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L’età napoleonica

CORNICE STORICA

1789

Scoppia la Rivoluzione Francese

Il Romanticismo

L’età napoleonica La fine della monarchia francese

La parola d’ordine del nuovo secolo è LIBERTÀ

Il periodo che consideriamo in questo capitolo va dagli ultimi anni del Settecento alla metà dell’Ottocento. Al suo cuore si trova un evento che sconvolse l’Europa: la Rivoluzione Francese, scoppiata nel 1789. Fino all’avvio della Rivoluzione, il potere era nelle mani del re e dei suoi funzionari, appartenenti quasi tutti all’aristocrazia. La rivoluzione scoppia quando il popolo, guidato da intellettuali che conoscono bene l’arretratezza politica dei governanti, decide di rovesciarli con le armi in una sanguinosa guerra civile, che arriva a ghigliottinare il re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta. I regnanti degli altri Stati europei temendo che la rivoluzione in Francia possa indurre anche i loro sudditi alla rivolta, dichiarano guerra ai francesi, ma sono più volte sconfitti, perché i propri eserciti sono formati da mercenari che militano solo per denaro, mentre i combattenti francesi lo fanno per difendere gli ideali che hanno imparato dalla Rivoluzione. Ma non è solo questo il motivo: l’esercito francese è guidato da un generale di eccezionale valore, Napoleone Bonaparte, adorato dai suoi soldati e dai suoi concittadini, tanto che gli è molto facile conquistare il potere e promuovere leggi e iniziative profondamente innovative. Solo quando si spingerà a farsi riconoscere Imperatore dei Francesi, nel 1804, quanti avevano creduto negli ideali repubblicani rimangono delusi. È sconfitto a Waterloo nel 1815 dalle armate europee e mandato a vivere in esilio nell’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico. Gli ideali che aveva incarnato però sopravvivono e danno luogo a una serie di rivoluzioni in Europa e in America: le leggi moderne che Napoleone aveva promulgato nei suoi anni di consolato divennero pilastri della vita sociale dei popoli.

Andare a tempo

1799

Napoleone diventa console

Le star

Niccolò Paganini

Franz Liszt Franz Schubert

Robert Schumann Felix MendelssohnBartholdy Fryderyk Chopin Hector Berlioz

Clara Wieck Schumann Johannes Brahms Gioachino Rossini Giuseppe Verdi Richard Wagner

Il valore dei sentimenti e delle passioni

La Rivoluzione non avvia solo uno sconvolgimento politico in Europa; scuote gli animi. La parola d’ordine del nuovo secolo è libertà. Libertà dei popoli dagli oppressori stranieri; libertà degli individui dalle regole imposte in modo ingiusto; libertà dei musicisti dalle regole musicali rigide del secolo precedente. Ai movimenti artistici del pieno Ottocento che coinvolsero la musica, l’arte, la letteratura, si dà il nome di Romanticismo. Si usa indicare gli anni della Rivoluzione francese come linea di confine fra la mentalità classica, quella del tempo di Mozart, che cerca ordine e disciplina, e la mentalità romantica che preferisce esprimere i sentimenti. A sentire questi ideali era già Beethoven. Prima di lui il musicista era interessato a rappresentare questo o quel sentimento definito: la collera, l’amore, la gioia, la sofferenza e così via. Da Beethoven in poi il musicista esprime quello che il cuore gli suggerisce.

1804

Napoleone è incoronato imperatore dei Francesi

1848

Moti risorgimentali italiani