da 225 g, in una comoda vaschetta richiudibile salva freschezza. Inoltre, la confezione avrà un pratico QR Code, per visualizzare gustose e fantasiose ricette. Il fresco spalmabile è disponibile anche in versione Senza Lattosio da 150 g.

Le confezioni che contengono il prodotto sono tutte riciclabili.

Un alleato per il recupero sportivo

Il benessere è misurabile, tangibile, scientificamente migliorato grazie alla tecnologia di Re:Active.

Dorelan racchiude la sua esperienza in un materasso che sia un’estensione dell’allenamento, che aiuti il defaticamento del corpo e permetta un recupero più veloce.

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Medicina e informazione, attenzione alle fonti

Non passa giorno senza che leggiamo o sentiamo qualche notizia sensazionale. Limitiamoci al campo della Medicina: se fosse tutto vero ciò che dicono in televisione o scrivono sui giornali o sul web, esisterebbe la cura miracolosa per qualsiasi malattia. E le scoperte di nuovi trattamenti farmacologici o chirurgici sarebbero un continuo susseguirsi di successi clamorosi.

I progressi della Medicina

È innegabile che il progresso scientifico esiste e sta cambiando il panorama della Scienza medica. Si stima che, ogni 5 o 10 anni, metà delle conoscenze mediche finiscano per essere obsolete o superate da nuove acquisizioni in campo diagnostico o terapeutico. 50 anni fa, quando ero studente di Medicina, iniziava l’applicazione della ultrasonografia (ecografia) che avrebbe rivoluzionato la diagnostica per immagini. In quei primi anni la metodica era riservata a organi solidi e compatti come fegato o reni. Ricordo un luminare della Cardiologia che si rammaricava che, nella sua specialità, l’ecografia non avrebbe mai potuto funzionare

Negli ultimi decenni la Medicina ha fatto enormi passi avanti ma è necessario accertarsi che le nuove scoperte in campo scientifico siano diffuse da fonti attendibili e certe

Dott. Enrico Delfini

Federazione Italiana

Medici di Medicina Generale

perché “il cuore non sta fermo”. La cosa oggi può far sorridere dato che l’ecografia cardiaca è diventata un esame di routine, in molti casi indispensabile.

Anche a livello di farmaci disponibili il progresso è innegabile: Ipertensione, Diabete, Malattie infettive (come l’HIV e alcune Epatiti virali), molte Neoplasie, possono oggi essere trattate e, in molti casi, guarite. Onestà vuole, però, che siano ricordati anche i fallimenti e le linee di sviluppo e di ricerca che non hanno mantenuto le promesse iniziali o che hanno mostrato effetti limitati.

I possibili limiti

Commentare tutto ciò è facile, guardando la storia dalla nostra prospettiva, analizzando i progressi “dopo” che le cose sono avvenute. Ma quando siamo bersagliati da messaggi carichi di speranza per scoperte o progressi nuovi, nuovissimi, che cosa dobbiamo pensare? Come possiamo districarci tra le notizie per distinguere quelle che sono davvero certe da quelle che sono solo legittime speranze? Teniamo inoltre conto del fatto che, dietro a queste notizie, esistono anche grossi interessi economici e commerciali, le grandi aziende farmaceutiche e

Ciò che è importante capire subito è se la notizia viene data in via informale, magari in una intervista al Professore ospite in studio, o se si tratta di un articolo più serio e organico

tecnologiche, che fanno enormi investimenti, cercano di rispondere, oltre che alle speranze dei malati e dei Medici, anche agli interessi dei loro azionisti. È cosa legittima, anche se non può non dare un certo fastidio. Senza pretese di dare una risposta definitiva a tutti i dubbi, cerchiamo di spiegare qualche “trucco” per decodificare i messaggi che leggiamo o sentiamo su giornali, riviste e rubriche di divulgazione.

Notizie, quali fonti?

Ciò che è importante capire subito è se la notizia viene data in via informale, magari in una intervista al Professore ospite in studio, o se si tratta di un articolo più serio e organico. Un articolo autorevole deve riportare la fonte e anche chi non è del mestiere può forse capire che una rivista scientifica famosa come “Lancet” o “New England Journal of Medicine” è più autorevole di uno sconosciuto foglio pubblicato in qualche angolo del pianeta o di una delle mille testate online che spuntano come funghi, gestite non si sa da chi. Anche le riviste autorevoli, ogni tanto, prendono delle cantonate ma è comunque un criterio utile.

Medicina in numeri

Un altro punto su cui è possibile cadere in errori di valutazione riguarda la presentazione di dati numerici poiché potremmo essere indotti a credere che “i numeri sono oggettivi e le cifre non mentono”. Ma non è così: anche quando si parla di risultati numerici, di percentuali di risultati positivi, è possibile che chi espone i dati utilizzi (per ignoranza, ma forse per furbizia) qualche “trucco”. Facciamo un esempio: è stato provato un nuovo farmaco per una certa malattia; lo studio, rigoroso e controllato, ha preso in esame migliaia di Pazienti, divisi in modo casuale per essere sottoposti al trattamento; qualcuno riceverà quello innovativo e qualcun’altro quello standard “in doppio cieco”, ovvero né i Medici né i Pazienti sapranno quale farmaco sarà somministrato a ciascun gruppo. Solo dopo un anno di trattamento si analizzano i risultati, svelando la composizione dei due gruppi. Ne

emerge che nel gruppo trattato con la terapia standard la mortalità è stata del 4% mentre col farmaco sperimentale è scesa al 2%. L’analisi statistica, che prende in considerazione anche la numerosità del campione, dice che si tratta di una differenza significativa. Lo studio, a questo punto, viene pubblicato su una rivista seria e prestigiosa e i dati, spesso decine di pagine corredate di tabelle e diagrammi, vengono letti dagli addetti ai lavori che, si spera, sappiano decodificarli. Ma come viene presentata la notizia al pubblico dei “non addetti ai lavori”? Se dico che c’è stato un miglioramento di 2 punti percentuali (dal 4 al 2) forse la notizia non fa tanto effetto. Ma, se strillo “il nuovo farmaco riduce del 50% i morti”, il clamore è assicurato! Eppure entrambe le notizie sono, formalmente, vere solo che la seconda enfatizza la differenza relativa tra i due dati mentre, con la prima formulazione, si pone l’accento sul vantaggio, vero ma marginale, valutato sull’intera popolazione.

Stesso risultato, diverse interpretazioni

Lo stesso risultato dello studio potrebbe essere “tradotto” in questo modo: trattando 100 Pazienti col nuovo farmaco invece che con il trattamento migliore noto finora, la nuova cura sarà inutile per 96 Pazienti, che non sarebbero morti comunque, e anche per altri due, che moriranno ugualmente; solo due persone su cento avranno un beneficio. È comunque una buona notizia e giustifica ulteriori approfondimenti e nuovi studi per capire quali sono le persone per cui la cura funziona meglio. Ma bisogna anche considerare gli effetti collaterali che potrebbero influire sulla qualità della vita anche di quei 98 su 100 per i quali la nuova terapia non porta vantaggi.

Costi e benefici

Non è simpatico fare questo tipo di analisi, anche se è una cosa che ciascuno di noi fa ogni giorno, ogni volta che acquista qualcosa: per ogni tipo di oggetto in vendita, in modo più o meno automatico, facciamo una analisi del rapporto prezzo/qualità e decidiamo se il costo maggiore del 10, 30 o 50% giustifica la scelta. Ebbene, quando si parla di farmaci innovativi, la differenza di costo non è quasi mai del 30 o del 50%, e nemmeno del doppio o del triplo; parliamo a volte di trattamenti che costano decine di migliaia di euro, ovvero anche cento volte il costo del farmaco precedente. Credo che nessuno vorrebbe trovarsi nel ruolo dei tecnici delle Agenzie governative e internazionali che devono decidere se approvare o meno un farmaco del genere.

Anice verde e Anice Stellato, migliorare

Sia l’Anice verde che quello stellato sono impiegati come carminativi, stimolanti, blandi spasmolitici, deboli agenti antibatterici ed espettoranti, ma non solo…

verde Stellato, toccasana per migliorare la digestione

Dott.ssa Anna Rosa Magnano

Dipartimento di Scienze Fisiche,

della Terra e dell’Ambiente

Università degli Studi di Siena

Non lasciamoci ingannare dal nome e dall’aroma, Anice verde e Anice stellato non sono la stessa cosa. L’Anice verde (“Pimpinella anisum L.”) e lo stellato (“Illicium verum Hook.”), derivano da specie vegetali del tutto diverse tra loro, che non appartengono nemmeno alla stessa famiglia; la prima è tipica dell’area mediterranea, la seconda dell’Asia orientale. Pur provenendo da aree geografiche diverse, i frutti di queste due specie presentano tuttavia proprietà simili e l’essenza di Anice verde e

quella di Anice stellato sono utilizzate in modo intercambiabile.

Le indicazioni terapeutiche

Sia l’Anice verde che quello stellato sono impiegati come carminativi (favoriscono l’espulsione dei gas da stomaco e intestino), stimolanti, blandi spasmolitici, deboli agenti antibatterici ed espettoranti in diverse preparazioni. Internamente vengono impiegati per dolori dovuti a cattiva digestione; esternamente come inalanti, in caso di congestione del sistema respiratorio. Entrambi gli oli sono impiegati per mascherare l’odore indesiderato di farmaci e prodotti cosmetici e come componenti aromatizzanti in dentifrici, profumi, saponi detergenti, creme e lozioni.

L’Anice verde e l’Anice stellato, come le loro essenze, sono ampiamente utilizzati come ingredienti aromatizzanti in bevande alcoliche e analcoliche e come spezie domestiche, il primo principalmente in Occidente, il secondo soprattutto in Asia, specialmente nella cucina cinese.

Nella Medicina tradizionale, sia l’Anice verde che l’Anice stellato, vengono usati come carminativi aromatici, espettoranti, come estrogeni per aumentare la secrezione lattea, facilitare le mestruazioni e la nascita dei bambini, aumentare la libido e alleviare i sintomi del climaterio maschile.

Come l’Anice stellato, l’Anice verde si utilizza anche come correttivo dell’odore e del sapore. L’olio essenziale è prezioso in profumeria, in dentifrici e colluttori, in cui viene usato come antisettico; in saponi, detergenti, lozioni e creme per la pelle e nella lavorazione del tabacco. La droga viene utilizzata, infine, per infusi e altre preparazioni galeniche.

Anice verde o Anice vera

Si tratta di una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Apiaceae. È originaria dell’est del Mediterraneo e del sud-ovest asiatico e viene ampiamente coltivata nell’Europa meridionale e centrale, nella ex URSS, in Nord Africa e, in misura minore, in Messico e in Sud America. Cresce sino a 30-60 cm in altezza, ha fusto cilindrico eretto, foglie inferiori cordiformi, poi trifogliate e frangiate. I fiori bianchi sono composti da una decina di minuscole ombrelle, simili a quelli del finocchio, ma hanno un profumo molto più delicato. I frutti ovoidi hanno un colore grigio-verdastro e sono coperti di una fitta peluria, il loro sapore dolce e aromatico è molto caratteristico e

inconfondibile. La droga, (intesa come la parte della pianta utilizzata come tale o, più propriamente, sotto forma di preparati fitoterapici ottenuti con varie metodiche) è costituita dal frutto, impropriamente detto “seme”.

I frutti devono essere conservati in contenitori ermetici o in recipienti di vetro dotati di buona chiusura, al riparo dalla luce e in un ambiente asciutto al fine di preservarne le qualità.

In cucina

Anice e Olio di Anice sono ampiamente utilizzati come ingredienti aromatizzanti in tutte le principali categorie di alimenti, come dolciumi, prodotti da forno, gelatine e budini, carne e prodotti a base di carne. L’Anice é utilizzato per produrre bevande alcoliche tipiche della regione mediterranea, come il Pastis francese, l’Ouzo greco, il Raki turco e l’Arak, diffuso in Medio Oriente.

Attività biologica

All’Anice vengono attribuite diverse proprietà, fra cui ricordiamo quelle stomachica (tonica e corrobo-

Pur provenendo da specie diverse, l’essenza di Anice verde e quella di Anice stellato sono utilizzate in modo intercambiabile

rante per lo stomaco), carminativa, spasmolitica, colagoga (stimolazione della contrazione della cistifellea), ascritte soprattutto all’Olio essenziale di Anice, il cui principale componente è l’anetolo. Per questo motivo, la specie ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento dei disturbi digestivi e dei sintomi ad essi associati, come, ad esempio, flatulenza, senso di pienezza e gonfiore addominale, oltre ad essere impiegata come rimedio per favorire l’appetito. Le sue preparazioni, di sapore molto gradevole, aumentano la secrezione salivare e gastrica, oltre che biliare, ed è considerato un ottimo rimedio in grado di favorire la digestione. A dosi adeguate, può esercitare una sicura azione antispastica ed anche antisettica, capace di inibire il manifestarsi di fenomeni fermentativi e la conseguente formazione di gas nello stomaco e nell’intestino. L’azione eccitante dell’Anice verde sulla peristalsi, nei casi di atonia intestinale, e la contemporanea azione antispastica ne giustificano l’impiego terapeutico come carminativo, nelle contrazioni dolorose gastriche e intestinali e in tutti i casi in cui si rende utile un’azione sedativa e nello stesso tempo stimolante di questi

Le preparazioni di Anice verde, di sapore molto gradevole, aumentano la secrezione salivare e gastrica

organi. Per il trattamento di questi disturbi, l’Anice deve essere assunto sotto forma di preparazioni per uso interno.

Posologia

La dose di prodotto può essere differente a seconda del tipo di preparato che si vuole impiegare. Ad esempio, se si utilizza l’estratto fluido della pianta, solitamente si consiglia l’assunzione di circa 12-20 gocce di prodotto. Inoltre, per contrastare i sintomi dispeptici, non è raro che l’Anice venga assunto anche sotto forma di infuso o decotto.

Utile per tosse e Bronchite, e non solo...

Diversi studi hanno dimostrato che l’Olio di Anice è in grado di esercitare un’azione spasmolitica ed espettorante; oltre a possedere proprietà antibatteriche, antivirali e repellenti per gli insetti. Per tale ragione, l’uso della pianta è stato approvato per il trattamento di vari tipi di affezioni del tratto respiratorio e il suo utilizzo costituisce un valido rimedio per diverse tipologie di affezioni delle vie aeree, quali tosse, Bronchite e affezioni catarrali in genere. Inoltre, la pianta può essere impiegata anche nel trattamento del comune Raffreddore. È stato dimostrato che gli estratti acetici di Anice sono dotati di un’azione antibiotica nei confronti di: “Escherichia coli”, “Staphylococcus aureus”, “Serratia marcescens”, “Mycobacterium smegmatis” e “Candida albicans”. Per il trattamento dei suddetti disturbi, l’Anice può essere utilizzato sia internamen-

te, sia esternamente. A titolo indicativo, quando si utilizza la Tintura madre di Anice, si consiglia l’assunzione di circa 30-35 gocce di prodotto, dalle due alle tre volte al dì. Per l’uso esterno, invece, si consiglia di diluire qualche goccia di Olio essenziale di Anice in acqua calda, in modo tale da ottenere una soluzione con cui eseguire dei suffumigi. Oltre alle proprietà sedative, ne presenta altre, meno note ma ampiamente sperimentate, come quella di aumentare la portata lattea, esercitando al tempo stesso la sua azione sedativa sul lattante o quella di anticipare il ciclo mestruale ritardato.

In ogni caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente Anice, è bene rivolgersi preventivamente al proprio Medico.

Controindicazioni

L’uso dell’Anice e delle sue preparazioni deve essere evitato in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti, in Pazienti predisposti allo sviluppo di Eritemi solari e in Pazienti affetti da Epatopatie o Epilessia.

L’utilizzo della pianta è controindicato anche in gravidanza e nei bambini al di sotto dei dieci anni.

Interazioni farmacologiche

L’Anice e i suoi preparati possono interferire con l’attività di vari farmaci:

• FANS o cortisonici, poiché l’assunzione concomitante di Anice può potenziarne la gastrolesività;

• farmaci fotosensibilizzanti, poiché può manifestarsi una sommazione degli effetti in quanto l’Anice contiene furocumarine, che sono fotosensibilizzanti;

• anticoagulanti, eparine a basso peso molecolare, antiaggreganti piastrinici e agenti trombolitici, poiché vi è un aumentato rischio d’insorgenza di sanguinamenti;

• possibili interazioni in relazione all’attività estrogenica di cui l’anetolo è dotato.

Anice stellato

È una specie originaria del sud-est della Cina e del nord del Vietnam, appartiene alla famiglia delle Illiciaceae. È un albero che raggiunge in media 8 m di altezza e presenta foglie sempreverdi intere, lanceolate, nel cui asse vengono prodotti dei fiori isolati bianco-giallastri. Predilige zone boschive, terreni soleggiati, ricchi di humus e richiede un

terreno umido per una crescita veloce. Gli alberi fioriscono quando hanno circa 10 anni di età e la fioritura si ripete per 3 volte l’anno, ma solo la terza fioritura produce fiori piccoli che sviluppano i frutti nell’anno successivo. L’albero di Anice stellato è quindi fiorito quasi tutto l’anno. I fiori sono bisessuali, profumati e di colore variabile da bianco al rosso. Il frutto è disponibile tutto l’anno, ma il raccolto di agosto-ottobre rappresenta l’80% della produzione. La droga è il pericarpo, tipicamente a forma di stella, quasi maturo (frutto). Il frutto è costituito da 6-8 follicoli di colore bruno-rossastro disposti a forma di stella, che si aprono a maturità nella parte superiore, lasciando intravedere l’unico seme bruno brillante. I frutti vengono raccolti prima della completa maturazione, quando contengono la quantità massima di olio essenziale, ed essiccati al sole. Durante questo processo acquistano un colore rossastro scuro e il caratteristico aroma e sapore. I frutti essiccati, se ben conservati lontano da luce, caldo e umidità, possono essere utilizzati per 3-5 anni. Il frutto (senza seme) contiene oli volatili, resine, grassi, tannini, pectine e mucillagini, mentre il seme contiene soprattutto oli fissi. L’olio essenziale è incolore o giallo chiaro, con un odore caratteristico che ricorda l’Anice (“Pimpinella anisum”).

Anice stellato in cucina

L’Anice stellato contiene anetolo, la stessa molecola che conferisce sapore e profumo all’aneto; è uno dei sapori distintivi della cucina cinese ma è popolare anche nella cucina del Nord del Vietnam, India, Per-

L’olio essenziale di Anice stellato è incolore o giallo chiaro, con un odore caratteristico che ricorda l’Anice verde

sia e Pakistan. Si abbina bene alle carni di maiale e di anatra ed è uno degli ingredienti essenziali del “master stock” cinese, una polvere di 5 spezie che contiene Anice stellato, cannella, chiodi di garofano, finocchio e pepe di Sichuan in parti uguali. Recentemente, l’Anice stellato è entrato in uso anche nella cucina occidentale come sostituto economico dell’Anice tradizionale, così come nella produzione di liquori, come la sambuca, il pastis, il sassolino e il mistrà. Il frutto viene usato per aromatizzare tè e sottaceti oppure viene anche masticato dopo i pasti per profumare l’alito. Se lasciato macerare nel caffè, ne arricchisce il sapore. Per questo utilizzo, i baccelli possono essere riutilizzati più volte.

Attività biologica

All’Anice stellato vengono attribuite proprietà stomachiche ed eupeptiche (favorisce l’appetito e la digestione) e l’utilizzo di questa pianta è stato ufficialmente approvato per contrastare la perdita di appetito. Generalmente, si consiglia l’assunzione di circa tre grammi di droga, oppure di 0,3 grammi di Olio essenziale al giorno. L’Olio essenziale e i flavonoidi presenti nell’Anice stellato sono in grado di indurre il rilassamento della muscolatura liscia gastrointestinale, facilitando l’espulsione dei gas.

Alla pianta sono ascritte anche attività espettoranti e l’Olio essenziale e i flavonoidi contenuti nella droga sono in grado di esercitare un’azione di tipo bronco-secretolitica. L’attività secretolitica svolta dall’Olio

L’Olio essenziale di Anice stellato risulta particolarmente utile in caso di affezioni infiammatorie e catarrali delle vie respiratorie

essenziale risulta particolarmente utile in caso di affezioni infiammatorie e di affezioni catarrali delle vie respiratorie, per il trattamento delle quali, fra l’altro, l’utilizzo è stato ufficialmente approvato. Anche in questo caso, la dose giornaliera solitamente consigliata è di circa 0,3 grammi di Olio essenziale di Anice stellato, oppure di circa tre grammi di droga. Un recente studio condotto su animali ha messo in evidenza come l’estratto etanolico dei frutti di Anice stellato possa costituire un potenziale e valido aiuto nel prevenire e nel contrastare l’Iperlipidemia e l’Aterosclerosi.

Controindicazioni

L’utilizzo dell’Anice stellato è controindicato per chi ha facilità agli Eritemi solari, o per chi soffre di Epatopatie, Epilessia o Ipersensibilità accertata verso uno o più componenti dell’Anice stellato. L’utilizzo della pianta è controindicato anche in gravidanza e nei bambini al di sotto dei dieci anni.

Interazioni farmacologiche

L’Anice stellato e i suoi preparati possono interferire con l’attività di vari farmaci:

• FANS o cortisonici, poiché l’assunzione concomitante di Anice può potenziarne la gastrolesività;

• farmaci fotosensibilizzanti, poiché può manifestarsi una sommazione degli effetti in quanto l’Anice contiene furocumarine, che sono fotosensibilizzanti;

• possibili interazioni in relazione all’attività estrogenica di cui l’anetolo è dotato.

Preparare un decotto

Ecco come preparare un ottimo decotto di Anice per migliorare la funzione digestiva e ridurre il gonfiore di pancia. Si possono utilizzare entrambe le droghe, ma variano le dosi.

Decotto di Anice verde, modalità di preparazione: portare a ebollizione 250 ml circa di acqua, versare un cucchiaio raso di Anice in frutti, prolungando l’ebollizione per un minuto circa; spegnere e lasciare in infusione per 10 minuti (mescolando di tanto in tanto), filtrare, dolcificare a piacere. Modalità d’uso: da 1 a 3 tazze al giorno dopo i pasti principali o al bisogno.

Decotto di Anice stellato, modalità di preparazione: portare a ebollizione 250 ml circa di acqua, due cucchiaini di Anice stellato taglio tisana, prolungando l’ebollizione per un minuto circa; spegnere e lasciare in infusione per 5-10 minuti (mescolando di tanto in tanto), filtrare, dolcificare a piacere. Modalità d’uso: da 1 a 3 tazze al giorno, preferibilmente dopo i pasti principali.

LA PRIMA AREA PER LA SALUTE PREVENTIVA D’EUROPA

Alle porte del Parco Regionale dei Colli Euganei sorgono le Terme Euganee, la prima area termale per la salute preventiva d’Europa, un luogo in cui rinascere e vivere una vacanza speciale, dedicata a sé stessi, per riscoprire il proprio benessere fisico e la sensazione di sentirsi di nuovo in forma. La lunga tradizione termale euganea ha dato vita a numerosi hotel, ognuno con il proprio centro termale interno, specializzati in fangoterapia e trattamenti inalatori. Alle accoglienti aree wellness si aggiungono le oltre 240 piscine termali interne ed esterne presenti in ogni hotel, dove rilassarsi avvolti nel tepore dell’acqua a 37°C. Tutti i centri termali degli hotel del Bacino Termale Euganeo hanno ottenuto dal Ministero della Sanità Italiano il livello di qualificazione “I^ Super”, che indica l’eccellenza del prodotto terapeutico utilizzato nella fangoterapia e nei trattamenti inalatori.

Le acque termali del bacino Euganeo prendono vita dai bacini di raccolta delle acque meteoriche sui Monti Lessini, nelle Prealpi Venete. Dai 1500 metri di quota defluiscono lentamente nel sottosuolo fino ad una profondità di 2000-3000 metri, scorrono negli strati rocciosi per decine di migliaia di anni, e sgorgano infine dai pozzi dei centri termali euganei arricchite di sali minerali e calore.

L’attività di ricerca del Centro Studi Termali Veneto Pietro d’Abano ha scoperto che, speciali microrganismi del territorio Euganeo, i cianobatteri, producono numerose sostanze antinfiammatorie durante la maturazione del fango in acqua termale. La fangobalneoterapia, riconosciuta dal Ministero della Sanità e convenzionata col SSN, è particolarmente indicata per la cura dei disturbi articolari quali artrite e artrosi, oppure ossei come l’osteoporosi. Questo tipo di terapia naturale non presenta effetti collaterali ed ha limitate controindicazioni. Gli hotel termali che hanno ottenuto il Brevetto Europeo sull’efficacia dei principi antinfiammatori naturali contenuti nel Fango Maturo, garantiscono la qualità del prodotto terapeutico. La presenza dei principi attivi viene verificata dallo stesso Centro Studi con dei controlli periodici e un Disciplinare di Maturazione del Fango Termale fornisce al personale addetto le indicazioni necessarie per una coltivazione della risorsa corretta ed efficace.

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Adolescenza e relazioni quale supporto dagli adulti?

La sessualità è un elemento naturale e significativo nell’intero arco della vita. La sfera affettiva e sessuale, in particolare, acquista un peso importante durante l’adolescenza, influenzando non solo il rapporto con se stessi, ma anche con il mondo circostante.

La salute sessuale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità”. Per raggiungere questo obiettivo è essenziale un approccio educativo che favorisca consapevolezza e rispetto. Per tale ragione è importante che genitori, insegnanti e adulti di riferimento offrano supporto, guida e comprensione per accompagnare gli adolescenti in questa fase di crescita. Un’educazione sessuale completa non può concentrarsi solo sugli aspetti biologici, ma anche sull’importanza del consenso, della comunicazione e della gestione delle emozioni all’interno delle relazioni intime. È fondamentale creare uno spazio sicuro in cui gli adolescenti possano porre domande senza timore di giudizi, ricevendo risposte chiare e rispettose per intraprendere in libertà le proprie esperienze.

È fondamentale creare uno spazio sicuro in cui gli adolescenti possano porre domande senza timore di giudizi, ricevendo risposte chiare e

rispettose

Dott.ssa Marina Farinelli

Medico esperto in Psicologia Clinica

Responsabile Servizio di Psicologia Clinica

Presidio Ospedaliero Accreditato “Villa Bellombra”

Adolescenza, il valore delle relazioni sociali

L’adolescenza, come è noto, rappresenta un periodo di transizione cruciale in cui i giovani affrontano cambiamenti significativi sia a livello fisico che emotivo e sociale. È una fase in cui la costruzione dell’identità personale si intreccia con la necessità di relazionarsi con gli altri in modi nuovi e più complessi.

È importante ricordare che la sessualità non si limita alla dimensione fisica, ma include aspetti affettivi, relazionali e culturali. La comprensione dell’interazione tra queste componenti è essenziale per promuovere relazioni equilibrate e appaganti.

Da qui il valore delle relazioni interpersonali. Gli ado-

La dinamica familiare subisce delle trasformazioni, i ragazzi cercano maggiore indipendenza, pur mantenendo il bisogno di sicurezza e supporto da parte dei genitori

relazioni sociali,

lescenti iniziano a sviluppare legami più profondi con i coetanei, che diventano spesso il principale punto di riferimento. Allo stesso tempo, la dinamica familiare subisce delle trasformazioni, con i ragazzi che cercano maggiore indipendenza, pur mantenendo il bisogno di sicurezza e supporto da parte dei genitori.

Importanti cambiamenti

In questa fase della vita, assistiamo in particolare a tre importanti cambiamenti:

• la ricerca dell’autonomia: gli adolescenti desiderano affermare la propria indipendenza, esplorando chi sono al di fuori del contesto familiare; questo può portare a conflitti, ma rappresenta anche un’opportunità per i genitori per favorire il dialogo, dimostrando comprensione e rispetto;

• l’importanza dell’amicizia: le amicizie diventano fondamentali per il benessere emotivo e offrono un contesto sicuro in cui sperimentare diverse parti della propria identità; attraverso queste relazioni, i giovani imparano a gestire conflitti, ad esprimere emozioni e a sviluppare empatia;

• le prime esperienze romantiche: durante l’adolescenza molti giovani vivono le loro prime relazioni sentimentali; questi legami rappresentano un’occasione per imparare a comunicare i propri sentimenti e a comprendere quelli dell’altro; tuttavia, queste esperienze possono anche generare paure e insicurezze, specialmente se i ragazzi non hanno modelli di riferimento positivi o il supporto di adulti attenti e disponibili.

Più in generale la quotidianità presenta numerose sfide e richiede necessarie strategie di supporto per affrontare al meglio i cambiamenti in questa fase della crescita.

Conflitti in famiglia

Oltre ai cambiamenti interni, gli adolescenti devono affrontare sfide quotidiane legate al contesto sociale e culturale, dai conflitti in famiglia alle prime relazioni affettive. Vediamo insieme quali sono le problematiche più diffuse tra gli adolescenti e i relativi suggerimenti pratici per genitori e insegnanti.

I ragazzi, si sa, tendono a manifestare atteggiamenti, in buona parte “naturali” e fisiologici, di ribellione o chiusura, cercando di affermare la propria indipenden-

za. Solitamente, infatti, uno dei conflitti ricorrenti, di cui molto spesso manca la consapevolezza da ambo le parti, è quello tra il bisogno di autonomia e quello di dipendenza. Gli atteggiamenti e i comportamenti relativi alle scelte e alla vita sessuale potrebbero risentire di questo contesto più ampio. Il suggerimento per i genitori, al fine di prevenire e/o affrontare i conflitti in famiglia, è quello di evitare reazioni punitive e di promuovere un dialogo aperto, ascoltando le richieste e idee dei membri più giovani della famiglia, accettando il confronto con apertura di vedute.

L’impatto dei social media

C’è poi un altro aspetto potenzialmente problematico per gli adolescenti che riguarda i social media e la loro influenza significativa sulla percezione di sé, fino ad alimentare confronti irrealistici. Le piattaforme digitali possono avere infatti un forte impatto sulla sessualità, per questo gli adulti sono chiamati a modulare un uso critico e consapevole dei social media. Questi possono avere un valore di ausilio ma non possono sostituire la ricchezza e il valore degli scambi e degli incontri personali diretti.

Un terreno quello delle relazioni sociali e del confronto con i pari che, nella vita reale oltre che virtuale, può generare stress e sentimenti di inadeguatezza e vergo-

Le prime relazioni sentimentali rappresentano un’occasione per imparare a comunicare i propri sentimenti e a comprendere quelli dell’altro
Insegnanti, educatori e altri professionisti possono lavorare insieme per promuovere iniziative che favoriscano il dialogo e la consapevolezza

gna, fino ad influenzare negativamente la sfera sessuale. Sostenere gli adolescenti nel riconoscere le proprie risorse vitali, e incoraggiarli a maturare e perseguire in libertà gli interessi personali può aiutarli a sviluppare fiducia in se stessi.

Le prime relazioni sentimentali

Non meno importante è l’aspetto delle prime relazioni sentimentali che possono portare gioie ma anche delusioni, creando dispiaceri e confusione emotiva. Anche in questo caso non manca il consiglio, rivolto agli adulti e in particolare ai genitori, di offrire un supporto non giudicante. Affrontare le dinamiche di una relazione romantica da diverse prospettive può aiutare gli adolescenti ad affrontare queste esperienze con maggiore sicurezza.

Come sempre la Scienza ci aiuta a capire meglio il presente e la contemporaneità che stiamo vivendo. Per molti scienziati sono le prime fasi della vita a influenzare i nostri comportamenti, anche nella sfera emotivo e sessuale.

Ad esempio secondo Jaak Panksepp, Psicologo e Neuroscienziato di fama internazionale, ci sono emozioni di base che guidano il comportamento umano fin dalla nascita. Queste emozioni, suddivise tra positive (l’esplorazione/ricerca, il gioco, la cura, la sessualità) e negative (la paura, la rabbia, l’angoscia di separazione), influenzano profondamente il modo in cui gli adolescenti si relazionano con il mondo e con gli altri, e con la sessualità.

Per fare alcuni esempi: la gioia e il gioco, stimolano l’esplorazione e la costruzione di legami sociali positivi. Attraverso attività ludiche e momenti di condivisione, gli adolescenti apprendono abilità sociali fondamentali e sviluppano la propria identità. Il gioco può essere una parte vitale della sessualità. C’è poi la paura e l’angoscia che aiutano a riconoscere e affrontare potenziali pericoli, a dare importanza alle relazioni e alle cose significative, ma un suo eccesso può portare a insicurezze o difficoltà relazionali implicate nella sessualità. Nell’adolescenza, la paura del giudizio sociale o del rifiuto può rappresentare una delle principali fonti di ansia.

La teoria dell’attaccamento

Un altro punto di vista ci viene offerto dallo Psicologo John Bowlby. Secondo la sua teoria dell’attaccamento, la qualità delle prime relazioni, specialmente quelle con i genitori o i caregiver, influenza profondamente il modo in cui gli adolescenti vivono la sfera affettiva e sessuale. Un attaccamento sicuro favorisce fiducia in se stessi e negli altri, mentre modelli insicuri possono tradursi in ansie o evitamenti nelle relazioni future.

Per esempio, un giovane che ha sperimentato un attaccamento ansioso potrebbe avere difficoltà a fidarsi del partner, mentre chi ha vissuto un attaccamento evitante potrebbe faticare a lasciarsi andare emotivamente.

Il ruolo dell’ambiente scolastico

Tornando ai nostri tempi, caratterizzati da una certa instabilità delle relazioni sociali, occorre sottolineare che la crescita armoniosa degli adolescenti non dipende solo dalla famiglia, ma anche dall’ambiente scolastico e dalla comunità in generale. Creare contesti inclusivi e di supporto, dove i giovani possano esprimersi liberamente e sentirsi accettati, è fondamentale. Insegnanti, educatori e altri professionisti possono lavorare insieme per promuovere iniziative che favoriscano il dialogo e la consapevolezza su temi importanti come le relazioni e la sessualità. Inoltre, i programmi scolastici possono includere attività volte a sviluppare competenze relazionali, empatia e comprensione delle emozioni come parti basilari del vivere bene con se stessi e con gli altri.

In conclusione, l’adolescenza è una fase di trasformazione e crescita, che pone le basi per il futuro e il piacere del vivere. Genitori, insegnanti e adulti di riferimento hanno l’opportunità di fare la differenza, offrendo sostegno e orientamento. Di cruciale importanza è favorire i contesti interattivi di ascolto reciproco con attenzione prioritaria alle risonanze affettive della comunicazione. A ciò si aggiunge l’indicazione alla consultazione di Specialisti Psicologi per portare alla luce componenti implicite, cioè che non hanno ancora travato parole e significati, delle manifestazioni di difficoltà o disagio da parte degli adolescenti e/o dagli adulti di riferimento.

Ansia ricorrente, impariamo

Con

l’aiuto

della Mindfulness impariamo a prestare attenzione al presente in modo consapevole, senza lasciarci travolgere dal

flusso dei pensieri

L’Ansia è un’emozione molto diffusa, generalmente considerata spiacevole poiché segnala la presenza di una minaccia non ben definita per la propria incolumità.

Lo scopo di tale emozione, a livello evoluzionistico, è quello di proteggere e di affrontare meglio un pericolo, preparando l’organismo a rispondere con una reazione di “attacco” o di “fuga” attraverso l’attivazione del sistema nervoso autonomo (in particolare del “simpatico”) che, supportato da una vigorosa secrezione di cortisolo, fornisce la spinta per agire.

L’Ansia nel mondo animale, e per i nostri antenati primitivi, era necessaria per incrementare lo stato di vigilanza, la capacità di concentrazione e la possibilità di mettere in campo una maggiore prestanza fisica nelle situazioni di vita o di morte. La risposta all’Ansia sembra essere abbastanza lineare nel mondo animale, mentre risulta più complessa per gli esseri umani del mondo moderno.

Dott.ssa Stefania Cicchiello Psicologa- Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale Terapeuta EMDR Istruttrice di Interventi basati sulla Mindfulness

Quando il sistema dell’Ansia si attiva anche in situazioni in cui non sarebbe veramente necessario, può diventare patologica

Ansia, quando diventa un problema

Per gli esseri umani il pericolo può essere reale (per esempio quando bisogna scansare una macchina che a folle velocità sta per investirci) oppure immaginario, cioè solo pensato e collocato nel presente o nel futuro per le situazioni in cui non è veramente in gioco la vita umana (anche se acquisiscono un valore analogo problemi relazionali, economici, lavorativi, ecc.).

Quando il sistema dell’Ansia si attiva anche in situazioni in cui non sarebbe veramente necessario e con livelli di intensità così importanti da interferire nelle attività quotidiane fino ad impedire l’adempimento dei propri

impariamo a gestirla

impegni, può diventare patologica e intaccare le funzioni cognitive come l’attenzione e la memoria.

L’Ansia è percepita dall’essere umano attraverso sentimenti di tensione, nervosismo, inquietudine e preoccupazione che determinano l’attivazione costante del sistema nervoso autonomo, innescando una risposta che coinvolge tre piani: il sistema soggettivo, il sistema fisiologico e il sistema motorio.

Pertanto, quando si attiva l’Ansia si scatenano:

• sul piano soggettivo: la comparsa di pensieri spiacevoli e rimuginìi;

• sul piano fisiologico: l’attivazione del corpo attraverso l’accelerazione cardiaca, la dilatazione delle pupille, il tremore, la sensazione di brividi o di sudorazione eccessiva, palpitazioni, difficoltà respiratorie e senso di oppressione;

• sul piano motorio: la manifestazione di gesti particolari, espressioni facciali, comportamenti di evitamento e un eloquio accelerato.

Meccanismi dell’Ansia

Le persone che sperimentano Ansia ricorrente riportano sensazioni di impotenza e di incertezza e attivano dei meccanismi mentali specifici.

L’impotenza è la sensazione di perdita di controllo e di vulnerabilità. L’individuo sente infatti di non essere in grado di fare nulla per evitare eventi “distruttivi” imminenti.

L’incertezza è la sensazione di paura e angoscia rispetto al futuro, percepito eccessivamente ricco di insidie e per il quale non bisogna mai “abbassare la guardia”. Inoltre l’Ansia determina l’attivazione di meccanismi mentali specifici come: l’Ansia anticipatoria, l’attenzione selettiva, le rimuginazioni, la catastrofizzazione e l’evitamento.

Mindfulness, più di una semplice terapia

La Mindfulness è una pratica che affonda le proprie radici nell’antica tradizione buddhista, ma non è una pratica religiosa. Si avvale di concetti provenienti dal mondo Zen, dalla Psicoterapia e dalla Meditazione. Insegna sia a prestare attenzione al presente in modo consapevole, senza lasciarsi travolgere dal flusso dei pensieri, sia a percepire il mondo con maggiore consapevolezza e gratitudine.

La Mindfulness sviluppa consapevolezza nell’identificare ciò che alimenta il quadro ansioso, insegna ad accogliere le sensazioni e i pensieri spiacevoli

Le pratiche di Mindfulness allenano l’attenzione a “stare nel momento presente”, a non vagare “rapiti” dalle reazioni emotive e dagli automatismi mentali. La mente umana girovaga spesso perché attratta da un pensiero, una sensazione o un’emozione; tramite la Mindfulness si impara a “lasciare andare sullo sfondo” tale distrazione, con gentilezza e determinazione, per riportare l’attenzione su quanto si svolge durante la pratica meditativa (per esempio il respiro, i suoni, le parti del corpo).

Come si svolge

L’allenamento costante aiuta a riconoscere i pensieri come semplici eventi mentali e a percepire quando si finisce nel “fiume pensieroso”. La pratica della Mindfulness può essere considerata un esercizio cognitivo caratterizzato da tre fasi fondamentali:

• rivolgere l’attenzione ad uno stimolo;

• prendere atto delle distrazioni;

• riorientare l’attenzione.

La parola “Mindfulness” può essere tradotta con il concetto di “piena consapevolezza” che implica il guardare le cose, le esperienze e le persone per quelle che sono ed essere pienamente presenti in tutto quello che si fa.

J. Kabat-Zinn, fondatore della Mindfulness, sostiene che l’attenzione esercitata durante la pratica vada consapevolmente diretta verso qualcosa di specifico del proprio mondo interiore (pensieri, emozioni, reazioni e sensazioni corporee) e sia stimolata dai sensi che attingono informazioni dal mondo interno ed esterno.

Effetti della Mindfulness

Questa disciplina incrementa l’attività del Sistema Nervoso Parasimpatico, che determina la percezione diffusa di una sensazione di quiete, e un rallentamento dell’attività del Sistema Nervoso Simpatico, particolarmente attivo nelle condizioni stressanti e ansiogene.

La Mindfulness sviluppa consapevolezza nell’identificare ciò che alimenta il quadro ansioso, insegna ad accogliere le sensazioni e i pensieri spiacevoli e ad interagire con essi in maniera più funzionale.

Praticando Mindfulness non sparisce subito l’Ansia, ma si consente all’attività mentale ansiosa di procedere senza allarmare l’individuo, il quale impara a modificare il modo di entrare in relazione con essa. La “consapevolezza Mindfulness” rappresenta una strategia efficace per relazionarsi con la propria esperienza interiore, piacevole o spiacevole, imparando ad osservarla con curiosità ed apertura e a prenderne una certa distanza. Si apprende così a “stare” con la propria Ansia piuttosto che a temerla, senza fondersi e identificarsi con essa.

Sviluppa diverse abilità

La Mindfulness allena diverse abilità. Insegna a stare nel presente, a osservare con maggiore “curiosità” ciò che accade nel mondo circostante e in sé stessi, a decentrarsi da quanto ci travolge emotivamente e a sviluppare l’abilità del “non giudizio”. Le persone che soffrono di fobia sociale o che sono ansiose e tendenzialmente molto critiche verso sé stesse, grazie alla Mindfulness possono sviluppare una gentilezza compassionevole, essere meno giudicanti e più benevoli verso sé stessi e verso il mondo circostante.

Infine la Mindfulness risulta essere un valido supporto negli interventi di Psicoterapia, risultando efficace nel trattamento dei Disturbi d’Ansia, nella gestione dello stress e in tutti quei casi nei quali sarebbe necessario interrompere i cicli di mantenimento dell’Ansia. Inoltre le ricerche hanno dimostrato che risulta ugualmente valida nel lungo termine perché ha il potere di ridurre la vulnerabilità e quindi le ricadute ansiose rafforzando i miglioramenti che si sono ottenuti. Ecco alcuni brevi esercizi.

La Mindfulness risulta essere un valido supporto negli interventi di Psicoterapia, risultando efficace nel trattamento dei Disturbi d’Ansia e nella gestione dello stress

Esercizio 1: fermati un attimo

Ora che hai letto l’articolo, fermati per qualche istante, sospendi la lettura e osserva la tua esperienza nel qui e ora. Cosa vedi davanti a te? Come percepisci il tuo respiro? Che odori e che suoni cogli? Quali pensieri ora attraversano la tua mente? Come ti senti?

Esercizio 2: senti il tuo corpo

Per qualche istante prendi consapevolezza della posizione in cui ti trovi adesso senza modificarla. Se sei seduto, prendi coscienza delle parti del corpo che si trovano a contatto con la sedia e il pavimento. Ci sono delle zone di tensione nel tuo corpo? Quali percepisci maggiormente tese e quali più rilassate?

D’ora in poi, quando sei seduto, prova a prenderti qualche secondo per osservare la tua posizione e prenderne consapevolezza.

Esercizio 3: agisci con consapevolezza

Resta dove sei in questo momento e per qualche istante non muoverti. Non cambiare posizione e non grattarti, se ne senti l’impulso. Se percepisci un prurito o delle sensazioni osserva ciò che accade. Prendi consapevolezza dell’impulso che hai di muoverti o di grattarti ma non farlo subito, aspetta e poi decidi di agire. Mentre lo fai osserva il movimento della tua mano e del tuo corpo intenzionalmente, non muoverti automaticamente e osserva le sensazioni.

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Attività fisica in Menopausa, quali benefici?

Secondo alcune ricerche alcuni tipi di allenamento risultano particolarmente utili in questa fase della vita, tra questi l’allenamento ad alta intensità a intervalli, il Tai Chi e lo Yoga

fisica Menopausa,

Dott.ssa Valeria Galfano

Medico Chirurgo

La menopausa rappresenta una tappa naturale nella vita delle donne e generalmente si manifesta tra i 45 e i 55 anni. In questa fase il corpo subisce notevoli trasformazioni, dovute principalmente alla riduzione degli estrogeni (ormoni sessuali secreti principalmente dall’ovaio) che influenzano la composizione corporea, aumentando il rischio di disturbi metabolici come l’Insulinoresistenza e il Diabete. Durante questo periodo, il calo degli estrogeni porta a cambiamenti nella distribuzione del grasso corporeo: mentre in precedenza si accumulava perlopiù in aree periferiche, come glutei e cosce, ora tende a concentrarsi a livello addominale. Questi cambiamenti ormonali influenzano anche il consumo energetico e l’apporto calorico, con ripercussioni negative sul rischio cardiovascolare.

Specialista in scienza dell’alimentazione
Docente universitaria

Aumento del peso corporeo

Nelle fasi menopausale e post-menopausale le donne tendono ad aumentare il peso corporeo di circa 2-3 kg, anche se tale variazione è altamente soggettiva. L’accumulo di grasso addominale può essere responsabile di sintomi più marcati, come vampate di calore, disturbi del sonno e riduzione della qualità della vita.

Aumento del colesterolo

L’attività fisica e l’ossidazione dei grassi tendono a ridursi con la diminuzione degli estrogeni, causando un abbassamento del dispendio energetico. Il periodo post-menopausale è caratterizzato anche da un incremento dei livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, che contribuisce alla progressione dell’Aterosclerosi.

Disturbi del sonno

Parallelamente, i disturbi del sonno tendono a intensificarsi, aumentando l’appetito a causa delle alterazioni nella secrezione di ormoni come la leptina e la grelina. Tutti questi fenomeni influenzano l’omeostasi del glucosio e la regolazione metabolica, con una possibile relazione tra insonnia, aumento del peso e grasso addominale.

L’importanza dello stile di vita

L’attività fisica si rivela particolarmente efficace per contrastare i problemi metabolici. Le donne che mantengono uno stile di vita attivo in prossimità della menopausa presentano un indice di massa corporea (BMI) più basso, una riduzione del grasso corporeo, in particolare nella zona addominale, e una maggiore quantità di massa muscolare, con un rischio ridotto di incorrere in obesità e disturbi metabolici. La ricerca

ha anche dimostrato un effetto dose-risposta dell’esercizio fisico sulla perdita di grasso e sui parametri metabolici. Gli studi hanno infatti osservato una maggior riduzione del grasso viscerale e sottocutaneo in concomitanza con un maggiore volume di allenamento. Ulteriori analisi hanno mostrato una risposta associata all’intensità dell’esercizio fisico: quella vigorosa induce maggiori riduzioni della circonferenza della vita rispetto a quella moderata.

Il rischio Osteoporosi...

L’aumento della fragilità ossea è un altro aspetto critico di questa fase. L’Osteoporosi colpisce circa il 40% delle donne in post-menopausa, portando con sé un rischio elevato di fratture, specialmente dell’anca. Per prevenire o limitare questo rischio, un adeguato apporto di calcio e vitamina D è fondamentale, unitamente a eventuali trattamenti integrativi. Dopo la menopausa, le donne possono subire una progressiva riduzione della massa ossea e della forza scheletrica, rispettivamente dello 0,5% e del 2,5% all’anno. Tuttavia, un’attività fisica costante si rivela utile nel rallentare questo processo. Studi scientifici indicano che un programma di allenamento contro resistenza ed esercizi di impatto con carico può essere efficace

Durante la menopausa e la postmenopausa il calo degli estrogeni porta a cambiamenti nella distribuzione del grasso corporeo

nel prevenire la perdita di massa ossea, specialmente nel femore prossimale e nella colonna lombare.

...e riduzione

della massa muscolare

La menopausa comporta anche una riduzione della massa muscolare, un fenomeno noto come Sarcopenia (riduzione della massa e della forza muscolare). Gli estrogeni giocano un ruolo chiave nel mantenimento della salute muscolare, sostenendo la rigenerazione delle fibre e contrastando l’infiammazione. In particolare, il calo ormonale promuove il rilascio di citochine infiammatorie, come IL-6 e TNF-α, che possono favorire l’accumulo di grasso e compromettere la salute muscolare. Per preservare la salute fisica nelle donne in menopausa e post-menopausa, si consiglia un approccio che intervenga sullo stile di vita, che comprende una dieta bilanciata e un’attività fisica regolare.

Quale

attività fisica?

Nelle donne in menopausa con ridotta densità minerale ossea si sono dimostrati efficaci i programmi di allenamento che combinano le attività ad alto impatto (tennis, corsa, pallavolo, padel) ed esercizi contro resistenza (sollevamento pesi), da effettuare almeno due o tre volte alla settimana.

Allenamento ad alta intensità a intervalli (HIIT)

Questo tipo di attività fisica sta guadagnando sempre più consenso per i suoi effetti positivi sul metaboli-

smo. Una recente metanalisi ne conferma l’efficacia, evidenziando come, pur richiedendo tempi ridotti, possa favorire una riduzione significativa del grasso addominale e viscerale, risultando utile nel prevenire i disturbi metabolici legati alla menopausa. Uno studio recente ha confrontato l’efficacia dei protocolli HIIT e dell’esercizio continuo a intensità moderata, per valutare i cambiamenti nella composizione corporea delle donne in post-menopausa. I risultati hanno mostrato una riduzione della massa grassa e del peso corporeo in tutti i gruppi, con una perdita di grasso viscerale particolarmente accentuata nel gruppo HIIT (allenamento ad alta intensità a intervalli). Sebbene l’abbinamento con l’allenamento contro resistenza non abbia potenziato ulteriormente la perdita di grasso viscerale, ha comunque portato a un aumento della massa muscolare. Aumentare la massa magra contribuisce a incrementare il metabolismo basale e il dispendio energetico totale; quindi, combinare l’allenamento HIIT con esercizi contro resistenza potrebbe rappresentare un’opzione ottimale per le donne in post-menopausa.

L’allenamento funzionale

Questa modalità di allenamento mira a migliorare la forza, la resistenza e la coordinazione con movimenti che riproducono i gesti e le azioni della vita quotidiana. A differenza dell’allenamento tradizionale con

Uno

studio recente ha confrontato l’efficacia dei protocolli HIIT e dell’esercizio continuo a intensità moderata

La pratica del Tai Chi apporta benefici fisici e psicologici, che vanno dal miglioramento della mobilità e della forza, alla riduzione dell’ansia e dei sintomi legati allo stress

macchine da palestra, che tende a isolare i muscoli, quello funzionale lavora sull’intero corpo con movimenti multi-articolari, che richiedono l’attivazione di più gruppi muscolari contemporaneamente. Questo approccio non solo migliora il tono e la forza muscolare, ma anche l’equilibrio, la mobilità e la stabilità del core, che è fondamentale per mantenere una postura corretta e ridurre il rischio di infortuni. Tra le caratteristiche distintive di questo tipo di allenamento ci sono l’uso di attrezzi che richiedono equilibrio e controllo, come bande elastiche, palle mediche, kettlebell, TRX e superfici instabili, come bosu e fitball.

I vantaggi del Tai Chi

Un’altra ricerca ha esplorato l’effetto del Tai Chi sulla gestione dei sintomi legati alla menopausa. Si tratta di una pratica di origine cinese che combina movimenti lenti e armoniosi, respirazione profonda e consapevolezza interiore per migliorare l’equilibrio fisico e mentale. Caratterizzato da una serie di movimenti fluidi, spesso descritti come una meditazione in movimento, il Tai Chi aiuta a migliorare flessibilità, forza muscolare, postura ed equilibrio. La pratica di questa disciplina si basa su una serie di sequenze di movimenti che imitano il flusso dell’acqua, in cui ogni gesto si collega al successivo senza interruzioni, creando una sorta di danza continua. Gli esercizi si eseguono generalmente in piedi, con posizioni che coinvolgono diverse parti del corpo e richiedono una stabilità che rinforza il core e migliora la coordinazione. Ogni movimento si accompagna a una respirazione lenta e controllata, che aiuta a calmare la mente e a ridurre lo stress. Questo approccio apporta benefici fisici e psicologici, che vanno dal miglioramento della mobilità e della forza, alla riduzione dell’ansia e dei sintomi legati allo stress.

Il Tai Chi è adatto a persone di tutte le età, inclusi anziani e persone con limitazioni fisiche, poiché riduce al minimo il rischio di lesioni ed è spesso utilizzato come metodo per migliorare la salute cardiovascolare, la flessibilità articolare e la qualità della vita.

Dopo un programma di 12 settimane, le partecipanti allo studio clinico hanno registrato miglioramenti nella composizione corporea, nella forza muscolare, nella funzionalità generale, nella pressione sanguigna e nella percezione della propria salute. Anche la circonferenza della vita e la pressione arteriosa sono diminuite in modo significativo, suggerendo che il Tai Chi possa favorire la salute metabolica nelle donne in menopausa.

I benefici dello Yoga

Ricerche analoghe hanno valutato gli effetti dello Yoga sui sintomi della menopausa. Si tratta di una pratica antica, originaria dell’India, che integra esercizi fisici, tecniche di respirazione e meditazione per il benessere del corpo e della mente. La pratica include una serie di posizioni fisiche (asana) che variano in difficoltà e intensità: dalle posture statiche a quelle più dinamiche e fluide. Le asana coinvolgono diversi gruppi muscolari e migliorano forza, flessibilità e postura. Gli esercizi di respirazione (Pranayama) sono essenziali poiché aiutano a calmare la mente e aumentare la capacità polmonare. Lo Yoga aiuta a migliorare la forza muscolare, l’equilibrio e la flessibilità, ma anche a ridurre l’ansia, migliorare la qualità del sonno e favorire la concentrazione. Essendo adatto a persone di tutte le età e livelli di preparazione, è una disciplina versatile, usata anche per la riabilitazione fisica e come metodo di prevenzione e cura del benessere mentale.

In uno studio di 20 settimane, un gruppo di donne in peri- e post-menopausa che praticavano Yoga hanno riportato una riduzione dei sintomi e un miglioramento nella qualità del sonno, particolarmente evidente tra le donne in post-menopausa. Un’altra analisi ha confrontato i benefici dello Yoga rispetto all’esercizio fisico tradizionale sugli aspetti psico-fisiologici nelle donne in post-menopausa.

I risultati hanno mostrato che le praticanti di Yoga sperimentavano meno stress, miglior qualità della vita e riduzioni nei livelli di ansia e depressione, suggerendo che questa disciplina può supportare il benessere psicologico e fisico anche durante la transizione menopausale.

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GINSENG INDIANO (Withania somnifera) tonico-adattogeno utile nei casi di stanchezza mentale.

Selenio e Manganese contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

BIANCOSPINO (Crataegus laevigata) contribuisce al rilassamento e al benessere mentale.

NAC, SAMe e Coenzima Q10

Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano. Leggere le avvertenze prima dell’uso.

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Maculopatia, la Riabilitazione possibile

La Maculopatia, o Degenerazione maculare, è una patologia dell’occhio che colpisce la macula, ossia la parte centrale della retina. La macula consente una visione nitida, accurata e ricca di dettagli. Quando invece è presente la patologia, la visione diventa al contrario distorta e sfocata con possibile comparsa di macchie scure (scotomi) che coprono centralmente le immagini. I Pazienti affetti da Maculopatia incontrano grandi difficoltà nella vita quotidiana. Le attività a distanza, come la guida, la lettura di cartelli e insegne e il riconoscimento dei volti diventano difficoltose. Da vicino, i problemi principali riguardano la lettura e la scrittura, ma possono estendersi a molte altre attività quotidiane, come l’uso di elettrodomestici, computer, telefoni e attività che richiedono precisione, come ad esempio il cucito.

Le principali forme

La forma più comune è la Maculopatia legata all’invecchiamento, chiamata Maculopatia senile, che si divide in due tipologie: secca e umida. La Macu-

La Riabilitazione può aiutare il Paziente a sfruttare al meglio il residuo visivo, migliorando l’autonomia e la capacità di svolgere le attività quotidiane

Dott.ssa Federica Aggio Ortottista

Il sintomo principale della Maculopatia è la perdita graduale della visione centrale, associata a una distorsione delle immagini

lopatia secca rappresenta circa l’80-90% dei casi ed è caratterizzata da una progressione lenta. La Maculopatia umida, che rappresenta il 10-15% dei casi, è invece più aggressiva e caratterizzata dalla crescita anomala di nuovi vasi sanguigni che portano a un rapido calo della vista. Esistono anche altre forme di Maculopatia, come quella miopica (legata alla Miopia) oppure diabetica (collegata al Diabete) e la Distrofia maculare di Stargardt, una forma ereditaria giovanile. La Maculopatia può essere ereditaria: se in famiglia c’è qualcuno affetto, le probabilità di svilupparla sono maggiori. Tra le cause acquisite ci sono il fumo, il sovrappeso, l’eccessiva esposizione alla luce solare, una dieta ricca di grassi, il sesso femminile e l’età avanzata.

marzo/aprile 2025 www.elisirdisalute.it • il punto di vista di medici e ricercatori

Quali sono i sintomi

Il sintomo principale è la perdita graduale della visione centrale, associata a una distorsione delle immagini. Altri sintomi includono:

• annebbiamento e distorsione delle immagini al centro del campo visivo;

• macchie fisse nel campo visivo;

• riduzione dell’acuità visiva;

• difficoltà a leggere e distinguere i piccoli dettagli.

La Riabilitazione

Per trattare questa patologia è utile un approccio integrato che comprenda sia le terapie mediche che la Riabilitazione visiva. Infatti la Riabilitazione, pur non ripristinando la visione, aiuta il Paziente a sfruttare al meglio il residuo visivo, migliorando l’autonomia e la capacità di svolgere le attività quotidiane. Anche l’uso di ausili visivi, come le lenti prismatiche o gli ingranditori, può facilitare alcune funzioni, ma non restituirà la nitidezza visiva precedente. L’Ortottista, su prescrizione del Medico Oculista, guida il Paziente in esercizi visivi per sfruttare al meglio il residuo visivo; insegna a evitare i “buchi di visione” e a utilizzare la parte sana della retina circostante la macula danneggiata. L’uso di lenti prismatiche aiuta a spostare le aree danneggiate fuori dal campo visivo, facilitando la fissazione eccentrica e migliorando la funzione visiva. Grazie al “training per la fissazione eccentrica”, il Paziente percepirà una visione più nitida e meno affaticata.

Cosa comporta

la Riabilitazione visiva?

Le tecniche utilizzate nella Riabilitazione visiva possono includere:

• esercizi per la fissazione eccentrica: in presenza di una macchia scura (scotoma) nella visione centrale, il Paziente viene istruito su come spostare lo sguardo per utilizzare una parte sana della retina, situata intorno alla macula danneggiata; questo processo richiede un addestramento specifico, che permette di migliorare la stabilità visiva e la precisione nel localizzare gli oggetti;

• addestramento all’uso di ausili visivi: durante la Riabilitazione, il Paziente può apprendere l’uso di dispositivi di ingrandimento, come lenti di ingrandimento, lenti prismatiche o occhiali speciali, che possono facilitare la lettura, la scrittura o altre attività quotidiane; le lenti prismatiche sono particolarmente efficaci per deviare l’immagine

lontano dallo scotoma e consentire una visione più chiara;

• strategie di adattamento: il Paziente impara come gestire le attività quotidiane utilizzando la visione residua, adottando posture o comportamenti specifici per compensare le limitazioni visive; possono essere insegnate tecniche di orientamento e mobilità, come muoversi in ambienti sconosciuti o affollati, oppure l’utilizzo di tecnologie assistive per migliorare l’autonomia;

• esercizi per migliorare la percezione dei contrasti: questi esercizi aiutano a migliorare la capacità del Paziente di distinguere forme e oggetti in situazioni di basso contrasto, come in ambienti con poca luce o con riflessi fastidiosi.

Ogni programma di Riabilitazione visiva viene personalizzato in base alle esigenze specifiche del Paziente. La gravità della patologia, il livello di residuo visivo e le attività quotidiane che il Paziente desidera migliorare sono tutti fattori che influenzano il tipo di esercizi e di ausili che verranno utilizzati.

Quali vantaggi?

I benefici dipendono dal tipo e dall’entità della Maculopatia. Tra i miglioramenti principali, si ottiene una lettura e una scrittura più semplici, acquisite tramite una visione da vicino più chiara; il riconoscimento dei volti migliora, in quanto la percezione e la fissazione diventano più stabili. Infine si ottiene una miglior capacità di utilizzo di computer e smartphone.

Per approfondire: https://www.fisioline.net/

La vita è adesso

Quando viene diagnosticato un tumore si viene spesso colti da un senso di impotenza che destabilizza gli equilibri e le abitudini, colpendo non solo il fisico ma anche la vita emotiva. Eppure, come sostengono gli autori del libro “La vita è adesso. Ammalarsi, rigenerarsi, vivere”, Gabriella Pravettoni, Psico-oncologa presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Mauro Boldrini, giornalista scientifico, si può trasformare questa esperienza in opportunità. L’obiettivo del libro è parlare di come affrontare e convivere con una diagnosi di tumore, rivolgendosi anche a chi

è colpito da altre gravi patologie, per una riflessione più ampia su come si possa uscire “trasformati” da ciò che ci presenta la vita. La malattia colpisce il fisico e coinvolge ogni aspetto della vita emotiva ma è possibile trovare spunti e occasioni di felicità grazie anche ad un qualificato sostegno psicologico. Infatti il benessere psicologico di chi si ammala oggi è l’obiettivo di Medici e Psicologi che accompagnano i malati di tumore, dall’accettazione della diagnosi al ritorno alla vita “normale”, in un viaggio che richiede tempo, aiuto, relazioni e condivisione.

Autore: Gabriella Pravettoni, Mauro Boldrini

Editore: Cairo

La vista è alla base della nostra vita e la salute degli occhi è preziosa, va protetta e conservata. I farmaci offrono grandi possibilità di cura per le malattie degli occhi ma non sempre riescono a impedirne la progressione, soprattutto per le malattie più gravi che possono causare deficit visivi molto importanti e invalidanti. La Medicina Tradizionale Cinese (MTC), riconosciuta efficace dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, può essere utile anche in numerose malattie e affezioni oculari. Nel “Manuale di Medicina cinese per la salute degli occhi” Marzio Vanzini , Medico Chirurgo Oculista,

integra l’Oculistica con la MTC, riportando dettagliate corrispondenze tra le diagnosi oculari contemporanee e le sindromi proprie della MTC, indicando i punti di Agopuntura consigliati per il loro trattamento. Descrive inoltre ogni aspetto della MTC per gli occhi; vi sono capitoli sul Qi gong, la dietetica, le emozioni, la Laser Agopuntura in alternativa agli aghi tradizionali e altro ancora. Sono riportate pubblicazioni scientifiche sugli effetti benefici della cura con Agopuntura in Oculistica.

Autore: Marzio Vanzini

Editore: Noi Edizioni

La Malattia di Alzheimer colpisce in Italia più di una persona su cento e i dati sono in crescita, non c’è probabilmente famiglia che non abbia avuto modo di scontrarsi con questa malattia terribile e spietata. Purtroppo, oltre allo sconforto della perdita dei ricordi e delle memorie dei nostri cari che svaniscono, si aggiunge l’inadeguatezza e la lentezza nelle cure, che aumenta il senso di frustrazione e impotenza. Come si spiega un progresso così lento a fronte di investimenti consistenti? Per rispondere a questa domanda Agnese Codignola, giornalista scientifica, nel suo libro “Alzheimer s.p.a.” racconta in che modo i colossi farmaceutici e ampi settori accademici abbiano per

almeno vent’anni seguito una linea di ricerca sbagliata, osteggiando lo sviluppo di indagini su ipotesi alternative e più promettenti. Ma questo libro parla anche di fiducia per i nuovi recenti sviluppi della ricerca. Abbandonato quasi completamente il vicolo cieco, la Comunità scientifica dimostra ora di saper reagire, orientandosi verso nuove terapie, i cui dati preliminari lasciano ben sperare.

Autore: Agnese Codignola

Editore: Bollati Boringhieri

La salute degli occhi

Dolore Pelvico, LUTS e Disturbi dell’umore Una connessione basata sull’infiammazione nervosa

Alcuni problemi urologici maschili, come le prostatiti, gli effetti di interventi chirurgici e la neuropatia del nervo pudendo, possono alterare il sistema nervoso e muscolare della zona pelvica. Ciò porta allo sviluppo di una condizione di dolore, che si diffonde dall’osso pubico verso l’area genitale, la parte bassa della schiena e l’intera zona pelvica. Inoltre, possono comparire i LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms), cioè disturbi urinari caratterizzati da bisogno frequente e urgente di urinare, anche di notte (nicturia).

Il ruolo dell’infiammazione nervosa

Questa condizione innesca un processo chiamato neuroinfiammazione: segnali di "allarme" vengono trasmessi dai nervi delle pelvi fino al midollo spinale e al cervello, influenzando anche il tono dell’umore.

Spesso chi soffre di disturbi ricorrenti o cronici del tratto genitourinario manifesta infatti ansia e stress, che a loro volta peggiorano la tensione muscolare e i sintomi urinari. Il risultato è un circolo vizioso tra pelvi e sistema nervoso centrale, che amplifica i problemi urologici esistenti e ne rende più complesso il trattamento.

Gestire in modo naturale e completo i disturbi genitourinari e dell’umore

I processi neuroinfiammatori responsabili di dolore pelvico, LUTS e alterazioni dell’umore possono essere modulati naturalmente grazie a nuovi microcompositi brevettati che associano:

• Palmitoiletanolamide: la forma ultramicronizzata (PEA-um), l’unica assorbibile dall’organismo, regola il sistema nervoso e favorisce il ripristino delle normali funzioni urogenitali, alleviando il dolore e migliorando la sensibilità nocicettiva.

• Baicaleina: un flavonoide naturale con proprietà calmanti e rilassanti, utile per migliorare il tono dell’umore e ridurre la tensione muscolare.

• Polidatina: un potente antiossidante che contrasta lo stress ossidativo, riducendo l’impatto dei processi infiammatori sui tessuti pelvici.

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Medicina Estetica Rigenerativa, le nuove metodiche

Questa nuova branca medica utilizza materiali di sintesi che favoriscono il ripristino di collagene, fibrina ed elastina, donando alla pelle un aspetto ringiovanito

FDott. Placido Strano

Medico Chirurgo estetico

Specialista in Reumatologia

Pordenone - Portogruaro (VE)

FIME (Federazione Italiana Medici Estetici)

in dall’antichità l’uomo ha sempre cercato di migliorare il suo aspetto, un po’ per vanità, un po’ per corteggiamento o anche per spirito di competizione. Basti pensare al tempo che gli antichi Egizi, Greci e Romani dedicavano alla cura del corpo e dell’aspetto fisico in generale. Già allora si usavano creme e unguenti per ammorbidire la pelle del viso e del corpo e ridurre i segni dell’invecchiamento. Nel tempo l’uomo ha gareggiato con se stesso alla ricerca di magiche pozioni ed elisir di lunga vita.

Oggi con il supporto della Scienza medica e della Biotecnologia si è arrivati al punto di poter parlare di Medicina rigenerativa che si occupa di ricercare soluzioni naturali, mirate alla riparazione o alla ricostruzione di

tessuti e organi danneggiati. Quando la Medicina Rigenerativa si affianca alla Medicina Estetica possiamo allora parlare di Medicina Estetica Rigenerativa che tende a contrastare l’invecchiamento naturale e, ahimé, irreversibile della pelle, studiando trattamenti e protocolli che consentano di mantenere un aspetto sano, naturale e giovane nel tempo.

La Medicina Estetica

Rigenerativa tende a contrastare l’invecchiamento naturale e, ahimé, irreversibile della pelle

Rigenerativa,

Quali metodiche?

Oggi nella Medicina Estetica Rigenerativa disponiamo di varie metodiche che vengono continuamente aggiornate e perfezionate in quanto abbiamo ancora tantissimo da imparare e scoprire. Parliamo di Medicina Estetica Rigenerativa quando si tratta di utilizzare materiali di sintesi che servono, una volta applicati localmente sulla cute o iniettati nel derma, a stimolare una reazione biochimica che permette il ripristino di collagene, fibrina ed elastina che, naturalmente, vanno incontro a “invecchiamento” con perdita delle loro fondamentali funzioni.

La cute apparirà pertanto spenta e asfittica, con perdita di tono ed elasticità. Il Medico Estetico nella sua faretra ha attualmente tante “frecce rigenerative”. Si va dai complessi vitaminici, potenziati o meno da amminoacidi e acido jaluronico, al collagene eterologo di tipo1. Si utilizza anche una formulazione a base di acido jaluronico + catena alfa-1 polipeptidica ricombinata di collagene. Si tratta di sostanze costituenti la matrice extracellulare del derma che favoriscono il ripristino di elasticità, idratazione e ringiovanimento.

In questo paragrafo che riguarda i prodotti di sintesi, non possono mancare i polinucleotidi che sono frammenti di DNA, estratti dalla trota salmonata che, iniettati nel derma stimolano i fibroblasti a moltiplicarsi e ad aumentare la produzione di elastina, acido jaluronico e collagene.

Medicina Estetica

Rigenerativa Autologica

Quando, invece, utilizziamo tessuti e/o cellule estratti e opportunamente trattati prelevati dallo stesso Paziente, allora parliamo di Medicina Estetica Rigenerativa Autologica. Si tratta, comunque, di atti medici che devono essere praticati solo da Medici adeguatamente formati e in ambienti autorizzati, anche se si tratta di procedure “virtualmente” prive di effetti collaterali dal momento che si utilizza “materiale” dello stesso Paziente.

Comunque la prudenza e la professionalità e competenza del Medico sono fondamentali. Di seguito alcune delle metodiche praticate:

• PRP (plasma arricchito di piastrine): si ottie -

Parliamo di Medicina Estetica

Rigenerativa Autologica quando utilizziamo tessuti e/o cellule estratti e opportunamente trattati prelevati dallo stesso Paziente

ne centrifugando una piccola quantità di sangue prelevato dal Paziente; in tal modo si separano i vari componenti e si utilizza la frazione, contenente un’alta percentuale di piastrine, che viene iniettata nel derma del Paziente; le piastrine sono importanti perché non solo intervengono nella coagulazione e riparazione di ferite, ma anche perché producono importanti fattori di crescita che stimolano i fibroblasti a produrre collagene, acido jaluronico ed elastina, contribuendo a mantenere la pelle elastica e idratata;

• PRF (plasma arricchito di piastrine e fibrina): si ottiene sempre dal sangue del Paziente ma con modalità diverse di centrifugazione per mantenere una sorta di reticolo di fibrina che permette una maggiore durata di permanenza nel tessuto ricevente;

• cellule mesenchimali adulte di origine epiteliale: si ottengono prelevando dal Paziente un piccolo “punch” cutaneo (prelievo di un campione cilindrico di cute e sottocute) che viene opportunamente “sminuzzato” in ambiente sterile per ottenere una sospensione cellulare che viene iniettata nella zona da trattare a scopo stimolante rigenerativo.

Le ultime frontiere

Nell’ultimo decennio si sono fatti passi da giganti, arrivando a studiare sempre più a fondo le cellule primordiali o staminali. Trovare i punti di maggior concentrazione di tali cellule, sviluppare metodiche per il loro prelievo, trattamento e impianto nel Paziente è stato il traguardo da raggiungere di tanti Medici appassionati e scrupolosi.

Negli anni passati si era già scoperto che il tessuto adiposo non doveva più essere considerato solo come un tessuto ma come organo, in quanto geloso custode di preziosissime cellule primordiali ed esosomi, concentrate soprattutto nella sua Frazione Vascolo Stromale, cioè tra le cellule adipose. Negli anni passati la capacità rigenerativa del tessuto adiposo veniva sfruttata iniettando il grasso precedentemente estratto dal Paziente e sottoposto a grossolana manipolazione sempre in campo sterile. Adesso le cose sono un po’ cambiate.

Cellule staminali da tessuto adiposo

Attualmente, invece di estrarre il grasso in toto, si estrae, per mezzo di cannule con piccolissimi fori, direttamente la frazione contenente le cellule staminali, con una procedura molto semplice e in anestesia locale.

Gli esosomi sintetici sono da considerare come “biocosmetici”, in quanto vengono applicati localmente sulla superficie cutanea e veicolati con vari metodi

Si tratta di una metodica standardizzata alla portata di Medici, adeguatamente formati, che può essere effettuata in ambulatori attrezzati e in campo sterile senza richiedere sofisticate attrezzature chirurgiche. Il tessuto prelevato viene “lavato”, non viene centrifugato, ed emulsionato per poi essere iniettato nelle zone di trattamento. Può essere centrifugato per ottenere una sospensione liquida ad alta concentrazione per essere poi iniettato con un semplice ago in alcune particolari applicazioni, come per il trattamento dell’Alopecia areata nei capelli.

Esosomi

Sono stati recentemente scoperti e studiati; si tratta di vescicole vere e proprie che contengono materiali prodotti dalle cellule e scaricate nel liquido intercellulare che fungono da messaggeri. È una vera trasmissione di informazioni per indurre cambiamenti nelle cellule. Come per le cellule staminali da tessuto adiposo, anche gli esosomi possono essere contenuti nella frazione vascolo stromale e, quindi, possono intervenire nei fenomeni riparativi e rigenerativi.

Attualmente quelli sintetici sono da considerare come “biocosmetici” in quanto vengono applicati localmente sulla superficie cutanea e veicolati con vari metodi, come la Radiofrequenza o il Needling.

Gli studi vanno avanti e dobbiamo ancora capire come gli esosomi trasportano i messaggi. Infatti essi possono trasferire informazioni “buone”, in senso riparativo, o “cattive” da parte, per esempio, di cellule tumorali o con il patrimonio genetico alterato.

Campi di applicazione

Naturalmente dove abbiamo necessità di riparare e/o rigenerare tessuti ci affidiamo alle metodiche di Medicina Estetica Rigenerativa. Oggi i campi di interesse sono tantissimi e si studiano sempre nuove applicazioni e nuove tecniche.

In Dermatologia e in Estetica per il trattamento antiAging, dell’Acne attiva e delle sue forme cicatriziali, delle smagliature, delle macchie cutanee, delle ferite complesse e delle piaghe; in Ortopedia e Reumatologia per il trattamento di stati infiammatori e nelle iniziali degenerazioni cartilaginee delle articolazioni; in Ginecologia per il trattamento dei Disturbi postmenopausali, della riduzione di elasticità e lubrificazione di vulva e vagina, della Sindrome genito-urinaria; in Tricologia nel trattamento dell’Alopecia areata o come trattamento coadiuvante l’autotrapianto dei capelli. Siamo ancora “work in progress”; tanto è stato fatto ma tantissimo c’è ancora da scoprire. ●

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concept:
cristiano
capelli
photo:
Nahid
Dabiri

Inquinamento atmosferico, è tempo di agire

L’inquinamento atmosferico è oggi riconosciuto come una delle principali minacce alla salute pubblica a livello globale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo definisce un “killer silenzioso”, responsabile di oltre 7 milioni di morti premature ogni anno. È un problema che non conosce confini: dall’Europa all’Asia, dall’Africa alle Americhe, miliardi di persone respirano aria che supera i limiti di sicurezza raccomandati.

Il contesto legislativo

Nonostante i progressi tecnologici e legislativi degli ultimi decenni, la qualità dell’aria in molte aree urbane e rurali resta ben al di sotto degli standard necessari per proteggere la salute. In questo contesto, la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria rappresenta un’opportunità storica per

È necessario intervenire in maniera rapida, anche a livello legislativo, per limitare i gravi danni alla salute pubblica causati da inquinamento atmosferico e scarsa qualità dell’aria

Dott. Francesco Romizi Responsabile comunicazione ISDE (Associazione Medici per l’ambiente)

affrontare questa crisi. La direttiva punta a rendere più stringenti i limiti di concentrazione per gli inquinanti atmosferici, in linea con le nuove Linee Guida OMS pubblicate nel 2021. Come ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), sosteniamo con forza questa proposta, consapevoli che politiche ambientali ambiziose siano indispensabili per garantire il diritto alla salute e mitigare i costi economici e sociali legati all’inquinamento atmosferico.

La nuova direttiva punta a rendere più stringenti i limiti di concentrazione per gli inquinanti atmosferici, in linea con le nuove Linee Guida OMS

atmosferico,

L’impatto atmosfericodell’inquinamento sulla salute

L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale ma un’emergenza sanitaria di proporzioni enormi. Gli effetti sulla salute sono molteplici e si manifestano in modi diversi, colpendo in particolare i gruppi più vulnerabili: bambini, anziani e persone affette da malattie croniche. Le polveri sottili (PM2.5 e PM10) e i gas nocivi, come il biossido di azoto (NO2), penetrano nei polmoni e nel sistema circolatorio, causando e aggravando malattie come Asma, Bronchite cronica, Insufficienza respiratoria e Infarto del miocardio. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), l’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 400.000 morti premature ogni anno solo in Europa. Inoltre l’aria inquinata è stata classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogena per l’uomo. In particolare, l’esposizione prolungata alle polveri sottili aumenta il rischio di sviluppare Tumori polmonari, ma anche altri tipi di Cancro, come quelli al seno e al colon.

Effetti neurodegenerativi e cognitivi

Recenti studi scientifici hanno evidenziato che l’esposizione cronica a inquinanti atmosferici può accelerare il declino cognitivo negli anziani e aumentare il rischio di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. Nei bambini, invece, è stata osservata una correlazione tra l’inquinamento e difficoltà di apprendimento e sviluppo neurologico. Non meno preoccupanti sono gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute: alcune ricerche suggeriscono infatti un legame tra l’esposizione a inquinanti e un aumento dei Disturbi depressivi, dell’ansia e persino del rischio di suicidio.

La necessità di intervento

Adeguare i limiti europei alle raccomandazioni OMS potrebbe generare benefici significativi per la salute pubblica e la società in termini di:

• vite salvate: ridurre le concentrazioni di PM2.5 e NO2 salverebbe decine di migliaia di vite ogni anno; uno studio pubblicato sulla rivista “The Lancet” stima che l’applicazione dei nuovi standard OMS potrebbe ridurre la mortalità prematura legata all’inquinamento atmosferico di oltre il 50%;

• miglioramenti per il sistema sanitario: l’adozione di politiche più stringenti diminuirebbe l’incidenza di malattie croniche legate all’inquinamento, riducendo il carico sul Sistema Sanitario Nazionale; meno ricoveri ospedalieri, meno visite mediche e meno farmaci necessari libererebbero risorse preziose, da destinare ad altri ambiti della sanità pubblica.

• riduzione delle disuguaglianze: le aree più colpite dall’inquinamento atmosferico sono spesso quelle abitate da comunità svantaggiate; migliorare la qualità dell’aria significa anche ridurre le disuguaglianze sociali, garantendo a tutti il diritto di vivere in un ambiente sano.

Più impegno da parte di tutti

Per tradurre in realtà i nuovi standard europei sulla qualità dell’aria, servirà uno sforzo coordinato che coinvolga Governi, Istituzioni locali, Aziende e Cittadini. Questo obiettivo ambizioso richiede un cambiamento profondo in vari settori, che si traduca in azioni concrete e misurabili. Uno degli interventi più urgenti riguarda la mobilità sostenibile. Le città dovranno ripensare il modo in cui ci muoviamo, creando zone a basse emissioni, limitando la circolazione dei veicoli più inquinanti e investendo in trasporti pubblici efficienti e a emissioni zero. Immaginare città attraversate da autobus elettrici e percorsi ciclabili sicuri significa non solo ridurre le emissioni di gas nocivi, ma anche restituire spazi ai cittadini, migliorando la qualità della vita urbana. Incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi, con bonus e agevolazioni, sarà un passo importante per accelerare questa transizione.

Promuovere pratiche agricole meno intensive e incentivare l’agricoltura biologica rappresentano azioni fondamentali per ridurre l’impatto ambientale

Anche la produzione e il consumo di energia dovranno cambiare radicalmente. Il passaggio dalle fonti fossili alle energie rinnovabili come il solare e l’eolico non è più rimandabile. Oltre a ciò, sarà necessario rendere più efficienti gli edifici: bonus e incentivi per l’isolamento termico e l’adozione di tecnologie innovative potrebbero ridurre drasticamente il consumo di energia, contribuendo a diminuire le emissioni inquinanti.

Il “peso” dell’industria

Il settore industriale, tradizionalmente uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico, dovrà fare la sua parte. Introducendo limiti più severi alle emissioni e adottando tecnologie di controllo avanzate, sarà possibile ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive. Questo richiederà un impegno concreto da parte delle aziende ma anche un supporto istituzionale per agevolare questa transizione.

Non possiamo dimenticare l’agricoltura, un settore che contribuisce in modo significativo alle emissioni di ammoniaca e altri inquinanti. Promuovere pratiche agricole meno intensive e incentivare l’agricoltura biologica rappresentano azioni fondamentali per ridurre l’impatto ambientale del settore primario. Questo approccio non solo migliorerà la qualità dell’aria, ma aiuterà a preservare la biodiversità e la salute del suolo.

Sensibilizzazione e scelte consapevoli

Sarà cruciale infine monitorare costantemente la qualità dell’aria e sensibilizzare i cittadini. Sistemi

Campagne educative e iniziative di sensibilizzazione potranno incoraggiare comportamenti virtuosi come l’uso dei mezzi pubblici e la riduzione del consumo di energia

di monitoraggio facilmente accessibili permetteranno di informare la popolazione in tempo reale, aumentando la consapevolezza del problema. Parallelamente, campagne educative e iniziative di sensibilizzazione potranno incoraggiare comportamenti virtuosi come l’uso dei mezzi pubblici, la riduzione del consumo di energia e una maggiore attenzione all’impatto delle proprie scelte quotidiane. Realizzare questi interventi richiede un impegno collettivo e una visione a lungo termine. Solo con un’azione decisa e integrata potremo garantire un futuro in cui respirare aria pulita non sarà più un privilegio, ma un diritto universale.

Il ruolo dell’Italia nella sfida europea

L’Italia, per conformarsi alla nuova direttiva, dovrà affrontare sfide importanti. Le città della Pianura Padana, in particolar modo, registrano livelli di inquinamento tra i più alti in Europa. Tuttavia, esempi virtuosi non mancano: città come Milano e Bologna stanno investendo in mobilità sostenibile e politiche urbane più verdi. È fondamentale che queste buone pratiche siano estese a tutto il territorio nazionale.

Per concludere

L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale ma una questione di giustizia sociale e diritto alla salute. La nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria offre l’opportunità di affrontare questa sfida in modo deciso, con benefici enormi per la salute, l’economia e l’ambiente. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile il contributo di tutti: istituzioni, cittadini, imprese.

ISDE continuerà a svolgere il proprio ruolo, sensibilizzando l’opinione pubblica e collaborando con le autorità per garantire un’aria più pulita e una vita più sana per le generazioni presenti e future. L’inquinamento atmosferico è un nemico invisibile ma le soluzioni per combatterlo sono a portata di mano. È tempo di agire.

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