

IL CALORE che porta alle feste

PAROLE che non si cancellano
Care Lettrici del nostro, soprattutto vostro, magazine. Fa una certa impressione, per chi ha da sempre la passione della scrittura, accingersi a completare la rivista con questa pagina. Perché? Perché proprio in fondo a questa pagina, come ormai tradizione in Ticino Management Donna, spicca una penna stilografica. Immediatamente il cuore e la mente si gonfiano. Ed è un nugolo di sentimenti e ricordi.
Ad amareggiare, però, è il malinconico finale: un senso di impotenza che sfocia in rabbia, considerando che oggi sono davvero in pochi a dare il giusto valore a una penna. Qualsiasi penna.
I più sembrano addirittura sogghignare compassionevolmente nel vedere qualcuno armeggiare con un’agenda o un diario. Ma, evidentemente, sottovalutano che “verba volant, scripta manent”, come dicevano (e, soprattutto, scrivevano!) già gli antichi Romani in tema di accordi, contratti e altre situazioni formali.
Tutti conoscono questa frase e i concetti che espone, ma ciò che sfugge loro è che, nell’era del digitale a tutti i costi, un messaggio dal telefonino, o dal computer, mantiene sempre meno il valore di uno scritto con carta e penna. “Vola”, appunto, più che permanere.
Morale? Abbiamo tutti un oggetto personale da riscoprire e da far riscoprire: anziché mandare gli auguri ai nostri cari via WhatsApp, scriviamoli con carta e penna! Resisteranno al tempo e un giorno, forse, qualcuno potrà rileggerli.

MONTBLANC
STILOGRAFICA
HERITAGE ROUGE ET NOIR ‘BABY’
EDIZIONE SPECIALE
COLOR CORALLO

SOCIETÀ EDITRICE
Eidos Swiss Media Sagl
Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano Tel. 091 735 70 00 info@eidosmedia.ch
SEDE DELLA REDAZIONE
Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano Tel. 091- 091 735 70 00 redazione@eidosmedia.ch
RESPONSABILE DI EDIZIONE
Riccardo Zago rzago@eidosmedia.ch
REDAZIONE redazione@eidosmedia.ch
HANNO COLLABORATO
Nicola Arsen
Annalisa Ciccioni
Andrea Comini
Mattea David Guglielmo Duccoli
Elettra Eberle
Jutta Maier
Simona Manzione
Elisa Merisio
Marina Prinzi
Giorgia Rozza
Riccardo Saccagno
Valentina Sommariva
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Filippo Tommaso Sperelli
COORDINAMENTO PRODUZIONE
Roberto Musitano rmusitano@eidosmedia.ch
PUBBLICITÀ
Coordinamento interno pubblicita@eidosmedia.ch Tel. 091 735 70 00
Agenzia esterna
Claus Winterhalter winterhalter@ticino.com
ABBONAMENTI abbonamenti@eidosmedia.ch
LOGISTICA E AMMINISTRAZIONE amministrazione@eidosmedia.ch
CREDITI FOTO
Istock, Unsplash
CHIUSURA REDAZIONALE: 18 settembre 2025 © Riproduzione riservata

St. Moritz - Zurich - Monza - Forte dei Marmi
In questo numero

da pagina 50


Consigli per prevenire e curare
Dai rimedi naturali contro l’influenza all’importanza della vatamina D o di cibi come la melagrana.
20

Vittoria Schisano
L’attrice che ha fatto della verità il palcoscenico più potente racconta come ha conquistato la serenità.
26

Beatrice Lundmark
Dodici volte campionessa svizzera di salto in alto e finalista europea nel 2010, oggi si descrive così...
72

Arredamento
Ampio spazio alla casa, tra interior designer famosi e focus importanti sull’evoluzione dell’ambiente cucina.
IN COPERTINA:
ELENA KOSMINA INDOSSA ABITO GENNY, CAPPOTTO POMANDÈRE E COLLIER SCAVIA.
PHOTO: MARINA PRINZI
© Marina
Prinzi
Un amore, che dura tutta la vita.
Una volta Miele, per sempre Miele.

miele.ch/kitchen
DIRE, FARE
Qualche spunto per un autunno da ricordare. Fino a Natale... e oltre
Fino
al 16 novembre 2025 • Ticino
San Pellegrino Sapori Ticino 2025 illuminerà il cantone per una grande avventura brasiliana. Il Brasile è un territorio sconfinato, caratterizzato da influenze etniche e climi diversi, con un’ampia scelta di ingredienti: il risultato è una delle cucine più interessanti del mondo, un mosaico di sapori e metodi di cottura a metà fra tradizione e innovazione. Fino al 16 novembre, questa cultura gastronomica sarà protagonista con cene che si svolgeranno in alcune delle più belle e significative location del Ticino, tra ristoranti, hotel e negli angoli più suggestivi del territorio. Tanti e importanti gli ospiti dei colleghi ticinesi: da Rio de Janeiro arriveranno il bistellato Rafa Costa e Silva e lo stellato Alberto Landgraf; da San Paolo Ivan Ralston, 2 stelle Michelin e 1 stella verde, e Luiz Filipe Souza, 2 stelle Michelin, tutti inseriti tra i 100 migliori al mondo secondo la classifica “The World’s 50 Best Restaurants”. Da Curitiba, ecco Manu Buffara, “Best Female Chef 2022 World’s 50 Best Restaurant”, icona sudamericana che racconterà i colori accesi della foresta atlantica brasiliana. Infine, da Manaus, cuore dell’Amazzonia, Felipe Schaedler, riferimento assoluto per i sapori della foresta. sanpellegrinosaporiticino.ch

21 dicembre 2025
Ascona
Dal 1980, la domenica prima di Natale, si svolge ad Ascona la classica Corsa da Natal. Nata per essere una competizione casalinga, si è sempre più sviluppata richiamando migliaia di partecipanti fino a divenire, così, la corsa popolare più longeva del Canton Ticino. Le diverse gare sono aperte a tutti. Le romantiche stradine del bellissimo borgo di Ascona addobbate a festa producono un magico fascino che porta il concorrente a rimanere stregato e, di anno in anno, ritornare a correre qui. usascona.ch/corsa-da-natal
Dal 28 novembre 2025 al 6 gennaio 2026
Bolzano (Italia)
I mercatini di Natale sono classiche mete di festa nelle piazze di tante località svizzere. Per una volta, però, specie se abbiamo in programma qualche giornata di sci o passeggiata tra la maestosità delle Dolomiti, possiamo pensare all’Alto Adige, provincia italiana di Bolzano. Cinque mercatini originali Alto Adige che con prodotti artigianali e specialità fatte in casa, a parte l’atmosfera di festa, rendono la visita un’esperienza indimenticabile. suedtirol.info

FANTASMINO / Color: Red / Designer: Venini. FANTASMINO XL / Color: White / Designer: Venini. venini.com
Light inspired by beauty.
Un capolavoro
ritrovato di Guido
Reni all’asta a Parigi
Davide con la testa di Golia torna a sorprendere il mondo dell’arte. Stima? Tra i 2 e i 4 milioni di euro Un ritorno che illumina e scuote la scena artistica internazionale: Davide che contempla la testa di Golia, eseguito intorno al 16051606, riemerge in Francia dopo secoli di oblio, restituendo la grandezza del genio bolognese. Non un dipinto qualsiasi, ma un’opera di raffinata intensità, concepita in un momento cruciale della carriera di Reni, quando il naturalismo caravaggesco e l’ideale classico della scuola bolognese ridefinivano la pittura romana. La sua memoria è stata preservata dagli studiosi anche grazie ai confronti con altre versioni, tra cui quella custodita al Louvre, confermandone la qualità e la vicinanza stilistica.

- Artcurial, Millon e Turquin - hanno unito le forze, a conferma dell’eccezionalità del ritrovamento e del suo fascino unico, confrontabile con le versioni conservate nei musei più prestigiosi. In questo scenario, Il Ponte Casa d’Aste (avamposto italiano del Millon Auction Group), con oltre cinquant’anni di esperienza sul territorio, gioca un ruolo strategico nel valorizzare la scoperta e nel promuovere la vendita, affinché l’opera possa essere acquisita da istituzioni, fondi o mecenati, riconsegnando alla vicina Italia un tesoro unico del suo patrimonio artistico.

La storia del dipinto ha i tratti di un romanzo: commissionato da Francesco I d’Este, fu successivamente acquisito dal principe Eugenio di Savoia, che lo conservò nelle prestigiose collezioni reali di Torino. Durante le campagne napoleoniche giunse in Francia e, per oltre due secoli, scomparve dalla circolazione, fino al sorprendente ritrovamento presso i discendenti del generale Pierre-Antoine Dupont de l’Étang, restituendo al mondo tutto il suo splendore.
Nel soggetto, Davide osserva il capo reciso di Golia con uno sguardo assorto: la dolcezza del giovane eroe contrasta con la crudezza del gigante, intrecciando realismo e idealismo, dramma e armonia.
La tela segna una tappa fondamentale nella carriera di Reni e testimonia una straordinaria levatura artistica, destinata a influenzare intere generazioni di pittori. Martedì 25 novembre sarà quindi una data destinata a imprimersi nel mondo del collezionismo globale. Per un’opera di tale portata, ben tre colossi delle aste francesi

RITRATTO DEL PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA, CHE ACQUISTÒ E CONSERVÒ L’OPERA A TORINO.
BUSTO DI FRANCESCO I D’ESTE, CHE COMMISSIONÒ IL DIPINTO.

Dall’11
ottobre riparte il
Treno del Foliage
Un viaggio lento e panoramico, nella magia dei colori autunnali, tra Svizzera e Italia, tra Val d’Ossola e Lago Maggiore. Torna l’esperienza regina dell’autunno, nata nel 2016 e scelta da decine di migliaia di persone.
Sono i boschi variopinti i veri protagonisti di un viaggio che negli anni ha richiamato sulla storica linea della Ferrovia VigezzinaCentovalli decine di migliaia di passeggeri: un percorso che si dipana lungo 52 chilometri di binari e paesaggi multicolore. Il segreto del successo di questa esperienza, un vero e proprio marchio per la linea ferroviaria che 365 giorni all’anno collega la piemontese Domodossola con Locarno, in Canton Ticino, è racchiuso nella straordinaria bellezza dei paesaggi autunnali e nella lentezza del viaggio, che consente di ammirare, comodamente seduti negli accoglienti convogli, lo spettacolo autunnale che scorre davanti agli occhi.
Il Treno del Foliage è senza dubbio uno dei must turistici autunnali tra Svizzera e Italia: a confermarlo sono le decine di migliaia di passeggeri che ogni anno, grazie al biglietto speciale, si riempiono gli occhi degli incantevoli scenari che i treni attraversano quotidianamente dal 1923. Ferrovia alpina, inserita dalla Lonely Planet tra le dieci linee più spettacolari d’Europa, la VigezzinaCentovalli torna dunque a proporre –dall’11 ottobre al 16 novembre – il Treno del Foliage, esperienza di punta per la stagione più variopinta dell’anno.
Gli organizzatori ci fanno sapere che sono già moltissime le prenotazioni di gruppi organizzati per tutti i fine settimana: il consiglio è, dunque, viaggiare nei giorni feriali, approfittando del biglietto a tariffa agevolata di 46 euro in prima classe contro 51 euro dei weekend e festivi (gratis per bambini sotto i sei anni e sconto 50 per cento fino ai sedici anni).
Punto di forza della Ferrovia VigezzinaCentovalli è l’altitudine media: raggiungendo la quota massima di poco più di 800 metri, la linea attraversa boschi che regalano uno spettacolo variopinto senza eguali. I treni attraversano veri e propri

quadri naturali, con sfumature di giallo, arancione, rosso e marrone lungo le curve dell’autunno, immersi in una tavolozza di colori in grado di regalare un’esperienza di viaggio mozzafiato.
La tratta italiana, con partenza da Domodossola, sale fino alla Valle Vigezzo, non a caso chiamata “valle dei pittori”, con il suo punto più alto nell’incantevole borgo di Santa Maria Maggiore. A questa altitudine i treni proseguono fino al confine, toccando Re, con il suo celebre Santuario della Madonna del Sangue. Superato il valico, si scende lentamente attraverso le Centovalli fino a raggiungere Locarno e la romantica sponda elvetica del Lago Maggiore. Sarà possibile acquistare online (la data di avvio della prevendita sarà annunciata via social agli iscritti) il biglietto speciale, valido un giorno (o due giorni, solo se si pernotta in uno dei due capolinea), per salire a bordo del Treno del Foliage dall’11 ottobre al 16 novembre: poco meno di due ore di percorrenza per tratta, con la possibilità di effettuare una sosta intermedia (all’andata o al ritorno) per scoprire una delle località toccate dal tragitto ferroviario. Il viaggio potrà iniziare, a libera scelta, da uno dei due capolinea, la piemontese Domodossola o la ticinese Locarno.


LA MAGIA DEI BOSCHI E DEI COLORI COMODAMENTE DAL FINESTRINO, IN
Christian Guerra
Il
Suv compatto
Leapmotor B10 porta la mobilità elettrica sulle strade svizzere, curando ogni dettaglio.
Per un’esperienza di guida rigenerante
Pensata per chi alla guida è attento alla sostenibilità, alle funzionalità intelligenti e all’accessibilità economica, la Leapmotor B10 è un’auto con tutte le caratteristiche per conquistare il pubblico femminile. Un Suv compatto completamente elettrico, perfetto per la mobilità urbana, lavoro, shopping e i viaggi del weekend. Con un design moderno e l’abitacolo più spazioso della categoria, assicura comfort e stile, facilitando la vita quotidiana.
Il motore elettrico ad alta efficienza permette di muoversi a zero emissioni e, grazie alla ricarica rapida DC da 168 kW, la batteria può passare dal 30 all’80% in soli 20 minuti. Leapmotor B10 abbraccia il concetto di tecnologie che semplificano e migliorano la vita. Un moderno touchscreen da 14,6 pollici domina la plancia. Si tratta di un veicolo in continua evoluzione, dotato di un’interfaccia smart reattiva e personalizzabile, nonché di 17 funzioni di assistenza avanzata (Adas) che, dalla città all’autostrada, aumentano comfort e protezione: telecamera a 360°, monitoraggio degli angoli ciechi, avviso di deviazione dalla corsia, assistenza automatica al parcheggio…

MOBILITÀ
elettrizzante


Il design esterno combina curve fluide e linee dinamiche. I fari Full Led anteriori e posteriori garantiscono visibilità perfetta in ogni condizione e con la loro firma distintiva sottolineano il design del veicolo. A illuminare la guida è anche il tetto panoramico: lasciando entrare nell’abitacolo la luce diurna crea un’atmosfera positiva e connessa al mondo esterno. Quando necessario, la tendina parasole elettrica offre protezione completa dai raggi solari e privacy. All’interno, la Leapmotor B10 colpisce per il suo carattere unico, funzionalità e comfort. Le numerose configurazioni dei sedili permettono di trasformare l’abitacolo, curato nei minimi dettagli, ad esempio con gli strategici 22 vani portaoggetti.
Una chicca: 12 altoparlanti di alta qualità regalano un’esperienza audio immersiva, con l’illuminazione ambientale a 64 colori che può sincronizzarsi alla musica.
Il tutto con un rapporto vincente qualità-prezzo: a partire da 29.900 Chf, il che rende la B10 uno dei Suv elettrici più competitivi della sua categoria. Bella e possibile!

28, 29 e 30 ottobre 2025
Arredi e dipinti antichi
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 24, 25 e 26 ottobre 2025
Mario Buccellati. Vaso biansato in argento con corpo globulare interamente inciso e sbalzato a crisantemi e rami con foglie e boccioli. Anse a finte frasche a tutto tondo (1.600 g, altezza cm 31). Valore stimato: Euro 2.000-3.000.


31 ottobre 2025
Fashion vintage selection
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 24, 25 e 26 ottobre 2025
Yves Sain Laurent. Borsa Sulpice double flap in pelle matelassé color nero, tracolla amovibile, logo e catena in metallo color oro dusbag e scatola originale. Valore stimato: Euro 1.200-1.400.
27 e 28 novembre 2025
Gioielli importanti
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 21, 22 e 23 novembre 2025
Bulgari, collier in oro giallo con zaffiri e rubini cabochon.
Valore stimato: Euro 27.000-40.000.

26 novembre 2025
Arte moderna e contemporanea
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 21, 22 e 23 novembre 2025
Carla Accardi, Senza titolo, vinilico su tela cm 110x160, firmato, titolato e datato 2005 al retro. Provenienza: Collezione privata, Bologna. Opera accompagnata da certificato di autenticità su fotografia rilasciato dall’Archivio Accardi Sanfilippo in data 15/07/2020 con il n. A/17/2020. Valore stimato: Euro 60.000-80.000.

Accessori di classe Complementi di moda tra uso quotidiano e identità sociale 183o–193o
Pinacoteca cantonale
Giovanni
Züst
Rancate
Mendrisio
Dal 19 ottobre 2o25 al 22 febbraio 2o26
Orari d’apertura: Martedì-venerdì
9–12, 14–17
Sabato–domenica, 1. novembre, 8 e 26 dicembre, 1. e 6 gennaio 10–12, 14–18
Lunedì, 24, 25 e 31 dicembre chiuso

2 dicembre 2025
Orologi da polso e da tasca
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 21, 22 e 23 novembre 2025
Jaeger-LeCoultre. Modello Reverso, Sun & Moon. Ref. 270.3.63.
18 e 19 dicembre 2025
Arti decorative del Novecento e design
Esposizione (Via Giacomo Medici del Vascello 8, Milano) 11, 12, 13 e 14 dicembre 2025
Luciano Grassi, Sergio Conti e Marisa Forlani. Sedia modello “Napoleone” della serie “Monofilo”. Commercializzazione Emilio Paoli, Firenze, 1956. Tubi di ferro verniciato bianco e nylon. Esposizioni: “Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione”, Triennale Design Museum, Milano, 2014-15. Segnalazione al Compasso d’Oro del 1956. Valore stimato: Euro 2.000-3.000.
3 dicembre 2025
L’arte della tavola
Lotti visionabili solo su appuntamento da concordarsi con il dipartimento. Il Ponte Casa d’Aste, Milano.
15 dicembre 2025
Arte orientale e asiatica
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 11, 12, 13 e 14 dicembre 2025
15 e 16 dicembre 2025
Dipinti e sculture del XIX e XX Secolo
Esposizione (Palazzo Crivelli, Milano) 11, 12, 13 e 14 dicembre 2025
16 e 17 dicembre 2025
Filatelia
Esposizione (Il Ponte Casa d’Aste, Milano) 11, 12, 13, 14 dicembre 2025

L’ARTE del wellness
Accompagnate dalla coinvolgente narrazione del giornalista Joel Stein, le lettrici potranno scoprire, con uno sguardo dietro le quinte, il fascino unico che ha reso Technogym un simbolo di eccellenza nel fitness e nel benessere
Oltre trent’anni fa, in un settore dominato dagli stereotipi del fitness e del bodybuilding, Technogym ha lanciato il wellness , una visione totalmente nuova che affonda le sue radici nel concetto romano di “mente sana in corpo sano”. Se fitness significa avere un bell’aspetto, wellness significa sentirsi bene.
In linea con questa visione, The Art of Wellness non è solo un libro (edito da Assouline), ma un’opera d’arte che fonde estetica e innovazione con la cultura del benessere in cui design, sostenibilità e tecnologia si incontrano per motivare le persone a fare movimento, promuovendo, di
Assouline, cultura di lusso
Fondata a Parigi nel 1994 da Prosper e Martine Assouline, Assouline è il primo marchio di lusso dedicato alla cultura. Spinti dalla loro passione per la conoscenza, la cultura e i viaggi, gli Assouline hanno ampliato la loro visione fino a includere quasi 2.000 titoli in cinque collezioni principali, insieme a edizioni speciali, fragranze per la casa e accessori unici per la biblioteca, un grande lavoro di creazioni stimolanti. www.assouline.com
conseguenza, la salute individuale e collettiva. Fondata da Nerio Alessandri, allora appena ventiduenne, Technogym si è evoluta da piccola start up a leader mondiale nel settore del fitness, dello sport e della salute. Oggi è il marchio di riferimento dei migliori atleti e delle celebrità di tutto il mondo e oltre 70milioni di persone si allenano ogni giorno con i suoi prodotti nei

centri fitness, nei club, negli hotel, nei centri medici e nelle case private più prestigiosi e più belli del mondo. Il libro accompagna il lettore in questo straordinario viaggio attraverso la storia del marchio, grazie a una selezione di immagini che catturano l’anima di Technogym, delle persone e degli eventi che hanno definito il suo percorso di continua innovazione.
Technogym. Un marchio, una filosofia
Leader a livello mondiale nel settore del fitness, del benessere, dello sport e della salute, Technogym offre un ecosistema completo di attrezzature smart connesse, servizi digitali, esperienze di allenamento on-demand e app che consentono a ogni utente di accedere a un’esperienza di allenamento completamente personalizzata ovunque e in qualsiasi momento: a casa, in palestra e in viaggio. Con oltre 2.500 dipendenti, è presente in più di 100 Paesi. Oltre 70 milioni di persone si allenano con le attrezzature Technogym in 100mila centri benessere e 500mila abitazioni private in tutto il mondo. Technogym è stata nominata per la decima volta Fornitore Ufficiale dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026 ed è il marchio preferito dai campioni di tutto il mondo per il loro allenamento. www.technogym.com


Misteri e memorie di Sardegna
Nuoro, anni Sessanta. Rechella è una ragazza inquieta, segnata da un’aura di mistero che la rende diversa dalle altre. Ama Martino, orfano dall’animo curioso e libero, con il quale costruisce un legame intenso, fatto di complicità e segreti. A vegliare su di loro c’è Jaja, la nonna, custode di storie antiche e di superstizioni che sembrano affondare nel tempo. In quella casa, e in tutto il paese, il confine fra quotidiano e soprannaturale è sottile: presenze oscure come la sùrbile, la creatura notturna della tradizione popolare, si insinuano nei racconti e nelle paure, intrecciandosi con le vicende personali. Il romanzo di Offeddu mescola con sapienza realismo e leggenda, amore e perdita, dolcezza e terrore. Le descrizioni della Sardegna non sono mai cartoline decorative: i paesaggi, le voci, i profumi diventano essi stessi personaggi, parte viva di una comunità che sopravvive fra cambiamenti sociali e retaggi antichi. Non si tratta di un giallo puro, tuttavia mantiene la tensione di una ricerca, di un enigma che riguarda tanto i protagonisti quanto chi legge. La scrittura avvolge, lenta e precisa, e invita a entrare in un mondo in cui la tradizione popolare dialoga con le inquietudini di oggi. Il romanzo scorre via liscio, ma lascia una traccia: perfetto per chi ama storie avvolgenti e suggestive, capaci di coniugare intrattenimento e riflessione.
Ciriaco Offeddu • Istella mea Giunti Editore, 2025 (384 pagine)

Tagliare i legami per ritrovarsi
Che cosa significa recidere ogni rapporto con la propria famiglia? È possibile “rinascere” davvero, o si resta comunque imprigionati nel ricordo di ciò che si è lasciato? Queste sono le domande che costituiscono il cuore del nuovo romanzo di Andrea Bajani. Dieci anni dopo aver preso la decisione radicale di sparire – cambiare numero, città, persino continente – il protagonista si interroga su quel gesto, e lo rivive come una lenta risalita dal silenzio. Non ci sono scene eclatanti: piuttosto, una scrittura misurata che scava nell’intimo, fatta di pause, di frasi che pesano più di pagine intere. Bajani racconta senza giudicare e non offre una facile morale. Mostra, invece, le ferite invisibili dei rapporti familiari, i legami che sanno essere insieme amore e catena, sostegno e ferita.
Il romanzo è breve, eppure richiede attenzione: ogni parola è calibrata, ciascun passaggio apre squarci di riflessione.
Non è un libro da leggere per puro svago, ma da affrontare come esperienza interiore, che invita a guardare dentro di sé. Per lettrici esigenti, abituate a cercare nella narrativa non solo emozioni ma domande. Un piccolo libro che resta, capace di trasformarsi in specchio e di lasciare un’eco ben più grande delle sue dimensioni.
Andrea Bajani • L’anniversario Feltrinelli, 2025 (128 pagine)

Il futuro dello stile Armani dopo Giorgio
Aparte ricordare l’iperbole di Giorgio Armani, approdato ragazzo nella città della moda, che ne sarà del suo stile inimitabile?
“Vorrei che la successione fosse organica e non un momento di rottura”, aveva dichiarato poco prima di morire al Financial Times Aveva anche espresso il desiderio che alla guida del gruppo ci fosse, dopo di lui, una persona di fiducia come il responsabile del design maschile, Leo Dell’Orco, da tempo suo compagno di vita. Sempre Armani, profetico, dichiarava che la sua successione avrebbe dovuto consistere in un passaggio graduale di tutte le sue responsabilità verso le persone a lui più vicine e all’intero team di lavoro.
Lif e

EQUILIBRIO
sul filo dell’anima
In conversazione con Vittoria Schisano, l’attrice che ha fatto della verità il suo palcoscenico più potente. La sua storia è una carezza per chi si sente “fuori posto” e un messaggio per tutti: «La vera rivoluzione è guardarci allo specchio con benevolenza». E non chiedere mai scusa per chi siamo
Ci sono donne che lottano in silenzio, altre che scelgono di farlo allo scoperto. Vittoria Schisano appartiene a entrambe le categorie: ha combattuto dentro e fuori, ha danzato sulle sue fragilità trasformandole in forza, ha recitato ruoli per scoprire meglio il proprio. Vittoria ha trasformato la sua storia personale in una narrazione scritta che emoziona e offre spunto ai suoi lettori. Attrice, personaggio di spettacolo, autrice, donna autentica e senza maschere, incarna un perfetto mix di determinazione e dolcezza, in un equilibrio raro tra radici profonde e la conquista della piena luce. Nel suo percorso infatti non c’è solo la transizione di genere, ma quella più universale: la trasformazione interiore che ogni essere umano affronta quando sceglie di essere sé stesso, davvero. Dalle luci del palcoscenico alla semplicità della vita quotidiana condivisa con i suoi affetti più cari, Vittoria incarna un’idea di femminilità brillante, libera e consapevole. Questa intervista ci accompagna in un viaggio fatto di arte, scelte coraggiose, ostacoli superati e sogni ancora da realizzare.
LO SPECCHIO RIFLETTE
CORAGGIO E ORGOGLIO
Il tuo nome, Vittoria, racchiude un’ambizione e un traguardo. Chi è la donna che guardi ogni mattina allo specchio? «A lungo mi sono guardata e non mi sono riconosciuta, mi sono guardata e non mi sono piaciuta», esordisce la nostra intervistata. E continua: «Oggi, invece, mi guardo e mi piaccio. Quella fisionomia esprime verità, consapevolezza, coraggio: per questo mi piace. Sono felice per le volte in cui riesco a trasmettere coraggio agli altri; l’esempio di chi ce l’ha fatta è un incoraggiamento, per chiunque, a fare altrettanto. Condividere con altre persone amore, bellezza e tutto ciò la cui conquista costa fatica… credo sia la mia missione. Ogni risultato nasce da un impegno costante; mi sono sempre molto impegnata, in modi diversi, e oggi mi sento una donna serena. Non perfetta, ma profondamente autentica». Ci sono occasioni o momenti della giornata che ti danno la misura delle tue conquiste di vita? «Ogni mattina», risponde senza tentennamenti, «il mio riflesso mi ricorda il lungo percorso fatto per arrivare al qui e ora. Non solo nella transizione fisica, ma nella conquista della mia identità». Oggi quella donna nello specchio non chiede più il permesso di esistere: si prende il suo spazio, con amore e rispetto per sé stessa.
INTERVISTA A CURA DI SIMONA MANZIONE
Photo: Donato Scardi, Hair&Make-up: Anna Valentini Beauty
FINALMENTE “A CASA”...
GRAZIE ALLA GENTILEZZA
Hai affrontato un percorso coraggioso, Vittoria. C’è stato un momento preciso in cui hai sentito di essere davvero “a casa”? «Sì, ed è stato un momento silenzioso. Non un applauso, non una prima teatrale, non l’ultimo ciak, ma una sera qualunque, da sola. Ho sorriso e mi sono detta: “Finalmente sono io, nella mia pienezza”. La casa, quella vera, è quando smetti di chiederti come appari e inizi semplicemente a essere». Davvero una grande conquista. Che ruolo ha avuto la gentilezza - verso te stessa e verso gli altri - nel tuo cammino? «Un’importanza fondamentale. La gentilezza è stata la mia armatura e la mia medicina. Ho imparato a non giudicarmi nei momenti di fragilità; essere gentile con me stessa mi ha insegnato a esserlo anche con chi non lo è stato con me. Un risultato che sono felice di aver raggiunto. In fondo, quando ti poni con gentilezza dimostri, a chi gentile non è, che sta perdendo. E questo può innescare una riflessione e un’evoluzione anche nell’altro».
RECITANDO, RACCONTARE
LA VERITÀ. LE TANTE VERITÀ
Attrice amata da pubblico e critica, la tua interpretazione di Gloria nella serie televisiva La vita che volevi, scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, è stata premiata con il Nastro d’Argento 2025. Un riconoscimento de-

cisamente importante e ambìto. «Non osavo neppure sognarlo, non credevo ci fosse per me la minima possibilità. Quando ho avuto la notizia al mattino, appena sveglia: sono rimasta senza parole. I miei sogni e il mio impegno per realizzarli si sono trasformati in qualcosa di tangibile, di inaspettato e che mi ha reso profondamente felice». Per ogni attore la recitazione si connota di un significato particolare. «Per me, recitare è entrare nelle vite degli altri per raccontare la verità, anche le tante verità che a volte rischiano di restare nell’ombra del non detto. Gloria è stata una carezza e un pugno insieme. Mi ha insegnato a parlare con la mia voce, ma anche con quella di chi non riesce ancora a farsi sentire», risponde l’artista, e spiega: «Quando affronto un personaggio,

DURANTE LE RIPRESE
DELLA SERIE TELEVISIVA LA VITA CHE VOLEVI
Avere fiducia e lasciarsi guidare
Anche ballare diventa conquista e messaggio
rtista a tutto tondo, Vittoria Schisano ha mostrato le sue doti di ballerina partecipando, da concorrente, alla trasmissione Ballando con le stelle. «Il ballo in realtà mi è sempre piaciuto, fin da piccola. Ne parlo nel libro Siamo stelle che brillano, scritto con Alessio Piccirillo, attraverso la storia del protagonista, Cristiano, che a dieci anni vuole fare danza ma non gli è permesso, perché la danza “è per le femminucce”, e lui non capisce...». Ballando con le stelle», prosegue l’artista, «mi ha permesso, di “prendere per mano” simbolicamente la “Vittoria piccola” e accompagnarla a danza; ed è stata anche l’occasione di rappresentare un gruppo di persone che ha bisogno di una voce di coraggio e speranza. Ballare mi ha insegnato ad avere fiducia, a lasciarmi guidare. Fisicamente è stato sfidante, certo (con, anche, la rottura di tre costole), ma emotivamente è stato un percorso evolutivo. E l’opportunità, ancora una volta, di dare un messaggio positivo».
L’ARTISTA
Nessuno nasce per nascondersi
La paura? Non limite ma sfida da cui uscire vincitori
I un percorso non sempre facile, capita prima o poi di voler mollare tutto...
A Vittoria Schisano è mai capitato?
«Assolutamente sì. Più di una volta», risponde, «ma ogni volta, qualcosa dentro di me - la bambina che ero, forse - mi ha ricordato che non sono nata per nascondermi. E allora mi sono rialzata. Il lavoro di attrice non è semplice: occorre sempre dimostrare di aver studiato, di essere preparata. E occorre, da una parte, incoraggiare registi, sceneggiatori e produttori a includere nelle storie tutte le identità, e dall’altra parte fare in modo che gli attori e i personaggi, anche quelli che sono stati fortunati e vincenti, possano crescere, possano diventare altro. Personalmente, mi sto impegnando molto per diffondere questa sensibilità». Hai ispirato molte persone, Vittoria. Cosa diresti a chi cerca la propria autenticità ma ha paura di iniziare? «Autenticità è ricchezza. Essere autentici vuol dire essere unici, non voler e non dover appartenere a nessuno, a nessun credo, a nessuna squadra». Tenendo sempre a mente che: «La paura non è il nemico. La paura è una compagna, e se la ascolti può guidarti verso qualcosa di importante. Iniziare può spaventarci, ma restare immobili è peggio. La verità, per quanto difficile, è sempre più leggera della menzogna. E non si è mai soli come si pensa».

vado a cercarlo dentro di me. In questo mestiere scavi nella tua interiorità e in qualche modo mostri il fianco: e io non ho paura di mostrarmi. Quanto più è lontana da te quell’esperienza, tanto più è difficile trovarla dentro di te: allora ti guardi intorno per cercare ispirazione. Accade anche il contrario: che da quel personaggio si impari. Gloria è un personaggio che mi ha aiutato a crescere a maturare; io con una visione romantica, lei con un approccio pragmatico: dal confronto sono uscita più forte, più centrata. Anche l’incontro con un personaggio è una chiave per il nostro “upgrade”. Siamo tutti in continua transizione!
IL VERO SUCCESSO È... AUTOSTIMA E SERENITÀ
Molti ti vedono come una donna forte, determinata. Ma la forza ha tante sfumature: qual è la tua?
«La mia forza», risponde Vittoria Schisano, «è non vergognarmi della mia vulnerabilità. Non mi interessa sembrare invincibile, mi interessa essere vera. La determinazione, per me, è continuare a credere in sé stessi anche quando tutto intorno ti dice il contrario. È scegliere con sincerità. Metto sempre il cuore davanti ad ogni cosa. Ho scelto di vivere a Lecce, una terra che mi ha accolta e amata. Scelgo quello e quelli che mi
UNO SCATTO D’AUTORE. SICURA E DETERMINATA, VITTORIA SCHISANO OGGI GUARDA IL MONDO CON UNO SGUARDO DIVERSO.
fanno stare bene, che mi fanno sentire giusta, nel posto giusto».
Come guardi al futuro, come artista e come donna? «Cito qui Massimo Del Frate, che ha prodotto la serie tv La vita che volevi: “Le carriere si costruiscono più sui no che sui sì”. E quest’anno ho detto tanti no. Di contro, ho vinto provini per registi che stimo». Di quali personaggi vestiresti i panni? «Mi piacerebbe essere un super-eroe. Ma anche la strega cattiva di Biancaneve o un avvocato corrotto. Mi piacerebbe confrontarmi con tante sfumature dell’umanità; mi affascinano i ruoli che permettono di raccontare la complessità dell’essere umano. Sogno un teatro pieno, un set appassionante, con storie emancipate ed emancipanti, ma ho imparato a godere i momenti nella loro pienezza, anche quelli più semplici».
UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA E POTENTE: ESSERE SÉ STESSI
«La serenità, alla fine, è il successo più grande», sintetizza. Se tu potessi mandare un messaggio a Vittoria bambina, cosa le
diresti? «A lungo non ho abbracciato quella bambina. Oggi le direi “Non devi credere a chi ti dice che sei sbagliata, che non vai bene. Non devi cambiare per essere amata. Sei già abbastanza. Abbi pazienza, il mondo che sogni esiste. E un giorno ci arriverai”». Oltre a essere attrice, Vittoria Schisano è anche simbolo - non di battaglie urlate, ma di una rivoluzione silenziosa e potente: quella di essere sé stessi ogni giorno, anche quando costa fatica. La sua voce, dolce ma ferma, racconta una femminilità che non ha bisogno di definizioni rigide, ma si nutre di autenticità, resilienza e verità. In un’epoca che troppo spesso premia la finzione, anche quando non si dovrebbe, Vittoria ci ricorda che c’è una forza immensa nell’essere vulnerabili, nel raccontarsi senza filtri, nel restare fedeli a ciò che si è. Il suo percorso personale si intreccia con l’arte, lo spettacolo, la recitazione, la scrittura ma soprattutto con il desiderio profondo di ispirare e restituire valore all’essere umano, in tutte le sue sfumature. Grazie, Vittoria.
UNA FEMMINILITÀ CHE NON HA BISOGNO DI RIGIDE DEFINIZIONI MA TROVA NUTRIMENTO NELL’ESSERE SEMPRE FEDELI AL PROPRIO SÉ, PUR NELLA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE VULNERABILI.




MAKE AN OPPORTUNITY every day
BEATRICE LUNDMARK
La ticinese volante
Campionessa svizzera di salto in alto per ben dodici volte, dal 2006 al 2012, e finalista ai campionati europei di Barcellona nel 2010. Dal 2016 è responsabile della comunicazione per il Comune di Massagno... ma il suo rapporto con lo sport, in famiglia e nel sociale, non è mai cessato. Con qualche sorpresa
Difficile “acchiappare“ al volo una saltatrice, specialmente se, come nel caso di Beatrice Lundmark, anche tutt’ora la sua vita è particolarmente impegnata. Eppure ce la facciamo, perché si tratta di persona cordiale e gentile. Così come del resto appare al nostro incontro in quel di Massagno, comune nel quale dal 2016 Beatrice è responsabile della comunicazione: look curato ma semplice, senza nulla fuori posto, sguardo dolce e profondo, fisico longilineo che colpisce per la delicatezza nelle movenze... difficile pensare che abbia nascosto - forse ancora nasconda - quei muscoli dalla potenza esplosiva che le sono valsi il titolo di campionessa svizzera nel salto in alto per ben dodici volte, dal 2006 al 2012, e una finale ai Campionati europei del 2010 a Barcellona con un salto di ben 192 centimetri.
IL SALTO GIUSTO
AL MOMENTO GIUSTO
Dopo qualche piacevole preambolo al tavolino di un bar, le chiediamo subito alcuni ricordi che l’hanno resa celebre: «Serbo sempre ricordi assai positivi della mia carriera sportiva e, in particolare, del

momento culminante del mio percorso agonistico, ovvero i Campionati europei di Barcellona, dove ho fatto il mio miglior salto di sempre». Già, quei 192 centimetri che le hanno permesso di andare dritta dritta in finale... «Proprio quello», conferma la nostra interlocutrice, e aggiunge: «Fu il salto giusto al momento giusto, in un frangente in cui pochi si aspettavano che potessi arrivare fin lì».
IL “MITICO” SALTO DI BARCELLONA 2010 (192 CM). «POCHI PENSAVANO CHE POTESSI ARRIVARE FIN LÌ», RACCONTA BEATRICE LUNDMARK.

Buon sangue... non mente!
Beatrice Lundmark viene da una famiglia di donne sportive e naturalmente appassionate di sport. A partire dalla mamma, Silvia Massenz, che deteneva il record italiano di salto in alto prima della leggendaria italiana Sara Simeoni, fino alla zia materna, Sara, che è stata campionessa italiana di tuffi; ambedue le sorelle erano docenti di sport… come pure la prozia Carla Giolitti. Per parte di padre, peraltro, la nonna Margit Zupka era stata campionessa ungherese junior di tennis. «Sfogliando gli album di famiglia», ricorda Lundmark, «sin da piccola ero molto desiderosa di distinguermi nello sport». In verità, Beatrice ha cominciato piuttosto tardi la sua carriera agonistica: «Ho iniziato con il salto in alto a sedici anni ma», confessa, «mi ci sono dedicata più seriamente solo durante l’università, intorno ai diciannove anni suonati, poi ho continuato fino ai 34».
Lo
zen e il tiro con l’arco di Herrigel e Siddharta di Hesse sono stati suoi compagni di pedana e maestri di vita
QUANDO IL LAVORO
APPAGA LA MENTE
Ma, chiediamo a Beatrice, al di là del risultato numerico, dei quasi 2 metri saltati, cosa ti è rimasto più stretto e indelebile di quell’esperienza? «La bellezza di quel momento, che in realtà è stato il frutto di circa 10mila ore d’allenamento in oltre dieci anni di lavoro, poi la bellezza e la naturalezza di un movimento particolarmente complesso che necessita di forza, velocità ed elasticità e che mi ha permesso di provare la sensazione di volare, sperimentando la piena consapevolezza e la pura con -

Fra tempo libero e famiglia
EVENTI ISTITUZIONALI
A SCOPO BENEFICO...
LA NOSTRA BEATRICE
LUNDMARK È SEMPRE
PRONTA A DARSI
DA FARE.

Chiediamo a Beatrice Lundmark, a parte il lavoro, il sostegno allo sport e ai meno fortunati, quali sono le sue passioni del tempo libero. Lei, però, tiene subito precisare: «È poco, pochissimo il mio tempo libero!». Va bene, parliamo un poco dei nostri viaggi reciproci e l’argomento la stimola parecchio, sia nell’ascolto sia nei racconti. Sì, però... chi di noi non ama viaggiare?
Più interessante e inatteso scoprire che fra le cose che più interessano Beatrice Lundmark vi sono la fisica quantistica, le neuroscienze e le filosofie orientali.
Sport ancora protagonista... ma non solo!


Poi, spiega: «Nel, ripeto poco, tempo libero mi piace leggere, passeggiare e giocare nella natura con le mie bambine Astrid, di nove anni, ed Elettra di sei, come pure accompagnarle nelle loro prime gare di atletica». Ogni giorno, poi, come da buoni ricordi, Beatrice si ritaglia la sua mezz’oretta di sport: «Quelli che preferisco», specifica, «sono la corsa, lo yoga, la palestra, il tennis e la meditazione, per sentirmi in equilibrio con me stessa e in sintonia con l’universo». «Non sempre funziona», ammette la campionessa, «ma spesso sì».
centrazione sul momento presente, come in una sorta di benessere profondo dell’anima, nella quale si tende a dimenticare sé stessi e a raggiungere la felicità. Praticare sport a questa intensità è stata, inoltre, una scuola di vita e un percorso interiore che mi ha dato tanto e ha contribuito alla formazione del mio carattere e del mio modo d’essere».
LA FELICITÀ INTERIORE
DURA PER SEMPRE
Beatrice, concludiamo, stai parlando di qualcosa che ormai si è insediato nella tua Indole? «Proprio così. Come descrivono Eugen Herrigel ne Lo zen e il tiro con l’arco ed Hermann Hesse in Siddharta , due libri che spesso mi portavo in pedana. Per molti saranno forse discorsi troppo filosofici e astratti, tuttavia per me lo sport è stato soprattutto un’esperienza spirituale, che trascende l’aspetto fisico, alla ricerca dell’equilibrio e della felicità interiore. Una felicità che ora continua in altri ambiti della vita». Grazie, campionessa di sport e non solo. Lo terremo presente anche noi.
Molto attiva anche nel sociale

Facile
scoprire qua e là che Beatrice è molto attiva anche in favore delle persone meno fortunate o della collettività: «Tengo sempre nel mio cuore», spiega l’ex campionessa di salto in alto, «uno spazio per i più deboli o svantaggiati, dedicando volentieri una parte del mio tempo libero, anche istituzionale se occorre, a campagne benefiche: sono stata madrina dell’Associazione Inclusione Andicap Ticino, nel 2023 e nel 2024, e ho fatto da testimonial per una campagna della Lega Ticinese contro il cancro al seno (2013), mentre nel 2014 ho pubblicato un libro fotografico di fine carriera dalla cui vendita ho ricavato 5mila franchi che ho devoluto a Greenhope, fondazione che organizza eventi a favore di bambini malati di tumore». Attualmente Beatrice è presidente dell’Associazione dei Dipendenti del Comune di Massagno, fa parte del Comitato Genitori delle scuole di Savosa e del gruppo politico Più Donne contribuendo a organizzare attività a favore dei rispettivi gruppi di riferimento.


LUSSO? Non doverci pensare
Nel cuore pulsante della casa, sono complici preziose: le tecnologie all’avanguardia che semplificano la vita quotidiana, con stile. Intervista a Sven Baacke, Head of Design di Gaggenau: uno sguardo raffinato e innovativo sul mondo della cucina contemporanea
Proprio lì dove si avvicendano momenti di famiglia e occasioni conviviali, in cucina, a semplificare le attività quotidiane ci pensano il design e le funzioni sempre più performanti degli elettrodomestici. Sven Baacke, Head of Design di Gaggenau, ci racconta dello stato dell’arte, tra estetica, funzionalità e tecnologia, evidenziando come l’attenzione al dettaglio, la sostenibilità e l’intuizione possano trasformare la cucina in uno spazio di benessere, connessione e ispirazione. Un’intervista che svela la filosofia di un brand iconico e la visione di un design che rispetta la complessità della vita reale.
SOLUZIONI SEMPLICI E STIMOLANTI
La prima domanda che poniamo al capo del design di Gaggenau è d’obbligo: come pensa che il suo design possa migliorare l’esperienza quotidiana delle donne, che – anche – in cucina devono conciliare lavoro, famiglia e convivialità? «Credo che un buon design debba supportare la vita reale, in modo discreto, intelligente e senza richiedere attenzione», risponde Sven Baacke. E continua: «La cucina è l’ambiente in cui ci si ritrova per svolgere una funzione fondamentale: nutrire e nutrirsi, uno spazio in cui si intrecciano multitasking, creatività e connessione». Qual è, di conseguenza, l’apporto di chi fa un lavoro come il suo? E l’Head of Design: «La nostra mission è creare elettrodomestici che alleggeriscano il carico mentale, attraverso interfacce intuitive, prestazioni precise e un linguaggio di design

FORNO, MICROONDE E MACCHINA DEL CAFFÉ GAGGENAU, DELLA SERIE EXPRESSIVE, ISPIRATA ALLO STILE BAUHAUS E AL MINIMALISMO DELL’ARCHITETTURA MODERNA.


che infonda calma e chiarezza. Non si tratta di progettare specificamente “per le donne”, ma di rispettare la complessità della vita quotidiana e offrire soluzioni che risultino naturali e stimolanti per tutti».
QUANDO LA TECNOLOGIA È AMICA
Certamente per le donne, quotidianamente attive tra lavoro e famiglia, soluzioni tecnologiche mirate a semplificare la vita domestica sono alleate preziose. Per questo chiediamo a Sven Baacke in che modo Gaggenau integra la tecnologia per offrire esperienze uniche, assicurando una cucina ad alte prestazioni ma facile da usare. «La tecnologia dovrebbe essere percepita come un’estensione delle
Tendenze future


proprie intenzioni, mai come un ostacolo», spiega l’Head of Design di Gaggenau. E prosegue: «Il nostro obiettivo è rendere meravigliosamente semplici le prestazioni avanzate. Si tratti dell’anello di controllo flottante, che invita a un’interazione tattile e intuitiva, oppure della perfetta integrazione tra automazione e precisione, tutto è progettato per ridurre gli attriti e migliorare il flusso. Ci concentriamo su innovazioni significative, tecnologie che mettano a proprio agio l’utente. Eliminando ogni complessità».
VALORI CHE RESISTONO AL TEMPO
Al designer chiediamo come si svolge il suo processo creativo nello sviluppare nuovi concetti o collezioni per
Cucina, cuore avanguardista della casa
Quale sarà l’evoluzione del design delle cucine nei prossimi anni? Ci sono tendenze emergenti che a suo avviso definiranno il futuro del settore e come si sta preparando Gaggenau ad affrontarle? Ecco le risposte di Sven Baacke, nel suo ruolo di capo del design Gaggenau: «La cucina è destinata a diventare ancora più centrale, come spazio di espressione dei singoli e di benessere condiviso. Le persone cercano esperienze tranquille e tattili in un mondo digitale. Il design continuerà a muoversi verso la riduzione e l’integrazione, pur continuando a offrire valore emotivo. In Gaggenau stiamo abbracciando questa evoluzione concentrandoci sull’onestà dei materiali, sulla tecnologia intuitiva e sulla flessibilità, con design in grado di adattarsi all’architettura e agli stili di vita individuali. Il futuro», conclude Baacke, «non sarà più rumoroso o veloce, ma più ponderato».
Dettagli che fanno la differenza
Design e tecnologia volti alla massima praticità d’uso




Gaggenau. «Innanzitutto, osservo come le persone cucinano, come si muovono, cosa le rende felici o frustrate in cucina. È la premessa per un dialogo tra funzione, forma e sensazione. In Gaggenau siamo profondamente ispirati dall’architettura, dall’artigianato e dalla nostra tradizione di precisione. L’obiettivo è creare qualcosa che sia attuale tra dieci anni come lo è oggi. Ogni dettaglio è studiato, ogni linea ha uno scopo. È questo livello di sobrietà che conferisce ai nostri progetti la loro forza discreta».
IL RISPARMIO? È ANCHE NELLA DURATA
Un tema oggi alla ribalta, in ogni settore: la sostenibilità. Quanto influenza il design di Gaggenau? Come si integrano funzionalità ed efficienza energetica senza compromettere l’estetica? «Per noi», nota l’Head of Design, «la sostenibilità non riguarda solo i materiali o le classi energetiche, ma anche la longevità. Un prodotto ben
La sostenibilità riguarda materiali e classi energetiche, ma anche il potenziale di longevità
costruito, resistente e dal design intramontabile, rimarrà in cucina molto più a lungo di un’alternativa dettata dalle mode. Utilizziamo materiali come l’acciaio inossidabile e il vetro, progettiamo i nostri elettrodomestici per garantire precisione ed efficienza. L’estetica non viene mai compromessa: credo, infatti, che la vera sostenibilità e il buon design siano strettamente correlati. Entrambi richiedono attenzione e entrambi mirano a creare qualcosa che duri nel tempo».
FORNO COMBINATO A VAPORE E FORNO (DALL’ALTO) IN GAGGENAU ONYX, ENTRAMBE FINITURE DELLA SERIE MINIMALISTIC.
FORNO COMBINATO A MICROONDE E MACCHINA DA CAFFÉ COMPLETAMENTE AUTOMATICA (DALL’ALTO) IN GAGGENAU ONYX.
CONGEDO MINIMO...
divario massimo
È il momento di pensare a un congedo parentale anche in Svizzera. Per una società più equa che valorizzi l'apporto di tutte e tutti
Gli indicatori parlano chiaro. Quattordici settimane di congedo per la neo-mamma, due per il padre: la Svizzera è il fanalino di coda europeo. La Svezia, infatti, offre circa 16 mesi di congedo parentale condiviso, con i primi 390 giorni retribuiti all’80 per cento dello stipendio. In Francia, Macron vuole portarlo a sei mesi per entrambi i genitori. La Polonia ha esteso il congedo a 36 settimane, di cui venti retribuite al 100%. Sono solo alcune delle realtà che mostrano risultati misurabili: maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, minor gender gap salariale e pensionistico, un coinvolgimento paterno che si traduce in una divisione più equa del lavoro di cura anche negli anni successivi alla nascita di un figlio.
circolo vizioso di precarietà. Dal canto loro, le donne con contratti precari hanno minori probabilità di beneficiare pienamente dei congedi esistenti. E le madri single, che rappresentano una quota significativa delle famiglie svizzere, si trovano in una posizione di particolare svantaggio. L’indennità di maternità all’80 per cento dello stipendio può essere sostenibile per una famiglia di classe media, ma rappresenta una sfida per chi guadagna salari più bassi. Attualmente il congedo di paternità è finanziato tramite le indennità di perdita di guadagno (IPG), lo stesso sistema copre il congedo di maternità. È comprensibile che obiezioni economiche emergano in ogni dibattito su politiche sociali espansive. Tuttavia, è importante analizzare questi “costi” con la stessa serietà degli investimenti in infrastrutture o ricerca.
Adottare un congedo parentale più moderno significa anche prepararsi alle sfide demografiche future
Il discorso sul congedo parentale ha mille sfaccettature, consideriamone alcune. Le famiglie migranti, spesso private delle reti di supporto familiari, sono particolarmente vulnerabili nell’attuale sistema. Senza nonni disponibili e senza risorse per pagare asili nido, si trovano intrappolate in un
Diversi studi mostrano che ogni franco usato in congedi parentali genera benefici significativi in termini di maggior produttività, riduzione del turnover aziendale e minori costi sanitari. In Svezia, dove il congedo parentale esteso è realtà da decenni, il tasso di occupazione femminile è

all’82 per cento, ben superiore alla media europea. Ma esiste anche un costo umano dell’attuale sistema raramente considerato: lo stress psicologico delle madri costrette a rientrare al lavoro troppo presto, l’impatto sulla salute mentale dei padri esclusi, i costi a lungo termine di una società che spreca talenti femminili. Le proposte in campo sono multiple e rappresentano un fermento politico significativo. L’iniziativa popolare “Per un congedo familiare”, lanciata dall’Alleanza delle associazioni femminili svizzere Alliance F con una coalizione di partiti (PS, Verdi, Verdi liberali), organizzazioni e sindacati, propone diciotto settimane non trasferibili per ciascun genitore... Il nostro Paese ha sempre saputo coniugare tradizione e innovazione. Ora abbiamo l’opportunità di dimostrare che il progresso sociale non è un lusso. Adottare un congedo parentale moderno significa anche prepararsi alle sfide demografiche future. Con un tasso di natalità in calo e una popolazione che invecchia, investire nelle famiglie non è solo giusto, è strategico. Cosa stiamo aspettando?
A CURA DI MATTEA DAVID NEL COMITATO FAFTPLUS

Moda sì, ma senza troppe imposizioni
Moda e look in generale, ma da che parte vanno le tendenze per l’autunnoinverno 2025? La risposta, che potrà suonare strana, è: da nessuna parte. Perché ormai si è già visto e rivisto di tutto, dalle proposte delle fashion major fino a quelle delle grandi case cosmetiche. A parte ciò che di bello e innovativo presentano le sfilate, la moda non è più imposizione e ognuno può scegliere ciò che vuole, in base a umore, clima, opportunità.Una conferma da non crederci? Ultimamente, sui social cominciano a comparire le vecchie pellicce delle nonne...

Silhouette che richiamano un’eleganza senza tempo. Abiti lunghi, gonne ampie e movimenti fluidi dominano
la scena, abbinati a scarpe inglesi dal fascino rétro e gioielli che illuminano i toni caldi della stagione. Una moda che esalta la femminilità con la complicità di dettagli preziosi, da indossare a tutte le ore

ABITO_ ROMEO GIGLI
YUKIKO COLLEZIONE
FW 25-26
COLLIER_ SCAVIA
MAKE UP_ MASCARA
HERMÈS TRATTAMENTO
RIVITALIZZANTE
NOIR FUSAIN

LAQUE 64 - EXIGENCE
LOOK_ CETTINA BUCCA
SCARPE_ MACIAN
ORECCHINO_ SCAVIA MAKE UP_ ROSSETTO CHANEL ROUGE ALLURE
GONNA E PULLOVER_
CETTINA BUCCA
COLLANA CON PENDENTE_ SCAVIA
MAKE UP_ ROSSETTO
ROUGE HERMÈS, ROUGE À LÈVRES SATINÉ
NR. 13 - BEIGE KALAHARI


ABITO GENNY
CAPPOTTO POMANDÈRE
COLLIER SCAVIA
MAKE UP CHANEL
ROSSETTO ROUGE
ALLURE LAQUE
62 - STILL
FOTOGRAFA
E CREATIVE DIRECTOR
MARINA PRINZI
IG marinaprinziphotography
MAKE UP & HAIR
ANASTASIA KATAUROVA
IG anastasiakataurova
MODELLA
ELENA KOSMINA
IG elena.kosmina
PR & COMMUNICATION
TERESA LA FOSCA
IG teresalafosca_pr
RETOUCHER
RETOUCH CONCEPT
IG retouchconcept
CHANEL
LES 4 OMBRES . OMBRETTO DAI MOLTEPLICI EFFETTI. SI ISPIRA ALLA BELLEZZA INTRAMONTABILE DELLA CAMELIA, REINTERPRETATA IN CHIAVE FUTURISTICA
REF. 151387 387 - UTOPIA

BEAUTY CASE
SISLEY HAIR RITUEL BY SISLEY ORA DISPONIBILE ANCHE COME LE PARFUM PER LA PELLE E PER I CAPELLI


CHANEL
HERMÈS PLEIN AIR POUDRE ÉCLAT RAYONNANT, MIRAGE. CIPRIA ILLUMINANTE, UNA POLVERE FINE E SETOSA CHE DONA ALLA PELLE UN ASPETTO RADIOSO. LA FORMULA CONTIENE EMOLLIENTI CHE DONANO UNA SENSAZIONE DI MORBIDEZZA E UN COMFORT DURATURO


LES BEIGES EAU DE TEINT. EAU DE TEINT FRESCA ALLE MICROSFERE DI PIGMENTI. EFFETTO PELLE NUDA. RISULTATO RADIOSO E NATURALE RÉF. 158810
HERMÈS MASCARATRATTAMENTORIVITALIZZANTE 01-NOIR-FUSAIN. IDEALE PER INTENSIFICARE E SOTTOLINEARE LO SGUARDO. L’APPLICATORE INNOVATIVO PERMETTE UN’APPLICAZIONE IN TUTTA SEMPLICITÀ E UN GESTO PRECISO, PER UNA DEFINIZIONE PERFETTA DELLE CIGLIA. LO SGUARDO È APERTO, SUBLIMATO
CHANEL
ROUGE ALLURE LAQUE IL ROSSETTO FLUIDO BRILLANTE TENUTA ESTREMA REF. 165097 97 - IRRÉELLE






Aparte durante la pandemia, quando limitazioni e mascherine lo hanno spesso visto inutilizzato nell’angolo dei trucchi, forse non si dovrebbe neppure parlare di ritorno, visto che il rossetto continua da sempre, nonostante mode, tendenze e stagioni, a scaldarci le labbra e il cuore.

Mantenendo il suo posto d’onore nel trucco quotidiano, al punto che le nuove collezioni ne celebrano il fascino senza tempo, proponendolo in colori vibranti, consistenze voluttuose, finish intensi, opachi o brillanti, e «In formule che alla perfetta tenuta sanno coniugare l’azione emolliente e protettiva delle labbra», spiega Tiziana Aloia, make up artist per Artdeco.

COME UN ROSSETTO Intramontabile
Con la consulenza di Tiziana Aloia, make up artist per Artdeco Italia.
SERVIZIO DI ELETTRA EBERLE

Prima di tutto
viene la cura
Per pensare al trucco è essenziale come prima cosa dedicarsi alla cura delle labbra, perché su una mucosa arida e screpolata l’effetto colore non risulta mai perfetto, neppure se la scelta cade su un tono chiaro.
«Ecco perché», approfondisce Tiziana Aloia, «è sempre bene mantenere le labbra morbide e lisce, programmando uno scrub settimanale e usando ogni giorno dosi generose di un balsamo o uno stick nutriente a base di oli e burri vegetali emollienti».
Si tratta di un semplice gesto, ma sempre importante, a maggior ragione ora che l’avvicinarsi del freddo intenso rende le labbra ancora più esposte al rischio di secchezza e screpolature.
Poi viene lo stile A ciascuna il suo
Avvolgenti e voluttuosamente morbidi, confortevoli e chic, solitamente i rossetti dell’autunno si declinano in due gamme di toni che permettono a ogni donna di scegliere il trucco con cui si sente più a proprio agio.
LA DISCREZIONE DEL NUDE
«Le sfumature naturali che valorizzano le labbra con eleganza e discrezione rimangono anche per l’inverno un passepartout universale: adatte a ogni viso e in ogni occasione, sono perfette sia che si scelga un make up soft sia che si opti per un trucco occhi importante, così da bilanciare l’insieme», spiega l’esperta.
IL CARATTERE DEL ROSSO
«La stagione fredda vede il rosso più che mai protagonista sulle labbra, intenso e sensuale», dice Aloia.
Le sfumature scarlatte e quelle che tendono all’arancio valorizzano gli incarnati che hanno un sottofondo dorato e si sposano alla perfezione con i capelli biondi o castano chiaro.
Il rubino, con la sua nota blu, rende più vive le carnagioni olivastre e illumina quelle chiare con capelli castano scuro.
PURE BEAUTY
AQUA LIP STAIN (02) ASTRA
Con il 94% di ingredienti naturali idratanti, si fonde sulle labbra lasciando un colore senza spessore dall’effetto fresco.
HYDRATING NUDE LIPSTICK (301) ESSENCE
Con olio di ricino e burro di karité, garantisce una vellutata morbidezza e un colore soffuso che sottolinea la bocca con eleganza.
ROSA PURPUREA ROSSETTO EFFETTO SETA L’ERBOLARIO
Rosso scarlatto in edizione speciale, con specchietto e bustina decorata, colora mentre protegge le labbra con estratto oleoso di rosa gallica, oli e burri vegetali.
LES NUS BY COLOR RICHE (181)
L’ORÉAL PARIS
Uno stick infuso con oli trasparenti e puri, per una brillantezza intensa che valorizza tutti i tipi di labbra in ogni occasione.
POP REDS (RED-Y TO WEAR)
CLINIQUE
Sulla bocca come rossetto e sulle guance come un blush: è pieno nel colore, ad azione idratante, a lunga durata e con un ventaglio di rossi.
PERFECT COLOR
LIPSTICK (855) ARTDECO Regala un colore ricco dalla raffinata opacità, con acido ialuronico per creare un effetto volume che rende le labbra perfettamente

«Gli accordi del rosso vinaccia, con quella punta di viola, sono incantevoli sulle donne rosse», aggiunge Tiziana Aloia.
OPACO O BRILLANTE?
Tornati di gran moda, i rossetti opachi (mat) donano un effetto pieno, rendendo le labbra più evidenti.
«Spesso i mat hanno la grande dote di essere no-transfer e long lasting, ma richiedono di essere stesi su labbra molto lisce», avverte l’esperta.
Sono decisamente più semplici da indossare i rossetti dal finish brillante:
«Si va dai cosiddetti effetto specchio a quelli che aggiungono solo un discreto tocco di luce alle labbra, valorizzandole e rendendole subito più piene», aggiunge l’intervistata.
Con i rossetti brillanti, poi, più è leggero il colore e più ci si può giocare durante l’applicazione, magari provando a picchiettarli sulle labbra per un effetto spugnato, soffuso e molto naturale: «Un’idea anche per chi ama, ma non osa, il rosso pieno», rivela la make up artist.
SCOPRIAMO L’OVERLINING
Dedicata a chi desidera labbra turgide senza ricorrere ai filler, questa tecnica conquista sempre più posizioni.
D’ispirazione anni Settanta, è amatissima, tra le altre vip, per esempio dall’attrice e cantante Jennifer Lopez, consiste nel far sembrare otticamente più piena la bocca solo con matita e rossetto in una tonalità nude o, comunque, molto naturale. Procedere è piuttosto semplice, anche se non si è così esperte.
«Il segreto sta nel disegnare, con una matita dello stesso colore delle labbra o in tono con il rossetto, un nuovo contorno della bocca di poco oltre il bordo, al massimo 1 millimetro, rispetto al naturale. Poi, si sfuma la matita verso il centro della bocca con un pennellino e si procede a stendere il rossetto, aggiungendo alla fine, per chi lo desidera, un tocco di gloss per un volume ancora più marcato».




UN FOLIAGE
di colori
Contrasti, accordi speziati e ombreggiati, fino ai toni bui come la notte. Colori che si ispirano alla natura e ai suoi mutamenti per regalare un fascino autentico e senza tempo
Nonostante la brutta stagione che avanza, prima di cadere le foglie si tingono di mille colori e, anche per noi, c’è voglia di naturalità e di dolcezza nell’aria. «Lo testimoniano anche le colorazioni e gli accostamenti dell’alta moda e le scelte personali di modelle e donne famose, che anche quest’anno giocano con i riflessi della natura, mescolando tra le ciocche accordi più chiari e accenti più scuri per ottenere un insieme morbido e vibrante, mai artificiale, pronto a ingentilire i tratti e a illuminare il viso», afferma l’esperto Enzo Angileri, celebrity hair stylist.
CASTANO, SÌ MA… CON CARATTERE
Spesso si vive il castano come la Cenerentola dei colori, una tonalità di scarso carattere, abituata a passare inosservata. «In realtà», spiega l’esperto che intervistiamo, «rappresenta la base perfetta su cui lavorare con un sapiente gioco di sfumature per creare un tono unico e originale, capace di valorizzare appieno i tratti: nella cartella colore dei castani rientra, infatti, un ventaglio praticamente infinito di accordi che, se scelti con cura e calibrati ad arte, sanno sposarsi al meglio con qualsiasi incarnato».
ANCHE CON ACCENTI “GOLOSI”
«Su una chioma castana un buon hair stylist ha a disposizione un ampio spazio d’azione per renderla più fresca e contemporanea, scegliendo tra i riflessi di dolci, come il brown chocolate e il crème caramel, gli accordi speziati della cannella e della noce moscata e gli accenti più morbidi del mocaccino, della nocciola e della mandorla, per ottenere armonie che risvegliano la vitalità», rivela l’hair stylist. Ed è facile aggiungere pure che non a caso abbia fatto riferimento proprio ai gusti di gelato che vanno per la maggiore in autunno, mentre è più facile che quelli alla frutta siano più gettonati d’estate.
PERFINO A TINTE FREDDE
Se le sfumature calde risultano ancora sul podio, la nuova stagione suggerisce anche un grande ritorno dei castani freddi, che vanno però studiati con molta attenzione, perché si armonizzino con i toni naturali del viso, così da evitare stacchi che lo indurirebbero.
Chiediamo: il punto di colore freddo più di tendenza? «Il caffè, tra il dolce e l’amaro, che veste la chioma di una luce intensa effetto gloss», risponde Renzo Angileri.
BIONDO… SIA CALDO SIA FREDDO
Con questo tono il rischio d’artificiosità è molto alto, soprattutto se si punta su sfumature troppo dorate. «Via libera agli accordi freddi che dallo champagne arrivano fino al platino, sempre movimentati da sottotoni un po’ più scuri alla base per creare profondità. Il risultato, grazie anche a una sapiente disposizione delle schiariture, illumina il viso, adattandosi perfettamente a qualsiasi incarnato».
SFUMATURE LEGNOSE
«Se si parte da un biondo scuro, per rinnovare il look basta aggiungere riflessi negli accordi del legno affumicato, così da bilanciare le sfumature un po’ troppo giallastre e creare un contrasto d’effetto che muove l’insieme, rendendolo molto naturale e valorizzando al meglio le linee del taglio», continua l’esperto.
RISULTATI MORBIDI
Angileri: «Dal caramel blonde - biondo neutro che combina alla perfezione schiariture calde e fredde - fino al milk chocolate, i biondi dell’inverno hanno comunque qualcosa in comune: una morbidezza vellutata che vivacizza il look, con armonia e dolcezza».

RED TEMTATION... A DUE FACCE
Il rosso è la grande tentazione dell’autunno. «La tendenza lo declina in due gradazioni opposte che vanno dal delicatissimo strawberry blonde, un accordo rosso appena accennato, piacevole e molto portabile a qualunque età e in qualunque occasione, fino all’arancio pel di carota, visivamente abbagliante, più difficile da indossare, perché richiede carattere, reso comunque più contemporaneo da sfumature più scure alla base».
SINFONIE RAMATE
Calde, eleganti e avvolgenti, anche le tonalità rame restano regine con accordi sia accesi sia appena accennati. A darne conferma sono perfno i social media, dove negli ultimi anni l’argomento suscita sempre innumerevoli like. «In ogni caso il rosso, soprattutto nelle sfumature più accese, va sempre ben calibrato sui tratti e sulla personalità di chi lo indosserà per trovare la tinta più adatta», senza trascurare che per restare brillante la tinta richiede cure costanti.

Vincono i tagli scalati
Anche gli stili sono naturali: il nostro esperto consiglia di mettere da parte le geometrie più rigide in favore di tagli dal movimento libero e rilassato, facili da gestire, anche da sole a casa. Dal lungo XXL al corto minimal, fino al carrè, le protagoniste sono le scalature alle quali si affida il compito di alleggerire l’insieme, rendendolo più brioso, fresco e pratico.

Idratazione e integrità
Biondo o scuro che sia, qualunque colore vive di brillantezza ed è per questo che la cura del capello è essenziale: una fibra ben idratata e morbida riflette la luce, regalando riflessi naturali e vibranti. Il consiglio dell’hair stylist? «Prevedere una maschera ad alto valore nutritivo da una a due volte alla settimana».
MI RIFACCIO il lato
Selfie? No, belfie! È una moda lanciata dalle vip, quella di farsi ritrarre o fotografarsi di spalle per mostrare fondoschiena perfetti. Ma anche noi possiamo sfoggiare un lato B da copertina
Il bombardamento di immagini di glutei scolpiti sui social negli ultimi anni ha fatto impennare le richieste di natiche alte, sode e ben proporzionate che noi donne facciamo ai chirurghi plastici. E il desiderio nasce dalla consapevolezza che il lato B rappresenta una delle armi di seduzione più potenti dell’universo femminile. Un’arma irresistibile, ovviamente, se supportata da un “Bel” cervello. Vediamo insieme come è possibile perfezionare volume e forma dei glutei.
DUE PROBLEMI, DUE APPROCCI
Prima di intervenire con la correzione dei glutei è necessario fare un distinguo sul tipo di problematica, da cui ovviamente dipende la risposta. Ci sono persone che, per natura, hanno una scarsa sporgenza, ovvero un sedere piatto, e altre che devono fare i conti con un rilassamento dei tessuti, cioè glutei che tendono a cadere, flaccidi e bassi. Di conseguenza, anche l’approccio correttivo sarà differente, in base alle moderne tecniche di medicina e chirurgia estetica.
A CURA DI ELETTRA EBERLE

la consulenza del
BPer chi ha il sedere piatto, cui si aggiunge anche un rilassamento dei tessuti, e desidera correggere entrambi gli inestetismi, c’è la possibilità di abbinare entrambe le tecniche in sala operatoria

Con
dottor Andrea Bianco, specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica a Milano, Verbania e Lugano.

Acido ialuronico per dare volume
Un trattamento soft che prevede l’infiltrazione, nella parte alta del fondoschiena, di un acido ialuronico creato appositamente per i glutei che ha caratteristiche particolari: elasticità e viscosità ideali per dare volume a un sedere eccessivamente piatto.
INIEZIONI LOCALIZZATE
La seduta è ambulatoriale e prevede un’anestesia locale, dopo la quale il medico inietta l’acido ialuronico specifico, servendosi di un ago lungo per raggiungere la fascia muscolare del gluteo.
La sostanza inoculata forma una palla che sarà modellata manualmente dal chirurgo.
La tecnica impiegata consente di iniettare la sostanza poco alla volta e in modo calibrato per ciò che concerne la quantità. Questo trattamento permette di personalizzare il risultato, grazie alla duttilità del prodotto: nel caso in cui la sporgenza fosse troppo evidente è possibile ridurla al momento stesso, senza creare traumi ai tessuti.
La seduta non è dolorosa, ma una volta terminata è possibile avvertire un leggero indolenzimento che non impedisce di riprendere fin da subito le proprie consuete attività e di sedersi.
È necessario soltanto applicare uno steril strip (un cerottino per medicazione sterile) sui fori di accesso della cannula, per evitare infezioni e fuoriuscita della sostanza. Gonfiori ed eventuali lividi scompaiono spontaneamente nel giro di qualche giorno.
NESSUNA CONTROINDICAZIONE E RISULTATI IMMEDIATI
Il volume dei glutei è immediatamente visibile, ma non è una correzione permanente. L’acido ialuronico è un prodotto biodegradabile e riassorbibile dall’organismo, quindi per mantenere il volume acquisito è necessario procedere con un ritocco dopo 15-18 mesi. Chiunque può sottoporsi a questo trattamento.
Unica avvertenza: per una settimana evitiamo sauna, piscina e palestra.
Lifting chirurgico per sollevare
Si tratta di un intervento operatorio che prevede il rimodellamento del gluteo attraverso l’asportazione della pelle “rilassata”, tecnicamente definita “ptosi glutea”, che si manifesta in seguito a un forte dimagrimento, a una gravidanza o per naturale invecchiamento.
È possibile procedere al lifting dei glutei solo dopo la visita specialistica e gli esami di routine necessari per stabilire l’idoneità all’intervento.
L’operazione richiede l’anestesia generale e la degenza di due giorni nella struttura ospedaliera.
Per rimuovere la pelle in eccesso e ridefinire il gluteo nella sua globalità è necessario praticare, nella parte alta dei glutei, un’incisione a forma di V, tecnicamente detta “ad ali di gabbiano”. Le cicatrici, se il tutto è ben eseguito, seppur permanenti non saranno troppo evidenti, nemmeno indossando il costume da bagno.
Al termine dell’intervento viene applicata una medicazione compressiva e fatta indossare una guaina elastica per ridurre il gonfiore.
LE
ATTENZIONI SUCCESSIVE
Per alcuni giorni dopo l’operazione è necessario restare a riposo per consentire una perfetta cicatrizzazione dei tessuti, e seguire una cura con antibiotici e farmaci fluidificanti.
Per qualche mese si avvertiranno indolenzimento generale, bruciore e lieve perdita di sensibilità.
Per accelerare il riassorbimento dell’edema, ovvero il gonfiore, favorire una guarigione più rapida e mantenere perfettamente il risultato ottenuto sono consigliati massaggi manuali linfodrenanti o con la metodologia di endermologie.
RISULTATI PERMANENTI
I miglioramenti sono visibili dopo uno o due mesi e sono permanenti. Per evitare complicazioni è fondamentale seguire rigorosamente i consigli del chirurgo e non saltare le visite di controllo utili per una migliore guarigione.
La vita è un insieme di cose belle, scegli di lavorare in un posto piacevole.

AB VECO BUSINESS CENTRE i tuoi uffici per un giorno, un mese, un anno nel centro di Lugano. Chiamaci allo 091 922 52 31 o visita il nostro sito www.vecobusinesscenter.ch
Siamo in Via Luigi Lavizzari 4, 6900 Lugano



Tumore al seno: giornata mondiale
Il 19 ottobre, Giornata mondiale del tumore al seno, non è la “solita” ricorrenza. È un’allerta annuale, come una sveglia il mattino, per ricordarci di fare i controlli che, così emerge anche dall’intervista al famoso oncologo Paolo Veronesi pubblicata a pagina 50, possono portare al 100 per cento le possibilità di sopravvivere alla malattia più diagnosticata (circa 2,5 milioni di nuovi casi annuali) e letale (1,1 milioni di decessi previsti entro il 2050) in tutto il mondo.
Heal th

Controlli
AL SENO
Non dimentichiamoli!
Che il tumore spaventi è normale. Che si dimentichi la prevenzione per la paura no. L’autunno è il periodo giusto per recuperare il tempo perduto. Abbiamo intervistato il celebre oncologo Paolo Veronesi che ci spiega come prendersi cura di sé


Senologia Chirurgica dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) a
Una buona notizia che ci incoraggia? Grazie alla ricerca e alla prevenzione, il male femminile per eccellenza è sempre più curabile. Per approfondire questi due aspetti abbiamo parlato con un vero luminare in materia: il professor Paolo Veronesi, presidente della Fondazione voluta da suo padre Umberto e direttore della Divisione Senologia Chirurgica dell’Ieo di Milano.
Parlando qua e là, si scopre che molte donne sono tentate di sostituire i controlli con l’autopalpazione. Scherzano col fuoco?
«Ogni donna conosce bene il proprio seno e spesso la sua mano è affidabile quando avverte qualcosa di strano. È giusto, quindi, eseguire regolarmente l’autopalpazione, ma questa può aiutare a trovare un nodulo e non certo a capire che cosa sia. Inoltre, non è possibile scoprire tutto solo con l’autopalpazione. Prima dei trent’anni il tumore è un’eccezione, quindi, se non c’è particolare familiarità con questa malattia, può anche bastare l’autopal-
pazione. Ma in caso si senta qualcosa di strano o si abbia un sintomo sospetto, è sempre bene correre subito da un senologo».
Si può fare il check-up al seno dal proprio ginecologo di fiducia?
«No. A meno che il ginecologo sia anche esperto in senologia, è sempre meglio rivolgersi a un senologo. Anche l’ecografia al seno fatta dal ginecologo può dare risultati deludenti, perché la sonda che si usa per la ginecologia ha una frequenza più bassa di quella specifica per la mammella».
Quando conviene sottoporsi all’eco e quando alla mammografia?
«Se non ci sono familiarità con il tumore o altri fattori che aumentino il rischio di ammalarsi, è bene iniziare a fare un’ecografia al seno dai trenta, trentacinque anni, mentre la mammografia si può cominciare a farla dai quarant’anni, sempre ogni anno. In molti casi servono entrambe e vale la pena effettuarle nella stessa seduta o a breve tempo di distanza, per dare modo al radiologo di leggere i due referti in maniera “integrata”».
Perché a volte servono entrambe?
Se un tumore viene scoperto quando è ancora soltanto una microcalcificazione le possibilità di guarigione sono del 100 per cento
«Perché ci sono alcune mammelle che hanno un tessuto ghiandolare molto denso, di conseguenza con la mammografia risultano “radiopache”, cioè gli eventuali noduli non si riescono a distinguere, mentre l’ecografia li evidenzia bene. Questi casi sono i peggiori da gestire, perché la mammografia potrebbe
A CURA DI RICCARDO ZAGO
In collaborazione con Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi e direttore della divisione
Milano.


Buono a sapersi
Alcuni segnali richiedono grande attenzione!
Se si trova un nodulo, se un capezzolo si ritrae, se si nota una crosticina, se compare una secrezione, se si trova il reggiseno sporco, se un seno sembra più duro, se… Corriamo subito da un senologo, meglio un controllo in più che uno in meno!
dare un esito negativo, ma di fatto non si è sicuri che lo sia fino in fondo. Per questo il referto della mammografia va integrato con quello dell’ecografia».
Ma, allora, non basterebbe fare solo l’eco?
«No, perché quest’ultimo esame, se da un lato ci permette di visualizzare gli eventuali noduli, dall’altro non permette di scoprire, per esempio, eventuali microcalcificazioni. Che, invece, la mammografia evidenzia molto, ma molto, bene».
Che cosa sono le microcalcificazioni?
«Possono essere il primo segnale di un tumore, spesso ancora “in situ”, quindi guari -
PER CHI SI CURA
NELLE BREAST UNIT
DEGLI OSPEDALI, CIOÈ
NEI CENTRI CERTIFICATI
E SPECIALIZZATI
NELLA DIAGNOSI E
NELLA CHIRURGIA DEL
TUMORE AL SENO,
LE PROSPETTIVE DI SOPRAVVIVENZA SONO
FRA LE PIÙ ALTE AL MONDO. PER FORTUNA!
bile al 100 per cento. Scoperto un focolaio di microcalcificazioni, possiamo effettuare un prelievo con sonda Vabb (Vacuum assisted breast biopsy), che permetterà di avere una diagnosi certa circa la natura delle microcalcificazioni. Sempre con la sonda, viene lasciato nella sede delle microcalcificazioni rimosse un repere metallico, una sorta di clip. Se l’esame istologico denota la presenza di cellule tumorali, prima dell’intervento chirurgico possiamo iniettare in corrispondenza della clip un tracciante radioattivo che guida il chirurgo, consentendogli di effettuare l’asportazione dell’area interessata nel modo meno invasivo possibile».
I dati parlano
Il tumore al seno è il più diffuso fra le donne anche in Svizzera:
6.700 circa sono le nuove diagnosi l’anno (340-360 in Ticino), fra le più elevate incidenze di tumori mammari;
1.500-1.550 decessi l’anno (60-70 in Ticino);
75% diagnosticato in donne over50;
87% è la sopravvivenza media a 5 anni;
una diagnosi precoce, aumenta efficacia dei trattamenti e le prospettive di vita (Federazione Swiss Cancer Screening).
Recuperare il buonumore
L’arrivo dell’autunno, con il suo calo progressivo delle temperature e soprattutto delle ore di luce, non è certo amico del nostro umore. Ma contro ansia e depressione la natura ci può venire in soccorso.
SE L’ENERGIA
MANCA

Non abbiamo nemmeno voglia di alzarci dal letto il mattino? Ci sentiamo affaticate anche se non facciamo nulla di particolare? Se abbiamo il morale così sotto i tacchi una buona alleata può essere la tintura madre di coriandolo (Coriandrum sativum). Normalmente usato per problemi di digestione, il coriandolo è utile anche per risollevare lo spirito. Prendiamone 30 gocce in due dita d’acqua prima di colazione. La cura va seguita per venti giorni sì e dieci no per due mesi in tutto.
CONTRO LA MALINCONIA
Se siamo malinconiche, una grossa mano ce la può dare il macerato glicerico di giovani getti di caprifoglio nero (Lonicera nigra). Il macerato glicerico di semi di betulla bianca (Betula verrucosa), poi, è in grado di potenziarne l’effetto ed è utile soprattutto in caso di affaticamento mentale, dovuto per esempio a un eccessivo carico di lavoro. Di entrambi dovremmo prenderne 30 gocce in due dita d’acqua prima di pranzo. Anche in questo caso, la cura va seguita per venti giorni al mese, per due mesi in tutto.
PER DORMIRE MEGLIO
Se l’abbassamento del tono dell’umore è associato a insonnia, un buon supporto è la tintura madre di luppolo (Humulus lupulus) che, con il suo effetto rilassante, favorisce un buon sonno ristoratore. Mezz’ora prima di andare a letto bisogna prenderne 30 gocce in due dita d’acqua, per due o tre settimane.
ANSIA E TACHICARDIA?
Qualora, oltre all’insonnia e al calo dell’umore siano associate ansia e tachicardia, un ottimo rimedio è il macerato glicerico
di giovani getti di biancospino (Crataegus oxyacantha), dall’effetto rilassante. Se ne devono prendere 20 gocce in due dita d’acqua prima dei tre pasti principali.
QUANDO EVITARE.
LE DONNE IN GRAVIDANZA, QUELLE CHE ALLATTANO E I BAMBINI NON DEVONO USARE LE TINTURE MADRI. IN OGNI CASO, PRIMA DI FARE RICORSO A QUALUNQUE RIMEDIO VERDE È BENE CONFRONTARSI CON IL MEDICO.
SCIOGLIERE LE TENSIONI
Quando, oltre al malumore, ci sono malinconia e insonnia possiamo farci aiutare anche dall’olio essenziale di arancio amaro (Citrus aurantium). Durante il giorno se ne possono mettere 5 gocce in un diffusore per ambienti, mentre la sera se ne possono aggiungere altrettante a un cucchiaio d’olio di mandorle dolci, massaggiando spalle e tempie con il preparato ottenuto.

Tre consigli sempre utili
1
Le erbe sono utili solo quando il calo dell’umore è moderato. Se queste cure non dovessero sortire gli effetti sperati, bisogna rivolgersi al medico o a uno psicoterapeuta.
VOGLIAMO RILASSARCI?
Oltre a migliorare l’umore, è assai rilassante ed efficace anche nei confronti dell’ansia l’olio essenziale di lavanda (Lavandula officinalis). Se ne possono mettere 5 gocce in un diffusore per ambienti o diluire 3 gocce in un cucchiaino di olio di mandorle dolci. Con il preparato che se ne ricava, bisogna massaggiare delicatamente ma ripetutamente la parte interna dei polsi. Entrambi questi rimedi naturali vanno usati per dieci giorni.
I rimedi verdi
2 È importante andare a letto e alzarsi quasi sempre alla stessa ora, mangiare a orari prestabiliti, seguire una dieta varia e svolgere attività fisica, se possibile all’aria aperta.
3 Nell’immediato sembrano migliorare l’umore, ma in realtà bevande eccitanti come caffè, tè e alcolici tendono a peggiorare la situazione.
Ecco le erbe da usare in caso di cali d’umore
ingrediente proprietà preparato
Arancio amaro antidepressivo olio essenziale
Betulla bianca tonica macerato glicerico
Biancospino tranquillante macerato glicerico
Caprifoglio nero antidepressivo macerato glicerico
Coriandolo tonico tintura madre
Lavanda antidepressiva olio essenziale
Luppolo sedativo tintura madre
Andiamo insieme alla scoperta di un elemento centrale per il benessere dell’intero organismo. Per questo, spesso gli specialisti consigliano di ricorrere a integrazioni

VITAMINA D Mai più senza!
Spesso si tira in ballo la vitamina D per il suo ruolo nel prevenire e rallentare l’osteoporosi, ma forse non tutti sanno che questo micronutriente si comporta come un vero e proprio ormone che svolge importanti funzioni extrascheletriche, tra cui quella di supportare il sistema immunitario. Complici lo stile di vita, l’alimentazione a volte carente e, soprattutto, la scarsa esposizione al sole, oggi sono molte e di tutte le età le persone inconsapevolmente a rischio di deficit

Con la consulenza della dottoressa
Michela Seniga, biologa nutrizionista dei centri Humanitas Medical Care.
A CURA DI ELETTRA EBERLE

Negli alimenti è “merce rara”
Lavitamina D è presente in pochissimi alimenti.
Tra quelli che la contengono ci sono pesce grasso (salmone, aringa, sgombro, sardine), tuorlo d’uovo, fegato di suino, latte intero, burro e formaggi.
Sono di origine animale e apportano la stessa forma di quella prodotta nella pelle: la vitamina D3 o colecalciferolo.
Alcuni alimenti di origine vegetale, invece, in particolare funghi, mandorle, semi di sesamo, soia, germe di grano, forniscono la vitamina D2 o ergocalciferolo, meno disponibile per l’organismo.
Agisce come un ormone I suoi benefici sono molteplici
La sua attività è molto ampia, perché la vitamina D si comporta come un vero e proprio ormone.
Interviene in diversi meccanismi fisiologici ed è coinvolta, direttamente o indirettamente, in una serie di processi che regolano il metabolismo e il funzionamento di vari organi e apparati, contribuendo a mantenere l’equilibrio di tutto l’organismo.
I recettori di questa sostanza, del resto, sono presenti su quasi tutti i tessuti e gli organi del corpo.
L’80% della vitamina D viene prodotto dalla pelle grazie all’esposizione diretta ai raggi solari ultravioletti
Non solo per le ossa
La D è una vitamina liposolubile, la sua funzione primaria riguarda l’assorbimento del calcio e del fosforo.
Calcio e fosforo sono fondamentali per la mineralizzazione dello scheletro e dei denti durante la crescita e per il mantenimento di un’adeguata densità ossea nel corso della vita adulta, con conseguente riduzione del rischio di osteoporosi, carie ai denti e fratture da fragilità ossea.
Una sola vitamina può portare con sé molteplici benefici ed è fondamentale in tanti meccanismi chiave per il buon funzionamento dell’organismo. Vediamoli insieme.
RINFORZA I MUSCOLI
Adeguati livelli di vitamina D contribuiscono a mantenere la tonicità e la forza muscolare, condizioni fondamentali non solo per migliorare l’equilibrio e prevenire cadute e fratture, ma anche per favorire il metabolismo dell’osso grazie all’azione meccanica esercitata dai muscoli sullo scheletro.
PROTEGGE IL CUORE
Alle giuste dosi, la vitamina D protegge da vari rischi cardiovascolari. A sostenerlo uno studio della Harokopio University di Atene, condotto su 3mila persone nell’arco di undici anni e pubblicato sul Journal of Human Nutrition and Dietetics
Secondo i dati raccolti dai ricercatori tramite questionari, chi assume maggiori quantità di vitamina D è meno esposto al rischio di infarto, ictus o altro tipo di malattie cardiovascolari.


MIGLIORA IL METABOLISMO
Un adeguato apporto della vitamina sembra migliorare la funzionalità dell’insulina e, quindi, il metabolismo degli zuccheri, riducendo il rischio di diabete di tipo 2.
La vitamina D contribuisce anche a ottimizzare il consumo energetico, facilitando l’utilizzo dei grassi di deposito, e persino ad attenuare lo stimolo della fame e contrastare la moltiplicazione degli adipociti, responsabili dell’aumento di peso.
SOSTIENE MENTE E UMORE
Diversi studi suggeriscono che la vitamina D sia in grado di regolare lo sviluppo e le funzioni del sistema nervoso fin dall’epoca prenatale e sia fondamentale per prevenire disordini neuropsichiatrici come autismo, schizofrenia, disordini ossessivo-compulsivi, depressione ed epilessia.
Al contrario, un suo scarso apporto sembra influire negativamente sulle funzioni cognitive, accelerandone il declino sia nelle persone sane sia in quelle affette da malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
POTENZIA LE DIFESE
La vitamina D sostiene il sistema immunitario, aumentando l’efficacia delle difese naturali, mitigando le risposte infiammatorie dell’organismo e quelle autoimmuni mediate dalle cellule T.
Per questo motivo, una sua carenza viene associata a conseguenze più serie in caso di malattie polmonari ostruttive croniche, asma o infezioni respiratorie causate da virus, e il Covid-19 non ha fatto che confermare questa tesi.
Le persone più a rischio
I gruppi più esposti al rischio di carenza di vitamina D sono gli anziani, la cui capacità di sintesi cutanea risulta ridotta, le persone che vivono in strutture o che hanno una scarsa esposizione al sole, gli individui con pelle scura, poiché la maggiore quantità di pigmento limita l’assorbimento dei raggi ultravioletti, e le donne in gravidanza o durante l’allattamento. Alcune malattie aumentano la possibilità di deficit di vitamina D. In particolare sono più esposti i celiaci, i diabetici, coloro che soffrono di malattie infiammatorie intestinali croniche (morbo di Crohn e colite ulcerosa) e sono in cura con corticosteroidi, ma anche le persone sottoposte a chirurgia bariatrica per la riduzione del peso.
Tutte queste condizioni, causano un’alterazione nell’assorbimento della vitamina D da parte dell’intestino, che andrebbe compensata con un’apposita integrazione, pianificata dal medico.
Buono a sapersi
Contrasta anche i tumori?
Il possibile ruolo antitumorale della vitamina D è ancora controverso. Secondo alcuni studi, potrebbe esercitare un’attività di controllo sulla replicazione delle cellule, favorendone la differenziazione e inducendo la morte programmata di quelle malate, quindi aumentando le probabilità di sopravvivenza. Altre ricerche, invece, ritengono che la riduzione del rischio di tumori e il maggiore livello di vitamina D sarebbero entrambi il risultato di uno stile di vita sano, e non l’una conseguenza dell’altro.
Un paradosso: la Scandinavia
Dalle nostre parti, compresa l’Italia con il suo clima e il suo mare, il rischio di carenza in vitamina D riguarda metà della popolazione, in particolare otto anziani su dieci e oltre il 75 per cento delle donne over settanta, ma anche circa la metà degli adolescenti, soprattutto nei mesi invernali.
Ciò non avviene, invece, nei Paesi del Nord Europa che, proprio per la minore disponibilità di luce naturale, utilizzano abitualmente alimenti fortificati con vitamina D.
Un esame per scoprirla
Per individuare un’eventuale carenza basta un semplice esame del sangue con dosaggio di 25-idrossivitamina D (calcidiolo).
Sebbene non vi sia un’opinione univoca, i valori adeguati di vitamina D sono compresi tra i 30 e i 100 ng/ml: si considera quindi insufficienza un valore tra 20 e 30, carenza un valore sotto al 20 e grave carenza sotto al 10.
Il sole ci aiuta
Alle nostre latitudini, da marzo a novembre di solito è sufficiente esporsi alla luce solare con circa il 25% della superficie corporea scoperta, per almeno 15 minuti, 2-3 volte alla settimana, per mantenere adeguati livelli di vitamina
D. Nei mesi invernali, invece, l’intensità dei raggi solari non è abbastanza elevata per trasformare il precursore in vitamina D e, di conseguenza, la sola esposizione al sole potrebbe non essere sufficiente.
DUE DOMANDE...
La dottoressa Michela Seniga, biologa nutrizionista dei centri Humanitas Medical Care, ha risposto due nostre domande specifiche sull’argomento.
Il deficit di vitamina D è “inevitabile”?
«La carenza di questo ormone è considerata un fenomeno inevitabile legato all’invecchiamento. Perciò, l’importanza della supplementazione della vitamina D è ancora sottovalutata. In realtà, la carenza può riguardare anche la popolazione giovane. Se affrontata per tempo, si potrebbero prevenire le conseguenze più gravi come osteoporosi e fratture da fragilità, che hanno un profondo impatto sociale in termini di qualità della vita e richiesta assistenziale».
Come si può cambiare la situazione?
«Occorre aumentare la consapevolezza dell’importanza di un sufficiente apporto di vitamina D fin da giovani, tenendone sotto controllo i livelli soprattutto nei soggetti più a rischio di deficit e, se necessario, prenderne supplementi e alimenti fortificati a scopo preventivo e non solo quando il deficit ha già prodotto danni sulla salute».

I sintomi iniziali di una carenza sono stanchezza, dolori osteoarticolari, debolezza muscolare, svogliatezza e depressione

INFLUENZA I rimedi dolci
Torna l’appuntamento con i virus influenzali. Per tenerli lontani e proteggersi, per combattere i sintomi nel caso ci si ammalasse e per affrontare meglio la fase di guarigione possiamo sempre affidarci ai benefici che la natura ci offre
Come usare i rimedi
Se non specificato diversamente, ecco qualche indicazione di massima.
Omeopatia: da preferire le basse diluizioni, come la 9 CH. La dose ideale è di 5 granuli tre volte al dì, ma nelle fasi acute si possono prendere 5 granuli anche ogni 1-2 ore, diradando la somministrazione al miglioramento dei sintomi. Continuare per 15 giorni.
Fitoterapia: i rimedi possono essere usati sotto forma di tintura madre o di compresse. In fase acuta si prendono 50 gocce di tintura madre o 2 compresse 3-4 volte al giorno. Al miglioramento e in convalescenza si passa a 30-45 gocce e a 1-2 compresse, 2-3 volte al dì per 10-15 giorni. In chiave preventiva, la dose consigliata è di 25-40 gocce o 1-2 compresse, due-tre volte al giorno.
Sì anche alle tisane


PREVENIRE I DISTURBI
La miglior arma contro l’influenza è la prevenzione, che consiste innanzitutto nell’adottare le giuste precauzioni (come lavarsi sempre le mani e tenersi lontano dalle persone raffreddate) e nel sottoporsi al vaccino antinfluenzale se consigliato, ma anche nel ricorrere a rimedi dolci che rafforzino le difese. L’ideale sarebbe iniziare a prenderli il prima possibile, continuando per almeno tre o quattro mesi.
L’AIUTO DELL’OMEOPATIA
L e erbe possono essere usate anche in tisana, preparata con un cucchiaino di derivato secco in una tazza di acqua bollente: si lascia in infusione per qualche minuto, poi si filtra. Per prevenire bastano 1-2 tazze al giorno; nelle fasi acute e della convalescenza, invece, dovremmo bere almeno 2-3 tazze al giorno: aiuteranno anche a idratare l’organismo, condizione fondamentale per sostenere il nostro sistema di difesa naturale.
Oligoelementi amici
Per combattere l’influenza si può ricorrere anche all’oligoterapia.
In ottica preventiva, è utilissimo il rame, che rinforza le difese naturali, previene le infezioni ed è antinfiammatorio. Associato al manganese, protegge in modo particolare l’apparato respiratorio: prendere una fiala dell’associazione 3 giorni alla settimana per almeno un mese, ripetendo più cicli.
Per combattere i sintomi sono indicati rame, manganese, zinco e selenio che favoriscono una rapida guarigione e il recupero delle forze: prendiamone una fiala da 1 a 3 volte al dì, per una decina di giorni.
Il complesso rame-oro-argento, alla dose di 1 fiala al giorno per due settimane, aiuta a superare lo stress da malattia.
Fra i tre ottimi rimedi che l’omeopatia offre in chiave preventiva c’è innanzitutto Anas barbariae alla 200K, che allena il sistema di difesa a riconoscere e combattere i microrganismi nocivi. Oltre che contro l’influenza stagionale, è efficace per tutte le malattie virali. Si consiglia di prendere 1 tubo-dose alla settimana.
Ottima anche Echinacea alla 5CH, che stimola diversi meccanismi immunitari, da prendere alla dose di 5 granuli 1-2 volte al giorno.
Un’azione molto simile è esercitata da Allium cepa alla 9 CH: anch’esso, infatti, aumenta le difese. Prendiamone 5 granuli da 1 a 2 volte alla settimana.
L’AIUTO DELLA FITOTERAPIA
L’echinacea (Echinacea purpurea) è uno dei principali rimedi “protettivi” anche della fitoterapia: non solo possiede proprietà immunomodulanti ed è in grado di stimolare i meccanismi di difesa e i linfociti, ma ha anche effetto antivirale e antibatterico.
In alternativa, via libera all’acerola (Malpighia glabra) e alla spirea ulmaria (Filipendula ulmaria), ricche di vitamina
Utili in casa, se possibile pure al lavoro, gli oli essenziali antivirali, antisettici e disinfettanti, come quelli di limone, incenso, eucalipto. Basta mettere ogni giorno 4-5 gocce di olio in un diffusore
C, che stimola il sistema di difesa e protegge l’organismo.
Utile, poi, l’uncaria (Uncaria tomentosa): anch’essa ha azione antivirale, antisettica e immunomodulante e, dunque, aiuta a contrastare l’azione di virus e altri microrganismi e a potenziare le nostre difese naturali.
Per fortificare le difese dell’organismo si può usare anche il macerato glicerico di ribes nero (Ribes nigrum), che aumenta l’efficienza del sistema immunitario, aiuta a tenere libere e pulite le vie respiratorie e diminuisce il rischio di infiammazioni. Prendere 40-50 gocce, disciolte in mezzo bicchiere di acqua, prima del pasto principale o di entrambi i due pasti principali.
ALLEVIARE I SINTOMI
E se, nonostante la buona volontà nell’applicare le strategie di prevenzione, avessimo comunque preso l’influenza? Allora dobbiamo armarci di pazienza e concederci il giusto riposo. Esistono, comunque, soluzioni naturali che aiutano a contrastare i sintomi e a stare meglio.
L’AIUTO DELL’OMEOPATIA
Uno dei rimedi più indicati per la forma influenzale classica, Eupatorium perfoliatum, tiene sotto controllo la febbre quando compare in modo graduale per poi diventare elevata e associarsi a indolenzimento muscolare, dolori ossei, raffreddore, tosse, occhi arrossati e abbondante sudorazione.
Se, invece, la febbre alta esordisce in modo improvviso, meglio ricorrere ad Aconitum napellus, da usare nelle prima fase, quando si avvertono brividi, tremori, tachicardia e assenza di sudorazione. Nella seconda fase, quando si è caldi, sudati, si ha tosse secca, bruciore o dolore diffuso alla gola e cefalea pulsante, intolleranza a luci, rumori e contatto con gli altri, si passa a Belladonna.
Bryonia alba è indicato in caso di spossatezza, mal di testa frontale, dolori toracici, secchezza delle mucose, tosse stizzosa e intensa, tracheite e/o bronchite.
Quando l’influenza è accompagnata da tosse grassa, espettorazione difficile e astenia, è assai consigliato Antimonium tartaricum
L’AIUTO DELLA FITOTERAPIA
Per combattere l’influenza è molto utile il salice bianco (Salix alba), che abbassa la febbre e migliora gli eventuali sintomi associati, come raffreddore, tosse, mal di gola, dolori ossei e muscolari.
Un ottimo alleato, poi, è il sambuco (Sambucus nigra), che ha un buon effetto antifebbrile ed è un diaforetico, cioè aumenta la sudorazione, aiutando così a espellere il calore interno.
Se la febbre è accompagnata da dolori muscolari, si può utilizzare la Spirea ulmaria, che ha azione antinfiammatoria, antidolorifica e antipiretica.

stione nasale e raffreddore: prendiamone pure 50 gocce 2-3-volte al giorno per 10-15 giorni.
Quando la febbre è molto alta possiamo scegliere una di queste piante: olivello spinoso (Elaeagnus rhamnoides), viola (Viola odorata), astragalo (Astragalus glycyphyllos) oppure echinacea (Echinacea purpurea).
SOSTENERE LA CONVALESCENZA
Spesso l’influenza lascia alcuni strascichi che possono durare anche diversi giorni: per ristabilirsi completamente serve del tempo, ma si può ricorrere anche ad alcuni rimedi che favoriscono la ripresa.
L’AIUTO DELL’OMEOPATIA
Per ridurre il rischio di complicazioni e favorire un recupero più rapido a seguito dell’influenza è indicata Pulsatilla
In alternativa, va benissimo Sulfur iodatum, particolarmente indicato se si sono manifestati problemi respiratori.
China rubra è utile se l’influenza è stata intensa e debilitante, ci ha fatto perdere molti liquidi, ci sentiamo irritabili e ipersensibili. Questo composto è ottimo anche nel caso siano ancora presenti disturbi come febbre intermittente, cefalee, sudorazioni, raffreddore.
Se si avverte indolenzimento muscolare generalizzato, si può usare Arnica montana. Se i dolori sono alle articolazioni, meglio Allium sativum.
L’AIUTO DELLA FITOTERAPIA
Se ci si sente stanchi e si avverte il bisogno di rimettersi in forze sono perfette le piante adattogene. Via libera a eleuterococco (Eleutherococcus senticosus), ginseng (Panax ginseng), cola (Kola acuminata), rodiola (Rhodiola rosea) o ashwagandha (Withania somnifera).
Contro i sintomi residui, possiamo provare il gemmoterapico di carpino (Carpinus betulus), decongestionante. Prendere 50 gocce 2 volte al giorno per 10-15 giorni.
Infine, l’olmaria (Spirea ulmaria), che ha azione antinfiammatoria e antidolorifica, è consigliabile se si è ancora congestionate e si sente ancora qualche dolore.
Il macerato glicerico di ontano nero (Alnus glutinosa) va bene, invece, quando la febbre si associa a conge-
BECOME A SWISS LEADER

Dal 1893, Swiss Leaders sostiene e accompagna i leader nel loro sviluppo professionale. Si unisca anche Lei alla nostra comunità di 10’000 membri!
OFFERTA DI BENVENUTO
Diventi oggi stesso socio di Swiss Leaders e approfitti di una tariffa esclusiva di CHF 300.– (invece di CHF 420.–) per aderire e accedere così alla piattaforma di vantaggi Swibeco fino al 31.12.2026 (CHF 150.– per i minori di 35 anni).

Per approfittarne, La invitiamo a iscriversi tramite questo QR code.
swissleaders.ch
Melagrana Regina d’autunno
Punteggia la vegetazione d’autunno con il suo colorito rosso, questo frutto noto fin dall’antichità. Una leggenda narra che sia stata Afrodite, dea dell’amore, a piantare sull’isola di Cipro il primo albero di Malum granatum, ossia “mela con i semi”, che da allora divenne pianta sacra per le virtù benefiche che la rendono uno dei più potenti antiossidanti in natura.
OLTRE 600 ARILLI PER FRUTTO
La melagrana ha scorza dura e coriacea che contiene gli arilli, ovvero i chicchi, presenti anche in più di seicento per frutto, a loro volta formati da una polpa succosa composta in massima parte di acqua. Sono proprio questi grani, gli arilli, a essere utilizzati a scopo alimentare poiché al loro interno si trova una vera miniera di polifenoli, vitamine (soprattutto A e C) e vari minerali tra cui potassio, manganese e zinco, oltre a fibre e zuccheri semplici quali fruttosio e glucosio.
AMICA DEGLI SPORTIVI
per ringiovanire soprattutto le pelli secche, e si rivela un ottimo integratore naturale durante la menopausa.
MANTIENE PULITE LE ARTERIE


L’azione antiossidante dei polifenoli può essere d’aiuto a chi pratica sport, soprattutto per ripristinare la funzionalità muscolare e diminuire la quantità di radicali liberi prodotta in seguito all’allenamento, in particolar modo dopo lunghi sforzi aerobici, come nel ciclismo, o anaerobici come nella pesistica.
CONTRO L’INVECCHIAMENTO
Ormai binomio inscindibile nella lotta all’invecchiamento, in campo alimentare come in cosmetica, gli antiossidanti contenuti nella melagrana possono anche contrastare i segnali del tempo che passa: a livello epiteliale proteggono le mucose dall’invecchiamento e rallentano i processi di degenerazione precoce che si manifestano con rughe e macchie cutanee causate anche da sole, inquinamento e stress. La melagrana idrata in profondità e per questo è un perfetto alleato di bellezza,
L’azione antiossidante dei polifenoli può migliorare il profilo lipidico in chi soffre di ipercolesterolemia. I polifenoli proteggono il cuore, promuovono la formazione del colesterolo buono Hdl rispetto a quello “cattivo”, responsabile della formazione della placca aterosclerotica nelle arterie, riducendo quindi il rischio di infarto o ipertensione.
Diabete?
Facciamo attenzione!
L’alto contenuto di zuccheri semplici, quali fruttosio e glucosio, della melagrana la rendono poco adatta ai diabetici o alle persone insulino-resistenti, a meno che non sia inserita in un pasto bilanciato. Per contenere il rialzo glicemico, se ne può bere il succo a colazione, accompagnato, per esempio, da pane integrale e prosciutto crudo.
Il consumo di questo frutto, inoltre, aiuta la circolazione anche per la presenza di potassio (circa 300 milligrammi per 100 grammi di alimento), aiutando a proteggere i vasi sanguigni e a migliorare la contrazione muscolare, cuore compreso, prevenendo anche i crampi.
AIUTA A PREVENIRE
I TUMORI

Grazie al loro potere antiossidante, i cibi ricchi di polifenoli hanno azione protettiva anche nei confronti dei tumori: sappiamo, infatti, che lo stress ossidativo prodotto dai radicali liberi può indurre modificazioni al Dna delle cellule, con relativa formazione di cellule anomale. Inoltre, essendo ricchissima di polifenoli e di ellagitannini, la melagrana stimola l’attività dell’aromatasi, enzima importantissimo nella protezione contro la genesi e la progressione di vari tipi di tumore.
ATTIVA IL CERVELLO
Un effetto benefico meno conosciuto derivante dal consumo di melagrana, è quello di tonico cerebrale. Il merito, anche in questo caso, è delle sue straordinarie capacità antiossidanti. Molti casi di demenza senile o di morbo di Alzheimer, infatti, sono associati a stress ossidativo neuronale, che i polifenoli possono, almeno in parte, contrastare. I semi contenuti negli arilli della melagrana, poi, hanno un alto contenuto oleoso, formato perlopiù da acido punicico, un vero toccasana per il cervello. Appartenente alla famiglia degli omega 3, questo acido ha effetto antinfiammatorio, anche a livello cerebrale, contro l’azione dannosa dei radicali liberi.
Buono a sapersi
È utilissima in menopausa
Se si è già in menopausa, i fitoestrogeni contenuti nella melagrana possono contrastare le manifestazioni correlate al periodo, quali vampate di calore e infiammazione del fegato. Inoltre, la fenilalanina presente negli arilli di questo frutto può attenuare la fame nervosa, anch’essa tipica della menopausa.
Un pieno di vitamine
Tra i principali costituenti della melagrana ci sono anche la vitamina e la provitamina A (conosciuta anche come betacarotene) e la vitamina C. Il betacarotene viene convertito in vitamina A nel fegato grazie all’enzima carotenasi e il suo apporto è fondamentale per la vista e per la sensibilità dell’occhio alla luce. La vitamina A, inoltre, è fondamentale per il differenziamento cellulare, il miglioramento dell’elasticità della pelle e della funzione immunitaria. La vitamina C, o acido ascorbico, aiuta a potenziare le difese immunitarie, prevenire anch’essa lo stress da radicali liberi, è importantissima anche per la sintesi del collagene che costituisce la base dei tessuti connettivi e, infine, per prevenire sintomi allergici.
SOSTIENE LA FERTILITÀ
Un altro vantaggio che deriva dal consumo frequente di melagrana riguarda la fertilità. Il frutto, infatti, contiene fitoestrogeni, che mimano l’effetto degli ormoni estrogeni prodotti dall’organismo: così, in caso di assenza di ciclo mestruale (amenorrea) possono favorirne la ricomparsa. Non solo, i fitoestrogeni favoriscono anche la fertilità maschile: convertiti in androgeni, possono migliorare la produzione di testosterone, l’ormone chiave maschile. L’effetto antiossidante migliora la composizione del liquido seminale e pure la velocità degli spermatozoi.

SI CHIAMANO ARILLI, I CHICCHI DELLA MELAGRANA, E SONO RICCHISSIMI DI SOSTANZE BENEFICHE CHE ELENCHIAMO IN QUESTE PAGINE.
POSTURA SCORRETTA?
Alleniamo la fascia!

Recenti studi hanno dimostrato che la “fascia”, o meglio il sistema fasciale, è parte integrante del nostro sistema motorio e ha un ruolo determinante per le funzioni vitali del corpo. È una sorta di rete tridimensionale che stringe, avvolge e protegge tutti
gli organi del nostro corpo, i muscoli e i nervi, lavorando in correlazione con loro. Se la fascia è rigida, il muscolo che si trova al di sotto non scorre e funziona male, con conseguenti limitazioni nel movimento e nella funzionalità degli arti. Vediamo come mantenerla elastica con i consigli della specialista, dottoressa Emanuela De Martino.

Proprio sotto la nostra pelle c’è un sistema di sostegno che, se si inspessisce, può creare problemi. Ma esistono esercizi, terapie e tecniche fisioterapiche che aiutano a mantenerlo efficiente

Una “benda” fondamentale
Iltermine “fascia” deriva dal latino e significa “benda” o “striscia”. È costituita da uno strato di tessuto connettivo fibroso e ricco di collagene, che cambia nome a seconda della zona. Esistono fasce in zone più superficiali del corpo e altre più profonde, fino a quelle che avvolgono organi e strutture interne. In passato si pensava che il sistema fasciale fosse un contenitore inerte con il solo scopo di proteggere gli organi. Solo in tempi relativamente recenti
è stato riconosciuto il suo ruolo fondamentale per il movimento e la postura.
In collaborazione con la dottoressa Emanuela De Martino, fisioterapista e responsabile dell’area motoria dei centri Humanitas Medical Care.
A CURA DI JUTTA MAIER
GLI ESERCIZI IN PALESTRA

GARUDA. Questo metodo è stato elaborato dall’ex ballerino professionista James D’Silva con l’aiuto di alcuni tra i più importanti osteopati londinesi esperti del sistema fasciale. Si tratta di una disciplina olistica che concilia diverse tecniche: il Tai chi, ovvero l’antica arte marziale cinese, le asana dello yoga, gli esercizi del Pilates, la danza e il Gyrotonic Il lavoro è concentrato sui sistemi fasciali di tutto il corpo, dai più superficiali ai viscerali, grazie ai movimenti eseguiti con archi, flessioni frontali, flessioni laterali e spirali per l’apertura della gabbia toracica.
L’allenamento tende a migliorare la potenza e la mobilizzazione con esercizi di flessibilità che creano spazio tra le articolazioni.
PILATES BARRE. Una ginnastica che viene dall’Inghilterra e unisce i movimenti delle braccia e delle gambe, tipici della danza, alla fluidità e al controllo del Pilates.
L’ampiezza e la precisione dei movimenti mirano a lavorare sulla fascia in generale e, in maniera più specifica, sulle fasce degli arti e del busto.
Questa metodologia, in abbinamento ai movimenti che si fanno in libertà seguendo la musica, permette alla mente di allontanare i cattivi pensieri e liberare le emozioni Ballare, infatti, fa diminuire i livelli di cortisolo, chiamato anche “ormone dello stress” e aumenta la produzione di ossitocina e serotonina, ovvero gli ormoni del benessere.
Con lo stretching, poi, la fascia si allunga, si distende, il corpo si scioglie e si libera dalla tensione nervosa. Di conseguenza, migliora non solo l’umore ma anche il sistema immunitario che è naturale di difesa dell’organismo.
GYROTONIC. È un sistema di allenamento basato sulla tecnica del movimento pluridirezionale, con esercizi ampi e morbidi, particolarmente adatto per stimolare e trattare la fascia degli arti superiori e della schiena
Questi esercizi permettono alla fascia di essere non solo allenata ma addirittura rafforzata con uno sforzo minimo, anche grazie
Prima di tutto... la prevenzione
Lavorare sul sistema fasciale è fondamentale non solo per curare determinate problematiche muscolari, ma anche e soprattutto per prevenire dolori come lombalgie, lombosciatalgie e altri problemi legati alla postura. La ricerca scientifica conferma l’importanza della fisioterapia e degli esercizi posturali personalizzati per preservare l’elasticità fasciale e prevenire i dolori
Una relazione a doppio senso
Una fascia idratata e ben funzionante permette ai muscoli di muoversi senza grandi sforzi, mentre se è danneggiata, si ispessisce o si addensa, quella parte del corpo risulterà più rigida e si avranno conseguenze negative per la postura. È vero anche il contrario: atteggiamenti posturali scorretti portano a un ispessimento e a un malfunzionamento della fascia. I danni possono derivare anche da traumi, interventi, alimentazione scorretta, cattive abitudini come la sedentarietà o il superallenamento, stress, cure con determinati farmaci.
La propriocezione
Oltre a permettere una maggiore fluidità ed elasticità del corpo, la fascia migliora la capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio perché è ricca di recettori sensoriali del movimento.
L’interocezione
Grazie alla presenza di terminazioni nervose sensibili agli stimoli interni, la fascia permette di percepire alterazioni o dolori anche in zone che abbiano subito un trauma.
La coordinazione
Se il corpo è ben allenato e la fascia funziona bene, le informazioni dal cervello scorrono in maniera fluida e la coordinazione motoria è al meglio. Se invece la fascia è danneggiata le informazioni arrivano con più difficoltà e il corpo si muove male.
ai continui e repentini cambi di direzione in cui si ha sempre un’espansione e un’apertura alla fine di ciascun movimento.
Per la lezione si utilizzano macchinari studiati e ideati dal ballerino ungherese Juliu Horvath. In particolare, una macchina funziona anche come una sorta di guida: stringendo le maniglie con le mani, infatti, si effettuano ampie circonduzioni, cambiando continuamente l’angolo di movimento.
PANCAFIT. Si pratica sull’apposita panca, in posizione supina, e prevede l’allungamento muscolare globale decompensato, lavorando sulle fasce e sulle catene muscolari posteriori.
È una delle discipline migliori per lavorare sulla postura. Non si tratta di un semplice stretching ma, piuttosto, di un allungamento muscolare, effettuato in postura corretta, che non comporta i cosiddetti “compensi”, cioè quei meccanismi antalgici che il corpo mette in atto per sfuggire alle tensioni e ai dolori.
Ai movimenti di allungamento e stretching si abbinano anche tecniche di respirazione che tendono a sbloccare il diaframma.
SLING MYOFASCIAL TRAINING. Sistema di allenamento messo a punto proprio in Svizzera, prevede il lavoro a corpo libero con lo scopo di stimolare l’elasticità e l’idratazione fasciale grazie a movimenti ritmici, dinamici e fluidi.
Si lavora su una sorta di coreografia con figure che conferiscono forza, coordinazione e resilienza.
GYROKINESIS. È una disciplina che lavora in maniera molto fluida su tutto il corpo. Unisce la ginnastica alle arti marziali, allo yoga e alla danza, basando tutto sull’apertura dei canali energetici, sulla stimolazione dei sistemi fasciali e anche di quelli circolatorio, linfatico e nervoso.
La sessione inizia con esercizi delicati che risvegliano i sensi, per poi passare a una serie di movimenti fluidi che mobilizzano la colonna vertebrale e preparano il corpo per esercizi più complessi. Le posture non vengono mantenute a lungo, ma sono unite in maniera armoniosa tra loro grazie anche alla respirazione.
Ai movimenti della colonna si aggiungono, in maniera graduale, sequenze che coinvolgono fianchi, spalle, ginocchia, anche, mani e piedi

ANCHE I TRAUMI EMOTIVI
COMPORTANO UN INSPESSIMENTO DELLA
FASCIA
Le tecniche degli esperti
Anche se non tutti gli operatori sanitari sono formati sul tema sistemi fasciali, alcune figure come il fisiatra, il fisioterapista e il posturologo possono essere punti di riferimento importanti per chi soffre di postura scorretta e dolori muscolari.
Osteopati e massaggiatori esperti di tecniche di manipolazione fasciale intervengono sulla fascia: vediamo di che cosa si tratta.
Rolfing
Ideato dalla statunitense Ida Pauline Rolf, prevede una particolare manipolazione con la quale si mira a isolare la fascia che verrà poi allentata per permettere al muscolo migliore capacità di movimento.
Shiatsu
Di recente il lavoro sulla fascia è stato introdotto anche nello shiatsu. I massaggiatori shiatsu hanno cominciato a operare prima inducendo stiramenti e allungamenti della fascia per poi lavorare sul muscolo attraverso la digitopressione.
Stretch & Fascia therapy È una nuova tecnica ideata in Italia da Maria Cristina Ferri, anathomy trains teacher di Piacenza. Si tratta di una sorta di manipolazione
guidata che prevede l’allungamento dei sistemi fasciali mediante l’utilizzo di una striscia di tessuto aereo simile a quello utilizzato nelle acrobazie circensi.
Con l’aiuto di questa particolare stoffa l’operatore massaggia, guida lo stretching della persona distesa sul tappetino al fine di creare pressioni in grado di liberare le aree miofasciali (fasce e muscoli) più dense.
Metodo Stecco Ideato in Italia dalla famiglia Stecco, è un tipo di manipolazione fasciale tra le più utilizzate. Prevede una sorta di digitopressione con le nocche delle dita che può essere paragonata all’agopuntura e mira a restituire elasticità e scorrevolezza alla fascia.

Stante il fatto che dalla fine del 2006, in Svizzera, tutti i cani devono essere registrati e dotati di microchip, mentre ciò non è indispensabile per i gatti, i numeri della banca dati nazionale Amicus sono più precisi per quanto riguarda i cani. In termini assoluti, in Svizzera vivono oltre 4 milioni di animali domestici. Al primo posto sono stimati i gatti, seguiti (a sorpresa, forse) dai pesci. I cani occupano la terza posizione. Più nel dettaglio, i cani sul territorio elvetico sarebbero oltre 550mila, mentre quasi i 35mila vivono nel solo Canton Ticino, dove sembra più spiccata la predilezione degli abitanti per gli animali d’affezione in genere.
davvero a casa SENTIRSI

Abbiamo ancora nella mente boschi e vette di montagna? Oppure il sole, il mare e, perché no, il piacere di cucinare un bel pesce sulla barca, con il vento tra i capelli? Per fortuna la comodità, la praticità, l’eleganza e il calore delle cucine di oggi, spesso associate al living, non ci fanno rimpiangere nulla

Ebene sì, la foto di una cucina moderna e superaccessoriata è stata scelta proprio per ricordarci le sensazioni delle vacanze. Ma ora che siamo di nuovo al lavoro da un bel pezzo e i ragazzi hanno ricominciato le scuole... insomma, tutta la famiglia ha ritrovato il tran tran quotidiano, una cucina e un ambiente
living ben progettato non ci hanno lasciato rimpianti, anzi, ci hanno fatto tornare ben volentieri nella nostra “tana”. Dove ci sentiamo comodi, protetti, efficienti. Insomma, siamo davvero a casa. Quanto sopra, tuttavia, potrebbe essere vero o no: dipende da come pensiamo la nostra cucina, non solo in termini puramente estetici, quindi al modello da scegliere, ma sopratutto in funzione di “cosa” ci serve davvero, quali abitudini abbiamo, come pensiamo di muoverci, per esempio, tra pentole da una parte ed eventuale living in un unico, seppur ampio, locale. Classico caso ormai diffusissimo, il lavoro in smart working: spesso si sa quando si comincia ma non è sempre possibile programmarne una fine... e a volte nemmeno decidere quando si andrà finalmente a dormire, tra andirivieni di email e richieste puntualmente “urgentissime”. Ma non è finita qui: ci sono i figli, il marito, la televisione, il numero possibile degli ospiti e tutto quanto ruota attorno alla nostra vita (spesso, siamo noi a ruotarle intorno come trottole...). E, tutto considerato, se la nostra multifunzionale, pratica e moderna cucina, magari dotata di intelligenza artificiale, fosse anche bella da vedere non guasterebbe!
MODEL 1S DELLA
UNOX CASA, ALLESTITA SU UN LUSSUOSO
YACHT, HA GRANDI
ELETTRODOMESTICI
DOTATI DI ACI (ARTIFICIAL CULINARY INTELLIGENCE)
PER AIUTARCI IN TUTTO
SENZA SBAGLIARE MAI.

LE ANTE IN VETRO MICRO-CANNETTATO PROPOSTE DA ARREDO3 SONO BELLE, PIACEVOLI AL TATTO, PRATICHE ED ECOSOSTENIBILI. (IL VETRO È TOTALMENTE RICICLABILE).
STABILIRE LE PRIORITÀ
Per pensare alla nostra cucina nuova, dobbiamo sforzarci di stabilire prima di tutto una scala di valori, solitamente a partire da forma e dimensioni che sono legate alla pianta della casa o a eventuali ristrutturazioni, magari effettuate proprio in funzione dell’uso della cucina stessa. E qui i casi sono due: disponiamo di mezzi necessari al coinvolgimento di un architetto/interior designer; oppure siamo tipi “fai-date” cui, dopo attente riflessioni, sarà sufficiente qualche approfondito consulto presso alcuni rivenditori. Prima di tutto, dunque, vengono gli spazi. Poi è il momento di pensare alla funzionalità in base all’uso, più facilmente ai diversi usi in contemporanea, che della cucina vogliamo o dobbiamo fare. Quanti fuochi, e di che tipo? Quanto deve essere grande, o allungabile, il tavolo? Ci servono piani di lavoro o elementi sospesi particolari? Che genere di cucina prediligiamo, di quali elettrodomestici abbiamo bisogno? Poi dobbiamo considerare esigenze particolari, come un eventuale piano per fare i compiti e lavorare. Tante esigenze in contrasto che, tuttavia, hanno il pregio di arricchire il nostro progetto.


PROGETTATA NEL
1986 DAL FAMOSO
DESIGNER MINIMALISTA
VICO MAGISTRETTI, CHE RIVOLUZIONÒ
IL CONCETTO DI ARREDAMENTO
INTRODUCENDO LA CAPPA IN ACCIAIO, LA CUCINA “CINA” DI SCHIFFINI SI CONTRADDISTINGUE ANCHE PER LE CARATTERISTICHE
MANIGLIE INCASSATE E LE DECORAZIONI NON SOVRAPPOSTE.
DISEGNO, MATERIALI, TECNICA
CUCINARE, MANGIARE, LAVORARE… TUTTO NELLO STESSO
SPAZIO E CON TUTTO CIÒ CHE SERVE SOTTO MANO: QUESTO È
L’ARREDAMENTO
ELEGANTE MA
FUNZIONALE CHE SERVE
NELLA VITA DI OGGI.
NELLA FOTO LA CUCINA “ROSSENA” DI SCIC.
Insomma, tante esigenze da incastrare, ma forse è proprio il desig, quello che nelle priorità da soddisfare abbiamo considerato per ultimo, a venirci incontro. Perché cucine ed elettrodomestici di ultima generazione, oltre che essere sempre più eleganti, a livello concettuale partono già per risolvere il rebus. «Essere moderno vuol far parte di una catena con una mano nel futuro e una nel passato», questo era uno dei pensieri espressi dal grande maestro Vico Magistretti, che già negli anni Ottanta del Secolo scorso progettava cucine in base alla purezza delle forme e all’armonia delle linee. Ma, da allora, lo sviluppo dei materiali, delle tecniche di lavorazione e di finitura, di forme sempre più funzionali (e persino più facili da tenere pulite), oltre a tecnologie di domotica e grandi elettrodomestici “intelligenti”, consegna oggi al designer un ruolo che, in pratica, risolve quasi tutti i nostri problemi alla fonte. Anche perché le esperienze buone del passato non si cancellano. E si conciliano con il futuro, proprio come voleva far intendere lo stesso Magistretti in quella frase.
Se a cucinare ci pensa la pentola...
Finalmente un sistema intelligente che salva la cena (e la reputazione di cuoca)
Capita. Lo sguardo sul telefono per un nuovo messaggio WhatsApp, l’orecchio al racconto del figlio o del partner, la stanchezza della giornata che riduce il livello di attenzione... insomma, tenere d’occhio la padella può trasformarsi in uno sport estremo. Il risultato? Pietanze bruciacchiate, menu da ripensare last minute, pentole da strofinare. Questo fino a ieri.
Anche ai fornelli, infatti, la tecnologia aiuta, addirittura a superare i limiti. Miele, per esempio, ha inventato le stoviglie che cucinano da sole (o quasi). Si chiamano “M Sense”, sono le prime stoviglie di cottura al mondo con comandi touch integrati e fino a tre sensori di temperatura, che non solo misurano ma comunicano anche con il piano cottura

in modo da selezionare sempre la giusta potenza; il comando avviene direttamente sulla pentola o sulla padella: basta selezionare il programma di cottura e il sistema si regola automaticamente. Non è più necessario regolare a mano né monitorare costantemente. Un sistema che lascia, a chi si occupa dei pasti, solo il piacere di... mettere in tavola. Potendo essere multitasking, senza sensi di colpa. La lavastoviglie completa l’opera, visto che queste pentole non richiedono lavaggi a mano.
Grazie all’app Miele, l’aiuto riguarderà anche le idee... si potranno ricevere suggerimenti, ricette e consigli personalizzati.
Dalla sua fondazione nel 1899, Miele tiene fede alla promessa del suo marchio di essere “Immer Besser” (sempre meglio) in termini di qualità, innovazione, prestazioni ed eleganza senza tempo.
CON “M SENSE” E I PIANI DI LAVORO “KM8000” DI MIELE, LA CUCINA ENTRA UFFICIALMENTE NELL'ERA SMART. A BENEFICIO (SOLO) DI CHI È PRONTO A DIRE ADDIO AI FORNELLI TRADIZIONALI.


praticità ELEGANTE

Splendidamente affacciata sul lago di Lugano, unisce la struttura tipica degli anni Cinquanta alle necessità pratiche di una famiglia moderna. Alla scoperta di questa affascinante dimora e delle sue mille sorprese. ci accompagna in questa intervista l’architetto e interior designer Maria Duborkina, autrice del progetto
Originale degli anni Cinquanta del secolo scorso, recentemente ristrutturata e arredata da MD Creative Lab (Lugano), la dimora che presentiamo si trova in posizione soleggiata su una collina appena sopra la città di Lugano. I proprietari, una coppia di professori universitari che lavorano nel campo dell’informatica, si sono trasferiti qui dopo il lockdown dovuto alla pandemia Covid 19 per dare più spazio alla crescita dei loro due figli. Durante il lockdown, infatti, il vecchio appartamento era diventato troppo piccolo e poco funzionale, ma con un po’ di fortuna, i due coniugi hanno trovato la casa quasi perfetta per le loro esigenze. Con i suoi 115 metri quadrati, la vista aperta sulla città e sul lago, arricchita da giardino e piscina, la nuova abitazione doveva solo essere modellata secondo le loro esigenze. Così, insieme all’architetto Maria Duborkina, i proprietari hanno stabilito la priorità di traslocare nel più breve tempo possibile, considerando la necessità di trasformare gli ambienti e i materiali per adattarli alle esigenze e allo stile di vita della famiglia.
Ora la spaziosa cucina è a vista
Ha tutto ed è perfettamente integrata con il soggiorno
«Come prima decisione», racconta l’architetto e interior designer Maria Duborkina, che dello studio Md Creative Lab è anche titolare, «abbiamo condiviso di spostare la cucina da una stanza separata alla zona giorno, dove le necessarie condutture sono state portate creando un ambiente aperto e conviviale». E la spettacolare idea di creare un’isola con tavolo integrato? «Beh, l’isola rappresentava da tempo un sogno dei proprietari», spiega Maria, «ma la fusione dei due volumi ha convinto anche me». Il piano del tavolo in legno sorretto da una sottile gamba in vetro crea
ANTE IN ROVERE CARBONE, MANIGLIE
A PROFILO, TOP E SCHIENALE GRES
LIGHT EARTH, ELETTRODOMESTICI
V-ZUG, CAPPA IN ACCIAIO SOTTILE FALMEC, MISCELATORE SUTER
GESSI (ARREDOPIÙ LUGANO)
un gioco di luce, a contrasto con il volume pieno dell’isola con una esile ma potente cappa per l’aspirazione dei fumi che funge anche da ampia fonte luminosa sull’isola, donando una luce uniforme sul piano di lavoro. Oltre che con la luce, la designer ha giocato con la profondità tra pensili e colonne che, scandita dal cambio di finiture e colore, permette di sfruttare lo spazio al massimo, fino al soffitto. «Infine», tiene a precisare Maria Duborkina, «ho pensato di accostare la cantinetta dei vini, completamente in vetro riflettente, così che si trovi ad altezza comoda per l’utilizzo quotidiano».

Doppi ingressi per il corridoio
Collega indirettamente soggiorno e area bimbi

L᾿ingresso è caratterizzato dall’arco, volutamente mantenuto per ricordare l’epoca originaria della casa, ed è illuminato da plafoniere dalla forma rigorosa. Dal corridoio si vede la zona giorno, dove l’architetto ci conduce, accompagnati da un grigio caldo e morbido che crea un’atmosfera avvolgente e ovattata: «Una tonalità perfetta come sfondo per un divano audace, dalle forme asimmetriche, ispirato alla pianura che è tipicamente divisa in appezzamenti e campi, più o meno vasti, adibiti alle diverse attività agricole e tipologie di coltivazioni», fa notare l'autrice del progetto. Sotto il divano, il tocco di calore molto ben rappresentato da un morbido tappeto di lana intrecciata.
Davanti alla finestra ad arco è posizionata la sedia da lettura, il modello prende il nome

dalla parola danese hygge, che significa “tranquillità” ma racchiude anche accezioni che includono i concetti di calore, intimità, familiarità, oltre che un generale senso di benessere e comfort. «Già», aggiunge Maria, «hygge è uno stile di vita finalizzato alla creazione di un’atmosfera accogliente, che permetta di godere appieno anche dei più piccoli piaceri quotidiani». Insieme al poggiapiedi, la poltrona crea spazio per il relax e la riflessione, invitandoci a immergerci nelle sue curve e dedicarci un momento tutto per noi.
Sul lato opposto c’è una scaffaleria bianca che contiene libri di viaggi, cucina e molto altro. Un trattamento finestrato a rete dona ulteriore morbidezza all’ambiente grazie al suo tessuto contemporaneo: «E senza ostruire la vista», conclude l’architetto.
PORTE IN LEGNO ORIGINALI: NEL CORRIDOIO, SONO STATE CONSERVATE, COSÌ COME LE TIPICHE MANIGLIE CON CARTELLA APPLICATA CHE UN TEMPO AVEVANO FINITURA IN OTTONE DORATO.
Matrimoniale... con il trucco
Degno di James Bond l’ufficio che non si vede ma c’è
La camera da letto principale ha una grande finestra che inonda la stanza di luce ed è drappeggiata con una tenda trasparente: «È un ampio spazio dedicato al riposo, che non teme le sfumature scure
del verde intenso», aggiunge Maria. Dettaglio praticissimo e sorprendente, la porta “invisibile” sulla parete scura conduce in un accogliente home-spazio ufficio nascosto che farebbe la felicità di una coppia di agenti

segreti, con due postazioni lavoro complete e stampante. Un armadio posto sul lato opposto gioca la propria godibilità tra i “pieni e vuoti” delle ante verde foglia e dei vetri riflettenti bruniti. Il parquet spazzolato in rovere oliato, con la sua leggera sbiancatura, doma i marroni accesi del legno termotrattato e li fonde in delicate sfumature nocciola. Un lampadario composto da anelli decorati con bolle di vetro ambrato... «Aggiunge un tocco di calore e si lega alla pelle dai toni caramellati del letto che, con la sua testiera arrotondata, ricorda la parete curva retrostante»,

specifica la designer. Le lampade da comodino in ottone con cablaggio rosso sono orientabili. Infine, nella camera padronale spicca l’opera d’arte da parete caratterizzata da segni istintivi e primordiali: «Il suo titolo è Atlantis», aggiunge Duborkina.
La camera padronale rivela sorprese che la rendono multitasking e ancora più pratica senza però appesantirla


ARMADIO CON MANIGLIA A GOLA E ANTE IN VETRO RIFLETTENTE, ALTERNANZA DI VEDO NON VEDO (ARREDOPIÙ). SEDIA DIPINTA A MANO, OPERA DI RAUL 33 (GALLERIA ARTRUST).
PARQUET IN ROVERE THERMOWOOD OLIATO, NEW LINE; COLORE ALLE PARETI, STUDIO GREEN DI FARROW AND BALL; TENDE IN MESH A DRAPPEGGIO CHE TOCCA VOLUTAMENTE IL PAVIMENTO PER UN EFFETTO LAISSEZ FAIRE; PORTA A SCOMPARSA CHE SI INTRAVEDE SOLO GRAZIE ALLA MANIGLIA E CONDUCE NEL RISERVATISSIMO STUDIOLO PADRONALE EN-SUITE, CON DUE POSTAZIONI LAVORO E STAMPANTE PER LA PRIVACY DEI GENITORI. A PARETE: TELA ATLANTIS, OPERA DI RAUL 33 (GALLERIA ARTRUST); LAMPADA CON FILO ROSSO E FINITURA BRONZO, MOD. TUBNO DI PANZER.
LETTO MOD. ALYS (B&B ITALIA DESIGN DI GABRIELE & OSCAR BURATTI).
Cameretta? No, due!
Un locale per dormire e uno per lo svago
La camera da letto per fratello e sorella è condivisa, dal momento che sono ancora piccoli. «Ma in futuro i ragazzi potranno avere camere separate, occupando l’attuale stanza dei giochi», spiega Maria che, evidentemente, ha pensato davvero a tutto. E aggiunge: «Come vedete, quando la pianta della camera permette di avere entrambi i letti allo stesso livello, preferisco nettamente quest’ultima soluzione che occupa più spazio ma crea un senso di parità rispetto ai letti a castello».
«La stanza dedicata al gioco e allo studio», specifica la designer, «ha preso il posto della vecchia cucina, ma per il resto la pianta originale della casa è rimasta praticamente identica». E continua: «È stato rimosso un grande armadio nel corridoio che impediva il passaggio della luce naturale, mentre sono state mantenute le porte originali in legno massello. Così come l’arco che ricorda la generazione in cui è stata costruita la casa», conclude la nostra interlocutrice.


CAMERETTA: COLORE
ALLE PARETI, DIX BLUE DI FARROW AND BALL; LETTI TRASFORMABILI IN BIANCO E ROVERE, (OLIVER FURNITURE).



STANZA GIOCHI E STUDIO: PARETI COLORE CITRON DI FARROW AND BALL; CARTA DA PARATI FANTASIA (BOSCO CON FARFALLE E COCCINELLE DA SCOPRIRE CON OGNI SGUARDO) DI VILLA NOVA, COSÌ COME LA TENDA IN COTONE DELLA STESSA COLLEZIONE. LA SCRIVANIA, POSTA CENTRALMENTE, PUÒ ESSERE UTILIZZATA DA ENTRAMBE LE PARTI ALLO STESSO TEMPO. MOBILI REALIZZATI SU DISGNO, NIDI DI ARREDPIÙ, TAPPETI SOLE E LIME (VILLA NOVA).
Protagonista della trasformazione
Maria Duborkina, designer e titolare di MD Creative Lab
Un percorso che intreccia due radici culturali, russe e svizzere, ha dato forma alla visione progettuale di Maria Duborkina, architetto e interior designer, titolare dello studio luganese MD Cre-
ORIGINI RUSSE,
CON IL SUO STUDIO MD
CREATIVE LAB DI LUGANO
MARIA DUBORKINA
SPAZIA DALL'INTERIOR
DESIGN AL PROJECT MANAGEMENT.

ative Lab. Dopo il Bachelor in Russia e il Master of Arts all’Accademia di Architettura di Mendrisio, Maria ha sviluppato un approccio personale all’architettura e al design di interni: un equilibrio tra rigore accademico, sensibilità estetica e attenzione al contesto, capace di coniugare funzionalità, bellezza e identità. Proprio come ci piace!
Partendo dalla Russia, però, le chiediamo prima di tutto un ricordo professionale di gioventù, un’esperienza che le è rimasta dentro e l’ha stimolata nel proseguo della sua vita. «Ricordo ancora», racconta Maria, «il mio primo lavoro da studentessa: disegnare un cancello d’ingresso di una Dacia in Russia. Avevo praticamente carta bianca: i committenti cercavano una soluzione artistica e l’artigiano che avrebbe dovuto realizzarla possedeva le abilità per forgiare qualunque mia idea. Sono stata entusiasta di vedere i miei primi schizzi a mano, le idee su carta poi discusse con i clienti e il fabbro, che in poco tempo hanno preso forma».
Veniamo a oggi, Maria, con te che da tempo hai messo in piedi e continui a guidare un importante e apprezzato studio qui in Svizzera. «Nei miei progetti mi impegno ogni giorno a unire funzionalità e bellezza in un unico spazio, in cui il lusso e la raffinatezza siano in grado di dialogare con la sobrietà», afferma la Duborkina. Motivo? «Il mio obiettivo è progettare sempre qualcosa di durevole e desiderabile», spiega Maria.
Le chiediamo, cosa significhi per lei fare l’architetto e il designer d’interni. «Su questo non ho alcun dubbio», risponde, «significa, prima di tutto, saper ascoltare, essere curiosi, entrare in punta di piedi nella vita degli altri per cogliere “quel” dettaglio intimo, familiare, unico: è da lì che nasce un progetto autentico. La chiave del mio lavoro è proprio questa ricerca, silenziosa ma attenta, dell’elemento personale che può trasformare uno spazio in una vera estensione di chi lo abita». E il contesto? «Già, quello viene ancor prima! Perché rappresenta la base di partenza», risponde la nostra interlocutrice, quasi con
una punta di riconoscenza per questo “assist” che le permette di approfondire un tema a lei molto caro: «Per me, sia come architetto sia come designer, una casa deve prima di tutto appartenere al luogo in cui sorge, incarnando il rispetto per ciò che le sta intorno e per le proprie radici. Solo dopo potrà appartenere a chi la vive». Eppure, continuiamo noi, in un mondo in cui spesso il design insegue pedissequamente stereotipi e mode del momento… «Credo fortemente che la longevità estetica ed emotiva nasca dal creare connessioni reali tra l’ambiente e le persone», prende la parola l’architetto e designer avendo già intuito il senso della nostra provocazione. E conclude meglio il concetto: «Proprio per questo, in ogni progetto che affronto, il mio obiettivo è iniettarvi la personalità dei miei clienti, così che lo spazio rimanga significa-
«Saper cogliere “quel” dettaglio intimo, familiare, unico: è da lì che nasce un progetto autentico»
tivo nel tempo e non solo bello da vedere». Per Maria Duborkina ogni progetto nasce dall’ascolto e dalla capacità di tradurre le esigenze del cliente in uno spazio che rifletta armonia, coerenza e unicità. L’attenzione ai materiali, ai dettagli e al dialogo con l’ambiente circostante non sono mai elementi accessori, ma parte integrante di una filosofia progettuale che considera ogni scelta - anche la più piccola - essenziale per creare luoghi autentici, funzionali e duraturi.







LA PIANTA
DELL’APPARTAMENTO
RENDE L’IDEA DEL LAVORO REALIZZATO
DALL’ARCHITETTO
DUBORKINA TRANNE CHE
IN DUE LOCALI, ANCORA DA COMPLETARE, RAPPRESENTATI
DLL’AMPIO BAGNO
PRINCIPALE E DAL LOCALE LAVANDERIA.




In sintesi
Dove: Lugano
Superficie: 115 mq
Progetto: 2023
Autore: arch. Maria Duborkina
Studio: MD Creative Lab SAGL info@mdcreativelab.ch www.mdcreativelab.ch









Locali: 4 | Cucina: a vista soggiorno | Bagni: 2












































SEMPREVERDI
Foglie e fruttini... con loro è un altro inverno!
Belle anche a Natale, non perdendo le foglie sono fondamentali in ogni giardino. Soprattutto in abbinamento con le piante da fiore che consigliamo

Nel corso dell’evoluzione le piante sempreverdi hanno elaborato strategie per far fronte al freddo e al gelo. Benché le ore di luce siano ridotte e, di conseguenza, l’attività clorofilliana e ciò che ne consegue, riescono a sopravvivere e svilupparsi sfruttando il poco a disposizione. Anche se l’attività delle sempreverdi è comunque rallentata, dal momento che l’energia disponibile è sempre più scarsa, la loro sopravvivenza, anche in un clima freddo, permette a queste piante di accumulare risorse che torneranno utili a primavera. Il ricambio fogliare, costante nelle sempreverdi, viene interrotto rimandando il ringiovanimento degli organi a stagioni più favorevoli.
INDISPENSABILI IN GIARDINO
Avere piante sempreverdi in giardino è fondamentale perché permette di disporre di “verde” anche quando la maggior parte delle altre perde le foglie. Sono perfette per delimitare gli spazi o per creare pareti di fondo su cui disegnare aiuole e bordure. Possiamo per questo dire che rappresentano gli elementi base cui abbinare tutte le altre essenze.
Un posto di riguardo tra le sempreverdi spetta alle conifere: le foglie aghiformi permettono di resistere al gelo e alla neve, conservando il loro aspetto indipendentemente dal tipo di clima.
Anche alcuni arbusti ed erbacee mantengono le foglie e l’attività fotosintetica nella brutta stagione. Vegetano nelle regioni calde (pensiamo all’ulivo, al mirto, al corbezzolo o all’alloro) come nelle più fredde.
BELLE ANCHE PER I FIORI
Tra le tante, alcune sempreverdi vantano anche splendide fioriture. Qui di seguito ne citiamo soltanto alcune.
L’oleandro (Nerium oleander) è una di queste: con le piantine o le piante giovani possiamo formare grandi siepi variopinte e angoli sempreverdi quasi insensibili al gelo.
La lavanda (Lavandula angustifolia), di cui si apprezzano la fioritura estiva e l’intenso profumo, mettendo in secondo piano il colore del fogliame.
La pervinca (Vinca minor), tra le piante piccole, è una tappezzante che in estate ricopre vaste aree di fiori bianchi, rosa o azzurri.
IL CORBEZZOLO
(ARBUTUS UNEDO) È UN SEMPREVERDE MOLTO DIFFUSO E APPREZZATO, ANCHE PER LA CAPACITÀ DI RIEMPIRSI DI PICCOLI
FRUTTI COMMESTIBILI
CHE RIMANGONO
SULL’ALBERO FINO A PRIMAVERA.
Le camelie (Camellia sasangua e Camellia japonica) che uniscono, alla brillantezza del fogliame, fiori splendidi e persistenti.
La magnolia (Magnolia grandiflora) un albero con grandi foglie coriacee e splendidi fiori bianchi, molto diffuso alle nostre latitudini.
Gli agrumi: tutti gli agrumi sono sempreverdi che producono fiori delicatissimi, tanto apprezzati perché appaiono in inverno o a ridosso della primavera.
Avere del verde in giardino anche nel tardo autunno e d'inverno è bello e utilissimo perché, mentre tutte le altre piante perdono le foglie, le sempreverdi ci aiutano a delimitare gli spazi
Hanno bisogno di queste cure
Nelle
sempreverdi è la resistenza stessa delle foglie, che in alcune specie rimangono funzionali per diversi anni, a determinare un fogliame di notevole massa, spesso superiore a quello di altre piante, che consente loro di “lavorare” in maniera più efficiente accumulando risorse per i periodi più freddi. Per contro, le sempreverdi sono maggiormente esposte alla disidratazione, perciò serve più acqua rispetto alle specie caducifoglie. Soprattutto nei primi anni, è molto importante assicurare alle nuove piante tutta l’acqua che serve. Inoltre, la chioma abbondante crea anche un “effetto ombrello” che impedisce alla pioggia di raggiungere la base della pianta. A maggior ragione dobbiamo provvedere a irrigarla finché le radici non si siano ben confermate nel terreno. Dal momento che le nuove gemme sono spesso già presenti quando le foglie vecchie cadono, dobbiamo avere un poco più di attenzione durante la potatura di contenimento, per non rischiare di limitare il rinnovamento fogliare.
Un piccolo “abbecedario” delle specie da fiore più belle
Ecco 23 piante che fioriscono in diversi periodi e sono davvero perfette in abbinamento alle sempreverdi
A come… ABELIA
(1) Ideale per bordure o siepi informali, ma anche come soggetto isolato, l’Abelia grandiflora è alta tra i 60 e i 120 cm e fiorisce in estate con fiori bianchi o rosa.
B come … BERBERIS
(2) Dal grande effetto decorativo, la Berberis thunbergii atropurpurea ha fogliame verde intenso o rosso, anche sfumato, secondo varietà. Produce fiori giallo-arancio in primavera-estate.
C come… CAPRIFOGLIO
(3) Ottima alternativa al solito bosso, la Lonicera nitida ha foglie piccole e coriacee e fiori bianchi che appaiono in estate, seguiti da bacche color porpora. Assai resistente, ha fusti giovani di colore rossastro.
C come… CEANOTHUS E CONVOLVOLO
(4) A seconda delle dimensioni e della varietà, la Ceanothus thyrsiflorus si presta ottimamente a formare siepi o a decorare i giardini sassosi o rocciosi. I fiori sono rosa, azzurri o bianchi.
(5) In primo piano nelle bordure, la Convolvolus cneorum non è più alta di 50 cm, ha foglie di un bel colore grigio argentato e fiorisce per tutta l’estate con fiori bianco-rosati a forma di campanella.
D come…DAFNE
(6) Adatta alla mezz’ombra, la Daphne odora non è più alta di 1 metro. Bella anche da sola, come soggetto isolato, si presta ottimamente a formare siepi. Ha fiori bianchi o rosa che si aprono in primavera.
E come… ELEAGNO ED EUCALIPTO
(7) L’Eleagnus pungens ha fogliame accattivante, caratterizzato da foglie verde scuro, argentate, variegate di oro o argento. Produce piccole bacche rosee e fiori color crema. Può raggiungere un’altezza di circa 2,5 metri.
(8) L’Eucalyptus gunnii ama il pieno sole e cresce fino a diventare un albero alto a 5 metri con foglie argentate caratteristiche. Può essere piantato singolarmente o per formare siepi importanti. Fiorisce in estate.
G come… GARDENIA
(9) Nota per i fiori bianchi profumatissimi, che produce tra maggio e settembre, la Gardenia jasminoides ama la mezz’ombra e un terreno tendenzialmente acido. Alta non più di 1 m, può essere scelta anche per formare siepi.
I come… IBERIDE E IPERICO
(10) L’Iberis sempervirens è una pianta sempreverde assai rustica. Alta non più di 40 cm, è perfetta per decorare le aiuole e i giardini rocciosi. La sua fioritura inizia dalla primavera e prosegue fino a fine estate.
(11) L’Hypericum perforatum ha un fogliame perticolarmente decorativo. Alto non più di 150 cm, cresce bene al sole come alla mezz’ombra e fiorisce in estate con fiori gialli, arancioni o rossi. Perfetto sia come fondo di una bordura sia come pianta isolata.
L come… LAVANDA E LOROPETALO
(12) Nota per colore e profumo davvero unici e inconfondibili, la Lavandula angustifolia è bellissima sia come pianta isolata sia per creare bordure. La sua fioritura, a inizio estate, è tipicamente lilla ma anche bianca o rosa.
(13) Perfetto per realizzare una siepe originale, il Loropetalum chinense ha foglie che assumono colori dal rosa al rosso scuro. I suoi fiori bianco-rosa compaiono a fine inverno e durano qualche settimana.
M come… MAONIA E MIRTO
(14) Benché normalmente non superi 1 m di altezza, la Mahonia aquifollium diventa facilmente protagonista grazie alle sue fioriture gialle particolarmente vistose, seguite da grappoli di bacche dal colore blu scuro.
(15) Inconfondibile per il profumo delle sue foglie, dei fiori, delle bacche e persino dei rami, dovuto alla ricchezza di oli essenziali di questa pianta, il Myrtus communis ama molto il sole e fiorisce nella tarda estate.
N come… NANDINA
(16) Bellissima soprattutto in autunno, quando le sue foglie assumono una colorazione rosso-arancio assai decorativa, in estate la Nandina domestica produce fiori bianchi cui fanno seguito grappoli di bacche rosse.


















O come… OSMANTO




17 18 19 20 21 22 23

(17) Tra le varietà dell’Osmanthus heterophyllus, le più scenografiche hanno fogliame variegato di argento oppure oro. In estate producono mazzetti di fiori bianchi, gialli o arancio.
P come… PITOSFORO
(18) Scelto tipicamente per creare dense siepi grazie al suo fogliame verde lucido, il Pittosporum tobira cresce bene sia al sole sia alla mezz’ombra. Nella tarda primavera produce fiori bianchi o gialli delicatamente profumati.
R come… RINCOSPERMO, RODODENDRO E ROSMARINO
(19) Noto anche come falso gelsomino, il Trachelospermum jasminoides è un rampicante perfetto per coprire reti, recinzioni e pergole. Produce fiori bianchi profumati a inizio estate e qualche volta anche a settembre.
(20) Adatti ai terreni un poco acidi, i Rhododendron spp esistono in molte varietà, dai fiori dei più diversi colori, e si prestano sia a formare siepi sia come soggetti isolati, in particolare nei giardini rocciosi. Esistono in molte varietà, dei più diversi colori.
(21) Possiamo usarlo come soggetto isolato, ma anche per formare dense siepi dal particolare profumo ben noto anche in cucina, il Rosmarinus officinalis produce piccoli fiori azzurri disposti a spiga che compaiono più volte durante la bella stagione.
Negli spazi delimitati dalle sempreverdi possiamo abbinare, zona per zona, piante che fioriscono in diversi periodi dell’anno in colori e profumi diversi e complementari tra loro
S come… SALVIA
(22) Tra le aromatiche più note e usate in cucina, la Salvia officinalis può essere coltivata isolatamente oppure per formare bordure in color grigioverde dove c’è molto sole, anche nei giardini rocciosi.
V come… VIBURNO
(23) La fioritura tipicamente invernale del Viburnum tinus rende questa sempreverde preziosa in giardino durante la brutta stagione. Ha foglie verde scuro variegate e produce bacche di colore blu scuro.
Un incredibile
VIAGGIO NEL TEMPO

Una serie di 10 libri ispirata alle immagini di una collezione privata di oltre mezzo secolo de La Domenica del Corriere
Già disponibili su Amazon i primi tre: Anno 1900, 1901 e 1902
Versione italiana
Ettore Accenti Viaggio nel tempo
English edition
Ettore Accenti
Travel through time

U N’OASI
TUTTA P ER SÉ
Tra le possibilità di investire sulla propria casa, una piscina interrata è certamente fra le migliori: non solo aumenta di colpo il valore dell’immobile, ma permette di sentirsi sempre in vacanza. Con vantaggi anche per la salute. Pensiamoci già ora!
LA PISCINA NON DEVE ESSERE PER FORZA GRANDE. L’IMPORTANTE È CHE VALORIZZI IL NOSTRO GIARDINO INTEGRANDOSI BENE (PISCINE SOLARIS).
UNA FORMA INCONSUETA E UN INGRESSO A SPIAGGIA TRASFORMANO ANCHE UNA PICCOLA VASCA IN UN’OASI DA SOGNO (PISCINE SOLARIS).

Sono parecchi i buoni motivi per pensare a una piscina interrata in giardino e molti i modi di intenderla. Certamente l’idea riporta alla frescura nei mesi estivi, al piacere di immergersi dopo una giornata di lavoro, al divertimento per noi e i nostri figli, a un party con gli amici o una festicciola per i bambini e i loro amichetti.
La piscina permette anche di fare movimento e restare in forma: alcuni produttori e installatori propongono anche kit per il nuoto controcorrente!
DIVERSE POSSIBILITÀ
La piscina è un gioco, è un piacere, è salutare ed è anche, non solo uno status da esibire, ma un ottimo investimento capace di incrementare immediatamente il valore della nostra casa per una cifra ben superiore all’esborso. Già, perché se un tempo l’idea di piscina era legata a certe ville hollywoodiane, allo sfarzo, al lusso più sfrenato, oggi i costi per realizzarla sono alla portata di chiunque possieda un giardino sufficientemente ampio da accoglierla. Oltretutto, l’uso delle moderne tecniche di produzione e di risparmio energetico consente ai giorni nostri di utilizzarla per parecchi mesi all’anno.
Possiamo pensare a una piscina in tanti modi. Fermarci all’idea di una vasca piena d’acqua da usare nella bella stagione? No di certo! Meglio una soluzione definitiva e chic, che aggiunga valore alla nostra casa. Spingiamoci a immaginare qualcosa di bello con cui arricchire il giardino, che ci faccia sentire in vacanza ogni volta che decidiamo di stenderci lungo il bordo. Possiamo addirittura concepire uno spazio che si possa chiudere, o comunque riparare, dove passare un po’ di tempo libero, magari in buona compagnia, anche quando il clima sconsiglierebbe l’uso del costume da bagno.
FORMA E DIMENSIONI
Una vasca rettangolare o di forma libera possono avere il medesimo prezzo, tutto dipende dalla tecnica costruttiva adottata Di questo, che è bene conoscere prima di affidarsi a questa o quell’altra impresa, parleremo nel prossimo numero di Ticino Management Donna, quando sarà veramente il tempo di cominciare i lavori. Per ora converrà concentrarsi e riflettere più volte (abbiamo tanto tempo…) sulla posizione in giardino e il suo ingombro, considerando che oltre alla vasca va previsto uno spazio di contorno o un solarium su cui stendersi al sole, giocare, godersi un aperitivo.
Il budget? Meno di quanto si pensi
Per avere una piscina interrata bella da vedere e perfetta da usare, oggi 20-25mila franchi sono già un budget sufficiente a integrarla con parecchi accessori.
Il costo può variare molto in base alle tecniche costruttive adottate, all’ambiente in cui viene installata, alle dimensioni, al rivestimento e così via.
In questo periodo possiamo cominciare a farci un’idea su ciò che ci serve e su cosa comporta la sua costruzione guardando progetti, chiedendo preventivi gratuiti, per capire cosa davvero fa al caso nostro e come ottenerlo.
Consideriamo che la piscina interrata non è un non bene mobile bensì immobile, alla stregua di ogni fabbricato, pertanto, una volta realizzata, non prevede possibilità di ripensamenti a posteriori.
Dopo aver costruito un’interrata, non possiamo accorgerci dopo che il vento, la posizione del sole, l’ombra degli alberi non sono ideali.
Prima di tutto, disegniamo una piantina del giardino con le misure corrette e la posizione degli alberi, così da rifletterci più e più volte in questi mesi, magari nelle serate davanti al camino con tutta la famiglia come fosse un bel gioco da fare insieme. Possiamo passare ai riscontri pratici nell’area prescelta in giardino stendendo la canna dell’acqua, se sufficientemente lunga, una corda colorata o, meglio ancora, mar-
cando il terreno con del gesso in polvere che poi la prima pioggia laverà via. In questo modo potremo disegnare la forma che più ci piace, verificare gli ingombri, immaginando l’estetica, le proporzioni, le aree fruibili ai bordi, il soleggiamento nelle diverse stagioni e tutto il resto. Infine, prima ancora di chiamare le aziende per raccogliere preventivi, consultiamo i cataloghi dei maggiori produttori (molti sono italiani, ma quasi tutti distribuiti da aziende di casa nostra), se occorre scaricandoli semplicemente da internet dove possiamo trovare anche siti che ospitano configuratori visivi proprio come se dovessimo scegliere un modello di auto, il colore e le finiture, gli interni e gli accessori disponibili come cerchioni e quant’altro. Comodo e divertente, vero?
La piscina interrata è fatta così
Gli elementi principali per capire e orientarci

La valvola a cinque vie permette di controllare tutte le funzioni idriche della piscina.


La pompa permette la circolazione forzata dell’acqua. L’intero volume deve poter essere filtrato entro quattro ore.

Filtro a sabbia
Valvola a sei vie
Pompa
Quadro elettrico
Skimmer
Presa di fondo
Bocchetta di immissione
Acquedotto
Scarico

Chamber Orchestra of Europe, Mahler Chamber Orchestra, Budapest Festival Orchestra, Amsterdam Baroque Orchestra, Orchestra della Svizzera italiana, Sir András Schiff, Charles Dutoit, Ton Koopman, Golda Schultz, Robin Ticciati, Piotr Anderszewski, Francesco Piemontesi
E molti altri…
Indigestioni, intossicazioni, incidenti domestici e paure possono minacciare il benessere dei nostri amici a quattro zampe durante le festività. Vediamo come evitarlo e cosa fare in caso di conseguenze


Prima cosa: occhio all’indigestione
È il malanno più comune, spesso “colpa” dei nostri ospiti
Proprio come capita a noi, il più comune malanno cui possono andare incontro i nostri piccoli amici dopo un’abbuffata è una vera e propria indigestione. Nel caso di cani e gatti, a far precipitare la situazione basta davvero poco, perché hanno stomaci e intestini abituati a tutt’altro genere di dieta e per questo possono risentire anche solo di piccoli assaggi, magari elargiti loro in buona fede proprio da qualcuno dei nostri invitati a tavola. Apparentemente insignificanti, questi strappi alla regola possono alterare, se non addirittura scombussolare, le funzioni digestive dei nostri amici. I sintomi più comuni sono vomito e diarrea che, specie se si susseguono, possono portare a disidratazione, accompagnandosi spesso a mal di pancia, flatulenze, sete intensa, scarsa vivacità e mancanza di appetito.
DIGIUNO E POCA ACQUA
Se i nostri cani e gatti mostrano uno o più disturbi che possano far pensare a una forma d’indigestione, prima di tutto è indispensabile eliminare le ciotole dell’acqua e della pappa. È uno stratagemma utile per ridurre la motilità del tratto gastroenterico ed evitare che i sintomi peggiorino. L’importante è fermare il vomito ed evitare che si ripeta, solo allora potremo pensare di reidratare l’anima-


ATTENZIONE ANCHE
AI NOSTRI OSPITI!
EVITIAMO CHE, PUR IN BUONA FEDE, DIANO DEL CIBO SOTTOBANCO CHE
POTREBBE NUOCERE AI NOSTRI ANIMALI.

le per via orale, proponendogli ripetutamente, nelle ventiquattro ore successive, poca acqua alla volta. Il cibo potrà essere offerto solo dopo un digiuno di ventiquattro ore, optando per pasti leggeri, meglio facendo uso di preparati specifici, e prediligendo sempre e comunque la regola del “poco e spesso”. Guai a esagerare, però: limitiamoci a quattro piccoli pasti quotidiani, circa l’ottava parte della dose giornaliera abituale. Dopo uno o due giorni, appurato che il nostro amico sta bene, possiamo tornare alle normali abitudini.
QUANDO SERVE IL VETERINARIO
Se il nostro amico a quattro zampe si dimostra particolarmente abbattuto, risulta inappetente o ha episodi di vomito che non accennano ad attenuarsi con il digiuno, è opportuno consultare quanto prima il medico veterinario per capire se è necessario un trattamento terapeutico di sostegno. La fluidoterapia, ovvero la somministrazione di liquidi arricchiti di sali minerali, per via sottocutanea o endovenosa, ha lo scopo di evitare la disidratazione. I farmaci anti-vomito, analgesici e gastro-protettori contribuiscono ad alleviare i segni clinici e favorire la guarigione. Gli esami più approfonditi, come esami del sangue, radiografie ed ecografie, potrebbero essere necessari nelle situazioni dall’apparenza più grave.
Addobbi, luminarie, botti & Co.
“Rischi collaterali” delle feste, possono avere strascichi
L’albero di Natale, addobbato con luci, palle colorate e festoni, incuriosisce molto cani e gatti che possono anche arrivare a masticare e ingerire le decorazioni, evento non raro che può anche provocare danni occlusivi dell’intestino. La masticazione delle luminarie, poi, comporta il rischio che i nostri animali prendano la scossa, evento gravissimo se i fili elettrici provengono direttamente dalla corrente domestica e non da un trasformatore a bassa tensione.
INCIDENTI DOMESTICI
Nel periodo delle feste, tra albero, presepe ed elettrodomestici, spine e “ciabatte” in giro per casa abbondano. Se poi i nostri amici a quattro zampe rincorrono le palline come se fossero prede, è alto anche il rischio che si facciano male o si feriscano, specie se in giro ci sono oggetti acuminati come in cucina o in soggiorno. Senza contare che i più intraprendenti possono addirittura cimentarsi in ardite scalate, con il pericolo di travolgere l’albero e rovinare a terra facendoselo precipitare addosso con tutto il suo carico. Occorre grande attenzione ed è sempre meglio pensarci prima, magari prendendo qualche precauzione, come spostare i cavi elettrici fuori dalla loro portata o coprirli, assicurarsi che l’albero di Natale e altri addobbi siano stabili o ancorarli in qualche modo così che non possano essere spostati o cadere.
PAURA DEI BOTTI
Le festività che caratterizzano la fine dell’anno sono per molti animali un vero e proprio supplizio, poiché capita spesso che si terrorizzino per lo scoppio di petardi e fuochi d’artificio, o anche semplicemente per il “botto” di uno spumante. Vincere il terrore di botti e altri rumori improvvisi non è affatto facile e, pur prendendo noi tutte le precauzioni del caso, non possiamo nemmeno chiedere ai nostri vicini di casa di astenersi dal festeggiare, ma occorre in primo luogo ricordare di evitare di rinforzare il comportamento spaventato del nostro amico a quattro zampe con parole dolci e coccole,

I
nostri quattro zampe sono un po’ come i bambini: la loro curiosità va controllata
perché questi nostri atteggiamenti non fanno altro che confermargli di avere ragione nel provare paura... quindi, finiremmo con il peggiorare la sua situazione. L’uso dei feromoni sintetici ambientali e la somministrazione di ansiolitici di tipo naturale possono esse-


re utili nella gestione della paura. I feromoni appaganti canini, per esempio, sono sostanze naturali secrete da mamma cagna subito dopo la nascita dei cuccioli che aiutano questi ultimi a stabilizzare il loro stato emozionale facendoli rimanere tranquilli anche quando sono soli. I ricercatori hanno dimostrato che le benefiche proprietà psichiche di questi feromoni hanno effetti, a volte, anche sugli adulti. Per questo l’industria farmaceutica li ha sintetizzati in laboratorio e commercializzati con l’intento di migliorare tutti gli stati d’animo negativi causati da ansia e stress. I feromoni appaganti canini sono disponibili nelle farmacie o nei negozi per animali sotto forma di collari, spray da nebulizzare nell’ambiente oppure erogatori automatici da inserire nella presa della corrente.
Ai feromoni si possono eventualmente abbinare prodotti ad azione ansiolitica di tipo naturale, per esempio preparati erboristici, integratori a base di aminoacidi, fiori di Bach o rimedi di tipo omeopatico od omotossicologico. La scelta di usare una o più di queste formulazioni tocca al veterinario di fiducia. Nei petshop possiamo anche acquistare mangimi specifici ad azione rilassante.
La scienza ci dà una mano copiando la natura

Sono diversi i sintomi dello stress nel cane e nel gatto: nervosismo, comportamenti schivi, paura di altri cani, disturbi di coabitazione con altri gatti, leccamento, automutilazione (nel cane) o alopecia estesa (nel gatto), e persino epilessia, cistite idiopatica, minzione e defecazione non appropriata. In commercio esistono prodotti, sotto forma di collari, spray o diffusori ambientali, a base di feromoni per alleviare il disagio emotivo che porta i nostri amici a comportamenti indesiderati e a farli soffrire. Tra gli altri, Adpatil e Feliway, entrambi marchi registrati proposti da Ceva, sono basati su principi interamente naturali, non farmacologici e di efficacia dimostrata, che riproducono tutte le proprietà dei feromoni appaganti di cani e gatti, garantendo un controllo sui

disturbi comportamentali associati a stress o paura, creando una sensazione di familiarità e sicurezza nell’ambiente in cui l’animale vive. In caso di comportamenti patologici legati a stress e paure, invece, Virbac propone da anni Anxitane come supplemento nutrizionale appetibile per cani e gatti che calma l’animale, permettendogli di ritrovare la sua serenità, rilassandolo senza sgradevoli effetti collaterali, come la sonnolenza, senza creare assuefazione. Anxitane contiene L-theanina, un nutraceutico di sintesi utilizzato come molecola antistress nell’uomo, capace di influenzare l’attività di diversi neurotrasmettitori centrali, inducendo rilassamento e sensazione di benessere.

Occhio alle piante decorative…
Tra le più pericolose ci sono proprio le classiche natalizie!
Sebbene le piante ornamentali potenzialmente pericolose per cani e gatti siano davvero tante, con rischi d’intossicazione anche per tutto il corso dell’anno, nel periodo natalizio dobbiamo prestare attenzione soprattutto alla cosiddetta stella di Natale, al vischio e all’agrifoglio, tradizionalmente considerate piante di buon auspicio da regalare a scopo decorativo nell’imminenza delle Festività. Approfondiamo insieme.
La stella di Natale o Poinsettia (Euphorbia pulcherrima) è originaria del Messico, ma viene coltivata a scopo ornamentale anche in area mediterranea, e fiorisce in pieno inverno, nelle giornate più corte. A parte la bellezza della fioritura che, come forse non tutte sappiamo, con le cure adeguate si può ripetere anche negli anni successivi, se teniamo la stella di Natale in casa o in giardino dobbiamo usare qualche precauzione perché il tronco e i rami secernono un lattice solo leggermente irritante per la nostra pelle ma altamente tossico per i nostri amici cani e gatti.
Il vischio (Viscum album) è un sempreverde, parassita di numerosi alberi, coltivato a scopo ornamentale e per l’erboristeria. Ha foglie allungate, sistemate a due a due lungo il ramo, fiori gialli e bacche bianche o giallastre dall’interno vischioso. Si tratta di un’altra pianta bene augurante in occasione delle festi-
Dal banale mal di pancia a vere e proprie intossicazioni che richiedono
l’intervento urgente del veterinario
vità come da leggende e tradizioni antichissime: in Scandinavia si usa ancora festeggiare il nuovo anno baciandosi sotto i suoi rami. Per contro, il vischio è segnalato anche dai centri antiveleni: non è poi così tossico ma l’incredibile collosità delle sue bacche lo rende pericoloso per bambini e animali.
L’agrifoglio (Ilex aquifolium), detto anche aquifoglio, alloro spinoso o pungitopo maggiore, altra pianta tipicamente di buon auspicio durante le festività sulla scia di tradizioni e simbologie che accomunano popoli, religioni e periodi storici assai lontani, oltre a essere molto usato a scopo decorativo trova utilizzo nella medicina tradizionale. Tuttavia il suo contenuto di ilicina, sostanza che irrita lo stomaco e l’intestino, sommato ad altre sostanze dannose per il sistema nervoso e per il cuore, lo rende assai tossico per gli animali e per gli esseri umani: l’ingestione di appena una ventina di bacche può essere mortale per un adulto!

«PREVENIRE È SEMPRE MEGLIO CHE CURARE»
Banale ma più che mai vero…
Dottoressa, cosa possiamo fare se i nostri amici a quattro zampe stanno male perché ci sono i botti nei giardini del vicinato?
«Non semplice, questa risposta: contro il terrore abbiamo poche armi. I farmaci veri e propri non migliorano molto la situazione, perché l’istinto di fuga persiste. In più, la crisi di panico può aumentare, poiché l’animale si sente menomato nel suo più primordiale istinto: la fuga dal pericolo! E la frustrazione aumenta in quanto cani o gatti sviluppano un senso di impotenza che li porta allo sfinimento».
Spesso, paradossalmente, il farmaco prescritto sembra fare effetto solo a evento finito...
«Ma è vero proprio il contrario: è la fine dell’evento a permettere che il soggetto si rilassi e permette al farmaco di agire. Il mio suggerimento, senza dubbio, è usare terapie comportamentali mirate sia di prevenzione, per evitare l’insorgere di paure future, sia di distrazione, quando è possibile, in soggetti già traumatizzati».
Come conviene comportarsi, invece, con cuccioli ancora ignari e magari addirittura incuriositi, o semplicemente diffidenti nei confronti di tuoni, fuochi d’artificio e petardi?
«Consiglio vivamente di cogliere l’occasione per distrarre l’attenzione dell’animale e intraprendere un gioco che coinvolga entrambi, così da infondere nel nostro amico la consapevolezza che non c’è nulla da temere: noi siamo tranquilli quindi infondiamo sicurezza anche in lui. Anzi, così facendo comunichiamo qualcosa di positivo in questa “fastidiosa anomalia”, fino a renderla quasi piacevole. È impegnativo ,ma ci salverà da notevoli disagi futuri».
E se il nostro amico è già traumatizzato?
«Beh, il discorso è forzatamente diverso: purtroppo, in molti casi né il cibo né il gioco sono in grado di tranquillizzarli... E allora che si fa? In primis, soprattutto per eventi che si possono prevedere, come i fuochi d’artificio, si farà in modo di fuggire insieme da dove l’evento avverrà: una

Per approfondire il tema di botti e altri rumori forti e improvvisi abbiamo rivolto qualche domanda mirata a Monica Perego, specializzata in medicina veterinaria.
gita in macchina fuori programma, cogliere l’occasione per far visita ad amici e parenti fuori porta e cose simili. Se non è possibile, teniamo comunque sempre il cane in casa creandogli un angolo-tana dove si possa sentire sicuro. E lasciamolo tranquillo, non andiamo mai a consolarlo, non accarezziamolo... altrimenti non faremo altro che rinforzare il suo terrore. Ignoriamo il più possibile il suo atteggiamento in modo tale che lui si chieda perché noi non abbiamo paura».
Sembra già di sentire le nostre lettrici che, commentano a mezza voce: «Figuriamoci se l’animale si chiede il perché»... «Invece, gli animali lo fanno sempre e sono molto più logici di quanto noi immaginiamo. Per quanto riguarda i tranquillanti cosiddetti “naturali”, invece, bisogna iniziare con ampio anticipo, per esempio almeno un mese prima del periodo “di fuoco”, per avere un effetto soddisfacente prima di Capodanno. Questo, però, non vale per tutti i soggetti: in quelli che già provano panico i risultati sono pressoché nulli e, ormai spesso, i rumori violenti e improvvisi non sono più relegati a certi periodi dell’anno, quindi dovremmo somministrare i calmanti dodici mesi su dodici. Dunque, torna di rito la solita frase trita e ritrita: meglio prevenire che curare. E la soluzione migliore è la terapia comportamentale preventiva».

INTERVISTA DI ANDREA COMINI



Un anno con noi
Edizione dopo edizione, in dialogo con i protagonisti, per approfondire temi d’attualità e per raccontare storie, stili e tendenze, dalla moda e beauty, al design e al lifestyle.
Abbonamento a:
Ticino Management Donna (4 Numeri)
Editore
Oppure, in combinazione, abbonamento a: Ticino Management Donna (4 Numeri) + Ticino Management (9 Numeri)
125.- Chf
35.- Chf PER ABBONARSI
abbonamenti@eidosmedia.ch
Eidos Swiss Media Sagl • Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano • info@eidosmedia.ch Redazione Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano • Tel. 091 735 70 00 • redazione@eidosmedia.ch www.eidosmedia.ch
IL CALORE che porta alle feste
Wealth Solutions. Simply Beautiful.
Siamo la banca svizzera privata ed indipendente con un unico obiettivo: permettere ai nostri clienti di crescere, realizzarsi e prosperare.


