10 minute read

A211 Johann Sebastian Bach, Cantata Wachet auf (Svegliatevi). Corale

Carlo Delfrati Maria Luisa Merlo Domenico Bellissimo Incanto A Capire la musica

in musica 

App per lo studio e l’approfondimento della musica

AGENDA 2030

Gruppo Editoriale ELi

Il piacere di apprendere GLI

ORIZZONTI

DELLA

MUSICA LA

STORIA

DELLA

MUSICA

Incanto

il tuo nuovo libro di musica

La musica - quella che fai e quella che ascolti – ti accompagna nella tua maturazione affettiva, nella tua crescita, è una fonte di emozioni di cui far tesoro per la vita. Incanto è il tuo nuovo corso di musica, in tre volumi:

A per capire la musica, B per fare musica, C in schede, per ripassare e sviluppare le tue competenze musicali.

musica

musica

PER CAPIRE IL MONDO

La prima parte del volume A, oltre a farti conoscere gli strumenti musicali, ti avvicina all’universo dei suoni, per capire la musica in tutte le sue forme e i suoi significati. Nel capitolo intitolato La musica per un mondo migliore troverai molti riferimenti ai grandi temi dell’Agenda 2030, un’importante iniziativa dell’ONU per migliorare la vita del pianeta e dei suoi abitanti.

ORIZZONTI DELLA MUSICA

Trovi le canzoni relative a questo tema nel VOLUME B

Le scarpe rosse sono il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

6. La parità di genere e la lotta alle disuguaglianze

Cosa ci rende umani

Quello che distingue l’essere umano dagli animali non è solo la parola, perché oggi si conoscono altre forme di comunicazione tra gli individui di una stessa specie, bensì la capacità di entrare in relazione empatica con altri individui e la capacità di provare pensieri ricchi e profondi. Più che semplicemente del pensiero, potremmo parlare di ricchezza del pensiero umano. Ricchezza vuol dire diversità. Ognuno di noi pensa e si esprime a suo modo, ha le sue idee, le sue convinzioni, le sue preferenze. Nella sua lunga storia, l‘umanità è progredita quando ha saputo incoraggiare queste diversità, si è fermata invece quando ha ostacolato il fiorire di idee nuove.

Il rispetto della diversità

Ancora oggi nel mondo ci sono paesi dove più alta è la tolleranza, migliori sono le condizioni di vita, il benessere, la creatività delle persone. Dove invece si impedisce a una determinata parte della società di esprimersi e di portare il proprio contributo di pensieri e di affetti, essa si rivela più povera e sterile. Tolleranza vuol dire permettere che ciascuno, senza danneggiare gli altri, possa partecipare attivamente alla vita comunitaria secondo il suo pensiero, senza soffrire divieti o discriminazioni. Per secoli la donna è stata oggetto di discriminazione e disuguaglianza. Disuguaglianza nel suo ruolo sociale, che era solo quello di madre e moglie, disuguaglianza nei diritti come il diritto di voto o il diritto al lavoro. Con il progresso del pensiero e quindi dell’umanità, la condizione della donna è migliorata perchè si è cominciato a capire che proprio le differenze di genere sono il motore del progresso e dell’evoluzione del genere umano.

L’AGENDA 2030 per superare le disuguaglianze

Non è sempre così. L’obiettivo n. 5 dell’AGENDA 2030, Parità di genere, e il n. 10, Ridurre le disuguaglianze, ci ricordano che la condizione della donna e le violenze che subisce, spesso nell’ambito familiare, e che a volte sfociano addirittura nel femminicidio, sono un’antica piaga che deve essere risolta al più presto. La denuncia di questa situazione ha visto i musicisti in prima linea, soprattutto nella composizione di opere liriche: opere serie che vedono la donna vittima della prepotenza del maschio.

66

La musica per un mondo migliore

Tracce A96

Trovi C. Monteverdi nel capitolo Il Seicento a p. 177

Claudio Monteverdi, Lamento di Arianna

La scena che ascolti appartiene al melodramma Arianna, che è andato perduto. Si è salvato soltanto questo canto della protagonista che, abbandonata dal suo Teseo, vorrebbe addirittura morire.

Lasciatemi morire, lasciatemi morire. E chi volete voi che mi conforte in così dura sorte, in così gran martire? Lasciatemi morire, lasciatemi morire.

Osserva la melodia che vedi scritta qui.

La scia - - - - te mi mo - - ri - re,

la scia - - te mi mo - - ri - re

COSA esprime

Nelle due righe esprime due emozioni diverse. La prima: □ energica □ rassegnata □ irritata La seconda: □ sofferente □ disperata □ impassibile

COME

La melodia si svolge in poche note, dal Si bemolle3 al Mi3; la seconda volta sale fino al Re4 e poi scende al Re3 .

La storia di Arianna appartiene al mito greco. Quello che invece è attuale, e che si ripete tragicamente ogni giorno nei paesi ricchi e in quelli poveri, in Oriente come in Occidente, fra le persone di cultura o gli ignoranti, è la violenza spinta all’omicidio: il femminicidio.

L’IMPORTANZA DEI CONFRONTI

La seconda parte del volume A è dedicata alla Storia della musica, alla sua evoluzione, ai grandi musicisti, all’ascolto delle loro opere più importanti. Ogni grande periodo storico si apre con due immagini di grande dimensioni: confrontando due opere d’arte, tra loro, e con due frammenti musicali, appartenenti al periodo che hai appena studiato e a quello che stai per affrontare, comprenderai meglio i cambiamenti nella storia e quindi nella musica.

L’ASCOLTO “IN DUE MOSSE”

Nel tuo testo troverai spesso lo schema che ti inviterà a collegare il senso che dai a una musica (COSA esprime) con i suoi aspetti tecnici (COME).

PAM00101S_IncantoA_042-079_MUSICA_PARTE1_3.indd 66 09/02/22 16:17 PAM00101S_IncantoA_042-079_MUSICA_PARTE1_3.indd 67 09/02/22 16:17

DA UNO STILE ALL’ALTRO STORIA DELLA MUSICA

Il Novecento

L’età delle avanguardie

Osserva questi due monumenti simbolo del “vecchio” e del “nuovissimo” mondo.

Le due architetture che vedi in queste pagine raffigurano idealmente il cambio radicale che avviene tra la Belle Époque e la nuova epoca. La prima è la Tour Eiffel a Parigi 1 , la seconda è il Teatro dell’Opera di Sydney in Australia 2 . La Tour Eiffel si presenta come simbolo del progresso economico, sociale, culturale di un’epoca bella che s’immaginava un futuro di grandi conquiste. Progettata da Gustave Eiffel, doveva servire da entrata per l’Esposizione Universale del 1889, organizzata in occasione del centenario della Rivoluzione francese. L’altra struttura è situata nella baia di Sydney e venne inaugurata nell’ottobre del 1973. Anche il linguaggio architettonico va incontro, come vedi, a una vera e propria rivoluzione. Entrambi i manufatti seguono una spinta verticale, ma alla regolarità geometrica della torre si oppone la asimmetria e la straordinaria varietà del secondo edificio.

1

La Tour Eiffel è diventata il simbolo stesso di Parigi Il profilo curvilineo slancia la torre

Tracce

Tracce

2

A325

A326

Nella musica troviamo cambiamenti di stile altrettanto grandi, rivoluzionari. Pensa ora come si sarebbe sentito un ascoltatore dell’Ottocento se in un immaginario viaggio nel nostro secolo avesse ascoltato la seconda musica. Non avrebbe trovato più una melodia, i ritmi gli sarebbero sembrati imprevedibili, casuali, gli strumenti usati a caso. Ascolta le musiche qui proposte.

Pëtr Il’ič Čajkovskij, La bella addormentata, Valzer

È la pagina musicale di uno spettacolo di balletto, un genere musicale in cui il russo Čajkovskij era maestro. Ricorda com’era fatta la musica di fine Ottocento: belle melodie cantabili, ritmi di danza, colori strumentali vivaci, e così via. Li ritroviamo in questa composizione.

Franco Donatoni, Puppenspiel

L’autore è uno dei più importanti compositori italiani del Novecento. Se hai sentito cantare i merli in estate una musica come questa non dovrebbe stupirti. Il canto loro salta di nota in nota in modo del tutto libero, senza regole. E così fa il flauto in questo pezzo, mentre l’orchestra produce sotto voce un sottofondo di suoni.

Come abbineresti edifici e musica?

In quale musica senti un ritmo classico? □ La bella addormentata □ Puppenspiel

In quale musica senti un ritmo più libero, decisamente innovativo?

□ La bella addormentata □ Puppenspiel

Il teatro dell’opera di Sydney è l’edificio simbolo dell’Australia

L’insieme degli elementi richiama il profilo di un veliero a vele spiegate

340 Le terrazze che aiutano a marcare la verticalità dell’insieme

I gusci a sezione sferica ricordano delle conchiglie

PAM00101S_IncantoA_340-381_MUSICA_9_900.indd 340 09/02/22 16:18 PAM00101S_IncantoA_340-381_MUSICA_9_900.indd 341 09/02/22 16:18

Joseph Danhauser, Franz Liszt al pianoforte (1840). STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

I virtuosi dello strumento e del canto

Da un artista che vuole esprimere le emozioni più intense, il pubblico si aspetta prestazioni eccezionali. È così che si afferma nell’Ottocento la figura del virtuoso: l’esecutore capace di autentiche acrobazie sul suo strumento. A dare il via a questa moda è un violinista italiano, Niccolò Paganini. Le folle accorrono a sentire le sue acrobazie con l’archetto: addirittura si diffonde la leggenda popolare che avesse stretto un patto col diavolo! Il virtuoso non è solo colui che suona abilmente il violino; il virtuoso può esserlo anche al pianoforte. Il primo e più famoso virtuoso di questo strumento è l’ungherese Franz Liszt. Il suo modo spettacolare di suonare fu definito “sinfonico” perché riusciva a ottenere effetti che prima di lui erano possibili solo a un’orchestra sinfonica. Tutto nasceva da una tecnica esecutiva al limite delle possibilità umane: celebri in questo senso sono i suoi Studi trascendentali.

Il recital

I concerti in cui i virtuosi si esibivano erano detti recital, che vuol dire recitazione. Un pianista del tempo ci racconta il suo significato originario, il giorno che si recò ad ascoltare Liszt. «Ho potuto ascoltare di nuovo Liszt a Londra nel 1840, quando suscitò la perplessità del pubblico annunciando un Recital di pianoforte. Questo termine che ora si accetta normalmente non era mai stato usato prima, e la gente si chiedeva: “Cosa vuol dire? Come si può recitare sul pianoforte?” Lo spiego subito. Ai suoi recital Liszt, dopo aver suonato un brano in programma, aveva l’abitudine di lasciare il palco e, scendendo nella platea, dove le sedie erano disposte in modo da permettere di muoversi liberamente, camminava tra i suoi ascoltatori e conversava con loro, con la garbata condiscendenza di un principe, finché si sentiva pronto per tornare al pianoforte».

La campanella

Videobiografia “Sono il diavolo che ride dal violino ” Niccolò Paganini Genova, 1782 - Nizza, Francia 1840

Una carriera virtuosa Niccolò comincia a quindici anni la sua carriera di virtuoso del violino e ben presto diventa una vera star in tutta Europa. Oltre al violino, padroneggia abilmente la chitarra. Un giornale tedesco dell’Ottocento commenta così un suo concerto: «Sulla ribalta abbagliante del Teatro di Vienna comparve l’uomo dal pallore spettrale, dai lineamenti devastati e con gli occhi fiammeggianti. Il suono del suo violino fu una scintilla elettrica che, all’improvviso, lo illuminò come un’apparizione miracolosa nel campo dell’arte. È una stregoneria: si rimane immobilizzati, incatenati alle sue corde». Paganini compositore Paganini non è solo un esecutore, è anche compositore: ci ha lasciato una quantità di pezzi per violino, solo o accompagnato dalla chitarra o dal pianoforte, e sei concerti con l’orchestra. Il violino è nelle sue mani un’intera orchestra. In ogni sua musica ritrovi gli effetti speciali che entusiasmavano i suoi ascoltatori e l’invenzione di melodie facili e cantabili. Questo gusto veniva a Paganini dal melodramma. Aveva studiato con due autori di melodrammi e non sarebbe stato facile per un musicista italiano del tempo come lui, resistere alle suggestioni del canto. Il pubblico preferisce ascoltare variazioni sulle arie celebri o motivi tratti dalle opere liriche, più che musiche originali. Si chiamavano parafrasi, oggi diremmo medley o variazioni sulle arie celebri. La sua eredità Il modo di suonare di Paganini influì sulla tecnica di tutti i violinisti venuti dopo ma sono soprattutto i pianisti a raccoglierne la sfida virtuosistica a partire da Franz Liszt, che trasferisce sul suo strumento i giochi acrobatici del violinista, e trascrive per il pianoforte le più brillanti composizioni dello stesso Paganini.

Tracce A256 Niccolò Paganini, Le streghe per violino e orchestra

Paganini mette qui in mostra le acrobazie più spericolate che uno strumento all’apparenza così Paganini. Le streghe. Tema semplice sapeva produrre. Il brano è in forma di tema e variazioni. Il tema è semplice e cantabile. & ## 2 Q Andantino œ≈œœ solo ≈œ Dolce J œ ‰ œ œ≈œœ≈œ # J œ ‰ œ > œ≈œœ≈œ J œ‰ œ œ œ œ œ œ œ œ Œ

3 3

Paganini l’aveva ascoltato in un balletto al Teatro della Scala, che metteva in scena la vecchia leggenda di un convegno di streghe. Con quel tema il balletto faceva assistere al loro ingresso, con le sue variazioni Paganini dà al pubblico un’immagine ben diversa.

COSA esprime Che genere di streghe ti suggerisce il tema? □ Orrende megere □ Spiritate saltellanti □ Nonnette simpatiche E nelle variazioni, cosa ci senti? □ Fattucchiere pronte a praticare magie diaboliche □ Maschere di carnevale COME Le variazioni che inserisce, fra un ritorno e l’altro del tema, sfruttano tutte le tecniche più difficili possibili sul violino: melodie accompagnate, salti dai suoni più gravi ai più acuti, l’alternanza di suoni creati con l’archetto e altri pizzicati dalle dita. Sentirai più volte suoni che sembrano venire da un mondo irreale: un mondo di streghe, appunto!